BRASILE - congiuntura e prospettive dell`economia 1. Introduzione

Instituto Italiano
para o Comércio Exterior
Departamento para a Promoção
De Intercâmbios da Embaixada da Itália
BRASILE - congiuntura e prospettive dell’economia
1. Introduzione e sintesi
Dopo la severa contrazione del prodotto nell’ultimo trimestre del 2008 (-3,6 per cento
rispetto al periodo precedente) è atteso un risultato negativo anche per il primo del 2009. Il
Brasile avrebbe dunque attraversato una fase di recessione tecnica, definita come un periodo di
due trimestri consecutivi di crescita negativa. Recentemente, tuttavia, l’economia ha fornito
indicazioni di ripresa e le condizioni sono migliorate marcatamente anche nei mercati finanziari.
Il governo ha intensificato le misure anticliche e la banca centrale ha continuato la fase di
allentamento delle condizioni monetarie. I dubbi maggiori in relazione alla velocità di ripresa
dell’economia vengono dalla dinamica negativa della domanda per investimenti, che ha risentito
in maniera particolarmente intensa della crisi internazionale. La presente nota analizza i
miglioramenti congiunturali per quanto concerne l’economia reale e i mercati finanziari, rende
conto delle più recenti misure di politica economica e discute le prospettive dell’economia.
2. La congiuntura reale
Per quanto concerne la congiuntura reale in Brasile si segnalano miglioramenti in alcuni
dei principali indicatori, che potrebbero segnalare l’inizio della ripresa dell’economia rispetto alla
fase più acuta della crisi. In particolare:
•
dopo il minimo registrato a dicembre la produzione industriale è tornata a crescere
moderatamente (cfr. Figura 1). Va sottolineato che gli attuali livelli rimangono
ampiamente al di sotto di quelli registrati fino a novembre. La produzione industriale si è
ridotta del 7,9 per cento nella media del primo trimestre del 2009 rispetto al trimestre
precedente (da -9,6 per cento nel quarto trimestre del 2008). La diminuzione più marcata
si è registrata nella produzione di beni di capitale (-19,3 per cento, da -9,4 nel quarto
trimestre 2008);
•
il saldo della bilancia commerciale sui dodici mesi, dopo aver registrato il minimo a
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gennaio (23 miliardi di dollari), è aumentato raggiungendo i 27 miliardi ad aprile (cfr.
Figura 2). Va tuttavia osservato che ciò riflette la dinamica di contrazione delle
importazioni, più sostenuta rispetto a quella delle esportazioni. Nei primi quattro mesi del
2009 le esportazioni si sono ridotte, infatti, del 21,3 per cento rispetto allo stesso periodo
dell’anno scorso mentre le importazioni si sono contratte del 31,2 per cento. In
controtendenza appaiono i dati concernenti il commercio con la Cina. Nei primi quattro
mesi dell’anno le esportazioni verso quel paese sono aumentate del 64,7 per cento
rispetto allo stesso periodo del 2008, grazie sopratutto alla dinamica delle esportazioni di
commodities (+86,3 per cento). In base a questi dati la Cina rappresenterebbe ora il
(1)
secondo mercato di sbocco per il Brasile ;
•
le ragioni di scambio, che si erano evolute negativamente a partire dall’estate scorsa,
sono migliorate nel corso del primo trimestre dell’anno in ragione dell’aumento dei prezzi
delle esportazioni di beni primari (cfr. Figura 3);
•
l’inflazione sui dodici mesi, misurata dalle variazioni dell’indice dei prezzi al consumo,
ha rallentato passando dal 6,4 per cento in novembre al 5,5 per cento in aprile (cfr.
Figura 4). A maggio le aspettative di consenso per il 2009 erano pari al 4 per cento, al
di sotto dell’obiettivo della Banca centrale e all’interno dell’intervallo di variazione (4,5 per
cento ± 2 punti).
•
il mercato del lavoro, pur continuando ad essere debole, sembra essersi assestato. Il
tasso di disoccupazione, che era aumentato tra dicembre e marzo dal 6,8 al 9 per cento,
ad aprile è leggermente diminuito all’8,9 per cento (cfr. Figura 5). L’aumento dei salari
nominali sui dodici mesi, pur essendo sceso al 9,6 per cento a marzo (dal picco di +14
per cento ad agosto), registra oggi un tasso di crescita simile a quello di un anno fa (9,7
per cento);
•
la fiducia dei consumatori e delle imprese è in aumento dopo i minimi toccati nel
dicembre dello scorso anno. (cfr. Figura 6) Le vendite al dettaglio (destagionalizzate),
dopo essere diminuite dell’1 per cento nel corso dell’ultimo trimestre del 2008, hanno
recuperato nel primo trimestre del 2009 (+2,2 per cento).
1
Nel corso dei primi quattro mesi dell’anno la Cina ha rappresentato il 12,9 per cento del totale
delle esportazioni brasiliane il contro 23,1 per cento dell’Unione Europea. L’Italia presa
singolarmente rappresenta il 2,5 per cento dei beni e servizi esportati dal Brasile.
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3. I mercati finanziari e del credito
Nel corso del primo trimestre del 2009 si sono registrati segnali di crescente distensione
anche nei mercati finanziari. In particolare:
•
dopo aver perso circa il 50 per cento tra maggio e dicembre dello scorso anno, l’indice
azionario della borsa di San Paolo ha registrato un significativo recupero da gennaio
(oltre il 30 per cento). Nonostante i recenti guadagni, particolarmente significativi a partire
da marzo, l’indice BOVESPA segna ancora un livello inferiore di quasi il 30 per cento
rispetto al picco dello scorso anno. La quotazione del real brasiliano ha seguito un
andamento analogo a quello dell’indice di borsa. La valuta brasiliana si era deprezzata
nei confronti del dollaro statunitense di circa il 50 per cento tra l’estate e la fine dello
scorso anno, passando da 1,57 a 2,40 R$/$. A partire da inizio anno, e soprattutto da
marzo, il real si è apprezzato di oltre il 13 per cento. (cfr. Figura 7) Recentemente la
banca centrale è intervenuta sul mercato a vista per indebolire il real e ha chiuso alcune
posizioni corte di derivati (contratti swap e futures) in dollari. Nelle prime due settimane di
maggio, le riserve ufficiali sono passate da 190,5 a 192,5 miliardi;
•
dall’inizio del 2009 i deflussi di capitale internazionale si sono arrestati. I dati di bilancia
dei pagamenti indicano che il conto finanziario è passato da un deficit di oltre 25 miliardi
di dollari nell’ultimo trimestre del 2008 ad un surplus di poco più di 3 miliardi nel primo del
2009. A marzo sono stati particolarmente significativi gli afflussi di capitale in borsa (oltre
850 milioni di dollari). È ripresa anche l’attività di emissione sui mercati obbligazionari
internazionali da parte di emittenti privati e pubblici. In aprile importanti imprese private
(Obdebrecht, Telemar e JBS) hanno emesso titoli obbligazionari in valuta per oltre 1,5
miliardi di dollari. Il governo federale ha emesso un titolo sovrano in dollari in due
successive tranche: la prima il 15 gennaio per un ammontare di poco superiore a 1
miliardo e uno spread di 370 punti base, la seconda il 14 maggio per un ammontare di
750 milioni e uno spread di 252 punti base;
•
il credito bancario continua ad aumentare, seppur a tassi di crescita decrescenti. A
marzo lo stock era pari al 42,5 per cento, rispetto al 38,7 di settembre. Lo spread medio
sulle operazioni bancarie è diminuito rispetto al massimo registrato a dicembre (cfr.
Figura 8).
•
Il differenziale di rendimento sulle obbligazioni sovrane, misurato dall’indice EMBI
Global di JPMorgan, è diminuito significativamente rispetto al massimo (700 punti base)
registrato durante le fasi più intense della crisi. Oggi si assesta su un livello intorno ai 300
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punti base, comunque superiore a quello registrato prima della crisi. (cfr. Figura 9)
4. Recenti interventi di politica economica
Negli ultimi mesi le autorità di politica economica hanno reso ulteriormente espansive le
politiche di bilancio e la politica monetaria. A marzo il governo ha annunciato l’intenzione di
fornire sussidi all’edilizia per 34 miliardi di reais (oltre 12 miliardi di euro). Il piano (“Minha casa,
minha vida”) dovrebbe aiutare a costruire un milione circa di abitazioni per famiglie a basso
(2)
reddito . Nello stesso mese il Consiglio monetario nazionale (CMN) ha approvato un insieme di
misure volte a stimolare il credito bancario.
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Dal lato del funding, si segnala una misura che
consente agli intermediari creditizi di emettere certificati di deposito garantiti dal fondo di
garanzia dei crediti (Fundo Garantidor de Créditos) fino a 20 milioni di reais (7 milioni di euro),
un ammontare assai più elevato rispetto alla copertura garantita sui depositi bancari (60 mila
reais, poco più di 20 mila euro). L’obiettivo è di iniettare fino a 50 miliardi di reais (18 miliardi di
euro) nell’economia venendo incontro alle esigenze di liquidità delle banche di piccole e medie
dimensioni, particolarmente colpite durante la crisi. Contemporaneamente il CMN ha cercato di
stimolare l’offerta di credito aumentato i limiti di finanziamento dei mutui residenziali e dei
prestiti alle piccole e medie imprese erogati dalle banche pubbliche. Altre misure concernono il
rinnovo delle aliquote agevolate di alcune imposte indirette (IPI – imposto sobre produtos
industrializados) sulla vendita di autoveicoli e l’estensione della stessa agevolazione anche ad
altre linee di prodotti, tra cui gli elettrodomestici.
Secondo stime del Fondo Monetario Internazionale, le misure discrezionali del governo
brasiliano sarebbero pari allo 0,6 per cento del PIL nel 2009 e dello 0,8 per cento nel 2010. Tale
dato è inferiore a quanto fatto dai paesi del G20 nel loro complesso negli stessi anni (2 e 1,5
per cento rispettivamente). Nei primi quattro mesi dell’anno le entrate federali sono diminuite in
termini reali di oltre il 7 per cento rispetto allo stesso periodo del 2009. Il governo ha dovuto
rivedere l’obiettivo di surplus primario di bilancio per il 2009, portandolo al 2,5 per cento del PIL
dal precedente 3,8 per cento.
Anche la politica monetaria ha continuato ad essere accomodante. Nella riunione del 29
aprile u.s. il Banco Central do Brasil ha proseguito la fase di allentamento delle condizioni
2
Uno studio della Fundação Getulio Vargas di San Paolo stima che il piano potrebbe portare ad un aumento del PIL
dello 0,7 per cento su un anno. Tuttavia, a causa di ritardi legati a problemi burocratici, si stima che il piano possa
dispiegare i propri effetti solo a partire dagli ultimi mesi del 2009.
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Il Consiglio monetário nazionale è il massimo organo di Vigilanza del sistema finanziario nazionale ed è composto dal
presidente del Banco Central do Brasil e dai ministri dell’Economia e della Pianificazione.
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monetarie, tagliando il tasso obiettivo (tasso SELIC) di 100 punti base (p.b.) e portandolo al
10,25 per cento. Dallo scorso gennaio la banca ha abbassato i tassi complessivamente di 350
punti base in tre successive sedute. Nelle minute della riunione il comitato di politica monetaria
della banca (COPOM) ha segnalato che, in presenza di aspettative di inflazione ben ancorate e
in ragione del permanere di un ampio output gap, la fase di allentamento dovrebbe proseguire
nella seconda metà dell’anno.
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5. Prospettive per il 2009
Il Brasile potrebbe uscire in maniera relativamente rapida dalla crisi grazie ad una serie di
fattori positivi che testimoniano i progressi compiuti negli ultimi anni: a) in primo luogo i recenti
avvenimenti legati alla crisi finanziaria internazionale hanno messo in evidenza che il sistema
bancario è sano, grazie anche alla elevata regolamentazione che ha consentito al sistema di
limitare le perdite; b) la situazione dei conti pubblici è molto più solida rispetto al passato e dieci
anni di surplus primari hanno consentito di ridurre il livello del debito pubblico in maniera
considerevole, riducendone significativamente anche la componente denominata in dollari; c) la
posizione esterna è molto migliorata e la banca centrale, che aveva accumulato prima della crisi
un considerevole ammontare di riserve ufficiali, le ha utilizzate in maniera oculata per garantire
il credito in valuta al settore produttivo; d) la credibilità della banca centrale, ottenuta attraverso
il sistema di inflation targeting, ha consentito di controllare l’inflazione e soprattutto di ancorare
le aspettative. È su queste premesse che sia il governo sia la banca centrale hanno potuto
attuare le politiche anticicliche parzialmente descritte in questa nota.
Al di là di questa premessa, condivisa dalla maggioranza degli analisti, alcuni economisti
criticano aspramente le scelte del governo. Essi affermano che le recenti misure controcicliche
sono volte soprattutto a stimolare i consumi e si sommano alle già elevate e rigide spese
correnti del governo per i salari e stipendi del settore pubblico (14,1 per cento del PIL nel 2007)
e per le pensioni (7,1 per cento del PIL). Non sono previsti incentivi agli investimenti privati
mentre quelli pubblici, nonostante gli ambiziosi obiettivi del piano di infrastrutture denominato
PAC, rappresentano una quota inferiore all’1 per cento del prodotto. Attraverso analisi
econometriche gli stessi economisti mostrano che l’output gap è significativamente correlato
alla formazione di capitale fisso, ha una correlazione marginalmente significativa con la spesa
pubblica e mentre non è significativamente legato alla variazione del consumo delle famiglie.
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Secondo le stime della Fundação Getulio Vargas, l’utilizzo medio della capacità installata nell’industria è ancora pari
al 77 per cento, rispetto all’86,6 per cento dello scorso agosto.
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Essi concludono che la domanda per investimenti è la variabile più importante cui è legata la
velocità di ripresa dell’economia e che la domanda per consumi da sola non sarebbe capace di
sostenere un’accelerata ripresa dell’economia. Dato il contesto internazionale, ancora
caratterizzato da recessione, essi aggiungono che le prospettive per gli investimenti, e per
l’economia nel suo complesso, appaiono al momento molto incerte ed é difficile che la riduzione
dei tassi di interesse da sola possa risvegliare i cosiddetti “animal spirits” e spingere le imprese
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a investire.
L’economia brasiliana si dovrebbe riprendere già a partire dal terzo trimestre dell’anno,
ma per molti sarà una ripresa lenta. Il complesso degli analisti privati, intervistato dalla banca
centrale nella indagine FOCUS, stima che, nonostante la ripresa nella seconda metà dell’anno,
la crescita per il 2009 sarà in media leggermente negativa, pari a –0,53 per cento. Lo stesso
governo ha dovuto recentemente rivedere le proprie previsioni per l’anno in corso, che sono
gradualmente passate dal 4 per cento di gennaio anno all’1 per cento di maggio. Il risultato per
l’economia brasiliana è comunque positivo se analizzato in una prospettiva globale. Utilizzando
le più recenti stime del Fondo Monetario Internazionale, si vede che il dato di crescita del
Brasile per il 2009 (-1,3 per cento) è in linea con quanto previsto per l’economia globale nel suo
complesso ed é assai migliore di quello relativo alle economie avanzate (-3,8 per cento).
Infine, va sottolineato che anche le prospettive di più lungo termine sono legate alla
ripresa degli investimenti. In una recente analisi dell’economia brasiliana, l’OCSE avrebbe
rivisto al ribasso il tasso di crescita del prodotto potenziale in Brasile (al 4 per cento, dal 4,5) in
ragione della riduzione nell’accumulazione di capitale verificatasi a seguito della crisi
internazionale. Tale stima potrebbe essere ulteriormente rivista al ribasso, in assenza di un
segnale di ripresa del processo di accumulo di capitale.
5
In assenza di dati di contabilità nazionale aggiornati, gli stessi economisti hanno stimato la domanda per investimenti
in base all’andamento della produzione di beni di capitale, delle importazioni e delle esportazioni degli stessi beni di
capitale oltre alla produzione di materiale per la costruzione civile. I risultati mostrano che nel primo trimestre del
2009 la domanda per investimenti si sarebbe contratta di una percentuale compresa tra il 12 e il 18 per centro.
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