AULSS 12 VENEZIANA - Distretto 1 Pediatria di Comunità LINEE GUIDA IN CASO DI ASMA BRONCHIALE SCATENAMENTO DELLA CRISI: è correlato spesso ad infezioni virali, agenti irritanti, aria fredda, fumi, odore di vernici, sforzo fisico prolungato, stress emotivi, ecc MANIFESTAZIONE CLINICA DELLA CRISI ASMATICA Iniziale tosse secca, insistente e non produttiva. Respiro sibilante (fischio durante la respirazione). Aumento della frequenza respiratoria. Sensazione di mancanza di respiro. Difficoltà respiratoria (spesso con fase espiratoria prolungata). Difficoltà nel correre e nel camminare. Difficoltà nel parlare. TERAPIA DA ESEGUIRE A SCUOLA: SPRAY Broncodilatatore con distanziatore: - inserire la mascherina sul distanziatore (tubo trasparente). - Agitare bene lo spray, toglire il cappuccio e inserirlo nell’apertura posteriore del distanziatore - applicare la mascherina sul viso in modo che il naso e la bocca vengano coperte in modo delicato ma aderente - eseguire l’erogazione dello spruzzo (puff) mantenendo la mascherina sul viso, facendo eseguire 4 - 5 atti respiratori completi. - ripetere l’operazione (spruzzo e 4 – 5 respiri) una seconda volta subito dopo (o più volte secondo le indicazioni del Medico curante) SPRAY Broncodilatatore senza distanziatore: - Agitare bene lo spray e toglire il cappuccio. - Soffiare fuori tutta l’aria - Mettere lo spray in bocca piegando un po’ la testa all’indietro - Spruzzare il farmaco in bocca e nello stesso tempo fare un respiro profondo - Trattenere il respiro contando fino a 5 - Respirare normalmente e aspettare un minuto prima di fare un’altra inalazione La terapia va eseguita con tranquillità, senza spaventare il bambino, Se non c’è miglioramento, ripetere la su scritta terapia dopo 15 -20 minuti; si può ripetere una terza volta, sempre se il quadro clinico lo richiede. Ovviamente non bisogna spaventare il bambino, ma rassicurarlo. Nel frattempo un'altra insegnate provvederà a telefonare ai genitori, sempre senza creare allarmismi se la situazione è ben sotto controllo. Se crisi respiratoria importante e non tende a risolversi, telefonare al 118. AULSS 12 VENEZIANA - Distretto1 Pediatria di Comunità LINEE GUIDA PER IL TRATTAMENTO IPOGLICEMIA NEL BAMBINO CON DIABETE Il diabete è una condizione patologica dovuta alla mancata produzione di insulina da parte del pancreas. L’insulina viene sostituita somministrando più iniezioni giornaliere sottocute per regolare nel sangue i livelli di glucosio introdotto con l’alimentazione e necessario al corretto funzionamento del nostro organismo. La presenza di insulina in quantità più elevate del necessario può essere responsabile a volte di reazioni ipoglicemiche, causate da una concentrazione eccessivamente bassa di zucchero nel sangue (ipoglicemia). L’ipoglicemia può essere causata oltre che da una eccessiva dose di insulina, anche dalla mancata o ritardata assunzione di cibo, da troppo o troppo intenso esercizio fisico, esercizio fisico non abituale. MANIFESTAZIONI CLINICHE DELL’IPOGLICEMIA I sintomi di una ipoglicemia vengono quasi sempre avvertiti, riconosciuti e trattati dal soggetto stesso, inoltre compaiono e regrediscono rapidamente. I sintomi più comuni sono: - calo di attenzione, - senso di fame improvvisa, - sonnolenza, debolezza - pallore, sudorazione, tremori, Nei casi più gravi confusione mentale, incapacità di concentrazione,difficoltà ad esprimersi perdita di coscienza e convulsioni. COME COMPORTARSI A SCUOLA: Nei casi non gravi (ipoglicemia lieve): può essere sufficiente interrompere ogni attività, coprirsi se fa freddo, somministrare zuccheri a rapida assimilazione che quindi fanno aumentare velocemente la glicemia (bustine di zucchero, caramelle, succhi di frutta, bevande zuccherate) e da ripetere dopo 10-15 min. se non c’è miglioramento. Successivamente assumere zuccheri complessi (pane, crackers, fette biscottate) per ripristinare le riserve. Nei casi gravi cioè quando sono presenti disorientamento spazio-temporale con semicoscienza, o perdita totale di conoscenza, o stato convulsivo, somministrare GLUCOGONE. Nome commerciale del farmaco: GLUCAGEN HYPOKIT fiale 1mg - inserire la siringa preriempita nel flaconcino con il liofilizzato, iniettare il diluente e scuotere - aspirare ½ fiala ( = 0,5 mg = 0,5 ml per bambini < 10 anni o < 25 kg) 1 fiala (= 1 mg = 1ml per bambini > 10 anni o > 25 kg) - iniettare intramuscolo lentamente (nel deltoide o nella coscia) e massaggiare delicatamente la zona Il bambino non va mai lasciato solo, vanno invece allontanati i compagni di classe. Nel frattempo un’altra insegnante provvederà a chiamare il 118 e chiamare i genitori. Luogo di conservazione del farmaco: Se tenuto in frigorifero (4° - 8°) la durata è di 3 anni dalla data di preparazione. Se tenuto a temperatura ambiente, lontano da fonti di calore e luce solare, la durata del Glucagone si riduce a 18 mesi dalla data di preparazione. AULSS 12 VENEZIANA - Distretto 1 Pediatria di Comunità LINEE GUIDA PER IL TRATTAMENTO DELLE CRISI CONVULSIVE La convulsione è un disturbo parossistico della funzione cerebrale che può presentarsi con alterazione o perdita della coscienza, alterazione dell’attività motoria, disturbi sensoriali o disfunzioni del sistema nervoso autonomo. Possono essere associate ad una temperatura che sale repentinamente (convulsioni febbrili) o ad una patologia neurologica (convulsione non febbrile). Di qualunque natura sia la causa della convulsione, l’attacco convulsivo è solitamente generalizzato: il bambino si irrigidisce, con gli arti superiori e inferiori estesi o flessi; solitamente c’è anche una fase clonica, cioè di contrazioni ritmiche degli arti. Gli occhi sono rovesciati all’indietro o fissi. Il bambino perde coscienza, non risponde agli stimoli. La durata della convulsione varia da pochi secondi a qualche minuto. Segue una fase di sonnolenza. Per quanto riguarda le convulsioni febbrili esiste una predisposizione familiare e circa un terzo dei bambini che hanno avuto un episodio di convulsioni ne hanno un secondo. L’età di insorgenza va da 6 mesi ai 6 anni. Le convulsioni febbrili comunque sono rare prima dei 9 mesi e dopo i 5 anni. IL FARMACO PER IL TRATTAMENTO DELLA CRISI CONVULSIVA E ' IL MICROPAM, DA 5 o 10 MILLIGRAMMI (come prescritto dal medico curante). IL FARMACO VA CONSERVATO IN UN LUOGO NOTO ED ACCESSIBILE A TUTTO IL PERSONALE, non ai bambini (ARMADIETTO, NON SOPRA TERMOSIFONI O AL SOLE). GESTIONE DELLA CRISI CONVULSIVA: 1) La persona che si accorge della crisi convulsiva allerta i colleghi e/o il personale ausiliario.Se si riesce è meglio posizionare il bambino/ragazzo sul fianco (per evitare che ci possa essere una inalazione di cibo vomitato). La cosa importante è che il bambino sia messo in sicurezza e cioè che durante la crisi non urti contro qualche ostacolo. Il bambino/ragazzo non va lasciandolo mai solo. 2) Vanno allontanati gli altri bambini/alunni, tranquillizzandoli. 3) Una persona prende il microclistere (MICROPAM). Dopo avere evidenziato lo sfintere anale, si introduce la cannula per la sua intera lunghezza nell'ano e retto. Meglio se l'ampolla è posizionata più in alto rispetto al beccuccio. Si schiaccia tutta l'ampolla per svuotare il farmaco nel retto. Tenere sempre schiacciata l'ampolla e ritirare il microclisma. Stringere i glutei del bambino per qualche minuto, per evitare la fuoriuscita del farmaco. In pochi minuti solitamente la crisi si risolve, anche spontaneamente. 4) Nel frattempo un insegnante, educatrice/tore o ausiliario/a telefona al Suem 118 per riferire ed ascoltare i consigli in merito e in seguito telefona ai genitori (annotare i numeri telefonici dei genitori nella scheda personalizzata di intervento). AULSS 12 VENEZIANA – Distretto 1 Pediatria di Comunità LINEE GUIDA PER UN INTERVENTO CON FARMACO SALVAVITA IN CASO DI SHOCK ANAFILATTICO Lo shock anafilattico è una sindrome clinica, causata da esposizione ad allergeni diversi, in soggetti precedentemente sensibilizzati alla stessa sostanza. Si verifica una liberazione massiva di mediatori chimici vasoattivi, che provocano un’aumento della permeabilità dei capillari sanguigni con una insufficienza circolatoria acuta. SINTOMI : (cioè manifestazioni di una ANAFILASSI) - Formicolio alla bocca e sensazione di lingua grossa Arrossamento cutaneo (eritema, edema, prurito), congestione al volto Prurito e orticaria Labbra ingrossate (“a tapiro”) Colorito bluastro delle labbra e del letto ungueale Raucedine, stridore laringeo, difficoltà a deglutire, mancanza d’aria Ansia, debolezza, vomito Senso di oppressione alla gola Crampi addominali Ipotensione e collasso Ovviamente non compariranno tutti i sintomi suddetti, ma alcuni di quelli su scritti devono mettere in allarme ed attivare le MODALITA' DI SOCCORSO come concordato 1) Una insegnante rimane con il bambino, allerta le colleghe, tranquillizza il bambino e non lo lascia mai solo. 2) Gli altri bambini vanno allontanati e tranquillizzati. 3) Una seconda insegnante va a prendere l’ ADRENALINA FASTJEKT, conservata in un luogo noto ed accessibile a tutti (insegnanti e ausiliari) 4) Una persona (insegnante/ausiliario) chiama il Suem 118 (per eventuali consigli o per intervento se lo shock anafilattico appare importante) e i genitori (tenere i numeri di telefono a portata!) 5) Se i sintomi sono chiari ( ad esempio l'ansia, la difficoltà di respiro, la raucedine, il formicolio in bocca, ecc.) procedere alla iniezione dell'Adrenalina Fastjekt, come dimostrato praticamente e come risulta dai moduli allegati.