GIOVANNA D’ARCO AL ROGO Undici stanze e un prologo di Paul Claudel Musica di Arthur Honegger Torino TEATRO NUOVO 30 marzo 1967 Giovanna d’Arco Un frate: San Domenico L’Araldo La tigre La volpe Il serpente L’asino Le pecore Il messo di giustizia Il Re di Francia Il Re d’Inghilterra Il Duca di Borgogna La Morte La Stoltezza La Boria L’Avarizia La Lussuria Regnault di Chartes Il Duca di Bedford Giovanni di Lussemburgo Guglielmo di Flavy Madama Botti Heurtebise Attrezzeria di scena: serpente Voci cantanti La Vergine Nicoletta Panni Margherita Graziella Melotti Muzzi Caterina Laura Zanini Una voce di tenore, Porcus, Araldo I Ugo Benelli Un chierico Mario Carlin Una voce di basso, Araldo II Angelo Nosotti Una voce di baritono Otello Borgonovo Una voce di fanciullo Enzo Pasquero Maestro concertatore e direttore Maestro del coro Scene e costumi Regia 22 Giovanna d’Arco fu composta tra il 1934 e il 1935. Claudel, in un primo tempo contrario a una trasposizione in musica della propria opera, mutò poi parere, e lui stesso lesse a Honegger il lavoro, fornendo indicazioni e consigli per la realizzazione musicale, che fu particolarmente complessa. Honegger volle fare di quest’opera un grande affresco offerto alla comprensione di un pubblico più vasto. Le sue innovazioni miravano ad accostare la musica moderna alla sensibilità popolare. Giovanna, ormai prossima a morire sul rogo, rivede come in un sogno tutta la propria vita. (n. d. r.) “Gli eterni materiali della scenografia, forse per la prima volta vengono usati senza pretendere che divengano altro da sé, non tappezzerie di una stanza, non cornici o porte dipinte, nessuna illusione o pretesa di rappresentare qualcosa. Qui la tela dipinta e armata rappresenta solo se stessa. I colori pastello, che avevo fatto dare alla tela, si limitavano a distinguere una superficie dall’altra” (Dante Cappelletti incontra Enrico Job, ivi, pag. 421). “Una profonda ricchezza corale e una altrettanto sorprendente coloritura orchestrale sono le caratteristiche della partitura, cui si aggiungono i caratteri della migliore tradizione coreografica, derivati dalla collaborazione di Honegger con la famosa danzatrice Ida Rubinstein. Il pregio di questo lavoro è nella mirabile fusione di elementi diversi, a cui corrispondono diversi gene- { Valentina Fortunato Sergio Fantoni Enzo Robutti Enzo Fisichella Luigi Sportelli Luciano Virgilio Enzo Garinei Aldo Capodaglio Pier Angelo Civera Marzio Margine Mario Erpichini Franco Cicero Enrico Masiero Enzo Fisichella Guido Viglieno Rina Pinzauti Ebe Alessio Marilena Bonardi Rosalba Garavelli Franco Sabani Pier Angelo Civera Luciano Virgilio Luigi Sportelli Patrizia De Clara Enzo Robutti Gianfranco Rivoli A. Brainovich Enrico Job Luca Ronconi Jeanne d’Arc was written between 1934 and 1935. Claudel was initially contrary to the transposition of his work into music, but later he changed his mind and it was he himself who read the work to Honegger, providing guidelines and advice for its realization in music, which was particularly complex. Honegger wanted to make the work into a sweeping tapestry, accessible to a wider audience. His innovations were aimed at bringing modern music closer to popular sensibility. Joan, about to be burnt at the stake, looks back over her whole life as if in a dream (ed.). “...the eternal materials of set design, ie the canvas, painted and stretched onto wooden frames, are, perhaps for the first time, used without pretending that they become anything other than themselves - neither the furnishings of a room, nor painted frames nor doors. Here the painted and reinforced canvas represents only itself.The drawing is in black and white, but the pastel colours, which I had had applied to the canvas, merely distinguished one surface from the other.” (Dante Cappelletti meets Enrico Job, ibid., p. 465). “The score is characterized by a great choral wealth and an equally surprising orchestral colouring, to which may be added the characteristics of the best choreographic tradition, derived from Honegger’s collaboration with the famous dancer Ida Rubinstein. This work’s merit lies in its admirable fusion of various elements, corresponding to various genres of writing... The opera’s character and its success are ri di scrittura… Il carattere dell’opera e il suo successo si determinano soprattutto nella quarta delle undici scene che la compongono: quella del tribunale di bestie che condannerà la Santa” (M. Mila, La musica di Honegger ingentilisce Claudel, Programma di sala). “La regia curata da Luca Ronconi al suo esordio nel teatro musicale, ha voluto ricondurre lo spettacolo al suo nucleo popolare e religioso, senza concessioni a facili effetti spettacolari… Le scene e i costumi di Enrico Job sono stati molto apprezzati per colore e rigore di movimento” (Vice, Il brioso Arlecchino di Ferruccio Busoni e la drammatica Giovanna d’Arco di Honegger, La Stampa, 31 marzo 1967). above all determined in the fourth of its eleven scenes: that of the tribunal of animals which condemns the Saint” (M. Mila, La musica di Honegger ingentilisce Claudel, Programme Notes). “The intention of director Luca Ronconi, who is making his debut in musical theatre, is to bring the piece back to its popular and religious origins, without making any concessions to facile theatrical effects...The sets and costumes of Enrico Job have been much appreciated for their colour and rigour of movement” (Vice, Il brioso Arlecchino di Ferruccio Busoni e la drammatica Giovanna d’Arco di Honegger, La Stampa, 31 March 1967). Giovanna d’Arco. Bozzetto per la scenografia 23