http://distillatoricollepassesi.wordpress.com/2009/07/26/le-guerre-in-corso-nel-mondo-si-registrano-piu-vittime-di-quante-ce-ne-sianostate-tra-i-dissidenti-politici-nella-seconda-guerra-mondiale/ Le guerre in corso nel mondo - Distillatori di Libertà - 26-07-09 Si REGISTRANO PIU’ VITTIME DI QUANTE CE NE SIANO STATE TRA I DISSIDENTI POLITICI NELLA SECONDA GUERRA MONDIALE Nelle pagine dei libri di storia, i conflitti bellici si fermano al racconto della Seconda Guerra Mondiale. I ragazzi, le persone, l’opinione pubblica è tuttora IGNARA di quante vittime miete la guerra a tutt’oggi. Sono circa 1 milione e 200 mila le vittime delle guerre in corso in ogni parte del mondo. Nel 1948 cominciò il conflitto nell’allora Birmania (attualmente Myanmar) dopo l’assassinio del Vicepresidente, e la conversione imposta da Monarchia a Repubblica. Nel ‘62 ci fu la destituzione del governo democratico da parte di un corpo militare guidato da Ne Win, che lasciò solo nel 1988, dopo la rivolta studentesca 8888, che provocò migliaia di morti. Attualmente però si lotta per riportare la democrazia e la pace, e sono in corso le trattative per liberare la Premio Nobel per la pace Aung San Suu Kyi, arrestata dopo aver vinto le prime elezioni libere nel ‘90, successivamente annullate. Dal 1948 ad ora in Myanmar si contano 35 mila vittime (E’ COME SE SI FOSSERO RASE AL SUOLO GALLIPOLI, OTRANTO E COLLEPASSO). Passiamo dall’Asia in Sudamerica, dove in Colombia dal 1964 è in corso il Conflitto Armato Colombiano, ben più sanguinoso dal conflitto birmano. In pratica succede questo: dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale un colpo di stato militare rovescia il potere, ma dopo pochi anni i militari stessi riconsegnarono le armi e si formò un Fronte Nazionale, con l’accordo che la presidenza fosse a turno esercitata da un liberale e da un conservatore. Questo regresso della democrazia portò le Forze Armate Rivoluzionarie Colombiane (FARC) e l’Esercito di Liberazione Nazionale (ELN) ad intraprendere un’armata guerra civile per reimporre la democrazia, in quanto il partito liberale ed il partito conservatore favorirono il clamoroso commercio e le clamorose esportazioni illegali di cocaina nel mondo; una prima vittoria la ebbero solo nel 2002, con l’avvento al potere di Uribe, che era di un partito diverso dai liberali e dai conversatori. Questa guerra negli anni ha contato circa 350 mila morti (COME SE SI FOSSERO RASE AL SUOLO LE CITTA’ DI BRINDISI, LECCE E TARANTO). Nel 1967 hanno avuto origine i conflitti arabo-israeliani, che possono essere sintetizzati con la creazione dello stato ebraico di Israele nel territorio dei palestinesi. Questa guerriglia (che oggi è quanto mai attuale) ha provocato la morte di 108 mila persone (QUANTO GLI ABITANTI DELLA CAPITALE DELL’ISLANDA REYKJAVIK). Tra le isole Filippine, Mandanao e Bangsamoro, dal 1969 è in corso l’Insurrezione comunista ed islamica delle Filippine, che fino ad oggi ha tolto a vita a 200 mila persone (QUANTO TUTTA REGGIO CALABRIA). Dal 1975 ad oggi nel Laos, un paese tra Thailandia e Cina, è in corso la persecuzione della minoranza Hmong, che ha provocato ad oggi “solo” 3 mila morti. Dal 1980 in Perù la guerriglia combattente per instaurare il socialismo si chiama Sendero Luminoso, che nel ‘92 uccise anche il volontario italiano Giorgio Rocca, accusato di “addormentare le coscienze dei poveri con le sue opere di volontariato”. Le vittime di questo gruppo sono 70 mila. La guerriglia civile si svolge anche in Turchia dal 1984: lì è nato il PKK per l’indipendenza del Kurdistan, creato da Ocalan, ma il numero di vittime è tuttora incerto; nello stesso anno un sanguinoso conflitto si viene a creare nella Nuova Guinea Occidentale, per la liberazione di Papua. Ad oggi le vittime sono 100 mila. In Uganda è in corso dal 1987 la Seconda Guerra Civile, con l’obiettivo sostenuto dall’LRA di comandare secondo i Dieci Comandamenti: in realtà tale movimento è autore di stupri, omicidi e mutilazioni di ambito sessuale sui bambini e sulle bambine ugandesi. Ad oggi le vittime sono 12 mila. Dal 1988 c’è la Guerra Civile in Somalia, dove sono intervenuti in pace i militari italiani: i morti qui sono 500 mila con molte vittime e genocidi tenuti segreti. Le informazioni sulle vittime e sui numeri della guerra sono tenuti segreti anche in India (sul conflitto Indo-Pakistano sulla regione del Kashmir), in Senegal (sull’insurrenza separatista della regione della Casamance), in Nigeria (sul conflitto del delta del Niger) e nelle province orientali indiane, vogliose di autonomia. Dal 1999 è in corso la Seconda Guerra Cecena, in Cecenia e Russia: si ricordano nel 2002 l’assalto al Teatro Dubrovka e nel 2005 il Massacro alla Scuola di Beslan; in tutto tale guerra conta 75 mila vittime. Dal 2001 si lotta in Afghanistan, mentre dal 2003 in Iraq: entrambe le guerre sono state progettate da George Bush, con l’appoggio di Silvio Berlusconi. Tali guerre sono evidentemente fallimentari, in quanto sono uno spreco di vite umane e di denaro assurdi (in 8 anni si è speso quanto si è speso dal 1960 al 2000). 200 mila vittime, tra cui la maggior parte civili. L’ultimo gravissimo conflitto sta avvenendo dal 2003 in Sudan, nella regione del Darfur, dove si mietono circa 220 vittime al giorno. Altri conflitti stanno avvenendo in Pakistan (per le insurrezioni autonomiste ed ideologiche in Belucistan e Waziristan, con 7 mila vittime), in Thailandia (3 mila morti), in Ciad (duemila vittime), in Messico (la c.d. Guerra Messicana della droga, che ha mietuto 3 mila vittime), sulla striscia di Gaza, in Niger, Etiopia ed in Ruanda. Le guerre nel mondo sono sempre una soluzione sbagliata. I militari sono grandissimi combattenti della patria, che però dovrebbero lavorare sempre per la pace e la sicurezza interna. NOI CONDANNIAMO LE GUERRE CHE CI SONO NEL MONDO, CONDANNIAMO LE GUERRE DOVE PARTECIPANO I MILITARI ITALIANI, CONDANNIAMO LE GUERRE IN AFGHANISTAN ED IN IRAQ. MA ALLO STESSO TEMPO, DIAMO ONORE A TUTTI I MILITARI ITALIANI CHE LAVORANO PER IL BENE DELLO STATO, SAPENDO CHE SENZA DI LORO SAREBBE INUTILE IL CONCETTO STESSO DI STATO. Onore ai caduti in Afghanistan (C.M. GIOVANNI BRUNO – 2004 – Incidente stradale, C.D.F. BRUNO VIANINI – 2005 – Incidente aereo, C.M.C. MICHELE SANFILIPPO – 2005 – Colpito alla testa da un proiettile, TEN. MANUEL FIORITO e MAR. LUCA POLSINELLI – 2006 – Attentato, TEN.COL. CARLO LIGUORI – 2006 – Infarto, C.M. GIUSEPPE ORLANDO – 2006 – Incidente Stradale, C.M. GIORGIO LANGELLA e C.M. VINCENZO CARDELLA – 2006 – Attentato, LORENZO D’AURIA – 2007 – Ucciso dalle forze militari britanniche che volevano liberarlo dal rapimento, MAR. CAPO DANIELE PALADINI – 2007 – Attentato, MAR. GIOVANNI PEZZULO – 2008 – Attentato, C.M. ALESSANDRO CAROPPO – 2008 – Malore, C.M. ALESSANDRO DI LISIO – 2009 – Attentato). Onore ai caduti in Iraq, alle 19 vittime dell’attentato di Nassiriya del 12 novembre 2003 (i militari dell’Arma dei Carabinieri sono DOMENICO INTRAVIA, ORAZIO MAJORANA, GIUSEPPE COLETTA, GIOVANNI CAVALLARO, ALFIO RAGAZZI, IVAN GHITTI, DANIELE GHIONI, ENZO FREGOSI, ALFONSO TRINCONE, MASSIMILIANO BRUNO, ANDREA FILIPPA, FILIPPO MERLINO; i soldati sono MASSIMO FICUCIELLO, SILVIO OLLA, EMANUELE FERRARO, ALESSANDRO CARRISI, PIETRO PIETRUCCI; i civili sono il regista STEFANO ROLLA e l’operatore della cooperazione internazionale MARCO BECI) e agli altri (FABRIZIO QUATTROCCHI – 2004 – Rapito ed ucciso, C.M. MATTEO VANZAN – 2004 – Attentato, ENZO BALDONI – 2004 – Rapito e fatto sparire, PRIMO C.M. ANTONIO TARANTINO – 2004 – Incidente stradale, AYAD ANWAR WALI – 2004 – Rapito ed ucciso, SALVATORE SANTORO – 2004 – Rapito ed ucciso, MAR. SIMONE COLA – 2005 – Sparato, NICOLA CALIPARI – 2005 – Ucciso dagli americani, SERG. SALVATORE MARRACINO – 2005 - Incidente, TEN. COL. GIUSEPPE LIMA, CAP. MARCO BRIGANTI, MAR. MASSIMILIANO BIONDINI, MAR. MARCO CIRILLO – 2005 – Incidente aereo, SERG. DAVIDE CASAGRANDE – 2005 – Incidente stradale, CAP. NICOLA CIARDELLI, MAR. CARABINERI FRANCO LATTANZIO, MAR. CARABINIERI CARLO DE TRIZIO, MAR. ENRICO FRASSINITO - 2006 – Attentato, C.M. ALESSANDRO PIBIRI – 2006 – Attentato). Infine, onore a tutti coloro morti nelle zone di guerra, morti per portare la pace e per aiutare, caduti per cercare di guadagnare qualcosa per la propria famiglia, o semplicemente caduti facendo quello che più amavano, ossia aiutare la patria. Onore a tutti. Con un unico grido unanime nel cuore: AMARE LA PATRIA NON SIGNIFICA FARE LA GUERRA. SI ALLA PACE. SI ALLA VITA.