QUANTO FA BENE L’UVA! È arrivato il gran momento dell’uva. Da vino, ma pure da tavola. Ed è proprio di quella da mangiare come frutta fresca che la rubrica qui ospitata si vuole occupare. D’accordo, ormai la troviamo quasi tutto l’anno, anche nei supermercati e non solo nei negozi specializzati in primizie; ma proviene dagli angoli più disparati del mondo e costa quanto un quadro di Picasso, sia per l’incidenza delle spese di trasporto che per il valore aggiunto creato dall’essere “merce rara”, uno sfizio fuori stagione. Adesso è finalmente giunto il periodo d’oro della produzione nazionale e, quindi, si apre la fase del suo massimo e generalizzato consumo. È dunque giusto dedicare attenzione a questo alimento per conoscerlo meglio sotto il profilo che interessa lo spazio destinato alle “medicine naturali”. L’uva contiene il 16% di zuccheri (tanto per fare un confronto, più o meno come banane, cachi e mandarini, mentre albicocche, arance, ciliegie, fichi, mele, pere, pesche e prugne ne hanno - a seconda dei tipi - meno o molto meno), zuccheri rappresentati da glucosio e fruttosio in parti uguali. Sono glucidi semplici, pertanto vengono facilmente assorbiti dall’organismo con poco lavoro per l’apparato digerente, non producono scorie e sono utilizzati in modo rapido con un rendimento energetico pieno e immediato. Gli acini comprendono discrete quantità di acidi organici liberi e loro sali, i quali hanno effetto alcalinizzante - e perciò serve a combattere le acidosi, come l’acetone dei bambini - nonché un certo potere solvente sull’acido urico, utile nella prevenzione della gotta, e un’azione di stimolo sulla cistifellea. In particolare, i tartrati, cioè i sali dell’acido tartarico, esercitano una buona funzione lassativa promuovendo le contrazioni intestinali. A proposito di intestino, tutti gli acidi organici presenti nelle bacche concorrono a ostacolarne le fermentazioni. Essendo caratterizzata da poco sodio e molto potassio, l’uva è indicata per chi soffre di ipertensione, anche perché favorisce la diuresi con l’elevato contenuto d’acqua (80%). Possiede enzimi che collaborano, nello stomaco, alla digestione delle proteine; mentre ha modesti tassi di vitamine (A, B1, B2, niacina e - in misura un po’ più corposa - C). La buccia - oltre a pigmenti (che danno il colore), sostanze grasse (i valori sono pressoché irrilevanti) e oli essenziali (a cui si deve il profumo) - evidenzia un notevole apporto di fibre (soprattutto cellulosa); la polpa ha una non trascurabile quantità di pectina, fibra solubile che controlla il livello di colesterolo. L’uva fornisce 60 calorie ogni cento grammi, una carica energetica che insieme alla sua azione digestiva ed eupeptica (regolazione intestinale) induce i pediatri a consigliarla quale valido ricostituente per i bambini. Particolarmente utili si rivelano in gravidanza alcune sue prerogative, come quelle di essere antiacidosica, antiurica e antipertensiva. Essa - infine - stimola l’appetito, rivelandosi adatta anche nelle terapie delle anoressie psichiche. Regina, italia, pizzutella ecc., oltre a costituire un cibo eccellente, hanno molti pregi che meritano di essere sfruttati a pieno: c’è tempo di giovarsene fino a novembre, perfettamente mature, raccolte da poco tempo, scegliendo grappoli pieni, di bel colore, con acini ben attaccati al graspo.