IDEOLOGIA FASCISTA
Il fascismo è un movimento politico nato in Italia all'inizio del XX secolo per principale iniziativa di
Benito Mussolini, alcune delle cui ideologie si sono diffuse in seguito anche se con caratteristiche
differenti in Europa e in altri paesi del mondo. Si caratterizza come un movimento di carattere
nazionalista, autoritario e totalitario, ma tale ideologia è definita ed è interpretata come un
movimento allo stesso tempo rivoluzionario e reazionario. È considerato anticapitalista, e
populista sul piano ideologico, mentre sul piano sociale
tende a tutelare la proprietà privata e la divisione della
società in classi.
Sebbene il fascismo, come si è visto, si proclamasse
anti-ideologico, una "ideologia" del fascismo fu elaborata
negli anni venti e successivamente stilata in un articolo
scritto daGiovanni Gentile durante il suo incarico di
Ministro della Pubblica Istruzione e poi siglato da Mussolini,
che però venne applicata solo in parte. In particolare essa non fu mai rigidamente codificata,
sebbene abbondassero durante tutto il ventennio le "volgarizzazioni" e i "catechismi", che
ebbero più che altro funzione propagandistica verso il popolo minuto. In pratica, però, nell'élite
dirigente e intellettuale del Regime si dibatté aspramente sui vari indirizzi da dare alla politica
italiana, e il fascismo oscillò spesso fra posizioni diversissime e contraddittorie.
Fra gli aspetti ideologici del fascismo che occorre citare, vi sono i seguenti:
 Il culto di Roma - Il fascismo si propone come ideale rinnovatore dei fasti di Roma antica.
 Il culto della giovinezza - Il fascismo si considerava innanzitutto una rivoluzione
generazionale. Mussolini è stato il più giovane primo ministro dell'Italia unita e attraverso
ilFuturismo il fascismo ha assorbito il mito della gioventù.
 Il culto della violenza - Nascendo dagli arditi e dai futuristi e dal sindacalismo rivoluzionario
di Sorel il fascismo fa suo ed esalta il culto della violenza.
Il "principio del capo" - Anche questo mediato dagli arditi, prevede una concezione gerarchica e
piramidale del mondo. Viene dunque esaltata l'obbedienza, anche cieca, irrazionale e totale[80]
Il corporativismo, inteso come superamento sindacal-organicista e interclassista del socialismo e
del liberalismo.
In particolare quest'ultimo addentellato divenne sempre più importante nel fascismo a partire
dalla grande crisi del 1929, tanto da poter essere considerato più un aspetto genetico del
fascismo che non semplicemente ideologico.
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