Introduzione alla
macroeconomia
MACROECONOMIA
CHE COSA STUDIA?
Studio delle variabili economiche aggregate,
tra cui:
• produzione dell’intera economia (= prodotto
aggregato)
• prezzo medio di tutti i beni (= livello generale
dei prezzi)
La microeconomia studia invece produzione e
prezzi nei singoli mercati.
Come?
• Una economia non è semplicemente l’insieme di
singoli mercati, ma anche delle innumerevoli
interazioni tra di essi.
• In economia non si possono condurre
esperimenti guidati!
• Per studiare l’andamento delle variabili
aggregate, bisogna pensare a un sistema
economico semplificato.
Modelli macroeconomici
descrizioni semplificate del funzionamento di
un’economia
1
I modelli economici
Sono una rappresentazione semplificata, spesso in
termini matematici, di una situazione reale, usata per
meglio rappresentare le situazioni del mondo reale.
Importanti perché permettono di concentrarsi sugli effetti di un solo
cambiamento alla volta, a parità delle altre condizioni.
Hanno l’obiettivo di:
identificare le relazioni tra le variabili economiche
comprendere il funzionamento dell’economia
predisporre politiche per migliorare l’efficienza economica e il
benessere degli individui
Variabili endogene ed esogene
Le variabili endogene vengono determinate dal modello (equilibrio) dato il
valore delle variabili esogene.
Il valore delle variabili esogene viene, al contrario, determinato fuori dal
modello e viene preso per dato (variabili non controllabili).
Variabili esogene
Modello
Variabili
endogene
Variabili endogene ed esogene
Le variabili sono endogene o esogene a seconda
del problema (modello) che si sta studiando.
Nel modello di domanda e offerta di un bene:
Endogene: P, Q
Esogene: Y, Pm
2
L’utilizzo dei modelli economici
Un modello spiega il comportamento delle
variabili endogene in relazione alle esogene.
Per ogni modello è importante comprendere:
Le domande a cui il modello cerca di rispondere
Identificare le variabili endogene: variabili che
sono spiegate dal modello
Comprendere le ipotesi di base.
Alcuni problemi non possono essere spiegati dal
modello e sono identificati dalle variabili esogene.
Il percorso
Teoria e verifica empirica
Le teorie economiche hanno origine
nell’osservazione della realtà.
Vengono costruite sulla base della
conoscenza del funzionamento
dell’economia.
Vengono testate utilizzando i dati
disponibili: verifica empirica.
I dati
I dati sull’economia italiana sono raccolti da:
Istituto italiano di statistica: ISTAT
Banca d’Italia
Eurostat
Commissione Europea
Banca Centrale Europea: BCE
OCSE: Organizzazione per la cooperazione e lo
sviluppo economico
Organizzazione delle Nazioni Unite: ONU
Fondo Monetario Internazionale: FMI
Banca Mondiale (World Bank): WB
3
I dati della macroeconomia
La produzione aggregata
La spesa
Consumo
Investimenti
Spesa pubblica
Esportazioni nette (Esportazioni-Importazioni)
I prezzi e l’inflazione
L’occupazione
Prodotto Interno Lordo
- 1 Produzione di beni e servizi finali
Il valore di mercato di tutti i beni e i servizi
finali prodotti in un paese in un dato
periodo di tempo
PIL
• valore di mercato: i beni e servizi
vengono considerati secondo il loro
valore di mercato misurato dai Prezzi di
Mercato
Non vengono considerati nel PIL alcuni beni e servizi
che non vengono scambiati sul mercato, ad
esempio i lavori domestici delle casalinghe o
l’insegnamento impartito dai genitori ai figli.
I servizi delle Amministrazioni Pubbliche sono valutati
ai costi sostenuti per la loro produzione.
4
I prezzi dei beni:Sommare arance e mele
Diversi beni e servizi hanno un valore diverso.
I valori dei beni sono espressi attraverso i prezzi di
mercato.
Auto
Scarpe
PIL
Q
7
100
P
10000
40
Valore di mercato
70000
4000
74000
Il vantaggio di utilizzare il valore di mercato è che esso permette di
sommare beni e servizi eterogenei.
PIL
• di tutti i beni e servizi: vengono
computati tutti i beni e servizi prodotti
• finali: ottenuti nella fase terminale del
processo produttivo.
Esclusi i Beni e servizi intermedi che sono i beni
utilizzati nella produzione di altri beni e servizi e
che rappresentano, quindi, una fase transitoria del
processo produttivo. Considerati nel calcolo del PIL
come investimenti in scorte quando non utilizzati
immediatamente nella produzione ma rimangono in
magazzino come scorte.
PIL
• prodotti in un dato periodo di tempo:
si considerano solo beni e servizi nuovi,
cioè prodotti nel periodo considerato.
Esclusi i beni prodotti in periodi precedenti perché
contabilizzati nel PIL dei corrispondenti anni.
Periodo di tempo considerato, in genere, anno o
trimestre.
• in un paese: il PIL misura il valore della
produzione nell’ambito dei confini geografici di un
paese
5
Quali transazioni entrano nel
computo del PIL?
Beni usati? No, perché è un trasferimento di
ricchezza già esistente.
Le scorte di magazzino? Sì, perché rappresentano
produzione di nuova ricchezza (anche se verranno
vendute in futuro).
Beni intermedi? No. Viene calcolato il valore dei
Beni finali (quindi il pane ma non la farina venduta
per produrlo).
PIL : 2. metodo del Valore Aggiunto
Ogni bene è prodotto attraverso una serie di fasi
intermedie.
Un altro modo per contabilizzare il PIL è
sommare il valore aggiunto di ciascuna fase
della produzione.
Il valore aggiunto è pari al valore del prodotto
finale meno il valore dei beni intermedi
utilizzati per produrlo (consumi intermedi).
VA = Produzione - Consumi intermedi
17
Beni finali, valore aggiunto e PIL
PIL = valore dei beni finali prodotti
= somma dei valori aggiunti in tutti gli stadi
di produzione
Il valore dei beni finali include il valore dei beni
intermedi (la loro inclusione nel PIL sarebbe
scorretta perché la stessa ricchezza verrebbe
considerata più volte).
6
PIL: 3. Il metodo del reddito
Il PIL è dato dalla sommatoria di tutti i redditi
generati nell’economia in un anno, esso
include:
• i redditi da lavoro (sono i salari pagati ai
lavoratori dipendenti)
• i redditi da capitale o profitto (sono quelli
che rimangono alle imprese dopo avere
pagato i lavoratori)
• le imposte indirette (sono quelle pagate al
governo sotto forma di imposte sulle vendite).
19
Esempio (1)
In un’economia esistono due imprese: l’impresa
Alfa produce arance che vende all’impresa Beta la
quale produce succhi di frutta.
L’impresa Alfa paga salari per 200 € e vende le
arance per 400 €.
L’impresa Beta vende i succhi per 800 €, paga
salari per 300 € ed ha profitti pari a 100 €.
20
Esempio (2)
Calcolare il PIL di questa economia utilizzando le
definizioni di PIL: metodo del valore aggiunto, del
prodotto, del reddito.
Impresa Alfa (arance)
Impresa Beta (succhi)
Ricavi 400
Ricavi
800
Salari 200
Salari
300
Profitti 200
Costo arance 400
Profitti
100
21
7
Esempio (3)
PIL come somma del valore aggiunto
dell’economia:
VA impresa Alfa = 400
VA impresa Beta = 800 – 400
PIL = 400+400
= 800 €
PIL come produzione di beni e servizi finali:
Ricavi Impresa Beta = 800 €
22
Esempio (4)
PIL come somma dei redditi dell’economia:
Salari + Profitti (Alfa) = 200 +200
Salari + Profitti (Beta) = 300 + 100
Salari + Profitti = 500 + 300
PIL= 800 €
23
Il Pil come misura del benessere
Da tempo gli economisti cercano
un’alternativa al PIL. Le proposte sono
state molte.
L’unica alternativa che ha avuto successo è
l’Indice di Sviluppo Umano che prende in
considerazione la speranza di vita,
l’educazione e il Pil e che viene calcolato
annualmente dalle Nazioni Unite.
24
8
Il PIL è una misura efficace del benessere? (2)
• Il PIL è stato creato all’origine come una
misura dell’attività economica, ma in
seguito è stato sempre più utilizzato
come una misura di benessere sociale.
Ma per questo non è adatto. (Stiglitz)
• Letture consigliate
– Andrea Garnero, “Oltre il PIL”, www.lavoce.info, 04/01/2010.
– Matteo Alviti, “E se dal Pil passassimo alla felicità nazionale lorda”,
Liberazione, 16/05/2010.
PIL reale e nominale
Il PIL è una misura efficace del benessere?
Esempio:PIL = quantità di mele x prezzo delle mela +
quantità di arance x prezzo delle arancia
Supponiamo che i prezzi di mele e arance raddoppino. Di quanto
aumenta il PIL nominale? Di quanto aumenta realmente il PIL?
NOTA: Il PIL può aumentare sia perché aumentano le quantità sia perché
aumentano i prezzi
Il PIL reale tiene conto dell’inflazione
Le variazioni del PIL nominale sono dovute a:
variazione delle quantità di beni e servizi
variazione dei prezzi
Se tutti i P raddoppiassero e non variasse la
quantità, il PIL raddoppierebbe MA ciò non
implicherebbe un aumento del benessere!!!
Una misura più efficace del benessere deve
tener conto della produzione di beni e servizi,
senza essere influenzata dalle variazioni dei
prezzi. A tale scopo si ricorre al PIL reale.
Come si ottiene? => Neutralizzando la
variazione dei prezzi
9
Il PIL reale tiene conto dell’inflazione
Il calcolo del PIL viene effettuato utilizzando i prezzi di
un anno di riferimento. In questo modo il PIL in diversi
anni è confrontabile.
Usando la seguente notazione:
Quantità di mele 2002
Quantità di arance 2002
Prezzo mele 2002
Prezzo arance 2002
= Qm02
= Qa02
= Pm02
= Pa02
Mentre denotiamo con Qm03 i valori per il 2003
Il PIL reale tiene conto dell’inflazione
Calcoliamo il PIL nominale (a prezzi correnti) e il
PIL reale (a prezzi costanti) nel 2002 e nel 2003
prendendo il 2002 come anno base:
Anno 2002:
PIL nominale = PIL reale
(visto che anno base =2002)
PIL = (Qm02 x Pm02) + (Qa02 x Pa02)
Anno 2003:
PIL nominale = (Qm03 x Pm03) + (Qa03 x Pa03)
PIL reale = (Qm03 x Pm02) + (Qa03 x Pa02)
Esempio calcolo PIL
Prezzi correnti: 2004
Q
Auto
7
Scarpe
100
PIL
P
10000
40
Valore di m ercato
70000
4000
74000
Prezzi correnti: 2005
Q
Auto
8
Scarpe
110
PIL
P
10050
42
Valore di m ercato
80400
4620
85020
Prezzi costante (anno base 2004): 2005
Q
P
Valore di m ercato
Auto
8
10000
80000
Scarpe
110
40
4400
PIL
84400
10
Valori concatenati
• L’Istat calcola un Pil reale a valori concatenati.
• Le misure dei valori riferiti a ciascun anno
vengono costruite sulla base dei prezzi dell’anno
precedente, invece di utilizzare i prezzi di un
anno base fisso (o a prezzi costanti) come
avveniva in precedenza. I valori concatenati
forniscono tassi di crescita più accurati rispetto
ai valori deflazionati con indici a base fissa, in
grado di cogliere meglio le dinamiche della
realtà economica.
Tasso di variazione
Tasso di variazione =(Yt – Yt-1)/ Yt-1)*100
• Tasso di crescita nominale: si utilizza
il Pil nominale e riflette sia la dinamica
della produzione che quella dei prezzi.
• Tasso di crescita reale: si utilizza il PIL
reale e riflette solo variazioni nella
produzione realizzata
Tasso di crescita del Pil reale in Italia dal 1960 al
2011
9%
7%
5%
3%
1%
-1%1960
1965 1970 1975 1980 1985 1990 1995 2000 2005
2010
-3%
-5%
-7%
Fonte: Elaborazioni su dati ISTAT
33
11
Andamento Pil reale
3.0
2.0
1.0
0.0
-1.0
-2.0
-3.0
-4.0
-5.0
-6.0
2005
2006
2007
2008
2009
2010
2011
2012
2013
Fonte: Elaborazioni su dati ISTAT
Dai valori nominali a quelli reali
Inflazione
• Il tasso di inflazione:
è la variazione percentuale del livello
generalizzato dei prezzi.
Ovvero è una variazione media dei prezzi
dei diversi beni e servizi in un certo
periodo di tempo.
Indici dei prezzi: il deflatore del PIL
Basandosi sulla doppia rilevazione a
prezzi correnti e a prezzi costanti si può
calcolare il deflatore del PIL.
Esso è un indicatore dell’inflazione in
quanto evidenzia in che misura i prezzi
aumentano:
ci dice quanta parte della crescita del
PIL nominale è attribuibile a variazioni
di prezzo, invece che a variazioni di
produzione.
36
12
Dai valori nominali a quelli reali : Deflatore
Deflatore del PIL =
del PIL
PIL nominale
PIL reale
Viene utilizzato per deflazionare il PIL, cioè per depurare il
PIL dall’inflazione
PIL reale= PIL nominale
Deflatore del PIL
Esempio
Def 2004=(74000/74000)=1
Def 2005=(85020/84400)=1.007
I prezzi sono cresciuti dello 0.7%
37
Esercizio
Esempio numerico:
Pbene1 Qbene1
2001 1 euro
100
2002 2 euro
150
Pbene2 Qbene2
2 euro 50
3 euro 100
Definite il concetto di PIL nominale e PIL reale.
Spiegate quale dei due indicatori rappresenta la misura più
affidabile dell’andamento di un sistema economico.
Calcolate il PIL nominale e il PIL reale (anno base il 2001)
nel 2001 e nel 2002.
Calcolate il deflatore del PIL nel 2001 e nel 2002.
38
Dai valori nominali a quelli reali
Inflazione
Inflazione si può misurare non solo con
riferimento al deflatore del PIL, ma
anche:
Indice dei prezzi al consumo (IPC)
39
13
Dai valori nominali a quelli reali
IPC, indice dei prezzi al consumo
Misura il livello dei prezzi di un paniere
tipico di consumo delle famiglie
Pubblicato dall’Istat
Usato per:
misurare il cambio del «costo della vita»
delle famiglie.
indicizzare i contratti all’inflazione.
calcolare i valori reali e confrontare i dati
di anni diversi.
Inflazione, deflatore e IPC
L’inflazione può essere misurata dalla
variazione percentuale del deflatore oppure
variazioni dell’IPC
Deflatore
IPC
Beni considerati Tutti
Paniere consumo
Prodotti
Italia
Italia ed estero
Pesi dei beni
Variabili
Fissi
• Domande
– PIL: definizione e diversi metodi per calcolarlo
– Pil reale e nominale
– Deflatore del PIL e indice dei prezzi al
consumo
• Esercizi
– Calcolo del PIL nominale e reale, del deflatore
del Pil e del tasso di crescita reale e nominale
14
Esercizio
Considerando i dati della tabella,
calcolate:
1995
2005
Quantità
a) PIL nominale nel 1995 e 2005
b) PIL reale nel 1995 e 2005
(anno base 1995)
c) Deflatore del PIL nel 1995 e
2005
d) La variazione % del PIL reale e
del deflatore tra il 1995 e il
2005
Bistecche (Kg.)
10
7
Uova (dozzine)
10
13
Vino (bottiglie)
8
11
Prezzi (in euro)
Bistecche (al Kg.)
2.8
3.1
Uova (alla dozzina)
0.7
0.85
Vino (alla bottiglia)
4.0
4.5
Occupazione, disoccupazione e partecipazione
Forza lavoro:
lavoratori occupati + lavoratori in cerca di occupazione
Tasso di partecipazione:
rapporto tra la forza lavoro e la popolazione in età
lavorativa
Tasso di disoccupazione (u):
rapporto tra il numero di disoccupati e la forza lavoro
44
Le forze di lavoro
Popolazione per classe di età - Media 2012 (in migliaia)
Maschi e femmine
CLASSI DI ETÀ
Occupati
Perso-ne in
cerca
Non
forze di
lavoro
Totale Forza lavoro
Tasso
disoccuapzione
Tasso
partecipazione
56.3
31.7
17.9
12.5
9.4
7.9
7.1
6.2
5.3
5.2
10.8
8.6
47.2
69.9
79.3
81.0
80.4
79.0
75.1
60.9
24.0
63.7
ITALIA
Fino a 14 anni
15-19
20-24
25-29
30-34
35-39
40-44
45-49
50-54
55-59
60-64
Totale 15-64
108
1,013
1,948
2,719
3,437
3,641
3,590
2,997
2,180
847
22,481
140
471
426
389
357
312
275
198
122
47
2,736
8,520
2,650
1,660
1,024
810
891
964
1,025
1,057
1,477
2,828
14,386
8,520
2,898
3,143
3,398
3,919
4,685
4,918
4,890
4,251
3,780
3,721
39,603
248
1,484
2,374
3,108
3,794
3,953
3,865
3,194
2,302
894
25,217
15
Studio sul libro
• Blanchard: Cap. 2
16