ROMA JAZZ FESTIVAL 2009
JAZZ LABELS
CARTELLA STAMPA
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ROMA JAZZ FESTIVAL
33a EDIZIONE
“JAZZ LABELS”
8-30 novemb re 2009
Al via la 33a edizione del Roma Jazz Festival, autunnale rassegna della capitale in programma
dal 8 al 30 novembre 2009, presso l’Auditorium Parco della Musica di Roma. L’evento prodotto
dalla International Music Foundation è sostenuto dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali e
dal Comune di Roma e co-prodotto con la Fondazione Musica per Roma. Alcune iniziative in
programma sono state realizzate in collaborazione con l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia,
la Casa del Jazz ed il Circolo degli Artisti.
Il Roma Jazz Festival è sempre stato un festival coraggioso, capace di sperimentazione e
slancio creativo con una propria vocazione verso la ricerca di progetti e sonorità inedite che
hanno incontrato sempre ampi consensi di pubblico e critica. Un festival che ha saputo evolversi
continuamente, percorrendo traiettorie originali, miscelando le arti per ricondurle ad un
messaggio forte e condiviso in cui ogni generazione riconosce i propri riferimenti, o ne
scopre/riscopre di nuovi.
La scelta di dedicare questa edizione “Jazz Labels” alle etichette discografiche nasce dalla
speciale coincidenza nel 2009 di ricorrenze importanti: 90 anni dall’incisione del primo disco
jazz in Italia, 70 anni dalla fondazione della casa discografica Blue Note, 50 anni dalla
pubblicazione da parte della Columbia del memorabile disco “Kind of Blue”, 40 anni dalla
nascita della casa discografica ECM. Anniversari emblematici che stanno ad indicare il lungo e
costante lavoro delle case discografiche nella promozione e diffusione della musica jazz, e nella
scoperta di nuovi talenti, contribuendo così alla evoluzione della storia del jazz e fissandone il
percorso.
Un programma con un cast stellare con artisti quali Sonny Rollins, Diana Krall, Jamie Cullum,
Brad Meldhau e Stefano Bollani, scelte che ancora una volta confermano il ruolo di spicco del
Roma Jazz Festival, ponendolo tra i migliori festival jazz internazionali.
(l’immagine del Roma Jazz Festival 2009 è di Enrico Guarino - 2009 Kind of Blue acrilico su tela)
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CONSIDERAZI ONI SUL TEMA DEL ROMA JAZZ F ESTIVAL 2009
Nel febbraio 1917 il primo disco di jazz venne inciso per caso da un quintetto di bianchi,
l’Original Dixieland Jazz Band. Inizia così, la storia dell'incisione discografica di una delle
musiche più libere e più seminali che appartengono all'umanità, un suono che ha influenzato
ininterrottamente la cultura del novecento, e continua a farlo nel secolo attuale: il Jazz.
Musica popolare per eccellenza, perché mediata dagli strumenti di diffusione di massa, il jazz
vive da sempre sulla propria tradizione costantemente tramandata e reinventata. Un fatto
possibile solo grazie allo stretto rapporto tra il jazz e le tecniche di fonofissazione dai primi del
‘900 e alla ricca documentazione discografica che nei decenni ha accompagnato lo sviluppo di
questa musica “estemporanea”.
Nel secolo scorso Major come Columbia, Verve ed Atlantic potevano dichiarare di essere attori
principali dell'innovazione del jazz e insieme ad altre etichette, investirono molto nella
produzione discografica per la scoperta di nuovi talenti. In seguito al rapido consolidamento
aziendale degli ultimi decenni diverse etichette sono diventate parte di grandi colossi
discografici, produttori di altri generi come rock e pop, relegando il jazz all'ultimo posto.
Ecco quindi che la necessità di molti giovani talenti di editare nuova musica e inserirsi nel
mercato discografico, genera la nascita del fenomeno delle etichette indipendenti, iniziato già
alla fine degli anni '40 negli Stati Uniti ed in Europa. Anche la discografia indipendente italiana
ha vissuto la sua stagione d’oro tra gli anni ’70 e gli inizi dei ’90, grazie soprattutto all’impegno
ed alla passione di alcuni “piccoli” produttori indipendenti come la Gala Records, la Horo, la
Dire, la Red Records, la Black Saint e per ultima, in ordine di tempo, la Splasc(h). Oggi questa
tradizione viene portata avanti con dedizione da etichette come CamJazz, Egea, Veneto jazz,
Auand, Schema, El Gallo Rojo e tante altre. Un gruppo di etichette che persegue un’idea ed
un’etica di produzione.
Quindi, l'etichetta indipendente ha guadagnato un ruolo, conducendo la partita sia in termini di
visione creativa sia in termini di libertà artistica. Certo, le Major possono offrire ai loro artisti
possibilità di vendita nettamente superiori ma con prodotti decisamente più orientati alle
richieste di mercato.
Questa è una vecchia storia: la battaglia epica tra arte e commercio.
Una parte di questo confronto verrà messa in risalto nella trentatreesima edizione del Roma
Jazz Festival con un programma di eventi ed anteprime che vedono la presenza di artisti di
fama internazionale e di giovani talenti, promossi dalle case discografiche americane, europee
ed italiane più rappresentative.
Il Direttore artistico
Mario Ciampà
UFFICIO STAMPA ROMA JAZZ FESTIVAL:
BIG TIME
Tel. 06.5012073 - Fax 06.5011770
CLAUDIA FELICI 329/9433329 / FABIO TIRIEMMI 329/9433332
[email protected]
UFFICIO STAMPA MUSICA PER ROMA
Tel. 06.80241574-231-228
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ROMA JAZZ FESTIVAL JAZZ
33ma EDIZIONE
“JAZZ LABELS”
PROGRAMMA
8 NOVEMBRE 2009
AUDITORIUM PARCO DELLA MUSICA - SALA S.CECILIA ore 21,00
ECM
“ Il suono come firma ”
Prima Italiana
STEFANO BO LLA NI TRIO
Apre il Roma Jazz Festival l’istrionico e funambolico pianista Stefano Bollani., talento
indiscusso del jazz italiano e internazionale. In prima assoluta presenterà l’attesissimo disco
con il suo Danish Trio “Stone in the water”pubblicato dalla prestigiosa etichetta discografica
ECM.
9 NOVEMBRE 2009
AUDITORIUM PARCO DELLA MUSICA - SALA SINOPOLI ore 21,00
SONY MUSIC/COLUMBIA
“ Il disco più venduto nella storia d el jazz”
KIND OF BLUE 50 YEARS ON
Prima Italiana
SO WHAT BAN D
feat. JIMMY COBB, WALLACE RONEY, JAVON JACKSON ,VINCENT HERRING, LARRY WILLIS
,BUSTER WILLIAMS
Un appuntamento speciale con una band formata da colossi del jazz riunitisi insieme per
festeggiare il cinquantesimo anniversario di “Kind of Blue”, il disco edito dalla Columbia più
venduto della storia del jazz (circa 10 milioni di copie) e considerato il più bel disco della storia
del jazz.
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10 NOVEMBRE 2009
AUDITORIUM PARCO DELLA MUSICA - SALA SINOPOLI ore 21,00
PdM Records - MPR
“L'etichetta Istituzionale”
AIRES TANG O
Una delle formazioni più originali degli ultimi anni che miscelando tango e jazz è riuscita a
creare un sound unico e ad appassionare sempre di più il pubblico più esigente. La Parco della
Musica Records, l’etichetta discografica della Fondazione Musica per Roma, ha celebrato
quindici anni di attività e dieci dischi pubblicati di questo gruppo con il disco “10/15”.
11 NOVEMBRE 2009
AUDITORIUM PARCO DELLA MUSICA - SALA S.CECILIA ore 21,00
DOXY RECORDS
“ L’etichetta person ale”
SONNY RO LLIN S
Un colosso del jazz, icona assoluta del sax tenore dai tempi del bebop e dell’hard bop ritorna a
esibirsi con una formazione esplosiva e con un nuovo progetto. Rollins pubblica i suoi dischi con
un’ etichetta personale, la Doxy Records, è una delle leggende viventi del jazz e la sua influenza
è ancora oggi enorme sulle generazioni di giovani sassofonisti e musicisti.
12 NOVEMBRE 2009
AUDITORIUM PARCO DELLA MUSICA - SALA PETRASSI ore 21,00
ENJA RECORDS
“ L’etichetta gl obalizzata”
Prima Italiana
LIVIO MINA FRA
pianoforte
ROBERTO FO NSECA
Il pianista cubano Roberto Fonseca, una delle migliori rivelazioni della musica jazz dei giorni
nostri, presenta per la prima volta il nuovo disco pubblicato da Enja “Akokan”. Insieme a lui una
formazione d’eccezione composta da musicisti con i quali Fonseca ha collaborato nell’arco di 12
anni. Apre il concerto Livio Minafra.
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13 NOVEMBRE 2009
AUDITORIUM PARCO DELLA MUSICA – SALA PETRASSI ore 21,00
EGEA RECORDS
“Il jazz mediterraneo”
GABRIELE MI RABASSI T RIO ospite CRISTINA ZAVALLONI
MARIO BR UN ELLO
MARCO ZURZO LO B AND
Il virtuoso del clarinetto Gabriele Mirabassi, la vocalist Cristina Zavalloni, l’eclettico violoncellista
Mario Brunello e il versatile sassofonista Marco Zurzolo saliranno insieme sul palco del Roma
Jazz Festival per rappresentare al meglio l’avventuroso viaggio musicale dell’etichetta perugina
Egea.
14 NOVEMBRE 2009
AUDITORIUM PARCO DELLA MUSICA - SALA SINOPOLI ore 21,00
NONESUCH
“Dalla contemporanea al jazz”
BRAD MEHLDA U TRIO
Un concerto che non ha bisogno di presentazioni, Il trio di Brad Mehldau, il fiore all’occhiello
della Nonesuch Record
15 NOVEMBRE 2009
AUDITORIUM PARCO DELLA MUSICA - SALA SINOPOLI ore 21,00
VERVE
“ L’importanza della st oria “
Prima Italiana
DIANA KRA LL TRIO
La cantante e pianista jazz canadese Diana Krall, rappresentante della produzione discografica
recente della storica etichetta Verve, eseguirà dal vivo i brani contenuti nel suo dodicesimo
album “Quiet Nights”.
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16 NOVEMBRE 2009
AUDITORIUM PARCO DELLA MUSICA – TEATRO STUDIO ore 21,00
TRACCE
“ L’etichetta radiof onica”
SO L6
Una giovane formazione d’avanguardia, i Sol6, rappresentanti dell’attuale scena improvvisativa
europea porteranno a Roma la loro musica intima e vulcanica catturata dall’etichetta Tracce, un
progetto di Radio3 dedicato alle forme più avanzate del jazz contemporaneo.
17 NOVEMBRE 2009
AUDITORIUM PARCO DELLA MUSICA –SALA SINOPOLI – ore 21,00
UNIVERSAL MUSIC GROUP
“ L’etichetta universale”
JAMIE CULLUM
Show case – unica data
Una data unica: l’attesissimo show case del nuovo disco di Jamie Cullum, il cantante e pianista
jazz inglese con il più alto numero di dischi venduti nella storia della musica
17 NOVEMBRE 2009
AUDITORIUM PARCO DELLA MUSICA – TEATRO STUDIO ore 21,00
AUAND
“ La ricerca dei nuovi talent i”
3QUI ETMEN -STEFANO BATTAG LIA
DO WNTO WN TRIO
Grandi talenti del jazz contemporaneo italiano presentano i loro ultimi lavori per l’etichetta
indipendente Auand
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18 NOVEMBRE 2009
AUDITORIUM PARCO DELLA MUSICA - TEATRO STUDIO ore 21,00
S'ARD MUSIC
“ Un'isola felice”
ANTONIO P LACER TRIO
L’autore e interprete galiziano Antonio Placer presenta il suo nuovo progetto « Atlantiterraneo ».
Un lavoro emozionante frutto di un consolidato scambio artistico, culturale e umano con
l’etichetta discografica cagliaritana S’ard Music che rappresenta l’approdo di un lungo percorso
musicale fatto di tante e straordinarie collaborazioni con artisti internazionali.
19 NOVEMBRE 2009
AUDITORIUM PARCO DELLA MUSICA - SALA SINOPOLI ore 21,00
SCHEMA RECORDS
“ I nuovi suoni italiani”
LUCIANO CANTO NE
Turntables
NICOLA CONTE COMBO
I turntables di Luciano Cantone e il gruppo di Nicola Conte porteranno a Roma le nuove sonorità
e contaminazioni del jazz, genere prediletto della Schema Records
20 NOVEMBRE 2009
AUDITORIUM PARCO DELLA MUSICA - TEATRO STUDIO ore 21,00
ACT RECORDS
“ Il gusto della sperimentazione”
ALBOR AN TRIO
L’ Alboran Trio è un incontro tra musicisti che vivono la musica d’improvvisazione in un modo
diverso, che scavano nel ritmo, che cercano un nuovo suono con il gusto di sperimentare nuove
strade, imperativo categorico della Act Records.
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24 NOVEMBRE 2009
AUDITORIUM PARCO DELLA MUSICA - SALA SINOPOLI ore 21,00
EMI/BLUE NOTE RECORDS
“ 40 anni di musica italiana”
PAOLO FR ESU/URI CAINE &
ALBOR ADA Q UARTET
Due grandi personalità del jazz moderno, il trombettista Paolo Fresu e il pianista Uri Caine,
insieme al quartetto d’archi Alborada presentano un’altra tappa della loro avventura musicale, il
nuovo progetto “Think” edito da Emi/Blue Note
26 NOVEMBRE 2009
CIRCOLO DEGLI ARTISTI - Via Casilina Vecchia, 42 ore 22,30
BLUE NOTE RECORDS
“ Un omaggio a 70 anni di storia d el jazz”
DJ J.RO CC
Una serata extra per tutti i nottambuli amanti della dancefloor, un omaggio alla storia del jazz e
alla celebre Blue Note Records
29 NOVEMBRE 2009
AUDITORIUM PARCO DELLA MUSICA - SALA SINOPOLI ore 21,00
BLACK SAINT/CAM
“ Un omaggio all’avan guardia afro-americana”
DAVI D M URRAY QUARTET
Il sassofonista David Murray si esibirà in concerto con il suo quartetto, uno dei musicisti che
rappresenta al meglio l’avanguardia afro – americana come fa da sempre l’etichetta Black
Saint/Cam
30 NOVEMBRE 2009
AUDITORIUM PARCO DELLA MUSICA - SALA SINOPOLI ore 21,00
IN COLLABORAZIONE CON L’ACCADEMIA NAZIONALE DI SANTA CECILIA
RASSEGNA “IT’S WONDERFUL”
CAMJAZZ
“Una storia italiana”
RICHA RD GA LLIANO SO LO
Un grande ritorno per chiudere in bellezza il Roma Jazz Festival: il talento della fisarmonica
scoperto negli anni ottanta dalla Cam, Richard Galliano si esibirà in solo in un altro
indimenticabile concerto per presentare il suo nuovo disco.
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ROMA JAZZ FESTIVAL - “ JAZZ LABELS”
RASSEGNA CINEMATOGRAFICA a cura della CASA DEL JAZZ
PROGRAMMA
SABATO 7 NOVEM BRE H.21
"STEFA NO BOLLANI PORTRAIT IN B LUE"
diretto da Michele Francesco Schiavon,Harvey Film 2009
interverranno Stefano Bollani e il regista Michele Francesco Schiavon
DOMENICA 15 NOVEMBRE H.12
"B LUE NOT E, A STORY O F MO DERN JAZZ "
scritto e diretto da Julian Benedikt ,1997
DOMENICA 22 NOVEMBRE H.12
"ATLANTIC RECOR DS:T HE HOUSE T HAT A HM ET B UILT "
scritto e diretto da Susan Steinberg,2007
DOMENICA 29 NOVEMBRE H.12
"MP S - JAZZIN ' T HE B LA CK FO REST"
diretto da Elke Baurs,2000
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8 NO VEMBR E 2009
AUDITORIUM PARCO DELLA MUSICA - SALA S.CECILIA ore 21,00
ECM
“ Il suono come firma ”
STEFANO BOLLANI TRIO
STEFANO BOLLANI: PIANOFORTE
JASPER BODILSEN: CONTRABBASSO
MORTEN LUND: BATTERIA
PLATEA 25,00 GALLERIA 20,00
Dopo il diploma di conservatorio conseguito a Firenze nel 1993 e una breve esperienza come turnista nel mondo
della musica pop (con Raf e Jovanotti, fra gli altri) STEFANO BOLLANI si afferma nel jazz, collaborando con
grandissimi musicisti (Richard Galliano, Gato Barbieri, Pat Metheny, Bobby McFerrin, Chick Corea, Michel Portal,
Martial Solal, Phil Woods, Lee Konitz, Han Bennink, Miroslav Vitous, Antonello Salis, Aldo Romano, John
Abercrombie, Uri Caine, Kenny Wheeler, Greg Osby...) sui palchi piú prestigiosi del mondo (da Umbria Jazz al
festival di Montreal, dalla Town Hall di New York alla Fenice di Venezia, fino alla Scala di Milano).
Fra le tappe della sua carriera, fondamentale è la collaborazione iniziata nel 1996, e da allora mai interrotta, con il
suo mentore Enrico Rava, al fianco del quale ha tenuto centinaia di concerti e inciso ben quattordici dischi. Tra i più
recenti ricordiamo: Tati (ECM 2005), in trio con Paul Motian alla batteria, The third man (ECM 2007), e New York
days (ECM 2009), in compagnia di Mark Turner, Larry Grenadier e Paul Motian. Il referendum dei giornalisti della
rivista specializzata Musica jazz lo proclama miglior nuovo talento del 1998; in quel periodo, mentre guida il proprio
gruppo, L’orchestra del Titanic, si lancia nella realizzazione di un ambizioso disco-spettacolo Abbassa la tua radio
in omaggio alla musica leggera italiana degli anni '30-'40. Nel 2003 a Napoli riceve il Premio Carosone, l’anno
successivo la rivista giapponese “Swing journal” gli conferisce il premio New star award riservato ai talenti
emergenti stranieri, per la prima volta assegnato a un musicista non americano. Per la label giapponese Venus
records pubblica cinque dischi alla testa del suo trio. Per la prestigiosa etichetta francese Label Bleu realizza
quattro dischi: in trio con Scott Colley e Clarence Penn, in solo, in trio jazz con l’Orchestra Regionale Toscana e un
doppio album col suo nuovo quintetto con Mark Feldman, Paolo Fresu e Petra Magoni come ospiti. In ambito
classico, si esibisce come solista con orchestre sinfoniche come l’Orchestra Regionale Toscana, la Filarmonica del
Regio di Torino, la Verdi di Milano, la Santa Cecilia di Roma con direttori come Jan Latham-Koenig, Cristopher
Franklyn e James Conlon. Nel 2006 per la rivista Musica jazz è il musicista italiano dell’anno; e il disco dell’anno è il
suo “Piano solo”, uscito per l’ECM.
Il referendum di Downbeat nel 2007 lo vede ottavo fra i nuovi talenti del jazz mondiale e terzo fra i giovani pianisti. I
critici della rivista Allaboutjazz di New York lo votano fra i cinque musicisti più importanti del 2007, accanto a mostri
sacri come Ornette Coleman e Sonny Rollins.
Nel dicembre dello stesso anno a Vienna gli viene consegnato l’European Jazz Prize, premio della critica europea,
come miglior musicista jazz europeo dell’anno. Nel 2008, la Regione Toscana gli ha conferito la massima
onorificenza, il 'Gonfalone d’argento'. Nel 2009, durante il North Sea Festival di Rotterdam, gli viene consegnato il
“Paul Acket Award”. Negli ultimi anni si stringe il suo legame con il Sudamerica. Dopo aver realizzato il disco
“Bollani Carioca” insieme a grandissimi musicisti brasiliani, ha collaborato con diversi artisti della nuova scena
brasiliana: Hamilton de Holanda, Toninho Horta, Marcos Sacramento, Ze' Renato, Monica Salmaso, Nilze Carvalho,
Na' Ozzetti fino al grande interprete Caetano Veloso, con il quale e stato protagonista di due grandi concerti a
Cagliari e ad Umbriajazz 2007. Va fiero della copertina che gli ha dedicato il settimanale Topolino, rivista di cui è
stato ufficialmente nominato “Ambasciatore” e che nel numero di agosto 2009 lo ha visto partecipare a
un’avventura di Paperino con il nome di Paperefano Bolletta. Il suo ultimo lavoro per la ECM è il disco “Stone in the
water”(2009), inciso a New York alla guida del suo abituale trio, con Jesper Bodilsen al basso e Morten Lund alla
batteria.
http://www.stefanobollani.com
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ECM
“ Il suono come firma ”
L’ECM è stata fondata nel 1969 dal produttore Manfred Eicher ed ha pubblicato ad oggi oltre un migliaio di album,
spaziando tra i diversi stili. L’etichetta ha conquistato subito il suo credito con le registrazioni di standard jazz di
Keith Jarrett, Paul Bley, Jan Garbarek, Chick Corea, Pat Metheny, the Art Ensemble of Chicago ed altri. Alla fine
degli anni ’70 ha iniziato ad includere nel suo catalogo composizioni di musica contemporanea. La preparazione di
Eicher come musicista classico e di jazz lo ha condotto ad una visione ampia dei generi musicali e ad una
produzione flessibile, con un preciso riferimento alla musica improvvisata. Nel 1984 fu fondata l’ECM New Series
con le musiche di Arvo Pärt contenute nel disco “Tabula rasa”, un impegno continuato con la pubblicazione di altri
lavori inediti presenti nel recente disco “In principio”. Le altre registrazioni della New Series, riguardano i
compositori: Valentin Silvestrov, Tigran Mansurian, Erkki-Sven Tüür, Heinz Holliger, Giya Kancheli, György Kurtág,
Meredith Monk e Heiner Goebbels; ed importanti interpreti come Kim Kashkashian, András Schiff, Gidon Kremer,
Thomas Demenga e Hilliard Ensemble.
Nel corso degli anni, l’ ECM si è interessata anche alle arti realizzando una specifica collana delle colonne sonore
per cinema e teatro di Jean-Luc Godard ed Eleni Karaindrou. Durante la sua attività, l’ECM ha avuto importanti
riconoscimenti, merito dell’indiscussa qualità dei suoi album, determinata dalla scelta dei musicisti, dal suono e
dalla grafica delle copertine. Tra i premi vinti ricordiamo: nel 2007 migliore etichetta dell’anno nel jazz e nella
musica classica; negli anni 2008 e 2009 doppio premio come produttore dell’anno ed etichetta, nel Down Beat
Critics Poll. L’ECM ha documentato la musica jazz ed improvvisata in America ed in Europa, portando diversi
musicisti su inedite contaminazioni, come: Chick Corea/Gary Burton duo, il gruppo ‘Belonging’ con Keith Jarrett,
Jan Garbarek, Palle Danielsson e Jon Christensen, e il ‘Magico’ trio con Charlie Haden, Jan Garbarek e Egberto
Gismonti. Negli ultimi anni, Eicher ha posto la sua attenzione sul jazz scandinavo scoperndo nuovi talenti quali:
Trygve Seim, Christian Wallumrød, Matthias Eick, Tord Gustavsen, Arve Henriksen, Frode Haltli, il Trio Mediaeval
ed altri. Comunque, anche il sud dell’Europa è presente nella produzione ECM con il trombettista Enrico Rava, il
pianista Stefano Bollani, il clarinettista – sassofonista Gianluigi Trovesi, e i greci Savina Yannatou e Vassilis
Tsabropoulos. La storia dell’ECM si è contraddistinta per la sua inesauribile sperimentazione transculturale che si
riscontra nei tre album del trio pionieristico di Don Cherry, Nana Vasconcelos e Collin Walcott: “The Codona
Trilogy”, che hanno anticipato la “world music “. La riedizione di questi dischi testimonia un corso storico che l’ECM
ha racchiuso in una serie di registrazioni includendo “Setting Standards”, con il gruppo di Keith Jarrett, Gary
Peacock e Jack DeJohnette, e “Life’s Backward Glances” di Steve Kuhn. La storia dei quarant’anni di attività
dell’ECM è riportata nei libri: “Horizons Touched”, edito da Steve Lake e Paul Griffiths, e “Sleeves of Destre” che
raccoglie le copertine artistiche più rappresentative. Il lavoro dell’etichetta appare anche in altri media come il
documentario “Sounds and Silence” dei registi svizzeri Norbert Wiedmer e Peter Guyer, e il dvd “Holozän”, un film
diretto nel 1992 da Manfred Eicher e Heinz Bütler.
http://www.ecmrecords.com
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9 NO VEMBR E 2009
AUDITORIUM PARCO DELLA MUSICA - SALA SINOPOLI ore 21,00
SONY MUSIC/COLUMBIA
“ Il disco più venduto nella storia d el jazz”
KIND OF BLUE 50
YEARS ON
SO WHAT BAND
JIMMY COBB – BATTERIA -DRUMS
WALLACE RONEY – TROMBA - TRUMPET
JAVON JACKSON – SAX TENORE - TENOR SAXOPHONE
VINCENT HERRING – SAX ALTO - ALTO SAXOPHONE
LARRY WILLIS – PIANOFORTE - PIANO
BUSTER WILLIAMS – CONTRABBASSO
PLATEA 20,00 GALLERIA 15,00
L’album “ KI ND OF BL UE ” con la sagoma di Miles Davis che compare sulla copertina edito dalla Columbia e
realizzato nel 1959, è entrato di diritto nella storia del jazz, essendo stato fra i più venduti di sempre (circa 10
milioni di copie) ed è uno dei primi esempi di modal jazz. Il disco venne registrato in due sedute che si tennero nei
mitici studi della Columbia che si trovavano sulla 30ma Strada a New York. La prima si tenne nel pomeriggio e
nella sera del 2 marzo 1959, la seconda nel pomeriggio del 22 aprile dello stesso anno, il disco uscì ad agosto. Con
Miles Davis si ritrovarono negli studi della Columbia John Coltrane, qui impiegato esclusivamente al sax tenore,
Julian Cannonball Adderley, al sax alto, il pianista Bill Evans, sostituito nel blues “Freddie Freeloader” da Wynton
Kelly, il bassista Paul Chambers e il batterista Jimmy Cobb che aveva da meno di un anno preso il posto di Philly
Joe Jones. Per celebrare l’anniversario dei suoi cinquant’anni, la Columbia/Legacy che cura la preziosa serie di
riedizioni dei capolavori di Davis, ha organizzato un tour mondiale con un gruppo comprendente: Jimmy Cobb,
Buster Williams, Wallace Roney e Javon Jackson.
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JI MMY C OBB
Leggendario batterista jazz, Jimmy Cobb, nato a Washington DC il 20 gennaio 1929, ha suonato in diversi dischi di
Miles Davis, “Sketches of Spain”, “Someday My Prince will Come”, “Live at Carnegie Hall, “Live at the Blackhawk”,
“Porgy and Bess” e tanti altri.
La collaborazione con Miles Davis, certamente folgorante, non è l’unico grande momento della sua carriera. Prima
di incontrarlo, aveva suonato con Dinah Washington, Billie Holiday, Pearl Bailey, Clark Terry, Dizzy Gillespie,
Cannonball Adderly. Quando Tony Williams nel 1963 prese il suo posto nella band di Davis, Jimmy Cobb continuò a
suonare con Winton Kelly, Paul Chambers e Wes Montgomery. Ha lavorato per nove anni con Sarah Vaughan
collaborando tra gli anni ’70 e ‘90 con importanti artisti, fra i quali Sonny Stitt, Nat Adderly, Ricky Ford, Hank Jones,
Ron Carter, George Coleman, Fathead Newman, Dave Holland e Warren Bernhardt. Una carriera straordinaria
ancora segnata da nuove sperimentazioni.
WALL ACE RONEY
Wallace Roney è un artista maturato alla scuola di Art Blakey. La sua tromba non è uno strumento come gli altri,
apparteneva infatti a Miles Davis. Questo non è certo un dettaglio casuale, Miles vedeva infatti in Wallace Roney il
suo delfino, il suo erede spirituale. Dopo la morte di Miles, quando Herbie Hancock decise di ricrearne il celebre
quintetto con Wayne Shorter, il giovane Wallace venne scelto come suo naturale sostituto. Graffiante, modale,
soffuso, Wallace Roney è da anni uno degli interpreti più autorevoli delle nuove frontiere hardbop. Dal 1987, anno
del suo esordio discografico con “Verses”, il suo stile già sviluppato, dal fraseggio cromatico, ora minimale e
introspettivo, ora esuberante e aggressivo, si è evoluto attraverso le varie formazioni, aggiungendo di volta in volta
nuovi colori. La sua musica si aggira nell’ampio universo sonoro di Miles Davis, passando dal lessico funambolico
del Davis anni 50, al filone elettronico sempre con inflessioni e richiami pienamente originali.
BUST E R W IL LI AMS
Nato a Camden, New Jersey nel 1942, Buster Williams è un artista prodigioso. Ha collaborato con giganti del jazz
quali Art Blakey, Betty Carter, Carmen McRae, Chet Baker, Chick Corea, Dexter Gordon, Gene Ammons, Sonny Stitt,
Herbie Hancock, Lee Konitz, McCoy Tyner, Illinois Jacquet, Elvin Jones, Miles Davis, Ron Carter, Woody Shaw,
Sarah Vaughan, Benny Golson, Mary Lou Williams, Hank Jones, Lee Morgan, Hampton Hawes, Cedar Walton,
Bobby Hutcherson, Sonny Rollins, Count Basie, Errol Garner, Kenny Barron, Kenny Dorham, Freddie Hubbard. Ha
registrato colonne sonore per film (“Les Choix des Armes”, “McKenna’s Gold” con Gregory Peck, “Twin Peaks:
Fuoco cammina con me”, “Clockers”) e per spot televisivi. Tra i premi vinti, un Grammy nel 1979, un “Min-On Art
Award”, il “SGI Glory Award” il “SGI Cultural Award”, il “RVC Corporation RCA Best Seller Award”, il “NEA recipient”
e il “New York Fellowship Grant”.
JAV ON J AC KS ON
Javon Jackson è entrato nel panorama internazionale, come membro del Jazz Messengers di Art Blakey. Con
questo gruppo e con il leggendario batterista Art Blakey, Javon ha fatto molte tournée e registrazioni.
Successivamente, Jackson ha girato e registrato anche con Elvin Jones, Freddie Hubbard, Betty Carter, Cedar
Walton, Ron Carter, Donald Byrd, Dr. Lonnie Smith, Richard Davis, Bobby Hutcherson, Curtis Fuller e Stanley
Turrentine. Ad oggi, il suo nome appare su più di 125 registrazioni. Egli ha sviluppato una formidabile carriera
anche come leader del suo gruppo musicale, la Javon Jackson Band. Un gruppo che spazia tra diversi stili tra cui
jazz, funk, R & B e rock. Ultimamente Javon ha avuto un ritorno al jazz acustico, con particolare riferimento al
repertorio di Sonny Rollins e Wayne Shorter.
http://www.jimmycobb.net/
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SONY MUSIC ENTERTAINMENT /COLUMBI A
KIND OF BLUE - “ Il disco più venduto nella storia del jazz”
La Columbia fu originalmente una compagnia locale guidata da Edward Easton, distribuiva e vendeva fonografi e
cilindri fonografici della Edison nel distretto di Columbia, da cui deriva il suo nome. Nel 1891 aveva in catalogo più
di 200 cilindri registrati. Nel 1902, introdusse il disco “XP” wax record di color marrone, mentre l’anno successivo il
“black wax”, infine, nel 1908 iniziò la massiccia produzione di dischi “Double Sided”con registrazione su ambedue i
lati. Durante il primo periodo, la Columbia usò il famoso logo “Magic Notes” un gruppo di sedici note in un cerchio,
questo logo non sarà mai sostanzialmente cambiato. Il 25 febbraio del 1925, l’etichetta incominciò a registrare con
il nuovo processo elettrico su licenza della Western Electric e, il nuovo disco “Viva-tonal”, divenne un punto di
riferimento per l’ineguagliabile qualità del suono durante l’era del 78 giri. Nel 1926, acquisisce la Okeh Records e si
consolida nel settore jazz e blues mettendo sotto contratto: Louis Armstrong, Bessie Smith, Paul Whiteman,
Fletcher Henderson e Ted Lewis. Nel 1931, la compagnia inglese Columbia Graphophone si unì con la Gramophone
Company per formare la Electric & Musical Industries Ltd. (EMI). Con la stretta economica della Grande
Depressione, la Columbià andò verso un lento declino e, nel 1934, fu venduta per soli $75,000 all’American Record
Corporation (ARC). Alla fine del 1936, l’etichetta era essenzialmente defunta. Fortunosamente nello stesso anno la
compagnia stipulò un contratto d’esclusiva con la Chuck Wagon Gang, una società che rappresentava diversi gruppi
gospel del sud degli Stati Uniti, raggiungendo così, in pochi anni, il massimo delle vendite con circa trentasette
milioni di copie. Nel 1938, la ARC, inclusa la Columbia USA, fu comprata da William S. Paley della Columbia
Broadcasting System per $750,000. Nel 1948, la compagnia introdusse il formato microsolco denominato Long
Playing, questo disco girava a trentatrè giri al minuto, e divenne lo standard dei dischi per mezzo secolo. Agli inizi
degli anni quaranta iniziò a sperimentare la registrazione in alta fedeltà che realizzò con successo nel 1948,
producendo i primi LPs. Uno di questi dischi fu registrato da Frank Sinatra “The Voice, ancora oggi, considerato il
primo vero “concept album”. Nel 1951, Columbia USA cancellò il decennale contratto di distribuzione con la EMI e
passò alla Philips Records aprendosi così al mercato estero. Columbia, in breve, divenne la più importante
compagnia discografica non-rock scoprendo e contrattualizando grandi star come Frankie Laine, Tony Bennett,
Jimmy Boyd, Guy Mitchell, Johnnie Ray, Ray Conniff e Johnny Mathis. Nel 1953, CBS fondò un’etichetta sorella, la
Epic Records e, in accordo con la Philips Records, costituì la propria organizzazione internazionale la CBS Records,
con la quale iniziò a distribuire da sola i propri dischi. Nel 1967, la Columbia si aprì anche alla musica rock grazie
ad una fortuita decisione di partecipare al Monterey International Pop Festival, dove ingaggiò la cantante Janis
Joplin. Comunque, durante questi anni la compagnia non tralasciò il settore pop e jazz includendo tra i propri
artisti Barbra Streisand e Simon & Garfunkel. Nel 1988, la CBS Records Group inclusa la Columbia Records furono
acquistate dalla Sony, la quale creò nel 1991 la divisione Sony Music Entertainment Dopo diversi accordi ed
acquisizioni la compagnia sotto il nome Sony BMG continuò ad usare il nome della Columbia Records e il logo
Walking Eye in tutto il mondo eccetto il Giappone. Nell’ottobre del 2008, Sony ha comprato le quote di Bertlesmann
della Sony BMG e la compagnia è stata di nuovo rinominata Sony Music Entertainment.
http://www.sonymusic.com
http://www.columbiarecords.com
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10 NOVEMBRE 2009
AUDITORIUM PARCO DELLA MUSICA - SALA SINOPOLI ore 21,00
PdM Records - MPR
“L'etichetta Istituzionale”
AIRES TANGO
JAVIER GIROTTO: SASSOFONO SOPRANO E BARITONO
ALESSANDRO GWIS: PIANOFORTE E LIVE ELECTRONICS
MARCO SINISCALCO: BASSO
MICHELE RABBIA: BATTERIA E PERCUSSIONI
12,00 POSTO UNICO
Gli Aires Tango nascono nel 1994 da un’idea del sassofonista e compositore argentino Javier Girotto, che
ispirandosi alle proprie radici musicali e fondendole con le modalità espressive tipiche del jazz e facendo esplicito
riferimento alla musica del grande Astor Piazzolla, arriva a concepire un repertorio di musica originale in
progressiva evoluzione, sia per la natura improvvisativa che per il continuo ricambio del materiale musicale. Nel
‘95 Aires Tango sono gli interpreti della colonna sonora dello spettacolo teatrale “I Testimoni” (con Gianmarco
Tognazzi e Alessandro Gassman), e del film Banditi (di Mignucci con Ben Gazzara e Lumi Cavazos). Nel ‘96 esce il
primo lavoro discografico degli Aires Tango “Malvinas”, dal nome argentino delle isole Falklands. Alla fine del ‘97
esce il secondo CD dal titolo “Madres”, che si avvale della collaborazione di un quartetto d'archi e del fisarmonicista
Antonello Salis. Dal ‘98 in poi, gli Aires Tango partecipano a un grande numero di Festival musicali in tutta la
penisola, tra cui Rumori Mediterranei di Roccella Ionica, Nuoro Jazz Festival e Fano Jazz dove dividono la serata
con il gruppo di Astor Piazzolla - Gary Burton; inoltre, cominciano una serie di collaborazioni dal vivo con vari
solisti, tra cui Paolo Fresu, Enrico Rava, Gianni Coscia, Antonello Salis e Peppe Servillo degli Avion Travel. Uscito
nella primavera ‘99, il loro terzo lavoro discografico “Poemas” è dedicato alla grande letteratura latino-americana
contemporanea. Il loro quarto CD, "Cronologia del '900", è pubblicato nell'ottobre 2000. Il quinto CD "Origenes",è
pubblicato nell'ottobre 2001, sempre in co-produzione con IL Manifesto. Il sesto CD (un doppio) "En Vivo" è
pubblicato in giugno del 2002; disco registrato in tre concerti Live a La Palma club. Il settimo CD "Aniversario" è
pubblicato in settembre 2002, disco che marca il traguardo di otto anni di vita di Aires Tango e undici anni di
residenza in Italia di Javier Girotto; è registrato a Sofia (Bulgaria) con la Bulgarian Symphony Orchestra diretta da
Paolo Silvestri. Nel 2004, esce l’ottavo disco “Escenas Argentinas” che testimonia l’incontro del leader argentino
con il fotografo Giancarlo Ceraudo e che ci trasportano in un viaggio ideale in Argentina. Nell 2006 è la volta di
“Trentamila Cuori”, nono disco che vuole essere memoria, denuncia, ricordo. Esce nel trentennale del colpo di stato
militare argentino, a causa del quale sparirono nel nulla trentamila persone; intellettuali, ma anche operai,
studenti, tutta quella vasta umanità progressista che in quel periodo si stava evolvendo. La musica Javier GirottoAires Tango rispecchia fedelmente i tratti della melodia tanguera e dell’improvvisazione jazzistica. Il risultato è una
sorta di tango trattato, dalle caratteristiche spiccatamente latine per le melodie ed i ritmi che lo animano, ma meno
vincolato dai canoni del tango tradizionale e perciò terreno fertile per un’improvvisazione d'ispirazione jazz; in
questo modo gli Aires giungono a una musica di notevole libertà espressiva e di grande fascino, nella quale gli echi
del passato si fondono con le istanze del linguaggio musicale più moderno.
www.javiergirotto.com
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PARCO DELLA MUSI CA RECORDS
“L’etichetta istituzionale”
La Parco della Musica Records è l’etichetta discografica della Fondazione Musica per Roma, che ha l’obiettivo di
promuovere e diffondere i migliori progetti realizzati all’Auditorium di Roma. Le linee editoriali della Parco della
Musica Records nascono dalla stessa ricerca e selezione che caratterizza la programmazione musicale di Musica
per Roma. Tra gli artisti che hanno pubblicato con la Parco della Musica Records troviamo Danilo Rea, Ambrogio
Sparagna e Orchestra Popolare Italiana, Parco della Musica Jazz Orchestra, Maurizio Giammarco, Fabrizio Bosso,
Antonello Salis, Maria Pia De Vito, Francesco Bearzatti, Furio Di Castri, Tom Harrell, Mike Stern, Paolino Dalla
Porta, Mimmo Locasciulli, Rosario Bonaccorso, Roberto Cecchetto, Aires Tango ed altri.
Il nuovo disco della Parco della Musica Records celebra quindici anni di attività e dieci dischi pubblicati di uno dei
gruppi più originali e innovativi degli ultimi anni che unisce jazz e tango: gli Aires Tango.
www.auditorium.com
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11 NOVEMBRE 2009
AUDITORIUM PARCO DELLA MUSICA - SALA S.CECILIA ore 21,00
DOXY RECORDS
“ L’etichetta person ale”
SONNY ROLLINS QUARTET
BOB CRANSHAW – BASS - CONTRABBASSO
KOBIE WATKINS – DRUMS - BATTERIA
VICTOR Y. SEE YUEN - PERCUSSION - PERCUSSIONI
BOBBY BROOM – PIANO - PIANOFORTE
PLATEA 80,00 GALLERIA 1 60,00 GALLERIA 2 40,00
Sonny Rollins ha i primi contatti con la musica ad undici anni, quando prende lezioni di pianoforte e di sassofono;
dopo una breve esperienza con il sassofono contralto, passa all’età di sedici anni permanentemente al sax tenore.
Entra negli Harlem Rollin's dove suonano anche Jackie McLean, Arthur Taylor e Kenny Drew con i quali costituirà
una band durante le scuole superiori. Da giovane Rollins, assorbì gli stili degli idoli del sassofono degli anni '40: da
Coleman Hawkins prese la sonorità intensa e l'abilità di muoversi tra gli accordi, da Lester Young la capacità di
raccontare storie nel modo più originale, da Charlie Parker tutte le caratteristiche di Hawkins e Young messe
insieme sintetizzate in un nuovo, rivoluzionario, linguaggio. Da questo crogiolo ribollente Rollins emerse con un
bagaglio unico di sicurezza, velocità, swing e spontaneità inventiva. Anche il pianista Thelonious Monk influenzò
Rollins, rendendo i suoi assoli più frammentari e melodicamente più imprevedibili, con un'inclinazione a
spezzettare il materiale tradizionale e spesso a rovesciarlo. Alla fine degli anni '40 aveva raggiunto un livello di
bravura tale da poter cominciare a suonare con i musicisti suoi idoli, e con i suoi coetanei che stavano facendo la
storia del jazz, tra cui Miles Davis. L'ascolto di Oleo, Doxy e Airegin sull'LP “Bags’ Groove” (1954) e dell'album di
Thelonius Monk “Brilliant Corners” (1956) dimostra la statura raggiunta da Rollins come strumentista e come
compositore: gli standard da lui composti in questi anni restano tra i più famosi e suonati. Nel 1955, sostituì Harold
Land nel quintetto di Clifford Brown e Max Roach. Negli anni successivi, realizzò diverse incisioni che lo
proiettarono nel firmamento del jazz con la considerazione di miglior sassofonista dai tempi di Charlie Parker.
Nella seconda metà degli anni '50 registrò, diverse volte con Max Roach, alcuni dei suoi lavori più importanti: il
fondamentale “Saxophone Colossus”, “Tenor Madness” e “The Freedom Suite”. La celebrità che accompagnò
Rollins in questo periodo non spense mai il suo innato desiderio di apprendere ed evolversi. Proprio quando
l'avanguardia avanzava Rollins si prese due anni di riposo, dal 1959 al 1961, per approfondire i complessi problemi
riguardo il rapporto tra improvvisazione e struttura. Negli anni '50 conobbe il grande "architetto" del free jazz,
Ornette Coleman, e al suo ritorno sotto i riflettori cominciò a lavorare con due importanti sideman di quest'ultimo: il
trombettista Don Cherry ed il batterista Billy Higgins. Il risultato musicale fu maggiormente libero e avventuroso,
ancora segnato, però, dall'energia instancabile con la quale Rollins riusciva ad incatenare, l'una all'altra, nuove
idee nel corso di ogni furioso assolo. Dopo il 1961, Rollins incise sei album: “The Bridge” è uno dei più conosciuti il
cui titolo è un omaggio alle sue sedute di studio sul Williamsburg Bridge.
In tempi più recenti, Sonny Rollins ha lasciato emergere gli entusiasmi musicali dei suoi anni giovanili, e diverse
sue registrazioni dello scorso decennio comprendono un funk molto più rilassato, ballads romantiche e musica
soul contagiosa. Comunque, egli resta un improvvisatore senza pari. In qualsiasi momento, durante le sue
performance, è sempre in grado di lasciare che la sua creatività, ancora vivace e ostinata, attinga alla sua
inesauribile riserva di melodia per elaborarla in maniera ammaliante ed imprevedibile. La spinta continua ad
elaborare nuova musica traendo ispirazione da quella vecchia fa parte dello spirito jazz, di cui Sonny Rollins è un
portavoce folgorante. Tornato ai concerti dal vivo ed alla improvvisazione, ha dimostrato ampiamente negli ultimi
anni, di essere ancora il numero uno nello strumento principe del jazz.
http://www.sonnyrollins.com
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DOXY RECORDS
“ L’etichetta personale”
Mr. Rollins ha affrontato diversi camabiamenti dopo la morte della moglie, la quale ha gestito scrupolosamente il
suo lavoro per oltre trent’anni anni. Nel 2007, alla scadenza del suo contratto con la Milestone, Rollins ha deciso di
creare la propria etichetta, la Doxy Records, attraverso la quale edita la propria musica e con la quale ha pubblicato
il disco "Sonny, Please". L’album è stato disponibile per diversi mesi, in audio e video, sul sito ufficiale di Sonny
Rollins, ma recentemente è stato acquisito dalla Universal, che ne distribuisce una versione digitale e un CD. Per
Mr. Rollins, quasi ottantenne, la nascita della sua etichetta è stato un nuovo campo da esplorare. Sonny Rollins ha
avuto prestigiosi riconoscimenti nel corso della sua lunga carriera, tra gli ultimi ricordiamo: nel 2008, miglior
artista dell’anno per la rivista Down Beat e nello stesso anno, ha ricevuto il suo secondo Grammy Award. L’album
"Sonny, Please", è stato registrato in uno studio di New York, un mese dopo aver finito un tour in Giappone. Il titolo
è un omaggio alla signora Rollins e si riferisce ad un'espressione da lei frequentemente utilizzata. Un disco degno
di nota, almeno per chiunque conosce intimamente le abitudini di lavoro di Sonny Rollins. Nel 2008, in
collaborazione con la Universal, è uscito il secondo disco “Road Show”, probabilmente il primo volume di quella che
si presenta come una serie irrinunciabile per gli appassionati: una raccolta di inediti di Sonny Rollins registrati
nell'ultimo trentennio. Il primo CD contiene registrazioni ad opera di un grande appassionato, Carl Smith e del
trombonista Clifton Anderson. Dal materiale raccolto negli anni, per questa prima pubblicazione, lo stesso
Saxophone Colossus ha pazientemente selezionato sette lunghi brani, registati dal vivo tra il 1980 e lo scorso
autunno, quando ha tenuto il celebratissimo concerto alla Carnegie Hall.
http://www.doxyrecords.com
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12 NOVEMBRE 2009
AUDITORIUM PARCO DELLA MUSICA - SALA PETRASSI ore 21,00
ENJA RECORDS
“ L’etichetta gl obalizzata”
PRIMA PARTE
LIVIO MINAFRA
pianoforte
SECONDA PARTE
ROBERTO FONSECA
ROBERTO FONSECA - PIANO E TASTIERE
JOEL HIERREZUELO - PERCUSSIONI
JAVIER ZALBA - CLARINETTO/SAX
RAMSES RODRIGUEZ - BATTERIA
OMAR GONZALEZ – CONTRABBASSO
POSTO UNICO 15,00
LIVIO MINAFRA
Pianista, fisarmonicista, scrittore, leader della Municipale Balcanica nonché autore di un disco in piano solo
acclamato dalla critica internazionale, Livio Minafra, a soli ventitre anni, rappresenta già una felice sintesi tra le
mille anime musicali pugliesi, espressione di un artista talentuoso e di una sensibilità vigile. Minafra possiede un
tocco contrastato, vulcanico ma allo stesso tempo cristallino. Scrive a tal proposito la stessa Enja Records, “per un
animo incline a disegni agili ed eloquenti in nome di una fantasia cangiante ed inquieta la coerenza stilistica non
può che essere un fatto del tutto originale. Livio Minafra ha maturato l'abilità ad imprimere andamenti sorprendenti
alle proprie composizioni, con la naturalezza propria di chi al talento ha unito la lucida – e febbrile – visione di ciò
che si agita intorno al proprio mondo. Come rileva Giorgio Gaslini nelle linear notes: «Eseguiti con un pianismo
impetuoso, gli undici suoi brani lasciano percepire, all'interno di solide e volitive strutture formali, gli echi
diversamente sfumati di riferimenti alle sue frequentazioni e ascendenze: i modi ritmici e "pazzerelli" dei comici
del cinema muto (Buster Keaton, Ridolini), i suoni della natura che generano accordi consonanti e naturali, il moto
perpetuo alla Paganini, la nota ribattuta come in una celebre pagina chopiniana, le armonie lasciate risuonare con
il gusto impressionistico alla Debussy, certe linee veloci e circolari care a Rimsky Korsakov e al suo celebre
calabrone volante, e ancora le debussyane "scene infantili", certi "ostinati" delle danze ungheresi di lisztiana
memoria, e qualche sprazzo di filastrocca popolare subito smentito da robuste frasi iterate alla maniera del "riff"
jazzistico".Livio vive di un'estetica non di "musica assoluta", ma nei meridiani di coscienza che privilegiano l'intenso
e travagliato indagare nel sentimento: questo l'intuibile contenuto del suo "suono".» Ciò, ovviamente, non
impedisce la tentazione di volgersi verso forme costruite essenzialmente su materiali sonori, in cui l'espressione
ne diviene proprietà immanente e non elemento aggiuntivo, in cui l'idea non si confonde mai con la sua essenza.
Parlare, suonare di se stessi, come Marcello Abbado sottolinea nelle note: « Le componenti accademiche vengono
frammentate, scomposte alla luce di una sintassi – come detto – rigorosamente personale e tutt'altro che
intellettualistica, vivace e fervida dal lato inventivo, autonoma nella scelta della scrittura di forme fortemente legate
alla contemporaneità ed alla proporzione del buon gusto, mosse (talora agitate, direi) da una dinamica ispirata ad
un'assoluta libertà di scelta rispetto al principio di variazione e di elaborazione tematica; eccone, appunto, la
contemporaneità, nei toni intimi ed in quelli furenti.
Ecco, dunque, i tanti attimi che felicemente sfuggono allo stimolo della "poesia pura". Dove l'idioma armonico
prorompe in nuances originali, oniriche, orfiche, delineando temi aperti, immediati, "autobiografici" si sarebbe
tentati di affermare, sentiti di urgente attualità ed esposti secondo una crescente maturità esecutiva, abile a trovare
il trait d'union fra impressionismo lirico e veemenza espressionista, fra la poliedricità visionaria ed il
frammentismo, fra la tacita eccentricità di chi non vuole più maestri e l'anticonformismo di chi li ha già dentro sé”.
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ROBERTO F ONSECA
Nato nel 1975 (La Habana) da una famiglia di grande tradizione musicale, Roberto Fonseca inizia gli studi di
pianoforte a otto anni, anche se la sua principale passione erano le percussioni. Tale inquietudine, in una così
tenera età, avrebbe segnato chiaramente il suo attuale modo di suonare il piano in maniera “percussiva”. A
quattordici anni realizza le prime composizioni musicali per pianoforte ispirandosi al genere Afrocubano. Diventa
pianista rivelazione nel Festival Internazionale “Jazz Plaza” di La Habana ed inizia la sua formazione professionale
studiando anche composizione all’Istituto Superiore d’Arte (ISA). A ventuno anni è guidato dalla necessità di
fondere la sua musica con altri generi e intraprende una tourné in Italia insieme al cantante Augusto Enriquez. La
sua strada si sarebbe incrociata un anno dopo con quella del sassofonista Javier Zalba (Irakere, Cubanismo)
formando insieme il gruppo “Temperamento” segnando così l’inizio di un viaggio di nove anni da cui sarebbe
scaturito l’attuale nuovo album “ZAMAZU”. In un anno di creatività intensa, registra e produce il primo album “En
el Comienzo” premiato come miglor album di Jazz nel festival Cubadisco´99, co-produce, arrangia e suona per
l’album di Augusto Enriquez “Cuando Yo Sea Grande” che riceve diversi riconoscimenti e registra un CD dal titolo
“Tiene Que Ver” presentato nel 1999 e premiato nella categoria di musica popolare cubana nel concorso Trimalca
organizzato dall’UNESCO. L’arrivo del nuovo secolo cambia la vita di Roberto, non soltanto perché esce il suo terzo
lavoro discografico “Elengo”, ma perché la sua carriera doveva sperimentare una svolta inaspettata l’incontro con i
nomi illustri della scena musicale cubana, Rubén González, Cachaíto López e Guajiro Mirabal.
Lo stesso anno firma un contratto per la Montuno Management, un sogno che lo fa girare per tutto il mondo in più
di 400 concerti con i legendari Buena Vista Social Club. Nel 2002, al Tokio Jazz Festival, condivide il palco con
Herbie Hancock, Michael Brecker e Wayne Shorter. Attorno alla metà del 2004, Ibrahim Ferrer decide di realizzare
il progetto che avrebbe concluso la sua carriera artistica, un album e un tour dei suoi più amati boleros che
avrebbe rafforzato l’amore del cantante per questo genere musicale. La stretta relazione e fiducia del cantante
verso le capacità di Roberto fanno si che nasca una stretta collaborazione tra i due. Roberto diventa il produttore di
“Mi sueño”, ultimo album del grande maestro Ferrer. Trascorse due tournée emozionanti su questo progetto,
l’agosto del 2005 segna un momento di grande dolore per Roberto: la perdita di Ibrahim Ferrer. Lo sconforto
diventa motore che lo spinge a concludere la registrazione del suo sogno discografico che diventa un disco ed un
progetto live dal titolo “ZAMAZU”, una mistura di sound latino, jazz e musica tradizionale cubana con l’intervento di
importanti nomi come Omara Portuondo, Carlinhos Brown, Alê Siqueira e Vincente Amigo.
http://www.robertofonseca.com
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ENJA RECORDS
“ L’etichetta globalizzata”
La Enja è stata fondata nel 1971 a Monaco di Baviera da Matthias Winckelmann e Horst Weber, due grandi
appassionati di musica jazz. Dalla fine degli anni cinquanta, Winckelmann ha avuto l’occasione di conoscere a
Francoforte, capitale del jazz in quel periodo, diversi musicisti jazz americani tra cui Sonny Rollins, Lee Konitz,
Kenny Clarke, Albert Mangelsdorff, Cedar Walton, Billy Higgins e Chet Baker. Quando Winckelmann ha fondato
Enja era inscritto all’Università di Monaco di Baviera e si stava laureando in economia e sociologia. Mentre, il suo
socio Horst Weber ha iniziato la sua carriera come promotore di concerti jazz nella sua città natia Aachen,
continuando contemporaneamente il suo lavoro di designer freelance per il Fashion Institute tedesco. Proprio
questa sua attività. ha portato Weber in Giappone dove ha avuto l’opportunità di intessere contatti con il mondo del
jazz. Infatti, il primo musicista che ha inciso per lui è stato l’americano Mal Waldron, a cui sono seguiti altri artisti
europei e giapponesi (A. Mangelsdorff, Terumasa Hino, Masahiko Sato).
Dopo questo primo periodo, gli interessi della Enja si spostano verso l’avanguardia americana con particolare
riguardo verso gli artisti: Tommy Flanagan, Chet Baker, New York Jazz Quartet, Freddie Hubbard, Abdullah
Ibrahim, Franco Ambrosetti, Kenny Barron, Cecil Taylor, Archie Shepp e Yosuke Yamashita. All’inizio del 1986
Winckelmann e Weber hanno deciso di separarsi e di lavorare individualmente. Matthias Winckelmann si è
coinvolto maggiormente nella produzione jazzistica americana realizzando una media di 30 album all’anno e
fondando anche una nuova etichetta discografica Tiptoe, per la quale hanno inciso: Mike Westbrook's, Michael
Gregory, John Zorn, Blue Box, Paul Jackson-Mike Clark ed altri.
Inoltre, con l’etichetta Blues Beacon, Winckelmann ha rilanciato diverse incisioni del Montreal Jubilation Gospel
Choir e di artisti blues. Recentemente, la Enja ha esplorato nuovi territori musicali tra il jazz main stream, jazz
d’avanguardia dei primi anni ’70 e la world music. Tra i più significativi artisti in questo genere ricordiamo: il
libanese Rabih Abou-Khali, Dhafer Youssef, il gruppo brasiliano Rosanna & Zelia, il chitarista libanese Mahmoud
Turkmani, il polistrumentista e scrittore Gilad Atzmon, la cantante della Molucche Monica Akihary, Pasaporte &
Clave Y Guaguanco da Cuba, il chitarista acustico Ferenc Snétberger e Okay Temiz dalla Turchia. Nell’ottobre del
1996 Winckelmann è stato premiato da cento critici musicali di classica, jazz e pop music, con l’Honors Prize Of The
German Phonographic Critics. Attualmente, Enja è diventata un’etichetta riconusciuta a livello mondiale presente
in diversi paesi del mondo.
http://www.enjarecords.com
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13 NOVEMBRE 2009
AUDITORIUM PARCO DELLA MUSICA – SALA PETRASSI ore 21,00
EGEA RECORDS
“Il jazz mediterraneo”
PRIMA PARTE
GABRIELE MIRABASSI TRIO
ospite CRISTINA ZAVALLONI
GABRIELE MIRABASSI - CLARINETTO
PEO ALFONSI - CHITARRA
SALVATORE MAIORE - CONTRABBASSO
ALFRED KRAMER - BATTERIA E PERCUSSIONI
CRISTINA ZAVALLONI – VOCE
SECONDA PARTE
MARIO BRUNELLO
Violoncello
TERZA PARTE
MARCO ZURZOLO
MARCO ZURZOLO: SAX ALTO
ALESSANDRO TEDESCO: TROMBONE
VINCENZO DANISE: PIANO
DAVIDE COSTAGLIOLA: BASSO E CONTRABBASSO
GIANLUCA BRUGNANO: BATTERIA
POSTO UNICO 15,00
GABRIELE MI RABASSI
È uno dei massimi virtuosi odierni del clarinetto a livello internazionale.
Dopo il diploma, conseguito col massimo dei voti e lode, la sua formazione musicale per i primi anni ha riguardato
le tecniche esecutive peculiari della musica contemporanea. Parallelamente ha cominciato a lavorare
professionalmente in ambito jazzistico, attività che, a partire dall'incisione di “Coloriage” (1991), in duo col
fisarmonicista Richard Galliano, è diventata a mano a mano sempre più consistente fino a diventare esclusiva. Nel
1996 vince il Top Jazz nella categoria "miglior nuovo talento". Nel 2000 a "Umbria Jazz” presenta insieme a Luciano
Biondini, Michel Godard e Francesco D'Auria il progetto “Lo Stortino” che riceve consensi di critica e di pubblico sia
in Italia che all'estero. Nell’ottobre 2003, Gabriele Mirabassi e Guinga, straordinario chitarrista, compositore e
cantante brasiliano, hanno inciso il loro primo disco in duo, “Graffiando vento”, presentato in occasione di Umbria
Jazz Summer 2004 e definito nello stesso anno dalla Folha de Sao Paulo “miglior disco di musica strumentale
brasiliana dell’anno”. Le sue collaborazioni sono numerose ed estremamente eterogenee sul piano degli stili e dei
linguaggi, (Rabih Abou Khalil, Mina, John Cage, Ivano Fossati, Battista Lena, Riccardo Zegna, Enrico Pieranunzi,
Roberto Gatto, Cristina Zavalloni, Trio madeira-brasil, Istituzione Sinfonica Abruzzese, Marco Paolini, Mario
Brunello, Orchestra d’archi italiana, solo per citarne alcune). Negli ultimi anni, Mirabassi ha ampliato notevolmente
il suo panorama di collaborazioni, sapendo allargarsi con coraggio ad altri ambiti di spettacolo; l’ultima fatica è
“Canto di Ebano”, omaggio allo straordinario legno africano e alle appassionate mani (italiane) che lo trasformano
in clarinetto.
http://www.mirabassi.com
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CRISTINA ZAVALLONI
“Un talento dalle mille anime". Cristina Zavalloni è sicuramente una delle più interessanti realtà legate alla musica
contemporanea italiana. Il termine "musica contemporanea", in fondo, non è del tutto esaustivo per illustrare
l'universo musicale di Cristina; basta scorrere le sue esperienze artistiche per comprendere quanto sia grande il
raggio d'azione: jazz, classica, lirica, contemporanea etc. Qualcuno parlerebbe di eclettismo puro o estrema
versatilità ma la verità emerge dal quotidiano, dalle esperienze di tutti i giorni. I risultati ottenuti dall’artista sono la
conseguenza di uno studio continuo, di un forte desiderio di conoscere il mondo musicale, quasi fosse un'urgenza.
Dopo anni di intensa attività arriva la collaborazione con l'etichetta Egea e nasce "Idea". L'album è l'espressione di
un processo di maturità artistica raggiunto, un lavoro che riesce a ricomporre un puzzle stilistico variegato
attraverso un progetto musicale estremamente eterogeneo.
Cristina Zavalloni, cantante e musicista d’origine bolognese, alimenta una naturale versatilità musicale in anni
d’approfondito studio delle vocalità e dei repertori contemporaneo e jazz, ma anche più propriamente lirico,
spaziando dal classico al barocco, per diventare l’interprete non convenzionale che conosciamo oggi. Raro caso di
ecletticità strutturale che sfocia in genuine manifestazioni di modernismo vocale, la Zavalloni può permettersi il
lusso artistico ed intellettuale di spaziare senza approssimazione tra i repertori, pur mantenendo solido il suo
profondo ancoraggio nella contemporaneità, come dimostra il suo successo internazionale in questo ambito.
http://www.cristinazavalloni.it
MARIO BR UN ELLO
Mario Brunello è un uno dei nomi più significativi del panorama musicale italiano e internazionale.
Nel 1986 è il primo artista italiano a vincere il Concorso aikovskij di Mosca che lo proietta verso una luminosa carriera
internazionale. Brunello è ospite delle più prestigiose orchestre tra cui la Philadelphia Orchestra, la Philharmonia di
Londra, l’Orchestre National de France, la NHK Symphony di Tokyo, la Filarmonica della Scala, l’Accademia di Santa
Cecilia, la London Philharmonic, la DSO Berlin, la Filarmonica di Monaco e ha lavorato con direttori quali Valery Gergiev,
Zubin Mehta, Riccardo Muti, Riccardo Chailly, Seiji Ozawa, Daniele Gatti, Myung-Whun Chung, Yuri Temirkanov,
Giuseppe Sinopoli, Carlo Maria Giulini e Claudio Abbado, che negli anni lo ha invitato varie volte a suonare con
l’Orchestra del Festival di Lucerna e con l'Orchestra Mozart, sia come solista che come direttore.
Mario Brunello si presenta spesso in questa doppia veste di direttore e solista e nel 1994 fonda l'Orchestra d'Archi
Italiana, che porta al debutto dopo due anni dedicati esclusivamente allo studio e con la quale ha una intensa attività sia
in Italia che
all’estero. Nella musica da camera Brunello collabora con artisti quali Gidon Kremer, Frank Peter Zimmermann, Yuri
Bashmet, Maurizio Pollini, Andrea Lucchesini e i Quartetti Borodin e Alban Berg.
Nella vita artistica di Brunello ampio spazio è riservato ai progetti che coinvolgono forme d'arte diverse, dalla letteratura
alla filosofia, alla scienza, alla pittura; in questi spettacoli Brunello non si esprime solo attraverso l’interpretazione del
repertorio tradizionale, ma anche nel suo interagire con attori e musicisti di altra estrazione culturale: da qui gli
spettacoli costruiti insieme a Margherita Hack, Uri Caine, Paolo Fresu, Marco Paolini, Gianmaria Testa, Moni Ovadia e
Vinicio Capossela. In questo modo Brunello vuole avvicinare il pubblico a un'idea diversa, multiforme di fare musica,
creando spettacoli interattivi tra musica, immagini e parole. Gran parte di queste attività nascono in uno spazio
alternativo chiamato Antiruggine, una ex officina ristrutturata dove Brunello sperimenta queste nuove forme d’arte e
musica. Tra i suoi recenti progetti “Pensavo fosse Bach” è uno spettacolo multimediale di musica, luci e video-immagini
dedicato alle Suites di Bach, di cui Brunello è oggi considerato uno dei massimi interpreti. I diversi generi artistici
sperimentati da Brunello si riflettono nell’ampia discografia, che include l’integrale delle Suites di Bach, le Sonate di
Brahms, Beethoven, Chopin, così come molti dischi dedicati al violoncello solo. Nella primavera 2008 Deutsche
Grammophon ha pubblicato un CD con il Triplo Concerto di Beethoven diretto da Claudio Abbado. EGEA Records sta
producendo una serie discografica articolata in cinque uscite dedicate a Mario Brunello. I primi due Cd della collezione
sono “Odusia”, odissea musicale della cultura del mediterraneo, e “Brunello and Vivaldi”, dedicato ai concerti per
violoncello e orchestra di Vivaldi.
Mario Brunello ha studiato con Adriano Vendramelli, perfezionandosi in seguito con Antonio Janigro. Alle sue molteplici
attività concertistiche, Brunello affianca quella di Direttore musicale di “Artesella arte e natura” in Trentino e di direttore
artistico del Premio Borciani e del Festival del Quartetto di Reggio Emilia. È stato nominato Accademico di Santa Cecilia.
Suona un prezioso violoncello Maggini del 1600, appartenuto a Franco Rossi.
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MARCO ZURZOLO
Marco Zurzolo è nato a Napoli il 26 luglio 1962. Contemporaneamente agli studi classici, conclusi presso il Conservatorio
di Musica San Pietro a Majella di Napoli, ha approfondito le sue conoscenze musicali nel campo jazzistico attraverso lo
studio del saxofono, che è poi diventato suo strumento principale. Nel corso della sua carriera ha maturato esperienze
in differenti generi musicali collaborando con i più noti artisti italiani e stranieri quali Pino Daniele, Zucchero, Roberto
Murolo, Salomon Burkes, Chet Baker, Joe Heredia, Mia Martini, Gino Paoli, Nino Buonocore, in qualità di solista sia in
occasione di tour dal vivo che di registrazioni per dischi; nonché in teatro con il maestro Roberto De Simone, Luca De
Filippo, Enrico Montesano, Peppe e Concetta Barra, Eugenio Bennato. Dal 1995 inizia la sua attività di compositore
realizzando musiche per film come “Pianese Nunzio di anni 14” e “Polvere di Napoli” di Antonio Capuano, “Il manoscritto
di van Haecken” di Nicola de Rinaldo. Contemporaneamente compone le musiche dello spettacolo “Trash” di Enrico
Montesano e quelle di alcuni cortometraggi come “Una mattina di maggio” di Raffaele Esposito e “Sbraineff” di
Domenico Ciruzzi, il monologo “Little Peach” di Enzo Moscato e musica per opere teatrali come “La regina di Saba” e
“Resurrezione” della compagnia di Renato Carpentieri. Nel giugno del ’99 viene invitato a rappresentare Napoli alla
Festa della Musica in Francia. Nel 2000 esce per l’EGEA il CD “Ex Voto”, presentato al Festival Umbria Jazz ed al Festival
Internazionale di Jazz di Montréal nel 2001. Nel gennaio del 2001 la presentazione del CD viene riproposta con due
concerti in Egitto, al Cairo e ad Alessandria, grazie all’invito dell’Opera House del Cairo delle Ambasciate e dell’Istituto
Italiano di Cultura. Intanto la colonna sonora del film “Polvere di Napoli”vince il premio Qualità del Ministero della
Cultura e la colonna sonora di “Resurrezione” vince il premio Girulà per le migliori musiche teatrali. Nel mese di luglio è
invitato in Canada al Festival International de Jazz de Montreal. Nello stesso mese esce il suo quarto CD “Napoli ventre
del Sud” per l’EGEA. Nel 2002, realizza le musiche per lo spettacolo teatrale “Una Relazione Privata” per la regia di Luca
Barabareschi, prodotto dal teatro Eliseo di Roma. Nel 2005, pubblica il CD “7 e mezzo”, un lavoro musicale dove si
respira una nuova aria. “Un lavoro più intimista e romantico - dice Zurzolo -, sebbene il mio linguaggio e la mia
ispirazione
abbiano
tratto
ancora
una
volta
grande
energia
da
Napoli”.
Nel 2009 vede la luce Migranti. Un mare di sogni sempre con EGEA
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EGEA RECORDS
“Il jazz mediterraneo”
Il marchio Egea contraddistingue un gruppo di attività dedite alla ricerca musicale. Un piccolo mondo fedele allo
spirito originario che ha animato da sempre l’etichetta: il piacere di realizzare progetti raffinati ed innovativi,
partendo dalla convinzione che vi sia comunque un pubblico che sa riconoscere ed apprezzare proposte originali e
di qualità. La produzione discografica Egea fa riferimento al grande patrimonio musicale tradizionale italiano ed in
particolare a quello mediterraneo. L’etichetta rilegge in chiave dotta e moderna i mille fermenti presenti nella
cultura musicale italiana, nel ricco patrimonio diffuso delle differenti realtà territoriali del nostro paese. Accentua le
contaminazioni, ove queste presentano caratteristiche regionali pronunciate (Accabbanna, Ex Voto, Napoli Ventre
del Sud, Pulcinella, Nauplia, Phoné, Radici, La bottega, Il Circo, etc.), asseconda un linguaggio classico,
introspettivo, ove la musica procede per linee interne, svincolata da riferimenti stilistici esplicitamente etnici
(Racconti Mediterranei, Piccolo Valzer, L’amico del vento, etc.). Le scelte musicali si delineano essenzialmente
entro gli ambiti di un linguaggio attuale e contemporaneo. Nel catalogo Egea troviamo musicisti quali: Stefano
Battaglia, Luciano Biondini, Gianni Coscia, Paolo Damiani, Furio di Castri, Bebo Ferra, Paolo Fresu, Michel Godard,
Ahmad Jamal, Marc Johnson, Rita Marcotulli, Gabriele Mirabassi, Ada Montellanico, Kenny Wheeler, Cristina
Zavalloni, Riccardo Zegna e Marco Zurzolo.
http://www.egeamusic.com
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14 NOVEMBRE 2009
AUDITORIUM PARCO DELLA MUSICA - SALA SINOPOLI ore 21,00
NONESUCH
“Dalla contemporanea al jazz”
BRAD MEHLDAU TRIO
BRAD MEHLDAU: PIANOFORTE
LARRY GRENADIER: CONTRABBASSO
JEFF BALLARD: BATTERIA
PLATEA 25,00 GALLERIA 20,00
BRAD MEHLDAU
Brad Mehldau è salito alla ribalta giovanissimo negli anni novanta. Pianista di formazione classica si è presto
convertito al jazz. A New York frequenta la Nuova Scuola per le Ricerche Sociali e ha come insegnanti i pianisti
Fred Hersch, Kenny Werner e il batterista Jimmy Cobb. Quest'ultimo lo assolda per suonare nella sua band e il
sassofonista Joshua Redman lo chiama per il suo quartetto. Nel 1994, Mehldau forma un trio sulle orme e sotto
l'influenza del pianista Bill Evans a cui si ispira e dal quale ha ereditato la capacità armonica e introspettiva. Incide
il primo album intitolato “Introducing” nel 1995, un manifesto dei suoi prossimi lavori in trio. Nel 1999, concepisce
“Elegiac Cycle”, album solista, diverso dal solito, vagamente impressionista, postmoderno, minimale, dove sono
udibili gli studi classici che impregnano la sua cultura musicale. Nel 2000, arriva il disco Places, sempre in trio e
forse il più riuscito. I Nel 2002 incide “Largo”, non più con il suo abituale trio ma con gruppi diversi: altri spazi si
stanno aprendo alla musica di Mehldau. Con “Live in Tokyo” conferma la maturità raggiunta come solista e la
rivista statunitensa di jazz Down Beat ne glorifica la sua arte premiandolo come miglior pianista jazz del 2004.
Mehldau suona composizioni originali, standard jazz e arrangiamenti jazz di canzoni famose, con una preferenza
per la musica di Radiohead di Nick Drake e dei Beatles. È conosciuto soprattutto come leader del Brad Mehldau
Trio, con il bassista Larry Grenadier e il batterista Jeff Ballard. Mehldau a volte è confrontato con Bill Evans ma non
ama questo accostamento, come spiega nell'introduzione a “The Art of the Trio IV”. Paragonato anche a Keith
Jarrett, descrive i lavori solisti di Jarrett più come ispirazione che influenza. La sua formazione classica è evidente,
e spesso suona una diversa melodia con ciascuna mano, in insolite metriche quali 5/4 e 7/4. Nessuno come
Mehldau, negli ultimi anni, ha rivoluzionato il mondo del pianismo jazz, condensando in un unico stile, raffinatezza
armonica, ricerca introspettiva e la coralità della polifonia, frutto dell' assidua frequentazione della musica di Bach,
e di quella di Keith Jarrett. La sua tecnica è formidabile, non si limita al puro accompagnamento, ma offre
costantemente un vero e proprio dialogo con la linea melodica principale, creando spunti sempre nuovi che poi
prendono vita propria e danno un senso polifonico alla composizione.
LARRY GRENADIER
Ha frequentato la Stanford University diplomandosi in Letteraratura Inglese. Dopo essersi trasferito sulla East
Coast fu ingaggiato da Gary Burton, con il quale fece un lungo tour negli Stati Uniti ed Europa. Stabilitosi a New
York ebbe l’occasione di suonare con Joe Henderson, Betty Carter, Pat Metheny e il gruppo di John Scofield. In
questi ultimi anni, quando non registra o suona con Brad Mehldau, fa parte del Pat Metheny Trio.
JEFF BALLARD
Cresciuto in Santa Cruz, California. Ha preso parte alla tourné di Ray Charles dal 1988 al 1990. Trasferitosi a New
York incominciò a suonare con i gruppi di Lou Donaldson, Danilo Perez, Chick Corea, Joshua Redman ed altri
importanti musicisti. Attualmente fa parte del Brad Melhdau Trio ed è co-leader del gruppo FLY ( Mark Turner,
Larry Grenadier, Jeff Ballard), e dell’ Elastic Band di Joshua Redman.
http://www.bradmehldau.com
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NONESUCH
“Dalla contempo ranea al jazz”
Nel 1980 la Nonesuch ha dato l’opportunita ad artisti quali John Adams, Steve Reich, Kronos Quartet, Assad Brothers,
Caetano Veloso, Bill Frisell e Dawn Upshaw, di pubblicare il loro primo disco, creando così con loro un solido rapporto
di collaborazione che permane ancor’oggi.
Infatti, John Adams ha registrato per l’etichetta oltre quaranta composizioni; nel 2007 è stata realizzata una raccolta di
Steve Reich in onore dei suoi settant ‘anni e i Kronos Quartet hanno attualmente trentotto album nel catalogo.
Nel 2002, l’etichetta ha prodotto una collezione di sette dischi delle composizioni per piano di Frederic Rzewski, che
includono due brani classici The People United Will Never Be Defeated! e De Profundis, suonate dallo stesso
compositore.
Nel 2009, la Nonesuch ha continuato a registrare artisti di musica classica e popolare realizzando l’opera completa di
Beethoven per pianoforte con Richard Goode e quella di Mozart per violino con Gidon Kremer e la Kremerata Baltica.
Nel corso degli ultimi anni, l’etichetta ha prodotto due album memorabili con il mezzo soprano Lorraine Hunt
Lieberson: un disco sulle cantate di Bach e sulle composizione di suo marito, Peter Lieberson.
Il lungo rapporto con l’etichetta World Cicuit, ha portato la Nonesuch a rinnovare il proprio catalogo inserendo degli
artisti internazionali quali: Toumani Diabaté con il brano In the Heart of the Moon, in duetto con Ali Farka Touré, sul
disco “The Mandé Variations”, il quale ha vinto un Grammy Award; l’ultimo disco “Cheikh Lô's Lamp Fall“ di Buena
Vista Social Club con Ibrahim Ferrer e l’album “Made in Dakar” dell’Orchestra Baobab. Nel 2007 ha prodotto l’album
rock di Caetano Veloso “Cê” giudicato uno dei migliori dischi dell’anno, mentre nel 2008, ha realizzato il secondo ed
unico album con lo straordinario gruppo dei musicisti cubani Buena Vista Social Club “Live Carnegie Hall” e l’album
“Rokku Mi Rokka” con Youssou N'Dour. Quando la Warner Bros chiuse la divisione Warner jazz, quattro dei suoi
straordinari musicisti - Pat Metheny, Brad Mehldau, Joshua Redman e Nicholas Payton - passarono alla Nonesuch.
Successivamente, Metheny ha registrato l’album “Pat Metheny Group”, in trio con Christian McBride e Anthony Sanchez,
e un paio di dischi con il trio di Mehldau. Anche Brad Mehldau è stato molto attivo producendo un album in solo e con il
trio dal vivo, due in studio ed una composizione scritta per il soprano Renée Fleming. Mentre, Joshua Redman ha
registrato due dischi come leader del SFJAZZ Collective, un album con il suo trio acustico e un altro disco con il suo
gruppo elettrico Elastic Band. Invece, il debutto discografico di Payton “Into the Blue” è stato registrato nel 2008. Il 2009
vede anche la realizzazione dell’album del grande musicista di New Orleans, Allen Toussaint, con la partecipazione di
Payton, Mehldau e Redman. Il tratto che contraddistingue la Nonesuch è una musica senza categorie e senza barriere,
un suono che tiene unita una comunità dove artisti, dirigenti e tecnici lavorano insieme accomunati dalla medesima
sensibilità. Un rapporto basato sul gusto, rispetto, fiducia e comune desiderio di far ascoltare la musica che verrà.
http://www.nonesuch.com
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15 NOVEMBRE 2009
AUDITORIUM PARCO DELLA MUSICA - SALA SINOPOLI ore 21,00
VERVE
“ L’importanza della st oria “
DIANA KRALL TRIO
DIANA KRALL – PIANO E VOCE
ANTHONY WILSON – CHITARRA
ROBERT HURST – CONTRABBASSO
KARRIEM RIGGINS – BATTERIA
PLATEA 90,00 GALLERIA 1 75,00 GALLERIA 2 50,00
DIANA KRALL è nata a Nanaimo, Canada, circondata dalla musica e da musicisti. Suo padre e sua madre
suonavano il piano e l'intera famiglia suonava e cantava ogni domenica a casa della nonna. "Ognuno aveva il suo
turno. Non ricordo un momento in cui non abbia suonato". Diana studiava pianoforte classico, ma suonava il jazz in
una band con l'insegnante di basso Bryan Stovell. Il primo concerto arrivò a soli quindici anni, in un ristorante di
Nanaimo. La sua prima fonte di ispirazione fu il cantante pianista Fats Waller. "Sono cresciuta con Fats Waller. Mio
padre è un collezionista di dischi e aveva tutte le incisioni di Fats Waller in 78 giri, su LP e su CD. Fats era la prima
persona che avevo sentito suonare il piano e cantare. Ho cominciato a suonare il suo repertorio da bambina.
Cercavo di imparare tutte le sue note e di suonare e cantare contemporaneamente". Diana studiò per un periodo
alla scuola Vancouver Jazz Festival e alla Berklee College of Music di Boston e, più tardi, ritornò a casa. Divenne
amica di Jeff Hamilton e Ray Brown quando suonarono a Northwest e a B.C. I nuovi amici incoraggiarono Diana ad
avventurarsi a Los Angeles, dove il Canadian Arts Council le offrì l'occasione di studiare con il pianista Jimmy
Rowles. Quest'ultimo, diventato il suo "padrino", la spinse a cantare sempre più di frequente. Nel 1984, Diana tornò
in Canada e si stabilì a Toronto, dove studiò con il bassista-pianista Don Thompson. Nel 1990, si trasferì a New York
suonando spesso a Boston con un trio che includeva il bassista Whit Browne e il batterista Klaus Suonsaari.
Il suo debutto discografico avvenne nel 1993 con l’album “Stepping Out”. Il successivo “Only Trust Your Heart”, del
1995, fu prodotto da Tommy LiPuma, ex produttore musicale di Miles Davis. Il terzo album, pubblicato nel 1996 dal
titolo “All For You” (A tribute to the Nat King Cole trio), ha ricevuto una nomination per il Grammy Award e resistette
per settanta settimane nelle classifiche jazzistiche americane. Altrettanto ricchi di successi furono i successivi
album “Love Scenes” (1997), “When I Look in Your Eyes” (1999) e “The Look of Love” (2001). Nel dicembre 2003,
Diana Krall sposò Elvis Costello, sotto la cui influenza iniziò a comporre i propri pezzi. Questo la condusse nel 2004
alla pubblicazione di un primo album composto parzialmente da inediti, intitolato “The Girl in the Other Room”, che
arrivò fino alla Top 5 britannica, nonché al primo posto delle maggiori classifiche jazzistiche mondiali. Il brano di
maggior successo di questo album fu “Temptation”, intrigante rilettura in chiave jazzistica di un pezzo di Tom
Waits. La stessa Diana afferma: “Tutte le mie cantanti preferite hanno suonato il piano: Dinah Washington, Roberta
Flack, Shirley Horn, Andy Bey, Aretha Franklin, Sarah Vaughan e specialmente Carmen McRae. Lei è stata molto
importante per me e ha avuto una grande influenza sul mio stile. Anche Nat Cole è stato fondamentale ed ha avuto
una significativa influenza su di me, sia come pianista che come cantante. Sapeva cantare canzoni incredibili al suo
pubblico e suonare il piano in modo eccellente! Era come se fosse due persone contemporaneamente. Un giorno
spero di scoprire il segreto per farlo con tanta naturalezza”.
http://www.dianakrall.com
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VERVE M USIC GROUP
“ L’importanza della storia “
A partire dalla metà degli anni quaranta Norman Granz, dopo il successo di un celebre concerto al Philharmonic
Auditorium di Los Angeles, iniziò ad organizzare una serie di tournée e di registrazioni discografiche sotto il titolo
Jazz at the Philharmonic (JATP). La formula, che ebbe un considerevole successo negli anni cinquanta, era quella
dell'incontro tra i più noti jazzisti dell'epoca. JATP divenne un progetto itinerante con diversi concerti negli Stati
Uniti e in Europa. Tra gli artisti ingaggiati e che erano presenza fissa degli spettacoli, ci furono Ella Fitzgerald, Stan
Getz, Benny Carter, Roy Eldridge, Dizzy Gillespie, Coleman Hawkins, Hank Jones, Gene Krupa, Charlie Parker, Ben
Webster, Lester Young,Oscar Peterson, Ray Brown e molti altri. Nel 1949, Norman Granz stipulò un accordo con la
Mercury Records per pubblicare dischi dei concerti del JATP e dei musicisti della sua scuderia. Nel 1956, Granz
fondò la Verve Records nella quale fece confluire il catalogo delle sue prime etichette, la Clef Records, la Norgram
Records, la Down Home Records e il materiale dato in licenza alla Mercury fino al 1953. Lo stile dei dischi Verve
riprendeva quello degli spettacoli del JATP: meeting e duetti tra solisti famosi in una sorta di omaggio musicale
reciproco. In seguito, soprattutto grazie allo sfruttamento delle doti interpretative di Ella Fitzgerald e alla duttilità di
Oscar Peterson, l’etichetta iniziò a produrre una lunga serie di dischi monografici dedicata ai maggiori compositori
americani.
Nel 1960 Granz vendette la Verve alla MGM per 2,8 milioni di dollari e nel 1973 fondò in Svizzera la Pablo Records
con la quale continuò la produzione di dischi adottando la stessa formula che tanta fortuna aveva avuto negli anni
cinquanta. Come produttore della Verve Records fu assoldato Creed Taylor, il quale intraprese delle scelte ancora
più commerciali, sfruttando a fondo il filone della nuova musica brasiliana, la bossa nova, introducendo negli Stati
Uniti i primi dischi jazz samba di Stan Getz ed in particolare di Getz con Joao Gilberto. Nel 1967, poco, prima di
lasciare la Verve Taylor curò la creazione di una sussidiaria dedicata alla musica folk - la Verve Folkways - che,
dopo aver cambiato nome in Verve Forecast, divenne l'etichetta dedicata a generi diversi dal jazz. Negli anni
settanta la Verve, a seguito delle grandi rivoluzioni societarie nell'industria musicale, divenne parte del gruppo
PolyGram insieme al catalogo jazz della Mercury Records e della MGM. Con l'acquisizione della PolyGram da parte
della olandese Philips, la Verve, entra a far parte di un gruppo internazionale, mantendo la preminenza acquisita
nel mercato del jazz.
Nel 1998, dopo l'acquisizione della PolyGram da parte di Seagram e la fusione di questa con Universal Music
Group, la Verve Records cambiò nome in The Verve Music Group. Nel nuovo gruppo, oltre a quello della originale
Verve Records, confluì tutto il catalgo jazzistico della multinazionale, compreso quello delle etichette
successivamente inglobate come la Impulse! Records, la Decca Records e la Hollywood Records.
Dalla metà degli anni ottanta, l'etichetta fu rivitalizzata con nuove realizzazioni e con la riedizione su CD del suo
sterminato catalogo. Dal 2002, la Verve ha iniziato a produrre una serie di compilation dal titolo Verve Remixed
nelle quali vecchi classici vengono remixati da noti DJ contemporanei. Nel dicembre del 2006 gran parte del suo
catalogo è passato sotto il controllo della nuova divisione Universal Music Enterprises (UMS).
http://www.vervemusicgroup.com
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16 NOVEMBRE 2009
AUDITORIUM PARCO DELLA MUSICA – TEATRO STUDIO ore 21,00
TRACCE
“L’etichetta radiofon ica”
SOL6
VERYAN WESTON - PIANO
LUC EX - CONTRABBASSO
TONY BUCK - BATTERIA
HANNAH MARSHALL - CELLO/VOCALS
INGRID LAUBROCK - TENOR/SOPRANO/VOCALS
MANDY DRUMMOND - VIOLA/VOCALS
SOL6 è una nuova formazione che si è recentemente esibita a Londra e all’Unlimited Festival di Wels in Austria
ottenendo reazioni entusiastiche. Fondata dal geniale e energico contrabbassista francese Luc Ex (già fondatore del
famoso gruppo post – punk The Ex) e dalla pianista inglese Veryan Weston, la formazione ama muoversi senza
limiti tra musica scritta e improvvisata, passaggi astratti a composizione complesse. Insieme a loro la cantante e
violoncellista d’avanguardia Hannah Marshall, la violinista Mandy Drummond, il batterista Tony Buck e il sublime
sassofonista Ingrid Laubrock. La musica dei Sol6 è musica improvvisata caratterizzata da un intenso groove “free
punk” e contaminata con le canzoni di Charles Ives, Eric Satie, Burt Bacharach e Kurt Weill cantate dalle 3 voci
femminili. La musica dei Sol6 è stata definita “cinematica” non solo per il fatto di muoversi e andare velocemente in
tutte le direzioni ma anche perché è musica di forte impatto visivo. Una musica da camera e da cratere, intima e
nello stesso tempo eruttiva, suonata dai migliori rappresentanti dell’attuale scena free europea.
“ L’etichetta radiofonica”
Tracce è il nome del progetto discografico ideato e curato da Pino Saulo, responsabile dell'ala più creativa della
programmazione musicale di Rai Radio 3. Nella migliore tradizione che lega la produzione del jazz e della musica
di ricerca al mezzo radiofonico, Rai Trade propone Tracce come collana dedicata alle forme più avanzate del jazz
contemporaneo e come possibile finestra su musiche attuali nate al confine dei generi musicali convenzionali. Un
catalogo basato esclusivamente su registrazioni Rai, selezionate sia dagli archivi storici che dalla programmazione
e produzione più recente. Goodfellas, con l'assunzione dell'esclusività sulla distribuzione internazionale e la licenza
sul catalogo, intende avviare un lavoro di diffusione e comunicazione il più coerente possibile verso le funzionalità
artistiche e di mercato dell'etichetta. A pochi anni dalla nascita Tracce è in grado di offrire un catalogo ricco e
sapientemente articolato. Robert Wyatt, Butch Morris, William Parker, Matthew Shipp, Anthony Braxton. Mike
Cooper, Amiri Baraka, Italian Instabile Orchestra, sono solo alcuni dei nomi prodotti in virtù di un progetto
discografico nato esclusivamente sulle basi della passione e la volontà di diffusione per le musiche scelte e
documentate.
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17 NOVEMBRE 2009
AUDITORIUM PARCO DELLA MUSICA – TEATRO STUDIO ore 21,00
AUAND
“ La ricerca dei nuovi talent i”
PRIMA PARTE
3QUIETMEN ospite STEFANO BATTAGLIA
STEFANO BATTAGLIA: PIANOFORTE
RAMON MORO: TROMBA, FLICORNO, TROMBA ELETTRICA
FEDERICO MARCHESANO: CONTRABBASSO, BASSO ELETTRICO
DARIO BRUNA: BATTERIA, PERCUSSIONI
SECONDA PARTE
DOWNTOWN TRIO
ROBERTO CECCHETTO: CHITARRE
GIOVANNI MAIER: CONTRABBASSO
MICHELE RABBIA: BATTERIA E PERCUSSIONI
POSTO UNICO 15,00
3QUIETMEN
Il 13 giugno 1999, il 3Quietmen suona al Festival Jazz di Magdeburgo, primo concerto di una delle formazioni più
interessanti della scena jazz contemporanea, dimostrando da subito l’internazionalità del loro progetto. Nell’aprile
2008 il trio è stato chiamato ad esibirsi nella splendida Concert Hall della Città Proibita di Pechino, dopo una
tournèe in Cina che ha toccato le città di Sheniang, Dalian e Changsha. Il gruppo vanta dieci anni di attività con una
mappa di appuntamenti significativi quali il Traffic Festival di Torino, Festival Ciriè Jazz, Festival Diagonal Jazz di
Catanzaro, Festival TecnoTeatro all’Hiroshima MonAmour, In/Off Camera del Cafè Liber (musiche per tre
cortrometraggi del registra cecoslovacco Jan Svankmajer), Conservatorio Giuseppe Verdi per la Notte
Paraolimpica di Torino, Festival Jazz AlLeu di Casalborgone, Crash Festival del Taurus, Ciriè Arts & Jazz Festival
con Stefano Battaglia, Auditorium del Lingotto per MeltinBox con CLG Ensemble, inaugurazione del 25° Torino Film
Festival di Nanni Moretti alla Mole Antonelliana. L’intesa straordinaria dei tre musicisti, la loro versatilità e il
linguaggio fortemente innovativo generano durante il live un impatto imprevedibile ed emozionante. Il suono epico
e visionario della tromba con il suond metropolitano della band è la miscela dominante per credere che questo trio
di giovani musicisti possa lasciare una traccia decisamente originale nella musica di “confine”. In parallelo alla loro
attività, il 3Quietmen sta lavorando in quartetto con il pianista Stefano Battaglia, musicista di fama internazionale,
con il progetto Bartokosmos, profonda ricerca sul compositore ungherese Béla Bártok.
www.3quietmen.com
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STEFANO BATTAGLIA
Nato a Milano nel 1965, Stefano Battaglia intraprende gli studi pianistici all’età di sette anni, diplomandosi nel 1984
a Milano con il massimo dei voti e la lode con menzione.
Inizia così una intensa attività di concertista classico che lo porta ad esibirsi in tutti i paesi europei, sia come solista
che come ospite di orchestre. L’artista ha ricevuto numerosi premi tra cui il prestigioso J.S. Bach di Dusseldorf,
quale miglior giovane interprete bachiano. Parallelamente, dal 1979, incomincia ad appassionarsi
all’improvvisazione ed ai linguaggi di emanazione jazzistica, partecipando a tutti i maggiori appuntamenti musicali
italiani e internazionali, esibendosi in molti paesi del mondo. Dal 1984 ha tenuto più di 700 concerti e pubblicato
oltre sessanta dischi che gli hanno valso diversi riconoscimenti, tra cui: nel 1988 come miglior talento per Musica
jazz, nel 1997 come miglior giovane pianista europeo, e l’anno successivo, quale migliore musicista emergente
dalla Radio Nationelle di Bruxelles.
Nel 1997 la Radio della Svizzera tedesca (DRS2) gli ha dedicato una serie di trasmissioni radiofoniche culminate
con la produzione di cinque album (Suisse Radio Tapes). Nel 1999 l’etichetta Symphonia ha registrato alcune soloperformances avvenute nelle chiese italiane producendo una collana di sei CD denominati “Esalogia dell’abside”.
Nel 2001 l’album “Il Cerchio Interno”, viene giudicato tra i primi dieci album Choc de la musique da Radio France.
Nello stesso anno, il concerto in piano solo “Signum”, dall’Auditorium di Madrid è nominato “best solo performance
2001” da Radio Espana Nacional. Nello stesso anno il Segretariato Generale della Presidenza della Repubblica
Italiana in collaborazione con RAI3 dedica al pianista una serie di concerti trasmessi in diretta dalla Cappella
Paolina del Quirinale di Roma.
www.stefanobattaglia.com
ROBERTO CECCHETT O
Nato a Milano l’11 aprile 1965 studia chitarra classica al Conservatorio di Milano e armonia e composizione con
Filippo Daccò. Si perfeziona grazie ad una borsa di studio ricevuta per partecipare ai seminari estivi di Siena Jazz
nel 1992 e dopo qualche tempo interviene all’incontro annuale dello I.A.S.J. (International Association School of
Jazz) svoltosi a New York dove ha la possibilità di suonare al JVC New York Jazz Festival e all’ONU. Nello stesso
periodo Roberto Cecchetto comincia a svolgere una decisa attività concertistica entrando a far parte del gruppo
Tribute con Andrea Dulbecco, subito dopo è nel Roberto Della Grotta Sextet. In seguito, suona con Paolo Fresu,
entra a far parte del Daniele Cavallanti Quartet e dell’orchestra Jazz Chromatic Ensemble, si dimostra uno dei
migliori chitarristi sulla scena, capace di muoversi nell’ambito dell’avanguardia e dialogare in modo serrato con
stili vicini alla tradizione. Nel 1993 Enrico Rava mette in piedi un quintetto elettrico, il Rava Electric Five, e Cecchetto
diviene una delle due chitarre elettriche. Nel 2001, in “Seize the Time!”- Nexus Orchestra, affianca il grande
trombonista Roswell Rudd, ospite speciale della registrazione. Tra le sue esperienze di maggior interesse va
certamente ricordata la collaborazione con Gak Sato (“Tangram” 2001 e “Informed Consent” 2006), musicista e
sperimentatore originario di Tokyo, da tempo residente in Italia. Parentesi davvero fortunata nella carriera di
Cecchetto è la formazione Rand-o-mania con il trombone di Gianluca Petrella. È leader del Downtown trio,
completato da Giovanni Maier al contrabbasso e Michele Rabbia alla batteria e percussioni nell’ambito del quale
esplorano l’improvvisazione più fantasiosa servendosi anche dell’elettronica. Cecchetto è stato votato come Miglior
Strumentista del 2007 ex aequo con Stefano Bollani nella Categoria “pianoforte-tastiere-chitarra” nel referendum
Top Jazz indetto dalla rivista specializzata Musica Jazz.
www.robertocecchetto.com
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AUAN D
“ La ricerca dei nuovi talenti”
Nonostante i pochi anni di attività alle spalle e i pochi titoli in catalogo, la Auand desta stupore per come riesce a
cogliere i musicisti nell’attimo opportuno, spesso anticipando quelle evoluzioni della musica delle quali il pubblico
si accorgerà solo molto tempo dopo. Pensiamo ai primi due dischi pubblicati dall’etichetta, che hanno lanciato
Gianluca Petrella e Francesco Bearzatti, ora tra i solisti italiani più ammirati.
L’etichetta pugliese, in questi anni, si è concentrata con successo sul lavoro degli esordienti, facendo emergere la
spicata dote intiuitiva del fondatore e produttore Marco Valente. Infatti, in seguito alle loro registrazioni per Auand,
gli artisti Cuong Vu, Giancarlo Tossani e Roberto Cecchetto sono arrivati in cima al referendum Top Jazz nella
categoria migliori talenti. Le scelte seguite dall’Auand mirano a mettere insieme musicisti italiani, stranieri, grandi
protagonisti del jazz contemporaneo e nuovi talenti; presentando così agli ascoltatori album di studio
meticolosamente prodotti ma anche live session, sia concertistiche che radiofoniche o comunque nastri registrati
in proprio dai musicisti e inviati direttamente all’etichetta. La musica degli album Auand si caratterizza per la sua
naturalezza quasi lunare e assorta, intimamente inquieta, dai colori cangianti e indefinibili, dalle strutture fragili e
sfuggenti, dagli umori corruscati e notturni. Nella scuderia di Auand troviamo: Paolo Angeli, Andrea Ayassot,
Stefano Battaglia, Francesco Bearzatti, David Binney, Jim Black, Roberto Cecchetto, Emanuele Cisi, Hamid Drake,
Bill Frisell, Javier Girotto, Michel Godard, Gaetano Partipilo, Gianluca Petrella, Bobby Previte, Enrico Rava, Aldo
Romano, Antonello Salis, Paolo Sorge, Giancarlo Tossani, Cuong Vu e Dan Weiss.
www.auand.com
www.romajazzfestival.it
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17 NOVEMBRE 2009
UNIVERSAL MUSIC GROUP
“L’etichetta uni versale”
AUDITORIUM PARCO DELLA MUSICA –SALA SINOPOLI – ore 21,00
Showcase di
JAMIE CULLUM
POSTO UNICO 10,00 EURO
Jamie Cullum è il cantante e pianista jazz inglese con il più alto numero di dischi venduti nella storia della musica.
La sua naturalezza e freschezza nell’interpretare gli standard del jazz accompagnandosi spesso da solo al
pianoforte lo hanno reso una vera e propria jazz star internazionale. Unendo la sua voce da crooner a un piglio da
rockstar, Cullum spazia dai classici del jazz e della canzone d’autore a brani rock come “The Wind Cries Mary” di
Jimi Hendrix e “Lover, You Should've Come Over” di Jeff Buckley, e ripescaggi pop, come il suo più grande
successo “Everlasting Love”, ed un’antica hit di una band inglese di fine anni Sessanta, i Love Affair.
Nato nell’ Essex, in Inghilterra, inizia ad ascoltare fin da giovanissimo rock, hip-hop, jazz e blues rimanendo subito
affascinato e influenzato da artisti come Herbie Hancock, Tom Waits e Miles Davis, ma anche dagli album innovativi
degli Steely Dan. Ha suonato molto con il fratello Ben, bassista e suo collaboratore anche nell’album più recente
“Catching Tales”. All’età di venti anni, nel 1999, registra il suo primo CD in trio “Heard It All Before” pubblicandone
solo cinquecento copie oggi diventate rarissime. Studia Inglese all’Università di Reading, e si laurea nel 2001.
Durante l’università suona ovunque sia possibile: matrimoni, club, navi da crociera, cerimonie, feste, rivelandosi un
eccellente interprete nelle esecuzioni dal vivo. Il successo arriva con il secondo album, “Pointless Nostalgic” che
vende molte copie in Gran Bretagna, facendosi così notare dai giornalisti Michael Parkinson e Melvyn Bragg. Nel
2003 firma un contratto con Universal per tre nuovi dischi. “Twentysomething” del 2004, vende più di due milioni di
copie nel mondiale e viene candidato per un Grammy. Le canzoni “These Are the Days” e “Everlasting Love”
scalano le classifiche inglesi e non solo. Nel 2005, Cullum registra il suo terzo album di studio “Catching Tales” in
cui la sua musica si apre a influenze funk e hip-hop. Nel 2007 esce per la Universa “In the Mind”. Il suo ultimo
attesissimo album “The Pursuit” è in uscita a novembre 2009.
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U nive rs al Music Gro up ( U MG) è la più grande azienda discografica del mondo e leader in termini di fatturato,
con una quota di mercato del 26,7% . Le sue attività comprendono lo sviluppo, il manufacturing, le vendite e la
distribuzione di musica registrata attraverso una rete di affiliate, società in partnership e licenziatarie in 77 paesi
del mondo.
UMG comprende una vasta scelta di artisti in ogni genere musicale.Questi sono alcuni nomi di artisti che incidono
per la casa discografica, divisi per aree geografiche: N o rd Ame rica: Akon, Bryan Adams, Erykah Badu, Beck,
Bee Gees, Black Eyed Peas, Mary J. Blige, Bon Jovi, Mariah Carey, Chris Cornell, Sheryl Crow, D-12, Daddy Yankee,
Dr. Dre, Eminem, Nelly Furtado, 50, Cent, G-Unit, Guns'n'Roses, Herbie Hancock, Enrique Iglesias, Ja Rule, Jay Z,
Diana Krall, LL Cool J, Gwen Stefani, Ludacris, Marilyn Manson, Metallica, Nas, Nelly, Ne-yo, Nine Inch Nails,
Lionel Richie, Prince, Pussycat Dolls, The Game, The Killers, The Roots, Scissor Sisters, Shania Twain, Kanye West
e Stevie Wonder. E uropa: Ayo, Biagio Antonacci, Micol Barsanti, Franco Battiato, Daniel Bedingfield, Sophie Ellis
Bextor, Bjork, Andrea Bocelli, Marco Borsato, Alex Britti, Calogero, Carmen Consoli, Jamie Cullum, ERA, Fabri
Fibra, Mylen Farmer, Gabrielle, Gianluca Grignani, The Hive, Elton John, Jovanotti, Kaiser Chiefs, Keane, Ronan
Keating, Le Mani, Linea 77, Mika, James Morrison, Gianna Nannini, Nesli, Noir Desir, Pier Cortese, Raiz,
Rammstein, Francesco Renga, Michel Sardou, Snow Patrol, Sting, Sugababes, Take That, t.A.T.u., Texas, Tokyo
Hotel, U2, Vanilla Sky, Velvet, Mario Venuti, Verdena, Yusuf, e Zucchero. A merica Lat i na e S ud Ame rica:
Babasonicos, David Bisbal, Bersuit, Cafè Tacuba, Pedro Fernandez, Luis Fonsi, Juanes, Luney Tunes, Molotov, Zeca
Pagodinho, Paulina Rubino, Sandy & Junior, Ivete Sangalo, Caetano Veloso e Alicia Villareal. A re a Pacif ico: Ai,
Chage & Aska, Eason Chan, Jacky Cheung, Kelly Chen, Dreams Come True, Energy, Masaharu Fukuyama, Hacken
Lee, Naotaro Moriyama, Wilbur Pang, Powderfinger, Spitz, Alan Tam and Wolfmother. La Universal Music Group
controlla diverse etichette quali Barclay, Interscope Geffen A&M, Island Def Jam Music Group, Lost Highway,
Machete Music, Mercury, Polydor, Universal Motown Music Group, Universal Classics Group (che comprende
Decca, Deutsche Grammophon, Philips e ECM) e Verve Music Group. La UMG è leader anche nel settore della
musica classica con oltre il 40% di share di mercato mondiale. Le etichette della Universal Classic annoverano la
leader mondiale Deutsche Grammophon, la Decca Records, che comprende il più grande catalogo di opera del
mondo, e la Philips, un'etichetta diversificata focalizzata sulla musica di crossover. Tra i nomi più importanti che
danno lustro a queste etichette elenchiamo Claudio Abbado, Cecilia Bartoli, Leonard Bernstein, Andrea Bocelli,
Pierre Boulez, Alfred Brendel, Riccardo Chailly, Ludovico Einaudi, Renée Fleming, Lang Lang, James Levine, Yund
Li, Anne-Sophie Mutter, Anna Netrebko, Herbert von Karajan, Anne-Sophie Mutter, Luciano Pavarotti, Maria João
Pires, Sir Georg Solti, Mitsuko Uchida, Hayley Westenra e Krystian Zimmerman.
Mentre nel settore jazz la Universal controlla la Verve, focalizzata sul jazz tradizionale, la GRP con il suo catalogo
di jazz contemporaneo e la Impulse! Alcuni degli artisti che fanno parte di queste etichette sono: Paul Anka, Louis
Armstrong, Count Basie, Brazilian Girls, Michael Brecker, Natalie Cole, John Coltrane, Ella Fitzgerald, Charlie
Haden, Herbie Hancock, Roy Hargrove, Billie Holiday, Al Jarreau, Diana Krall, Aaron Neville, David Sanborn, Nina
Simone, Wayne Shorter e Lizz Wright. Il suo esteso catalogo musicale comprende le più importanti e leggendarie
registrazioni di questo secolo, annoverando artisti come ABBA, Aerosmith, Louis Armstrong, Chuck Berry, James
Brown, The Carpenters, Eric Clapton, Patsy Cline, John Coltrane, The Commodores, Fabio Concato, The
Cranberries, Bing Crosby, Count Basie, Bo Diddley, Bill Evans, Ella Fitzgerald, The Four Tops, Judy Garland, Marvin
Gaye, Jimi Hendrix, Billie Holiday, Buddy Holly, The Jackson Five, George Jones, Brenda Lee, Loretta Lynn, The
Mamas & The Papas, Bob Marley, Bill Monroe, Van Morrison, Nirvana, The Police, Smokey Robinson, Lynyrd
Skynyrd, Cat Stevens, The Supremes, The Temptations, Conway Twitty, Muddy Waters, Barry White, Hank Williams
e The Who.
Nella distribuzione la UGM raggiunge più persone e paesi di qualsiasi altro concorrente. La società possiede
impianti di fabbricazione di cd di altissima qualità e centri di distribuzione logisticamente collocati in USA, UK,
Germania e Francia. la Universal Music Group è di proprietà, al 92%, della Vivendi SA (precedentemente conosciuta
con il nome di Vivendi Universal), una società francese attiva nel campo dei media e delle comunicazioni.
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18 NOVEMBRE 2009
AUDITORIUM PARCO DELLA MUSICA - TEATRO STUDIO ore 21,00
S'ARD MUSIC
“ Un'isola felice”
ANTONIO PLACER TRIO
Antonio Placer: voce
Jean-François Baez: fisarmonica
Stracho Temelkovski: chitarra e basso
POSTO UNICO 12,00 EURO
Personalità ricca e singolare, cantante, chitarrista, autore e compositore, Antonio Placer dimostra la sua grande
capacità di apprendere la musica rapportandosi direttamente al confronto con il mondo. Musicista autodidatta,
proviene da un percorso artistico che attraversa la tradizione orale spagnola, nutrita del frutto degli antichi, nella
quale, come egli stesso afferma - “L’Artista è un servitore della vita”. Nato in Galizia (Spagna) Antonio Placer vive
da oltre vent’anni nei dintorni di Grenoble dove tuttora compone e crea una musica viva, poetica, né spagnola né
francese, risultato delle differenti culture, atlantiche e mediterranee, che l’abitano.
Dal 1994 compone e presenta le sue numerose canzoni in Francia e all’estero. Madre Latina (1993), La Danza de
los Azares (1995), Un poco cielo, un poco tierra (1997), Almacordes (1998), Nomades d’ici (Commande d’Etat 2000),
Pain de Guenille (2001) sono state composte a La Rampe d’Echirolles (in co-produzione con altre istituzioni come
l’Espace Malraux à Chambéry, Le Cargo à Grenoble, Le Nouveau Théâtre d’Angers etc.).
Nel suo carnet vanta prestigiose collaborazioni con Steve Swallow, Renaud Garcia Fons, Elena Ledda, Lucilla
Galeazzi, Paulo Bellinati, Carlo Rizzo, Fernando Suarez Paz (il violinista di Astor Piazzolla), Toninho Ferragutti
(accordeonista di Hermeto Pascoal e Maria Joao), Negrito Trasante, Riccardo Tesi, Norbert Pignol, Mauro Palmas,
David Venitucci, Jean-François Baëz, Bruno Sansalone, Michel Mandel.
Dal 2001 collabora con il grande poeta catalano Carles Duarte e compone per diversi artisti come Elena Ledda,
Jean Luc Schwartz o Dédalo. Ha scritto musiche per spettacoli di danza contemporanea e teatro (François
Veyrunes, Lotfi Achour e Natacha de Pontcharra) e prosegue costantemente la sua attività di compositore
collaborando con festival, conservatori, università, e scuole di musica in Francia e all’estero.
Canta in galiziano, castigliano, catalano, francese, provenzale, portoghese, italiano, sardo o usando linguaggi
immaginari.
Si dedica con passione al lavoro pedagogico, di sensibilizzazione alla musica e alla voce presso pubblici diversi,
principalmente bambini, per i quali scrive canzoni, e studenti. Dopo il 1986 nel Centro di Formation des Musiciens
diventa professore associato nelle Università di Tours, Rennes, Lyon, Toulouse, realizzando laboratori e
masterclasses sulla produzione orale (Canti e Percussioni Corporali). Antonio Placer ha ricevuto un incarico
triennale per motivi di studio à la Ville d’Echirolles (Isère) ed è musicista associato al Théâtre Le Rio a Grenoble. Ha
lavorato per anni per Le Chant du Monde/Harmonia Mundi.
www.antonioplacer.com
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S’ARDMUSIC
“Un’isola felice”
Il Festival Internazionale Jazz in Sardegna, tra i più importanti d’Europa, ponte d’incontro tra le musiche dei popoli
e tra jazz e meticciato, ha lasciato in questi ventotto anni di vita delle tracce indelebili. Un patrimonio musicale di
così straordinaria ricchezza che è confluito verso una proposta discografica, la S’Ard music, etichetta discografica
diretta da Michele Palmas in collaborazione con il Festival Internazionale Jazz in Sardegna.
Tante le proposte, diverse e di qualità, per un’etichetta discografica che ha scelto di essere una “open source in
progress”, sempre vigile verso le sonorità interessanti del jazz mondiale e della Sardegna, e che oggi prosegue con
grande convinzione sulla strada intrapresa: immettere con intelligenza e professionalità le idee originali e le
culture diverse in un contenitore discografico creativo, attingendo alle diverse influenze tra jazz, live,
sperimentazione, tradizione, contemporaneità, etnica, rap, blues e rock ‘n ‘roll.
Dalla ultraventennale esperienza professionale trascorsa tra le prime fila di Jazz in Sardegna come direttore
tecnico, Michele Palmas ha potuto raccogliere le infinite testimonianze sonore provenienti dal patrimonio afroamericano, sardo, mediterraneo e internazionale che negli anni ha calcato i palchi del Festival. Una esperienza
importante che lo ha portato a maturare l’idea nel 2005 di creare, insieme ai promotori del Festival, una etichetta
discografica che imprimesse quelle tracce sonore che hanno scritto la storia della musica in Sardegna, e che
sviluppasse al contempo nuove idee e nuove collaborazioni.
Un’ottima occasione dunque, per dar vita a un catalogo anche di nuove produzioni originali approfittando della
presenza nell’isola di musicisti di fama internazionale, protagonisti di nuovi incontri e di nuovi impulsi artistici,
tenendo sempre saldo il benefico legame che i rispettivi interpreti mantengono con radici e tradizione da tutto il
mondo.
Oggi l’etichetta cagliaritana vanta nel suo catalogo dieci preziosi album realizzati con alcuni dei migliori
protagonisti della scena musicale internazionale, italiana, sarda e mediterranea: “Alberto Sanna”, “Cainà” di Mauro
Palmas, “Cancionista” di Antonio Placet, “Rosa Resola” con Andrea Parodi e Elena Ledda, “Menhir”, l’ultimo,
appena uscito “Frattale”dei cagliaritani Sunflower Quartet, “Elena” con Rita Marcotulli, nella nuova produzione
“Atlantirreaneo”del franco-galiziano Placer che insieme al disco “Ferra vs Ferra” di Massimo e Bebo Ferra saranno
in uscita nell’autunno 2009. In questi anni di straordinarie collaborazioni con alcuni dei più importanti musicisti di
fama internazionale S’Ardmusic ha inaugurato anche la nuova collana EJELIVE, dedicata alla musica dal vivo di
qualità che transita nei giorni dell’European Jazz Expo. Nel 2008, ha pubblicato i primi due album: “Elena Ledda –
Live at Jazz in Sardegna”, una suite dal vivo di Elena Ledda, insieme al contributo degli stessi musicisti sardi che
da sempre l’accompagnano in giro per il mondo, e “Isolanos – Live at Jazz in Sardegna”, il progetto che vede la
cubanità di Omar Sosa confrontarsi con la Sardegna di Battista Giordano e il Coro a Tenore di Oniferi. Due dischi
usciti nell’autunno 2008 in tutta Italia, i quali hanno inaugurato ufficialmente la collana dei live all’Expo.
Le tre prossime pubblicazioni S’Ardmusic saranno : Elena Ledda - Cantendi a Deus” ispirata alla musica sacra
dell'isola; il nuovo album di Alberto Sanna, e un nuovo concerto dal vivo per la collana EJELIVE tratto dalla scorsa
edizione dell'European Jazz Expo (2008). Tutte le produzioni originali di S’Ardmusic sono state realizzate da
Michele Palmas e Jazz in Sardegna, presso lo studio di registrazione “La Lavanderia” di Cagliari.
http://www.sardmusic.com
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19 NOVEMBRE 2009
AUDITORIUM PARCO DELLA MUSICA - SALA SINOPOLI ore 21,00
SCHEMA RECORDS
“ I nuovi suoni italiani”
PRIMA PARTE
LUCIANO CANTONE
Turntables
ANTONIO FIGURA
Pianoforte
SECONDA PARTE
NICOLA CONTE COMBO
NICOLA CONTE, CHITARRA
FLAVIO BOLTRO, TROMBA
PIETRO LUSSU, PIANOFORTE
PIETRO CIANCAGLINI, CONTRABBASSO
LORENZO TUCCI, BATTERIA
ALICE RICCIARDI, VOCE
PLATEA 25,00 GALLERIA 20,00
Per comprendere fino in fondo l’originalità e la sensibilità musicale di Nicola Conte si deve far riferimento, insieme
ad i suoi dischi, alla imprescindibile attività del Fez, movimento culturale da lui fondato a Bari all’inizio dei '90. Un
vera fucina di artisti creativi di ogni tipo, amici prima di tutto e cresciuti insieme con le stesse affinità intellettuali,
musicali e politiche. Agitatori culturali, sentimentali sognatori amanti del jazz dei '50 e '60, profondi conoscitori
della nouvelle vague e spasmodici collezionisti di vinili, esperti di design e grafica, appassionati di poetiche beat e
dei libri di rivoluzionari "gentili" come Jean Paul Sartre e Boris Vian.
Dopo aver dato credibilità al Fez come movimento culturale, Nicola decide di trasferire sulle produzioni musicali le
sue idee: grazie al sostegno della label Schema inizia un'attività di remixer e crea band come il Paolo Achenza Trio,
Quintetto X, Fez Combo, Intensive Jazz Sextet e Balanço. I dischi di queste band focalizzano l'amore di Nicola per il
jazz modale e ci fanno scoprire le sue altre grandi passioni, seppur accennate appena, come le colonne sonore,
con la riscoperta di autori italiani come Piero Piccioni ed Ennio Morricone, e la musica brasiliana, la bossa nova.
Nicola decide quindi di produrre il suo disco di debutto, “Jet Sounds”, realizzato nel 1999 e dato alle stampe nel
2000. “Jet Sounds” è un’elegante fusione di sonorità tipicamente italiane, legate al mondo del cinema e influenzate
dal jazz, bossa nova e psichedelia. Con questo lavoro Nicola prosegue parallelamente l’attività di produttore a
quella di dj, che gli permette di suonare in diversi club sparsi in tutto il mondo. Nello stesso momento cresce anche
la sua credibilità come compositore e musicista. La svolta è caratterizzata dal singolo “New Standards”, pubblicato
nel 2001 e scritto con il trombonista Gianluca Petrella. Questo singolo rappresenta un vero e proprio spartiacque
tra il passato ed il futuro del produttore barese.
Nel 2002, Nicola è il produttore e compositore del disco di Rosalia De Souza, cantante del Quintetto X, uno dei primi
gruppi a cui aveva dato la sua impronta. Nasce “Garota Moderna”, un lavoro che riflette in pieno l’anima da purista
dell’artista pugliese, che ha creato le melodie sulle quali la voce di Rosalia De Souza si esprime con grande classe
e leggerezza. Questo disco rappresenta un’ulteriore svolta di Nicola Conte produttore, che perfeziona a livelli
notevoli quel gioco di specchi tipico tra tradizione brasiliana e modernità, tra semplice omaggio e rilettura
modernista, catturandone l’essenza tipica degli umori altalenanti sudamericani, così come per i grandi Vinicius De
Moraes e Caetano Veloso.
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Nello stesso anno arriva “Jet Sounds Revisited”, una selezione dei remix dell’album omonimo, rivitalizzati dai più
importanti producer della scena elettronica, tra cui spiccano Koop, Thievery Corporation, Micatone, Nu Spirit
Helsinki e l’italiano Gerardo Frisina.
Nel 2004 è la volta di “Other Directions”, licenziato dalla Schema alla Blue Note. Questo disco rappresenta la sintesi
dell’estetica musicale di Nicola Conte, sotto tanti aspetti. Sempre in equilibrio tra jazz e bossanova, viene svelata
però per la prima volta un’anima compositiva legata ad atmosfere acustiche, raffinate, altre. Inoltre è palese per la
prima volta la necessità dell’artista di comunicare non solo con la musica ma anche con i testi, svelando un talento
autorale.
Dal Jazz Cafè di Londra al Blue Note di Milano al Billboard Tokyo, dallo svizzero Montreux Jazz Festival al tedesco
Jazz Open Stuttgart, il sound di “Other Directions” ha ampi riconoscimenti di successo ed un grande riscontro di
pubblico, dimostrando il feeling unico della sua musica e del Jazz Combo, e soprattutto riproducendo dal vivo la
freschezza del sound creato durante le fasi di registrazione del disco in studio.
Il 2008 è l’anno di “Rituals”, che conferma il talento poliedrico e la maturità dell’artista e strumentista barese.
Registrato tra la fine del 2005 e l’ottobre del 2007, anche questo lavoro si sviluppa innanzitutto attorno al nucleo
ormai storico che segue l’artista dal vivo. Ritroviamo quindi Pietro Lussu, Pietro Ciancaglini, Fabrizio Bosso,
Lorenzo Tucci e Daniele Scannapieco, con cui Nicola Conte ha elaborato molte delle tracce presenti nell’ album, per
poi affiancare a loro gli altri amici Gianluca Petrella, Gaetano Partipilo e Till Bronner, presenti anche nel precedente
“Other Directions”. Grande rilievo e spessore artistico ci è regalato dall’utilizzo delle voci, che rappresentano con
Chiara Civello ed Alice Ricciardi il calore e un’intensità tutta italiana.
“Rituals”segna anche un passo fondamentale nella crescita artistica di Nicola Conte, sviluppata ulteriormente
grazie al suo impegno nella composizione delle musiche del disco, ma anche sui testi. Come nel precedente
album, non mancano i riferimenti culturali letterari a lui cari e grazie ai quali ha trovato ispirazione per la scrittura
dei brani.
Reduce dal successo nazionale ed internazionale del disco “Rituals”, pubblicato da Schema Records in Italia e
licenziato alla Emarcy/Universal in tutto il mondo, il produttore, musicista e dj Nicola Conte presenterà per la prima
volta alcuni brani tratti da “The Modern Sound of Nicola Conte – Versions In Jazz Dub”. Questo nuovo album del
jazzista italiano contiene anche i migliori remix degli ultimi anni, prodotti per artisti provenienti da ambiti musicali
diversi. Un disco, quindi, che rappresenta in pieno il sound “universale” di Nicola Conte, e che documenta la stima
di artisti internazionali sul suo percorso artistico sviluppata nel corso degli anni.
http://www.nicolaconte.it
LUCIANO CANTONE
Arrivato a Milano negli anni ’80 dalla sua Catania, Luciano Cantone oggi è l’esempio calzante di self made man
dell’industria discografica. Fondatore della Family Affair, distributore indipendente leader in Italia nel mercato
alternative dance, e della Schema Records, label chiave nello sviluppo della musica elettronica contaminata da
sonorità jazz, latin e brasiliane, stimata da tutti i jazz clubbers del mondo, dj’s e giornalisti della carta stampata o
delle radio. Dalla Family Affair arrivano sul mercato italiano artisti e successi importanti, seppur di nicchia, come
Kruder & Dorfmeister, il disco dei Koop, il primo Saint Germain, Llorca, Laurent Garnier, Cinematic Orchestra, ma
anche produzioni apparentemente lontane dal mondo dei club, come quelle di Marcos Valle, Josè Gonzalez, Maceo
Parker, Terry Callier, Joe Zawinul, Les McCann, Miriam Makeba, Joyce e Trilok Gurtu, solo per citarne alcuni.
Processo inverso per la Schema, con la quale ha esportato al di fuori dei confini nazionali le più interessanti
produzioni jazz dance italiane, nate in piena fase acid jazz nei primi anni ’90. Gerardo Frisina, The Dining Rooms,
Rosalia De Souza, Toco, S-Tone Inc, le Break’n’Bossa, Mario Biondi e Nicola Conte sono solo alcuni dei nomi che
hanno caratterizzato il trademark di un tipico sound italiano, jazz oriented e mai banale. Nel 2005 insieme a Paolo
Fedreghini e Marco Bianchi dà vita al progetto The Invisible Session, un act che esprimeva al meglio la grande
passione di Luciano per il “gospel” ed il blues, contaminati con le sonorità più recenti, sfociando in una dimensione
club. Luciano Cantone si è già esibito al Blue Note di Milano, ai Mercati Generali di Catania, al Midem di Cannes, alla
Mostra del Cinema di Venezia, alla Marquise di Lione, all’Organ B di Tokyo ed in tante altre venues dentro e fuori i
confini nazionali.
ANTONIO FIGURA
Anto ni o Fig ura,pianista e compositore,nasce nel 1972 a Siracusa, da padre e madre siciliani. I nonni emigranti
in Argentina nel periodo della Grande Guerra rientrono con I figli in Sicilia alla fine degli anni '50 , tra cui la madre
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di Antonio, nata a Buones Aires. Ha studiato pianoforte e armonia jazz con il M° Stefano Battaglia , dopo lunghi
studi classici tutto il suo percorso è consacrato al jazz e alla musica contemporanea.
Ha collaborato con il percussionista parigino Pierre Moulias esibendosi a Parigi, Dublino e Londra. Negli utimi anni
ha tenuto concerti e workshops negli USA tra New York, San Diego, St. Louis con il bassista Tom Kennedy e il
chitarrista William Lenihan ,pupillo di Ralph Towner con cui ha inciso due album.
Compositore e musicista a 360 °, ha suonato con Evan Parker, Soweto Kinch, Cleveland Watkiss e aperto concerti
di Roy Ayers e Ahmad Jamal. Lirismo, virtuosismo e freschezza lo contradistinguono come uno dei migliori talenti
della nuova scena jazz contemporanea europea .
Ha terminato nel luglio 2009 una registrazione in Trio al Two System Studio di Brooklyn, New York. Storico Studio
di registrazione dove hanno inciso tra i tanti Ahmad Jamal, Lee Konitz, Chick Corea, Robert Glasper, Hanck
Jones,Terence Blanchard,Herbie Hancock etc. L'album (ST RONG PLACE) uscira' in dicembre per la SCHEMA
REARWARD, label jazz della Schema Records dove sono stati ristampati grandi classici di KENNY CLARKE,
FRANCY BOLAND,JOHNNY GRIFFIN, SAHIB SHIHAB e molti altri.
Il disco si avvale di una sezione ritmica afro/americana formata da K E ND RI C K S C OTT alla batteria e V I CE NT
ARC HE R al c.basso, é tra le piu' in voga nell'area jazz neworkese.
Il titolo dell'album rende omaggio ad un quartiere di Brooklyn, Strong Place di Cobble Hill,dove ha soggiornato il
pianista durante la registrazione dell'album.
Tutte le composizione sono state scritte e arrangiate da Antonio Figura, il disco e'
prodotto
da
FreeformJazzProduction.
KE ND RI CK S C OTT
Nato e cresciuto ad Harlem, New York, pluripremiato e' tra i batteristi piu' famosi sulla scena jazz mondiale,
numerosi dischi all'attivo ,immense le sue collaborazioni come sideman ha suonato con I piu' grandi artisti del
jazz da Chick Corea, a Wayne Shorter ad Herbie Hancock.
VIC E NT ARC HE R
Nativo di Brooklyn, e' un bassista di fama internazionale, ha suonato in studio e in tour con artisti quali Kenny
Garrett, Terence Blanchard, Tom Harrell, Freddie Hubbard, Marlena Shaw, Deborah Cox, Louis Hayes, Curtis
Fuller, Mark Whitfield, Roy Haynes, Geri Allen, Stanley Jordan, Karrin Allyson, Wycliffe Gordon, Stefon Harris, Janis
Siegel, Lewis Nash, Carl Allen, and The Lincoln Center Jazz Orchestra w/ Wynton Marsalis ,Robert Glasper Nicholas
Payton e altri.,
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SCHEMA RECORDS
“ I nuovi suoni italiani”
La Schema Records ha proseguito una tradizione culturale emersa negli anni ’60. In particolare, alcuni artisti
dell’etichetta hanno trovato ispirazione in autori e compositori come Piero Umiliani, Armando Trovajoli, Ennio
Morricone, che divennero simboli di un sound italiano, che trovò pieno compimento nella creazione di celebri
colonne sonore cinematografiche, tanto da diventare un marchio d’esportazione che identificava lo stesso stile
italiano. La sua produzione musicale rispecchia l’inclinazione verso quel tipo di jazz dalla forte componente
ritmica. Un sound improntato al “groove” e di conseguenza naturalmente rivolto a chi ascolta una musica
immediata. Perciò, le scelte sono state sempre orientate verso un jazz di matrice afro-americana, dove l’aspetto
ritmico è spiccatamente presente. Di pari passo, si è esplorata la tradizione ritmica brasiliana, i cui elementi
africani sono sostanziali e derivano direttamente da luoghi come Angola e Mozambico. Queste scelte si sono
riflesse nelle produzione di Bossa e Samba, continuando a dare spazio al jazz modale e al Latin jazz. Tre esempi
significativi sono le produzioni di “The Invisibile Session”, una fusione di generi musicali basata sul “groove” e sul
jazz contaminato, dove ai fiati troviamo tre capisaldi del jazz italiano: Gianluca Petrella, Fabrizio Bosso e Renato
D’Aiello; “Snap Count” del Quintetto Lo Greco, che si colloca a metà strada fra hard bop e soul jazz fra Horace
Silver e Herbie Hancock; “The Latin Kick” di Gerardo Frisina, un album in cui convivono bossa, claves e ritmo, in
una piacevole atmosfera house.
Nicola Conte, Gerardo Frisina, Mario Biondi And The High Five Quintet, Rosalia De Souza, Toco, The Invisible
Session, S-Tone Inc., Alessandro Magnanini, Lorenzo Tucci, Pietro Ciancaglini e The Dining Rooms sono solo alcuni
degli artisti nati all’interno di questo vero e proprio “atelier” musicale, fondato da Luciano Cantone e Davide Rosa.
Artisti da una parte ed idee dall’altra, capaci di reinventare il passato con forte personalità, alla ricerca di nuove
direzioni musicali da esplorare. L’etichetta milanese, in questi primi 15 anni di attività, ha saputo coniugare con
grande classe la musica jazz con le nuove tendenze musicali europee, diventando capofila di una scena musicale
alternativa, molto florida anche in Giappone, Europa e Stati Uniti.
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20 NOVEMBRE 2009
AUDITORIUM PARCO DELLA MUSICA - TEATRO STUDIO ore 21,00
ACT RECORDS
“ Il gusto della sperimentazione”
ALBORAN TRIO
PAOLO PALIAGA - PIANOFORTE
GIGI BIOLCATI - BATTERIA E PERCUSSIONI
DINO CONTENTI - CONTRABBASSO
POSTO UNICO 12,00
Alboran è l’ingresso nel mediterraneo, è il mare che congiunge il continente africano e quello europeo. In quel
mare Africa e Spagna si affacciano, diffondendo le proprie essenze, la propria cultura, i suoni, le religioni, dando
vita a qualcosa di nuovo. Questa è la musica di Alboran trio, un incontro tra artisti che vivono la musica
d’improvvisazione in modo diverso, che sono alla ricerca di un nuovo suono e di uno stile contemporaneo di
proporre la più tradizionale delle formazioni. Alboran trio si caratterizza per essere una giusta combinazione di tre
personalità che collaborano ad un’unica visione della musica. Rigorosamente acustico nella formazione, il lavoro
dei musicisti ha approfondito la ricerca sonora sulla vibrazione delle pelli, corde e legni, concentrandosi sullo
sviluppo dell’arte della melodia, sull’interazione e la creazione spontanea, fuori dalle etichette tradizionali e dalla
strada principale dello swing. Il risultato è una musica fresca, piena di sfumature, articolata, che spazia dalla
musica europea alla pulsazione africana, sullo sfondo della tradizione jazz nord-americana.
Il trio nasce nel 2004 dall'incontro tra il pianista Paolo Paliaga e il contrabbassista Dino Contenti. L'affinità musicale
e la coincidenza di vedute artistiche li spinge a coinvolgere anche il batterista e percussionista Gigi Biolcati. Dopo
un periodo intenso di prove meticolose e serrate il trio lavora al suo primo CD che viene calorosamente accolto dal
produttore dell'etichetta Act di Monaco, Siggie Loch. Nel 2006, esce “Meltemi” che viene apprezzato dalla critica in
tutto il mondo. Da questo momento in poi si succedono concerti in molti paesi europei che vedono nel London Jazz
Festival, nel Festival di San Javier in Spagna e nel Brecon Jazz Festival il compimento di un percorso di diffusione
della loro musica. Si alternano poi festival dalla Norvegia alla Turchia, dalla Bulgaria alla Germania, passando
dall'Austria, Italia e Spagna, raccogliendo ovunque un forte apprezzamento di pubblico e di critica. Nel 2008, esce il
secondo CD sempre per l'etichetta Act dal titolo “Near Gale” con le composizioni del pianista Paolo Paliaga.
Quest'ultimo lavoro, ben accolto dalla critica, ha permesso al trio di approfondire il prorio percorso e di rinsaldare il
rapporto con il pubblico.
www.alborantrio.com
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ACT RECORDS
“ Il gusto della sperimentazione”
Diciassette anni dopo la creazione da parte dell'editore Siegfried “Siggi" Loch, la Act è diventata una delle più
importanti etichette discografiche indipendenti. La sua prima uscita risale all'ottobre del 1992 con la pubblicazione
di “Jazzpaña”, un disco acclamato dalla critica che ricevette due candidature, il Grammy e il Jazz Award. Questo
successo diede un rapido slancio alla produzione della Act.
Siegfried Loch, veterano del settore, ha lavorato per le major dalla fine degli anni ottanta e durante questo periodo,
ha scoperto e prodotto grandi artisti come Klaus Doldinger, The Rattles, Katja Ebstein, Amon Düül, Can, Heinz
Rudolf Kunze, Marius Müller-Westernhagen e Al Jarreau. Nel 1998 gli è stato assegnato un Lifetime Achievement
Award da parte della German Association of Record Reviewers. Siegfried Loch è entrato nel settore discografico
quando aveva diciannove anni e rapidamente si è distinto, divenendo il direttore della Liberty/United Artists in
Germania a soli venticinque anni. Nel 1971 fu chiamato a coprire la carica di presidente della WEA-Germania e
successivamente la presidenza della WEA-Europa, nel 1982. Nel corso di questi anni, Loch aveva sempre coltivato
l'ambizione di avere una propria etichetta discografica e, infine, nel 1992 nacque la Act. Base per alcuni dei più
interessanti, stimolanti e popolari artisti jazz contemporanei, l'etichetta ha in catalogo oltre 200 dischi che
abbracciano una vasta gamma di stili jazz . Attualmente, la Act gode di fama internazionale per le sue scelte
innovative e per l'alta qualità dei suoi dischi jazz e world music.
La registrazione di “Jazzpaña” con Arif Mardin, Vince Mendoza, Michael Brecker, Carles Benavent e Perico
Sambeat, fu seguita da progetti come “Blue Corner” con Jasper van't Hof (omaggi musicali ad undici pittori
contemporanei); “Round About Bartók” con Richie Beirach, “Europeana” con Michael Gibbs e Joachim Kühn e “Folk
Moderno” con gli svedesi Nils Landgren e Esbjörn Svensson. Infatti, l'etichetta pone particolare attenzione sugli
artisti della Scandinavia, oltre a Landgren e Svensson hanno inciso per la Act, Ulf Wakenius, Lars Danielsson,
Viktoria Tolstoj e Rigmor Gustafsson. Un altro significativo punto di riferimento per l'etichetta è il jazz tedesco e i
giovani promettenti musicisti con l'intento di scoprire e sostenere i nuovi talenti.
http://www.actmusic.com
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24 NOVEMBRE 2009
AUDITORIUM PARCO DELLA MUSICA - SALA SINOPOLI ore 21,00
EMI/BLUE NOTE RECORDS
“ 40 anni di musica italiana”
PAOLO FRESU/URI CAINE &
ALBORADA QUARTET
PAOLO FRESU - TROMBA, FLICORNO ED EFFETTI
URI CAINE - PIANOFORTE E PIANO ELETTRICO
ANTON BEROVSKI - VIOLINO
SONIA PEANA - VIOLINO
NINO CIRICUGNO - VIOLA
PIERO SALVATORI - VIOLONCELLO
PLATEA 25,00 GALLERIA 20,00
PAOLO FRESU
Inizia lo studio dello strumento all'età di undici anni nella Banda Musicale del proprio paese natale e dopo varie
esperienze di musica leggera scopre il jazz nel 1980 ed inizia l'attività professionale nel 1982 registrando per la RAI
sotto la guida del M° Bruno Tommaso e frequentando i Seminari di Siena jazz. Nel 1984 si diploma in tromba
presso il Conservatorio di Cagliari e nello stesso anno vince i premi RadioUno jazz, Musica jazz e RadioCorriere TV,
come miglior talento del jazz italiano. Nel 1990 vince il premio Top jazz indetto dalla rivista Musica jazz come
miglior musicista italiano, miglior gruppo (Paolo Fresu Quintet) e miglior disco con “Live in Montpellier”, nel 1996 il
premio come miglior musicista europeo attraverso una sua opera della “Académie du jazz” di Parigi ed il
prestigioso “Django d’Or” come miglior musicista di jazz europeo e nell’anno 2000 la nomination come miglior
musicista internazionale. Solo i primi, in una lunga serie di riconoscimenti che proseguono nel presente musicale.
Paolo Fresu ha suonato in ogni continente e con i nomi più importanti della musica afroamericana degli ultimi
trent’anni anni: D'Andrea, Tommaso, Ghiglioni, Rava, Salis, Pieranunzi, Gaslini, Trovesi, Wheeler, Danielsson,
Mulligan, Brookmayer, Liebman, Berger, Holland,. Zorn, Abercrombie, Towner, Galliano, Portal, Gurtu, Gunther
Schüller, Hall, Soloff, Uri Caine, Gil Evans Orchestra, Toots Thielemans ecc. . Ha registrato oltre duecentosettanta
dischi di cui almeno trenta a proprio nome ed altri con collaborazioni internazionali, spesso lavorando in progetti
come Jazz-musica etnica, World music, Musica contemporanea, Musica leggera, Musica antica, ecc.. csuonando
tra gli altri con Nyman, Parker, Farafina, Vanoni, Negramaro, Stadio, ecc. E' stato più volte ospite in grandi organici
quali la G.O.N. - Grande Orchestra Italiana, l'ONJ - Orchestra nazionale di jazz francese, la NDR - orchestra della
Radio tedesca di Amburgo e l’italiana Instabile Orchestra.
Ha coordinato, inoltre, numerosi progetti multimediali collaborando con attori, danzatori, pittori, scultori, poeti,
scrivendo musiche per film, documentari, video o per il balletto o il teatro. Oggi è attivo con diversi progetti che lo
vedono impegnato per oltre duecento concerti all’anno, pressoché in ogni parte del globo.
www.paolofresu.it
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URI CAINE
Uri Caine è nato a Philadelphia ( 8 giugno 1956 ), dove ha cominciato a studiare piano con Bernard Peiffer all'età di
dodici anni incoraggiato dai genitori. Peiffer, un brillante e sottovalutato pianista francese, richiedeva al giovane
allievo una nuova composizione ogni settimana che veniva poi rielaborata, estesa, deformata e arricchita. Tale
approccio si rivelò basilare nello sviluppo non solo della tecnica sulla tastiera ma anche della teoria jazzistica. Da
quel momento i suoi ascolti cominciano a spaziare da Glenn Gould fino a Oscar Peterson, Herbie Hancock e Cecil
Taylor. Le lezioni di Peiffer, durate quattro anni, aiutano Uri a trovare la propria sonorità sullo strumento. Quando si
iscrive all'università, Caine è già coinvolto nella scena jazzistica della sua città e incomincia a suonare con i grandi
maestri che visitano Philadelphia, da Freddie Hubbard a Joe Henderson, Phil Woods e Lester Bowie. Trasferitosi a
New York Caine registra i primi due dischi come solista, “Sphere Music” nel 1993 e “Toys” nel 1995 per la JMT, la
prima etichetta di Stefan Winter. Il secondo contiene una citazione dalla Prima Sinfonia di Mahler che,su insistenza
dello stesso Winter, porta Caine ad immergersi profondamente nella musica del grande compositore. Il risultato
sarà pubblicato nel 1996 per la nuova etichetta Winter & Winter. Nato come colonna sonora di un film documentario
per la regia di Franz Winter, "Urlicht/Primal Light" diventa un punto di riferimento per la rilettura di un repertorio
classico, ricca di intelligenza, cultura, humour e soprattutto di grande rispetto e vero e proprio amore per le
partiture originali, senza però che questo impedisca una forte personalizzazione. Caratteristiche che gli fanno
meritare il primo premio della Toblacher Kompanierhaus che normalmente premia la migliore esecuzione
"ortodossa" dell'anno. Nel 1997 è la volta di "Wagner e Venezia" dove l'autore del "Tristano" viene riarrangiato per
una piccola formazione di archi, fisarmonica e pianoforte, il tutto registrato nel famoso Caffè Quadri in Piazza San
Marco. Un nuovo cambio di fronte è pronto per l'opera successiva "Blue Wail", un disco in trio con James Genus e
Ralph Peterson jr. costruito su materiale originale. Nel 1999 ritorna al repertorio mahleriano con il doppio "Live in
Toblach" registrato a Dobbiaco, la cittadina che vide la nascita di molti capolavori del compositore boemo-austriaco.
Nello stesso periodo, l'eclettico Caine dirige la registrazione di "Sidewalks of New York" un audiofilm dedicato a Tin
Pan Alley e agli albori della grande canzone americana. Caine inoltre non dimentica il proprio ruolo di sideman nei
contesti più diversi fra i quali citiamo le formazioni di Dave Douglas, Arto Lindsay, Sam Rivers, Rashied Alì, Bobby
Watson, The Master Musicians of Jajouka e soprattutto Don Byron con il quale condivide l'approfondito studio per i
repertori classici della musica ebraica. Recentemente Uri ha diretto con incredibile successo di pubblico e critica la
Biennale Musica di Venezia, e per tre anni consecutivi il festival jazz di Bergamo.
www.uricaine.com
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EMI / BLUE NOTE RECORDS
“40 anni di musica italiana”
EMI, acronimo di Electric and Musical Industries, inizia la propria avventura nel 1887, con l'apertura della
Gramophone Company a Londra; già un anno dopo vengono aperte sedi in Francia, Germania ed Italia. Nel 1889,
l’etichetta acquista il dipinto "La voce del padrone" di Francis Barraud, che ritrae il cagnolino Nipper intento ad
ascoltare il grammofono. Proprio per l'utilizzo del dipinto di Barraud come marchio, la Gramophone Company
incomincia ad essere conosciuta come His Master's Voice, La Voce del Padrone.
Tra il 1900 e il 1906 vengono aperte sedi in Russia, Australia, Giappone, India e Cina. L’esperienza del tenore Enrico
Caruso, che incise per la Gramophone Company dieci arie d'opera in una stanza d’albergo di Milano, conferì al
grammofono dignità come mezzo per l'ascolto della musica classica. Nel 1914 le vendite di dischi si attestano sui 4
milioni di copie all’anno.
Nel 1925, la Gramophone Company inizia ad utilizzare un sistema di registrazione del suono non più meccanico ma
elettrico. Nel 1926 “O for the wings of a dove” di Ernest Lough, è il primo disco a vendere più di 1.000.000 di copie.
Nel 1931, si fondono la Gramophone Company e la Columbia dando vita alla EMI. Nello stesso anno, un ingegnere
dei laboratori di ricerca, Alan Blumlein, crea la tecnologia della registrazione stereo e successivamente si aprono i
mitici studi di registrazione di Abbey Road. Da questo momento in poi si susseguono una serie di significativi
avvenimenti come l’introduzione dei primi 33 giri e delle musicasette, l’ingaggio di artisti quali Frank Sinatra, Nat
'King' Cole, Cliff Richard, Beatles, Pink Floyd, Queen e Sex Pistols; l’acquisto della Liberty/United Artists con
l'etichetta Blue Note, ed infine, l’introduzione del Compact Disc.
Le origini di EMI in Italia, invece, risalgono alla fondazione nel 1904 della "Società Anonima Italiana di Fonotopia",
che fabbricava i dischi sia per la Columbia che per La Voce del Padrone. Una volta fuse le due case madri, anche in
Italia si preferì riunire tutto sotto l'unica denominazione di "La Voce del Padrone - Columbia - Marconiphone". La
nuova società avrebbe dovuto occuparsi non solo di fabbricazione e vendita di dischi, ma anche di apparecchi radio.
Quando l'Italia entra in guerra, la società di proprietà di azionisti inglesi viene messa sotto sequestro, rischiando la
chiusura. Nel 1945, terminato il confitto, il Ministero dell'Industria dissequestrò l'azienda riconsegnandola nelle
mani degli azionisti inglesi. L'azienda contava, tra l'altro, filiali a Roma, Napoli e Torino.
Con la comparsa della televisione in Italia vennero fabbricati anche apparecchi televisivi, ma, con il passare degli
anni, le linee di produzione radio e Tv risultarono antieconomiche, determinando così la cessazione della loro
fabbricazione. Il ridimensionamento portò anche alla chiusura delle varie filiali italiane. Nel 1966 venne costituita la
EMI italiana, che traghettò l'attività nel nuovo stabilimento di Caronno Petrusella, a pochi chilometri da Milano, cui
venne aggiunto nel 1976, il magazzino di distribuzione. Dal gennaio '97 in occasione della scissione dal gruppo
Thorn, EMI trasferì la propria sede nel cuore di Milano, acquisendo la denominazione di Emi Music Italy S.p.A.
http://www.emimusic.it
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26 NOVEMBRE 2009
CIRCOLO DEGLI ARTISTI - Via Casilina Vecchia, 42 ore 22,30
BLUE NOTE RECORDS
“ Un omaggio a 70 anni di storia d el jazz”
J ROCC
J ROCC - TURNTABLES
POSTO UNICO 15,00
Nel 1992 Jason Jackson, conosciuto internazionalmente con il nome di J Rocc, lanciò l’idea di formare un gruppo che
comprendeva DJ e musicisti di talento, dando vita così ad una band, la Beat Junkies. L’iniziativa venne accolta con
grande entusiasmo da critica e pubblico, incoraggiando J Rocc a continuare la sua ricerca musicale nella creazione di
nuovi stili. Nel 1985, J Rocc comincia la sua carriera con il gruppo PSK, nel quale riuscì ad esprimere la sua creatività
usando i giradischi come se fossero dei veri e propri strumenti musicali. Il suo personale approccio e la sua collezione
di dischi, lo hanno portato verso un sound energico nato dall’unione di una musica “smooth” con un ritmo intenso.
Particolarmente influenzato dal jazz di John Coltrane e dal nuovo hip-hop prodotto da Dr. Dre e DJ Aladdin, J Rocc ha
contribuito significativamente allo sviluppo di un nuovo genere musicale. Nel corso di questi anni, l’artista ha ricevuto
importanti riconoscimenti tra i quali ricordiamo quello con la formazione Beat Junkie band, comprendente Babu, MeloD e Rhettmatic eletta dalla International Turntablist Federation (ITF), campione del mondo nel 1997 e nel 1998. Nel 1999,
la Rawkus Records indusse J Rocc e Babu ad unirsi al cast di noti musicisti internazionali per produrre una compilation
hip-hop “Sound Bombing 2”, alla quale hanno partecipato artisti quali Pharaoh Monche, Mos Def e Common. Nel 1998,
l’artista si è unito ai due fenomeni del hip-hop Talib Kwali e Mos Def, nel tour di U.S. Coca Cola, facendo il tutto esaurito
in ogni concerto. Successivamente, J Rocc ha collaborato con i gruppi Jurassic 5, Dilated Peoples, MC Supernatural e
The Beat Junkie. Nel 1999, l’artista ha realizzato “Live at the Sex Machine”, e nel 2000, ha pubblicato un secondo volume
dei suoi progetti di successo intitolato “Sex Machine Today”, continuando così a dimostrare il suo stile originale e la
qualità dei suoi arrangiamenti. Nel 2001, J Rocc ha realizzato diversi progetti sia in solo che in gruppo, come: “Classic
Material”, con i Beat Junkie, che raccoglie le tracce dei migliori concerti tenuti tra il 1995 e il 2000; “Gold Chain Music”,
ospiti Planet Asia e Evidence; “X-ecution of a Bumrush”, eseguiti insieme la DJ Babu nel gruppo Bumrush Brothers.
Negli anni successivi, l’artista ha realizzato “Syndromes Remix” nella quale ha ripreso brani creati nel 1995, rielaborati
con la partecipazione di leggendari musicisti quali Roy Ayers, Instant Funk, Minnie Riperton e Grover Washington. Nel
2003, J Rocc, per conto dell’etichetta Stones Throw Records, ha prodotto “Play This (One)” e “Junkies Pick” in cui sono
riportate le composizione classiche scritte e prodotte da lui stesso. L’artista da alcuni anni fa parte insieme a J. Dilla del
gruppo di Madlib partecipando a numerosi eventi e alla produzione degli album “Beat Konducta” volume 5 e 6 e al disco
“Droppin science” per la Blue Note, remixato nel 2008 per l’etichetta Stones Throw. Vedere J Rocc suonare “i dischi” dal
vivo è un’esperienza entusiasmante, il suo incontestabile virtuosismo non è mai sterile esibizione ma perizia tecnica al
servizio della musica. Jazz, soul, hip-hop, reggae, fucky-carioca non fanno differenza, tra le sue mani le tracce
prendono sempre forma e vita propria, ricche di citazioni e con uno spiccato gusto per l’intrattenimento.
http://www.myspace.com/funkypresident
www.romajazzfestival.it
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BLUE NOTE RECORDS
“ Un omaggio a 70 anni di storia del jazz”
Nel 1939 è stata pubblicata la prima brochure della Blue Note che conteneva una dichiarazione d’intenti, a cui
Alfred Lion è rimasto fedele nella costruzione di una delle più grandi case discografiche jazz del mondo.
In questo opuscolo si leggeva chiaramente: i dischi della Blue Note sono realizzati, in generale, per favorire la
diffusione senza compromessi del hot jazz o dello swing. Ogni singolo stile è un’espressione genuina che
rappresenta un’autentica via al sentimento musicale. Nel 1939, Francis Wolf, fotografo di professione, riuscì a
prendere l’ultimo battello per l’America prima dell’avvento del nazismo, giunto a New York si unì all’amico Lion
nell’avventura Blue Note. Durante gli anni ’40 Lion e Wolf furono catturati dal rivoluzionario movimento Bebop,
registrando artisti quali Fats Navarro, Bud Powell, Tadd Dameron, Thelonious Monk, Art Blakey ed altri.
Fra il 1945 ed il 1954, Lion e Wolf furono affascinati, in particolar modo dal pianista e compositore Monk, che
sostennero all’inizio e nel corso della sua carriera. Le copertine degli album Blue Note diventarono una
componente distintiva grazie alla sensibilità di Wolf, attento alle foto d’atmosfera e al design d’avanguardia di Paul
Bacon, Gil Melle e John Hermansader. Contemporaneamente, Lion si occupava della produzione dei primi album
con Horace Silver, Lou Donaldson, Clifford Brown, Wynton Kelly, Elmo Hope, Kenny Drew, Tal Farlow e Kenny
Burrell, registrando significative sedute con affermati talenti moderni tra i quali ricordiamo: Kenny Dorham, George
Wallington, Milt Jackson, Miles Davis, Thad Jones, Sonny Rollins e Herbie Nichols. Nel 1952, Alfred conobbe
l’ingegnere del suono Rudy Van Gelder, trovando così, un’intelligente intesa dalla quale scaturì un suono ideale.
Dal 1954, la Blue Note assunse un sistema simile a quello di una compagnia teatrale, cambiando ogni volta il cast
dei leaders e dei sidemen durante le diverse registrazioni. I leaders potevano essere presenti l’uno nel progetto
dell’altro e, a volte, i sidemen potevano anche assumere il ruolo di leaders. Infatti, alla fine del 1954, Horace
registrò un disco con un gruppo ideale che comprendeva: Kenny Dorham, Hank Mobley, Doug Watkins e Art
Blakey. Questo incontro andò così bene che i cinque musicisti decisero di formare un gruppo chiamato “The Jazz
Messengers”. Nel 1956, Lion, Wolff, Van Gelder, Miles, Blakey, Silver, e Jimmy Smith riuscirono a conferire
all’etichetta un’identità ben precisa facendo si che nei successivi dieci anni, la Blue Note dominasse il corso
artistico e commerciale del settore musicale. All’inizio degli anni ’60 l’etichetta entrò a pieno titolo negli alti livelli
dell’industria discografica, registrando dei buoni risultati di vendita con gli album di Jimmy Smith, Horace Silver,
Donald Byrd e di altri e, raggiungendo un successo inaspettato nelle classifiche pop americane con i dischi “The
Sidewinder” di Lee Morgan e “Song For My Father”di Horace Silver. Negli stessi anni, la Blue Note continuò a
registrare brani tradizionali di hard bop con gli artisti Morgan, Mobley, Silver, Blakey e i giovani musicisti quali
Hancock, Green, Wayne Shorter, Bobby Hutcherson, Freddie Hubbard e Joe Henderson, muovendosi con cautela
anche nel jazz d’avanguardia. Nel 1965, la Liberty Record acquisì la Blue Note. Lion rimase fino alle metà del
1977, quando alcuni problemi di salute lo costrinsero ad un ritiro forzato. Frank Wolf restò alla Blue Note fino alla
sua morte avvenuta nel 1971. La storia della Blue Note sopravisse attraverso un programma di riedizioni e con la
stampa di inediti che i nuovi responsabili Charlie Lourie e Michael Cuscuna iniziarono a produrre dal 1975 fino al
1981.
Nel 1982, Lourie e Cuscuna fondarono la Mosaic Records e convinsero la Capitol Records, attuale proprietario, di
far rinascere la Blue Note. La loro prima realizzazione fu la collezione completa delle incisioni di Thelonious Monk
e Albert Ammons-Meade Lux Lewis. Nel 1984, EMI assunse il produttore Bruce Lundvall a cui diede l’incarico di
ristrutturare l’etichetta negli Stati Uniti. La Blue Note fu rilanciata e risorse nel febbraio dello stesso anno con il
disco “One Night With Blue Note” tratto dal concerto di tutti i più significativi musicisti della nuova e della vecchia
etichetta.
www.bluenote.com
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29 NOVEMBRE 2009
AUDITORIUM PARCO DELLA MUSICA - SALA SINOPOLI ore 21,00
BLACK SAINT/CAM
“ Un omaggio all’avan guardia afro-americana”
DAVID MURRAY QUARTET
DAVID MURRAY - SAX TENORE E CLARINETTO BASSO
JARIBU SHAHID - CONTRABASSO
MARK JOHNSON – BATTERIA
LAFAYETTE GILCHRIST - PIANOFORTE
PLATEA 20,00 GALLERIA 15,00
DAVI D MURRAY
Per molti aficionados, David Murray è già un gigante del jazz, considerando il numero di album registrati, i teatri
calcati e i premi che hanno coronato la sua carriera (Grammy Award, Guggenheim Fellowship, Bird Award, Danish
Jazz Par Prize, Guiness Jazz Festival, incoronato musicista del decennio (1980) dal Village Voice….). E nonostante
siano trascorsi venticinque anni dal suo esordio, sono la verve e l’ispirazione della sua giovinezza a caratterizzare
la sua carriera, particolarmente prolifica sia in termini di produzioni che di orientamenti musicali. David Murray ha
oggi centotrenta album all’attivo e partecipazioni a circa un centinaio di registrazioni in qualità di ospite invitato.
Alla fine anni ’90, l’opinione pubblica, in riferimento a David Murray, parlava di fusion, di world music, addirittura di
panafricanismo dopo che intraprese il viaggio a ritroso attraverso i Caraibi, le “piccole americhe”, passando per
l’Africa del Sud e il Senegal. Prima di partire, David Murray ha bruciato le tappe della storia del jazz: nato a
Oakland, è cresciuto a Berkeley e ha studiato con Catherine Murray (organista e madre di David), Bobby Bradford,
Arthur Blythe, Stanley Crouch, Margaret Kohn e molti altri fino a quando nel 1975 non lascia il Ponoma College (Los
Angeles) per trasferirsi a New York. A New York sono Cecil Taylor, con il quale suona, e Dewey Redman ad
incoraggiarlo. Quel periodo fu caratterizzato anche da altri incontri, con persone e musica: Sunny Murray, Tony
Braxton, Oliver Lake, Don Cherry. Nell’Energy band di Ted Daniels, lavora con Hamiett Bluiett, Lester Bowie e
Frank Lowe. Nel 1976, dopo una prima tournée europea, David Murray fondò uno dei suoi leggendari gruppi, il
World Saxophone Quartet con Oliver Lake, Hamiett Bluiett e Julius Hemphill. Entrò così in un periodo di grande
intensità creativa, realizzando registrazioni a catena e partecipando a gruppi tra loro molto diversi. Da Jerry Garcia
a Max Roach passando per Randy Weston o Elvin Jones, per David Murray gli incontri sono stati incessanti fino al
1978, quando sviluppa il suo quartetto e più tardi il suo ottetto e si consacra alle sue origini. Non esita tuttavia a
provare nuove esperienze musicali; per diversi progetti fa infatti ricorso a corde ai tamburi Ka di Guadeloupe o a
dei musicisti e ballerini dell’Africa del Sud.
Recentemente si è dedicato anima e corpo al suo Black Saint Quartet, con “Sacred Ground”, album pubblicato nel
giugno 2007 (Justin Time) nel quale si può ascoltare la magica voce di Cassandra Wilson e in cui la sontuosità delle
composizioni rende omaggio ad uno dei suoi periodi più prolifici in seno alla mitica casa discografica italiana Black
Saint.
http://www.myspace.com/davidmurraymusic
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BLACK SAINTS
“ L’avanguardia afro -ame ricana”
La Black Saint è stata fondata alla fine del 1977 quando, all’appassionato Giovanni Bonandrini fu offerta
l’opportunità di acquistare l’azienda che aveva in catalogo solo tredici titoli e quattro registrazioni effettuate a New
York con Hamiet Bluiett, Muhal Richard Abrams, Julius Hemphill e George Lewis. Durante gli anni ’80 fu rilanciata
e vinse due volte il Down Beat Critic Pool come “Migliore Etichetta” e “Miglior Produttore”, ed acquisì una
reputazione come marchio di qualità rivolto ad un pubblico esigente e sofisticato. La Black Saint è stata un’insolita
convergenza geografica, dove musicisti appartenenti alla Black Artists Group (BAG), alla scuola di St Louis (Bluiett,
Hemphill e Oliver Lake) ed alla AACM di Chicago (Abrams, Lewis, Anthony Braxton, Henry Threadgill e Roscoe
Mitchell, tra gli altri) si sono ritrovati per partecipare al famoso “loft scene”, concentrato intorno al Rivbea Studio di
Sam Rivers. L’etichetta ha offerto l’opportunità di costruirsi una carriera a gruppi di avanguardia come il World
Saxophone Quartet, Threadgill’s Aria trio, String Trio di New York e Mitchell Sound Ensemble. Negli anni ’90,
Giovanni Bonandrini ha voluto espandere l’immagine del marchio al di là della scena dell’avanguardia, acquisendo
la Soul Note. In questi anni, l’etichetta ha proseguito il suo slancio accogliendo l’innovazione e il tradizionalismo in
ugual misura, coinvolgendo artisti come William Parker, Dave Douglas, Michael Marcus, Charles Gayle e altri. A
trent’ anni di distanza, la qualità del catalogo Black Saint / Soul Note è impeccabile e la sua coerenza non ha eguali
nella storia del jazz. Nel 2008, l’intero catalogo della Black Saint / SoulNote, è stato acquisito dalla CAM Records
che ha saputo rivalutarlo e riportarlo con successo sul mercato internazionale.
http://www.camoriginalsoundtracks.com
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30 NOVEMBRE 2009
AUDITORIUM PARCO DELLA MUSICA - SALA SINOPOLI ore 21,00
In collaborazione con L’Accademia Nazionale di Santa Cecilia – Rassegna “It’s Wonderful”
CAM JAZZ
“Una storia italiana”
RICHARD GALLIANO SOLO
PLATEA 25,00 GALLERIA 20,00
Richard Galliano, nato in Francia a Le Cannet il 12 dicembre 1950, è stato introdotto alla musica giovanissimo
iniziando con la fisarmonica all’età di quattro anni sotto l’influenza del padre Lucien, fisarmonicista di origine
italiana vivente a Nizza. Per un lungo periodo studia trombone, armonia e contrappunto nell’Accademia di Musica
di Nizza e, a quattordici anni, cercando di espandere le sue idee fisarmonicistiche, inizia ad ascoltare jazz sui dischi
del trombettista Clifford Bronwn di cui rimane affascinato. Inizia allora un percorso di ricerca all’interno del mondo
della fisarmonica aiutato dal suo maestro Claude Noel che gli fa conoscere i maestri italiani e quelli americani. Nel
1973, finiti gli studi e l’apprendistato, Richard decide di trasferirsi a Parigi dove incontra il famoso cantante Claude
Nougaro. Per tre anni ricopre il ruolo di direttore, arrangiatore e compositore per l’orchestra di Nougaro. Dopo
Nougaro, una grande importanza per Richard Galliano ebbe l’incontro con Astor Piazzolla. Nel 1983, Astor Piazzolla
invita l’artista a fare la parte del primo bandoneone alla Comédie Française in “Sogno di una notte d'estate” di
William Shakespeare la cui musica è scritta da Astor Piazzolla e la messa in scena realizzata da Jorge Lavelli. È
l’inizio di una solida amicizia tra i due musicisti che durerà fino alla morte di Astor Piazzolla. Fu proprio Piazzolla a
suggerirgli di riscoprire le sue origini francesi portando alla luce il New Musette come lui stesso aveva fatto con il
Tango Nuevo. Il merito di Galliano sta quindi nella sua originalità, nell’essere riuscito a sintetizzare tutte queste
esperienze in una nuova musica, fatta di jazz, echi di tango, walzer dei Bistrò francesi, ballads di Bill Evans condite
con l'approccio improvvisativo di Jarrett, Parker e Coltrane. Su tutto questo aleggia l'impareggiabile gusto
cromatico di Galliano che si rifà alla migliore tradizione francese da Couperin a Debussy fino ad arrivare a Ravel.
Un altro rilevante punto di forza è il suo modo di utilizzare la fisarmonica, questo scomodo strumento che ha
sempre avuto vita difficile sia nel jazz che nella musica colta. Nelle mani di Galliano la fisarmonica acquista la
policromia di un’orchestra e l’intimismo di una formazione da camera. Fra le sue numerose collaborazioni
ricordiamo la presenza nel gruppo di Zawinul, Charlie Haden e con il quartetto del New York Tango e poi con
Juliette Greco, Charles Aznavour, Ron Carter, Chet Baker, Enrico Rava, Martial Solal, Miroslav Vitous, Trilok Gurtu,
Jan Garbarek, Michel Petrucciani, Michel Portal, Toots Thielemans, e tanti altri.
http://www.richardgalliano.com
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CAM JAZZ
“ Una storia italiana”
CAM Jazz è un’etichetta del gruppo C.A.M. - Creazioni Artistiche Musicali - editore musicale indipendente, con sede
in Roma, che in più di quarantacinque anni di attività ha realizzato oltre 2800 colonne musicali per film italiani ed
internazionali, collaborando con oltre 500 compositori famosi. Nel 2000 nasce la CAM Jazz con l'intento di
raggruppare le produzioni jazz che prima facevano parte del catalogo generale, affiancando nuove realizzazioni di
composizioni originali, cover di celebri temi da film, commedie musicali e canzoni, sempre interpretate dai
maggiori jazzisti contemporanei italiani e stranieri.
Nei primi nove anni di attività, la CAM Jazz si è imposta tra le etichette discografiche indipendenti di maggior
prestigio internazionale ricevendo importanti riconoscimenti tra i quali: quattro Grammy Nomination ottenute
consecutivamente nel 2006 con “What Now?” del trombettista anglocanadese Kenny Wheeler, nella categoria “Best
Jazz Instrumental Album”; nel 2007 con “Viva” del trombettista di origine argentina Diego Urcola, nella categoria
“Best Latin Jazz Album”; nel 2008 con “1000 Kilometers” degli Oregon. L’album della storica formazione
statunitense ha avuto due nomination: la prima nella categoria “Best Jazz Instrumental Solo” per l’assolo di Paul
McCandless nel brano che dà il titolo al CD, la seconda nella categoria “Best Instrumental Composition”, grazie a
“Deep Six” del batterista Mark Walker. Il catalogo della CAM Jazz è caratterizzato da una varietà stilistica che
comprende volutamente proposte diverse, specchio fedele delle tante anime che oggi coabitano in armonia nel
mondo del jazz. Il recente avvio della collana “CAM Jazz Presents” testimonia anche l’attenzione nei confronti dei
nuovi talenti. Il 2008 ha segnato un altro importante passo per la CAM Jazz, l’acquisizione delle etichette tra le più
eclatanti degli anni ‘80, sette volte vincitrici del Down Beat Critics Poll: la Black Saint e la Soul Note, ed anche il
catalogo della DDQ.
http://www.camoriginalsoundtracks.com
www.romajazzfestival.it
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ROMA JAZZ FESTIVAL
“ JAZZ LABELS”
Rassegna cinematografica a cura di:
PROGRAMMA
Sabato 7 Novembre H.21
"STEFANO BOLLANI PORTRAIT IN BLUE"
diretto da Michele Francesco Schiavon,Harvey Film 2009
interverranno Stefano Bollani e il regista Michele Francesco Schiavon
Il film e' una finestra aperta sulla vita di un pianista e performer italiano tra i piu' importanti ed
originali nel mondo della musica contemporanea e rappresenta,in minima parte, l'espressione
di grande dedizione e amore che Stefano Bollani ha per il suo mestiere d'artista.
Domenica 15 Novembre H.12
"BLUE NOTE, A STORY OF MODERN JAZZ"
scritto e diretto da Julian Benedikt ,1997
"Deve swingare" era il motto di Alfred Lion e Francis Wolff due ebrei tedeschi emigrati negli Usa
che nel 1939 fondarono la Blue Note Records,l'etichetta che fece da casa ad artisti enormi
come:MILES DAVIS,JOHN COLTRANE,HERBIE HANCOCK, THELONIOUS MONK,ART
BLAKEY,DEXTER GORDON,SONNY ROLLINS e tantissimi altri. Il documentario e' una
testimonianza della passione e della visione di questi due uomini e certamente swinga come i
suoni propulsivi che hanno reso cosi' famosa quest’etichetta discografica.
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Domenica 22 Novembre H.12
"ATLANTIC RECORDS:THE HOUSE THAT AHMET BUILT"
scritto e diretto da Susan Steinberg,2007
Realizzato in occasione dei 60 anni dell'etichetta,il documentario racconta in dettaglio la storia di
una delle "labels" discografiche piu' importanti nella storia della musica registrata. Il suo
creatore Ahmet Ertegun(insieme al fratello Nesuhi) ne e' l'assoluto protagonista.
La Atlantic Records nasce per la passione di questo ragazzo turco,figlio di diplomatici,che si era
trasferito con la famiglia a New York nel 1935. La sua passione per il jazz e la musica nera
rende possibile la creazione di un'etichetta discografica indipendente e fortemente innovativa
che lascera' un marchio indelebile nel patrimonio culturale americano ,esaltandolo.
Domenica 29 Novembre H.12
"MPS - JAZZIN' THE BLACK FOREST"
diretto da Elke Baurs,2000
Il documentario e' un affettuoso ritratto dell'etichetta dscografica MPS fondata da Hans Georg
Brunner Schwer. L'etichetta MPS (Most Perfect Sound)e' nota come "la Blue Note tedesca".
Dagli inizi nei primi anni '60 fino alla cessione alla Polygram nel 1983 sono stati pubblicati piu'
di 600 dischi,celebri tra gli appassionati per le raffinatissime tecniche d'incisione.
Oltre ai piu' famosi musicisti tedeschi come ad es.Albert Mangelsdorff,Volker Kriegel,Wolfang
Dauner,l'MPS registro' alcuni dei piu' importanti lavori delle discografie di musicisti come
OSCAR PETERSON,DUKE ELLINGTON,DIZZY GILLESPIE,GEORGE DUKE,JEAN LUC PONTY,
MONTY ALEXANDER. La serie "Jazz meets the world" e' considerata anticipatrice del concetto di
World Music. Il documentario e' in gran parte creatura del critico e storico del jazz JOACHIM
ERNST BERENDT che grande merito ebbe nell'indirizzare le scelte artistiche dell'etichetta.
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