www.caosfera.it creativitoria 100% MADE IN ITALY Se gn i Marcello Lisco DOVE SIAMO ARRIVATI? Sessantacinque milioni di anni di “sconnessi balbettii” ISBN copyright 2012, Caosfera Edizioni www.caosfera.it soluzioni grafiche e realizzazione Marcello Lisco DOVE SIAMO ARRIVATI? Sessantacinque milioni di anni di “sconnessi balbettii” Vorrei dedicare quest’opera a chi ha investito soldi, tempo e fiducia per darmi la possibilità di studiare e laurearmi. I miei genitori. Spero di averli ripagati con almeno un briciolo di soddisfazione... Prefazione Tutto cominciò un dì di 65 milioni di anni fa quando un meteorite piombò sulla penisola dello Yucatán. Il risultato dell’enorme botto fu la cancellazione della quasi totalità delle forme di vita sulla terra, compresi i dominatori incontrastati del nostro pianeta fino a quel momento; i dinosauri. Probabilmente oggi al posto mio, se non ci fosse stato quell’evento catastrofico, ci sarebbe un Ing. Bronto Sauro sapiens sapiens o un Dott. T. Rex sapiens sapiens, più probabilmente un Sig. V. Raptor sapiens sapiens, a presentarvi questo lavoro. Il meteorite dello Yucatán lasciò un enorme vuoto di specie e i piccoli mammiferi che sopravvissero alla catastrofe, non avendo predatori che li ostacolassero, furono liberi di riprodursi e differenziarsi nelle specie e nelle famiglie che noi oggi conosciamo e che ancora, in parte, sono sfuggite alla nostra classificazione. 7 Tralasciamo i millenni, i milioni di anni di evoluzione etc. etc. Alla fine siamo arrivati noi, solo duecentomila anni fa. L’uomo moderno o sapiens sapiens. Tralasciamo il bla bla bla della nostra evoluzione in sapiens sapiens, e saltiamo direttamente a 6 mila anni fa quando nacque il buon vecchio Aristotele. Si fa per dire, non so se fosse buono; non l’ho conosciuto! Vecchio; direi di sì! Oggi avrebbe 6000 e rotti anni. Direi che posso permettermi di chiamarlo vecchio! Simpaticamente. Spero che siate d’accordo. Aristotele teorizzo che la materia fosse costituita da atomi, entità indivisibili che unendosi formano la materia che noi vediamo. Da quel dì, tanta acqua è passata sotto i ponti della storia, compreso un olocausto. Tralasciamo il bla bla bla fino ai nostri giorni. Oggi che succede? Diciamo... negli ultimi 200 anni. Dove siamo arrivati? 8 Capitolo 1 Prima del 1900 1.1 - Prima del 1800 Nella preistoria, la prima domanda che l’uomo si è posto potrebbe essere stata... Che cos’è quella cosa luccicante che non riesco a fissare per molto tempo? O... Perché prima era lì e ora è là?; Che sono quei puntini luminosi là? Perché sono così tanti ? O... Ahi! Fa male! Perché? Riferendosi al fuoco. La scienza è nata dalla necessità dell’uomo di dare una spiegazione a ciò che esiste in natura. Spesso, come la storia ci insegna, non conoscendo la spiegazione logica dei fenomeni naturali e non possedendo il concetto di scienza, si additavano gli dei come fautori degli eventi. Esseri soprannaturali con il potere di controllare materia ed energia, plasmarla a loro piacimento ed a proprio uso e consumo. Non mancano ovviamente i grandi pensatori come Aristotele (384-322 a.C.) il quale pensò la struttura atomica della materia. La materia è costituita da atomi legati insieme tra loro. Ovviamente l’epoca storica non permise di verificare l’ipotesi di Aristotele. 9 Fu di Ernest Rutherford (1871-1937) l’onore ed il piacere di scoprire che Aristotele aveva ragione. Nel 1911 fu scoperto il nucleo. Per spiegare la riflessione delle particelle alfa su lamine d’oro, Rutherford1 suggerì il modello atomico2. Fondò la fisica nucleare. Nel 1932 lui ed i suoi studenti furono i primi a spezzare il nucleo di un atomo. “Gridando, diede istruzioni come «interrompi la corrente di protoni... aumenta la tensione di accelerazione». E cose di questo tipo, ma parlò poco di quello che stava succedendo. Alla fine uscì dalla cabina, si sedette su uno sgabello e disse qualcosa del tipo: «Quelle scintillazioni somigliano molto a quelle prodotte dalle particelle alfa. Dovrei essere in grado di riconoscere una scintillazione da particella alfa quando la vedo, perché le conosco dalla nascita». Per la prima volta l’atomo era veramente stato fatto a pezzi dall’uomo, Quello che avevano visto quel giorno erano nuclei di litio, di massa 7, colpiti ciascuno da un protone, di massa 1, che si disintegravano in due particelle alfa (nuclei di elio), di massa 4. L’atomo di litio era stato spezzato. L’idrogeno e il litio erano diventati elio.”3 Quel giorno si trasformò anche nel giorno della prima verifica dell’equazione di Albert Einstei E=mc2. Una parte della massa risultava mancante, era stata trasformata in energia e quell’energia era calcolabile con l’equivalenza di Albert Einstein. 1. Un giorno durante il pranzo, una domenica del 1910, in dicembre e in presenza di un suo ospite disse: «So com’è fatto l’atomo». 2. L’atomo è essenzialmente spazio vuoto. Quasi tutta la sua massa è concentrata in un volume piccolissimo chiamato nucleo. Intorno ad esso ruotano gli elettroni. Solo pochissime particelle alfa, ad esclusione della miriade che passa attraverso lo spazio che separa il nucleo dagli elettroni, deviano la loro traiettoria o” rimbalzano saltando” all’indietro. La repulsione elettrostatica del nucleo respingeva le particelle alfa. La carica positiva è concentrata tutta nel nucleo. La carica negativa è concentrata negli elettroni che ruotano intorno al nucleo. 3. Richard Reeves, Una forza della natura - Ernest Rutherford: genio di frontiera, Le Scienze, Roma, 2012, pag.96. 10 La scienza è l’ingegnosità, la capacità dell’individuo di costruire, teorizzare e adattare per produrre un risultato sono sempre andate a braccetto; sono sinonimi. Per molto tempo, troppo scarse sono state le conoscenze in medicina, fisiologia, fisica e chimica per teorizzare e verificare leggi o predizioni. Essenzialmente si lavorava in modo empirico o alla cieca, si teorizzavano entità o concetti impossibili da dimostrare. Forse, l’unica eccezione è il principio di Archimede secondo cui “Un corpo immerso in un liquido riceve una spinta dal basso verso l’alto pari per intensità al peso del liquido spostato”. Archimede fu matematico, fisico, inventore ed ingegnere. Morì a Siracusa nel 212 a. C. Lo scienziato era colui che sapeva in qualche misura dominare e manipolare gli elementi. Chi sapeva creare il fuoco, chi era in grado di fondere i metalli, etc. Nella Sacra Bibbia, ai versetti 17-18-19-20-21-22 del quarto capitolo del libro della Genesi, quello sulla genealogia, si legge una cosa simile. Cosa accomuna tutti gli scienziati di ogni epoca? Per taluni, l’astio della Chiesa. Più in generale, lo studio della natura, lo studio dei fenomeni che si mostrano agli esseri umani, cercando di replicarli, capirli e descriverli con modelli che li rappresentano o cercando di dedurre leggi che in assoluto o nella maggior parte dei casi descrivono, verificano e predicono gli eventi. Lo strumento usato a tale scopo è la matematica. La matematica ha sempre affascinato gli uomini perché con essa è possibile descrivere e spiegare il movimento dei corpi, per esempio; è possibile descrivere in forma compatta le leggi che si celano dietro le osservazioni della natura. Uno scienziato quindi è un cercatore della verità, della verità che si cela in natura e della natura stessa. Lo scienziato cerca Dio nelle leggi, cerca Dio nella natura e forse Dio stesso alla fine del suo viaggio. Ad oggi siamo al 65 milionesimo anno di viaggio. A memoria d’uomo, se consideriamo la fertilità delle produzioni ed intuizioni della mente umana da parte di un 11 solo scienziato, il 1905 di Albert Einstein è equivalente solo all’Annus Mirabilis di Isaac Newton, il 1966. Isaac Newton, tra il 1665 ed il 1666, si rifugiò nella sua casa di campagna per sfuggire alla peste. In quel periodo pose le basi per il calcolo infinitesimale, la teoria dei colori e la legge universale della gravitazione. Le sue intuizioni furono enunciate al mondo nel 1966. Dal canto suo, nel 1905 Albert Einstein pubblicò quattro articoli che trasformarono la fisica classica nel campo di studi che oggi conosciamo. In ordine di pubblicazione i quattro articoli trattano sotto una nuova ottica: l’effetto fotoelettrico, il moto browniano, la relatività ristretta e l’equivalenza massaenergia e sono chiamati Annus Mirabilis Papers. In omaggio al centenario Einsteniano, L’UNESCO proclamò il 2005 Anno Mondiale della Fisica. L’Assemblea Generale dell’ONU, inoltre, con la risoluzione 58/293 del 16 Giugno 2004 proclamò lo stesso anno Anno Internazionale della fisica. L’equivalenza E=mc² �(Energia = massa per accelerazione della luce al quadrato) fu fondamentale per la realizzazione della bomba atomica e di tutto ciò che è stato realizzato fino ad oggi nel campo della fisica, e non solo. Un corpo a riposo può liberare energia trasformando ed emettendo tutta la sua massa o una parte di essa come radiazione elettromagnetica. Il fattore di conversione c2 significa che “concentrando un grosso quantitativo di energia si possa creare una piccola quantità di massa e che da una piccola massa si possa ottenere un grandissimo quantitativo di energia”. Esempio: un’esplosione nucleare o l’annichilazione materia-antimateria. E, rappresenta l’energia totale meccanica del corpo, espressa in J ( joule = N·m = W·s = kg· m²/s²)4; m, rappresenta la massa a riposo, espressa in chilogrammi c, rappresenta la velocità della luce nel vuoto, espressa in m/ 4. J = joule, unità di misura dell’energia (Sistema internazionale di unità di misura); N= Newton, unità di misura della forza; m= metro, unità di misura della lunghezza; W = watt, Unità di misura della potenza; s = secondo, unità di misura del tempo; kg = chilogrammo, Unità di misura della massa. 12 s5 (299 792 458 m/s, circa 300000 km/s), c2 = 9 × 1016 m²/s². Einstein definiva sconnessi balbettii i lavori che produceva. Nel 1922 Albert Einstein ottenne il premio Nobel per la fisica, non per la Relatività generale ma per l’Effetto fotoelettrico. Einstein stesso scrisse a Born in una sua lettera del 4 dicembre 1926: “Nessuna quantità di esperimenti potrà dimostrare che ho ragione; un unico esperimento potrà dimostrare che ho sbagliato.” Il concetto secondo il quale la massa deformi lo spazio-tempo e che lo spazio-tempo deformato indichi alla massa come muoversi non è esprimibile se non con la seguente frase: è genialità! Poco dopo la pubblicazione della Relatività generale, nel 1919 un esperimento osservò che il campo gravitazionale del sole defletteva i raggi della luce stellare che lo attraversavano durante un eclisse, come predetto dalla Teoria della relatività. Albert Einstein (1879-1955) diventò l’emblema del genio e della genialità. A lui sono dedicati un elemento chimico, l’Einstenio, un cratere lunare, un asteroide, il 2001 Einstein e la Medaglia Albert Einstein, il premio che viene conferito allo scienziato che più si è distinto nel campo di studi del fisico tedesco. Sempre al fisico tedesco, fu dedicato il primo telescopio spaziale per lo studio dei raggi X, l’Osservatorio Einstein (HEAO-2). Il lancio avvenne nel 1978 e la missione fu un grande successo perché riuscì a raccogliere una enorme mole di dati sulle sorgenti del cielo profondo a raggi X. Il telecopio Einstein si disintegrò il 25 marzo del 1982 per l’attrito con l’atmosfera terrestre. Nel 1924 divenne operativa la Torre Einstein. Questa fu dedicata al fisico tedesco e progettata per ospitare strumentazioni dedicate allo studio dello spettro luminoso in relazione alla relatività generale. La Torre Einstein è l’osservatorio dell’Istituto di astrofisica di Potsdam. 5. Sistema internazionale di unità di misura. 13 1.2 - Intrattabilità La parola scienziato, la parola matematico può essere considerata sinonimo di razionalità. Chi vive e lavora in questo campo di studi però è spesso attanagliato da un brivido freddo che scorre lungo la schiena. È il terrore della maledizione dimensionale6. Si presenta allo scienziato come una rivelazione che procura una sensazione di terrore, di ansia mista a rabbia. Probabilmente qualcuno inveisce pure, io per esempio lo faccio all’indirizzo di una entità non bene precisata artefice dell’imminente fallimento di un pensiero. Se ciò non dovesse appagarmi maledico il giorno in cui Eva nel paradiso terrestre ha mangiato la mela invece di banchettare con tutta la frutta a sua disposizione gratuitamente. Invece di arrovellarmi ed angosciarmi, oggi starei cenando nel paradiso terrestre riempiendomi la panza con tutto quel ben di Dio gratuito messo a mia disposizione da Dio stesso. La mia maledizione purtroppo, è la mia scarsa capacità come matematico. Ma questa è un’altra storia! Benché creda ciecamente nella frase di Albert Einstein: “tutti sanno che una cosa è impossibile da realizzare finche non arriva uno sprovveduto e la realizza”; sono ben conscio che ad oggi, tutto ciò che è possibile realizzare è stato già realizzato o quasi. Mi aggrappo con le unghie e con i denti a quel quasi! La maledizione dimensionale è l’elevazione del livello di difficoltà di un compito fino a renderlo intrattabile. Esempio: descrivere l’universo senza sapere con precisione se e quante dimensioni abbia comporta il dover descrivere n universi ognuno con una dimensione aggiuntiva e vedere quale di questi si accosta maggiormente alla realtà. Con l’aumentare delle variabili, cresce la complessità matematica e concettuale del problema fino al punto in cui eseguire calcoli diventa impossibile sia per la complessità che per il tempo necessario alla risoluzione delle equazioni e dei sistemi. 6. Termine coniato da Richard Ernest Bellman (1920 - 1984), matematico. 14