CONTENT MARKETING BASE CAPITOLO 3 LA STRATEGIA Pubblicato il 20.07.2015 I NOSTRI WHITEPAPER Su www.contentmkt.it troverai una vera e propria biblioteca, in continuo aggiornamento, di white paper che ti guideranno passo dopo passo alla scoperta delle strategie, delle risorse e delle piattaforme di content marketing. CONTENT MARKETING BASE Capitolo 1 COSA E PERCHÉ CONTENT MARKETING BASE Capitolo 2 GLI OBIETTIVI Partiamo dalle basi: cos’è il content marketing? Come Le potenzialità del content marketing sono molteplici: riconfigurare la propria attività di comunicazione e l’importante è saperle mettere al servizio dei propri marketing per cogliere le opportunità dei social media? obiettivi di business e di marketing. CONTENT MARKETING BASE Capitolo 3 LA STRATEGIA Strategia: è questa la parola d’ordine per chi vuole approciare il content marketing in modo efficace e funzionale agli obiettivi aziendali. 3 | www.contentmkt.it [email protected] www.contentmkt.it [email protected] | 4 INTRODUZIONE Il content marketing non è una bacchetta magica: per raggiungere i propri obiettivi bisogna mettere in campo una strategia in quattro fasi. I l primo capitolo del white paper ha fatto un quadro di cosa si intende per content marketing e dei motivi per cui è indispensabile puntare sui contenuti; il secondo capitolo si è calato nella realtà aziendale, per capire come i contenuti possano contribuire al raggiungimento degli obiettivi di business e di marketing. Per aspirare a questi risultati, però, non basta limitarsi a pubblicare in rete una certa mole di materiale, ma bisogna elaborare una strategia di content marketing che va studiata nei dettagli, pianificata e portata avanti da professionisti dotati di competenze specifiche. Tale consapevolezza si sta diffondendo a macchia d’olio ma non sempre viene messa in pratica adeguatamente. Il 35% dei professionisti del marketing B2B interpellati dal Content Marketing Institute ha messo su bianco la propria strategia di content marketing, mentre il 48% l’ha intrapresa senza documentarla; percentuali che nel B2C si attestano rispettivamente al 27 e al 50%. All’interno di queste categorie, solo il 42% del totale nel B2B e il 34% nel B2C dichiara di seguire “molto da vicino” la propria strategia nell’operatività di tutti i giorni. Ma i risultati – chiosa il Content Marketing Institute – premiano in modo inequivocabile proprio chi mette al centro la strategia1. Si tratta di un processo che si articola in quattro fasi: ideazione, produzione, disseminazione e verifica dei risultati. Content Marketing Institute, Fifth annual B2B Content Marketing Benchmarks, Budgets, and Trends—North America, ottobre 2014 http://contentmarketinginstitute.com/wp-content/uploads/2014/10/2015_B2B_Research.pdf Content Marketing Institute, 2015 Benchmarks, Budgets, and Trends— North America, ottobre 2014 http://contentmarketinginstitute.com/wp-content/uploads/2014/10/2015_B2C_Research.pdf 1 5 | www.contentmkt.it [email protected] IDEAZIONE DELLA STRATEGIA Non si può parlare ai propri pubblici senza sapere chi sono e che relazione hanno instaurato col brand. Per fortuna il web e i social media offrono infinite possibilità per scoprirlo. P er produrre contenuti di qualità in grado di Tutte queste informazioni, opportunamente filtrate, intercettare i bisogni e gli interessi dei propri analizzate e rielaborate (anche facendo ricorso pubblici, il primo passo è quello di ascoltare a piattaforme di ascolto), serviranno a costruire i pubblici stessi per arrivare a conoscerli in modo un’accurata rappresentazione dei propri pubblici di approfondito. Qualsiasi azienda possiede già dei riferimento. A tale scopo si può adottare il modello canali interni a tale scopo (email, call center, rete di Personas, con cui si costruiscono profili dettagliati vendita, sistema informativo del marketing ecc.): di personaggi finzionali che rappresentano i propri sistematizzare il monitoraggio di questi canali, clienti-tipo. Il profilo di ciascuna Personas ne facendoli fruttare al meglio ed evitando di disperdere conterrà il nome, la foto, i tratti socio-demografici, informazioni preziose, è un compito da non trascurare. la professione, gli hobby, gli obiettivi che si pone e le sfide che deve affrontare per raggiungerli, i valori di A tutti questi servizi, però, si rivolgono soltanto i riferimento, la dieta mediale. L’azienda dovrà quindi clienti (effettivi o prospect), che si limitano a parlare studiare e produrre ogni contenuto sulla base delle in modo circostanziato dell’azienda e dei suoi prodotti. caratteristiche della Personas a cui intende rivolgersi Immensamente più ampio, a livello quantitativo e e della fase del customer journey che sta vivendo: a qualitativo, è il bacino di informazioni regalato dai parità di caratteristiche, a chi ha appena acquistato canali social. Nelle conversazioni online infatti le un prodotto dell’azienda ci si rivolge in modo diverso persone parlano di sé, dei prodotti che acquistano, rispetto a quanto non si farebbe con un cliente fedele di degli eventi a cui partecipano, delle proprie opinioni su un competitor (Il modello Personas, qui solo accennato, pressoché qualsiasi cosa; e, soprattutto, lo fanno senza sarà oggetto di un white paper che sarà pubblicato su pensare di essere osservate, sgombrando il campo contentmkt.it). dai potenziali effetti distorsivi a cui vanno incontro le ricerche di mercato e i focus group tradizionali. Oltre ai potenziali clienti bisogna identificare, conoscere e intercettare gli influencer del proprio www.contentmkt.it [email protected] | 6 settore: si tratta di tutte quelle persone che, tramite i loro canali in rete, hanno acquisito un grande seguito e sono quindi in grado di influenzare chi le segue. A tale scopo si possono usare tool come Wefollow. com (che elenca i profili Twitter più seguiti, con la possibilità di selezionarli per categoria o parola chiave) e Muckrack.com (una directory di giornalisti presenti su Twitter, classificati per settore di riferimento)2. Produrre contenuti che interessano agli influencer sarà un modo per amplificare rapidamente la portata della propria strategia di content marketing. I passi elencati brevemente fin qui servono a capire chi intercettare, ma è indispensabile fare in modo che queste persone trovino proprio l’azienda al momento giusto. A questo servono i numerosi tool, gratuiti o a pagamento, per l’analisi delle parole chiave: con quali keywords un utente-tipo cerca l’azienda? Quali sono i trend più interessanti degli argomenti sui quali l’azienda vuole incentrare i suoi contenuti? Ci sono correlazioni tra queste keywords e altre ricerche? Su quali parole chiave si posizionano gli altri soggetti (aziende, blog, magazine ecc.) che offrono risorse simili? Il tema è senza dubbio ampio e complesso e lo affronteremo in un approfondimento a parte, sempre su contentmkt.it; a questo primo livello, l’importante è tenere in considerazione il fatto che la qualità dei contenuti è irrinunciabile, ma bisogna anche studiare in modo accurato e minuzioso le modalità per far sì che quei contenuti vengano intercettati nei modi e nei tempi e dagli interlocutori giusti. 2 Fonte: Contently, The beginner’s guide to blogging and content strategy. http://contently.com/strategist/2011/09/08/e-book-the-beginnersguide-to-blogging-content-marketing-strategy/ 7 | www.contentmkt.it [email protected] PRODUZIONE DEI CONTENUTI È il momento di produrre i contenuti: per scegliere il content mix adatto bisogna incrociare diverse variabili. Senza mai sottovalutare un imperativo: la professionalità. S iamo arrivati al momento cruciale: quello in l’approccio a fare la differenza. cui bisogna produrre contenuti di qualità, in grado di emergere dalla sterminata massa Ogni azienda deve decidere il proprio tono di voce, che di materiale disponibile in rete. Una questione da dev’essere distintivo e caratterizzante, allineato alla affrontare da diverse prospettive. personalità e alle aspettative del pubblico, coerente 01 Competenze Tutto ciò che l’azienda produce deve risultare professionale: ciò significa che bisogna mettere al bando l’improvvisazione e affidare la realizzazione dei contenuti solo a chi ha le adeguate competenze, con la propria brand identity. In linea generale, bisognerà evitare toni eccessivamente istituzionali e autoreferenziali, in modo tale da risultare credibili e vicini ai propri pubblici. 03 Canale che a seconda delle occasioni possono coinvolgere L’azienda ha a disposizione numerosi canali per molteplici settori: scrittura, montaggio, fotoritocco, veicolare contenuti: dal sito aziendale, al blog, doppiaggio ecc. passando per i social network (Facebook, Twitter, 02 Tono di voce Se l’intento è quello di farsi notare e distinguersi da una concorrenza che può essere serrata, può essere www.contentmkt.it Pinterest, LinkedIn, Vine…), le newsletter e altro ancora. Bisogna mettere da parte l’erronea convinzione per cui l’importante sia “riempire” il maggior numero possibile di spazi: nella fase di pianificazione l’azienda dovrà scegliere quelli più adatti a intercettare i propri pubblici e, al momento della produzione dei contenuti, dovrà rispettare le grammatiche specifiche dei [email protected] | 8 canali scelti, senza commettere l’errore di replicare pedissequamente lo stesso contenuto su media diversi. 04 Format Ogni contenuto può essere veicolato tramite molteplici format: post testuale, immagine, infografica, videotutorial, fumetto, app, newsletter, white paper ecc. 05 Tipologia di contenuto Sono potenzialmente infinite le tipologie di contenuto che possono essere veicolate tramite i format sopra menzionati. Prima di tutto bisogna decidere qual è la funzione specifica a cui si vuole assolvere: informare, iniziare una conversazione, dirimere una controversia, dare un’ispirazione, esprimere un’opinione, educare, intrattenere, conoscenze… persuadere, condividere risorse o A seconda dello scopo si sceglie la tipologia di contenuto più adatta: per fare alcuni esempi, per intrattenere si possono elaborare vignette divertenti, per insegnare si può pubblicare un videotutorial su un prodotto, per attivare una conversazione si può scrivere un articolo di opinione su un “tema caldo” e così via. È proprio incrociando tutte queste variabili che si arriva a definire e pianificare il content mix adatto per gli obiettivi aziendali. Tenendo sempre in considerazione il fatto che nulla è immutabile ma, al contrario, monitorare con costanza i risultati permette di apportare alla propria strategia quegli aggiustamenti necessari a ottimizzarne l’esito. 9 | www.contentmkt.it [email protected] DISSEMINAZIONE DEI CONTENUTI Il calendario editoriale: uno strumento di cui è impossibile fare a meno se si vuole massimizzare l’efficacia dei contenuti. U na volta creati i contenuti, non si può cadere nell’errore di limitarsi a pubblicarli nei propri spazi web e social senza aver prima predisposto un piano dettagliato. Lo strumento-cardine a tale scopo è il calendario editoriale, uno schema che traduce in azioni concrete ciò che inizialmente era stato pianificato in astratto. La struttura è quella di una normale tabella che indica: Il nome del contenuto La data e l’orario in cui verrà pubblicato La tipologia (post, immagine, video...) Il canale (Facebook, blog, sito...) Le Personas a cui quel contenuto è rivolto. Ogni azienda inoltre dovrà mettere nero su bianco la propria organizzazione dei processi, definendo chi si deve occupare di ogni attività, con quali tempistiche e quali sono le figure a cui deve fare riferimento. www.contentmkt.it [email protected] | 10 Un esempio di calendario editoriale. Fonte: Stratablue.com 11 | www.contentmkt.it [email protected] VERIFICA DEI RISULTATI Una strategia di content marketing è lunga, articolata, richiede impegno e risorse. Ne vale la pena? Rispondere con cognizione di causa a questa domanda è possibile: basta monitorare alcuni elementi ben precisi. C hiunque investa risorse per attivare una strategia di content marketing, che sia un impiegato di banca che dopo l’orario d’ufficio raccoglie in un blog le sue migliori ricette di cucina oppure il direttore marketing di una multinazionale farmaceutica, deve occuparsi di verificare l’esito del proprio lavoro. Il tema della misurazione dei risultati è estremamente ampio (lo affronteremo in un white paper dedicato, che sarà disponibile su www.contentmkt.it) ed è oggetto di dibattito anche tra gli addetti ai lavori. La già ricordata indagine del Content Marketing Institute rivela che sono questi gli indicatori più usati dai professionisti statunitensi per giudicare il successo di una campagna: 63% B2B Traffico sul sito aziendale 62% B2C 49% Qualità dei lead 43% Vendite B2B 48% B2B Aumento dei tassi di conversione 39% B2C B2B www.contentmkt.it 54% B2C [email protected] | 12 40% Quantità dei lead B2B 39% Ranking SEO 39% 35% Link in entrata 30% Aumento B2B 39% B2B Tempo speso sul sito aziendale 38% B2C B2B 33% B2B Feedback qualitativi da parte dei clienti B2C (inbound link) 35% B2C B2B Ma solo il 21% dei professionisti nel B2B e il 23% nel ROI della propria campagna di content marketing; e rispettivamente il 15 e il 21% di loro trascura necessità di calcolare il ritorno di una campagna sui social media, d’altronde, è facile sentirsi disorientati. Da un lato c’è l’abitudine consolidata di calcolare la profittabilità del capitale investito tramite il R.O.I., vale a dire il semplice rapporto tra il profitto (guadagno meno costo dell’investimento) e il costo dell’investimento. Dall’altro lato, ci sono le innumerevoli metriche offerte da ogni canale social: il numero di fan e follower, la reach dei post, fino a quelle più complicate che degli 34% B2C il R.O.I. della gestione della presenza su Facebook per il primo semestre del prossimo anno?” oppure “quale R.O.I. ci si può attendere dallo spostamento del 10% delle risorse dal call center tradizionale al customer care via Facebook, nel prossimo trimestre?”. B2C ritiene di avere successo nella misurazione del completamente questo compito. Di fronte alla iscritti La questione, in sintesi, è inevitabilmente complessa. Innanzitutto, il R.O.I. è soltanto uno dei tanti indici di risultato e non può essere applicato indistintamente a qualsiasi attività di content marketing: “quelle di relazione con gli opinion leader della rete, la gestione di una crisi attraverso i social media, la gestione della presenza online per produrre awareness, non sempre possono essere direttamente legare ad un risultato finanziario”, continua Cosenza. Questo parametro misurano il livello di interazione e coinvolgimento. sarà più pertinente per valutare il risultato di una Il problema, suggerisce Vincenzo Cosenza , è che un approccio ragionato, per non incorrere nell’equivoco 3 spesso la domanda iniziale è sbagliata: […] “La domanda “Qual è il R.O.I. di Facebook?” non è corretta. Sarebbe come chiedere “qual è il ritorno dell’investimento del telefono”. La richiesta andrebbe riformulata in modo da comprendere la specifica attività posta in essere, dalla quale ci si attende un risultato finanziario, e il tempo di riferimento nel quale si espleterà. Ad esempio: “qual è 13 | www.contentmkt.it singola campagna, ma anche in questo caso servirà di ricondurre tutto a valori numerici (come l’aumento dei fan o follower) senza riflettere su quanto essi siano strategici per l’azienda. http://vincos.it/2012/03/14/il-roi-dei-social-media-su-panoramaeconomy/ 3- [email protected] Il processo corretto, conclude Cosenza riadattando la “Piramide del R.O.I.” di Jeremy Owyang, è quello che mette in collegamento tra loro: Obiettivi aziendali – L’azienda, ad esempio, si può proporre di migliorare le performance finanziarie e il servizio clienti e a tale scopo può attivare un servizio di customer care via Twitter. In questo caso per valutare i risultati deve misurare il taglio dei costi e la soddisfazione dei clienti. Metriche di business – Per proseguire con quest’esempio, la metrica da considerare è la riduzione del traffico al call center tradizionale. Le metriche specifiche dei social media – Si analizza la percentuale di problematiche risolte attraverso Twitter. In questo modo l’azienda non disperde tempo e risorse per analizzare l’enorme numero di metriche a disposizione, ma si concentra solo su quelle che a tutti gli effetti risultano coerenti tra di loro, contestualizzate e funzionali a una visione più ampia. La piramide del ROI – Vincenzo Cosenza sulla base della piramide di Owyang www.contentmkt.it [email protected] | 14 CONCLUSIONI Arrivati alla fine di questa guida, il percorso è tracciato. Su contentmkt. it troverete tanti altri approfondimenti per gestire al meglio i singoli step della strategia. P er un’azienda, intraprendere una strategia di content marketing significa intercettare uno dei trend più attuali e promettenti nel campo della comunicazione, digitale e non solo. Ma significa anche molto altro. Significa conoscere i propri target di riferimento in modo completamente nuovo, rivoluzionare il modo in cui parla di se stessa e dei propri prodotti, occuparsi di temi e compiti che possono apparire molto lontani dal suo core business, rivedere la propria organizzazione del lavoro, formare il personale o acquisire dall’esterno risorse specializzate. E si potrebbe continuare ancora a lungo. Tutti questi elementi evidenziano in modo incontrovertibile una fatto: il content marketing non è una moda passeggera, ma un cambiamento di paradigma che può rivelarsi faticoso, impegnativo e sfidante. Pur senza la pretesa di trattare in modo esauriente tutti i suoi aspetti, questo white paper ha fornito un quadro generale dei motivi per cui avviare questo percorso e delle fasi operative che bisogna intraprendere. Su contentmkt.it sono in arrivo molti approfondimenti più specifici, per guidare l’azienda passo dopo passo nell’elaborazione della sua strategia 15 | www.contentmkt.it [email protected] www.contentmkt.it [email protected] | 16 CONTENTMKT.IT CHI SIAMO ContentMkt.it è la prima community italiana dedicata al content marketing. Risorse, aggiornamenti, interviste, white paper, opinioni degli esperti: tutto in un’unica piattaforma. N ata nel 2015, ContentMkt.it è la prima community italiana interamente dedicata al content marketing. Chiari e sintetici, i white paper sono gli strumenti A fondarla è Guido Di Fraia, professore associato di Processi culturali e comunicativi e ideatore del primo percorso di laurea magistrale e del primo Executive Master in Italia interamente dedicati al digital e social media marketing. Con lui, un eterogeneo team di professionisti che hanno messo in campo le proprie competenze per offrire agli addetti ai lavori, ai professionisti del marketing, agli studiosi ma anche ai semplici curiosi un qualcosa che fino a ieri in Italia ancora non c’era: una piattaforma unica, costantemente aggiornata, LE RISORSE dove chi ha intenzione di intraprendere, portare avanti o valutare la propria strategia di content marketing può trovare le risorse di cui ha bisogno. Risorse gratuite, accessibili a tutti, divulgative e al tempo stesso assolutamente valide da un punto di vista scientifico e professionale. 17 | www.contentmkt.it fondamentali per guidare la tua strategia di content marketing: analizzano un problema fino a dare passo dopo passo la soluzione, corredandola con dati recenti, trend di settore e suggerimenti pratici. Il blog è una finestra aperta sugli aggiornamenti più recenti del mondo del digital e del social media marketing: contenuti in italiano, chiari e veloci, accuratamente selezionati dal mare magnum delle notizie disponibili in Rete. I tool sono pratici strumenti operativi che vi daranno un aiuto fondamentale per gestire alcune fasi cruciali della strategia: dalla creazione del piano editoriale alla produzione dei contenuti, dalla content curation alla creazione del profilo delle Personas di riferimento. [email protected] CONTENTMKT.IT IL TEAM I profili del team responsabile della stesura di questo white paper. GUIDO DI FRAIA Chief Editor [email protected] Professore Associato di Processi Culturali e Comunicativi. Ideatore e Responsabile scientifico del Master in Social Media Marketing dell’Università IULM di Milano. Coordinatore Dottorato in Comunicazione e Nuove Tecnologie e del corso di laurea Magistrale in Digital Marketing Management Trentennale esperienza ricerche di marketing, consulenza e formazione aziendale. Autore di numerose pubblicazioni sulla comunicazione digitale tra cui: Social Media Marketing. Strategie e tecniche per aziende B2B e B2C (a cura di) MIlano, Hoepli, 2015. I segreti di Google AdWords. (insieme ad Andrea Testa) Milano, Hoepli, 2013. Social Media Marketing. Manuale di comunicazione aziendale 2.0. (a cura di) MIlano, Hoepli, 2011. CARMELO SAMPERI Project Manager [email protected] Laurea in Comunicazione Media e Pubblicità ed Executive Master in Social Media Marketing & Web Communication all’Università IULM di Milano. Oltre 15 anni di esperienza in ITC con specializzazione in sviluppo web. Oltre 6 anni di attività di sviluppo di App e di progettazione e gestione di campagne di Social Media Marketing. Docente e formatore in Social Media Marketing presso la IULM e altre strutture. VALENTINA NERI Editor [email protected] Laureata in Scienze e Tecnologie della Comunicazione all’università IULM di Milano. Giornalista, ha all’attivo esperienze di web content editing, SEO copywriting, social media management, ufficio stampa e Digital PR. Ha collaborato a progetti di ricerca e percorsi formativi nel Digital e Social Media Marketing. www.contentmkt.it [email protected] | 18