ROMA JAZZ FESTIVAL 2009 JAZZ LABELS CARTELLA STAMPA 55 ROMA JAZZ FESTIVAL 33a EDIZIONE “JAZZ LABELS” 8-30 novemb re 2009 Al via la 33a edizione del Roma Jazz Festival, autunnale rassegna della capitale in programma dal 8 al 30 novembre 2009, presso l’Auditorium Parco della Musica di Roma. L’evento prodotto dalla International Music Foundation è sostenuto dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali e dal Comune di Roma e co-prodotto con la Fondazione Musica per Roma. Alcune iniziative in programma sono state realizzate in collaborazione con l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, la Casa del Jazz ed il Circolo degli Artisti. Il Roma Jazz Festival è sempre stato un festival coraggioso, capace di sperimentazione e slancio creativo con una propria vocazione verso la ricerca di progetti e sonorità inedite che hanno incontrato sempre ampi consensi di pubblico e critica. Un festival che ha saputo evolversi continuamente, percorrendo traiettorie originali, miscelando le arti per ricondurle ad un messaggio forte e condiviso in cui ogni generazione riconosce i propri riferimenti, o ne scopre/riscopre di nuovi. La scelta di dedicare questa edizione “Jazz Labels” alle etichette discografiche nasce dalla speciale coincidenza nel 2009 di ricorrenze importanti: 90 anni dall’incisione del primo disco jazz in Italia, 70 anni dalla fondazione della casa discografica Blue Note, 50 anni dalla pubblicazione da parte della Columbia del memorabile disco “Kind of Blue”, 40 anni dalla nascita della casa discografica ECM. Anniversari emblematici che stanno ad indicare il lungo e costante lavoro delle case discografiche nella promozione e diffusione della musica jazz, e nella scoperta di nuovi talenti, contribuendo così alla evoluzione della storia del jazz e fissandone il percorso. Un programma con un cast stellare con artisti quali Sonny Rollins, Diana Krall, Jamie Cullum, Brad Meldhau e Stefano Bollani, scelte che ancora una volta confermano il ruolo di spicco del Roma Jazz Festival, ponendolo tra i migliori festival jazz internazionali. (l’immagine del Roma Jazz Festival 2009 è di Enrico Guarino - 2009 Kind of Blue acrilico su tela) www.romajazzfestival.it 2 55 CONSIDERAZI ONI SUL TEMA DEL ROMA JAZZ F ESTIVAL 2009 Nel febbraio 1917 il primo disco di jazz venne inciso per caso da un quintetto di bianchi, l’Original Dixieland Jazz Band. Inizia così, la storia dell'incisione discografica di una delle musiche più libere e più seminali che appartengono all'umanità, un suono che ha influenzato ininterrottamente la cultura del novecento, e continua a farlo nel secolo attuale: il Jazz. Musica popolare per eccellenza, perché mediata dagli strumenti di diffusione di massa, il jazz vive da sempre sulla propria tradizione costantemente tramandata e reinventata. Un fatto possibile solo grazie allo stretto rapporto tra il jazz e le tecniche di fonofissazione dai primi del ‘900 e alla ricca documentazione discografica che nei decenni ha accompagnato lo sviluppo di questa musica “estemporanea”. Nel secolo scorso Major come Columbia, Verve ed Atlantic potevano dichiarare di essere attori principali dell'innovazione del jazz e insieme ad altre etichette, investirono molto nella produzione discografica per la scoperta di nuovi talenti. In seguito al rapido consolidamento aziendale degli ultimi decenni diverse etichette sono diventate parte di grandi colossi discografici, produttori di altri generi come rock e pop, relegando il jazz all'ultimo posto. Ecco quindi che la necessità di molti giovani talenti di editare nuova musica e inserirsi nel mercato discografico, genera la nascita del fenomeno delle etichette indipendenti, iniziato già alla fine degli anni '40 negli Stati Uniti ed in Europa. Anche la discografia indipendente italiana ha vissuto la sua stagione d’oro tra gli anni ’70 e gli inizi dei ’90, grazie soprattutto all’impegno ed alla passione di alcuni “piccoli” produttori indipendenti come la Gala Records, la Horo, la Dire, la Red Records, la Black Saint e per ultima, in ordine di tempo, la Splasc(h). Oggi questa tradizione viene portata avanti con dedizione da etichette come CamJazz, Egea, Veneto jazz, Auand, Schema, El Gallo Rojo e tante altre. Un gruppo di etichette che persegue un’idea ed un’etica di produzione. Quindi, l'etichetta indipendente ha guadagnato un ruolo, conducendo la partita sia in termini di visione creativa sia in termini di libertà artistica. Certo, le Major possono offrire ai loro artisti possibilità di vendita nettamente superiori ma con prodotti decisamente più orientati alle richieste di mercato. Questa è una vecchia storia: la battaglia epica tra arte e commercio. Una parte di questo confronto verrà messa in risalto nella trentatreesima edizione del Roma Jazz Festival con un programma di eventi ed anteprime che vedono la presenza di artisti di fama internazionale e di giovani talenti, promossi dalle case discografiche americane, europee ed italiane più rappresentative. Il Direttore artistico Mario Ciampà UFFICIO STAMPA ROMA JAZZ FESTIVAL: BIG TIME Tel. 06.5012073 - Fax 06.5011770 CLAUDIA FELICI 329/9433329 / FABIO TIRIEMMI 329/9433332 [email protected] UFFICIO STAMPA MUSICA PER ROMA Tel. 06.80241574-231-228 www.romajazzfestival.it 3 55 ROMA JAZZ FESTIVAL JAZZ 33ma EDIZIONE “JAZZ LABELS” PROGRAMMA 8 NOVEMBRE 2009 AUDITORIUM PARCO DELLA MUSICA - SALA S.CECILIA ore 21,00 ECM “ Il suono come firma ” Prima Italiana STEFANO BO LLA NI TRIO Apre il Roma Jazz Festival l’istrionico e funambolico pianista Stefano Bollani., talento indiscusso del jazz italiano e internazionale. In prima assoluta presenterà l’attesissimo disco con il suo Danish Trio “Stone in the water”pubblicato dalla prestigiosa etichetta discografica ECM. 9 NOVEMBRE 2009 AUDITORIUM PARCO DELLA MUSICA - SALA SINOPOLI ore 21,00 SONY MUSIC/COLUMBIA “ Il disco più venduto nella storia d el jazz” KIND OF BLUE 50 YEARS ON Prima Italiana SO WHAT BAN D feat. JIMMY COBB, WALLACE RONEY, JAVON JACKSON ,VINCENT HERRING, LARRY WILLIS ,BUSTER WILLIAMS Un appuntamento speciale con una band formata da colossi del jazz riunitisi insieme per festeggiare il cinquantesimo anniversario di “Kind of Blue”, il disco edito dalla Columbia più venduto della storia del jazz (circa 10 milioni di copie) e considerato il più bel disco della storia del jazz. www.romajazzfestival.it 4 55 10 NOVEMBRE 2009 AUDITORIUM PARCO DELLA MUSICA - SALA SINOPOLI ore 21,00 PdM Records - MPR “L'etichetta Istituzionale” AIRES TANG O Una delle formazioni più originali degli ultimi anni che miscelando tango e jazz è riuscita a creare un sound unico e ad appassionare sempre di più il pubblico più esigente. La Parco della Musica Records, l’etichetta discografica della Fondazione Musica per Roma, ha celebrato quindici anni di attività e dieci dischi pubblicati di questo gruppo con il disco “10/15”. 11 NOVEMBRE 2009 AUDITORIUM PARCO DELLA MUSICA - SALA S.CECILIA ore 21,00 DOXY RECORDS “ L’etichetta person ale” SONNY RO LLIN S Un colosso del jazz, icona assoluta del sax tenore dai tempi del bebop e dell’hard bop ritorna a esibirsi con una formazione esplosiva e con un nuovo progetto. Rollins pubblica i suoi dischi con un’ etichetta personale, la Doxy Records, è una delle leggende viventi del jazz e la sua influenza è ancora oggi enorme sulle generazioni di giovani sassofonisti e musicisti. 12 NOVEMBRE 2009 AUDITORIUM PARCO DELLA MUSICA - SALA PETRASSI ore 21,00 ENJA RECORDS “ L’etichetta gl obalizzata” Prima Italiana LIVIO MINA FRA pianoforte ROBERTO FO NSECA Il pianista cubano Roberto Fonseca, una delle migliori rivelazioni della musica jazz dei giorni nostri, presenta per la prima volta il nuovo disco pubblicato da Enja “Akokan”. Insieme a lui una formazione d’eccezione composta da musicisti con i quali Fonseca ha collaborato nell’arco di 12 anni. Apre il concerto Livio Minafra. www.romajazzfestival.it 5 55 13 NOVEMBRE 2009 AUDITORIUM PARCO DELLA MUSICA – SALA PETRASSI ore 21,00 EGEA RECORDS “Il jazz mediterraneo” GABRIELE MI RABASSI T RIO ospite CRISTINA ZAVALLONI MARIO BR UN ELLO MARCO ZURZO LO B AND Il virtuoso del clarinetto Gabriele Mirabassi, la vocalist Cristina Zavalloni, l’eclettico violoncellista Mario Brunello e il versatile sassofonista Marco Zurzolo saliranno insieme sul palco del Roma Jazz Festival per rappresentare al meglio l’avventuroso viaggio musicale dell’etichetta perugina Egea. 14 NOVEMBRE 2009 AUDITORIUM PARCO DELLA MUSICA - SALA SINOPOLI ore 21,00 NONESUCH “Dalla contemporanea al jazz” BRAD MEHLDA U TRIO Un concerto che non ha bisogno di presentazioni, Il trio di Brad Mehldau, il fiore all’occhiello della Nonesuch Record 15 NOVEMBRE 2009 AUDITORIUM PARCO DELLA MUSICA - SALA SINOPOLI ore 21,00 VERVE “ L’importanza della st oria “ Prima Italiana DIANA KRA LL TRIO La cantante e pianista jazz canadese Diana Krall, rappresentante della produzione discografica recente della storica etichetta Verve, eseguirà dal vivo i brani contenuti nel suo dodicesimo album “Quiet Nights”. www.romajazzfestival.it 6 55 16 NOVEMBRE 2009 AUDITORIUM PARCO DELLA MUSICA – TEATRO STUDIO ore 21,00 TRACCE “ L’etichetta radiof onica” SO L6 Una giovane formazione d’avanguardia, i Sol6, rappresentanti dell’attuale scena improvvisativa europea porteranno a Roma la loro musica intima e vulcanica catturata dall’etichetta Tracce, un progetto di Radio3 dedicato alle forme più avanzate del jazz contemporaneo. 17 NOVEMBRE 2009 AUDITORIUM PARCO DELLA MUSICA –SALA SINOPOLI – ore 21,00 UNIVERSAL MUSIC GROUP “ L’etichetta universale” JAMIE CULLUM Show case – unica data Una data unica: l’attesissimo show case del nuovo disco di Jamie Cullum, il cantante e pianista jazz inglese con il più alto numero di dischi venduti nella storia della musica 17 NOVEMBRE 2009 AUDITORIUM PARCO DELLA MUSICA – TEATRO STUDIO ore 21,00 AUAND “ La ricerca dei nuovi talent i” 3QUI ETMEN -STEFANO BATTAG LIA DO WNTO WN TRIO Grandi talenti del jazz contemporaneo italiano presentano i loro ultimi lavori per l’etichetta indipendente Auand www.romajazzfestival.it 7 55 18 NOVEMBRE 2009 AUDITORIUM PARCO DELLA MUSICA - TEATRO STUDIO ore 21,00 S'ARD MUSIC “ Un'isola felice” ANTONIO P LACER TRIO L’autore e interprete galiziano Antonio Placer presenta il suo nuovo progetto « Atlantiterraneo ». Un lavoro emozionante frutto di un consolidato scambio artistico, culturale e umano con l’etichetta discografica cagliaritana S’ard Music che rappresenta l’approdo di un lungo percorso musicale fatto di tante e straordinarie collaborazioni con artisti internazionali. 19 NOVEMBRE 2009 AUDITORIUM PARCO DELLA MUSICA - SALA SINOPOLI ore 21,00 SCHEMA RECORDS “ I nuovi suoni italiani” LUCIANO CANTO NE Turntables NICOLA CONTE COMBO I turntables di Luciano Cantone e il gruppo di Nicola Conte porteranno a Roma le nuove sonorità e contaminazioni del jazz, genere prediletto della Schema Records 20 NOVEMBRE 2009 AUDITORIUM PARCO DELLA MUSICA - TEATRO STUDIO ore 21,00 ACT RECORDS “ Il gusto della sperimentazione” ALBOR AN TRIO L’ Alboran Trio è un incontro tra musicisti che vivono la musica d’improvvisazione in un modo diverso, che scavano nel ritmo, che cercano un nuovo suono con il gusto di sperimentare nuove strade, imperativo categorico della Act Records. www.romajazzfestival.it 8 55 24 NOVEMBRE 2009 AUDITORIUM PARCO DELLA MUSICA - SALA SINOPOLI ore 21,00 EMI/BLUE NOTE RECORDS “ 40 anni di musica italiana” PAOLO FR ESU/URI CAINE & ALBOR ADA Q UARTET Due grandi personalità del jazz moderno, il trombettista Paolo Fresu e il pianista Uri Caine, insieme al quartetto d’archi Alborada presentano un’altra tappa della loro avventura musicale, il nuovo progetto “Think” edito da Emi/Blue Note 26 NOVEMBRE 2009 CIRCOLO DEGLI ARTISTI - Via Casilina Vecchia, 42 ore 22,30 BLUE NOTE RECORDS “ Un omaggio a 70 anni di storia d el jazz” DJ J.RO CC Una serata extra per tutti i nottambuli amanti della dancefloor, un omaggio alla storia del jazz e alla celebre Blue Note Records 29 NOVEMBRE 2009 AUDITORIUM PARCO DELLA MUSICA - SALA SINOPOLI ore 21,00 BLACK SAINT/CAM “ Un omaggio all’avan guardia afro-americana” DAVI D M URRAY QUARTET Il sassofonista David Murray si esibirà in concerto con il suo quartetto, uno dei musicisti che rappresenta al meglio l’avanguardia afro – americana come fa da sempre l’etichetta Black Saint/Cam 30 NOVEMBRE 2009 AUDITORIUM PARCO DELLA MUSICA - SALA SINOPOLI ore 21,00 IN COLLABORAZIONE CON L’ACCADEMIA NAZIONALE DI SANTA CECILIA RASSEGNA “IT’S WONDERFUL” CAMJAZZ “Una storia italiana” RICHA RD GA LLIANO SO LO Un grande ritorno per chiudere in bellezza il Roma Jazz Festival: il talento della fisarmonica scoperto negli anni ottanta dalla Cam, Richard Galliano si esibirà in solo in un altro indimenticabile concerto per presentare il suo nuovo disco. www.romajazzfestival.it 9 55 ROMA JAZZ FESTIVAL - “ JAZZ LABELS” RASSEGNA CINEMATOGRAFICA a cura della CASA DEL JAZZ PROGRAMMA SABATO 7 NOVEM BRE H.21 "STEFA NO BOLLANI PORTRAIT IN B LUE" diretto da Michele Francesco Schiavon,Harvey Film 2009 interverranno Stefano Bollani e il regista Michele Francesco Schiavon DOMENICA 15 NOVEMBRE H.12 "B LUE NOT E, A STORY O F MO DERN JAZZ " scritto e diretto da Julian Benedikt ,1997 DOMENICA 22 NOVEMBRE H.12 "ATLANTIC RECOR DS:T HE HOUSE T HAT A HM ET B UILT " scritto e diretto da Susan Steinberg,2007 DOMENICA 29 NOVEMBRE H.12 "MP S - JAZZIN ' T HE B LA CK FO REST" diretto da Elke Baurs,2000 www.romajazzfestival.it 10 55 8 NO VEMBR E 2009 AUDITORIUM PARCO DELLA MUSICA - SALA S.CECILIA ore 21,00 ECM “ Il suono come firma ” STEFANO BOLLANI TRIO STEFANO BOLLANI: PIANOFORTE JASPER BODILSEN: CONTRABBASSO MORTEN LUND: BATTERIA PLATEA 25,00 GALLERIA 20,00 Dopo il diploma di conservatorio conseguito a Firenze nel 1993 e una breve esperienza come turnista nel mondo della musica pop (con Raf e Jovanotti, fra gli altri) STEFANO BOLLANI si afferma nel jazz, collaborando con grandissimi musicisti (Richard Galliano, Gato Barbieri, Pat Metheny, Bobby McFerrin, Chick Corea, Michel Portal, Martial Solal, Phil Woods, Lee Konitz, Han Bennink, Miroslav Vitous, Antonello Salis, Aldo Romano, John Abercrombie, Uri Caine, Kenny Wheeler, Greg Osby...) sui palchi piú prestigiosi del mondo (da Umbria Jazz al festival di Montreal, dalla Town Hall di New York alla Fenice di Venezia, fino alla Scala di Milano). Fra le tappe della sua carriera, fondamentale è la collaborazione iniziata nel 1996, e da allora mai interrotta, con il suo mentore Enrico Rava, al fianco del quale ha tenuto centinaia di concerti e inciso ben quattordici dischi. Tra i più recenti ricordiamo: Tati (ECM 2005), in trio con Paul Motian alla batteria, The third man (ECM 2007), e New York days (ECM 2009), in compagnia di Mark Turner, Larry Grenadier e Paul Motian. Il referendum dei giornalisti della rivista specializzata Musica jazz lo proclama miglior nuovo talento del 1998; in quel periodo, mentre guida il proprio gruppo, L’orchestra del Titanic, si lancia nella realizzazione di un ambizioso disco-spettacolo Abbassa la tua radio in omaggio alla musica leggera italiana degli anni '30-'40. Nel 2003 a Napoli riceve il Premio Carosone, l’anno successivo la rivista giapponese “Swing journal” gli conferisce il premio New star award riservato ai talenti emergenti stranieri, per la prima volta assegnato a un musicista non americano. Per la label giapponese Venus records pubblica cinque dischi alla testa del suo trio. Per la prestigiosa etichetta francese Label Bleu realizza quattro dischi: in trio con Scott Colley e Clarence Penn, in solo, in trio jazz con l’Orchestra Regionale Toscana e un doppio album col suo nuovo quintetto con Mark Feldman, Paolo Fresu e Petra Magoni come ospiti. In ambito classico, si esibisce come solista con orchestre sinfoniche come l’Orchestra Regionale Toscana, la Filarmonica del Regio di Torino, la Verdi di Milano, la Santa Cecilia di Roma con direttori come Jan Latham-Koenig, Cristopher Franklyn e James Conlon. Nel 2006 per la rivista Musica jazz è il musicista italiano dell’anno; e il disco dell’anno è il suo “Piano solo”, uscito per l’ECM. Il referendum di Downbeat nel 2007 lo vede ottavo fra i nuovi talenti del jazz mondiale e terzo fra i giovani pianisti. I critici della rivista Allaboutjazz di New York lo votano fra i cinque musicisti più importanti del 2007, accanto a mostri sacri come Ornette Coleman e Sonny Rollins. Nel dicembre dello stesso anno a Vienna gli viene consegnato l’European Jazz Prize, premio della critica europea, come miglior musicista jazz europeo dell’anno. Nel 2008, la Regione Toscana gli ha conferito la massima onorificenza, il 'Gonfalone d’argento'. Nel 2009, durante il North Sea Festival di Rotterdam, gli viene consegnato il “Paul Acket Award”. Negli ultimi anni si stringe il suo legame con il Sudamerica. Dopo aver realizzato il disco “Bollani Carioca” insieme a grandissimi musicisti brasiliani, ha collaborato con diversi artisti della nuova scena brasiliana: Hamilton de Holanda, Toninho Horta, Marcos Sacramento, Ze' Renato, Monica Salmaso, Nilze Carvalho, Na' Ozzetti fino al grande interprete Caetano Veloso, con il quale e stato protagonista di due grandi concerti a Cagliari e ad Umbriajazz 2007. Va fiero della copertina che gli ha dedicato il settimanale Topolino, rivista di cui è stato ufficialmente nominato “Ambasciatore” e che nel numero di agosto 2009 lo ha visto partecipare a un’avventura di Paperino con il nome di Paperefano Bolletta. Il suo ultimo lavoro per la ECM è il disco “Stone in the water”(2009), inciso a New York alla guida del suo abituale trio, con Jesper Bodilsen al basso e Morten Lund alla batteria. http://www.stefanobollani.com www.romajazzfestival.it 11 55 ECM “ Il suono come firma ” L’ECM è stata fondata nel 1969 dal produttore Manfred Eicher ed ha pubblicato ad oggi oltre un migliaio di album, spaziando tra i diversi stili. L’etichetta ha conquistato subito il suo credito con le registrazioni di standard jazz di Keith Jarrett, Paul Bley, Jan Garbarek, Chick Corea, Pat Metheny, the Art Ensemble of Chicago ed altri. Alla fine degli anni ’70 ha iniziato ad includere nel suo catalogo composizioni di musica contemporanea. La preparazione di Eicher come musicista classico e di jazz lo ha condotto ad una visione ampia dei generi musicali e ad una produzione flessibile, con un preciso riferimento alla musica improvvisata. Nel 1984 fu fondata l’ECM New Series con le musiche di Arvo Pärt contenute nel disco “Tabula rasa”, un impegno continuato con la pubblicazione di altri lavori inediti presenti nel recente disco “In principio”. Le altre registrazioni della New Series, riguardano i compositori: Valentin Silvestrov, Tigran Mansurian, Erkki-Sven Tüür, Heinz Holliger, Giya Kancheli, György Kurtág, Meredith Monk e Heiner Goebbels; ed importanti interpreti come Kim Kashkashian, András Schiff, Gidon Kremer, Thomas Demenga e Hilliard Ensemble. Nel corso degli anni, l’ ECM si è interessata anche alle arti realizzando una specifica collana delle colonne sonore per cinema e teatro di Jean-Luc Godard ed Eleni Karaindrou. Durante la sua attività, l’ECM ha avuto importanti riconoscimenti, merito dell’indiscussa qualità dei suoi album, determinata dalla scelta dei musicisti, dal suono e dalla grafica delle copertine. Tra i premi vinti ricordiamo: nel 2007 migliore etichetta dell’anno nel jazz e nella musica classica; negli anni 2008 e 2009 doppio premio come produttore dell’anno ed etichetta, nel Down Beat Critics Poll. L’ECM ha documentato la musica jazz ed improvvisata in America ed in Europa, portando diversi musicisti su inedite contaminazioni, come: Chick Corea/Gary Burton duo, il gruppo ‘Belonging’ con Keith Jarrett, Jan Garbarek, Palle Danielsson e Jon Christensen, e il ‘Magico’ trio con Charlie Haden, Jan Garbarek e Egberto Gismonti. Negli ultimi anni, Eicher ha posto la sua attenzione sul jazz scandinavo scoperndo nuovi talenti quali: Trygve Seim, Christian Wallumrød, Matthias Eick, Tord Gustavsen, Arve Henriksen, Frode Haltli, il Trio Mediaeval ed altri. Comunque, anche il sud dell’Europa è presente nella produzione ECM con il trombettista Enrico Rava, il pianista Stefano Bollani, il clarinettista – sassofonista Gianluigi Trovesi, e i greci Savina Yannatou e Vassilis Tsabropoulos. La storia dell’ECM si è contraddistinta per la sua inesauribile sperimentazione transculturale che si riscontra nei tre album del trio pionieristico di Don Cherry, Nana Vasconcelos e Collin Walcott: “The Codona Trilogy”, che hanno anticipato la “world music “. La riedizione di questi dischi testimonia un corso storico che l’ECM ha racchiuso in una serie di registrazioni includendo “Setting Standards”, con il gruppo di Keith Jarrett, Gary Peacock e Jack DeJohnette, e “Life’s Backward Glances” di Steve Kuhn. La storia dei quarant’anni di attività dell’ECM è riportata nei libri: “Horizons Touched”, edito da Steve Lake e Paul Griffiths, e “Sleeves of Destre” che raccoglie le copertine artistiche più rappresentative. Il lavoro dell’etichetta appare anche in altri media come il documentario “Sounds and Silence” dei registi svizzeri Norbert Wiedmer e Peter Guyer, e il dvd “Holozän”, un film diretto nel 1992 da Manfred Eicher e Heinz Bütler. http://www.ecmrecords.com www.romajazzfestival.it 12 55 9 NO VEMBR E 2009 AUDITORIUM PARCO DELLA MUSICA - SALA SINOPOLI ore 21,00 SONY MUSIC/COLUMBIA “ Il disco più venduto nella storia d el jazz” KIND OF BLUE 50 YEARS ON SO WHAT BAND JIMMY COBB – BATTERIA -DRUMS WALLACE RONEY – TROMBA - TRUMPET JAVON JACKSON – SAX TENORE - TENOR SAXOPHONE VINCENT HERRING – SAX ALTO - ALTO SAXOPHONE LARRY WILLIS – PIANOFORTE - PIANO BUSTER WILLIAMS – CONTRABBASSO PLATEA 20,00 GALLERIA 15,00 L’album “ KI ND OF BL UE ” con la sagoma di Miles Davis che compare sulla copertina edito dalla Columbia e realizzato nel 1959, è entrato di diritto nella storia del jazz, essendo stato fra i più venduti di sempre (circa 10 milioni di copie) ed è uno dei primi esempi di modal jazz. Il disco venne registrato in due sedute che si tennero nei mitici studi della Columbia che si trovavano sulla 30ma Strada a New York. La prima si tenne nel pomeriggio e nella sera del 2 marzo 1959, la seconda nel pomeriggio del 22 aprile dello stesso anno, il disco uscì ad agosto. Con Miles Davis si ritrovarono negli studi della Columbia John Coltrane, qui impiegato esclusivamente al sax tenore, Julian Cannonball Adderley, al sax alto, il pianista Bill Evans, sostituito nel blues “Freddie Freeloader” da Wynton Kelly, il bassista Paul Chambers e il batterista Jimmy Cobb che aveva da meno di un anno preso il posto di Philly Joe Jones. Per celebrare l’anniversario dei suoi cinquant’anni, la Columbia/Legacy che cura la preziosa serie di riedizioni dei capolavori di Davis, ha organizzato un tour mondiale con un gruppo comprendente: Jimmy Cobb, Buster Williams, Wallace Roney e Javon Jackson. www.romajazzfestival.it 13 55 JI MMY C OBB Leggendario batterista jazz, Jimmy Cobb, nato a Washington DC il 20 gennaio 1929, ha suonato in diversi dischi di Miles Davis, “Sketches of Spain”, “Someday My Prince will Come”, “Live at Carnegie Hall, “Live at the Blackhawk”, “Porgy and Bess” e tanti altri. La collaborazione con Miles Davis, certamente folgorante, non è l’unico grande momento della sua carriera. Prima di incontrarlo, aveva suonato con Dinah Washington, Billie Holiday, Pearl Bailey, Clark Terry, Dizzy Gillespie, Cannonball Adderly. Quando Tony Williams nel 1963 prese il suo posto nella band di Davis, Jimmy Cobb continuò a suonare con Winton Kelly, Paul Chambers e Wes Montgomery. Ha lavorato per nove anni con Sarah Vaughan collaborando tra gli anni ’70 e ‘90 con importanti artisti, fra i quali Sonny Stitt, Nat Adderly, Ricky Ford, Hank Jones, Ron Carter, George Coleman, Fathead Newman, Dave Holland e Warren Bernhardt. Una carriera straordinaria ancora segnata da nuove sperimentazioni. WALL ACE RONEY Wallace Roney è un artista maturato alla scuola di Art Blakey. La sua tromba non è uno strumento come gli altri, apparteneva infatti a Miles Davis. Questo non è certo un dettaglio casuale, Miles vedeva infatti in Wallace Roney il suo delfino, il suo erede spirituale. Dopo la morte di Miles, quando Herbie Hancock decise di ricrearne il celebre quintetto con Wayne Shorter, il giovane Wallace venne scelto come suo naturale sostituto. Graffiante, modale, soffuso, Wallace Roney è da anni uno degli interpreti più autorevoli delle nuove frontiere hardbop. Dal 1987, anno del suo esordio discografico con “Verses”, il suo stile già sviluppato, dal fraseggio cromatico, ora minimale e introspettivo, ora esuberante e aggressivo, si è evoluto attraverso le varie formazioni, aggiungendo di volta in volta nuovi colori. La sua musica si aggira nell’ampio universo sonoro di Miles Davis, passando dal lessico funambolico del Davis anni 50, al filone elettronico sempre con inflessioni e richiami pienamente originali. BUST E R W IL LI AMS Nato a Camden, New Jersey nel 1942, Buster Williams è un artista prodigioso. Ha collaborato con giganti del jazz quali Art Blakey, Betty Carter, Carmen McRae, Chet Baker, Chick Corea, Dexter Gordon, Gene Ammons, Sonny Stitt, Herbie Hancock, Lee Konitz, McCoy Tyner, Illinois Jacquet, Elvin Jones, Miles Davis, Ron Carter, Woody Shaw, Sarah Vaughan, Benny Golson, Mary Lou Williams, Hank Jones, Lee Morgan, Hampton Hawes, Cedar Walton, Bobby Hutcherson, Sonny Rollins, Count Basie, Errol Garner, Kenny Barron, Kenny Dorham, Freddie Hubbard. Ha registrato colonne sonore per film (“Les Choix des Armes”, “McKenna’s Gold” con Gregory Peck, “Twin Peaks: Fuoco cammina con me”, “Clockers”) e per spot televisivi. Tra i premi vinti, un Grammy nel 1979, un “Min-On Art Award”, il “SGI Glory Award” il “SGI Cultural Award”, il “RVC Corporation RCA Best Seller Award”, il “NEA recipient” e il “New York Fellowship Grant”. JAV ON J AC KS ON Javon Jackson è entrato nel panorama internazionale, come membro del Jazz Messengers di Art Blakey. Con questo gruppo e con il leggendario batterista Art Blakey, Javon ha fatto molte tournée e registrazioni. Successivamente, Jackson ha girato e registrato anche con Elvin Jones, Freddie Hubbard, Betty Carter, Cedar Walton, Ron Carter, Donald Byrd, Dr. Lonnie Smith, Richard Davis, Bobby Hutcherson, Curtis Fuller e Stanley Turrentine. Ad oggi, il suo nome appare su più di 125 registrazioni. Egli ha sviluppato una formidabile carriera anche come leader del suo gruppo musicale, la Javon Jackson Band. Un gruppo che spazia tra diversi stili tra cui jazz, funk, R & B e rock. Ultimamente Javon ha avuto un ritorno al jazz acustico, con particolare riferimento al repertorio di Sonny Rollins e Wayne Shorter. http://www.jimmycobb.net/ www.romajazzfestival.it 14 55 SONY MUSIC ENTERTAINMENT /COLUMBI A KIND OF BLUE - “ Il disco più venduto nella storia del jazz” La Columbia fu originalmente una compagnia locale guidata da Edward Easton, distribuiva e vendeva fonografi e cilindri fonografici della Edison nel distretto di Columbia, da cui deriva il suo nome. Nel 1891 aveva in catalogo più di 200 cilindri registrati. Nel 1902, introdusse il disco “XP” wax record di color marrone, mentre l’anno successivo il “black wax”, infine, nel 1908 iniziò la massiccia produzione di dischi “Double Sided”con registrazione su ambedue i lati. Durante il primo periodo, la Columbia usò il famoso logo “Magic Notes” un gruppo di sedici note in un cerchio, questo logo non sarà mai sostanzialmente cambiato. Il 25 febbraio del 1925, l’etichetta incominciò a registrare con il nuovo processo elettrico su licenza della Western Electric e, il nuovo disco “Viva-tonal”, divenne un punto di riferimento per l’ineguagliabile qualità del suono durante l’era del 78 giri. Nel 1926, acquisisce la Okeh Records e si consolida nel settore jazz e blues mettendo sotto contratto: Louis Armstrong, Bessie Smith, Paul Whiteman, Fletcher Henderson e Ted Lewis. Nel 1931, la compagnia inglese Columbia Graphophone si unì con la Gramophone Company per formare la Electric & Musical Industries Ltd. (EMI). Con la stretta economica della Grande Depressione, la Columbià andò verso un lento declino e, nel 1934, fu venduta per soli $75,000 all’American Record Corporation (ARC). Alla fine del 1936, l’etichetta era essenzialmente defunta. Fortunosamente nello stesso anno la compagnia stipulò un contratto d’esclusiva con la Chuck Wagon Gang, una società che rappresentava diversi gruppi gospel del sud degli Stati Uniti, raggiungendo così, in pochi anni, il massimo delle vendite con circa trentasette milioni di copie. Nel 1938, la ARC, inclusa la Columbia USA, fu comprata da William S. Paley della Columbia Broadcasting System per $750,000. Nel 1948, la compagnia introdusse il formato microsolco denominato Long Playing, questo disco girava a trentatrè giri al minuto, e divenne lo standard dei dischi per mezzo secolo. Agli inizi degli anni quaranta iniziò a sperimentare la registrazione in alta fedeltà che realizzò con successo nel 1948, producendo i primi LPs. Uno di questi dischi fu registrato da Frank Sinatra “The Voice, ancora oggi, considerato il primo vero “concept album”. Nel 1951, Columbia USA cancellò il decennale contratto di distribuzione con la EMI e passò alla Philips Records aprendosi così al mercato estero. Columbia, in breve, divenne la più importante compagnia discografica non-rock scoprendo e contrattualizando grandi star come Frankie Laine, Tony Bennett, Jimmy Boyd, Guy Mitchell, Johnnie Ray, Ray Conniff e Johnny Mathis. Nel 1953, CBS fondò un’etichetta sorella, la Epic Records e, in accordo con la Philips Records, costituì la propria organizzazione internazionale la CBS Records, con la quale iniziò a distribuire da sola i propri dischi. Nel 1967, la Columbia si aprì anche alla musica rock grazie ad una fortuita decisione di partecipare al Monterey International Pop Festival, dove ingaggiò la cantante Janis Joplin. Comunque, durante questi anni la compagnia non tralasciò il settore pop e jazz includendo tra i propri artisti Barbra Streisand e Simon & Garfunkel. Nel 1988, la CBS Records Group inclusa la Columbia Records furono acquistate dalla Sony, la quale creò nel 1991 la divisione Sony Music Entertainment Dopo diversi accordi ed acquisizioni la compagnia sotto il nome Sony BMG continuò ad usare il nome della Columbia Records e il logo Walking Eye in tutto il mondo eccetto il Giappone. Nell’ottobre del 2008, Sony ha comprato le quote di Bertlesmann della Sony BMG e la compagnia è stata di nuovo rinominata Sony Music Entertainment. http://www.sonymusic.com http://www.columbiarecords.com www.romajazzfestival.it 15 55 10 NOVEMBRE 2009 AUDITORIUM PARCO DELLA MUSICA - SALA SINOPOLI ore 21,00 PdM Records - MPR “L'etichetta Istituzionale” AIRES TANGO JAVIER GIROTTO: SASSOFONO SOPRANO E BARITONO ALESSANDRO GWIS: PIANOFORTE E LIVE ELECTRONICS MARCO SINISCALCO: BASSO MICHELE RABBIA: BATTERIA E PERCUSSIONI 12,00 POSTO UNICO Gli Aires Tango nascono nel 1994 da un’idea del sassofonista e compositore argentino Javier Girotto, che ispirandosi alle proprie radici musicali e fondendole con le modalità espressive tipiche del jazz e facendo esplicito riferimento alla musica del grande Astor Piazzolla, arriva a concepire un repertorio di musica originale in progressiva evoluzione, sia per la natura improvvisativa che per il continuo ricambio del materiale musicale. Nel ‘95 Aires Tango sono gli interpreti della colonna sonora dello spettacolo teatrale “I Testimoni” (con Gianmarco Tognazzi e Alessandro Gassman), e del film Banditi (di Mignucci con Ben Gazzara e Lumi Cavazos). Nel ‘96 esce il primo lavoro discografico degli Aires Tango “Malvinas”, dal nome argentino delle isole Falklands. Alla fine del ‘97 esce il secondo CD dal titolo “Madres”, che si avvale della collaborazione di un quartetto d'archi e del fisarmonicista Antonello Salis. Dal ‘98 in poi, gli Aires Tango partecipano a un grande numero di Festival musicali in tutta la penisola, tra cui Rumori Mediterranei di Roccella Ionica, Nuoro Jazz Festival e Fano Jazz dove dividono la serata con il gruppo di Astor Piazzolla - Gary Burton; inoltre, cominciano una serie di collaborazioni dal vivo con vari solisti, tra cui Paolo Fresu, Enrico Rava, Gianni Coscia, Antonello Salis e Peppe Servillo degli Avion Travel. Uscito nella primavera ‘99, il loro terzo lavoro discografico “Poemas” è dedicato alla grande letteratura latino-americana contemporanea. Il loro quarto CD, "Cronologia del '900", è pubblicato nell'ottobre 2000. Il quinto CD "Origenes",è pubblicato nell'ottobre 2001, sempre in co-produzione con IL Manifesto. Il sesto CD (un doppio) "En Vivo" è pubblicato in giugno del 2002; disco registrato in tre concerti Live a La Palma club. Il settimo CD "Aniversario" è pubblicato in settembre 2002, disco che marca il traguardo di otto anni di vita di Aires Tango e undici anni di residenza in Italia di Javier Girotto; è registrato a Sofia (Bulgaria) con la Bulgarian Symphony Orchestra diretta da Paolo Silvestri. Nel 2004, esce l’ottavo disco “Escenas Argentinas” che testimonia l’incontro del leader argentino con il fotografo Giancarlo Ceraudo e che ci trasportano in un viaggio ideale in Argentina. Nell 2006 è la volta di “Trentamila Cuori”, nono disco che vuole essere memoria, denuncia, ricordo. Esce nel trentennale del colpo di stato militare argentino, a causa del quale sparirono nel nulla trentamila persone; intellettuali, ma anche operai, studenti, tutta quella vasta umanità progressista che in quel periodo si stava evolvendo. La musica Javier GirottoAires Tango rispecchia fedelmente i tratti della melodia tanguera e dell’improvvisazione jazzistica. Il risultato è una sorta di tango trattato, dalle caratteristiche spiccatamente latine per le melodie ed i ritmi che lo animano, ma meno vincolato dai canoni del tango tradizionale e perciò terreno fertile per un’improvvisazione d'ispirazione jazz; in questo modo gli Aires giungono a una musica di notevole libertà espressiva e di grande fascino, nella quale gli echi del passato si fondono con le istanze del linguaggio musicale più moderno. www.javiergirotto.com www.romajazzfestival.it 16 55 PARCO DELLA MUSI CA RECORDS “L’etichetta istituzionale” La Parco della Musica Records è l’etichetta discografica della Fondazione Musica per Roma, che ha l’obiettivo di promuovere e diffondere i migliori progetti realizzati all’Auditorium di Roma. Le linee editoriali della Parco della Musica Records nascono dalla stessa ricerca e selezione che caratterizza la programmazione musicale di Musica per Roma. Tra gli artisti che hanno pubblicato con la Parco della Musica Records troviamo Danilo Rea, Ambrogio Sparagna e Orchestra Popolare Italiana, Parco della Musica Jazz Orchestra, Maurizio Giammarco, Fabrizio Bosso, Antonello Salis, Maria Pia De Vito, Francesco Bearzatti, Furio Di Castri, Tom Harrell, Mike Stern, Paolino Dalla Porta, Mimmo Locasciulli, Rosario Bonaccorso, Roberto Cecchetto, Aires Tango ed altri. Il nuovo disco della Parco della Musica Records celebra quindici anni di attività e dieci dischi pubblicati di uno dei gruppi più originali e innovativi degli ultimi anni che unisce jazz e tango: gli Aires Tango. www.auditorium.com www.romajazzfestival.it 17 55 11 NOVEMBRE 2009 AUDITORIUM PARCO DELLA MUSICA - SALA S.CECILIA ore 21,00 DOXY RECORDS “ L’etichetta person ale” SONNY ROLLINS QUARTET BOB CRANSHAW – BASS - CONTRABBASSO KOBIE WATKINS – DRUMS - BATTERIA VICTOR Y. SEE YUEN - PERCUSSION - PERCUSSIONI BOBBY BROOM – PIANO - PIANOFORTE PLATEA 80,00 GALLERIA 1 60,00 GALLERIA 2 40,00 Sonny Rollins ha i primi contatti con la musica ad undici anni, quando prende lezioni di pianoforte e di sassofono; dopo una breve esperienza con il sassofono contralto, passa all’età di sedici anni permanentemente al sax tenore. Entra negli Harlem Rollin's dove suonano anche Jackie McLean, Arthur Taylor e Kenny Drew con i quali costituirà una band durante le scuole superiori. Da giovane Rollins, assorbì gli stili degli idoli del sassofono degli anni '40: da Coleman Hawkins prese la sonorità intensa e l'abilità di muoversi tra gli accordi, da Lester Young la capacità di raccontare storie nel modo più originale, da Charlie Parker tutte le caratteristiche di Hawkins e Young messe insieme sintetizzate in un nuovo, rivoluzionario, linguaggio. Da questo crogiolo ribollente Rollins emerse con un bagaglio unico di sicurezza, velocità, swing e spontaneità inventiva. Anche il pianista Thelonious Monk influenzò Rollins, rendendo i suoi assoli più frammentari e melodicamente più imprevedibili, con un'inclinazione a spezzettare il materiale tradizionale e spesso a rovesciarlo. Alla fine degli anni '40 aveva raggiunto un livello di bravura tale da poter cominciare a suonare con i musicisti suoi idoli, e con i suoi coetanei che stavano facendo la storia del jazz, tra cui Miles Davis. L'ascolto di Oleo, Doxy e Airegin sull'LP “Bags’ Groove” (1954) e dell'album di Thelonius Monk “Brilliant Corners” (1956) dimostra la statura raggiunta da Rollins come strumentista e come compositore: gli standard da lui composti in questi anni restano tra i più famosi e suonati. Nel 1955, sostituì Harold Land nel quintetto di Clifford Brown e Max Roach. Negli anni successivi, realizzò diverse incisioni che lo proiettarono nel firmamento del jazz con la considerazione di miglior sassofonista dai tempi di Charlie Parker. Nella seconda metà degli anni '50 registrò, diverse volte con Max Roach, alcuni dei suoi lavori più importanti: il fondamentale “Saxophone Colossus”, “Tenor Madness” e “The Freedom Suite”. La celebrità che accompagnò Rollins in questo periodo non spense mai il suo innato desiderio di apprendere ed evolversi. Proprio quando l'avanguardia avanzava Rollins si prese due anni di riposo, dal 1959 al 1961, per approfondire i complessi problemi riguardo il rapporto tra improvvisazione e struttura. Negli anni '50 conobbe il grande "architetto" del free jazz, Ornette Coleman, e al suo ritorno sotto i riflettori cominciò a lavorare con due importanti sideman di quest'ultimo: il trombettista Don Cherry ed il batterista Billy Higgins. Il risultato musicale fu maggiormente libero e avventuroso, ancora segnato, però, dall'energia instancabile con la quale Rollins riusciva ad incatenare, l'una all'altra, nuove idee nel corso di ogni furioso assolo. Dopo il 1961, Rollins incise sei album: “The Bridge” è uno dei più conosciuti il cui titolo è un omaggio alle sue sedute di studio sul Williamsburg Bridge. In tempi più recenti, Sonny Rollins ha lasciato emergere gli entusiasmi musicali dei suoi anni giovanili, e diverse sue registrazioni dello scorso decennio comprendono un funk molto più rilassato, ballads romantiche e musica soul contagiosa. Comunque, egli resta un improvvisatore senza pari. In qualsiasi momento, durante le sue performance, è sempre in grado di lasciare che la sua creatività, ancora vivace e ostinata, attinga alla sua inesauribile riserva di melodia per elaborarla in maniera ammaliante ed imprevedibile. La spinta continua ad elaborare nuova musica traendo ispirazione da quella vecchia fa parte dello spirito jazz, di cui Sonny Rollins è un portavoce folgorante. Tornato ai concerti dal vivo ed alla improvvisazione, ha dimostrato ampiamente negli ultimi anni, di essere ancora il numero uno nello strumento principe del jazz. http://www.sonnyrollins.com www.romajazzfestival.it 18 55 DOXY RECORDS “ L’etichetta personale” Mr. Rollins ha affrontato diversi camabiamenti dopo la morte della moglie, la quale ha gestito scrupolosamente il suo lavoro per oltre trent’anni anni. Nel 2007, alla scadenza del suo contratto con la Milestone, Rollins ha deciso di creare la propria etichetta, la Doxy Records, attraverso la quale edita la propria musica e con la quale ha pubblicato il disco "Sonny, Please". L’album è stato disponibile per diversi mesi, in audio e video, sul sito ufficiale di Sonny Rollins, ma recentemente è stato acquisito dalla Universal, che ne distribuisce una versione digitale e un CD. Per Mr. Rollins, quasi ottantenne, la nascita della sua etichetta è stato un nuovo campo da esplorare. Sonny Rollins ha avuto prestigiosi riconoscimenti nel corso della sua lunga carriera, tra gli ultimi ricordiamo: nel 2008, miglior artista dell’anno per la rivista Down Beat e nello stesso anno, ha ricevuto il suo secondo Grammy Award. L’album "Sonny, Please", è stato registrato in uno studio di New York, un mese dopo aver finito un tour in Giappone. Il titolo è un omaggio alla signora Rollins e si riferisce ad un'espressione da lei frequentemente utilizzata. Un disco degno di nota, almeno per chiunque conosce intimamente le abitudini di lavoro di Sonny Rollins. Nel 2008, in collaborazione con la Universal, è uscito il secondo disco “Road Show”, probabilmente il primo volume di quella che si presenta come una serie irrinunciabile per gli appassionati: una raccolta di inediti di Sonny Rollins registrati nell'ultimo trentennio. Il primo CD contiene registrazioni ad opera di un grande appassionato, Carl Smith e del trombonista Clifton Anderson. Dal materiale raccolto negli anni, per questa prima pubblicazione, lo stesso Saxophone Colossus ha pazientemente selezionato sette lunghi brani, registati dal vivo tra il 1980 e lo scorso autunno, quando ha tenuto il celebratissimo concerto alla Carnegie Hall. http://www.doxyrecords.com www.romajazzfestival.it 19 55 12 NOVEMBRE 2009 AUDITORIUM PARCO DELLA MUSICA - SALA PETRASSI ore 21,00 ENJA RECORDS “ L’etichetta gl obalizzata” PRIMA PARTE LIVIO MINAFRA pianoforte SECONDA PARTE ROBERTO FONSECA ROBERTO FONSECA - PIANO E TASTIERE JOEL HIERREZUELO - PERCUSSIONI JAVIER ZALBA - CLARINETTO/SAX RAMSES RODRIGUEZ - BATTERIA OMAR GONZALEZ – CONTRABBASSO POSTO UNICO 15,00 LIVIO MINAFRA Pianista, fisarmonicista, scrittore, leader della Municipale Balcanica nonché autore di un disco in piano solo acclamato dalla critica internazionale, Livio Minafra, a soli ventitre anni, rappresenta già una felice sintesi tra le mille anime musicali pugliesi, espressione di un artista talentuoso e di una sensibilità vigile. Minafra possiede un tocco contrastato, vulcanico ma allo stesso tempo cristallino. Scrive a tal proposito la stessa Enja Records, “per un animo incline a disegni agili ed eloquenti in nome di una fantasia cangiante ed inquieta la coerenza stilistica non può che essere un fatto del tutto originale. Livio Minafra ha maturato l'abilità ad imprimere andamenti sorprendenti alle proprie composizioni, con la naturalezza propria di chi al talento ha unito la lucida – e febbrile – visione di ciò che si agita intorno al proprio mondo. Come rileva Giorgio Gaslini nelle linear notes: «Eseguiti con un pianismo impetuoso, gli undici suoi brani lasciano percepire, all'interno di solide e volitive strutture formali, gli echi diversamente sfumati di riferimenti alle sue frequentazioni e ascendenze: i modi ritmici e "pazzerelli" dei comici del cinema muto (Buster Keaton, Ridolini), i suoni della natura che generano accordi consonanti e naturali, il moto perpetuo alla Paganini, la nota ribattuta come in una celebre pagina chopiniana, le armonie lasciate risuonare con il gusto impressionistico alla Debussy, certe linee veloci e circolari care a Rimsky Korsakov e al suo celebre calabrone volante, e ancora le debussyane "scene infantili", certi "ostinati" delle danze ungheresi di lisztiana memoria, e qualche sprazzo di filastrocca popolare subito smentito da robuste frasi iterate alla maniera del "riff" jazzistico".Livio vive di un'estetica non di "musica assoluta", ma nei meridiani di coscienza che privilegiano l'intenso e travagliato indagare nel sentimento: questo l'intuibile contenuto del suo "suono".» Ciò, ovviamente, non impedisce la tentazione di volgersi verso forme costruite essenzialmente su materiali sonori, in cui l'espressione ne diviene proprietà immanente e non elemento aggiuntivo, in cui l'idea non si confonde mai con la sua essenza. Parlare, suonare di se stessi, come Marcello Abbado sottolinea nelle note: « Le componenti accademiche vengono frammentate, scomposte alla luce di una sintassi – come detto – rigorosamente personale e tutt'altro che intellettualistica, vivace e fervida dal lato inventivo, autonoma nella scelta della scrittura di forme fortemente legate alla contemporaneità ed alla proporzione del buon gusto, mosse (talora agitate, direi) da una dinamica ispirata ad un'assoluta libertà di scelta rispetto al principio di variazione e di elaborazione tematica; eccone, appunto, la contemporaneità, nei toni intimi ed in quelli furenti. Ecco, dunque, i tanti attimi che felicemente sfuggono allo stimolo della "poesia pura". Dove l'idioma armonico prorompe in nuances originali, oniriche, orfiche, delineando temi aperti, immediati, "autobiografici" si sarebbe tentati di affermare, sentiti di urgente attualità ed esposti secondo una crescente maturità esecutiva, abile a trovare il trait d'union fra impressionismo lirico e veemenza espressionista, fra la poliedricità visionaria ed il frammentismo, fra la tacita eccentricità di chi non vuole più maestri e l'anticonformismo di chi li ha già dentro sé”. www.romajazzfestival.it 20 55 ROBERTO F ONSECA Nato nel 1975 (La Habana) da una famiglia di grande tradizione musicale, Roberto Fonseca inizia gli studi di pianoforte a otto anni, anche se la sua principale passione erano le percussioni. Tale inquietudine, in una così tenera età, avrebbe segnato chiaramente il suo attuale modo di suonare il piano in maniera “percussiva”. A quattordici anni realizza le prime composizioni musicali per pianoforte ispirandosi al genere Afrocubano. Diventa pianista rivelazione nel Festival Internazionale “Jazz Plaza” di La Habana ed inizia la sua formazione professionale studiando anche composizione all’Istituto Superiore d’Arte (ISA). A ventuno anni è guidato dalla necessità di fondere la sua musica con altri generi e intraprende una tourné in Italia insieme al cantante Augusto Enriquez. La sua strada si sarebbe incrociata un anno dopo con quella del sassofonista Javier Zalba (Irakere, Cubanismo) formando insieme il gruppo “Temperamento” segnando così l’inizio di un viaggio di nove anni da cui sarebbe scaturito l’attuale nuovo album “ZAMAZU”. In un anno di creatività intensa, registra e produce il primo album “En el Comienzo” premiato come miglor album di Jazz nel festival Cubadisco´99, co-produce, arrangia e suona per l’album di Augusto Enriquez “Cuando Yo Sea Grande” che riceve diversi riconoscimenti e registra un CD dal titolo “Tiene Que Ver” presentato nel 1999 e premiato nella categoria di musica popolare cubana nel concorso Trimalca organizzato dall’UNESCO. L’arrivo del nuovo secolo cambia la vita di Roberto, non soltanto perché esce il suo terzo lavoro discografico “Elengo”, ma perché la sua carriera doveva sperimentare una svolta inaspettata l’incontro con i nomi illustri della scena musicale cubana, Rubén González, Cachaíto López e Guajiro Mirabal. Lo stesso anno firma un contratto per la Montuno Management, un sogno che lo fa girare per tutto il mondo in più di 400 concerti con i legendari Buena Vista Social Club. Nel 2002, al Tokio Jazz Festival, condivide il palco con Herbie Hancock, Michael Brecker e Wayne Shorter. Attorno alla metà del 2004, Ibrahim Ferrer decide di realizzare il progetto che avrebbe concluso la sua carriera artistica, un album e un tour dei suoi più amati boleros che avrebbe rafforzato l’amore del cantante per questo genere musicale. La stretta relazione e fiducia del cantante verso le capacità di Roberto fanno si che nasca una stretta collaborazione tra i due. Roberto diventa il produttore di “Mi sueño”, ultimo album del grande maestro Ferrer. Trascorse due tournée emozionanti su questo progetto, l’agosto del 2005 segna un momento di grande dolore per Roberto: la perdita di Ibrahim Ferrer. Lo sconforto diventa motore che lo spinge a concludere la registrazione del suo sogno discografico che diventa un disco ed un progetto live dal titolo “ZAMAZU”, una mistura di sound latino, jazz e musica tradizionale cubana con l’intervento di importanti nomi come Omara Portuondo, Carlinhos Brown, Alê Siqueira e Vincente Amigo. http://www.robertofonseca.com www.romajazzfestival.it 21 55 ENJA RECORDS “ L’etichetta globalizzata” La Enja è stata fondata nel 1971 a Monaco di Baviera da Matthias Winckelmann e Horst Weber, due grandi appassionati di musica jazz. Dalla fine degli anni cinquanta, Winckelmann ha avuto l’occasione di conoscere a Francoforte, capitale del jazz in quel periodo, diversi musicisti jazz americani tra cui Sonny Rollins, Lee Konitz, Kenny Clarke, Albert Mangelsdorff, Cedar Walton, Billy Higgins e Chet Baker. Quando Winckelmann ha fondato Enja era inscritto all’Università di Monaco di Baviera e si stava laureando in economia e sociologia. Mentre, il suo socio Horst Weber ha iniziato la sua carriera come promotore di concerti jazz nella sua città natia Aachen, continuando contemporaneamente il suo lavoro di designer freelance per il Fashion Institute tedesco. Proprio questa sua attività. ha portato Weber in Giappone dove ha avuto l’opportunità di intessere contatti con il mondo del jazz. Infatti, il primo musicista che ha inciso per lui è stato l’americano Mal Waldron, a cui sono seguiti altri artisti europei e giapponesi (A. Mangelsdorff, Terumasa Hino, Masahiko Sato). Dopo questo primo periodo, gli interessi della Enja si spostano verso l’avanguardia americana con particolare riguardo verso gli artisti: Tommy Flanagan, Chet Baker, New York Jazz Quartet, Freddie Hubbard, Abdullah Ibrahim, Franco Ambrosetti, Kenny Barron, Cecil Taylor, Archie Shepp e Yosuke Yamashita. All’inizio del 1986 Winckelmann e Weber hanno deciso di separarsi e di lavorare individualmente. Matthias Winckelmann si è coinvolto maggiormente nella produzione jazzistica americana realizzando una media di 30 album all’anno e fondando anche una nuova etichetta discografica Tiptoe, per la quale hanno inciso: Mike Westbrook's, Michael Gregory, John Zorn, Blue Box, Paul Jackson-Mike Clark ed altri. Inoltre, con l’etichetta Blues Beacon, Winckelmann ha rilanciato diverse incisioni del Montreal Jubilation Gospel Choir e di artisti blues. Recentemente, la Enja ha esplorato nuovi territori musicali tra il jazz main stream, jazz d’avanguardia dei primi anni ’70 e la world music. Tra i più significativi artisti in questo genere ricordiamo: il libanese Rabih Abou-Khali, Dhafer Youssef, il gruppo brasiliano Rosanna & Zelia, il chitarista libanese Mahmoud Turkmani, il polistrumentista e scrittore Gilad Atzmon, la cantante della Molucche Monica Akihary, Pasaporte & Clave Y Guaguanco da Cuba, il chitarista acustico Ferenc Snétberger e Okay Temiz dalla Turchia. Nell’ottobre del 1996 Winckelmann è stato premiato da cento critici musicali di classica, jazz e pop music, con l’Honors Prize Of The German Phonographic Critics. Attualmente, Enja è diventata un’etichetta riconusciuta a livello mondiale presente in diversi paesi del mondo. http://www.enjarecords.com www.romajazzfestival.it 22 55 13 NOVEMBRE 2009 AUDITORIUM PARCO DELLA MUSICA – SALA PETRASSI ore 21,00 EGEA RECORDS “Il jazz mediterraneo” PRIMA PARTE GABRIELE MIRABASSI TRIO ospite CRISTINA ZAVALLONI GABRIELE MIRABASSI - CLARINETTO PEO ALFONSI - CHITARRA SALVATORE MAIORE - CONTRABBASSO ALFRED KRAMER - BATTERIA E PERCUSSIONI CRISTINA ZAVALLONI – VOCE SECONDA PARTE MARIO BRUNELLO Violoncello TERZA PARTE MARCO ZURZOLO MARCO ZURZOLO: SAX ALTO ALESSANDRO TEDESCO: TROMBONE VINCENZO DANISE: PIANO DAVIDE COSTAGLIOLA: BASSO E CONTRABBASSO GIANLUCA BRUGNANO: BATTERIA POSTO UNICO 15,00 GABRIELE MI RABASSI È uno dei massimi virtuosi odierni del clarinetto a livello internazionale. Dopo il diploma, conseguito col massimo dei voti e lode, la sua formazione musicale per i primi anni ha riguardato le tecniche esecutive peculiari della musica contemporanea. Parallelamente ha cominciato a lavorare professionalmente in ambito jazzistico, attività che, a partire dall'incisione di “Coloriage” (1991), in duo col fisarmonicista Richard Galliano, è diventata a mano a mano sempre più consistente fino a diventare esclusiva. Nel 1996 vince il Top Jazz nella categoria "miglior nuovo talento". Nel 2000 a "Umbria Jazz” presenta insieme a Luciano Biondini, Michel Godard e Francesco D'Auria il progetto “Lo Stortino” che riceve consensi di critica e di pubblico sia in Italia che all'estero. Nell’ottobre 2003, Gabriele Mirabassi e Guinga, straordinario chitarrista, compositore e cantante brasiliano, hanno inciso il loro primo disco in duo, “Graffiando vento”, presentato in occasione di Umbria Jazz Summer 2004 e definito nello stesso anno dalla Folha de Sao Paulo “miglior disco di musica strumentale brasiliana dell’anno”. Le sue collaborazioni sono numerose ed estremamente eterogenee sul piano degli stili e dei linguaggi, (Rabih Abou Khalil, Mina, John Cage, Ivano Fossati, Battista Lena, Riccardo Zegna, Enrico Pieranunzi, Roberto Gatto, Cristina Zavalloni, Trio madeira-brasil, Istituzione Sinfonica Abruzzese, Marco Paolini, Mario Brunello, Orchestra d’archi italiana, solo per citarne alcune). Negli ultimi anni, Mirabassi ha ampliato notevolmente il suo panorama di collaborazioni, sapendo allargarsi con coraggio ad altri ambiti di spettacolo; l’ultima fatica è “Canto di Ebano”, omaggio allo straordinario legno africano e alle appassionate mani (italiane) che lo trasformano in clarinetto. http://www.mirabassi.com www.romajazzfestival.it 23 55 CRISTINA ZAVALLONI “Un talento dalle mille anime". Cristina Zavalloni è sicuramente una delle più interessanti realtà legate alla musica contemporanea italiana. Il termine "musica contemporanea", in fondo, non è del tutto esaustivo per illustrare l'universo musicale di Cristina; basta scorrere le sue esperienze artistiche per comprendere quanto sia grande il raggio d'azione: jazz, classica, lirica, contemporanea etc. Qualcuno parlerebbe di eclettismo puro o estrema versatilità ma la verità emerge dal quotidiano, dalle esperienze di tutti i giorni. I risultati ottenuti dall’artista sono la conseguenza di uno studio continuo, di un forte desiderio di conoscere il mondo musicale, quasi fosse un'urgenza. Dopo anni di intensa attività arriva la collaborazione con l'etichetta Egea e nasce "Idea". L'album è l'espressione di un processo di maturità artistica raggiunto, un lavoro che riesce a ricomporre un puzzle stilistico variegato attraverso un progetto musicale estremamente eterogeneo. Cristina Zavalloni, cantante e musicista d’origine bolognese, alimenta una naturale versatilità musicale in anni d’approfondito studio delle vocalità e dei repertori contemporaneo e jazz, ma anche più propriamente lirico, spaziando dal classico al barocco, per diventare l’interprete non convenzionale che conosciamo oggi. Raro caso di ecletticità strutturale che sfocia in genuine manifestazioni di modernismo vocale, la Zavalloni può permettersi il lusso artistico ed intellettuale di spaziare senza approssimazione tra i repertori, pur mantenendo solido il suo profondo ancoraggio nella contemporaneità, come dimostra il suo successo internazionale in questo ambito. http://www.cristinazavalloni.it MARIO BR UN ELLO Mario Brunello è un uno dei nomi più significativi del panorama musicale italiano e internazionale. Nel 1986 è il primo artista italiano a vincere il Concorso aikovskij di Mosca che lo proietta verso una luminosa carriera internazionale. Brunello è ospite delle più prestigiose orchestre tra cui la Philadelphia Orchestra, la Philharmonia di Londra, l’Orchestre National de France, la NHK Symphony di Tokyo, la Filarmonica della Scala, l’Accademia di Santa Cecilia, la London Philharmonic, la DSO Berlin, la Filarmonica di Monaco e ha lavorato con direttori quali Valery Gergiev, Zubin Mehta, Riccardo Muti, Riccardo Chailly, Seiji Ozawa, Daniele Gatti, Myung-Whun Chung, Yuri Temirkanov, Giuseppe Sinopoli, Carlo Maria Giulini e Claudio Abbado, che negli anni lo ha invitato varie volte a suonare con l’Orchestra del Festival di Lucerna e con l'Orchestra Mozart, sia come solista che come direttore. Mario Brunello si presenta spesso in questa doppia veste di direttore e solista e nel 1994 fonda l'Orchestra d'Archi Italiana, che porta al debutto dopo due anni dedicati esclusivamente allo studio e con la quale ha una intensa attività sia in Italia che all’estero. Nella musica da camera Brunello collabora con artisti quali Gidon Kremer, Frank Peter Zimmermann, Yuri Bashmet, Maurizio Pollini, Andrea Lucchesini e i Quartetti Borodin e Alban Berg. Nella vita artistica di Brunello ampio spazio è riservato ai progetti che coinvolgono forme d'arte diverse, dalla letteratura alla filosofia, alla scienza, alla pittura; in questi spettacoli Brunello non si esprime solo attraverso l’interpretazione del repertorio tradizionale, ma anche nel suo interagire con attori e musicisti di altra estrazione culturale: da qui gli spettacoli costruiti insieme a Margherita Hack, Uri Caine, Paolo Fresu, Marco Paolini, Gianmaria Testa, Moni Ovadia e Vinicio Capossela. In questo modo Brunello vuole avvicinare il pubblico a un'idea diversa, multiforme di fare musica, creando spettacoli interattivi tra musica, immagini e parole. Gran parte di queste attività nascono in uno spazio alternativo chiamato Antiruggine, una ex officina ristrutturata dove Brunello sperimenta queste nuove forme d’arte e musica. Tra i suoi recenti progetti “Pensavo fosse Bach” è uno spettacolo multimediale di musica, luci e video-immagini dedicato alle Suites di Bach, di cui Brunello è oggi considerato uno dei massimi interpreti. I diversi generi artistici sperimentati da Brunello si riflettono nell’ampia discografia, che include l’integrale delle Suites di Bach, le Sonate di Brahms, Beethoven, Chopin, così come molti dischi dedicati al violoncello solo. Nella primavera 2008 Deutsche Grammophon ha pubblicato un CD con il Triplo Concerto di Beethoven diretto da Claudio Abbado. EGEA Records sta producendo una serie discografica articolata in cinque uscite dedicate a Mario Brunello. I primi due Cd della collezione sono “Odusia”, odissea musicale della cultura del mediterraneo, e “Brunello and Vivaldi”, dedicato ai concerti per violoncello e orchestra di Vivaldi. Mario Brunello ha studiato con Adriano Vendramelli, perfezionandosi in seguito con Antonio Janigro. Alle sue molteplici attività concertistiche, Brunello affianca quella di Direttore musicale di “Artesella arte e natura” in Trentino e di direttore artistico del Premio Borciani e del Festival del Quartetto di Reggio Emilia. È stato nominato Accademico di Santa Cecilia. Suona un prezioso violoncello Maggini del 1600, appartenuto a Franco Rossi. www.romajazzfestival.it 24 55 MARCO ZURZOLO Marco Zurzolo è nato a Napoli il 26 luglio 1962. Contemporaneamente agli studi classici, conclusi presso il Conservatorio di Musica San Pietro a Majella di Napoli, ha approfondito le sue conoscenze musicali nel campo jazzistico attraverso lo studio del saxofono, che è poi diventato suo strumento principale. Nel corso della sua carriera ha maturato esperienze in differenti generi musicali collaborando con i più noti artisti italiani e stranieri quali Pino Daniele, Zucchero, Roberto Murolo, Salomon Burkes, Chet Baker, Joe Heredia, Mia Martini, Gino Paoli, Nino Buonocore, in qualità di solista sia in occasione di tour dal vivo che di registrazioni per dischi; nonché in teatro con il maestro Roberto De Simone, Luca De Filippo, Enrico Montesano, Peppe e Concetta Barra, Eugenio Bennato. Dal 1995 inizia la sua attività di compositore realizzando musiche per film come “Pianese Nunzio di anni 14” e “Polvere di Napoli” di Antonio Capuano, “Il manoscritto di van Haecken” di Nicola de Rinaldo. Contemporaneamente compone le musiche dello spettacolo “Trash” di Enrico Montesano e quelle di alcuni cortometraggi come “Una mattina di maggio” di Raffaele Esposito e “Sbraineff” di Domenico Ciruzzi, il monologo “Little Peach” di Enzo Moscato e musica per opere teatrali come “La regina di Saba” e “Resurrezione” della compagnia di Renato Carpentieri. Nel giugno del ’99 viene invitato a rappresentare Napoli alla Festa della Musica in Francia. Nel 2000 esce per l’EGEA il CD “Ex Voto”, presentato al Festival Umbria Jazz ed al Festival Internazionale di Jazz di Montréal nel 2001. Nel gennaio del 2001 la presentazione del CD viene riproposta con due concerti in Egitto, al Cairo e ad Alessandria, grazie all’invito dell’Opera House del Cairo delle Ambasciate e dell’Istituto Italiano di Cultura. Intanto la colonna sonora del film “Polvere di Napoli”vince il premio Qualità del Ministero della Cultura e la colonna sonora di “Resurrezione” vince il premio Girulà per le migliori musiche teatrali. Nel mese di luglio è invitato in Canada al Festival International de Jazz de Montreal. Nello stesso mese esce il suo quarto CD “Napoli ventre del Sud” per l’EGEA. Nel 2002, realizza le musiche per lo spettacolo teatrale “Una Relazione Privata” per la regia di Luca Barabareschi, prodotto dal teatro Eliseo di Roma. Nel 2005, pubblica il CD “7 e mezzo”, un lavoro musicale dove si respira una nuova aria. “Un lavoro più intimista e romantico - dice Zurzolo -, sebbene il mio linguaggio e la mia ispirazione abbiano tratto ancora una volta grande energia da Napoli”. Nel 2009 vede la luce Migranti. Un mare di sogni sempre con EGEA www.romajazzfestival.it 25 55 EGEA RECORDS “Il jazz mediterraneo” Il marchio Egea contraddistingue un gruppo di attività dedite alla ricerca musicale. Un piccolo mondo fedele allo spirito originario che ha animato da sempre l’etichetta: il piacere di realizzare progetti raffinati ed innovativi, partendo dalla convinzione che vi sia comunque un pubblico che sa riconoscere ed apprezzare proposte originali e di qualità. La produzione discografica Egea fa riferimento al grande patrimonio musicale tradizionale italiano ed in particolare a quello mediterraneo. L’etichetta rilegge in chiave dotta e moderna i mille fermenti presenti nella cultura musicale italiana, nel ricco patrimonio diffuso delle differenti realtà territoriali del nostro paese. Accentua le contaminazioni, ove queste presentano caratteristiche regionali pronunciate (Accabbanna, Ex Voto, Napoli Ventre del Sud, Pulcinella, Nauplia, Phoné, Radici, La bottega, Il Circo, etc.), asseconda un linguaggio classico, introspettivo, ove la musica procede per linee interne, svincolata da riferimenti stilistici esplicitamente etnici (Racconti Mediterranei, Piccolo Valzer, L’amico del vento, etc.). Le scelte musicali si delineano essenzialmente entro gli ambiti di un linguaggio attuale e contemporaneo. Nel catalogo Egea troviamo musicisti quali: Stefano Battaglia, Luciano Biondini, Gianni Coscia, Paolo Damiani, Furio di Castri, Bebo Ferra, Paolo Fresu, Michel Godard, Ahmad Jamal, Marc Johnson, Rita Marcotulli, Gabriele Mirabassi, Ada Montellanico, Kenny Wheeler, Cristina Zavalloni, Riccardo Zegna e Marco Zurzolo. http://www.egeamusic.com www.romajazzfestival.it 26 55 14 NOVEMBRE 2009 AUDITORIUM PARCO DELLA MUSICA - SALA SINOPOLI ore 21,00 NONESUCH “Dalla contemporanea al jazz” BRAD MEHLDAU TRIO BRAD MEHLDAU: PIANOFORTE LARRY GRENADIER: CONTRABBASSO JEFF BALLARD: BATTERIA PLATEA 25,00 GALLERIA 20,00 BRAD MEHLDAU Brad Mehldau è salito alla ribalta giovanissimo negli anni novanta. Pianista di formazione classica si è presto convertito al jazz. A New York frequenta la Nuova Scuola per le Ricerche Sociali e ha come insegnanti i pianisti Fred Hersch, Kenny Werner e il batterista Jimmy Cobb. Quest'ultimo lo assolda per suonare nella sua band e il sassofonista Joshua Redman lo chiama per il suo quartetto. Nel 1994, Mehldau forma un trio sulle orme e sotto l'influenza del pianista Bill Evans a cui si ispira e dal quale ha ereditato la capacità armonica e introspettiva. Incide il primo album intitolato “Introducing” nel 1995, un manifesto dei suoi prossimi lavori in trio. Nel 1999, concepisce “Elegiac Cycle”, album solista, diverso dal solito, vagamente impressionista, postmoderno, minimale, dove sono udibili gli studi classici che impregnano la sua cultura musicale. Nel 2000, arriva il disco Places, sempre in trio e forse il più riuscito. I Nel 2002 incide “Largo”, non più con il suo abituale trio ma con gruppi diversi: altri spazi si stanno aprendo alla musica di Mehldau. Con “Live in Tokyo” conferma la maturità raggiunta come solista e la rivista statunitensa di jazz Down Beat ne glorifica la sua arte premiandolo come miglior pianista jazz del 2004. Mehldau suona composizioni originali, standard jazz e arrangiamenti jazz di canzoni famose, con una preferenza per la musica di Radiohead di Nick Drake e dei Beatles. È conosciuto soprattutto come leader del Brad Mehldau Trio, con il bassista Larry Grenadier e il batterista Jeff Ballard. Mehldau a volte è confrontato con Bill Evans ma non ama questo accostamento, come spiega nell'introduzione a “The Art of the Trio IV”. Paragonato anche a Keith Jarrett, descrive i lavori solisti di Jarrett più come ispirazione che influenza. La sua formazione classica è evidente, e spesso suona una diversa melodia con ciascuna mano, in insolite metriche quali 5/4 e 7/4. Nessuno come Mehldau, negli ultimi anni, ha rivoluzionato il mondo del pianismo jazz, condensando in un unico stile, raffinatezza armonica, ricerca introspettiva e la coralità della polifonia, frutto dell' assidua frequentazione della musica di Bach, e di quella di Keith Jarrett. La sua tecnica è formidabile, non si limita al puro accompagnamento, ma offre costantemente un vero e proprio dialogo con la linea melodica principale, creando spunti sempre nuovi che poi prendono vita propria e danno un senso polifonico alla composizione. LARRY GRENADIER Ha frequentato la Stanford University diplomandosi in Letteraratura Inglese. Dopo essersi trasferito sulla East Coast fu ingaggiato da Gary Burton, con il quale fece un lungo tour negli Stati Uniti ed Europa. Stabilitosi a New York ebbe l’occasione di suonare con Joe Henderson, Betty Carter, Pat Metheny e il gruppo di John Scofield. In questi ultimi anni, quando non registra o suona con Brad Mehldau, fa parte del Pat Metheny Trio. JEFF BALLARD Cresciuto in Santa Cruz, California. Ha preso parte alla tourné di Ray Charles dal 1988 al 1990. Trasferitosi a New York incominciò a suonare con i gruppi di Lou Donaldson, Danilo Perez, Chick Corea, Joshua Redman ed altri importanti musicisti. Attualmente fa parte del Brad Melhdau Trio ed è co-leader del gruppo FLY ( Mark Turner, Larry Grenadier, Jeff Ballard), e dell’ Elastic Band di Joshua Redman. http://www.bradmehldau.com www.romajazzfestival.it 27 55 NONESUCH “Dalla contempo ranea al jazz” Nel 1980 la Nonesuch ha dato l’opportunita ad artisti quali John Adams, Steve Reich, Kronos Quartet, Assad Brothers, Caetano Veloso, Bill Frisell e Dawn Upshaw, di pubblicare il loro primo disco, creando così con loro un solido rapporto di collaborazione che permane ancor’oggi. Infatti, John Adams ha registrato per l’etichetta oltre quaranta composizioni; nel 2007 è stata realizzata una raccolta di Steve Reich in onore dei suoi settant ‘anni e i Kronos Quartet hanno attualmente trentotto album nel catalogo. Nel 2002, l’etichetta ha prodotto una collezione di sette dischi delle composizioni per piano di Frederic Rzewski, che includono due brani classici The People United Will Never Be Defeated! e De Profundis, suonate dallo stesso compositore. Nel 2009, la Nonesuch ha continuato a registrare artisti di musica classica e popolare realizzando l’opera completa di Beethoven per pianoforte con Richard Goode e quella di Mozart per violino con Gidon Kremer e la Kremerata Baltica. Nel corso degli ultimi anni, l’etichetta ha prodotto due album memorabili con il mezzo soprano Lorraine Hunt Lieberson: un disco sulle cantate di Bach e sulle composizione di suo marito, Peter Lieberson. Il lungo rapporto con l’etichetta World Cicuit, ha portato la Nonesuch a rinnovare il proprio catalogo inserendo degli artisti internazionali quali: Toumani Diabaté con il brano In the Heart of the Moon, in duetto con Ali Farka Touré, sul disco “The Mandé Variations”, il quale ha vinto un Grammy Award; l’ultimo disco “Cheikh Lô's Lamp Fall“ di Buena Vista Social Club con Ibrahim Ferrer e l’album “Made in Dakar” dell’Orchestra Baobab. Nel 2007 ha prodotto l’album rock di Caetano Veloso “Cê” giudicato uno dei migliori dischi dell’anno, mentre nel 2008, ha realizzato il secondo ed unico album con lo straordinario gruppo dei musicisti cubani Buena Vista Social Club “Live Carnegie Hall” e l’album “Rokku Mi Rokka” con Youssou N'Dour. Quando la Warner Bros chiuse la divisione Warner jazz, quattro dei suoi straordinari musicisti - Pat Metheny, Brad Mehldau, Joshua Redman e Nicholas Payton - passarono alla Nonesuch. Successivamente, Metheny ha registrato l’album “Pat Metheny Group”, in trio con Christian McBride e Anthony Sanchez, e un paio di dischi con il trio di Mehldau. Anche Brad Mehldau è stato molto attivo producendo un album in solo e con il trio dal vivo, due in studio ed una composizione scritta per il soprano Renée Fleming. Mentre, Joshua Redman ha registrato due dischi come leader del SFJAZZ Collective, un album con il suo trio acustico e un altro disco con il suo gruppo elettrico Elastic Band. Invece, il debutto discografico di Payton “Into the Blue” è stato registrato nel 2008. Il 2009 vede anche la realizzazione dell’album del grande musicista di New Orleans, Allen Toussaint, con la partecipazione di Payton, Mehldau e Redman. Il tratto che contraddistingue la Nonesuch è una musica senza categorie e senza barriere, un suono che tiene unita una comunità dove artisti, dirigenti e tecnici lavorano insieme accomunati dalla medesima sensibilità. Un rapporto basato sul gusto, rispetto, fiducia e comune desiderio di far ascoltare la musica che verrà. http://www.nonesuch.com www.romajazzfestival.it 28 55 15 NOVEMBRE 2009 AUDITORIUM PARCO DELLA MUSICA - SALA SINOPOLI ore 21,00 VERVE “ L’importanza della st oria “ DIANA KRALL TRIO DIANA KRALL – PIANO E VOCE ANTHONY WILSON – CHITARRA ROBERT HURST – CONTRABBASSO KARRIEM RIGGINS – BATTERIA PLATEA 90,00 GALLERIA 1 75,00 GALLERIA 2 50,00 DIANA KRALL è nata a Nanaimo, Canada, circondata dalla musica e da musicisti. Suo padre e sua madre suonavano il piano e l'intera famiglia suonava e cantava ogni domenica a casa della nonna. "Ognuno aveva il suo turno. Non ricordo un momento in cui non abbia suonato". Diana studiava pianoforte classico, ma suonava il jazz in una band con l'insegnante di basso Bryan Stovell. Il primo concerto arrivò a soli quindici anni, in un ristorante di Nanaimo. La sua prima fonte di ispirazione fu il cantante pianista Fats Waller. "Sono cresciuta con Fats Waller. Mio padre è un collezionista di dischi e aveva tutte le incisioni di Fats Waller in 78 giri, su LP e su CD. Fats era la prima persona che avevo sentito suonare il piano e cantare. Ho cominciato a suonare il suo repertorio da bambina. Cercavo di imparare tutte le sue note e di suonare e cantare contemporaneamente". Diana studiò per un periodo alla scuola Vancouver Jazz Festival e alla Berklee College of Music di Boston e, più tardi, ritornò a casa. Divenne amica di Jeff Hamilton e Ray Brown quando suonarono a Northwest e a B.C. I nuovi amici incoraggiarono Diana ad avventurarsi a Los Angeles, dove il Canadian Arts Council le offrì l'occasione di studiare con il pianista Jimmy Rowles. Quest'ultimo, diventato il suo "padrino", la spinse a cantare sempre più di frequente. Nel 1984, Diana tornò in Canada e si stabilì a Toronto, dove studiò con il bassista-pianista Don Thompson. Nel 1990, si trasferì a New York suonando spesso a Boston con un trio che includeva il bassista Whit Browne e il batterista Klaus Suonsaari. Il suo debutto discografico avvenne nel 1993 con l’album “Stepping Out”. Il successivo “Only Trust Your Heart”, del 1995, fu prodotto da Tommy LiPuma, ex produttore musicale di Miles Davis. Il terzo album, pubblicato nel 1996 dal titolo “All For You” (A tribute to the Nat King Cole trio), ha ricevuto una nomination per il Grammy Award e resistette per settanta settimane nelle classifiche jazzistiche americane. Altrettanto ricchi di successi furono i successivi album “Love Scenes” (1997), “When I Look in Your Eyes” (1999) e “The Look of Love” (2001). Nel dicembre 2003, Diana Krall sposò Elvis Costello, sotto la cui influenza iniziò a comporre i propri pezzi. Questo la condusse nel 2004 alla pubblicazione di un primo album composto parzialmente da inediti, intitolato “The Girl in the Other Room”, che arrivò fino alla Top 5 britannica, nonché al primo posto delle maggiori classifiche jazzistiche mondiali. Il brano di maggior successo di questo album fu “Temptation”, intrigante rilettura in chiave jazzistica di un pezzo di Tom Waits. La stessa Diana afferma: “Tutte le mie cantanti preferite hanno suonato il piano: Dinah Washington, Roberta Flack, Shirley Horn, Andy Bey, Aretha Franklin, Sarah Vaughan e specialmente Carmen McRae. Lei è stata molto importante per me e ha avuto una grande influenza sul mio stile. Anche Nat Cole è stato fondamentale ed ha avuto una significativa influenza su di me, sia come pianista che come cantante. Sapeva cantare canzoni incredibili al suo pubblico e suonare il piano in modo eccellente! Era come se fosse due persone contemporaneamente. Un giorno spero di scoprire il segreto per farlo con tanta naturalezza”. http://www.dianakrall.com www.romajazzfestival.it 29 55 VERVE M USIC GROUP “ L’importanza della storia “ A partire dalla metà degli anni quaranta Norman Granz, dopo il successo di un celebre concerto al Philharmonic Auditorium di Los Angeles, iniziò ad organizzare una serie di tournée e di registrazioni discografiche sotto il titolo Jazz at the Philharmonic (JATP). La formula, che ebbe un considerevole successo negli anni cinquanta, era quella dell'incontro tra i più noti jazzisti dell'epoca. JATP divenne un progetto itinerante con diversi concerti negli Stati Uniti e in Europa. Tra gli artisti ingaggiati e che erano presenza fissa degli spettacoli, ci furono Ella Fitzgerald, Stan Getz, Benny Carter, Roy Eldridge, Dizzy Gillespie, Coleman Hawkins, Hank Jones, Gene Krupa, Charlie Parker, Ben Webster, Lester Young,Oscar Peterson, Ray Brown e molti altri. Nel 1949, Norman Granz stipulò un accordo con la Mercury Records per pubblicare dischi dei concerti del JATP e dei musicisti della sua scuderia. Nel 1956, Granz fondò la Verve Records nella quale fece confluire il catalogo delle sue prime etichette, la Clef Records, la Norgram Records, la Down Home Records e il materiale dato in licenza alla Mercury fino al 1953. Lo stile dei dischi Verve riprendeva quello degli spettacoli del JATP: meeting e duetti tra solisti famosi in una sorta di omaggio musicale reciproco. In seguito, soprattutto grazie allo sfruttamento delle doti interpretative di Ella Fitzgerald e alla duttilità di Oscar Peterson, l’etichetta iniziò a produrre una lunga serie di dischi monografici dedicata ai maggiori compositori americani. Nel 1960 Granz vendette la Verve alla MGM per 2,8 milioni di dollari e nel 1973 fondò in Svizzera la Pablo Records con la quale continuò la produzione di dischi adottando la stessa formula che tanta fortuna aveva avuto negli anni cinquanta. Come produttore della Verve Records fu assoldato Creed Taylor, il quale intraprese delle scelte ancora più commerciali, sfruttando a fondo il filone della nuova musica brasiliana, la bossa nova, introducendo negli Stati Uniti i primi dischi jazz samba di Stan Getz ed in particolare di Getz con Joao Gilberto. Nel 1967, poco, prima di lasciare la Verve Taylor curò la creazione di una sussidiaria dedicata alla musica folk - la Verve Folkways - che, dopo aver cambiato nome in Verve Forecast, divenne l'etichetta dedicata a generi diversi dal jazz. Negli anni settanta la Verve, a seguito delle grandi rivoluzioni societarie nell'industria musicale, divenne parte del gruppo PolyGram insieme al catalogo jazz della Mercury Records e della MGM. Con l'acquisizione della PolyGram da parte della olandese Philips, la Verve, entra a far parte di un gruppo internazionale, mantendo la preminenza acquisita nel mercato del jazz. Nel 1998, dopo l'acquisizione della PolyGram da parte di Seagram e la fusione di questa con Universal Music Group, la Verve Records cambiò nome in The Verve Music Group. Nel nuovo gruppo, oltre a quello della originale Verve Records, confluì tutto il catalgo jazzistico della multinazionale, compreso quello delle etichette successivamente inglobate come la Impulse! Records, la Decca Records e la Hollywood Records. Dalla metà degli anni ottanta, l'etichetta fu rivitalizzata con nuove realizzazioni e con la riedizione su CD del suo sterminato catalogo. Dal 2002, la Verve ha iniziato a produrre una serie di compilation dal titolo Verve Remixed nelle quali vecchi classici vengono remixati da noti DJ contemporanei. Nel dicembre del 2006 gran parte del suo catalogo è passato sotto il controllo della nuova divisione Universal Music Enterprises (UMS). http://www.vervemusicgroup.com www.romajazzfestival.it 30 55 16 NOVEMBRE 2009 AUDITORIUM PARCO DELLA MUSICA – TEATRO STUDIO ore 21,00 TRACCE “L’etichetta radiofon ica” SOL6 VERYAN WESTON - PIANO LUC EX - CONTRABBASSO TONY BUCK - BATTERIA HANNAH MARSHALL - CELLO/VOCALS INGRID LAUBROCK - TENOR/SOPRANO/VOCALS MANDY DRUMMOND - VIOLA/VOCALS SOL6 è una nuova formazione che si è recentemente esibita a Londra e all’Unlimited Festival di Wels in Austria ottenendo reazioni entusiastiche. Fondata dal geniale e energico contrabbassista francese Luc Ex (già fondatore del famoso gruppo post – punk The Ex) e dalla pianista inglese Veryan Weston, la formazione ama muoversi senza limiti tra musica scritta e improvvisata, passaggi astratti a composizione complesse. Insieme a loro la cantante e violoncellista d’avanguardia Hannah Marshall, la violinista Mandy Drummond, il batterista Tony Buck e il sublime sassofonista Ingrid Laubrock. La musica dei Sol6 è musica improvvisata caratterizzata da un intenso groove “free punk” e contaminata con le canzoni di Charles Ives, Eric Satie, Burt Bacharach e Kurt Weill cantate dalle 3 voci femminili. La musica dei Sol6 è stata definita “cinematica” non solo per il fatto di muoversi e andare velocemente in tutte le direzioni ma anche perché è musica di forte impatto visivo. Una musica da camera e da cratere, intima e nello stesso tempo eruttiva, suonata dai migliori rappresentanti dell’attuale scena free europea. “ L’etichetta radiofonica” Tracce è il nome del progetto discografico ideato e curato da Pino Saulo, responsabile dell'ala più creativa della programmazione musicale di Rai Radio 3. Nella migliore tradizione che lega la produzione del jazz e della musica di ricerca al mezzo radiofonico, Rai Trade propone Tracce come collana dedicata alle forme più avanzate del jazz contemporaneo e come possibile finestra su musiche attuali nate al confine dei generi musicali convenzionali. Un catalogo basato esclusivamente su registrazioni Rai, selezionate sia dagli archivi storici che dalla programmazione e produzione più recente. Goodfellas, con l'assunzione dell'esclusività sulla distribuzione internazionale e la licenza sul catalogo, intende avviare un lavoro di diffusione e comunicazione il più coerente possibile verso le funzionalità artistiche e di mercato dell'etichetta. A pochi anni dalla nascita Tracce è in grado di offrire un catalogo ricco e sapientemente articolato. Robert Wyatt, Butch Morris, William Parker, Matthew Shipp, Anthony Braxton. Mike Cooper, Amiri Baraka, Italian Instabile Orchestra, sono solo alcuni dei nomi prodotti in virtù di un progetto discografico nato esclusivamente sulle basi della passione e la volontà di diffusione per le musiche scelte e documentate. www.romajazzfestival.it 31 55 17 NOVEMBRE 2009 AUDITORIUM PARCO DELLA MUSICA – TEATRO STUDIO ore 21,00 AUAND “ La ricerca dei nuovi talent i” PRIMA PARTE 3QUIETMEN ospite STEFANO BATTAGLIA STEFANO BATTAGLIA: PIANOFORTE RAMON MORO: TROMBA, FLICORNO, TROMBA ELETTRICA FEDERICO MARCHESANO: CONTRABBASSO, BASSO ELETTRICO DARIO BRUNA: BATTERIA, PERCUSSIONI SECONDA PARTE DOWNTOWN TRIO ROBERTO CECCHETTO: CHITARRE GIOVANNI MAIER: CONTRABBASSO MICHELE RABBIA: BATTERIA E PERCUSSIONI POSTO UNICO 15,00 3QUIETMEN Il 13 giugno 1999, il 3Quietmen suona al Festival Jazz di Magdeburgo, primo concerto di una delle formazioni più interessanti della scena jazz contemporanea, dimostrando da subito l’internazionalità del loro progetto. Nell’aprile 2008 il trio è stato chiamato ad esibirsi nella splendida Concert Hall della Città Proibita di Pechino, dopo una tournèe in Cina che ha toccato le città di Sheniang, Dalian e Changsha. Il gruppo vanta dieci anni di attività con una mappa di appuntamenti significativi quali il Traffic Festival di Torino, Festival Ciriè Jazz, Festival Diagonal Jazz di Catanzaro, Festival TecnoTeatro all’Hiroshima MonAmour, In/Off Camera del Cafè Liber (musiche per tre cortrometraggi del registra cecoslovacco Jan Svankmajer), Conservatorio Giuseppe Verdi per la Notte Paraolimpica di Torino, Festival Jazz AlLeu di Casalborgone, Crash Festival del Taurus, Ciriè Arts & Jazz Festival con Stefano Battaglia, Auditorium del Lingotto per MeltinBox con CLG Ensemble, inaugurazione del 25° Torino Film Festival di Nanni Moretti alla Mole Antonelliana. L’intesa straordinaria dei tre musicisti, la loro versatilità e il linguaggio fortemente innovativo generano durante il live un impatto imprevedibile ed emozionante. Il suono epico e visionario della tromba con il suond metropolitano della band è la miscela dominante per credere che questo trio di giovani musicisti possa lasciare una traccia decisamente originale nella musica di “confine”. In parallelo alla loro attività, il 3Quietmen sta lavorando in quartetto con il pianista Stefano Battaglia, musicista di fama internazionale, con il progetto Bartokosmos, profonda ricerca sul compositore ungherese Béla Bártok. www.3quietmen.com www.romajazzfestival.it 32 55 STEFANO BATTAGLIA Nato a Milano nel 1965, Stefano Battaglia intraprende gli studi pianistici all’età di sette anni, diplomandosi nel 1984 a Milano con il massimo dei voti e la lode con menzione. Inizia così una intensa attività di concertista classico che lo porta ad esibirsi in tutti i paesi europei, sia come solista che come ospite di orchestre. L’artista ha ricevuto numerosi premi tra cui il prestigioso J.S. Bach di Dusseldorf, quale miglior giovane interprete bachiano. Parallelamente, dal 1979, incomincia ad appassionarsi all’improvvisazione ed ai linguaggi di emanazione jazzistica, partecipando a tutti i maggiori appuntamenti musicali italiani e internazionali, esibendosi in molti paesi del mondo. Dal 1984 ha tenuto più di 700 concerti e pubblicato oltre sessanta dischi che gli hanno valso diversi riconoscimenti, tra cui: nel 1988 come miglior talento per Musica jazz, nel 1997 come miglior giovane pianista europeo, e l’anno successivo, quale migliore musicista emergente dalla Radio Nationelle di Bruxelles. Nel 1997 la Radio della Svizzera tedesca (DRS2) gli ha dedicato una serie di trasmissioni radiofoniche culminate con la produzione di cinque album (Suisse Radio Tapes). Nel 1999 l’etichetta Symphonia ha registrato alcune soloperformances avvenute nelle chiese italiane producendo una collana di sei CD denominati “Esalogia dell’abside”. Nel 2001 l’album “Il Cerchio Interno”, viene giudicato tra i primi dieci album Choc de la musique da Radio France. Nello stesso anno, il concerto in piano solo “Signum”, dall’Auditorium di Madrid è nominato “best solo performance 2001” da Radio Espana Nacional. Nello stesso anno il Segretariato Generale della Presidenza della Repubblica Italiana in collaborazione con RAI3 dedica al pianista una serie di concerti trasmessi in diretta dalla Cappella Paolina del Quirinale di Roma. www.stefanobattaglia.com ROBERTO CECCHETT O Nato a Milano l’11 aprile 1965 studia chitarra classica al Conservatorio di Milano e armonia e composizione con Filippo Daccò. Si perfeziona grazie ad una borsa di studio ricevuta per partecipare ai seminari estivi di Siena Jazz nel 1992 e dopo qualche tempo interviene all’incontro annuale dello I.A.S.J. (International Association School of Jazz) svoltosi a New York dove ha la possibilità di suonare al JVC New York Jazz Festival e all’ONU. Nello stesso periodo Roberto Cecchetto comincia a svolgere una decisa attività concertistica entrando a far parte del gruppo Tribute con Andrea Dulbecco, subito dopo è nel Roberto Della Grotta Sextet. In seguito, suona con Paolo Fresu, entra a far parte del Daniele Cavallanti Quartet e dell’orchestra Jazz Chromatic Ensemble, si dimostra uno dei migliori chitarristi sulla scena, capace di muoversi nell’ambito dell’avanguardia e dialogare in modo serrato con stili vicini alla tradizione. Nel 1993 Enrico Rava mette in piedi un quintetto elettrico, il Rava Electric Five, e Cecchetto diviene una delle due chitarre elettriche. Nel 2001, in “Seize the Time!”- Nexus Orchestra, affianca il grande trombonista Roswell Rudd, ospite speciale della registrazione. Tra le sue esperienze di maggior interesse va certamente ricordata la collaborazione con Gak Sato (“Tangram” 2001 e “Informed Consent” 2006), musicista e sperimentatore originario di Tokyo, da tempo residente in Italia. Parentesi davvero fortunata nella carriera di Cecchetto è la formazione Rand-o-mania con il trombone di Gianluca Petrella. È leader del Downtown trio, completato da Giovanni Maier al contrabbasso e Michele Rabbia alla batteria e percussioni nell’ambito del quale esplorano l’improvvisazione più fantasiosa servendosi anche dell’elettronica. Cecchetto è stato votato come Miglior Strumentista del 2007 ex aequo con Stefano Bollani nella Categoria “pianoforte-tastiere-chitarra” nel referendum Top Jazz indetto dalla rivista specializzata Musica Jazz. www.robertocecchetto.com www.romajazzfestival.it 33 55 AUAN D “ La ricerca dei nuovi talenti” Nonostante i pochi anni di attività alle spalle e i pochi titoli in catalogo, la Auand desta stupore per come riesce a cogliere i musicisti nell’attimo opportuno, spesso anticipando quelle evoluzioni della musica delle quali il pubblico si accorgerà solo molto tempo dopo. Pensiamo ai primi due dischi pubblicati dall’etichetta, che hanno lanciato Gianluca Petrella e Francesco Bearzatti, ora tra i solisti italiani più ammirati. L’etichetta pugliese, in questi anni, si è concentrata con successo sul lavoro degli esordienti, facendo emergere la spicata dote intiuitiva del fondatore e produttore Marco Valente. Infatti, in seguito alle loro registrazioni per Auand, gli artisti Cuong Vu, Giancarlo Tossani e Roberto Cecchetto sono arrivati in cima al referendum Top Jazz nella categoria migliori talenti. Le scelte seguite dall’Auand mirano a mettere insieme musicisti italiani, stranieri, grandi protagonisti del jazz contemporaneo e nuovi talenti; presentando così agli ascoltatori album di studio meticolosamente prodotti ma anche live session, sia concertistiche che radiofoniche o comunque nastri registrati in proprio dai musicisti e inviati direttamente all’etichetta. La musica degli album Auand si caratterizza per la sua naturalezza quasi lunare e assorta, intimamente inquieta, dai colori cangianti e indefinibili, dalle strutture fragili e sfuggenti, dagli umori corruscati e notturni. Nella scuderia di Auand troviamo: Paolo Angeli, Andrea Ayassot, Stefano Battaglia, Francesco Bearzatti, David Binney, Jim Black, Roberto Cecchetto, Emanuele Cisi, Hamid Drake, Bill Frisell, Javier Girotto, Michel Godard, Gaetano Partipilo, Gianluca Petrella, Bobby Previte, Enrico Rava, Aldo Romano, Antonello Salis, Paolo Sorge, Giancarlo Tossani, Cuong Vu e Dan Weiss. www.auand.com www.romajazzfestival.it 34 55 17 NOVEMBRE 2009 UNIVERSAL MUSIC GROUP “L’etichetta uni versale” AUDITORIUM PARCO DELLA MUSICA –SALA SINOPOLI – ore 21,00 Showcase di JAMIE CULLUM POSTO UNICO 10,00 EURO Jamie Cullum è il cantante e pianista jazz inglese con il più alto numero di dischi venduti nella storia della musica. La sua naturalezza e freschezza nell’interpretare gli standard del jazz accompagnandosi spesso da solo al pianoforte lo hanno reso una vera e propria jazz star internazionale. Unendo la sua voce da crooner a un piglio da rockstar, Cullum spazia dai classici del jazz e della canzone d’autore a brani rock come “The Wind Cries Mary” di Jimi Hendrix e “Lover, You Should've Come Over” di Jeff Buckley, e ripescaggi pop, come il suo più grande successo “Everlasting Love”, ed un’antica hit di una band inglese di fine anni Sessanta, i Love Affair. Nato nell’ Essex, in Inghilterra, inizia ad ascoltare fin da giovanissimo rock, hip-hop, jazz e blues rimanendo subito affascinato e influenzato da artisti come Herbie Hancock, Tom Waits e Miles Davis, ma anche dagli album innovativi degli Steely Dan. Ha suonato molto con il fratello Ben, bassista e suo collaboratore anche nell’album più recente “Catching Tales”. All’età di venti anni, nel 1999, registra il suo primo CD in trio “Heard It All Before” pubblicandone solo cinquecento copie oggi diventate rarissime. Studia Inglese all’Università di Reading, e si laurea nel 2001. Durante l’università suona ovunque sia possibile: matrimoni, club, navi da crociera, cerimonie, feste, rivelandosi un eccellente interprete nelle esecuzioni dal vivo. Il successo arriva con il secondo album, “Pointless Nostalgic” che vende molte copie in Gran Bretagna, facendosi così notare dai giornalisti Michael Parkinson e Melvyn Bragg. Nel 2003 firma un contratto con Universal per tre nuovi dischi. “Twentysomething” del 2004, vende più di due milioni di copie nel mondiale e viene candidato per un Grammy. Le canzoni “These Are the Days” e “Everlasting Love” scalano le classifiche inglesi e non solo. Nel 2005, Cullum registra il suo terzo album di studio “Catching Tales” in cui la sua musica si apre a influenze funk e hip-hop. Nel 2007 esce per la Universa “In the Mind”. Il suo ultimo attesissimo album “The Pursuit” è in uscita a novembre 2009. www.romajazzfestival.it 35 55 U nive rs al Music Gro up ( U MG) è la più grande azienda discografica del mondo e leader in termini di fatturato, con una quota di mercato del 26,7% . Le sue attività comprendono lo sviluppo, il manufacturing, le vendite e la distribuzione di musica registrata attraverso una rete di affiliate, società in partnership e licenziatarie in 77 paesi del mondo. UMG comprende una vasta scelta di artisti in ogni genere musicale.Questi sono alcuni nomi di artisti che incidono per la casa discografica, divisi per aree geografiche: N o rd Ame rica: Akon, Bryan Adams, Erykah Badu, Beck, Bee Gees, Black Eyed Peas, Mary J. Blige, Bon Jovi, Mariah Carey, Chris Cornell, Sheryl Crow, D-12, Daddy Yankee, Dr. Dre, Eminem, Nelly Furtado, 50, Cent, G-Unit, Guns'n'Roses, Herbie Hancock, Enrique Iglesias, Ja Rule, Jay Z, Diana Krall, LL Cool J, Gwen Stefani, Ludacris, Marilyn Manson, Metallica, Nas, Nelly, Ne-yo, Nine Inch Nails, Lionel Richie, Prince, Pussycat Dolls, The Game, The Killers, The Roots, Scissor Sisters, Shania Twain, Kanye West e Stevie Wonder. E uropa: Ayo, Biagio Antonacci, Micol Barsanti, Franco Battiato, Daniel Bedingfield, Sophie Ellis Bextor, Bjork, Andrea Bocelli, Marco Borsato, Alex Britti, Calogero, Carmen Consoli, Jamie Cullum, ERA, Fabri Fibra, Mylen Farmer, Gabrielle, Gianluca Grignani, The Hive, Elton John, Jovanotti, Kaiser Chiefs, Keane, Ronan Keating, Le Mani, Linea 77, Mika, James Morrison, Gianna Nannini, Nesli, Noir Desir, Pier Cortese, Raiz, Rammstein, Francesco Renga, Michel Sardou, Snow Patrol, Sting, Sugababes, Take That, t.A.T.u., Texas, Tokyo Hotel, U2, Vanilla Sky, Velvet, Mario Venuti, Verdena, Yusuf, e Zucchero. A merica Lat i na e S ud Ame rica: Babasonicos, David Bisbal, Bersuit, Cafè Tacuba, Pedro Fernandez, Luis Fonsi, Juanes, Luney Tunes, Molotov, Zeca Pagodinho, Paulina Rubino, Sandy & Junior, Ivete Sangalo, Caetano Veloso e Alicia Villareal. A re a Pacif ico: Ai, Chage & Aska, Eason Chan, Jacky Cheung, Kelly Chen, Dreams Come True, Energy, Masaharu Fukuyama, Hacken Lee, Naotaro Moriyama, Wilbur Pang, Powderfinger, Spitz, Alan Tam and Wolfmother. La Universal Music Group controlla diverse etichette quali Barclay, Interscope Geffen A&M, Island Def Jam Music Group, Lost Highway, Machete Music, Mercury, Polydor, Universal Motown Music Group, Universal Classics Group (che comprende Decca, Deutsche Grammophon, Philips e ECM) e Verve Music Group. La UMG è leader anche nel settore della musica classica con oltre il 40% di share di mercato mondiale. Le etichette della Universal Classic annoverano la leader mondiale Deutsche Grammophon, la Decca Records, che comprende il più grande catalogo di opera del mondo, e la Philips, un'etichetta diversificata focalizzata sulla musica di crossover. Tra i nomi più importanti che danno lustro a queste etichette elenchiamo Claudio Abbado, Cecilia Bartoli, Leonard Bernstein, Andrea Bocelli, Pierre Boulez, Alfred Brendel, Riccardo Chailly, Ludovico Einaudi, Renée Fleming, Lang Lang, James Levine, Yund Li, Anne-Sophie Mutter, Anna Netrebko, Herbert von Karajan, Anne-Sophie Mutter, Luciano Pavarotti, Maria João Pires, Sir Georg Solti, Mitsuko Uchida, Hayley Westenra e Krystian Zimmerman. Mentre nel settore jazz la Universal controlla la Verve, focalizzata sul jazz tradizionale, la GRP con il suo catalogo di jazz contemporaneo e la Impulse! Alcuni degli artisti che fanno parte di queste etichette sono: Paul Anka, Louis Armstrong, Count Basie, Brazilian Girls, Michael Brecker, Natalie Cole, John Coltrane, Ella Fitzgerald, Charlie Haden, Herbie Hancock, Roy Hargrove, Billie Holiday, Al Jarreau, Diana Krall, Aaron Neville, David Sanborn, Nina Simone, Wayne Shorter e Lizz Wright. Il suo esteso catalogo musicale comprende le più importanti e leggendarie registrazioni di questo secolo, annoverando artisti come ABBA, Aerosmith, Louis Armstrong, Chuck Berry, James Brown, The Carpenters, Eric Clapton, Patsy Cline, John Coltrane, The Commodores, Fabio Concato, The Cranberries, Bing Crosby, Count Basie, Bo Diddley, Bill Evans, Ella Fitzgerald, The Four Tops, Judy Garland, Marvin Gaye, Jimi Hendrix, Billie Holiday, Buddy Holly, The Jackson Five, George Jones, Brenda Lee, Loretta Lynn, The Mamas & The Papas, Bob Marley, Bill Monroe, Van Morrison, Nirvana, The Police, Smokey Robinson, Lynyrd Skynyrd, Cat Stevens, The Supremes, The Temptations, Conway Twitty, Muddy Waters, Barry White, Hank Williams e The Who. Nella distribuzione la UGM raggiunge più persone e paesi di qualsiasi altro concorrente. La società possiede impianti di fabbricazione di cd di altissima qualità e centri di distribuzione logisticamente collocati in USA, UK, Germania e Francia. la Universal Music Group è di proprietà, al 92%, della Vivendi SA (precedentemente conosciuta con il nome di Vivendi Universal), una società francese attiva nel campo dei media e delle comunicazioni. www.romajazzfestival.it 36 55 18 NOVEMBRE 2009 AUDITORIUM PARCO DELLA MUSICA - TEATRO STUDIO ore 21,00 S'ARD MUSIC “ Un'isola felice” ANTONIO PLACER TRIO Antonio Placer: voce Jean-François Baez: fisarmonica Stracho Temelkovski: chitarra e basso POSTO UNICO 12,00 EURO Personalità ricca e singolare, cantante, chitarrista, autore e compositore, Antonio Placer dimostra la sua grande capacità di apprendere la musica rapportandosi direttamente al confronto con il mondo. Musicista autodidatta, proviene da un percorso artistico che attraversa la tradizione orale spagnola, nutrita del frutto degli antichi, nella quale, come egli stesso afferma - “L’Artista è un servitore della vita”. Nato in Galizia (Spagna) Antonio Placer vive da oltre vent’anni nei dintorni di Grenoble dove tuttora compone e crea una musica viva, poetica, né spagnola né francese, risultato delle differenti culture, atlantiche e mediterranee, che l’abitano. Dal 1994 compone e presenta le sue numerose canzoni in Francia e all’estero. Madre Latina (1993), La Danza de los Azares (1995), Un poco cielo, un poco tierra (1997), Almacordes (1998), Nomades d’ici (Commande d’Etat 2000), Pain de Guenille (2001) sono state composte a La Rampe d’Echirolles (in co-produzione con altre istituzioni come l’Espace Malraux à Chambéry, Le Cargo à Grenoble, Le Nouveau Théâtre d’Angers etc.). Nel suo carnet vanta prestigiose collaborazioni con Steve Swallow, Renaud Garcia Fons, Elena Ledda, Lucilla Galeazzi, Paulo Bellinati, Carlo Rizzo, Fernando Suarez Paz (il violinista di Astor Piazzolla), Toninho Ferragutti (accordeonista di Hermeto Pascoal e Maria Joao), Negrito Trasante, Riccardo Tesi, Norbert Pignol, Mauro Palmas, David Venitucci, Jean-François Baëz, Bruno Sansalone, Michel Mandel. Dal 2001 collabora con il grande poeta catalano Carles Duarte e compone per diversi artisti come Elena Ledda, Jean Luc Schwartz o Dédalo. Ha scritto musiche per spettacoli di danza contemporanea e teatro (François Veyrunes, Lotfi Achour e Natacha de Pontcharra) e prosegue costantemente la sua attività di compositore collaborando con festival, conservatori, università, e scuole di musica in Francia e all’estero. Canta in galiziano, castigliano, catalano, francese, provenzale, portoghese, italiano, sardo o usando linguaggi immaginari. Si dedica con passione al lavoro pedagogico, di sensibilizzazione alla musica e alla voce presso pubblici diversi, principalmente bambini, per i quali scrive canzoni, e studenti. Dopo il 1986 nel Centro di Formation des Musiciens diventa professore associato nelle Università di Tours, Rennes, Lyon, Toulouse, realizzando laboratori e masterclasses sulla produzione orale (Canti e Percussioni Corporali). Antonio Placer ha ricevuto un incarico triennale per motivi di studio à la Ville d’Echirolles (Isère) ed è musicista associato al Théâtre Le Rio a Grenoble. Ha lavorato per anni per Le Chant du Monde/Harmonia Mundi. www.antonioplacer.com www.romajazzfestival.it 37 55 S’ARDMUSIC “Un’isola felice” Il Festival Internazionale Jazz in Sardegna, tra i più importanti d’Europa, ponte d’incontro tra le musiche dei popoli e tra jazz e meticciato, ha lasciato in questi ventotto anni di vita delle tracce indelebili. Un patrimonio musicale di così straordinaria ricchezza che è confluito verso una proposta discografica, la S’Ard music, etichetta discografica diretta da Michele Palmas in collaborazione con il Festival Internazionale Jazz in Sardegna. Tante le proposte, diverse e di qualità, per un’etichetta discografica che ha scelto di essere una “open source in progress”, sempre vigile verso le sonorità interessanti del jazz mondiale e della Sardegna, e che oggi prosegue con grande convinzione sulla strada intrapresa: immettere con intelligenza e professionalità le idee originali e le culture diverse in un contenitore discografico creativo, attingendo alle diverse influenze tra jazz, live, sperimentazione, tradizione, contemporaneità, etnica, rap, blues e rock ‘n ‘roll. Dalla ultraventennale esperienza professionale trascorsa tra le prime fila di Jazz in Sardegna come direttore tecnico, Michele Palmas ha potuto raccogliere le infinite testimonianze sonore provenienti dal patrimonio afroamericano, sardo, mediterraneo e internazionale che negli anni ha calcato i palchi del Festival. Una esperienza importante che lo ha portato a maturare l’idea nel 2005 di creare, insieme ai promotori del Festival, una etichetta discografica che imprimesse quelle tracce sonore che hanno scritto la storia della musica in Sardegna, e che sviluppasse al contempo nuove idee e nuove collaborazioni. Un’ottima occasione dunque, per dar vita a un catalogo anche di nuove produzioni originali approfittando della presenza nell’isola di musicisti di fama internazionale, protagonisti di nuovi incontri e di nuovi impulsi artistici, tenendo sempre saldo il benefico legame che i rispettivi interpreti mantengono con radici e tradizione da tutto il mondo. Oggi l’etichetta cagliaritana vanta nel suo catalogo dieci preziosi album realizzati con alcuni dei migliori protagonisti della scena musicale internazionale, italiana, sarda e mediterranea: “Alberto Sanna”, “Cainà” di Mauro Palmas, “Cancionista” di Antonio Placet, “Rosa Resola” con Andrea Parodi e Elena Ledda, “Menhir”, l’ultimo, appena uscito “Frattale”dei cagliaritani Sunflower Quartet, “Elena” con Rita Marcotulli, nella nuova produzione “Atlantirreaneo”del franco-galiziano Placer che insieme al disco “Ferra vs Ferra” di Massimo e Bebo Ferra saranno in uscita nell’autunno 2009. In questi anni di straordinarie collaborazioni con alcuni dei più importanti musicisti di fama internazionale S’Ardmusic ha inaugurato anche la nuova collana EJELIVE, dedicata alla musica dal vivo di qualità che transita nei giorni dell’European Jazz Expo. Nel 2008, ha pubblicato i primi due album: “Elena Ledda – Live at Jazz in Sardegna”, una suite dal vivo di Elena Ledda, insieme al contributo degli stessi musicisti sardi che da sempre l’accompagnano in giro per il mondo, e “Isolanos – Live at Jazz in Sardegna”, il progetto che vede la cubanità di Omar Sosa confrontarsi con la Sardegna di Battista Giordano e il Coro a Tenore di Oniferi. Due dischi usciti nell’autunno 2008 in tutta Italia, i quali hanno inaugurato ufficialmente la collana dei live all’Expo. Le tre prossime pubblicazioni S’Ardmusic saranno : Elena Ledda - Cantendi a Deus” ispirata alla musica sacra dell'isola; il nuovo album di Alberto Sanna, e un nuovo concerto dal vivo per la collana EJELIVE tratto dalla scorsa edizione dell'European Jazz Expo (2008). Tutte le produzioni originali di S’Ardmusic sono state realizzate da Michele Palmas e Jazz in Sardegna, presso lo studio di registrazione “La Lavanderia” di Cagliari. http://www.sardmusic.com www.romajazzfestival.it 38 55 19 NOVEMBRE 2009 AUDITORIUM PARCO DELLA MUSICA - SALA SINOPOLI ore 21,00 SCHEMA RECORDS “ I nuovi suoni italiani” PRIMA PARTE LUCIANO CANTONE Turntables ANTONIO FIGURA Pianoforte SECONDA PARTE NICOLA CONTE COMBO NICOLA CONTE, CHITARRA FLAVIO BOLTRO, TROMBA PIETRO LUSSU, PIANOFORTE PIETRO CIANCAGLINI, CONTRABBASSO LORENZO TUCCI, BATTERIA ALICE RICCIARDI, VOCE PLATEA 25,00 GALLERIA 20,00 Per comprendere fino in fondo l’originalità e la sensibilità musicale di Nicola Conte si deve far riferimento, insieme ad i suoi dischi, alla imprescindibile attività del Fez, movimento culturale da lui fondato a Bari all’inizio dei '90. Un vera fucina di artisti creativi di ogni tipo, amici prima di tutto e cresciuti insieme con le stesse affinità intellettuali, musicali e politiche. Agitatori culturali, sentimentali sognatori amanti del jazz dei '50 e '60, profondi conoscitori della nouvelle vague e spasmodici collezionisti di vinili, esperti di design e grafica, appassionati di poetiche beat e dei libri di rivoluzionari "gentili" come Jean Paul Sartre e Boris Vian. Dopo aver dato credibilità al Fez come movimento culturale, Nicola decide di trasferire sulle produzioni musicali le sue idee: grazie al sostegno della label Schema inizia un'attività di remixer e crea band come il Paolo Achenza Trio, Quintetto X, Fez Combo, Intensive Jazz Sextet e Balanço. I dischi di queste band focalizzano l'amore di Nicola per il jazz modale e ci fanno scoprire le sue altre grandi passioni, seppur accennate appena, come le colonne sonore, con la riscoperta di autori italiani come Piero Piccioni ed Ennio Morricone, e la musica brasiliana, la bossa nova. Nicola decide quindi di produrre il suo disco di debutto, “Jet Sounds”, realizzato nel 1999 e dato alle stampe nel 2000. “Jet Sounds” è un’elegante fusione di sonorità tipicamente italiane, legate al mondo del cinema e influenzate dal jazz, bossa nova e psichedelia. Con questo lavoro Nicola prosegue parallelamente l’attività di produttore a quella di dj, che gli permette di suonare in diversi club sparsi in tutto il mondo. Nello stesso momento cresce anche la sua credibilità come compositore e musicista. La svolta è caratterizzata dal singolo “New Standards”, pubblicato nel 2001 e scritto con il trombonista Gianluca Petrella. Questo singolo rappresenta un vero e proprio spartiacque tra il passato ed il futuro del produttore barese. Nel 2002, Nicola è il produttore e compositore del disco di Rosalia De Souza, cantante del Quintetto X, uno dei primi gruppi a cui aveva dato la sua impronta. Nasce “Garota Moderna”, un lavoro che riflette in pieno l’anima da purista dell’artista pugliese, che ha creato le melodie sulle quali la voce di Rosalia De Souza si esprime con grande classe e leggerezza. Questo disco rappresenta un’ulteriore svolta di Nicola Conte produttore, che perfeziona a livelli notevoli quel gioco di specchi tipico tra tradizione brasiliana e modernità, tra semplice omaggio e rilettura modernista, catturandone l’essenza tipica degli umori altalenanti sudamericani, così come per i grandi Vinicius De Moraes e Caetano Veloso. www.romajazzfestival.it 39 55 Nello stesso anno arriva “Jet Sounds Revisited”, una selezione dei remix dell’album omonimo, rivitalizzati dai più importanti producer della scena elettronica, tra cui spiccano Koop, Thievery Corporation, Micatone, Nu Spirit Helsinki e l’italiano Gerardo Frisina. Nel 2004 è la volta di “Other Directions”, licenziato dalla Schema alla Blue Note. Questo disco rappresenta la sintesi dell’estetica musicale di Nicola Conte, sotto tanti aspetti. Sempre in equilibrio tra jazz e bossanova, viene svelata però per la prima volta un’anima compositiva legata ad atmosfere acustiche, raffinate, altre. Inoltre è palese per la prima volta la necessità dell’artista di comunicare non solo con la musica ma anche con i testi, svelando un talento autorale. Dal Jazz Cafè di Londra al Blue Note di Milano al Billboard Tokyo, dallo svizzero Montreux Jazz Festival al tedesco Jazz Open Stuttgart, il sound di “Other Directions” ha ampi riconoscimenti di successo ed un grande riscontro di pubblico, dimostrando il feeling unico della sua musica e del Jazz Combo, e soprattutto riproducendo dal vivo la freschezza del sound creato durante le fasi di registrazione del disco in studio. Il 2008 è l’anno di “Rituals”, che conferma il talento poliedrico e la maturità dell’artista e strumentista barese. Registrato tra la fine del 2005 e l’ottobre del 2007, anche questo lavoro si sviluppa innanzitutto attorno al nucleo ormai storico che segue l’artista dal vivo. Ritroviamo quindi Pietro Lussu, Pietro Ciancaglini, Fabrizio Bosso, Lorenzo Tucci e Daniele Scannapieco, con cui Nicola Conte ha elaborato molte delle tracce presenti nell’ album, per poi affiancare a loro gli altri amici Gianluca Petrella, Gaetano Partipilo e Till Bronner, presenti anche nel precedente “Other Directions”. Grande rilievo e spessore artistico ci è regalato dall’utilizzo delle voci, che rappresentano con Chiara Civello ed Alice Ricciardi il calore e un’intensità tutta italiana. “Rituals”segna anche un passo fondamentale nella crescita artistica di Nicola Conte, sviluppata ulteriormente grazie al suo impegno nella composizione delle musiche del disco, ma anche sui testi. Come nel precedente album, non mancano i riferimenti culturali letterari a lui cari e grazie ai quali ha trovato ispirazione per la scrittura dei brani. Reduce dal successo nazionale ed internazionale del disco “Rituals”, pubblicato da Schema Records in Italia e licenziato alla Emarcy/Universal in tutto il mondo, il produttore, musicista e dj Nicola Conte presenterà per la prima volta alcuni brani tratti da “The Modern Sound of Nicola Conte – Versions In Jazz Dub”. Questo nuovo album del jazzista italiano contiene anche i migliori remix degli ultimi anni, prodotti per artisti provenienti da ambiti musicali diversi. Un disco, quindi, che rappresenta in pieno il sound “universale” di Nicola Conte, e che documenta la stima di artisti internazionali sul suo percorso artistico sviluppata nel corso degli anni. http://www.nicolaconte.it LUCIANO CANTONE Arrivato a Milano negli anni ’80 dalla sua Catania, Luciano Cantone oggi è l’esempio calzante di self made man dell’industria discografica. Fondatore della Family Affair, distributore indipendente leader in Italia nel mercato alternative dance, e della Schema Records, label chiave nello sviluppo della musica elettronica contaminata da sonorità jazz, latin e brasiliane, stimata da tutti i jazz clubbers del mondo, dj’s e giornalisti della carta stampata o delle radio. Dalla Family Affair arrivano sul mercato italiano artisti e successi importanti, seppur di nicchia, come Kruder & Dorfmeister, il disco dei Koop, il primo Saint Germain, Llorca, Laurent Garnier, Cinematic Orchestra, ma anche produzioni apparentemente lontane dal mondo dei club, come quelle di Marcos Valle, Josè Gonzalez, Maceo Parker, Terry Callier, Joe Zawinul, Les McCann, Miriam Makeba, Joyce e Trilok Gurtu, solo per citarne alcuni. Processo inverso per la Schema, con la quale ha esportato al di fuori dei confini nazionali le più interessanti produzioni jazz dance italiane, nate in piena fase acid jazz nei primi anni ’90. Gerardo Frisina, The Dining Rooms, Rosalia De Souza, Toco, S-Tone Inc, le Break’n’Bossa, Mario Biondi e Nicola Conte sono solo alcuni dei nomi che hanno caratterizzato il trademark di un tipico sound italiano, jazz oriented e mai banale. Nel 2005 insieme a Paolo Fedreghini e Marco Bianchi dà vita al progetto The Invisible Session, un act che esprimeva al meglio la grande passione di Luciano per il “gospel” ed il blues, contaminati con le sonorità più recenti, sfociando in una dimensione club. Luciano Cantone si è già esibito al Blue Note di Milano, ai Mercati Generali di Catania, al Midem di Cannes, alla Mostra del Cinema di Venezia, alla Marquise di Lione, all’Organ B di Tokyo ed in tante altre venues dentro e fuori i confini nazionali. ANTONIO FIGURA Anto ni o Fig ura,pianista e compositore,nasce nel 1972 a Siracusa, da padre e madre siciliani. I nonni emigranti in Argentina nel periodo della Grande Guerra rientrono con I figli in Sicilia alla fine degli anni '50 , tra cui la madre www.romajazzfestival.it 40 55 di Antonio, nata a Buones Aires. Ha studiato pianoforte e armonia jazz con il M° Stefano Battaglia , dopo lunghi studi classici tutto il suo percorso è consacrato al jazz e alla musica contemporanea. Ha collaborato con il percussionista parigino Pierre Moulias esibendosi a Parigi, Dublino e Londra. Negli utimi anni ha tenuto concerti e workshops negli USA tra New York, San Diego, St. Louis con il bassista Tom Kennedy e il chitarrista William Lenihan ,pupillo di Ralph Towner con cui ha inciso due album. Compositore e musicista a 360 °, ha suonato con Evan Parker, Soweto Kinch, Cleveland Watkiss e aperto concerti di Roy Ayers e Ahmad Jamal. Lirismo, virtuosismo e freschezza lo contradistinguono come uno dei migliori talenti della nuova scena jazz contemporanea europea . Ha terminato nel luglio 2009 una registrazione in Trio al Two System Studio di Brooklyn, New York. Storico Studio di registrazione dove hanno inciso tra i tanti Ahmad Jamal, Lee Konitz, Chick Corea, Robert Glasper, Hanck Jones,Terence Blanchard,Herbie Hancock etc. L'album (ST RONG PLACE) uscira' in dicembre per la SCHEMA REARWARD, label jazz della Schema Records dove sono stati ristampati grandi classici di KENNY CLARKE, FRANCY BOLAND,JOHNNY GRIFFIN, SAHIB SHIHAB e molti altri. Il disco si avvale di una sezione ritmica afro/americana formata da K E ND RI C K S C OTT alla batteria e V I CE NT ARC HE R al c.basso, é tra le piu' in voga nell'area jazz neworkese. Il titolo dell'album rende omaggio ad un quartiere di Brooklyn, Strong Place di Cobble Hill,dove ha soggiornato il pianista durante la registrazione dell'album. Tutte le composizione sono state scritte e arrangiate da Antonio Figura, il disco e' prodotto da FreeformJazzProduction. KE ND RI CK S C OTT Nato e cresciuto ad Harlem, New York, pluripremiato e' tra i batteristi piu' famosi sulla scena jazz mondiale, numerosi dischi all'attivo ,immense le sue collaborazioni come sideman ha suonato con I piu' grandi artisti del jazz da Chick Corea, a Wayne Shorter ad Herbie Hancock. VIC E NT ARC HE R Nativo di Brooklyn, e' un bassista di fama internazionale, ha suonato in studio e in tour con artisti quali Kenny Garrett, Terence Blanchard, Tom Harrell, Freddie Hubbard, Marlena Shaw, Deborah Cox, Louis Hayes, Curtis Fuller, Mark Whitfield, Roy Haynes, Geri Allen, Stanley Jordan, Karrin Allyson, Wycliffe Gordon, Stefon Harris, Janis Siegel, Lewis Nash, Carl Allen, and The Lincoln Center Jazz Orchestra w/ Wynton Marsalis ,Robert Glasper Nicholas Payton e altri., www.romajazzfestival.it 41 55 SCHEMA RECORDS “ I nuovi suoni italiani” La Schema Records ha proseguito una tradizione culturale emersa negli anni ’60. In particolare, alcuni artisti dell’etichetta hanno trovato ispirazione in autori e compositori come Piero Umiliani, Armando Trovajoli, Ennio Morricone, che divennero simboli di un sound italiano, che trovò pieno compimento nella creazione di celebri colonne sonore cinematografiche, tanto da diventare un marchio d’esportazione che identificava lo stesso stile italiano. La sua produzione musicale rispecchia l’inclinazione verso quel tipo di jazz dalla forte componente ritmica. Un sound improntato al “groove” e di conseguenza naturalmente rivolto a chi ascolta una musica immediata. Perciò, le scelte sono state sempre orientate verso un jazz di matrice afro-americana, dove l’aspetto ritmico è spiccatamente presente. Di pari passo, si è esplorata la tradizione ritmica brasiliana, i cui elementi africani sono sostanziali e derivano direttamente da luoghi come Angola e Mozambico. Queste scelte si sono riflesse nelle produzione di Bossa e Samba, continuando a dare spazio al jazz modale e al Latin jazz. Tre esempi significativi sono le produzioni di “The Invisibile Session”, una fusione di generi musicali basata sul “groove” e sul jazz contaminato, dove ai fiati troviamo tre capisaldi del jazz italiano: Gianluca Petrella, Fabrizio Bosso e Renato D’Aiello; “Snap Count” del Quintetto Lo Greco, che si colloca a metà strada fra hard bop e soul jazz fra Horace Silver e Herbie Hancock; “The Latin Kick” di Gerardo Frisina, un album in cui convivono bossa, claves e ritmo, in una piacevole atmosfera house. Nicola Conte, Gerardo Frisina, Mario Biondi And The High Five Quintet, Rosalia De Souza, Toco, The Invisible Session, S-Tone Inc., Alessandro Magnanini, Lorenzo Tucci, Pietro Ciancaglini e The Dining Rooms sono solo alcuni degli artisti nati all’interno di questo vero e proprio “atelier” musicale, fondato da Luciano Cantone e Davide Rosa. Artisti da una parte ed idee dall’altra, capaci di reinventare il passato con forte personalità, alla ricerca di nuove direzioni musicali da esplorare. L’etichetta milanese, in questi primi 15 anni di attività, ha saputo coniugare con grande classe la musica jazz con le nuove tendenze musicali europee, diventando capofila di una scena musicale alternativa, molto florida anche in Giappone, Europa e Stati Uniti. http://www.ishtar.it www.romajazzfestival.it 42 55 20 NOVEMBRE 2009 AUDITORIUM PARCO DELLA MUSICA - TEATRO STUDIO ore 21,00 ACT RECORDS “ Il gusto della sperimentazione” ALBORAN TRIO PAOLO PALIAGA - PIANOFORTE GIGI BIOLCATI - BATTERIA E PERCUSSIONI DINO CONTENTI - CONTRABBASSO POSTO UNICO 12,00 Alboran è l’ingresso nel mediterraneo, è il mare che congiunge il continente africano e quello europeo. In quel mare Africa e Spagna si affacciano, diffondendo le proprie essenze, la propria cultura, i suoni, le religioni, dando vita a qualcosa di nuovo. Questa è la musica di Alboran trio, un incontro tra artisti che vivono la musica d’improvvisazione in modo diverso, che sono alla ricerca di un nuovo suono e di uno stile contemporaneo di proporre la più tradizionale delle formazioni. Alboran trio si caratterizza per essere una giusta combinazione di tre personalità che collaborano ad un’unica visione della musica. Rigorosamente acustico nella formazione, il lavoro dei musicisti ha approfondito la ricerca sonora sulla vibrazione delle pelli, corde e legni, concentrandosi sullo sviluppo dell’arte della melodia, sull’interazione e la creazione spontanea, fuori dalle etichette tradizionali e dalla strada principale dello swing. Il risultato è una musica fresca, piena di sfumature, articolata, che spazia dalla musica europea alla pulsazione africana, sullo sfondo della tradizione jazz nord-americana. Il trio nasce nel 2004 dall'incontro tra il pianista Paolo Paliaga e il contrabbassista Dino Contenti. L'affinità musicale e la coincidenza di vedute artistiche li spinge a coinvolgere anche il batterista e percussionista Gigi Biolcati. Dopo un periodo intenso di prove meticolose e serrate il trio lavora al suo primo CD che viene calorosamente accolto dal produttore dell'etichetta Act di Monaco, Siggie Loch. Nel 2006, esce “Meltemi” che viene apprezzato dalla critica in tutto il mondo. Da questo momento in poi si succedono concerti in molti paesi europei che vedono nel London Jazz Festival, nel Festival di San Javier in Spagna e nel Brecon Jazz Festival il compimento di un percorso di diffusione della loro musica. Si alternano poi festival dalla Norvegia alla Turchia, dalla Bulgaria alla Germania, passando dall'Austria, Italia e Spagna, raccogliendo ovunque un forte apprezzamento di pubblico e di critica. Nel 2008, esce il secondo CD sempre per l'etichetta Act dal titolo “Near Gale” con le composizioni del pianista Paolo Paliaga. Quest'ultimo lavoro, ben accolto dalla critica, ha permesso al trio di approfondire il prorio percorso e di rinsaldare il rapporto con il pubblico. www.alborantrio.com www.romajazzfestival.it 43 55 ACT RECORDS “ Il gusto della sperimentazione” Diciassette anni dopo la creazione da parte dell'editore Siegfried “Siggi" Loch, la Act è diventata una delle più importanti etichette discografiche indipendenti. La sua prima uscita risale all'ottobre del 1992 con la pubblicazione di “Jazzpaña”, un disco acclamato dalla critica che ricevette due candidature, il Grammy e il Jazz Award. Questo successo diede un rapido slancio alla produzione della Act. Siegfried Loch, veterano del settore, ha lavorato per le major dalla fine degli anni ottanta e durante questo periodo, ha scoperto e prodotto grandi artisti come Klaus Doldinger, The Rattles, Katja Ebstein, Amon Düül, Can, Heinz Rudolf Kunze, Marius Müller-Westernhagen e Al Jarreau. Nel 1998 gli è stato assegnato un Lifetime Achievement Award da parte della German Association of Record Reviewers. Siegfried Loch è entrato nel settore discografico quando aveva diciannove anni e rapidamente si è distinto, divenendo il direttore della Liberty/United Artists in Germania a soli venticinque anni. Nel 1971 fu chiamato a coprire la carica di presidente della WEA-Germania e successivamente la presidenza della WEA-Europa, nel 1982. Nel corso di questi anni, Loch aveva sempre coltivato l'ambizione di avere una propria etichetta discografica e, infine, nel 1992 nacque la Act. Base per alcuni dei più interessanti, stimolanti e popolari artisti jazz contemporanei, l'etichetta ha in catalogo oltre 200 dischi che abbracciano una vasta gamma di stili jazz . Attualmente, la Act gode di fama internazionale per le sue scelte innovative e per l'alta qualità dei suoi dischi jazz e world music. La registrazione di “Jazzpaña” con Arif Mardin, Vince Mendoza, Michael Brecker, Carles Benavent e Perico Sambeat, fu seguita da progetti come “Blue Corner” con Jasper van't Hof (omaggi musicali ad undici pittori contemporanei); “Round About Bartók” con Richie Beirach, “Europeana” con Michael Gibbs e Joachim Kühn e “Folk Moderno” con gli svedesi Nils Landgren e Esbjörn Svensson. Infatti, l'etichetta pone particolare attenzione sugli artisti della Scandinavia, oltre a Landgren e Svensson hanno inciso per la Act, Ulf Wakenius, Lars Danielsson, Viktoria Tolstoj e Rigmor Gustafsson. Un altro significativo punto di riferimento per l'etichetta è il jazz tedesco e i giovani promettenti musicisti con l'intento di scoprire e sostenere i nuovi talenti. http://www.actmusic.com www.romajazzfestival.it 44 55 24 NOVEMBRE 2009 AUDITORIUM PARCO DELLA MUSICA - SALA SINOPOLI ore 21,00 EMI/BLUE NOTE RECORDS “ 40 anni di musica italiana” PAOLO FRESU/URI CAINE & ALBORADA QUARTET PAOLO FRESU - TROMBA, FLICORNO ED EFFETTI URI CAINE - PIANOFORTE E PIANO ELETTRICO ANTON BEROVSKI - VIOLINO SONIA PEANA - VIOLINO NINO CIRICUGNO - VIOLA PIERO SALVATORI - VIOLONCELLO PLATEA 25,00 GALLERIA 20,00 PAOLO FRESU Inizia lo studio dello strumento all'età di undici anni nella Banda Musicale del proprio paese natale e dopo varie esperienze di musica leggera scopre il jazz nel 1980 ed inizia l'attività professionale nel 1982 registrando per la RAI sotto la guida del M° Bruno Tommaso e frequentando i Seminari di Siena jazz. Nel 1984 si diploma in tromba presso il Conservatorio di Cagliari e nello stesso anno vince i premi RadioUno jazz, Musica jazz e RadioCorriere TV, come miglior talento del jazz italiano. Nel 1990 vince il premio Top jazz indetto dalla rivista Musica jazz come miglior musicista italiano, miglior gruppo (Paolo Fresu Quintet) e miglior disco con “Live in Montpellier”, nel 1996 il premio come miglior musicista europeo attraverso una sua opera della “Académie du jazz” di Parigi ed il prestigioso “Django d’Or” come miglior musicista di jazz europeo e nell’anno 2000 la nomination come miglior musicista internazionale. Solo i primi, in una lunga serie di riconoscimenti che proseguono nel presente musicale. Paolo Fresu ha suonato in ogni continente e con i nomi più importanti della musica afroamericana degli ultimi trent’anni anni: D'Andrea, Tommaso, Ghiglioni, Rava, Salis, Pieranunzi, Gaslini, Trovesi, Wheeler, Danielsson, Mulligan, Brookmayer, Liebman, Berger, Holland,. Zorn, Abercrombie, Towner, Galliano, Portal, Gurtu, Gunther Schüller, Hall, Soloff, Uri Caine, Gil Evans Orchestra, Toots Thielemans ecc. . Ha registrato oltre duecentosettanta dischi di cui almeno trenta a proprio nome ed altri con collaborazioni internazionali, spesso lavorando in progetti come Jazz-musica etnica, World music, Musica contemporanea, Musica leggera, Musica antica, ecc.. csuonando tra gli altri con Nyman, Parker, Farafina, Vanoni, Negramaro, Stadio, ecc. E' stato più volte ospite in grandi organici quali la G.O.N. - Grande Orchestra Italiana, l'ONJ - Orchestra nazionale di jazz francese, la NDR - orchestra della Radio tedesca di Amburgo e l’italiana Instabile Orchestra. Ha coordinato, inoltre, numerosi progetti multimediali collaborando con attori, danzatori, pittori, scultori, poeti, scrivendo musiche per film, documentari, video o per il balletto o il teatro. Oggi è attivo con diversi progetti che lo vedono impegnato per oltre duecento concerti all’anno, pressoché in ogni parte del globo. www.paolofresu.it www.romajazzfestival.it 45 55 URI CAINE Uri Caine è nato a Philadelphia ( 8 giugno 1956 ), dove ha cominciato a studiare piano con Bernard Peiffer all'età di dodici anni incoraggiato dai genitori. Peiffer, un brillante e sottovalutato pianista francese, richiedeva al giovane allievo una nuova composizione ogni settimana che veniva poi rielaborata, estesa, deformata e arricchita. Tale approccio si rivelò basilare nello sviluppo non solo della tecnica sulla tastiera ma anche della teoria jazzistica. Da quel momento i suoi ascolti cominciano a spaziare da Glenn Gould fino a Oscar Peterson, Herbie Hancock e Cecil Taylor. Le lezioni di Peiffer, durate quattro anni, aiutano Uri a trovare la propria sonorità sullo strumento. Quando si iscrive all'università, Caine è già coinvolto nella scena jazzistica della sua città e incomincia a suonare con i grandi maestri che visitano Philadelphia, da Freddie Hubbard a Joe Henderson, Phil Woods e Lester Bowie. Trasferitosi a New York Caine registra i primi due dischi come solista, “Sphere Music” nel 1993 e “Toys” nel 1995 per la JMT, la prima etichetta di Stefan Winter. Il secondo contiene una citazione dalla Prima Sinfonia di Mahler che,su insistenza dello stesso Winter, porta Caine ad immergersi profondamente nella musica del grande compositore. Il risultato sarà pubblicato nel 1996 per la nuova etichetta Winter & Winter. Nato come colonna sonora di un film documentario per la regia di Franz Winter, "Urlicht/Primal Light" diventa un punto di riferimento per la rilettura di un repertorio classico, ricca di intelligenza, cultura, humour e soprattutto di grande rispetto e vero e proprio amore per le partiture originali, senza però che questo impedisca una forte personalizzazione. Caratteristiche che gli fanno meritare il primo premio della Toblacher Kompanierhaus che normalmente premia la migliore esecuzione "ortodossa" dell'anno. Nel 1997 è la volta di "Wagner e Venezia" dove l'autore del "Tristano" viene riarrangiato per una piccola formazione di archi, fisarmonica e pianoforte, il tutto registrato nel famoso Caffè Quadri in Piazza San Marco. Un nuovo cambio di fronte è pronto per l'opera successiva "Blue Wail", un disco in trio con James Genus e Ralph Peterson jr. costruito su materiale originale. Nel 1999 ritorna al repertorio mahleriano con il doppio "Live in Toblach" registrato a Dobbiaco, la cittadina che vide la nascita di molti capolavori del compositore boemo-austriaco. Nello stesso periodo, l'eclettico Caine dirige la registrazione di "Sidewalks of New York" un audiofilm dedicato a Tin Pan Alley e agli albori della grande canzone americana. Caine inoltre non dimentica il proprio ruolo di sideman nei contesti più diversi fra i quali citiamo le formazioni di Dave Douglas, Arto Lindsay, Sam Rivers, Rashied Alì, Bobby Watson, The Master Musicians of Jajouka e soprattutto Don Byron con il quale condivide l'approfondito studio per i repertori classici della musica ebraica. Recentemente Uri ha diretto con incredibile successo di pubblico e critica la Biennale Musica di Venezia, e per tre anni consecutivi il festival jazz di Bergamo. www.uricaine.com www.romajazzfestival.it 46 55 EMI / BLUE NOTE RECORDS “40 anni di musica italiana” EMI, acronimo di Electric and Musical Industries, inizia la propria avventura nel 1887, con l'apertura della Gramophone Company a Londra; già un anno dopo vengono aperte sedi in Francia, Germania ed Italia. Nel 1889, l’etichetta acquista il dipinto "La voce del padrone" di Francis Barraud, che ritrae il cagnolino Nipper intento ad ascoltare il grammofono. Proprio per l'utilizzo del dipinto di Barraud come marchio, la Gramophone Company incomincia ad essere conosciuta come His Master's Voice, La Voce del Padrone. Tra il 1900 e il 1906 vengono aperte sedi in Russia, Australia, Giappone, India e Cina. L’esperienza del tenore Enrico Caruso, che incise per la Gramophone Company dieci arie d'opera in una stanza d’albergo di Milano, conferì al grammofono dignità come mezzo per l'ascolto della musica classica. Nel 1914 le vendite di dischi si attestano sui 4 milioni di copie all’anno. Nel 1925, la Gramophone Company inizia ad utilizzare un sistema di registrazione del suono non più meccanico ma elettrico. Nel 1926 “O for the wings of a dove” di Ernest Lough, è il primo disco a vendere più di 1.000.000 di copie. Nel 1931, si fondono la Gramophone Company e la Columbia dando vita alla EMI. Nello stesso anno, un ingegnere dei laboratori di ricerca, Alan Blumlein, crea la tecnologia della registrazione stereo e successivamente si aprono i mitici studi di registrazione di Abbey Road. Da questo momento in poi si susseguono una serie di significativi avvenimenti come l’introduzione dei primi 33 giri e delle musicasette, l’ingaggio di artisti quali Frank Sinatra, Nat 'King' Cole, Cliff Richard, Beatles, Pink Floyd, Queen e Sex Pistols; l’acquisto della Liberty/United Artists con l'etichetta Blue Note, ed infine, l’introduzione del Compact Disc. Le origini di EMI in Italia, invece, risalgono alla fondazione nel 1904 della "Società Anonima Italiana di Fonotopia", che fabbricava i dischi sia per la Columbia che per La Voce del Padrone. Una volta fuse le due case madri, anche in Italia si preferì riunire tutto sotto l'unica denominazione di "La Voce del Padrone - Columbia - Marconiphone". La nuova società avrebbe dovuto occuparsi non solo di fabbricazione e vendita di dischi, ma anche di apparecchi radio. Quando l'Italia entra in guerra, la società di proprietà di azionisti inglesi viene messa sotto sequestro, rischiando la chiusura. Nel 1945, terminato il confitto, il Ministero dell'Industria dissequestrò l'azienda riconsegnandola nelle mani degli azionisti inglesi. L'azienda contava, tra l'altro, filiali a Roma, Napoli e Torino. Con la comparsa della televisione in Italia vennero fabbricati anche apparecchi televisivi, ma, con il passare degli anni, le linee di produzione radio e Tv risultarono antieconomiche, determinando così la cessazione della loro fabbricazione. Il ridimensionamento portò anche alla chiusura delle varie filiali italiane. Nel 1966 venne costituita la EMI italiana, che traghettò l'attività nel nuovo stabilimento di Caronno Petrusella, a pochi chilometri da Milano, cui venne aggiunto nel 1976, il magazzino di distribuzione. Dal gennaio '97 in occasione della scissione dal gruppo Thorn, EMI trasferì la propria sede nel cuore di Milano, acquisendo la denominazione di Emi Music Italy S.p.A. http://www.emimusic.it www.romajazzfestival.it 47 55 26 NOVEMBRE 2009 CIRCOLO DEGLI ARTISTI - Via Casilina Vecchia, 42 ore 22,30 BLUE NOTE RECORDS “ Un omaggio a 70 anni di storia d el jazz” J ROCC J ROCC - TURNTABLES POSTO UNICO 15,00 Nel 1992 Jason Jackson, conosciuto internazionalmente con il nome di J Rocc, lanciò l’idea di formare un gruppo che comprendeva DJ e musicisti di talento, dando vita così ad una band, la Beat Junkies. L’iniziativa venne accolta con grande entusiasmo da critica e pubblico, incoraggiando J Rocc a continuare la sua ricerca musicale nella creazione di nuovi stili. Nel 1985, J Rocc comincia la sua carriera con il gruppo PSK, nel quale riuscì ad esprimere la sua creatività usando i giradischi come se fossero dei veri e propri strumenti musicali. Il suo personale approccio e la sua collezione di dischi, lo hanno portato verso un sound energico nato dall’unione di una musica “smooth” con un ritmo intenso. Particolarmente influenzato dal jazz di John Coltrane e dal nuovo hip-hop prodotto da Dr. Dre e DJ Aladdin, J Rocc ha contribuito significativamente allo sviluppo di un nuovo genere musicale. Nel corso di questi anni, l’artista ha ricevuto importanti riconoscimenti tra i quali ricordiamo quello con la formazione Beat Junkie band, comprendente Babu, MeloD e Rhettmatic eletta dalla International Turntablist Federation (ITF), campione del mondo nel 1997 e nel 1998. Nel 1999, la Rawkus Records indusse J Rocc e Babu ad unirsi al cast di noti musicisti internazionali per produrre una compilation hip-hop “Sound Bombing 2”, alla quale hanno partecipato artisti quali Pharaoh Monche, Mos Def e Common. Nel 1998, l’artista si è unito ai due fenomeni del hip-hop Talib Kwali e Mos Def, nel tour di U.S. Coca Cola, facendo il tutto esaurito in ogni concerto. Successivamente, J Rocc ha collaborato con i gruppi Jurassic 5, Dilated Peoples, MC Supernatural e The Beat Junkie. Nel 1999, l’artista ha realizzato “Live at the Sex Machine”, e nel 2000, ha pubblicato un secondo volume dei suoi progetti di successo intitolato “Sex Machine Today”, continuando così a dimostrare il suo stile originale e la qualità dei suoi arrangiamenti. Nel 2001, J Rocc ha realizzato diversi progetti sia in solo che in gruppo, come: “Classic Material”, con i Beat Junkie, che raccoglie le tracce dei migliori concerti tenuti tra il 1995 e il 2000; “Gold Chain Music”, ospiti Planet Asia e Evidence; “X-ecution of a Bumrush”, eseguiti insieme la DJ Babu nel gruppo Bumrush Brothers. Negli anni successivi, l’artista ha realizzato “Syndromes Remix” nella quale ha ripreso brani creati nel 1995, rielaborati con la partecipazione di leggendari musicisti quali Roy Ayers, Instant Funk, Minnie Riperton e Grover Washington. Nel 2003, J Rocc, per conto dell’etichetta Stones Throw Records, ha prodotto “Play This (One)” e “Junkies Pick” in cui sono riportate le composizione classiche scritte e prodotte da lui stesso. L’artista da alcuni anni fa parte insieme a J. Dilla del gruppo di Madlib partecipando a numerosi eventi e alla produzione degli album “Beat Konducta” volume 5 e 6 e al disco “Droppin science” per la Blue Note, remixato nel 2008 per l’etichetta Stones Throw. Vedere J Rocc suonare “i dischi” dal vivo è un’esperienza entusiasmante, il suo incontestabile virtuosismo non è mai sterile esibizione ma perizia tecnica al servizio della musica. Jazz, soul, hip-hop, reggae, fucky-carioca non fanno differenza, tra le sue mani le tracce prendono sempre forma e vita propria, ricche di citazioni e con uno spiccato gusto per l’intrattenimento. http://www.myspace.com/funkypresident www.romajazzfestival.it 48 55 BLUE NOTE RECORDS “ Un omaggio a 70 anni di storia del jazz” Nel 1939 è stata pubblicata la prima brochure della Blue Note che conteneva una dichiarazione d’intenti, a cui Alfred Lion è rimasto fedele nella costruzione di una delle più grandi case discografiche jazz del mondo. In questo opuscolo si leggeva chiaramente: i dischi della Blue Note sono realizzati, in generale, per favorire la diffusione senza compromessi del hot jazz o dello swing. Ogni singolo stile è un’espressione genuina che rappresenta un’autentica via al sentimento musicale. Nel 1939, Francis Wolf, fotografo di professione, riuscì a prendere l’ultimo battello per l’America prima dell’avvento del nazismo, giunto a New York si unì all’amico Lion nell’avventura Blue Note. Durante gli anni ’40 Lion e Wolf furono catturati dal rivoluzionario movimento Bebop, registrando artisti quali Fats Navarro, Bud Powell, Tadd Dameron, Thelonious Monk, Art Blakey ed altri. Fra il 1945 ed il 1954, Lion e Wolf furono affascinati, in particolar modo dal pianista e compositore Monk, che sostennero all’inizio e nel corso della sua carriera. Le copertine degli album Blue Note diventarono una componente distintiva grazie alla sensibilità di Wolf, attento alle foto d’atmosfera e al design d’avanguardia di Paul Bacon, Gil Melle e John Hermansader. Contemporaneamente, Lion si occupava della produzione dei primi album con Horace Silver, Lou Donaldson, Clifford Brown, Wynton Kelly, Elmo Hope, Kenny Drew, Tal Farlow e Kenny Burrell, registrando significative sedute con affermati talenti moderni tra i quali ricordiamo: Kenny Dorham, George Wallington, Milt Jackson, Miles Davis, Thad Jones, Sonny Rollins e Herbie Nichols. Nel 1952, Alfred conobbe l’ingegnere del suono Rudy Van Gelder, trovando così, un’intelligente intesa dalla quale scaturì un suono ideale. Dal 1954, la Blue Note assunse un sistema simile a quello di una compagnia teatrale, cambiando ogni volta il cast dei leaders e dei sidemen durante le diverse registrazioni. I leaders potevano essere presenti l’uno nel progetto dell’altro e, a volte, i sidemen potevano anche assumere il ruolo di leaders. Infatti, alla fine del 1954, Horace registrò un disco con un gruppo ideale che comprendeva: Kenny Dorham, Hank Mobley, Doug Watkins e Art Blakey. Questo incontro andò così bene che i cinque musicisti decisero di formare un gruppo chiamato “The Jazz Messengers”. Nel 1956, Lion, Wolff, Van Gelder, Miles, Blakey, Silver, e Jimmy Smith riuscirono a conferire all’etichetta un’identità ben precisa facendo si che nei successivi dieci anni, la Blue Note dominasse il corso artistico e commerciale del settore musicale. All’inizio degli anni ’60 l’etichetta entrò a pieno titolo negli alti livelli dell’industria discografica, registrando dei buoni risultati di vendita con gli album di Jimmy Smith, Horace Silver, Donald Byrd e di altri e, raggiungendo un successo inaspettato nelle classifiche pop americane con i dischi “The Sidewinder” di Lee Morgan e “Song For My Father”di Horace Silver. Negli stessi anni, la Blue Note continuò a registrare brani tradizionali di hard bop con gli artisti Morgan, Mobley, Silver, Blakey e i giovani musicisti quali Hancock, Green, Wayne Shorter, Bobby Hutcherson, Freddie Hubbard e Joe Henderson, muovendosi con cautela anche nel jazz d’avanguardia. Nel 1965, la Liberty Record acquisì la Blue Note. Lion rimase fino alle metà del 1977, quando alcuni problemi di salute lo costrinsero ad un ritiro forzato. Frank Wolf restò alla Blue Note fino alla sua morte avvenuta nel 1971. La storia della Blue Note sopravisse attraverso un programma di riedizioni e con la stampa di inediti che i nuovi responsabili Charlie Lourie e Michael Cuscuna iniziarono a produrre dal 1975 fino al 1981. Nel 1982, Lourie e Cuscuna fondarono la Mosaic Records e convinsero la Capitol Records, attuale proprietario, di far rinascere la Blue Note. La loro prima realizzazione fu la collezione completa delle incisioni di Thelonious Monk e Albert Ammons-Meade Lux Lewis. Nel 1984, EMI assunse il produttore Bruce Lundvall a cui diede l’incarico di ristrutturare l’etichetta negli Stati Uniti. La Blue Note fu rilanciata e risorse nel febbraio dello stesso anno con il disco “One Night With Blue Note” tratto dal concerto di tutti i più significativi musicisti della nuova e della vecchia etichetta. www.bluenote.com www.romajazzfestival.it 49 55 29 NOVEMBRE 2009 AUDITORIUM PARCO DELLA MUSICA - SALA SINOPOLI ore 21,00 BLACK SAINT/CAM “ Un omaggio all’avan guardia afro-americana” DAVID MURRAY QUARTET DAVID MURRAY - SAX TENORE E CLARINETTO BASSO JARIBU SHAHID - CONTRABASSO MARK JOHNSON – BATTERIA LAFAYETTE GILCHRIST - PIANOFORTE PLATEA 20,00 GALLERIA 15,00 DAVI D MURRAY Per molti aficionados, David Murray è già un gigante del jazz, considerando il numero di album registrati, i teatri calcati e i premi che hanno coronato la sua carriera (Grammy Award, Guggenheim Fellowship, Bird Award, Danish Jazz Par Prize, Guiness Jazz Festival, incoronato musicista del decennio (1980) dal Village Voice….). E nonostante siano trascorsi venticinque anni dal suo esordio, sono la verve e l’ispirazione della sua giovinezza a caratterizzare la sua carriera, particolarmente prolifica sia in termini di produzioni che di orientamenti musicali. David Murray ha oggi centotrenta album all’attivo e partecipazioni a circa un centinaio di registrazioni in qualità di ospite invitato. Alla fine anni ’90, l’opinione pubblica, in riferimento a David Murray, parlava di fusion, di world music, addirittura di panafricanismo dopo che intraprese il viaggio a ritroso attraverso i Caraibi, le “piccole americhe”, passando per l’Africa del Sud e il Senegal. Prima di partire, David Murray ha bruciato le tappe della storia del jazz: nato a Oakland, è cresciuto a Berkeley e ha studiato con Catherine Murray (organista e madre di David), Bobby Bradford, Arthur Blythe, Stanley Crouch, Margaret Kohn e molti altri fino a quando nel 1975 non lascia il Ponoma College (Los Angeles) per trasferirsi a New York. A New York sono Cecil Taylor, con il quale suona, e Dewey Redman ad incoraggiarlo. Quel periodo fu caratterizzato anche da altri incontri, con persone e musica: Sunny Murray, Tony Braxton, Oliver Lake, Don Cherry. Nell’Energy band di Ted Daniels, lavora con Hamiett Bluiett, Lester Bowie e Frank Lowe. Nel 1976, dopo una prima tournée europea, David Murray fondò uno dei suoi leggendari gruppi, il World Saxophone Quartet con Oliver Lake, Hamiett Bluiett e Julius Hemphill. Entrò così in un periodo di grande intensità creativa, realizzando registrazioni a catena e partecipando a gruppi tra loro molto diversi. Da Jerry Garcia a Max Roach passando per Randy Weston o Elvin Jones, per David Murray gli incontri sono stati incessanti fino al 1978, quando sviluppa il suo quartetto e più tardi il suo ottetto e si consacra alle sue origini. Non esita tuttavia a provare nuove esperienze musicali; per diversi progetti fa infatti ricorso a corde ai tamburi Ka di Guadeloupe o a dei musicisti e ballerini dell’Africa del Sud. Recentemente si è dedicato anima e corpo al suo Black Saint Quartet, con “Sacred Ground”, album pubblicato nel giugno 2007 (Justin Time) nel quale si può ascoltare la magica voce di Cassandra Wilson e in cui la sontuosità delle composizioni rende omaggio ad uno dei suoi periodi più prolifici in seno alla mitica casa discografica italiana Black Saint. http://www.myspace.com/davidmurraymusic www.romajazzfestival.it 50 55 BLACK SAINTS “ L’avanguardia afro -ame ricana” La Black Saint è stata fondata alla fine del 1977 quando, all’appassionato Giovanni Bonandrini fu offerta l’opportunità di acquistare l’azienda che aveva in catalogo solo tredici titoli e quattro registrazioni effettuate a New York con Hamiet Bluiett, Muhal Richard Abrams, Julius Hemphill e George Lewis. Durante gli anni ’80 fu rilanciata e vinse due volte il Down Beat Critic Pool come “Migliore Etichetta” e “Miglior Produttore”, ed acquisì una reputazione come marchio di qualità rivolto ad un pubblico esigente e sofisticato. La Black Saint è stata un’insolita convergenza geografica, dove musicisti appartenenti alla Black Artists Group (BAG), alla scuola di St Louis (Bluiett, Hemphill e Oliver Lake) ed alla AACM di Chicago (Abrams, Lewis, Anthony Braxton, Henry Threadgill e Roscoe Mitchell, tra gli altri) si sono ritrovati per partecipare al famoso “loft scene”, concentrato intorno al Rivbea Studio di Sam Rivers. L’etichetta ha offerto l’opportunità di costruirsi una carriera a gruppi di avanguardia come il World Saxophone Quartet, Threadgill’s Aria trio, String Trio di New York e Mitchell Sound Ensemble. Negli anni ’90, Giovanni Bonandrini ha voluto espandere l’immagine del marchio al di là della scena dell’avanguardia, acquisendo la Soul Note. In questi anni, l’etichetta ha proseguito il suo slancio accogliendo l’innovazione e il tradizionalismo in ugual misura, coinvolgendo artisti come William Parker, Dave Douglas, Michael Marcus, Charles Gayle e altri. A trent’ anni di distanza, la qualità del catalogo Black Saint / Soul Note è impeccabile e la sua coerenza non ha eguali nella storia del jazz. Nel 2008, l’intero catalogo della Black Saint / SoulNote, è stato acquisito dalla CAM Records che ha saputo rivalutarlo e riportarlo con successo sul mercato internazionale. http://www.camoriginalsoundtracks.com www.romajazzfestival.it 51 55 30 NOVEMBRE 2009 AUDITORIUM PARCO DELLA MUSICA - SALA SINOPOLI ore 21,00 In collaborazione con L’Accademia Nazionale di Santa Cecilia – Rassegna “It’s Wonderful” CAM JAZZ “Una storia italiana” RICHARD GALLIANO SOLO PLATEA 25,00 GALLERIA 20,00 Richard Galliano, nato in Francia a Le Cannet il 12 dicembre 1950, è stato introdotto alla musica giovanissimo iniziando con la fisarmonica all’età di quattro anni sotto l’influenza del padre Lucien, fisarmonicista di origine italiana vivente a Nizza. Per un lungo periodo studia trombone, armonia e contrappunto nell’Accademia di Musica di Nizza e, a quattordici anni, cercando di espandere le sue idee fisarmonicistiche, inizia ad ascoltare jazz sui dischi del trombettista Clifford Bronwn di cui rimane affascinato. Inizia allora un percorso di ricerca all’interno del mondo della fisarmonica aiutato dal suo maestro Claude Noel che gli fa conoscere i maestri italiani e quelli americani. Nel 1973, finiti gli studi e l’apprendistato, Richard decide di trasferirsi a Parigi dove incontra il famoso cantante Claude Nougaro. Per tre anni ricopre il ruolo di direttore, arrangiatore e compositore per l’orchestra di Nougaro. Dopo Nougaro, una grande importanza per Richard Galliano ebbe l’incontro con Astor Piazzolla. Nel 1983, Astor Piazzolla invita l’artista a fare la parte del primo bandoneone alla Comédie Française in “Sogno di una notte d'estate” di William Shakespeare la cui musica è scritta da Astor Piazzolla e la messa in scena realizzata da Jorge Lavelli. È l’inizio di una solida amicizia tra i due musicisti che durerà fino alla morte di Astor Piazzolla. Fu proprio Piazzolla a suggerirgli di riscoprire le sue origini francesi portando alla luce il New Musette come lui stesso aveva fatto con il Tango Nuevo. Il merito di Galliano sta quindi nella sua originalità, nell’essere riuscito a sintetizzare tutte queste esperienze in una nuova musica, fatta di jazz, echi di tango, walzer dei Bistrò francesi, ballads di Bill Evans condite con l'approccio improvvisativo di Jarrett, Parker e Coltrane. Su tutto questo aleggia l'impareggiabile gusto cromatico di Galliano che si rifà alla migliore tradizione francese da Couperin a Debussy fino ad arrivare a Ravel. Un altro rilevante punto di forza è il suo modo di utilizzare la fisarmonica, questo scomodo strumento che ha sempre avuto vita difficile sia nel jazz che nella musica colta. Nelle mani di Galliano la fisarmonica acquista la policromia di un’orchestra e l’intimismo di una formazione da camera. Fra le sue numerose collaborazioni ricordiamo la presenza nel gruppo di Zawinul, Charlie Haden e con il quartetto del New York Tango e poi con Juliette Greco, Charles Aznavour, Ron Carter, Chet Baker, Enrico Rava, Martial Solal, Miroslav Vitous, Trilok Gurtu, Jan Garbarek, Michel Petrucciani, Michel Portal, Toots Thielemans, e tanti altri. http://www.richardgalliano.com www.romajazzfestival.it 52 55 CAM JAZZ “ Una storia italiana” CAM Jazz è un’etichetta del gruppo C.A.M. - Creazioni Artistiche Musicali - editore musicale indipendente, con sede in Roma, che in più di quarantacinque anni di attività ha realizzato oltre 2800 colonne musicali per film italiani ed internazionali, collaborando con oltre 500 compositori famosi. Nel 2000 nasce la CAM Jazz con l'intento di raggruppare le produzioni jazz che prima facevano parte del catalogo generale, affiancando nuove realizzazioni di composizioni originali, cover di celebri temi da film, commedie musicali e canzoni, sempre interpretate dai maggiori jazzisti contemporanei italiani e stranieri. Nei primi nove anni di attività, la CAM Jazz si è imposta tra le etichette discografiche indipendenti di maggior prestigio internazionale ricevendo importanti riconoscimenti tra i quali: quattro Grammy Nomination ottenute consecutivamente nel 2006 con “What Now?” del trombettista anglocanadese Kenny Wheeler, nella categoria “Best Jazz Instrumental Album”; nel 2007 con “Viva” del trombettista di origine argentina Diego Urcola, nella categoria “Best Latin Jazz Album”; nel 2008 con “1000 Kilometers” degli Oregon. L’album della storica formazione statunitense ha avuto due nomination: la prima nella categoria “Best Jazz Instrumental Solo” per l’assolo di Paul McCandless nel brano che dà il titolo al CD, la seconda nella categoria “Best Instrumental Composition”, grazie a “Deep Six” del batterista Mark Walker. Il catalogo della CAM Jazz è caratterizzato da una varietà stilistica che comprende volutamente proposte diverse, specchio fedele delle tante anime che oggi coabitano in armonia nel mondo del jazz. Il recente avvio della collana “CAM Jazz Presents” testimonia anche l’attenzione nei confronti dei nuovi talenti. Il 2008 ha segnato un altro importante passo per la CAM Jazz, l’acquisizione delle etichette tra le più eclatanti degli anni ‘80, sette volte vincitrici del Down Beat Critics Poll: la Black Saint e la Soul Note, ed anche il catalogo della DDQ. http://www.camoriginalsoundtracks.com www.romajazzfestival.it 53 55 ROMA JAZZ FESTIVAL “ JAZZ LABELS” Rassegna cinematografica a cura di: PROGRAMMA Sabato 7 Novembre H.21 "STEFANO BOLLANI PORTRAIT IN BLUE" diretto da Michele Francesco Schiavon,Harvey Film 2009 interverranno Stefano Bollani e il regista Michele Francesco Schiavon Il film e' una finestra aperta sulla vita di un pianista e performer italiano tra i piu' importanti ed originali nel mondo della musica contemporanea e rappresenta,in minima parte, l'espressione di grande dedizione e amore che Stefano Bollani ha per il suo mestiere d'artista. Domenica 15 Novembre H.12 "BLUE NOTE, A STORY OF MODERN JAZZ" scritto e diretto da Julian Benedikt ,1997 "Deve swingare" era il motto di Alfred Lion e Francis Wolff due ebrei tedeschi emigrati negli Usa che nel 1939 fondarono la Blue Note Records,l'etichetta che fece da casa ad artisti enormi come:MILES DAVIS,JOHN COLTRANE,HERBIE HANCOCK, THELONIOUS MONK,ART BLAKEY,DEXTER GORDON,SONNY ROLLINS e tantissimi altri. Il documentario e' una testimonianza della passione e della visione di questi due uomini e certamente swinga come i suoni propulsivi che hanno reso cosi' famosa quest’etichetta discografica. www.romajazzfestival.it 54 55 Domenica 22 Novembre H.12 "ATLANTIC RECORDS:THE HOUSE THAT AHMET BUILT" scritto e diretto da Susan Steinberg,2007 Realizzato in occasione dei 60 anni dell'etichetta,il documentario racconta in dettaglio la storia di una delle "labels" discografiche piu' importanti nella storia della musica registrata. Il suo creatore Ahmet Ertegun(insieme al fratello Nesuhi) ne e' l'assoluto protagonista. La Atlantic Records nasce per la passione di questo ragazzo turco,figlio di diplomatici,che si era trasferito con la famiglia a New York nel 1935. La sua passione per il jazz e la musica nera rende possibile la creazione di un'etichetta discografica indipendente e fortemente innovativa che lascera' un marchio indelebile nel patrimonio culturale americano ,esaltandolo. Domenica 29 Novembre H.12 "MPS - JAZZIN' THE BLACK FOREST" diretto da Elke Baurs,2000 Il documentario e' un affettuoso ritratto dell'etichetta dscografica MPS fondata da Hans Georg Brunner Schwer. L'etichetta MPS (Most Perfect Sound)e' nota come "la Blue Note tedesca". Dagli inizi nei primi anni '60 fino alla cessione alla Polygram nel 1983 sono stati pubblicati piu' di 600 dischi,celebri tra gli appassionati per le raffinatissime tecniche d'incisione. Oltre ai piu' famosi musicisti tedeschi come ad es.Albert Mangelsdorff,Volker Kriegel,Wolfang Dauner,l'MPS registro' alcuni dei piu' importanti lavori delle discografie di musicisti come OSCAR PETERSON,DUKE ELLINGTON,DIZZY GILLESPIE,GEORGE DUKE,JEAN LUC PONTY, MONTY ALEXANDER. La serie "Jazz meets the world" e' considerata anticipatrice del concetto di World Music. Il documentario e' in gran parte creatura del critico e storico del jazz JOACHIM ERNST BERENDT che grande merito ebbe nell'indirizzare le scelte artistiche dell'etichetta. TUT TI GLI AP PU NTAME NTI S ONO AD I NGRES S O L IBE RO SI NO AD E S AU RI ME NT O D EI P OST I. www.casajazz.it Info tel. 06 704731 e-mail [email protected] www.romajazzfestival.it 55