2.1 Numeri naturali, interi relativi, razionali Definizione L’insieme N = {0, 1, 2, 3, . . . } costituito dallo 0 e dai numeri interi positivi è l’insieme dei numeri naturali. Se a, b 2 N, allora mentre non è detto che a a+b 2N b sia un numero naturale. Problema Equazioni del tipo a + x = b possono non avere soluzioni in N. Esempio Non esistono numeri naturali x 2 N tali che 3+x =2 Definizione L’insieme Z = {. . . , 3, 2, 1, 0, 1, 2, 3, . . . } è l’insieme dei numeri interi relativi. Osservazione Ogni numero naturale è anche un numero intero relativo, pertanto N⇢Z Se a, b 2 Z allora Non è detto invece che a + b, a a b b, ab 2 Z (b 6= 0) sia un intero relativo. Problema Una equazione del tipo bx = a con b 6= 0 può non avere soluzioni in Z. Esempio Non esistono interi relativi x 2 Z tali che 3x = 5. Definizione Un numero razionale, ovvero una frazione, è il rapporto mn tra due numeri interi relativi m e n 6= 0. L’insieme dei numeri razionali viene denotato con Q={ m |m 2 Z, n 2 N, n 6= 0} n Osservazione Ogni numero intero può essere riguardato come numero razionale, infatti per ogni m 2 Z si ha m m= 1 Dunque N ⇢ Z ⇢ Q. 3 / 27 Vi è una corrispondenza biunivoca tra i numeri razionali ed i numeri decimali periodici m ! a, c1 c2 . . . ct ct+1 . . . ck n (dove se k t = 1 e ct+1 = 9 allora a, c1 c2 . . . ct 9 = a, c1 c2 . . . (ct + 1)). Pertanto i numeri razionali possono essere identificati con i numeri decimali periodici. Il numero decimale periodico a, c1 c2 . . . ct ct+1 . . . ck viene identificato con la frazione: di numeratore ac1 c2 . . . ck ac1 c2 . . . ct , denominatore il numero intero le cui cifre sono tanti 9 quante sono le cifre del periodo e tanti 0 quante sono quelle dell’antiperiodo. Tale frazione è detta frazione generatrice del numero decimale periodico considerato. Esempi La frazione generatricie del numero decimale periodico 3, 7 è quella di è 370 37 333 37 = = 90 90 10 5, 241 5241 + 52 = 990 5189 990 2.2 Numeri reali e proprietà Teorema di Pitagora In un triangolo rettangolo, l’area del quadrato costruito sull’ipotenusa coincide con la somma delle aree dei quadrati costruiti sui cateti. Pertanto, se si considera un quadrato di lato 1, la lunghezza x della diagonale deve soddisfare l’uguaglianza x 2 = 12 + 12 = 2 quindi x= p 2 Tale numero non è razionale. La misura della diagonale di un quadrato di lato unitario non è esprimibile mediante un numero razionale Per dimostrarlo supponiamo, "per assurdo", che p 2= p 2 sia razionale ovvero che m con 0 6= n, m 2 N n Possiamo assumere che la frazione mn sia "ridotta ai minimi termini", cioè che m e n non abbiano divisori comuni, in particolare m ed n non possono essere entrambi pari. Da p m 2= n segue che ⇣ m ⌘2 m2 2= = 2 n n da cui m2 = 2n2 Allora m2 è un multiplo di 2, cioè m2 è pari e questo comporta che m è pari. Quindi e m = 2t con t 2 N 2n2 = m2 = 4t 2 da cui, dividendo per 2, si ottiene n2 = 2t 2 cioè, n2 è pari e quindi n è pari. Dunque m ed n sono entrambi pari, una contraddizione. Il fatto che la diagonale del quadrato unitario non sia un numero razionale comporta che i numeri razionali non sono sufficienti per misurare, ad esempio, tutti gli enti geometrici. È dunque necessario ampliare ulteriormente l’insieme dei numeri razionali introducendo i numeri reali. Definizione Un numero decimale qualunque, che abbia quindi una espressione decimale anche infinita e non periodica, è un numero reale. Un numero reale che non sia razionale, ovvero che abbia una espressione decimale illimitata e aperiodica, è detto irrazionale. L’insieme dei numeri reali si indica con R. Osservazione Dalla definizione discende subito che N ⇢ Z ⇢ Q ⇢ R Esempi Il numero reale p 2 è irrazionale, un’altro importante esempio di numero irrazionale si ottiene considerando il rapporto tra la lunghezza di una circonferenza ed il suo diametro. Tale rapporto, che non dipende dalla particolare circonferenza considerata, si denota con ⇡. Nell’insieme R dei numeri reali sono definite addizione e moltiplicazione; ricordiamone le proprietà. Addizione Proprietà associativa: per ogni a, b, c 2 R si ha a + (b + c) = (a + b) + c Proprietà commutativa: per ogni a, b 2 R si ha a + b = b + a Esistenza dell’elemento neutro: per ogni a 2 R si ha a + 0 = a Esistenza dell’opposto: per ogni a 2 R si può considerare a+a=0 a2Re Moltiplicazione Proprietà associativa: per ogni a, b, c 2 R si ha a(bc) = (ab)c Proprietà commutativa: per ogni a, b 2 R si ha ab = ba Esistenza dell’elemento neutro: per ogni a 2 R si ha a1 = a Esistenza del reciproco (inverso): per ogni a 2 R, a 6= 0 si può considerare a1 2 R e a · a1 = 1 Proprietà distributiva Considerati comunque i numeri reali a, b, c 2 R, si ha che a(b + c) = ab + ac Osservazione L’insieme dei numeri reali è "totalmente ordinato", e cioè dati a, b 2 R tali numeri possono sempre essere confrontati rispetto ad una relazione d’ordine. Possiamo sempre dire, cioè, che a b oppure b a Diremo poi che a è strettamente minore di b se a b e a 6= b. Le operazioni tra numeri reali e la relazione d’ordine sono legate come segue: Se a b, allora a + c b + c per ogni c 2 R se a b, allora ac bc per ogni c particolare b a. 0 e bc ac per ogni c 0; in Siano ora a, b 2 R, a 6= 0 e b 6= 0, tali che a b; che relazione c’è tra i reciproci a1 e b1 ? 1 1 b Sia 0 < a b; allora precedente, che > 0 e questo comporta, per l’osservazione a 1 b da cui, moltiplicando per 1 a > 0, segue che 1 1 b a 2 Sia a b < 0; allora moltiplicando per a b e, moltiplicando per 1 a 1 b < 0, si ha che 1 < 0, si ha 1 1 b a 3 Se a < 0 < b, allora 1 a < 0, 1 b > 0, pertanto 1 a < b1 . 2.3 Potenze di un numero reale Vogliamo adesso definire le potenze di un numero reale positivo ad esponente razionale dare cioè significato alla notazione ar per ogni a 2 R, a > 0 e per ogni r 2 Q Procediamo per gradi Definizione Se a 2 R e 0 6= n 2 N, denotiamo con an il prodotto di a per sè stesso n volte. Poniamo cioè an = a · · ·n volte · · · a Per la proprietà associativa della moltiplicazione, per ogni a 2 R e per ogni n, m 2 N \ {0} si ha an · am = (a · · ·n volte · · · a) · (a · · ·m volte · · · a) = a · · ·n+m volte · · · a = an+m Siano ora a 6= 0 e n, m 2 N \ {0} con n 6= m; allora an = an am an 1 = m m a a m n se n > m, se n < m Introduciamo dunque le potenze ad esponente intero negativo. Definizione Se a 2 R e 0 6= n 2 N, poniamo a Dunque e così an am 1 am = an m n =a n = 1 an (m n) = an m per ogni a 2 R \ {0} e per ogni n, m 2 N \ {0} con n 6= m. Osservazione n Se n = m, allora aan = 1, pertanto ponendo, per convenzione, a0 = 1, avremo che an = an m è valida per ogni a 2 R \ {0}, n, m 2 N am Notiamo in oltre che, in questo modo, ha un significato la notazione az per ogni a 2 R \ {0} e per ogni z 2 Z. Definizione Siano a 2 R \ {0} e z 2 Z, allora 8 < az = : 1 a z = Notiamo che a · · ·zvolte · · · a se z > 0 1 se z = 0 1 1 · · · · · · zvolte a a se z < 0 (an )2 = an · an = an+n = a2n (an )3 = a3n in generale (an )m = anm per ogni m 2 N Considerati a 2 R, a > 0 e p q p q 2 Q, vogliamo attribuire un significato alla notazione a in modo che le proprietà 1 2 an · am = an+m per ogni n, m 2 Z (an )m = anm per ogni n, m 2 Z continuino a sussistere anche se gli esponenti sono numeri razionali. Supponiamo dunque, in primo luogo, che p = 1 e q > 0; poichè deve valere la seconda proprietà, deve aversi 1 q (a q )q = a q = a1 = a Si da dunque la seguente Definizione 1 Se a 2 R, a > 0 e 0 6= q 2 N, allora a q è, per definizione, l’unica radice reale q-esima positiva del numero reale a, ossia l’unico numero reale positivo b tale che bq = a . Si pone poi p 1 a q = (a q )p per ogni p 2 Z Osserviamo che a p q = 1 p aq 2.4 La notazione scientifica Definizione Per ogni x 2 R, x > 0; esistono un numero reale 1 a < 10 ed un numero intero b 2 Z tali che x = a · 10b Una tale scrittura è detta notazione scientifica di x. Il numero reale a è detto mantissa ed in numero intero b esponente di x. Proviamo che ogni numero reale positivo può essere espresso in notazione scientifica. Sia x 2 R, x 0, allora x è un numero decimale cioè x = c1 c2 . . . ct , ↵1 ↵2 . . . ↵n . . . c1 c2 . . . ct è la parte intera, t ↵1 . . . ↵n . . . sono infinite. Ricordiamo che 1, c1 , . . . , ct 2 {0, 1, . . . , 9}; le cifre decimali x · 10 = c1 c2 . . . ct ↵1 , ↵2 . . . ↵n . . . x = x · 10 10 Se 1 x < 10, allora 1 = c1 c2 . . . ct 1 , ct ↵1 ↵2 x = a · 10k . . . ↵n . . . con a = x e k = 0, cioè x stesso è la mantissa e 0 è l’esponente di x. Ad esempio 3, 7 ha mantissa 3, 7 ed esponente 0 Occorre dunque esaminare due casi e precisamente 0 < x < 1 e x Se x 10, allora x = c1 c2 . . . ct , ↵1 ↵2 . . . ↵n . . . con t 10. 2 e c1 6= 0 ovvero c1 2 {1, 2, . . . , 9}. Dunque 1 e, posto a = esponente t x 10t 1 1. x 10t 1 = c1 , c2 . . . ct ↵1 ↵2 . . . ↵n · · · < 10 , si ha che x = a · 10t 1 per cui x ha mantissa a ed Ad esempio se consideriamo 3724, 12, si ha che le cifre della parte intera sono t = 4 quindi 3724, 12 = 3, 72412 · 103 Dunque 3724, 12 ha mantissa 3724, 12 = 3, 72412 10t 1 ed esponente t 1=3 Sia 0 < x < 1; allora x = 0, ↵1 ↵2 . . . ↵n . . . e, poichè x 6= 0, le cifre decimali non sono tutte nulle. Sia ↵n la "prima" cifra decimale non nulla (supponiamo cioè che x abbia n cifre uguali a 0 dopo la virgola), allora x · 10n = ↵n , ↵n+1 . . . con ↵n 2 {1, . . . , 9}. Dunque x = x · 10n · 10 a = x · 10n ed esponente n. n = a · 10 n e x avrà mantissa Ad esempio consideriamo 0, 000982, la prima cifra decimale non nulla è la quarta, allora 0, 000982 = 9, 82 · 10 4 Dunque la mantissa è 0, 000982 · 104 = 9, 82 e l’esponente è 4. 1 Un numero reale positivo x ha quindi esponente negativo se 0 < x < 1 ed ha esponente maggiore uguale a zero se x 1. Esempi 3724 = 3, 724 · 103 0, 00782 = 7, 82 · 10 3 7824, 372 = 7, 824372 · 103 Scrivere un numero reale in notazione scientifica consente di semplificare i calcoli evitando errori. Inoltre la notazione scientifica permette di confrontare facilmente due grandezze. Definizione Due numeri reali (positivi) hanno lo stesso "ordine di grandezza" se, in notazione scientifica, hanno lo stesso esponente. 2.5 La retta reale. Riferimenti cartesiani del piano Un modo molto efficace per visualizzare i numeri reali, consiste nel rappresentarli come punti di una retta ovvero nel far corrispondere ad ogni punto di una retta un numero reale e viceversa. Definire una corrispondenza biunivoca tra numeri reali e punti di una retta equivale alla costruzione di una scala di misura. I passi sono i seguenti: 1 Scelta dell’origine cioè di un punto della retta a cui si fa corrispondere il numero reale 0. 2 Scelta di un’unità di misura ossia di un punto P cui si fa corrispondere il numero reale 1. Il segmento OP verrà utilizzato come unità di misura. In questa scelta è implicita la scelta dell’orientazione. 3 Considerato un numero reale x 2 R \ {0}, se x è positivo, ad esso si fa corrispondere il punto della retta a destra di O avente distanza x da O; se invece x è negativo gli si fa corrispondere il punto della retta a sinistra di O avente da O distanza x. Osservazione Si definisce valore assoluto di un numero reale x 2 R, il numero reale non negativo |x| := x se x 0, se invece x < 0 si pone |x| := x. L’identificazione tra numeri reali e punti di una retta ci consente di dare un significato geometrico al concetto di valore assoluto. Infatti |x| non è altro che la distanza di x dall’origine ossia la misura del segmento che congiunge x ad O. Così come i numeri reali vengono identificati con i punti di una retta, le coppie di numeri reali, e quindi gli elementi del prodotto cartesiano R ⇥ R = R2 , possono essere identificati con i punti di un piano. Si ottiene una corrispondenza biunivoca come segue. 1 Il primo passo consiste nella scelta dell’origine ossia di un punto O del piano che verrà identificato con la coppia (0, 0). 2 Si sceglie una retta r1 passante per il punto O e si definisce una corrispondenza biunivoca tra i punti di tale retta ed i numeri reali che a O associ 0. Tale retta sarà quella delle ascisse. 3 Si considera l’asse delle ordinate ovvero la retta r2 per O perpendicolare ad r1 e anche i punti di tale retta vengono posti in corrispondenza biunivoca con i numeri reali facendo corrispondere 0 al punto O. 4 Ad ogni coppia (x, y ) 2 R2 si associa il punto P del piano intersezione della retta passante per il punto di r1 associato ad x parallela a r2 con la retta passante per il punto di r2 associato a y parallela ad r1 . I numeri x e y sono le cordinate del punto P; x è l’ascissa e y è l’ordinata. In questo modo viene definito un riferimento cartesiano ortogonale del piano che vien detto monometrico se sull’asse delle ascisse e su quello delle ordinate viene scelta la stessa unità di misura.