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 Michele Bovi
Note segrete. Eroi, spie e banditi della musica
italiana.
2017 Graphofeel
di Renzo Stefanel
Mafia, servizi segreti, brevetti militari: chi l’avrebbe mai detto c’entrassero qualcosa
con la musica? Per la verità, di qualcosetta si sapeva: tipo l’amicizia di Frank
Sinatra con diversi esponenti di Cosa Nostra. E difatti, visto che di Frank Sinatra si
sapeva già, in questo bel saggio di Michele Bovi vi si accenna solo. Non è un
peccato, visto che di sostanza ce n’è davvero tanta, tratta dalle diverse trasmissioni
tv che l’autore ha curato per la Rai negli anni, specie da “Segreti Pop”.
L’inizio è dedicato alla Mafia, che ha messo le mani sulla musica più volte,
partendo dal tentativo di estorsione praticato ai danni di Enrico Caruso nel 1903,
passando per il patrocinio esercitato su cantanti e musicisti italiani in tour negli Usa,
che partiva spesso da ammirazione per gli artisti, ma che poteva trasformarsi in un
abbraccio mortale, come accaduto a Rossano, cantante melodico calabrese che
probabilmente si è lasciato coinvolgere nel traffico di droga, pagando qualche
sgarro con la vita. Tante le storie sbalorditive. Per citarne qualcuna: il festival nel
New Jersey a supporto di due diversi politici appoggiati da due famiglie rivali; il
tentativo della Mafia di mettere le mani, professionalmente parlando, sui Rokes,
finito per lo scioglimento della band; l’incredibile epopea di Joe Adonis, efferato
criminale e al contempo appassionato manager e discografico, che, confinato in
Italia, lavorò con Dori Ghezzi e cercò di lanciare Mina negli States; il
coinvolgimento di Tony Renis, che cercava di avere una parte in “Il padrino” di
Francis Ford Coppola.
Si passa ai servizi segreti, particolarmente interessati agli ambienti ribelli di
rock’n’roll prima, beat poi e infine progressive. E qui troviamo un ex partigiano,
agente prima degli Inglesi, poi dei Servizi italiani, che segue da vicino la scena
milanese del rock’n’roll; gli intrecci tra Piper Club e ambienti nostalgici del fascismo;
la RCA italiana infiltrata da agenti CIA; un agente dei servizi segreti americani che
suona il rock ed è proprietario di una tipografia a Roma dove vengono stampate
riviste musicali, quotidiani arabi, il quotidiano della sinistra rivoluzionaria “Lotta
Continua” e periodici neofascisti; l’incredibile storia di Enrico Rovelli, anarchico del
circolo della Ghisolfa (quello di Valpreda e Pinelli, ingiustamente coinvolti nella
strage di piazza Fontana) e proprietario di locali storici del rock, che per non avere
problemi accetta di fare l’informatore della polizia; la preoccupazione dei servizi
Usa per la richiesta di soggiorno negli States di Lucio Battisti.
Con l’esile trait d’union dell’amicizia pericolosa di Franco Califano con Francis
Turatello, il volume si diffonde poi sul mondo delle orchestre da ballo italiane del
Secondo dopoguerra, uscendo forse dal seminato, ma rimanendo sempre
interessante. Ma questo capitolo serva poi da introduzione per quello finale
sull’epopea di Cinebox e Scopitone, due juke-box per filmati delle canzoni inventati
negli anni Sessanta e che non riuscirono a farsi spazio. Si trattava dello sviluppo
civile di un brevetto militare. Le aziende produttrici cercarono l’ultima spiaggia
dall’altra parte dell’Atlantico, ma finirono, inconsapevolmente, nelle mani della
mafia: tra diffidenza della discografia e indagini della polizia, tutto finì in una bolla di
sapone.
Bel libro, interessante, appassionante, elegante nella confezione, foriero di curiosità
e risvolti che non si leggono altrove. Consigliato.
Articolo del 23/02/2017 - ©2002 - 2017 Extra! Music Magazine - Tutti i diritti
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