1 SPETTACOLO TEATRALE LIBERAMENTE ISPIRATO ALLA NOVELLA “Hallo? Er det noen her?” DI JOSTEIN GAARDER “Forse ti stai chiedendo se ho davvero incontrato Mika, oppure se è stato semplicemente un sogno. Mi inchino fino a terra per questa domanda, perché me la sono posta anch’io tante volte. Sono arrivato alla conclusione che l’importante, in fondo, è che ci siamo incontrati. Quando due persone salgono ognuna dalla propria profonda valle e si incontrano in cima a una grande montagna, non ha importanza quale sia il nome della montagna o da dove vengano quelle persone. Quando siamo in cima abbiamo la sensazione di trovarci sul tetto del mondo. E la notte in cui venne al mondo il fratellino mi trovavo davvero sul tetto del mondo”. Jostein Gaarder Abbiamo molte volte affrontato il problema sul come abbinare in modo creativo e stimolante due elementi apparentemente distanti tra loro: il teatro e la scienza, cercando fonti d’’ispirazione che prediligessero in primis l’aspetto scientifico a quello letterario. Citando Galileo Galilei: “Dietro ogni problema c’è un’opportunità”, cocciutamente fedeli al dogma “la soluzione di un problema genera altri problemi” come una risposta ad una domanda genera altre domande, si è arrivati ad una conclusione, che tale non è ma crea mille nuovi quesiti da affrontare con rinnovato entusiasmo: quale fantastica fonte di idee e creatività può dare il via a problemi e soluzioni artistiche se non la scienza stessa? La ricerca necessita quel pizzico di fantasia, incoscienza e anticonformismo per aver ragione sulla ragione. In un certo senso ci vuole una buona predisposizione artistica nello scoprire, nel ricercare, nell’avventurarsi in territori inesplorati sia dal fisico che dalla mente. Basti pensare a come molti scienziati non rinunciassero alla loro vocazione all’arte affrontandola senza paura e consegnando così alla storia piccoli e indimenticabili gioielli. Due esempi su tutti, gli aforismi di Albert Einstein: “Due cose sono infinite: l’universo e la stupidità umana, ma riguardo l’universo ho ancora dei dubbi” e quelli di Isaac Newton: “Posso misurare il moto dei corpi, ma non l’umana follia”. Seguendo un basilare concetto che dice che il processo di una scoperta scientifica è, in effetti, un continuo conflitto di meraviglie, ci siamo soffermati su di una frase contenuta nel racconto “Hello? Is anybody there?” del norvegese Jostein Gaarder: "Non devi mai piegarti davanti a un risposta. Una risposta è il tratto di strada che ti sei lasciato alle spalle. Solo una domanda può puntare oltre”. Questa frase è stata la 2 molla che ci ha lanciato verso questa nuova avventura, perché nella domanda a cui si cerca la risposta, è contenuta l’origine della scienza, “chi si inchina si piega” come sostiene uno dei due personaggi principali di Gaarder ed è questo un pensiero trasgressivo, perché inchinarsi davanti a delle certezze non dà alcuna possibilità di sviluppo creativo nel pensiero umano. La certezza è il passato e l’incertezza è il futuro che va affrontato a viso aperto. Lo spettacolo teatrale si ispira ai due protagonisti del libro: Joakim e Mika, il primo è un bambino come ce ne sono molti, incuriosito dal mondo che lo circonda, attento a scoprire passo dopo passo la vita, il secondo è un bambino caduto dal cielo da qualche altro mondo lontano, un essere che porta con se un grimaldello per scardinare tutte le certezze del nostro modo di pensare, egli cade sulla terra a testa in giù e incontrando Joakim, pone da subito il dubbio che non è così facile stabilire chi dei due stia veramente nel verso giusto. Una gallina può sembrare un animale normale ma pensando che nell'universo ci sono migliaia e migliaia di miliardi di stelle e che solo intorno a qualcuna ruota un pianeta, dopo anni e anni e anni di viaggio si potrebbe, forse, raggiungere un pianeta abitato. Ma anche lì le probabilità di incontrare una gallina sarebbero scarsissime. Sarebbe molto più facile trovarvi un uovo, ma sarebbe molto improbabile che da quell'uovo uscisse un pulcino... Lo spettacolo quindi, come il racconto, affronta i grandi concetti scientifici e filosofici senza mai diventare né complicato né didascalico bensì facilmente apprezzabile per un pubblico di tutte le età, ma vuole parlare anche di diversità e lo fa sottovoce, senza proclami: ciò che ci sembra diverso per noi, lo è anche per l’altro che ci osserva e probabilmente pensa che i diversi siamo noi come nel caso di Joakim e Mika, ecco che il confronto di pensiero e di punti di vista crea ricchezza, lo scambio di opinioni arricchisce la nostra ricerca e la nostra curiosità purchè ognuno di noi sia un po’ come Joakim, aperto sul mondo, pronto a seguire i nuovi insegnamenti di Mika ed a inchinarsi ad ogni domanda arguta ed intelligente e mai ad una risposta per affrontare spavaldamente l’avventura del sapere. Ebbene la novella di Gaarder, a nostro parere coniuga perfettamente il sapere con l’avventura, un’avventura “fatta in casa” ma che viene da molto lontano per andare molto lontano. In fondo non è forse un’avventura il percorso dell’uomo verso la conoscenza? 3 Jostein Gaarder (Oslo 8 agosto 1952) è uno scrittore norvegese, ha raggiunto la fama internazionale con il romanzo filosofico “Il mondo di Sofia”. Gaarder ha studiato filosofia, teologia, e letteratura. È stato professore di filosofia per dieci anni prima di dedicarsi alla professione di scrittore. Vive a Oslo con la moglie e i due figli. Il suo primo libro è stato pubblicato nel 1986 , ma il successo internazionale è arrivato agli inizi degli anni ‘90 con il romanzo Il mondo di Sofia. L'opera, pubblicata in Norvegia nel 1991, è stata tradotta in una quarantina di lingue; in Italia è stata pubblicata nel 1994, ed ha vinto il Premio Bancarella nel 1995. Joakim scrive una lettera a sua nipote Camilla, di dodici anni, nella quale le parla di un incontro che è avvenuto quando aveva la sua stessa età e aspettava la nascita di un fratellino o di una sorellina. Questo incontro è iniziato quando il papà ha accompagnato la mamma in ospedale perché aveva le prime doglie e Joakim è rimasto a casa da solo. Tutto ad un tratto sente un rumore fuori. Allora esce di fretta a vedere che cosa fosse successo e trova tre strani ragazzini appesi a testa in giù, tutti e tre si chiamano Mika. Iniziano a discutere su chi stesse in basso e chi in alto, alla fine Joakim cerca di aiutare i tre Mika. Tutto d'un tratto suonano alla porta, i Mika si tappano le orecchie per il “forte” rumore provocato dal campanello. E’ la sua amica del cuore Helen. Nel frattempo Mika erano in cucina a spargere farina per tutta la stanza. Joakim furibondo li rimprovera, i Mika urlando e piangendo ribattono dicendo che nei sogni tutto è permesso ma Joakim rimane un po' perplesso per questa risposta. Essi non smettono e Joakim per calmarli tenta di tutto senza alcun successo. Disperato ormai prova a fargli il solletico che pare funzioni. Nel frattempo Helen risuona il campanello. Joakim nasconde i tre in camera sua e successivamente pulisce quello che può. Dopodiché va ad aprire all’amica che non aveva una faccia felice. Appena entra chiede al nipote cosa avesse fatto in cucina. Lui risponde che voleva fare le frittelle, “buona idea!” risponde Helen e si mette subito al lavoro per aiutare l’amico. Joakim ne approfitta per correre subito in camera a vedere cosa stessero facendo i bambini venuti dallo spazio e nati da un uovo. Li trova seduti sul letto intento a osservare i dinosauri di un libro. Allora Joakim si siede accanto ai tre e gli parla dei dinosauri e della storia dell'evoluzione. Ad un tratto 4 si apre la porta della camera ed appare Helen che scopre tutto. Helen fugge in giardino rincorsa da Joakim in giardino. Gli extraterrestri si portano con sé la lente di ingrandimento e tutti insieme si dirigono verso la scogliera in riva al mare. Joakim per calmare l’amica decide di fare un giro in barca. Lì parlano delle diversità e delle uguaglianze che avevano tra di loro, i Mika con un una macchina spaziale creano degli ologrammi con le immagini dei più importanti scienziati della storia della terra che spiegano alcune teorie sull’evoluzione. Ritornati a casa, Joakim prende le frittelle e le porta in giardino pe fare la merenda e trova Helen e i tre mika oramai amici nel pollaio a osservare un uovo. Allora l'extraterrestre gli spiega l'evoluzione che è avvenuta nel suo pianeta Eljo. Joakim è stanco per questa giornata movimentata e si addormenta al racconto dei tre, ma al suo risveglio non trova più nessuno. Che sia stato tutto un sogno? Ma egli non ha tempo di pensare perché la mamma gli dà una buona notizia: sta aspettando un bambino: il fratellino tanto desiderato da Joakim. Joakim e Mika parlando, si raccontano e si interrogano sulle proprie origini, finendo, quasi inavvertitamente, col porsi i grandi interrogativi che riguardano la vita e il suo significato. Con straordinaria semplicità e senza diventare didascalico, l'autore del Mondo di Sofia racconta la nascita della vita, l'evoluzione della specie, la concezione del tempo e dello spazio, l'esistenza di un dio creatore, la relatività della conoscenza, la ricchezza della diversità, il valore dell'amicizia. Ma soprattutto consegna un messaggio fondamentale: bisogna sempre stupirsi, non dare niente per scontato e saper guardare il mondo senza pregiudizi, con occhi sempre nuovi. Con Joakim, sarà possibile imparare dal piccolo Mika l'usanza degli abitanti del pianeta Elio di inchinarsi a una domanda profonda, ma mai ad una risposta. Lo spettacolo, oltre a rispettare queste caratteristiche e queste direttive per una drammaturgia parallela alla linea letteraria data all’opera da Gaarder, deve essere comunque reso visivamente interessante con innesti e soluzioni registiche di impatto sul pubblico e sui ragazzi. Si è pensato di lavorare su due direzioni: la prima è quella di valorizzare i tre personaggi che rappresentano gli extraterrestri creando tre caratteri uniti tra loro da un pizzico di surreale, sia nella scelta dei costumi che dei comportamenti. Agiranno come se fossero un’entità sola, non a caso si chiameranno tutti con lo stesso nome, compiendo azioni spettacolari che prevedono l’utilizzo del linguaggio corporeo che non 5 sarà subordinato al testo ma avrà una posizione rilevante nell’economia dello spettacolo, anche con soluzioni di pura tecnica seppure divertente da realizzare in laboratorio come il mimo e la body percussion: pratica curiosa ed interessante, una forma musicale di tipo ritmico che fa uso del corpo del musicista come di uno strumento e che viene impiegata in campo educativo per avvicinare i bambini al mondo del ritmo, ma ha tutte le caratteristiche per essere considerata arte. La seconda idea è quella di introdurre all’interno dello spettacolo alcuni interventi mirati utilizzando la videoproiezione. Adoperando la manualità per creare piccole scenografie da utilizzare nei filmati, si creeranno piccole storie e personaggi in video che interagiranno con i ragazzi-attori in scena. Così l’astronave che trasporta i tre Mika sulla terra verrà realizzata in animazione e costruita con elementi ed oggetti di uso comune e materiali da riciclo e gli scienziati verranno rappresentati attraverso un filmato, permettendo così ai ragazzi di interpretare due ruoli anche contemporaneamente, questo contribuirà a creare movimento sia in scena che fuori e darà agli allievi la possibilità di sperimentare come un gioco divertente e stimolante nuove tecniche di comunicazione e come usare una telecamera, come comporre un set e quali potenzialità può avere un media come il cinema quando viene usato con fantasia. Le frasi evidenziate durante la lettura del libro: Quando due persone si incontrano e una sta a testa in giù non è così semplice stabilire chi dei due sta nel verso giusto (pag 20) Una risposta non merita mai un inchino: per quanto intelligente e giusta ci possa sembrare, non dobbiamo mai inchinarci a una risposta. Chi si inchina si piega. [...] Non devi mai piegarti davanti a una risposta. [...] Una risposta è il tratto di strada che ti sei lasciato alle spalle. Solo una domanda può puntare oltre. PAG 25 Gli uomini hanno impiegato migliaia e migliaia di anni per dare un nome a tutte le piante e a tutti gli animali della Terra, e ancora non hanno finito. È per questo che la durata di una sola vita umana non è sufficiente per imparare tutto. 6 Ogni sole è una stella e ogni stella è un sole non tutte le stelle però hanno un pianeta che ruota intorno a loro e in questo caso non c’è nessuno che possa chiamarle sole –pa 26 Il fratellino non c'era mai stato prima; non aveva mai visto né il sole né le stelle, né gli animali né i fiori nei campi. E quindi non conosceva nemmeno le parole con cui chiamarli. Più la notte è nera, più soli riusciamo a vedere nel cielo. Finché è giorno riusciamo a vedere soltanto il nostro. PAG 27 Su questo pianeta non è permesso sprecare il cibo…..Tanto è tutto un sogno e nei sogni tutto è permesso pag 34 Nulla al mondo è normale. Tutto ciò che esiste è un frammento del grande enigma. Anche tu lo sei: noi siamo l'enigma che nessuno risolve. Tanti auguri, fratello! Un mondo intero ti attende! Chi sogna, e chi viene sognato, non sono svegli alla stessa misurain questa casa ci inchiniamo sempre quando qualcuno rivolge una domanda arguta pag 36 Noi li chiamiamo segni quando si uniscono diventano parole. l’arte di capire che cosa significano una volta che sono uniti si chiama leggere pag 39 Dinosauri e mammiferi… vedi pag 40 Il mare sguazza da solo -pag 45 Spiegai a Mika che la lente d’ingrandimento fa convergere i raggi del sole in un punto chiamato fuoco, aggiunsi che tenedolo sotto una lente si riesce persino a far bruciare un pezzo di carta pag 46 C’è acqua sul tuo pianeta?pag 52 Sapevo che molti animali erano in grado di imparare, ma non ero certo che un gatto non poteva pensare di essere un gatto che abitava su un pianeta che orbitava intorno ad una stella pag 57 Idee per il titolo dello spettacolo: C’è quanlcuno lassù? C’è qualcuno là fuori? La Scienza ti prende con la lenza Planet….Mika Chi c’è? Caduto dal basso! 7