FORUM NAZIONALE CONTRO LA MAFIA
VIII EDIZIONE
POLO DELLE SCIENZE SOCIALI
NOVOLI
e
FACOLTÀ DI LETTERE E FILOSOFIA
P.ZA BRUNELLESCHI
23-25 OTTOBRE 2012
Il Forum Nazionale contro la mafia giunge
quest’anno alla sua ottava edizione e costituisce
una delle tante attività proposte dagli Studenti
di Sinistra, il collettivo di Ateneo, in
collaborazione con l'Associazione tra i familiari
delle vittime della Strage di Via de'Georgofili.
Perché il FORUM NAZIONALE CONTRO LA MAFIA?
In un periodo di profonda crisi sistemica e quindi di sottrazione di diritti,
socialità, beni comuni che via via si acuisce sempre più velocemente tanto che
nell'immediato non ce ne accorgiamo, può sembrare non poco naïve parlare di
mafie, di mafiosi/e e di lotta antimafia. E invece non abbiamo deciso di trascurare
queste tematiche: la lotta per un mondo "più umano, più giusto, più libero e lieto" va
intrapresa a 360 gradi e affrontata ad ogni livello. La lotta antimafia fa parte di
questa lotta più grande, che la contiene.
Limitarsi agli aspetti più squisitamente economici, per quanto essi possano essere la
struttura portante del sistema, vuol dire fare un grosso errore di riduzionismo e
falsare la propria azione di lotta.
Trascurare parimenti l'economia e prendere singolarmente altre criticità, per quanto il
mondo sia afflitto da troppi mali e affanni, vuol dire non inquadrare la questione e
conseguentemente precludersi ogni prospettiva rivoluzionaria, di
cambiamento e trasformazione.
Perché un FORUM?
Avremmo potuto imbastire una serie di conferenze autoreferenziali, fini a sé stesse,
che ci avrebbero fatto sentire la coscienza a posto ma difficilmente avrebbero portato
a un reale avanzamento nella lotta antimafia.
Ciò che anima i lavori di preparazione del Forum è la volontà di realizzare uno scambio
di opinioni fra pari, informato e consapevole, in un luogo nel quale far partecipare
tutti ad un dibattito aperto e costruttivo, facendo convergere le diverse prospettive
di analisi del tema.
Forum Nazionale contro la Mafia VIII edizione – 23, 24 e 25 ottobre 2012
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Siamo consapevoli di quanto sia difficile contare gli aspetti in cui si sviluppa il
fenomeno mafioso. Perciò, senza dover rinunciare ad un approccio critico, il nostro
sforzo è quello di ampliare l’analisi, stimolare l’informazione e la sensibilizzazione delle
coscienze ad aspetti trascurati o semplicemente non immediati, ma non per questo
meno gravi ed importanti, giungendo così ad una circolazione delle idee, secondo noi,
salutare per questo Paese.
Perché un forum fatto da STUDENTI?
In un momento storico come quello attuale di uno scollamento deleterio fra società
e politica, società e giustizia, etc., a nostro avviso dovrebbe essere anche compito
dell’Università, in quanto centro di formazione, raccogliere le istanze della società.
Diventa quindi importante riscoprire il senso profondo di termini come "politica",
"valore civile", "impegno sociale", "giustizia", senza dimenticare che ciò può avvenire
solo attraverso l’educazione e l'informazione.
Crediamo che per studiare, capire e combattere il fenomeno della criminalità
organizzata occorra anzitutto rendere conscia la sensibilità collettiva del suo
radicamento, della moltitudine delle forme con le quali si manifesta e,
soprattutto, si insinua nelle realtà locali, più vicine alla gente, grazie alle quali riesce
ad assumere quella portata nazionale e, ormai, internazionale, che la
contraddistingue. È necessario ricercare una soluzione Politica condivisa, intesa nel suo significato più ampio - come agire di quanti partecipano al governo della
vita pubblica.
Ci rivolgiamo prima di tutto ai cittadini, prima ancora che agli uomini politici, ai
magistrati, ai giornalisti; altrimenti le indagini, gli arresti, le condanne e il loro lavoro
continueranno ad essere solo un tardivo e insufficiente palliativo che, seppure in
grado di alleviare il dolore, non sarà mai in grado di risanare una profonda
ferita.
Perché DI SINISTRA?
Lungi dal cercare in questa sede una definizione puntuale di "SINISTRA", sappiamo con
certezza che essere, sentirsi e "praticarsi" di sinistra richiede necessariamente
l'impegno nella lotta contro la mafia, sia questa mafia contro il potere, sia essa collusa
con il potere (o l'inverso), sia essa stessa il potere o un aspetto in cui si articola il
potere.
Chi non si impegna nell'antimafia non è di sinistra, è altro. Questo però non è
un postulato, di cui non ci sia evidenza né sia fornita dimostrazione; questo è un
teorema partendo dai princìpi che sono propri e tutti insieme (nessuno escluso) della
SINISTRA.
Questi princìpi sono:
- la libertà non solo potenziale, ma effettiva;
- l'uguaglianza non solo di diritto, ma di fatto;
- la fratellanza non solo a parole, ma concreta;
- la giustizia non solo nei tribunali, ma nella società.
Essi trovano la propria antitesi nella mafia, che
- nega i diritti e opprime le genti;
- amplifica le stratificazioni sociali, salvaguarda la sperequazione;
- favorisce lo sfruttamento, distingue gli "amici" dal resto e mai "dà una mano" in
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modo disinteressato;
- segue al suo interno un codice d'onore (l'unica "giustizia" ammessa) improntato alla
gerarchia e al cameratismo; per l'esterno, non esiste giustizia né umanità che
tenga.
Perché NAZIONALE?
Il fenomeno mafioso come lo conosciamo oggi trova le sue fondamenta nello stato di
totale abbandono delle istituzioni, di elemosina e di colonialismo in cui è
(stato) tenuto il Meridione. La mafia degli ultimi 150 anni è il risultato di quella
violenza, di quella espropriazioni, di quella sudditanza politica, economica e
via via perfino psicologica, culturale, di educazione alla minorità, che i futuri
"fratelli" del Nord hanno riservato ai futuri "fratelli" del Sud.
Al Sud è sempre più difficile rubare qualcosa: non perché sia difficile l'atto stesso che
anzi è facilitato dal favore costruito negli anni, ma perché è rimasto poco o niente
da rubare rispetto a zone più facoltose d'Italia o del resto del mondo. Lo sanno i
mafiosi, lo sa la popolazione. Al Sud è mantenuto un ambiente a stretto giogo zoccolo duro di consensi - un habitat naturale per le future leve picciotte che
faranno carriera e un domani dovranno comandare.
Il problema è diventato quindi NAZIONALE e con estroflessioni internazionali sempre
più rilevanti.
Non possiamo accettare che questa Unificazione sia fatta al ribasso dei diritti
comunque faticosamente acquisiti da una parte dei lavoratori e dei cittadini. Non
possiamo accettare che la crisi del sistema economico giochi sulla pelle delle persone,
livellando i diritti all'asticella di chi non ce li ha!
La vera Unificazione si farà quando tutti potranno godere degli stessi diritti
indipendentemente dalla provenienza e dal posto in cui abitano, bisogna estendere
quei diritti perfino a chi non è lavoratore né cittadino, e solo allora si potrà
parlare di piena Unità, non altro che la fratellanza di cui scrivevamo prima.
Questo vuol dire che non possiamo sostituire un sistema di potere ad un altro,
che un approccio che rèleghi la mafia a un problema di sicurezza, di ordine pubblico,
di criminalità intrinseca di certe zone (sottacendo talvolta razzismo) troverebbe
nostra fiera opposizione. A quel punto, eliminata la mafia che sopiva ogni istanza
rivoluzionaria, si troverebbero i "briganti" del "brigantaggio" e tutte le Portelle della
Ginestra, che non hanno ancora chinato la testa e avevano già capito quali
fossero i problemi di allora e di adesso.
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