Longobardi e Franchi

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L’Europa e la penisola italica
fino all’anno 800
La penisola italica dopo la guerra greco-gotica
• La guerra greco-gotica (535-553) permette ai Bizantini di scacciare gli Ostrogoti e
riprendere il controllo della penisola italica. La vittoria avviene, tuttavia, a costo di
devastazioni, distruzioni e immani perdite di vite umane (15 milioni di vittime
causate dalla guerra e dalla peste: la metà della popolazione di allora). Povertà,
malattie, carestia sono le principali eredità che la guerra lascia ad un territorio già
devastato da decenni (secoli!) di instabilità politica.
• I Bizantini affidano il governo della penisola ad un governatore chiamato esarca, che
mantiene la capitale a Ravenna.
• Pesanti dazi (tasse) vengono imposti su tutte le merci, penalizzando ulteriormente i
commerci.
• La lingua ufficiale imposta agli abitanti è il greco, cioè la lingua parlata nell’impero
bizantino.
• Molte strade vengono abbandonate.
• Le città continuano a spopolarsi e la popolazione continua a cercare rifugio nelle
campagne.
I Longobardi
• Sono un popolo germanico proveniente dalla Scandinavia; il loro nome
deriva dalle «lunghe barbe» tipiche dei loro guerrieri.
• Nel 568, approfittando della debolezza dei confini continentali della
penisola italica (i Bizantini che la governavano erano interessati
essenzialmente al controllo delle coste, utili per i loro commerci, e avevano
lasciato sguarnite le aree interne), i Longobardi attraversano le Alpi,
conquistano Cividale del Friuli, poi si spostano in direzione di Milano,
occupando tutte le città settentrionali che incontrano sul loro cammino.
Milano diventa la loro capitale (il nome «Lombardia» deriva da
«Longobardia», terra dei Longobardi).
• Alcuni capi militari proseguono in direzione dell’Italia centrale e
meridionale, dove fondano il Ducato di Spoleto e il Ducato di Benevento.
L’Italia divisa
• Dopo le conquiste dei Longobardi, l’Italia risulta divisa in due aree di
influenza:
1. Ravenna, il Lazio e le aree costiere dell’Italia meridionale e insulare
rimangono in mani bizantine; questa zona viene chiamata Romània
(«romani» si definivano ancora gli abitanti dell’impero bizantino)
2. L’Italia settentrionale e la Toscana, occupate dai Longobardi,
costituiscono la Longobardìa maggiore, o Regno Longobardo, che
ha capitale a Pavia; i ducati longobardi del centro-sud costituiscono
invece la Longobardìa minore.
Longobardia
maggiore e
Longobardia
minore
I Longobardi in Italia
• L’integrazione tra Longobardi e popolazioni italiche avviene lentamente, come
generalmente accade nei regni romano-germanici.
• Anche per i Longobardi, un fattore determinante nel favorire l’integrazione con le
popolazioni locali è la conversione al cristianesimo cattolico (in origine, come
quasi tutti i popoli germanici, i Longobardi erano cristiani ariani).
• Nel 643, il re Rotari fa scrivere le leggi longobarde in un testo (in latino) noto
come Editto di Rotari. Fino a quel momento le leggi longobarde erano state
trasmesse oralmente; con l’editto di Rotari:
1.
2.
I poteri del re vengono ribaditi e confermati.
La faida, cioè la vendetta privata, viene sostituita dal guidrigildo, cioè il risarcimento in
denaro.
• L’editto viene scritto in latino per rendere chiara la volontà della monarchia
longobarda di integrarsi con le popolazioni latine.
I Franchi
• Nel corso del V sec. i Franchi completano la conquista della Francia, la
regione europea che da loro prende il nome.
• Grazie all’azione dei vescovi gallo-romani («gallo-romani» erano gli
abitanti della Gallia, che era diventata parte dell’impero romano,
prima della sua dissoluzione), i Franchi si convertono dal politeismo al
cattolicesimo, garantendosi una solida alleanza con la chiesa romana.
• L’esercito franco è particolarmente forte grazie all’invenzione della
staffa (l’arnese di metallo che pende ai due lati della sella e che si usa
per montare a cavallo e per appoggiarvisi quando si cavalca), che
facilita la carica dell’avversario e il suo disarcionamento.
La nascita della dinastia carolingia
• Nel 732, l’esercito franco guidato da Carlo Martello ferma l’avanzata degli Arabi a
Poitiers.
• Carlo Martello non è un re, ma un maestro di palazzo, cioè il primo ministro del
sovrano. Suo figlio, Pipino il Breve, ricopre la stessa carica del padre ed è molto
amato dal suo popolo; i re franchi sono invece definiti «re fannulloni», perché il
loro potere è puramente nominale.
• Pipino usurpa il trono (toglie con la forza il potere al re) e prende il posto del
sovrano: oggi diremmo che compie un «colpo di stato». Con quest’atto, nel 751,
nasce la dinastia carolingia.
• Per non subire la stessa sorte del re, Pipino, prendendo spunto da un evento
narrato nella Bibbia, inventa una cerimonia: l’unzione papale. Egli chiede al papa ,
Stefano II, di ufficializzare e consacrare (rendere sacro) il suo ruolo di re grazie ad
un rito nel corso del quale il papa lo benedice e lo unge con olio santo.
• Il papa acconsente ma non comprende a fondo la portata del suo gesto: fino a
quel momento gli unici ad essere «unti» con olio sacro erano stati i sacerdoti;
attraverso la cerimonia dell’unzione, Pipino diventa una persona sacra non solo
per i suoi sudditi, ma per tutta la cristianità e acquisisce una superiorità rispetto a
tutti i sovrani della Terra.
Penisola
italica
all’inizio
dell’VIII
secolo
L’origine del «patrimonio di San Pietro»
• Anche Pipino compie un atto che avrà conseguenze altrettanto
importanti.
• In cambio dell’unzione, Stefano II chiede a Pipino di intervenire
militarmente contro i Longobardi di Astolfo che erano ormai padroni
di gran parte della penisola italica e minacciavano di arrivare a Roma.
• Nel 755, Pipino risponde all’appello di Stefano II e ricaccia i
Longobardi all’interno dei confini della Longobardia maggiore.
• Nel 756, Pipino dona al papa tutto il territorio ex bizantino da Roma a
Ravenna, depositando solennemente sull’altare di San Pietro le chiavi
di 22 città: nasce così il Patrimonio di San Pietro su cui il papa
governa, di fatto, come un re.
Carlo Magno e la fine della dominazione
longobarda in Italia
• Alla morte di Pipino (768), il regno passa ai due figli, uno dei quali morirà
dopo tre anni, lasciando come unico erede Carlo, poi chiamato Carlo
Magno.
• Carlo Magno affronta il nuovo re dei Longobardi, Desiderio. Questi, in
principio, cerca l’accordo con i Franchi e offre in sposa a Carlo sua figlia
Ermengarda. Carlo accetta malvolentieri e, non appena Desiderio minaccia
il Patrimonio di San Pietro, ripudia sua moglie e lo affronta in battaglia.
• Nel 774, Carlo sconfigge Desiderio e pone fine al Regno longobardo,
proclamando il territorio conquistato Regno d’Italia.
• Desiderio e la sua famiglia vengono esiliati mentre i Longobardi restano in
Italia, diventando sudditi dei Franchi e contribuendo alla
«germanizzazione» dell’Italia settentrionale.
Carlo Magno in un ritratto di
A. Dürer (XVI secolo)
Re Desiderio in una
miniatura del XV secolo
Carlo Magno «protettore della Chiesa»
• Dopo la vittoria sui Longobardi, che riempie di orgoglio e di bottino i
guerrieri franchi, Carlo si trova in possesso del più vasto regno
d’Europa e del titolo di «protettore della Chiesa»: egli sente di avere
la missione divina di abbattere o convertire i popoli non cristiani che
circondano il suo regno.
• Con la benedizione del papa, Carlo inizia una serie di campagne
militari che lo costringeranno a passare in guerra quasi tutte le
primavere e le estati del suo lungo regno (46 anni, di cui soltanto due
senza campagne militari).
Le guerre di Carlo Magno
• La guerra più lunga e sanguinosa sarà quella contro i Sassoni, stanziati nelle foreste della
Germania. Durerà trent’anni e comporterà stragi, uccisioni di massa (4000 ostaggi vengono
decapitati in un giorno perché i Sassoni non rispettano una tregua pattuita), deportazioni di
massa (le aree evacuate vengono ripopolate da coloni franchi): lo scopo di Carlo è sradicare e
disperdere i Sassoni.
• In Spagna, Carlo combatte contro gli Arabi. In questa guerra non riporta vittorie decisive;
riesce, tuttavia, a creare un territorio di confine tra le terre arabe e quelle franche che
chiama «marca» e che viene controllato dai Franchi. Nel corso della battaglia di Roncisvalle,
muore il paladino (compagno di palazzo) Orlando. Si tratta di un episodio di scarsa
importanza militare, ma molto doloroso per Carlo poiché i paladini sono i suoi più fedeli
amici e godono di tale fama che sulla morte di Orlando sono fioriti poemi che ne hanno
conservato il ricordo fino ai nostri giorni.
• Contro gli Àvari, che periodicamente fanno razzie in Baviera (Germania meridionale) e Friuli,
Carlo conduce una vera e propria guerra di sterminio, annientandoli. Durante gli scontri,
Carlo trova l’immenso tesoro accumulato da Attila, che era custodito dagli Avari. Esso viene
diviso tra Carlo e i nobili franchi e viene utilizzato per fare ricche donazioni alla Chiesa.
Regno dei
Franchi dopo
le guerre di
Carlo Magno
(814)
Lo sterminio dei Sassoni in una miniatura
medievale
Il Sacro Romano Impero
• Con le sue vittorie, Carlo Magno si impone in Europa come difensore
della cristianità. Molti lo considerano autorevole quanto l’imperatore
romano d’Oriente.
• La notte di Natale dell’anno 800, mentre il re assisteva alla messa
nella Basilica di San Pietro a Roma, il papa Leone III gli pone sul capo
una sottile corona d’oro e lo nomina imperatore del Sacro Romano
Impero: «romano» perché erede di quello antico, «sacro» perché
cristiano.
L’Europa al
tempo di Carlo
Magno
Carlo Magno
incoronato
imperatore
(miniatura
medievale)
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