modulo informativo sulla colonscopia

Ospedale San Donato - Arezzo
Servizio di Endoscopia Digestiva
MODULO INFORMATIVO SULLA COLONSCOPIA
Gentile Signora/Signore,
questo documento ha lo scopo di fornirle informazioni sulla COLONSCOPIA; il fine è di renderla
consapevole della procedura e delle opportunità che offre, facendole presente anche i relativi rischi.
Legga attentamente queste informazioni scritte e, se lo ritiene opportuno, ne parli con il suo medico
curante. Prima dell’esame ponga pure liberamente qualsiasi domanda di chiarimento ai sanitari
presenti, affinché possa accostarsi alla procedura con la dovuta consapevolezza. Dopo aver letto e
compreso le informazioni fornite, se decide di voler eseguire la colonscopia, la invitiamo a firmare
il relativo modulo di Consenso Informato. Lei ha comunque diritto a ritirare il suo consenso in
qualsiasi momento, senza fornire alcuna speigazione.
Cos'è la colonscopia?
E' una tecnica che consente al medico di esaminare il
grosso intestino (colon) per vedere se esiste qualche
lesione che sia la causa dei suoi disturbi e anche di
ottenere, se ritenuto opportuno dall’operatore, dei
campioni di tessuto da analizzare (biopsie) oppure di
praticare manovre terapeutiche come l'asportazione di
polipi (polipectomia). Lo strumento utilizzato per
l’esame è un tubo flessibile, di lunghezza variabile dai
130 ai 160 cm, del diametro di circa 1 cm.
Come può vedere nella figura a lato, il colon è un “tubo”
costituito da diversi segmenti: retto, sigma, colon
discendente, colon trasverso, colon ascendente e cieco.
E' un esame doloroso?
L'introduzione di aria (indispensabile per distendere le pareti intestinali) e, soprattutto, lo stiramento
dell'intestino con la progressione dello strumento, possono causare dolore (simile ad una colica).
Il dolore dipende anche dalla conformazione del colon, che può essere più o meno lungo e tortuoso
o dalla presenza di aderenze causate da precedenti interventi chirurgici sull'addome.
Per evitare o quanto meno attenuare il dolore, la colonscopia viene di solito effettuata con una
sedazione/analgesia, ottenibile mediante uso di farmaci (ansiolitici ed oppiacei) per via endovenosa,
praticata dal medico endoscopista. Con la sedo/analgesia è necessario, una volta terminato l’esame,
un periodo di osservazione nei locali del servizio di endoscopia (per un periodo variabile che
potrebbe arrivare anche a 60 minuti).
A causa degli effetti della sedo/analgesia è inoltre necessario astenersi dalla guida di veicoli (per
tale motivo le raccomandiamo di venire accompagnato) e da attività che richiedono attenzione
fino al giorno dopo.
Soltanto in casi particolari (età infantile, ritardo mentale, intolleranza all'esame nonostante la
sedazione cosciente) si potrà effettuare la colonscopia in sedazione profonda con assistenza
anestesiologica; a tal fine, l’esame dovrà essere preventivamente programmato insieme al personale
sanitario del servizio di endoscopia.
Cosa fare prima dell'esame ?
La buona riuscita dell'esame dipende anche dalla corretta pulizia dell'intestino. Pertanto, affinchè
l'esame sia eseguito correttamente, risulti attendibile e a rischio minimo, deve eseguire con molto
scrupolo la preparazione che le verrà consigliata e che prevede dieta, uso di lassativi e clismi
evacuativi.
Nel caso faccia uso di farmaci “per la circolazione” come antiaggreganti (aspirina, ticlopidina,
clopidogrel, etc...) o anticoagulanti si ricordi di informare il medico prima dell'esame; in
qualche caso (ad esempio in previsione dell'asportazione di un polipo) è opportuno sospendere tali
farmaci prima dell'esame, eventualmente sostituendoli con altri (ad esempio eparina), su
suggerimento del proprio cardiologo o medico di medicina generale.
Come si svolge l'esame?
Verrà fatto accomodare sul lettino; il personale infermieristico reperirà un accesso venoso e
provvederà a monitorizzare i suoi parametri vitali. Verrà fatto posizionare sul fianco sinistro e si
procederà con la sedazione. Attraverso l'ano sarà introdotto l'endoscopio che sarà fatto risalire, se
possibile, sino alla fine del colon (cieco). In qualche caso potrà essere ispezionato anche l'ultimo
tratto del piccolo intestino (ultima ansa ileale). Non sempre è possibile esaminare tutto il colon fino
al cieco (per lunghezza o tortuosità del colon, presenza di diverticoli, precedenti interventi
chirurgici sull'addome, etc…).
Verrà immessa aria per distendere le pareti dell'intestino ed avere una buona visione.
La durata dell'esame è molto variabile a seconda delle difficoltà che si possono incontrare
nell'esaminare tutto il colon, della necessità di eseguire biopsie o asportare polipi, etc…
Mediamente la colonscopia dura dai 15 ai 40 minuti.
Lo specialista che esegue l'esame potrà ritenere necessario eseguire alcune procedure diagnostiche
(ad esempio biopsie) o terapeutiche (ad esempio asportazione di polipi), la cui utilità si rendesse
evidente durante la colonscopia. Tali procedure di norma non causano dolore e sono ben tollerate.
Tuttavia, ogni procedura interventistica comporta un rischio di complicanze aggiuntivo rispetto a
quello della semplice colonscopia diagnostica.
Occorre ricordare che la colonscopia non è un esame infallibile: alcune lesioni (dal 2% al 5%),
infatti, possono sfuggire a causa di una incompleta pulizia intestinale oppure qualora non venga
esaminato tutto il colon fino al cieco.
Cos'è la polipectomia?
I polipi sono delle rilevatezze, dovute a crescita anomala della mucosa intestinale.
Alcuni polipi (adenomi) sono dei tumori benigni che, se non asportati, possono col tempo crescere e
degenerare diventando tumori maligni (carcinomi).
Oggi è possibile asportare i polipi per via endoscopica.
La procedura alternativa, nel caso di polipi non asportabili endoscopicamente, è l'intervento
chirurgico.
Nel caso in cui durante la colonscopia vengano riscontrati
uno o più polipi con caratteristiche tali da poter essere asportati con ragionevole sicurezza e se il
paziente non assume farmaci antiaggreganti/anticoagulanti, è possibile eseguire subito la
polipectomia senza la necessità di ripetere l'indagine endoscopica.
Invece, in altri casi (polipi di grosse dimensioni, sessili cioè senza un peduncolo, paziente in terapia
con antiaggreganti/anticoagulanti, etc…) è opportuno ripetere la colonscopia per eseguire la
polipectomia con maggiore sicurezza. Nel caso di polipi di grosse dimensioni o a base larga (polipo
sessile), può essere necessario staccarli pezzo per pezzo e quindi può occorrere anche più di una
colonscopia per asportarli completamente. Tali polipi presentano un rischio di complicanze
maggiore rispetto agli altri.
L'intero polipo o frammenti di esso, verranno inviati al laboratorio per l'analisi istologica, in modo
da verificare se e quando saranno necessari ulteriori controlli endoscopici e/o interventi chirurgici.
Nella sede dell'asportazione del polipo può talvolta essere praticata una iniezione di inchiostro di
china (tatuaggio) per agevolare successivi controlli endoscopici e/o interventi chirurgici.
Dopo la polipectomia il paziente dovrebbe assumere una dieta “leggera” per 24 ore.
Nel caso che a domicilio insorgano sintomi quali dolore addominale, vomito, febbre, incapacità di
espellere aria dal retto, presenza di sangue nelle feci, il paziente dovrà rivolgersi al Pronto Soccorso.
Esistono complicanze?
Le complicanze più importanti sono sanguinamento e perforazione.
La perforazione intestinale si verifica in circa 1 caso su 1000 colonscopie diagnostiche; il rischio
aumenta a 2-3 casi ogni 1000 colonscopie quando si eseguono interventi come la polipectomia. Il
rischio, inoltre, è maggiore nei pazienti anziani, con aderenze addominali da precedenti interventi
chirurgici sull'addome o con diverticoli del colon.
Un sanguinamento grave, tale cioè da richiedere ricovero in ospedale, trasfusioni o intervento
chirurgico, è raro nel caso di colonscopia solo diagnostica (circa 2 casi ogni 10.000 esami), ma
relativamente più frequente nel caso si esegua la polipectomia, specie per asportazione di grossi
polipi (da 1 a 3 casi ogni 100 esami). Da segnalare che l'asportazione di polipi per via endoscopica
comporta un rischio aumentato di complicanze rispetto alla sola colonscopia diagnostica, ma che, in
ogni caso, i rischi della rimozione di un polipo per via endoscopica sono inferiori a quelli di un
intervento chirurgico.
Infine, raramente, possono realizzarsi complicanze cardiocircolatorie e/o respiratorie, in gran
parte dovute all'impiego di farmaci per la sedazione/analgesia e non alla colonscopia; sono aritmie
cardiache (in particolare bradicardia), ipotensione, insufficiente ossigenazione del sangue, nella
grande maggioranza dei casi di facile risoluzione clinica. Per questo motivo durante l'esame saranno
tenuti sotto controllo i suoi parametri vitali e verrà somministrato ossigeno attraverso occhialini
nasali.
Esiste una rara possibilità di complicanza mortale (in media 1 decesso circa ogni 14.000 esami); la
mortalità è dovuta alle complicanze della colonscopia (specialmente perforazione), all'intervento
chirurgico che si può rendere necessario per il trattamento di una complicanza endoscopica oppure
ai farmaci utilizzati per la sedo/analgesia.
Durante l'esecuzione dell'esame sarà presente personale sanitario qualificato a far fronte a qualsiasi
emergenza, utilizzando apparecchiature tecniche conformi alle necessità specifiche.
Inoltre è presente un rarissimo rischio di complicanze infettive, maggiore nei pazienti con difese
immunitarie carenti o portatori di protesi valvolari cardiache. In alcuni casi è pertanto indicata una
profilassi antibiotica (consultare il proprio medico o cardiologo).
Esiste un'alternativa diagnostica?
L'alternativa è rappresentata dallo studio del colon mediante esame radiologico convenzionale (Rx
clisma opaco) o TC (la cosiddetta colonscopia virtuale).
Si tratta di esami meno invasivi della colonscopia, ma che espongono ai rischi delle radiazioni
ionizzanti ed i cui risultati sono meno attendibili rispetto all'esame endoscopico.
Inoltre, solo la colonscopia consente di eseguire biopsie di lesioni sospette o di praticare manovre
terapeutiche come la rimozione di polipi.
Questo documento è stato validato dal Comitato Etico Locale della USL 8 nella seduta del 19
settembre 2011.