Le meningiti batteriche Di Susanna Esposito*, Claudia Tagliabue^ e Samantha Bosis^ La malattia meningococcica Il meningococco – Neisseria meningitidis – è un microrganismo (batterio) di forma rotondeggiante che al microscopio appare quasi sempre riunito in coppia con un aspetto che ricorda un chicco di caffè. Meningococco è il nome generico con il quale si indica una grande famiglia, all’interno della quale si evidenziano diversi gruppi in base alle caratteristiche della parete batterica. Questi gruppi vengono genericamente chiamati sierogruppi e sono indicati con le lettere dell’alfabeto (i principali sono i sierogruppi A, B, C, Y, W). Il meningococco quando riesce a superare le difese del soggetto entra nel sangue e provoca la malattia. Il contagio da un individuo all’altro avviene per via respiratoria, attraverso le microscopiche gocce di saliva emesse con la tosse, gli starnuti o scambiate con il bacio. Il meningococco, tuttavia, sopravvive per breve tempo nell’ambiente. L’incidenza maggiore della malattia si verifica durante l’inverno e la primavera, spesso in concomitanza o in seguito alla stagione influenzale. Le infezioni meningococciche sono diffuse in tutto il mondo. In Europa, USA e Canada la maggior parte dei casi è attribuibile ad infezioni da meningococco di tipo B e C, mentre nel resto del mondo circolano anche altri sierogruppi come A, W e Y. In Italia sono due i sierogruppi di meningococco più comuni: il sierogruppo B e il sierogruppo C. Il periodo di incubazione è mediamente di 3-4 giorni. La malattia meningococcica è il risultato dell’infezione dell’organismo da parte del meningococco e può avere due diverse espressioni (manifestazioni cliniche): la meningite, che è l’infiammazione delle membrane che avvolgono il cervello, e la sepsi ovvero l’invasione del sangue da parte del batterio. Entrambe le manifestazioni sono estremamente gravi. La meningite meningococcica rappresenta circa il 35% di tutte le meningiti batteriche del bambino. Nel 10% dei casi la malattia può essere mortale. Inoltre, dopo la guarigione, si possono riscontrare gravi postumi, come la sordità, paralisi dei nervi cranici, paralisi, amputazione di arti e deficit mentale. Nella sepsi meningococcica il batterio raggiunge velocemente tutti gli organi principali, provocando delle emorragie in tutto il corpo e portando in breve tempo al decesso. Nonostante la pronta somministrazione di antibiotici, la sepsi ha spesso un decorso inarrestabile. In questa forma della malattia sono spesso presenti a livello cutaneo piccole macchie, rosso vinaccia, che sono quasi sempre segno di malattia grave. La mortalità per collasso cardiocircolatorio (20% circa), è dovuta ai gravi danni che si verificano in tutti gli organi interessati. La meningite e la sepsi possono spesso manifestarsi contemporaneamente. Chiunque può contrarre la meningite da meningococco. Esistono, però, fasce di popolazione che sono maggiormente a rischio di altre. È proprio su tale popolazione che è importante concentrare gli sforzi di prevenzione. I dati epidemiologici italiani (raccolti dal SIMI - Sistema Informatizzato del Ministero della Salute) rivelano che sono maggiormente a rischio di infezione da meningococco i bambini nei primi anni di vita, gli adolescenti e i giovani adulti. Inoltre, il rischio di infezione da meningococco è più elevato per i bambini che frequentano l’asilo nido e la scuola materna, i bambini con patologie croniche, il personale che si reca per motivi umanitari o militari in aree endemiche e le persone esposte a casi di malattie. Fattori individuali che sembrano aumentare il rischio di malattia meningococcica includono alcune forme di immunodeficienza, una pregressa infezione del tratto respiratorio, il fumo passivo e la vita in ambienti affollati. La meningite pneumococcica Lo Streptococcus pneumoniae (pneumococco) è un batterio Gram-positivo responsabile della maggioranza delle malattie prevenibili mediante vaccino nel mondo intero. I ceppi batterici si distinguono in sierotipi in base alle caratteristiche della capsula batterica. La difesa immunitaria contro uno specifico sierotipo è specifica e non conferisce protezione nei confronti degli altri sierotipi. La distribuzione dei 90 sierotipi non è omogenea nel mondo. Lo Pneumococco è causa di meningite, della più comune forma di polmonite acquisita in comunità, di batteriemia, di rinosinusite e di otite media acuta. Rappresenta, in generale, la più importante causa di malattia batterica in età pediatrica. Nei Paesi come l’Italia dove vi è stata larga diffusione della vaccinazione anti-Haemophilus influenzae di tipo b (inclusa nel vaccino esavalente), la meningite pneumococcica rappresenta, in età pediatrica, la principale forma di meningite batterica. I segni e i sintomi clinici della meningite da pneumococco sono sostanzialmente sovrapponibili a quelli dimostrabili in tutte le meningiti batteriche e sono strettamente correlati con l’età del paziente. Nel neonato e nel lattante, i sintomi costantemente presenti sono rappresentati da febbre, rifiuto del cibo, pianto inconsolabile, grande irritabilità, mentre non costanti sono la letargia, le convulsioni e i segni di interessamento dei nervi cranici. Nel bambino più grande, invece, per quanto ancora presenti elementi sintomatologici di carattere generale, prevalgono i segni derivanti dall’aumento della pressione endocranica (cefalea, vomito non preceduto da nausea, rigidità nucale). L’esordio, relativamente lento ed insidioso in molti casi, specie nelle primissime epoche della vita, può essere estremamente acuto in altri. Gli esiti della meningite pneumococcica sono tra i peggiori di tutte le forme di meningite batterica. La meningite da Haemophilus influenzae tipo b Haemophilus influenzae tipo b rappresentava fino alla fine degli anni Novanta la causa più comune di meningite nei bambini fino ai 5 anni. Con l’introduzione della vaccinazione esavalente, i casi di meningite causati da questo batterio si sono ridotti in modo significativo. *Direttore dell’Unità di Pediatria ad Alta Intensità di Cura ^Unità di Pediatria ad Alta Intensità di Cura Fondazione IRCCS Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico