Che noia la poesia? Il grande fascino del mondo persiano Intervista a Daniil Trifonov cult Il mensile culturale RSI Settembre 2016 Che noia la poesia? Sandra Sain Produttrice Rete Due “È diffuso un luogo comune secondo cui la poesia sarebbe qualcosa di speciale, riservato agli addetti ai lavori, qualcosa di cui la maggioranza delle persone non può capire niente. (…) E questo proprio non è vero. Chi la pensa così è vittima di un abbaglio. Perché non si dà cervello al mondo in cui non ribolla una quantità di poesie.” Questo un passaggio dalle prime pagine di un divertente saggio di Hans Magnus Enzesberger e Alfonso Berardinelli, saggio divertente sin dal titolo: Che noia la poesia. Pronto soccorso per lettori stressati. Che la poesia non sia cosa per pochi siamo convinti anche noi di Rete Due. Non è però sempre facile frequentarla, avere il tempo di selezionare testi di valore nella gran messe di volumi pubblicati - e spesso difficili da reperire -, trovare il tempo e le giuste condizioni per goderne. Con il nuovo palinsesto, cominciato da poco, tra le varie nuove proposte trova spazio anche la poesia. All’interno di Tenera è la notte, in onda ogni giorno dalla mezzanotte circa, abbiamo infatti voluto dedicare uno spazio al lavoro di poeti e poetesse della Svizzera italiana. Saranno loro stessi a leggere e recitare per noi i propri versi, lasciando che le parole vengano incastonate in una cornice riverberante di musiche e suoni. Un piccolo progetto al quale teniamo molto e per il quale ringraziamo tutte le autrici e gli autori che di buon grado si sono prestati (venendo nei nostri studi, aprendoci le porte delle loro case, prestandosi ad incontri estemporanei) e che è stato curato con slancio, passione e grande competenza da Dubravko Pusek, nostro collega e poeta a sua volta. Delle tante altre proposte del Dipartimento Cultura per i prossimi mesi troverete un primo assaggio nelle prossime pagine ma questo numero della nostra rivista è un po’ speciale. Un grande amico di Rete Due ci ha infatti da poco lasciato e a lui, a Dimitri, alla sua leggerezza di clown e alla sua profondità e generosità di artista, vogliamo dedicare un omaggio, un pensiero, un ricordo affettuoso. E mi vengono alla mente le ultime righe, sagge, calde e senza rimpianti, del racconto dedicato all’amicizia da Goffredo Parise nei suoi Sillabari: “Poi smisero di ritrovarsi in quei luoghi, passarono anni restando sempre amici e lasciando che altri prendessero il loro posto”. SGUARDI 4 Il grande fascino del mondo persiano ONAIR 8 Alberto Giacometti. La visione e lo sguardo 18 Radiodrammi dal vivo con la regia di Ferrentino e i testi di Carlotto 20 Il Giardino di Albert TV si rinnova DUETTO 10 Tutta la musica che stavi aspettando 12 Londra: capitale di una Nazione in fuga dall’Europa e città faro per scrittori di tutto il mondo 14 Cultura Web 22 Intervista a Daniil Trifonov RENDEZ-VOUS 28 L’agenda di settembre NOTA BENE 30 Recensioni 16 La scomparsa di un grande amico di Rete Due 31 Proposte Club In copertina: il fronte della cartolina realizzata da Dimitri per Rete Due. Qui sopra il suo autoritratto che figurava sul retro - la storia di questo regalo e di questa iniziativa sulla pagina centrale a cura di Carlo Piccardi. ACCENTO Il grande fascino del mondo persiano Roberto Antonini Dal 19 al 25 settembre Rete Due propone una serie di programmi speciali consacrati al mondo persiano, in una declinazione che permette di toccare alcuni dei suoi aspetti più intriganti, ricchi e affascinanti: quelli storici, quelli culturali e sociali. Senza però dimenticare che quel mondo che fu per secoli un punto di riferimento per forza, conquiste, ricchezza intellettuale e culturale di un’area che si estendeva dall’Europa all’Asia orientale, è oggi rappresentato da un paese controverso per la sua politica e la sua impostazione ideologica e religiosa che spesso soffocano cultura, libertà e persone, a cominciare dalle donne. SGUARDI Rete Due / Settimana speciale Persia da lunedì 19 a venerdì 23 Laser alle ore 9.00 Blu come un’arancia alle ore 18.20 Geronimo da lunedì 19 a mercoledì 21 alle ore 11.35 Il giardino di Albert giovedì 22 alle ore 11.35 Moby Dick, sabato 24 alle ore 10.00 Voci dipinte domenica 25 alle ore 15.35 rsi.ch/retedue Lo shah Reza Palhavi e l’imperatrice Farah nel 1978. Il mondo persiano affascina e inquieta. Quando pensiamo all’Iran subito corrono nella mente le immagini di un oscurantismo islamista, intransigente e liberticida, con una ferrea segregazione di genere. Ma l’universo culturale e storico della Persia è vastissimo e straordinariamente ricco. Il passato di questo paese grande tre volte la Francia lo conosciamo soprattutto attraverso i greci (in particolare Erodoto) ai quali già dobbiamo il nome stesso di Persia (Persis). Fu lo shah Reza Palhavi, il padre dello shah rovesciato nella rivoluzione islamica del 1979, a rispolverare e a imporre il nome di Iran, derivazione di “Eranshahr” che significa “il paese degli ariani” e che già era il nome scelto dai primi re sassanidi nel III secolo d.C. per designare il loro regno. La radice del termine ariano (âryâ) rinvia al concetto di nobiltà (poi travisato a supporto delle teorie razziali ottocentesche del conte de Gobineau alle quali si ispirarono i nazisti). Ora evidentemente la nobiltà di cui vanno fieri i persiani non riguarda una presunta razza, ma una comunità linguistica e culturale che affonda le radici nella storia lontana. Quella che risale a Ciro il Grande e all’impero achemenide, di cui rimangono le splendide rovine di Persepoli, nel sud del paese, e che raggiunse il suo apice con Dario I, un impero che si estendeva dai Balcani all’Indo, paragonabile per dimensioni solo all’Impero Romano. La grandezza degli achemenidi non fu ovviamente solo di stampo militare: i conquistatori di Babilonia (e liberatori del popolo ebraico) ci hanno lasciato un enorme retaggio culturale e religioso. La Persia pre islamica fu la culla dello Zoroastrismo (o mazdismo) che fu la religione più diffusa di tutta l’Asia. Ancora oggi ai seguaci del Dio Ahura Mazda lo stato islamico concede la libertà di culto, mentre altre confessioni, come la religione Baha’ì, di matrice islamica ma a vocazione universalista, sono pesantemente represse dal regime degli ayatollah. La Persia islamica, nata dalle conquiste arabe, non ha comunque posto fine a una cultura millenaria. L’ha trasformata e la storia che nasce a partire del VII secolo è culturalmente ricca e affascinante. Basti pensare alla piazza reale di Isfahan - la celebre Naqsh-e-jahàn 5 4 Persepoli Un’immagine tratta dal film Una separazione Golfam Khayam Forough Farrokhzad - la seconda per grandezza al mondo e tra le prime in assoluto per splendore e alle due moschee vicine, alle torri dei venti di Yazd in pieno deserto che garantivano già nel medioevo aria fresca agli abitanti nelle estati torride, alla moschea Blu di Tabriz, senza pensare a tutto il retaggio che troviamo in paesi che furono conquistati o influenzati dalla Persia. Il patrimonio storico culturale non è solo quello attribuibile ad architetti, ceramisti, orafi, calligrafi. Quando parliamo di cultura iraniana dobbiamo fare i conti con la straordinaria forza della cultura immateriale, a cominciare dalla poesia. Forse in nessun paese al mondo come in Iran la poesia è ancor oggi così importante, viva, studiata, letta e recitata. La tradizione letteraria può contare su testi di rilevanza mondiale, come Le Mille e una notte, la cui prima versione (Hazar afsane) fu redatta nel X sec in persiano o la grande epopea del Libro dei re (Shah Nameh) del Dante Alighieri dei persiani, un vero e proprio gigante, conosciuto comunemente come Ferdowsi. Il francese Louis Langlais a proposito del Libro dei re scrisse alla fine del 700 che “nesSGUARDI sun europeo è mai riuscito ad avvicinarsi così alla sublime maestà di Omero”. Altri grandi nomi del medioevo sono sulla bocca di tutti in Iran e vengono celebrati alla stregua di eroi nazionali, a cominciare dal grande poeta di Balkh (oggi in Afghanistan) Rumi, filosofo e mistico sufi. Venerati e citati un po’ ovunque Hafez (XIV sec) e Sa’adi (XIII sec) dalla cui grande opera poetica conosciuta come Il roseto (Gulistan) hanno tratto ispirazione innumerevoli autori occidentali, tra cui Voltaire e Victor Hugo. La passione per la poesia non si è mai spenta e neanche l’intransigenza dei mullah sciiti è riuscita a soffocare l’amore per questa popolare forma letteraria che annovera tra i suoi più gradi interpreti moderni una donna, Forough Farrokhzad (morta 32enne nel 1967 in un incidente stradale), la cui opera fu messa al bando nei primi anni della rivoluzione khomeinista; una censura inutile che l’ha resa ancora più popolare. Contrariamente al mondo sunnita, quello sciita non ha posto troppi limiti alla rappresentazione figurativa, ha spesso inglobato senza traumi la tradizione dei grandi miniaturisti persiani e la produzione artistica attuale coglie spesso di sorpresa il visitatore straniero, per varietà e qualità. Non mancherà nella serie di programmi che consacriamo alla Persia, proprio la voce di alcuni artisti rinomati, come Farah Ossouli, che raccoglie per elaborarne un geniale sincretismo, sia la tradizione delle miniature medievali del grande pittore safavida Reza Abassi, sia gli insegnamenti di alcuni maestri della pittura rinascimentale e moderna europea. Anche il cinema ha certamente beneficiato di questo retaggio in cui l’immaginario collettivo si nutre di immagini, pur nei limiti imposti dalla morale religiosa e dalla censura del regime. Cineasti quali Jafar Panahi (Taxi Teheran, Orso d’oro a Berlino), Asghar Farhadi (Una separazione, Oscar del miglior film stranierio nel 2011) o Abbas Kiarostami (Il sapore della ciliegia, Palma d’oro a Cannes nel 1997) sono ormai delle celebrità internazionali. La forza del cinema iraniano non si riduce alla fiction (dove è più facile dribblare i limiti imposti dalla censura): come potremo sentire da due documentaristi (Khosrow Sinai e Mehrdad Oskonei), seppur difficile, il lavoro di chi vuole raccontare la realtà, spesso scomoda, non è impossibile. La settimana speciale ci presenterà anche dei musicisti, come Golfam Khayam, una chitarrista di grande talento che malgrado le innumerevoli difficoltà che può incontrare una giovane donna in Iran è appena riuscita a pubblicare (con una registrazione effettuata negli studi RSI a Lugano-Besso) un album distribuito dalla prestigiosa casa discografica ECM. Una settimana speciale dunque con una serie di 5 Laser consacrati a cultura e società, con dei Geronimo in cui parleremo di storia e filosofia persiane, con una striscia di Blu come un’arancia in cui risuoneranno le melodie della poesia persiana, una puntata di Voci Dipinte sull’arte persiana e con un Moby Dick in cui dibatteremo di quel conflitto lungo quasi 1400 anni che vede confrontati in un sanguinoso confronto persiani e arabi, sciiti e sunniti. 7 6 Rete Due / Colpo di scena da lunedì 29 agosto a venerdì 16 settembre alle ore 13.30 rsi.ch/colpo-di-scena Alberto Giacometti. La visione e lo sguardo Ogni giorno, ogni minuto, parla, mormora e borbotta: ha bisogno di parole, ha bisogno del soffio della lingua per acuire la sua fame cannibalica, per mordere la realtà vivente, per scoprirsi e mettersi in gioco, mettersi a nudo, divorare la sua preda, e continuare il viaggio. Per rendere acusticamente la complessità dell’artista e il lungo periodo che la storia abbraccia si è deciso di affidare a tre interpreti la parte di Alberto Giacometti: Dario Sansalone, Luca Sandri e Ruggero Cara diretti da Igor Horvat. Con loro numerosi altri attori che danno voce ai molti artisti famosi che Giacometti ha frequentato nel fervido contesto della Parigi del ’900: da Picasso a Dalì, da Sartre a Cocteau, da Beckett a Genet. Carla Fioravanti autrice La voce narrante di Alberto Giacometti segue il flusso ininterrotto del suo discorso d’artista con interlocutori reali ed immaginari; il fuoco tambureggiante delle sue parole traccia il percorso dell’avventura creativa dall’infanzia all’età matura, come se l’artista parlasse attraverso il riflesso della sua immagine, dove il volto è un tracciato di infiniti segni che si sovrappongono nel tempo, fino a confonderne l’identità, fino a mescolarsi con gli sguardi e le forme presenti nelle sue opere. In alcune circostanze, è attraverso il buio che la sua voce potrebbe trasparire, nell’assenza di luce, proveniente da uno spazio segreto, uno degli spazi segreti che amava indagare fin da bambino, nella ricerca di un “mezzo per vedere” per rappresentare il mondo, nel tentativo di afferrare “la realtà così com’è”, attraverso il ricordo. Oppure, immagine più calzante, è il mezzobusto poggiato sul camino a parlare, impegnato in alcune delle ininterrotte conversazioni con gli amici e gli artisti del suo tempo, perché Alberto non era di certo un taciturno… egli stesso aveva detto: “mi sarebbe indifferente essere ridotto allo stato di uomo tronco, senza braccia né gambe, purché mi posiate sul caminetto dall’alto del quale potrei continuare a discutere con gli amici nella stanza dove ci troviamo riuniti”. In verità, è attraverso la sua scultura, la sua pittura e i disegni, che Alberto Giacometti ci parla. © The Gordon Parks Foundation ONAIR 9 8 Rete Due / Reteduecinque dal lunedì al venerdì dalle 13.45 alle 17.00 Tutta la musica che stavi aspettando Sergio Albertoni Il pomeriggio musicale di Rete Due si rinnova, a partire da settembre, senza mutare però la sua natura di spazio privilegiato dedicato prima di tutto all’ascolto. Nella prima parte, quindi, restano assolute protagoniste le nostre produzioni, con l’Orchestra della Svizzera italiana, con il Coro della RSI e i Barocchisti, alle quali si alterneranno occasionalmente anche alcune produzioni dei nostri colleghi romandi e svizzero tedeschi. Un concerto al giorno che sarà proposto integralmente, dando risalto all’impaginatura originale. Un ascolto piacevolmente rilassato, accompagnato da informazioni e arricchito puntualmente da riferimenti all’attualità, e in particolare all’attività della nostra Orchestra e del Coro RSI. Dopo il notiziario delle 15.30 il ritmo si fa più serrato, con la presenza di più voci al microfono e un orizzonte musicale che si allarga fino ad abbracciare quella che ci piace chiamare “musica di qualità”, senza confini di genere. Uno o più ospiti legati ad una novità discografica o editoriale, ad un’interessante iniziativa in ambito musicale, o ancora alla presentazione di una serata, e il prezioso contributo di uno dei nostri collaboratori che curano lo spazio della recensione. Uno spazio che i nostri ascoltatori erano abituati a seguire in tarda mattinata, in Shéhérazade, e che ritroveranno nel pomeriggio, alle 16.00, in una veste più comoda - per così dire - che lascia più spazio all’ascolto del disco in questione. ONAIR L’orizzonte musicale di Reduecinque si fa più aperto, alla ricerca di quella musica di qualità che, tra passato e presente, sappia incuriosire ed emozionare. 11 10 Rete Due / Babel Moby Dick sabato 17 alle ore 10.00 Passatempo sabato 17 e domenica 18 alle ore 14.35 rsi.ch/retedue Londra: capitale di una Nazione in fuga dall’Europa e città faro per scrittori di tutto il mondo Moira Bubola Greater London non identifica la city, ma tutti i quartieri, gli agglomerati urbani che circondano il cuore della città. Con questo felice aggettivo Babel, il Festival di letteratura e traduzione, invita quegli scrittori che hanno fatto di Londra la loro città di elezione! Arrivano da tutto il mondo e l’inglese, in molti casi, non è la loro lingua madre. Eppure in questa metropoli dalle molte contraddizioni, con un sindaco mussulmano, una nuova premier che dovrà gestire l’uscita dall’Unione Europea, quartieri dalle forti tensioni razziali e una popolazione sempre più mista, la creatività non conosce limiti. Soprattutto la letteratura, che si nutre di incontri, provenienze e prospettive, beneficia di questa straordinaria mescolanza sia sotto il profilo linguistico sia sotto il profilo tematico. Pensiamo ad alcuni casi emblematici, romanzi che hanno conquistato lettori di tutto il mondo, come Il Buddha delle periferie, in originale The Buddha of Suburbia, dell’anglo pakistano Hanif Kureishi con il suo inizio indimenticabile “Mi chiamo Karim Amir, e sono un vero inglese, più o meno”; oppure Denti bianchi della scrittrice anglo giamaicana Zadie Smith, romanzo d’esordio che ci ha raccontato della Londra multietnica, dei suoi scontri culturali e delle sue infinite possibilità. Gli scrittori invitati a Babel (da Ma Jian e Xiaolu Guo, passando per Saleh Addonia, Sangeeta Bandyopadhyay e Deborah Smith, soltanto per citare alcuni dei nomi che arriveranno a Bellinzona) porteranno testi in uscita, nuove traduzioni e progetti editoriali inediti. Rete Due sarà a Babel con una puntata di Moby Dick in diretta dal Teatro Sociale e con collegamenti nel corso di Passatempo, il sabato e la domenica pomeriggio. Vi aspettiamo! Deborah Smith, tra gli ospiti di questa decima edizione di Babel ONAIR 13 12 Un canale cultura tutto da navigare rsi.ch/cultura Cultura Web Mattia Cavadini Incentrato in particolare sulla dimensione dell’approfondimento, il Canale Cultura ospiterà anche dei riquadri di servizio. Vi sarà un box riservato alle notizie di ambito culturale, verrà allestito un portale con una selezione degli ultimi video provenienti dal broadcasting, verrà dato spazio all’emersione dei post presenti sulla pagina Facebook di Rete Due, verrà offerto l’elenco completo delle trasmissioni culturali RSI, e sarà data la possibilità di ascoltare la Rete Due. La Cultura approda sulla homepage del sito RSI. Accanto all’Informazione e allo Sport, un Canale Cultura sarà visibile nella pagina d’apertura del sito RSI a partire da settembre. In questo modo gli internauti che non conoscono la nostra azienda e le nostre trasmissioni, potranno facilmente scoprire che la Rete culturale della RSI è la Due e che le trasmissioni televisive d’ampio respiro (storico, culturale, scientifico, musicale e sociologico) si nascondono sotto i nomi Il Filo della storia, Il giardino di Albert, Storie, LA 2 DOC, Paganini, ecc. Nel Canale Cultura verranno evidenziati i contenuti culturali di maggiore rilievo. Accanto a questa funzione di vetrina, troveranno sede dei dossier multimediali creati ad hoc per l’online. Questi approfondimenti saranno dettati dall’agenda culturale e verranno realizzati con una particolare attenzione all’aspetto redazionale (elaborazione di un testo il più possibile autoriale, ricerca di documenti d’archivio, interviste audio e video, attenzione e cura agli aspetti grafici). Al contempo vetrina, porta d’ingresso e luogo dell’approfondimento multimediale, il Canale Cultura sarà diviso nelle sezioni Arte e Architettura / Cinema e Teatro / Musica / Lettere e Filosofia / Scienza Storia e Società. Grazie a questa suddivisione, chi si interessa di arte avrà agile accesso alla trasmissione Portrait in cui vengono offerti documentari di pregio sui maggiori artisti svizzeri e mondiali; chi è appassionato di filosofia potrà ascoltare Vattimo che si confessa a Laser in occasione dei suoi 80 anni; chi ama la letteratura potrà godersi le interviste che Eco ha rilasciato ai microfoni RSI nel corso della sua esistenza, mentre i cinefili potranno gustarsi i ritratti dei registi del cinema svizzero o ascoltare le interviste a Woody Allen e a Colin Firth. ONAIR 15 14 La scomparsa di un grande amico di Rete Due Carlo Piccardi I miei rapporti con Dimitri maturarono nel periodo in cui, quale responsabile di Rete Due mi trovavo a fronteggiare i (pretesi) bassi indici d’ascolto a cui il vecchio sistema di rilevamento ci inchiodava. Consapevole delle nostre difficoltà ci venne in aiuto in una forma originale che solo lui poteva immaginare. Radio accademica, radio da intellettuali: questo era il rimprovero frequente manifestato nei nostri confronti. In verità gli intellettuali furono sempre in altre faccende affaccendati; nessuno di loro allora mosse un dito in nostra difesa, nemmeno in nome dell’italianità (come oggi giustamente fanno di fronte alla soppressione delle cattedre di italianistica nelle università svizzere, ecc.). In verità l’interlocutore di Rete Due era invece il pubblico generico, quello che ci scriveva o ci telefonava per conoscere l’editore del libro di cui avevamo parlato, per chiedere conferma del titolo della composizione musicale appena trasmessa, per avere il testo della trasmissione per la quale si complimentava con noi. Ricordo il coraggio che ci volle per lanciare il Club di Rete Due, simultaneamente a “L’onda”, (oggi diventata “Cult”) nell’ottobre del 1992. La sensazione dei più lasciava presagire un flop. Ci fu dato l’obiettivo di raggiungere almeno 500 adesioni nello spazio di un anno, senza di che l’iniziativa sarebbe stata chiusa. Arrivammo a mille, una cifra oggi quasi triplicata. Moltiplicando le occasioni esterne, mantenendo il dialogo aperto con il pubblico fu possibile identificarne il profilo e creare negli stessi interlocutori uno spirito di appartenenza e addirittura l’orgoglio di dichiararsi nostri ascoltatori (ciò che prima non si osava nemmeno confessare). Orbene, Dimitri fu tra i primi ad aderire al Club Rete Due; e lo fece per coerenza non rispetto al suo ‘statuto’ di artista, di intellettuale, di uomo di cultura (in posizione gerarchica superiore), bensì rispetto al suo sentirsi ‘pubblico’. Il fatto di condividere nei suoi spettacoli direttamente col pubblico la sua creatività, le sue invenzioni, in un rapporto continuo di interazione (per non dire di complicità), lo predisponeva a tale atteggiamento esemplare. Constatando le nostre difficoltà, con un gesto di grande generosità giunse al punto da mettersi a disposizione gratuitamente a farci da ‘testimonial’. Fu lui ad offrirsi, come, al di fuori di ogni logica commerciale, già si era offerto alle FFS. Come il sostegno alla ferrovia era per lui un dovere determinato dalla militanza ecologica per cui non mancò mai di spendersi, così riteneva Rete Due una radio “ecologica”. Devo dire che quella è stata forse la definizione più bella che sia mai stata coniata ad identificare nel nostro lavoro qualcosa di più di quello che sottintendeva il concetto di radio “culturale” o di “approfondimento”, poiché ci riconosceva al di fuori di ogni categorizzazione di contenuti. Ad interessarlo in primis era il “suono” di Rete Due, che si distingueva dall’assordante orizzonte sonoro delle altre stazioni, ad offrirsi a tutti nel recupero di una dimensione acustica discreta, gentile, non invadente e non oppressiva. Ne nacque tra l’altro un’immagine che egli tratteggiò da par suo nella forma originalissima di un autoritratto, del clown suonatore in equilibrio su una corda, sotto la quale era tesa a protezione una rete, Rete Due appunto, come un pentagramma su cui le note spuntavano come fiori primaverili. Ne ricavammo una cartolina distribuita ovunque a lanciare nel 1999 “L’onda estiva di Rete Due: l’evasione intelligente”. Foto Ti-Press / C. Reguzzi 17 16 Lovers Hotel Registrazione aperta al pubblico 17 settembre e 16 ottobre Radiodrammi dal vivo con la regia di Ferrentino e i testi di Carlotto Francesca Giorzi Sergio Ferrentino C’è un luogo dove succedono delle cose, ma tutti fanno finta che non ci sia e lì non succeda nulla; ci sono delle persone che vi assistono ed ognuna dà la sua versione, per quello che può, per quello che sa o gli è parso di capire. C’è una vittima, che però non si può nominare, perché tutta la città potrebbe saltare, e non si sa cosa gli sia successo e perché. Ci sono naturalmente dei carnefici da scoprire e per fortuna ci sono delle persone (una coppia) che si occupano delle indagini… anche se non possono dire tutto. Non c’è nemmeno un titolo certo, ma un autore di tutto rispetto, tra i grandi, Massimo Carlotto, e un regista del quale abbiamo imparato a giusta ragione a fidarci, Sergio Ferrentino, e un cast come al solito abile e coinvolgente. Sono 6 le fiction radiofoniche di un’ora che stiamo preparando per il prossimo anno; e le registreremo allo studio 2 della RSI, quello che sopra ha una balconata dove ci stanno 50 spettatori. E allora? Perché non dare la possibilità ai più fortunati di seguire la registrazione della prova generale? ONAIR Il 17 settembre e il 16 ottobre alle 14.30 la fiction radiofonica Lovers Hotel sarà da guardare allo Studio 2 della RSI. Se sarete svelti e… fortunati. Massimo Carlotto © Daniela Zedda Annunciarsi all’indirizzo [email protected] oppure allo 091 803 56 60 19 18 LA 1 / Il giardino di Albert tutte le domeniche a partire dal 18 settembre alle ore 18.05 rsi.ch/albert Il Giardino di Albert TV si rinnova Maurizio Chiaruttini Un’immagine tratta da I nove mesi che ci hanno creato Con la ripresa di autunno, il Giardino di Albert, il magazine dedicato alla scienza e alla natura, si presenta al pubblico televisivo con una nuova scenografia virtuale, realizzata e allestita negli studi di Comano: un accogliente giardino verdeggiante costituito da tre ambienti diversificati dove troveranno spazio le presentazioni di Cecilia Broggini, le interviste di Giovanni Pellegri e gli esperimenti scientifici di Fabio Meliciani. Pur con vari elementi che rinnovano il look della trasmissione, la formula rimane la stessa: un susseguirsi ritmato di servizi filmati, interventi dallo studio e interviste, accomunati dal desiderio di incuriosire il pubblico sulle meraviglie della scienza e sui fenomeni della natura. Come sempre, alle puntate miscellanee si alternano puntate monografiche che propongono documentari scientifici di grande impatto. Durante i mesi di settembre e ottobre, ad esempio, è in programma una serie realizzata dalla BBC intitolata I nove mesi che ci hanno creato. Nel ventre materno, minuto dopo minuto, ora dopo ora, si succedono eventi cruciali che danno forma al nostro corpo e che determinano il nostro destino: impareremo a conoscerli e seguiremo alcuni casi particolari. ONAIR Ma torniamo alla puntata d’esordio, in onda il 18 settembre. Tema centrale sarà l’illustrazione scientifica: un concetto che evoca nel nostro immaginario gli scienziati-artisti alle prese con tavole e acquarelli che a partire dal XVI secolo hanno ricoperto un ruolo fondamentale nella rappresentazione del mondo naturale e nella divulgazione di scoperte scientifiche. Oggi le cose si sono evolute e la scienza non si accontenta più di comunicare con disegni e tavole, ma si affida a visualizzazioni tridimensionali e applicazioni informatiche che fanno assomigliare la divulgazione scientifica a un videogioco. In stretto rapporto con questo tema ci interrogheremo con un ospite sui falsi scientifici che proprio grazie all’apporto dell’illustrazione sono stati costruiti soprattutto nell’ambito della paleontologia. Tra gli altri contenuti del programma - oltre alle apprezzate rubriche Le regole dell’amore e Spazio esperimenti - una nuova serie sui luoghi comuni della scienza, intitolata È vero che…? e un servizio su una pianta “aliena” che da decenni prolifera in Ticino e che recentemente è stata messa sotto osservazione da parte degli scienziati che hanno voluto verificarne la validità nel campo della protezione dai franamenti del terreno. 21 20 Intervista a cura di Roberto Corrent Daniil Trifonov Un interprete eccezionale che mette a nudo la musica Daniil Trifonov nasce a Nižnij Novgorod il 5 marzo 1991. Inizia a suonare il pianoforte all’età di 5 anni. Ha studiato dal 2000 al 2009 alla Scuola musicale Gnessin di Mosca nella classe di Tatjana Seligman. All’età di 17 anni ottiene il quinto premio al concorso Skrjabin di Mosca. Nel 2009, decide di perfezionarsi al Cleveland Institute of Music sotto la guida di Sergej Babajan. Dal 2010, inizia la sua affermazione a livello internazionale. Nell’ottobre dello stesso anno si classifica terzo al Concorso Chopin di Varsavia, vincendo inoltre il premio per la migliore esecuzione di una mazurka e ricevendo l’apprezzamento di grandi pianisti come Martha Argerich, Nelson Freire e Krystian Zimerman. Nel maggio del 2011 arriva primo al Concorso Arthur Rubinstein di Tel Aviv, vincendo anche il premio per la migliore esecuzione di un brano di Chopin, il premio per la miglior prova di musica da camera e il premio del pubblico. Appena un mese dopo, vince il Concorso Čajkovskij di Mosca suonando il Mephisto-Waltzer di Liszt, i Dodici Studi dell’op. 25 e la Barcarola op. 60 di Chopin, la Terza Sonata di Prokof’ev, il Concerto n. 1 di Čajkovskij e il Concerto n. 1 di Chopin. È stato il primo “Artist in residence” di LuganoMusica al LAC, nell’edizione 2015-2016. DUETTO Il 6 giugno 2016 Daniil Trifonov e Matthias Goerne sono stati protagonisti di un concerto al LAC di Lugano. Matthias Goerne, nato a Weimar nel 1967, è uno dei più emozionanti baritoni del nostro tempo; al suo fianco il più straordinario fenomeno musicale degli ultimi anni, il pianista russo Daniil Trifonov, nato a Nižnij-Novgorod il 5 marzo 1991, terzo premio al Concorso Chopin nel 2010 e vincitore l’anno successivo sia del Concorso Čajkovskij di Mosca che del Rubinstein di Tel Aviv. Roberto Corrent ha incontrato Trifonov in occasione del debutto del pianista al “Lucerne Festival am Piano” edizione 2012. Daniil Trifonov, ho appena ascoltato la più straordinaria Terza Sonata di Chopin che abbia mai udito, e lei ne era l’interprete. È stata recentemente pubblicata dalla Decca nel 2010, e mi stavo chiedendo come sia possibile che chi è in grado di proporre una tale sbalorditiva esecuzione della Terza Sonata di Chopin non vinca poi il Primo Premio del Concorso Chopin? Il fatto di aver ricevuto il Terzo Premio mi ha in seguito permesso di partecipare ai Concorsi Rubinstein e Čajkovskij… Se avessi ottenuto un risultato diverso non avrei avuto garanzie di poter prendere parte al Čajkovskij e al Rubinstein. Ma quel Terzo Premio mi ha convinto ad andare avanti, a studiare un nuovo repertorio, e per il Concorso Čajkovskij più della metà del repertorio che ho proposto era per me 23 22 nuovo! Voglio dire: tra il Concorso Chopin, il Čajkovskij ed il Rubinstein, si è trattato di quasi un anno, forse meno, cinque mesi. In questi cinque mesi ho appreso il Concerto di Čajkovskij, il Concerto KV 488 di Mozart, gli Studi op. 25 di Chopin, la Sonata n. 3 di Prokof’ev e molte altre composizioni. Ci sono solo poche interpretazioni della Terza Sonata che rispettano quanto Chopin scrive: ad esempio nel secondo movimento indica con molta precisione dove si deve e dove non si deve mettere il pedale, e all’inizio non lo si dovrebbe mettere. Lei ne dà un’esecuzione esemplare, senza legato, con il pedale che colora solo l’intervento della mano sinistra. Quanto è importante per Daniil Trifonov attenersi rigorosamente alle indicazioni dell’autore? l’approccio è molto diverso. Si possono fondere strati diversi e non si produrrà alcuna confusione, l’effetto sarà davvero molto affascinante; su un pianoforte moderno il risultato è molto più diretto. Ma d’altra parte su un pianoforte moderno si può produrre una grande varietà di dinamiche e colori, e lunghe linee melodiche che sono più difficili da realizzare su vecchi strumenti. È chiaro che quando ci troviamo davanti ai pedali indicati da Beethoven nella Sturm-Sonate o nella Waldstein, non possiamo semplicemente applicarli alla lettera su uno Steinway e pensare di ottenere il medesimo effetto che Beethoven otteneva su un Graf del 1826… Be’, si deve solo trovare un modo diverso di usare i pedali, ma le indicazioni specialmente in Beethoven - devono essere la Bibbia dell’esecutore. Voglio dire che su pianoforti moderni per ottenere quegli effetti bisogna rilasciare più spesso il pedale, usare un pedale vibrato, e anche utilizzare diverse profondità del pedale, metà o un quarto del normale. Buona parte delle sue registrazioni che sono riuscito a trovare riguarda composizioni di Chopin. Sembrerebbe avere un rapporto particolare con la musica di Chopin, o sbaglio? Evidentemente la decisione spetta all’interprete, che deve tener conto del fatto che i pianoforti di quel tempo erano diversi dai nostri, e così anche l’effetto del pedale: se ad esempio suono su un Bechstein dell’inizio del XX secolo restaurato DUETTO La musica di Chopin era gran parte del repertorio che studiai da adolescente, quando ero studente alla Scuola Gnessin, e a 12 o 13 anni presi parte al Concorso Chopin per giovani pianisti a Pechino (riservato a pianisti di età massima 16 anni). Per quel concorso dovetti studiare molta musica di Chopin. Quando arrivai al Cleveland Institute of Music per studiare con Sergej Babajan, la prima cosa che gli dissi era che desideravo partecipare al Concorso Chopin di Varsavia: non l’avevo ancora incontrato e lui non mi conosceva. Dapprima ebbe qualche dubbio, perché si tratta di un Concorso molto serio. Ma quando arrivai nel suo studio e suonai alcune delle opere di Chopin alle quali stavo lavorando, decise che sì, ci dovevo andare. Durante un anno facemmo una preparazione molto seria di parecchie composizioni di Chopin. Molte personalità del mondo della musica si sono espresse entusiasticamente a proposito del suo modo di suonare: tra di loro Martha Argerich, Nelson Freire, Krystian Zimerman, Yefim Bronfman, Emanuel Ax. E tutti questi grandi interpreti mettono in risalto il fatto che lei non solo possiede totalmente la tecnica - cosa che del resto molti dei pianisti che prendono parte a grandi competizioni internazionali devono poter gestire impeccabilmente -, ma che è anche profondamente interessato alle questioni legate alla produzione del suono, al tocco. Quale sono le sue priorità nell’affrontare lo studio di un pezzo? In breve posso risponderle “quando” e “come”. Voglio dire: cosa possiamo dire a proposito del “timing” di un pezzo? che relazione temporale c’è tra frasi musicali e all’interno delle frasi stesse? e come dovrà essere il suono? Il “come”: qual è il tono, qual è il colore, la texture (timbro), gli strati armonici… La Barcarolle di Chopin ha come sappiamo molti tratti “impressionistici”, ma si tratta di uno dei brani più difficili composti da Chopin per quanto riguarda il “timing”, o la connessione del “timing” con il respiro, che in questa musica rappresenta una grande sfida. E questo forse è dovuto al fatto che la Barcarolle riunisce in sé quasi tutti i cammini percorsi da Chopin nelle sue sperimentazioni con le forme musicali: è l’“ultimo notturno”, ma è anche qualcosa che deriva dalla ballata… È la sintesi perfetta di tutto ciò che Chopin ha realizzato fino a quel momento, nel 1845. Sì. Anche i cambiamenti di carattere, di colore, di atmosfera. E tutto ciò dev’essere realizzato senza avere a disposizione tante note dietro cui “nascondersi” - puoi “nasconderti” con l’uso del pedale, o suonando velocemente un passaggio… Qui non ci sono note di troppo. In questo pezzo… Sei nudo… Sì… Esattamente! L’interprete è nudo 25 24 in questa musica! E questa composizione non funziona se vi è una mancanza di naturalezza nel “timing” o nel fraseggio, o se il carattere non è sufficientemente definito. Artisti come Michelangeli, Pollini, Zimerman, hanno deciso di portarsi appresso il pianoforte per i concerti, come fanno la maggior parte dei musicisti col loro strumento, che sia un violino o un flauto... Altri artisti sembra non abbiano mai badato particolarmente agli strumenti che si trovavano a suonare, come ad esempio Svjatoslav Richter. Lei dove si situa a questo riguardo? Be’, ho soltanto 21 anni, per ora sto ovviamente suonando su ogni possibile genere di pianoforti. E questa cosa permette di imparare molto a proposito di come funziona un pianoforte, mi permette di parlare con gli accordatori e di apprendere un po’ del loro sapere. Quando mi trovo a studiare all’Istituto a Cleveland cerco di farlo su diversi pianoforti: un’ora in un’aula, un’altra ora in un’altra sala e la terza ora in un’altra ancora. Sono sempre consapevole del cambiamento, delle sorprese che DUETTO differenti pianoforti possono riservarti. Così per ora mi sento a mio agio a suonare su diversi pianoforti. Ma a volte il tipo di studio dev’essere fatto in modi diversi, a dipendenza del pezzo che si suona: se si tratta di un Concerto di Prokof’ev il pianoforte dovrebbe essere preparato in un certo modo, se si tratta di un Concerto di Chopin in un modo completamente differente. E anche la natura del suono dovrebbe essere diversa. Da uno dei più importanti istituti musicali del mondo, la Scuola Gnessin di Mosca, nel 2009 lei è passato al Cleveland Institute. Ha trovato che vi fosse una sostanziale differenza tra la scuola che ha avuto in Russia rispetto a ciò che ha trovato in America? Sergej Babajan, il mio maestro negli Stati Uniti, a Cleveland, proviene anche lui dalla tradizione pianistica russa. È stato allievo di Vera Gornostayeva, Lev Naumov e Mikhail Pletnev… In Russia il sistema non è basato su “crediti”, ma ci sono temi “obbligati”: nella scuola in cui studiavo bisognava seguire anche corsi di fisica, chimica, geografia, e altre materie non riguardanti la musica, come in una scuola normale; e oltre a questo un accento molto marcato era posto su corsi quali armonia, teoria della musica, analisi della forma. Quando arrivai a Cleveland passai gli esami in queste materie dopo il primo semestre, avendole già studiate a Mosca. La Scuola Gnessin di Mosca metteva in particolare l’accento su armonia e solfeggio; a Cleveland la maggior concentrazione è sulla musica da camera. Ma è chiaro che in entrambi gli istituti ciò che sta al centro è l’insegnante: Tatjana Seligman a Mosca, e Babayan a Cleveland. E poi ovviamente negli USA c’è una situazione finanziaria totalmente differente: la Scuola Gnessin è governativa e la vecchia sede è stata chiusa per ristrutturazione dieci o dodici anni fa, ma finora non hanno fatto nulla. Questo perché si trova in un quartiere prezioso non distante dal Cremlino, e al suo posto ci avrebbero voluto costruire un casinò. Il problema è che in Russia non c’è sostegno da parte di benefattori e sponsors. Negli Stati Uniti esiste una tradizione in tal senso: ogni cosa dipende dalle donazioni, e c’è una maggiore consuetudine nel “dare”, nello sponsorizzare eventi, e specialmente eventi culturali. Ovviamente anche in Russia si trovano sostegni, ma non li troverà a favore della Scuola Gnessin. Il risultato di come il mecenatismo funziona negli Stati Uniti lo si può vedere nel fatto che l’Istituto di Musica di Cleveland ha forse il miglior equipaggiamento di strumenti: c’è uno Steinway in ogni aula, e ci sono ottimi impianti di registrazione, alcune splendide sale da concerto… Daniil Trifonov ha davanti a sé la possibilità di scegliersi la propria discografia: quali saranno le prossime sue registrazioni? C’è un repertorio così vasto da suonare e da registrare… Per ora ho diverse idee… Mi piacerebbe prima o poi mettere su disco il repertorio che ora sto suonando in concerto: una registrazione è qualcosa che documenta un tempo, un preciso periodo della vita di un interprete. E la cosa interessante è che gli interpreti di solito cambiano col tempo: per me è importante eseguire molte volte le opere prima di registrarle, per capirle meglio, più profondamente. Immagini tratte da Youtube. © The Fryderyk Chopin Institute (NIFC), Polish Television (TVP), National Audiovisual Institute (NInA) 2010 27 26 9. 2016 Ve 2 Ve 9 Concerto esclusivo per gli Amici dell’OSI Orchestra della Svizzera italiana Direttore Markus Poschner Solista Sebastian Knauer pianoforte Wolfgang Amadeus Mozart Concerto Diplomi del Conservatorio Orchestra della Svizzera italiana Direttore Enrico Dindo Solisti Alice Rossi soprano e Fabio Fausone, violoncello Musiche di Mozart, Gounod, Castiglioni e Dvořák ore 20.30 Auditorio Stelio Molo RSI, Lugano Me 7 ore 20.00 Studio 2 RSI, Lugano Showcase di Rete Uno Alti e Bassi Gio 8 ore 20.30 Hotel Reine Victoria, St. Moritz La fine dell’oro bianco delle Alpi Ascolto-visione di Désalpe Lo scarico di Antoine Jaccoud Regia di Claudio Laiso Al termine della proiezione ci sarà una discussione pubblica con l’autore A. Jaccoud Moderazione a cura di Daniel Bilenko giornalista di Rete Due e traduttore dell’opera Entrata libera ore 20.30 Auditorio Stelio Molo RSI, Lugano Ve 16 dalle 18.00 alle 24.00 Sa 17 dalle 13.00 alle 20.00 Ex Macello Pubblico, Viale Cassarate, Lugano L’estate di Cult+ La mostra Selezionata e presentata da Cult+, l’arte più giovane della Svizzera italiana si mette in mostra rsi.ch/cultplus facebook.com/RSIcultplus Sa 17 Ve 23 Gio 29 Mediterraneo, oggi in diretta da Babel Festival Moby Dick Incontro aperto al pubblico con Alessandro Leogrande, Alganesh Fessaha e Demba Dieng RSI senza filtri Tutto quello che non avete mai osato chiedere al Direttore Conduce Lorenzo Mammone Per partecipare e porre le proprie domande al Direttore Maurizio Canetta scrivete a: [email protected] oppure a: RSI - Senza filtri Casella postale 6903 Lugano T +41 91 803 51 11 Concerti RSI Orchestra della Svizzera italiana Direttore Alain Lombard Solista Daniel Müller-Schott, violoncello Musiche di Schumann ore 10.00 Teatro Sociale, Bellinzona In diretta su Rete Due rsi.ch/retedue Sa 17 ore 21.10 su RSI LA 1 ore 14.30 Studio 2 RSI, Lugano Durante la diretta: Hashtag #RSIsenzafiltri Lovers Hotel Fiction radiofonica di Massimo Carlotto regia di Sergio Ferrentino Registrazione aperta al pubblico rsi.ch/senzafiltri Annunciarsi all’indirizzo [email protected] oppure +41 91 803 56 60 Ve 23 ore 20.30 Chiesa San Francesco, Locarno Ma 27 ore 18.00 Studio 2 RSI, Lugano Ciclo di incontri pubblici Elogio della Follia La follia in musica con Carlo Piccardi ore 20.30 Sala Teatro LAC, Lugano In diretta su Rete Due rsi.ch/retedue Ve 30 ore 20.30 Chiesa Collegio Papio, Ascona Settimane Musicali di Ascona Coro della Radiotelevisione Svizzera italiana I Barocchisti Direttore Diego Fasolis Solista Philippe Jaroussky, Controtenore In diretta su Rete Due rsi.ch/retedue Rete Due in collaborazione con l’Istituto di studi italiani dell’USI rsi.ch/follia Settimane Musicali di Ascona Orchestra della Svizzera italiana Direttore Thierry Fischer Solista Alina Ibragimova, violino Musiche di Mahler, Šostakovič e Beethoven In diretta su Rete Due rsi.ch/retedue RENDEZ-VOUS 29 28 Gabbie per belve Daniele Bernardi, Edizioni Casagrande 2016 Roberto Galaverni Con le poesie raccolte nel volume Gabbie per belve, Daniele Bernardi ha offerto una prova di notevole maturità espressiva. Come sottolinea anche Massimo Raffaeli nella quarta di copertina, il punto di forza di queste poesie va riconosciuto nello svolgimento del discorso, nell'argomentazione, nel procedimento stesso della conoscenza, piuttosto che nel tempo breve e assoluto della folgorazione lirica. La parola maturità - una maturità anche sofferta, cioè acquisita non senza costi e dolore possiede così un rilievo non solo stilistico, ma legato a una ben determinata vicenda esistenziale. Ricordi dell'infanzia e della vita più recente, il paesaggio e gli animali, l'attenzione ad alcune situazioni del presente, possiedono allora un inconfondibile valore conoscitivo, un significato emblematico per chi sta cercando di riconoscere il senso tutto del proprio destino. NOTA BENE M. Argerich The Complete Sony Recordings Christian Gilardi Martha Argerich ha registrato per la maggior parte della sua carriera con la Deutsche Grammophon, e negli ultimi anni con la EMI (ora Warner). Negli anni ’80 ha pubblicato anche 5 album con la conglomerata giapponese Sony. Ora queste registrazioni sono state rimasterizzate e rimesse sul mercato in un unico cofanetto che davvero vale la pena avere, almeno per 2 motivi: il primo poiché nelle registrazioni Sony troviamo 2 concerti per pianoforte (rispettivamente il n. 2 di Beethoven e l’Hob. XVIII: 11 di Haydn), in cui la pianista argentina ricopre anche il ruolo di direttore, alla testa della London Sinfonietta, fatto unico nella carriera della Argerich. Il secondo motivo è la collaborazione e la realizzazione di una registrazione con il flautista James Galway, anche questo fatto unico nella discografia della Argerich, oltre alla Sonata di Prokof'ev interpretano la Sonata di Franck nella trascrizione per flauto. La stessa sonata è presente, nella sua versione originale, nell’album realizzato sempre per Sony, con Ivry Gitlis. Il cofanetto è completato con una registrazione live con i Berliner Philharmoniker, diretti da Claudio Abbado (Strauss, Burleske). Café Society di Woody Allen, con Jesse Eisenberg, Kriesten Stewart, Steve Carell, Blake Lively (USA 2016) Marco Zucchi È stato l’evento inaugurale del Festival di Cannes e ha proposto un Woody Allen ottantenne ma piuttosto arzillo. “Non sono più un ragazzino” ha detto, “i ruoli in cui posso recitare ormai sono pochi”. Ecco perché si è scelto l’ennesimo alter ego, Jesse Eisenberg, nei panni di un giovane ebreo newyorkese degli anni ’30 che vuole lavorare nel cinema e viene mandato dalla famiglia a Hollywood, dove lo zio ha fatto fortuna. Una donna contesa (Kristen Stewart), una delusione d’amore e ritroviamo il protagonista qualche anno dopo nella Grande Mela, dove si è imposto come direttore del locale più in voga della città. Senza mai dimenticare la sua fiamma perduta, che ritorna in scena per un tardivo confronto denso di rimpianti. “Un Leitmotiv” che ha innervato tutto il lavoro del regista: il dilemma tra l’anima leggera in cerca di gloria - sintetizzata dalla California - e l’indole disfattista ripiegata su se stessa - che ne fa un perfetto animale da East Coast. Ispirato. In uscita il 29 settembre. Biglietti omaggio: vedi la pagina successiva. Sabato 15 e domenica 16 ottobre 2016 Ferrara, sulle orme di Ariosto e Bassani Il Club Rete Due, in occasione del ciclo di incontri pubblici Elogio della Follia, propone una gita a Ferrara, la città dei duchi d’Este, dove sono nati capolavori della letteratura come L’Orlando furioso di Ludovico Ariosto e Il giardino dei Finzi-Contini di Giorgio Bassani. Sabato 15 ottobre partenza alle ore 7.30. Nel primo pomeriggio visita guidata alla mostra Orlando furioso 500 anni. Cosa vedeva Ariosto quando chiudeva gli occhi, allestita a Palazzo dei Diamanti. Un’occasione unica per vedere le opere dei più grandi artisti del periodo - tra cui Andrea Mantegna, Leonardo da Vinci, Dosso Dossi, Raffaello, Tiziano, Michelangelo - e rivivere il fantastico mondo del Furioso. Proposta facoltativa per la sera al Teatro Ferrara Off alle ore 21.00 Gli occhiali d’oro di Giorgio Bassani, letture con l’attrice Maria Paiato. Domenica 16 ottobre al mattino visita guidata della città sulle orme di Ludovico Ariosto, alla ricerca dei luoghi dove è nato il poema cavalleresco rinascimentale (L’Orlando furioso, ma anche l’Orlando innamorato del Boiardo e la Gerusalemme liberata di Tasso). Da Casa Ariosto alla tomba all’interno della Biblioteca Ariostea passando dal Castello Estense, dalla Cattedrale e dalla centrale piazza municipale. Nel primo pomeriggio visita guidata della Ferrara di Giorgio Bassani, che proprio quest’anno viene celebrato per il centenario della nascita. Accompagnati dalla professoressa Silvana Orlando della Fondazione Bassani, si entrerà in contatto con le atmosfere che hanno ispirato le ambientazioni dei racconti di Bassani. I luoghi previsti sono l’antico cimitero ebraico, le Mura, il Ghetto e il cimitero della Certosa. Ad ogni sosta verranno lette pagine note e pagine ancora inedite. 10 biglietti per il nuovo film di Woody Allen Café Society a disposizione dei primi soci del Club che telefoneranno al numero +41 91 803 56 60 club Prezzo per persona in camera doppia CHF 330.- per soci Club Rete Due (350.- per i non soci) La quota comprende viaggio in bus granturismo / 1 notte in hotel**** con colazione a buffet / visite guidate sulle orme di Ariosto e Ferrara di Bassani / ingresso e visita guidata della Mostra Orlando furioso 500 anni. Supplementi (per persona) camera singola CHF 40.- / camera superior (poca disponibilità) CHF 15.- / assicurazione annullamento facoltativa (malattia e infortuni) CHF 30.Iscrizioni al numero +41 91 803 56 60 oppure all’indirizzo mail: [email protected] Penali in caso di annullamento: dal 22 settembre 100% 31 30 retedue.rsi.ch SATELLITE Satellite Hotbird 3 Posizione 13° Est Frequenza 12.398 GHz DAB Club Rete Due casella postale 6903 Lugano T +41 (0)91 803 56 60 F +41 (0)91 803 90 85 Produttrice Rete Due Sandra Sain E-mail [email protected] Redazione Cult Fosca Vezzoli Internet rsi.ch/rete-due Art Director RSI Gianni Bardelli Progetto grafico Ackermann Dal Ben Fotolito Prestampa Taiana Stampa Duplicazione RSI © RSI tutti i diritti riservati Immagini: 5 commons.wikimedia.org 6-7 europeanhistory.boisestate.edu, persepolistablets.blogspot.ch, blog.bestamericanpoetry.com, last.fm 11 romait.it 12 gypsyscholarship.blogspot.ch 19 liberauscita2014.blogspot.ch, galluccieditore.com K12 Ccp 69-235-4 Frequenze di Rete Due Fm Bellinzonese 93.5 Biasca e Riviera 90.0 97.9 93.5 Blenio 90.0 Calanca 90.2 Leventina 90.0 93.6 96.0 Locarnese 97.8 93.5 92.9 Luganese 91.5 94.0 91.0 Bregaglia 97.9 99.6 96.1 Malcantone 97.6 91.5 Mendrisiotto 98.8 Mesolcina 90.9 91.8 92.6 Maggia-Onsernone 97.8 93.9 91.6 Val Poschiavo 94.5 100.9 Verzasca 92.3 92.7 Galleria Mappo-Morettina 93.5 Rivera-Taverne 97.3 92.8 INTERNET 16 n.7