scheda di sala - - Teatro Comunale di Monfalcone

GIOVEDÌ 29 GENNAIO ORE 20.45
contrAZIONI – nuovi percorsi scenici
Fonderia Mercury
in collaborazione con
RSI - Rete Due
presentano
E JOHNNY PRESE IL FUCILE
tratto dal romanzo di Dalton Trumbo
adattamento e regia
Sergio Ferrentino
con
Marco Baliani, Roberto Recchia, Deborah Morese
musiche originali
Gianluigi Carlone
Si ringrazia per la gentile consulenza
l’Associazione Radioamatori Italiani di Monfalcone.
Joe Bonham è un giovane americano che, insieme a milioni di
connazionali, viene chiamato a combattere durante la Prima
Guerra Mondiale. Nel conflitto viene colpito da una granata.
L’esplosione lo riduce in un tronco umano ma “vive”: Joe
pensa e i suoi pensieri sono la nostra storia.
Ore, giorni, anni scanditi dal battito del cuore, dal pulsare
del cervello, dal sibilo del respiro, dal rimbombo dei passi di
medici e infermiere.
Dopo anni di isolamento psico-fisico, Joe riesce a comunicare
con il mondo esterno e a ricevere risposta.
Joe è ancora in battaglia e dalla trincea grida il suo SOS di
vita.
Ascolta... Sei in scena
E Johnny prese il fucile viene messo in scena in forma di
audiodramma, mostrato nel suo farsi e trasmesso agli spettatori
tramite radio-cuffie: una tecnica che porta il pubblico “sul
palcoscenico”, totalmente coinvolto nell’intreccio di voci,
suoni ed effetti; un’esperienza artistica e cognitiva del tutto
nuova, al confine fra sound radio, teatro e alta tecnologia
audio.
Viene utilizzato un microfono binaurale, dalla forma di testa
umana, che permette di recuperare e riprodurre i suoni con un
effetto tridimensionale. La percezione in cuffia diventa a 360°
e riesce a captare anche la dimensione ambientale della scena.
Questa forma di ripresa sonora è utilizzata in particolare dal
mondo musicale e da pochi anni, grazie alle sperimentazioni
della Radio Svizzera, anche per la registrazione di
radiodrammi.
Nell’adattamento di Johnny, la testa binaurale sarà usata sul
palco “in diretta”.
Grazie Johnny – Note di regia di Sergio Ferrentino
“Sì, certo, mi ricordo il film...”. Di solito questa è la risposta
alla mia domanda su E Johnny prese il fucile, non sono molti
quelli che l’hanno letto. I più informati ricordano: “ma Dalton
Trumbo non era nella lista nera di Hollywood?”.
È in quel momento che si cerca di spiegare la scelta: adattare
E Johnny prese il fucile per parlare della Prima Guerra
Mondiale. Dalton Trumbo fece il film 32 anni dopo l’uscita
editoriale; in realtà la parte curiosa fu quando, nel 1957, il
suo prestanome a Hollywood vinse l’Oscar con un filmetto
d’ambiente messicano, La più grande corrida.
Ma noi siamo qui per parlare della Prima Guerra Mondiale,
cento anni dopo. In attesa di essere sommersi da racconti,
evocazioni, storie, testimonianze, diari, lettere, canti, cori…
Qualsiasi traccia che possa raccontare cosa è successo in quei
giorni, mesi o anni sarà utile per evocare. Forse Johnny non
evoca, o meglio, usa la Prima Guerra per raccontare la guerra.
Il legame con il centenario è saldo.
Il protagonista fa parte di “quelli delle trincee”, è un soldato,
uno dei milioni di giovani portati ad uccidere altri giovani. Ma
quelli che hanno letto il libro o visto il film sanno che lui pensa
ostinatamente dall’interno della sua detenzione corporea. Tutto
il libro si muove e vive sui suoi pensieri di morte o di vita,
solo pensieri con qualche ricordo della fidanzata, del padre,
della madre... E poco altro.
Dal punto di vista teatrale si può intuire un dolorosissimo
monologo… Ma dal punto di vista radiofonico entrano nel
campo acustico i suoni, gli effetti e i tre livelli di recitazione su
cui è impostato tutto l’adattamento.
Perché tre livelli? E quali sono? Pensare, sognare, ricordare.
Tre impostazioni diverse per narrare, intrecciate tra loro ma
con caratteristiche acustiche saldamente separate dalla storia e
dall’uso della voce.
Pensare per parlare a noi stessi delle paure, senza mediazioni.
I sogni, immagini e desideri fuori controllo che si possono
trasformare in incubi. I ricordi setacciati, quasi sempre
positivi, sui quali s’inseriscono, scompostamente, quelli
dolorosi.
Alla voce si affianca la tecnica sonora che si dedica a
sottolineare, alimentare e amplificare gli effetti e i suoni che
narrano insieme alla parola e alle musiche originali, rendendo
obbligatorio l’uso delle cuffie per l’ascolto del radiodramma.
Tre voci, quindi, laceranti e lacerate dello stesso attore che
servono a denunciare gli orrori della guerra, non della Prima
Guerra Mondiale.
È per questo motivo che dal 1939, ad ogni guerra americana,
il libro è sempre stato ritirato dalle librerie. Così è stato per la
Seconda Guerra, poi la Corea, poi il Vietnam.
Ora è difficile trovarlo anche su e-Bay. Meglio lasciare ancora
una traccia, per questa volta acustica.
Marco Baliani (1950, Verbania) è regista, attore e autore.
Nel 1975 fonda la compagnia Ruotalibera e si dedica al teatro
per bambini e ragazzi. A partire dagli anni Ottanta scrive
e interpreta spettacoli per il pubblico adulto, imponendosi
nell’arco di pochi anni come uno dei protagonisti del teatro
di narrazione italiano, insieme a nomi del calibro di Marco
Paolini e Ascanio Celestini. Con lo spettacolo Kohlhaas (1989,
tratto da von Kleist), infatti, inventa il teatro di narrazione,
seguendo la strada aperta da Dario Fo con Mistero buffo.
A questo seguono alcuni spettacoli che si ispirano ad opere
letterarie (Lo straniero da Camus, La pelle da Malaparte,
La seconda vita di Francesco d’Assisi da Saramago) e
numerosi monologhi, fra cui il celebre Corpo di stato (1998),
sull’omicidio Moro.
Nel 2002, in collaborazione con l’ONG AMREF (African
Medical and Research Foundation), inizia un lungo progetto
coi ragazzi di strada di Nairobi: ne nascono gli spettacoli
Pinocchio nero e L’amore buono e due libri, veri e propri diari
di questa straordinaria esperienza umana e professionale.
Sempre nel 2002 il Teatro Massimo di Palermo gli
commissiona la regia dell’opera Ellis Island sull’epopea
dell’emigrazione negli Stati Uniti, con le musiche di Giovanni
Sollima; il ruolo principale viene affidato, per la prima volta
nel teatro lirico italiano, alla popstar Elisa.
Fra le sue numerose regie figurano Corvi di luna, Antigone
delle città, Peer Gynt. Nel 1994 ha vinto il premio IDI come
migliore regista per gli spettacoli Come gocce di una fiumana
e Prima che il gallo canti.
Nel 2004 pubblica il romanzo Nel regno di Acilia, nel 2008
la raccolta di racconti La metà di Sofia, nel 2009 Dentro un
gatto ci sono tante storie – sorta di autobiografia raccontata
attraverso i libri di una vita – e nel 2010 Ho cavalcato in
groppa ad una sella, riflessioni sulla narrazione, sul teatro e
sull’esistenza.
Nel corso degli anni ha lavorato molto anche per il cinema,
diretto da registi quali Silvio Soldini (Le acrobate, 1997),
Mario Martone (Teatro di guerra, 1998), Cristina Comencini
(Il più bel giorno della mia vita, 2002), Saverio Costanzo (In
memoria di me, 2007), Daniele Vicari (Il passato è una terra
straniera, 2008) e altri ancora.
Nel 2011 collabora alla realizzazione dell’opera teatrale
Terra promessa. Briganti e migranti; nel 2012 dirige Stefano
Accorsi nello spettacolo Giocando con Orlando e nel 2014 nel
Decamerone ispirato a Boccaccio.
Autore, regista e conduttore radiofonico, Sergio Ferrentino
è stato direttore dei programmi di Radio Popolare per 15 anni
e conduttore in RAI, dove ha dato vita a trasmissioni quali
Caterpillar e Catersport.
Ha insegnato tecniche del linguaggio radiofonico e
drammaturgia radiofonica presso la Scuola Holden di Torino
e la IULM di Milano e collaborato con altri atenei, fra cui
l’Università Statale di Milano e quella di Siena.
Ha lavorato a Radio24 e collabora con la Rete Due della Radio
Svizzera, con cui sperimenta e produce, da circa un decennio,
radiodrammi in diretta a teatro.
Fonderia Mercury, fondata da Sergio Ferrentino nel febbraio
2011, è un luogo di fusione e contaminazione di linguaggi:
radiofonia, teatro, letteratura, web si ritrovano a comunicare in
nuovi modi e nuove storie.
Dal febbraio 2012 Fonderia produce “AutoreVole:
audiodrammi in teatro”, progetto che coniuga la drammaturgia
radiofonica, il teatro e il web coinvolgendo autori quali
Lucarelli, Carlotto, Dazieri, Bajani, Bucciarelli e Corrias.
Feltrinelli e Salani Editore sono i partner editoriali del progetto
e distribuiscono rispettivamente la collana cartacea ed e-book
e quella in CD audio.
Comune di Monfalcone
Area Servizi Culturali e Sociali - U. O. Attività Teatrali ed Espositive
con il contributo di
Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia - Assessorato alla Cultura
Ente Regionale Teatrale del Friuli Venezia Giulia
Fondazione Cassa di Risparmio di Gorizia
Programmazione Prosa
Ente Regionale Teatrale del Friuli Venezia Giulia
Assessore alla Cultura
Paola Benes
Dirigente di Area
Giovanna D’Agostini
[email protected]
www.facebook.com/teatromonfalcone
www.teatromonfalcone.it
GIOVEDÌ 29 GENNAIO 2015 ORE 20.45
E JOHNNY PRESE IL FUCILE
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