Le eclissi di Sole e il tempo degli eventi. Controversa è la questione della datazione dell’evento significato da un’eclisse di Sole. A differenza di quanto riguarda il perdurare degli effetti di tale evento, Tolemeo sembra evitare specifiche relative ai tempi della sua manifestazione e, comunque si vogliano interpretare le sue parole, certo non ne tratta con la stessa inequivocabilità. Si legge nei paragrafi 2 e 3 del Cap. VII del libro II del Tetrabiblos: 2. e[peita kaiv ejpiv povsa$ ijshmerina;$ w{ra$ ejn eJkavsth/ parateivnei to; ejpiskivasma th`$ ejkleivyew$. touvtwnv ga;r ejxetasqevntwn, o{ra$ a]n ijshmerina;$ w{ra$ eu{rwmen, ejf jhJliakh`$ me;n ejkleivyew$ ejpiv tosouvtou$ ejniautou;$ paramevnein uJponohvsomen to; ajpotelouvmenon, ejpiv de; seleniakh`$ ejpiv tosouvtou$ mh`na$, tw`n mevntoi katarcw`n kai; tw`n oJlosscerestevrwv ejpitavsewv qewroumevnwn ejk th`$ tou` ejkleitikou` tovpou pro;$ ta; ke;ntra scevsew$. 3. pro;$ me;n ga;r tw`/ aphliwtikw`/ oJrizonti oJ tovpo$ ejkpesw;n th;n te katarch;n tou` sumptwvmato$ kata; th;n prwvthn tetravmhnon ajpo; tou` crovnou th`$ ejkleivyew$ shmaivvei kaiv ta;$ oJlosscerei`$ ejpitavsei`$ peri; to; prw`ton trithmovrion tou` kaq j o{len th;n paravtasin crovnou: pro;$ de; tw`/ mesouravnhvmati katav te th;n deutevran tetravmhnon kai; to; mevson trithmovrion: pro;$ de; tw`/ libikw`/ oJrizonti kata te th;n trivthn tetravmhnon kai; to; e[scaton trithmovrion. “Stabiliti questi dati, stimeremo che l’effetto che ha da prodursi perdurerà, per quanto riguarda l’eclissi solare, tanti anni quante sono le ore equinoziali computate; ma per quanto riguarda l’eclissi lunare, altrettanti mesi. E per quanto riguarda sia gli inizi, sia le più veementi intensificazioni dell’evento, noi li dedurremo in forza della disposizione del luogo eclittico rispetto agli angoli. Giacché se il luogo cade presso l’orizzonte orientale, significa che i primi sintomi dell’evento appariranno nel primo quadrimestre a far tempo dall’eclissi e la sua forza compiuta nel primo terzo dell’intiero periodo della sua durata; se cade presso la culminazione superiore nel secondo quadrimestre e nel secondo terzo; se cade presso l’orizzonte occidentale nel terzo quadrimestre e nell’ultimo terzo della sua durata.” (Traduzione di Giuseppe Bezza) Dunque, se per conoscere quanto durino gli effetti dati dalle eclissi di Luna e di Sole Tolemeo dice di contare in tanti “mesi” per la Luna e in tanti “anni” per il Sole il perdurare dell’oscuramento in ore equinoziali, per individuare l’epoca di inizio di tali effetti dà alla distanza dell’eclisse dal Primo Angolo il valore temporale che intercorrerà tra il verificarsi del fenomeno astronomico e l’inizio dell’evento significato, attribuendo al percorso sopra l’orizzonte – dove va a collocarsi un’eclisse visibile – il valore complessivo di 12 mesi. A questo punto del testo ci si aspetterebbe, per parallelismo con l’assunto precedente, che a tale percorso venga attribuito, per le eclissi di Sole, un valore in anni. Non trovandone riscontro, ecco che si configura il dubbio: tale unità di misura – il mese – vale per calcolare gli inizi degli eventi in entrambi i tipi di eclisse? È per tale ragione che non ne viene data ulteriore specifica? O ciò è da intendersi piuttosto come un’omissione, o una lacuna? E anche se solo di dubbio trattasi, pure non si può non convenire che se la regola impone di considerare due diverse unità di misura per il protrarsi degli effetti, altrettanto ci si possa attendere per il loro manifestarsi. Il dubbio non è solo dei nostri tempi, come si può ben immaginare, e molte sono le tesi che sono state formulate per scioglierlo, basandosi o meno sul testo tolemaico: si è voluto assegnare anche alle eclissi di Sole la misura temporale del mese; per esse si è attribuito 1 al percorso sopra l’orizzonte il valore di 12 anni anziché 12 mesi; si sono introdotte variabili quali le ore temporali del Sole del momento e del luogo dell’eclisse come valore da convertire in tempo (anni o mesi) o il rilevamento del punto dell’eclisse in rapporto all’Angolo a partire non dalla sua centralità ma dal primo contatto… in realtà nessuno di questi modi sembra trovare quella rispondenza pratica che lo avvalorerebbe ma soprattutto, io credo, nessuno sembra corrispondere alla logica che regge tale argomento nel Tetrabiblos in particolare e che permea il pensiero antico in generale, una logica volta ad interpretare la fenomenicità attraverso i ritmi che la governano e che della conoscenza dei suoi cicli sa servirsi ma senza mai sostituirne il mero calcolo alla loro anima. Invero la domanda da porsi è: perché Tolemeo attribuisce allo spazio sopra l’orizzonte, di certo almeno per la Luna, il valore di 12 mesi? L’interpretazione più comune sovrappone l’ora temporale al mese sinodico lunare e ne deduce che le 12 ore sopra l’orizzonte si traducano in 12 mesi. Tale presupposto mi appare chiaramente fuorviante allorché traduce in 12 anni lo stesso spazio temporale se riferito ad un’eclisse di Sole, innanzitutto perché troppo lungo è questo lasso di tempo in rapporto al numero di eclissi che vi si verificano, in secondo luogo per una certa qual meccanicità di ragionamento che non mi sembra aderente ad un “sentire” astrologico classico, per le ragioni già esposte. In realtà, se solo lo spazio dall’Angolo d’Oriente all’Angolo d’Occidente è atto a tale computo per la sua evidenza supra terram, potrebbe essere una pura coincidenza, e non una traslazione, il fatto che il numero delle ore che occupano tale spazio sia 12 com’é 12 il numero dei mesi dell’anno! O, in altre parole, che non sia la metà del percorso giornaliero del Sole (24 ore: 2 = 12) il numero da cui partire per fare l’equivalenza in mesi, o anni, ma più propriamente che lo spazio supra terram vada scandito secondo il moto della Luna per gli eventi che seguono alle eclissi di Luna, secondo il moto del Sole per gli eventi che seguono a quelle di Sole e che solo dopo averne riconosciuto i ritmi rispettivi, ci si potrà volgere a quantificarne i tempi. Seguendo tale traccia, da un lato ne discende un modo di ordinare la misura dei tempi che non è tanto formalmente numerico quanto sostanzialmente ciclico, dall’altro si prelude ad un ordinamento dei tempi d’inizio dell’evento prefigurato dall’eclisse solare mai ipotizzato finora ma che risponde bene alla tradizione, e che ora andrò ad esporre. All’inizio ho già ricordato come Tolemeo, per calcolare quanto si protraggano gli effetti dati dalle eclissi, dica di contare in tanti “mesi” per la Luna e in tanti “anni” per il Sole il perdurare dell’oscuramento contato in ore equinoziali. Mi sembra importante ravvisare come ciò sia perfettamente coerente – oltre che ai rispettivi luminari – anche al tipo di fenomeno considerato: non a stabilire l’inizio dell’evento ma a calcolare la durata dei suoi effetti ben si attaglia la misura del protrarsi dell’eclisse e dunque le due cose – inizio e durata – vanno di conseguenza considerate, e calcolate, distintamente. Tolemeo dice anche un’altra cosa per calcolare l’inizio dell’evento, e cioè di suddividere in tre parti lo spazio dall’Angolo d’Oriente all’Angolo d’Occidente e di valutarne ciascuna parte come il terzo di un anno (o quadrimestre). Vale la pena di chiedersene il perché. Sia il Sole che la Luna in una propria rivoluzione percorrono l’intera fascia dello zodiaco immateriale – il Sole in 365 giorni circa e la Luna in 27 giorni circa – ma sappiamo che è il Sole ad impregnarlo più durevolmente della sua luce e a trasferirvi i significati delle sue alterazioni. 2 Il moto della Luna tra coniunctio e coniunctio col Sole, di poco si differenzia per durata – 29 giorni circa – da quello della rivoluzione siderale ma di questo è ben più evidente e perciò ha generato la prima ripartizione del tempo in mesi (termine che ha la stessa radice della parola misura); a sua volta il moto del Sole, tra l’equatore e i due tropici lo scandisce in maniera altrettanto evidente, almeno per la fascia temperata della Terra, in stagioni (da stationem, atto di stare, stanza, dimora). Dunque l’anno, ciclo determinato dal luminare principe su cui si fonda il calendario degli uomini (nello specifico, già da più di un secolo rispetto al tempo di Tolemeo è in vigore il calendario romano giuliano), è misurato da 12 mesi riconducibili alle alterazioni sensibili della Luna e da 4 periodi stagionali dati dalle alterazioni sensibili del Sole. Ma poiché tra i moti della Luna e del Sole (in un anno ci sono 13 lunazioni che delimitano 12 periodi mensili + 10 giorni circa: 29,53 giorni x 12 = 354 giorni) c’è un piccolo scarto da ricomporre, applicare la stessa suddivisione per 12 all’anno solare – o zodiaco – e assumerne la dodicesima parte fornisce una misura più funzionale al computo del tempo: il mese solare, o segno zodiacale. Se per le ore di luce era dal Sole che gli orologi dei popoli antichi traevano informazioni, per misurare le ore notturne gli Egizi si servivano del merkhet, detto anche orologio decanico, mediante il quale osservavano le posizioni di 36 stelle a sud dell’eclittica, catalogate con qualche differenza rispetto al modo mesopotamico che pure le teneva in conto, e di cui il merkhet in un mese registrava il giro completo. Tali stelle, menzionate successivamente da Teucro, Valente, Paolo Alessandrino, col nome di paranatevllonta, “che sorgono contemporaneamente” (in questo caso, ad una data costellazione zodiacale), prendono il nome di decani da deka, 10, e suddividono il mese in 3 settori di 10 giorni, con una ripartizione sia temporale che demonica. Così, tornando al perché affiorato prima, ora non mi appare più una circostanza oscura che Tolemeo dica di suddividere lo spazio temporale idoneo al computo in 3 parti, in quanto la si può agganciare ad una antichissima misurazione siderea delle ore notturne e del mese (che comunque lo si intenda, sempre dal ciclo lunare deriva) di derivazione indù, mesopotamica ed egizia. Qual è – ora bisogna chiedersi – l’unità di misura, e il suo sistema di misurazione, se passiamo dalle eclissi di Luna alle eclissi di Sole? Se il mese e i suoi 3 decani sono della Luna, del Sole è l’anno tropico e 4 le stagioni astronomiche che la linea dei solstizi e quella degli equinozi determinano. E anche se lo spazio da considerare, secondo la regola tolemaica, ha da essere emiciclico perché l’eclisse sia visibile, della totalità dei cicli temporali dei luminari esso deve pur tener conto. Allora, il tempo utile per gli eventi significati dalle eclissi di Luna sono dati da 1 mese, ciclo lunare, moltiplicato per 12, i periodi dati dalla Luna all’interno del ciclo solare, e come il mese suddivisi in 3 spicchi: il risultato coincide con la regola. In analogia, per gli eventi significati dalle eclissi di Sole, il tempo è dato da 1 anno, ciclo solare, moltiplicato per 4, i periodi dati dal Sole in un anno = 4 anni, da suddividere in 4 spicchi: ecco che qui si determina la divergenza del risultato pratico con tutti quelli precedentemente ipotizzati ma il principio teorico è perfettamente logico e parallelo alla tempistica – unanimamente accettata – da attribuire alla Luna. A questa ricostruzione fondata sull’anno (pur con sottomultipli mensili o stagionali) e quindi definibile più solare che lunisolare, si può muovere proprio l’obiezione di dare un ruolo egemone al luminare diurno e al suo tempo ciclico. D’altra parte è Tolemeo a definire il valore di un anno come tempo massimo per le eclissi di Luna, e su questo dato 3 non è certo il caso di discutere. Non c’è peraltro un ciclo alternativo all’anno a cui poter fare riferimento per il Sole e le sue eclissi, né può esser preso in considerazione il saros, il ciclo periodico che le comprende tutte in numero di 29 lunari e 41 solari, numero che – non si può non notare – ripropone valori vicini al 3 per la Luna e al 4 per il Sole. Le divisioni in 2 (giorno/notte per il ciclo diurno), 3 (decani per il mese) e 4 (stagioni per l’anno) sono fondanti dell’astrologia e generano, coerentemente al carattere dei fenomeni da cui derivano, l’alternanza del diametro, la concordia del trigono, il volgimento del quadrato. Il mondo sublunare ha numero 3 (Luna, Mercurio, Venere), quello supralunare 4 (Sole, Marte, Giove, Saturno). Al Sole i pitagorici correlavano la corda mediana, ovvero la quarta, della lira eptacorde, e al Sole Albubater ascrive il quarto mese di formazione del feto. Ogni 4 anni il Sole recupera in un giorno intero la frazione di giorno eccedente ogni anno (365,2422 giorni solari medi x 4 = 1460, 9688 o quasi 1461). Ciò significa che ogni 1460 anni solari c’è l’inserimento di un anno intero e gli anni diventano 1461. Tale periodo era detto dagli Egizi periodo di Sirio, o “grande anno” o anno dell’occhio del Cane, perché legato al ritardo dell’ascesa di tale stella e al ritorno di essa allo stesso punto. Pure, condivisibile mi pare un altro filo logico: sappiamo che alle 4 stagioni del Sole sono assimilabili le 4 fasi lunari, quindi, se per le eclissi di Luna il periodo indicato da Tolemeo è dato da 4 (numero relativo alle fasi lunari) moltiplicato per 3 (numero relativo alle suddivisioni del mese in decani) = 12 mesi da suddividere in 3 spicchi di 4, per le eclissi di Sole il periodo sarà dato da 4 (numero relativo alle stagioni) moltiplicato per 12 (numero relativo alle suddivisioni dell’anno in mesi/segni) = 48 mesi da suddividere in 4 spicchi di 12 (o in 3 spicchi di 16). In questa ipotesi il ciclo a cui si riferisce il valore numerico finale è il mese, dando perciò più alla Luna ruolo ordinatore. E, data l’identicità del risultato, si palesa una volta di più l’inequivocabile compenetrazione dei due cicli, che appaiono così congegnati per funzionare ancora una volta sinergicamente. Arrivata a questo punto, ipotizzerei che una possibile causa del tacere tolemaico può essere stato il fatto che non sarebbe stata esauriente una semplice distinzione tra misurazione in mesi per le eclissi di Luna e in anni per le eclissi di Sole (non più di quell’isolato accenno alla tripartizione dell’emiciclo) ma si rendeva necessaria un’esposizione più argomentata che del particolare interagire dei due luminari – sulle tracce dei palaioi – dipanasse il filo. E che forse il novo Tolemeo volle evitare. Il metodo di calcolo esposto nel Tetrabiblos, fondandosi sulla misurazione dell’emiciclo visibile, esclude di fatto le eclissi ipogee (che sappiamo hanno presso altri autori, come Efestione, un loro riconosciuto valore) e solo in conseguenza di ciò esse non sono presenti nei riscontri che ho voluto effettuare per verificare la ricostruzione teorica esposta. Aggiungo che, come Tolemeo insegna, ho cercato nelle figure delle sizigie intorno alla scadenza indicata dalla figura dell’eclisse le familiarità necessarie ad una reale manifestazione degli effetti. Infine, pur consapevole del ruolo degli ingressi del Sole nelle previsioni cattoliche, non li ho tuttavia considerati per i casi presi in esame, dacché questo studio è dedicato allo scioglimento della questione sulla datazione a partire dalla figura dell’eclisse. Per i riscontri effettuati ho adottato i seguenti criteri: 4 - individuazione dei Paesi secondo l’attribuzione geografica di Tolemeo e in caso di dubbio tra più attribuzioni, dando valore alla linea di centralità dell’eclisse; allo stesso fine ho privilegiato altresì l’angolarità delle stelle fisse; distinzione tra il momento dell’inizio e il protrarsi dell’evento, da interpretarsi come relativi a due indici distinti (l’uno alla distanza dal Primo Angolo, l’altro alla durata dell’eclisse); considerazione esclusiva del momento di centralità dell’eclisse; utilizzo delle coordinate topocentriche; adozione dei confini tolemaici perché secondo la pratica che ho fatto finora in astrologia giudiziaria funzionano meglio: e allora perché non anche in astrologia cattolica? Ma mi rendo conto che quest’ultimo punto è opinabile. Riporto di seguito l’esame di otto eventi i cui risultati hanno confortato in modo netto la mia ipotesi, a mo’ di incipit per chi vorrà verificarne la fondatezza mantenendo però determinati criteri di correlazione tra eclisse significante ed evento significato. Infatti l’indagine che segue, volta soprattutto al problema della datazione, pure non trascura l’analisi del “fatto” e nel primo esempio si cimenta nella sua individuazione a partire dall’eclisse mentre, negli esempi in cui si sono presentate più eclissi possibili per il medesimo fatto, dapprima seleziona quella relativa per i riscontri qualitativi coerenti all’evento significato e solo poi ne verifica la datazione. d Eclisse di Sole dell’11 Agosto 1999 A differenza degli altri esempi, in cui a ritroso ho cercato l’eclisse che annunciava l’effetto, di questa eclisse ho tentato di identificare l’evento specifico di cui, tra i tanti accaduti gravi e successivi, è stata l’indice. L’eclisse avviene nel segno del Leone, ed è visibile in una vasta area che comprende l’Europa, l’Africa settentrionale e porzione dell’Asia. Ma lungo la linea di centralità, e rispetto al punto di massimo oscuramento, sono senz’altro l’Europa e l’Asia Minore ad essere più coinvolte. Nel Cap. IV del libro II del Tetrabiblos, al Leone sono correlate l’Italia, la Gallia, la Sicilia, l’Apulia, la Fenicia, la Caldea e l’Orchenia. Di queste regioni, si trovano esattamente lungo la linea di centralità la Gallia, odierna Francia, e la Caldea, odierna porzione dell’Iraq che si affaccia sul Golfo Persico. Erigo la figura dell’eclisse per Baghdad, capitale dell’Iraq, dove il massimo oscuramento è del 93,87% e vedo che sorge Antares e tramontano Betelgeuse e Sirio – quest’ultima vicina per declinazione ai luminari – : tre stelle di prima grandezza di natura Marte/Giove e Marte/Mercurio che, angolari nelle eclissi, sempre segnano violente calamità. Così di Antares e Sirio scrive l’Anonimo riguardo alle geniture: “Se pertanto una di queste sorge all'oroscopo ovvero si leva al momento del parto o culmina, fa coloro che hanno una tale disposizione: illustri generali, che sottomettono regioni e città e popoli, coloro che governano, che sono portati all’agire, gli insottomessi, coloro che parlano schiettamente, che hanno il gusto della lotta, che conducono a termine i loro propositi, efficaci, virili, vittoriosi, che danneggiano i propri nemici, opulenti e forse ricchissimi, d’animo grande e ambiziosi e generalmente non 5 muoiono di buona morte; nascono inoltre gli amanti della caccia, i conoscitori e i proprietari di cavalli e quadrupedi.” E riguardo alle stelle di natura Marte/Mercurio come Betelgeuse: “Quando sorgono all'oroscopo in una genitura diurna fanno gli audaci, i feroci, coloro che sono portati al pentimento, i falsi, i ladri, i senza dio, privi di amici, simulatori, insolenti, si macchiano di omicidio, falsari, imbroglioni e talora non hanno una buona morte, soprattutto in genitura diurna”. Sui luminari si eleva col quadrato destro Saturno, prossimo alla Stazione Mattutina e al ventre, che detiene il dominio dell’eclissi per essere signore di esaltazione, triplicità, confini del Culmine superiore e triplicità dell’Occaso; i luminari a loro volta si elevano col quadrato destro su Marte: dunque i malefici, che aumentano il loro maleficio ancorché in diametro, testimoniano entrambi fortemente il luogo dell’eclisse mentre i benefici sono, rispetto a tale luogo, pressocché silenti. Dei due soprattutto Venere, signore dei confini dei luminari, sotto i raggi e retrograda, in caduta e cadente, non testimonia: signora della X in IX, potrebbe significare la caduta e l’espatrio di Saddam. Il luogo dell’eclisse è l’VIII, e ivi c’è altresì Mercurio con Nemesis ed opposto a Tolma, in levata eliaca, in parallelo mondano a Saturno e in antiparallelo di declinazione a Marte: dei due 6 malefici porta testimonianza mentre sorgendo fa figura al Sole. Ed essendo signore della VII, eccolo significare il nemico che ritorna e che della sovreminenza di Giove si ammanta col valore della legalità, come in effetti accadde. Le corrispondenze sono notevoli e mi incoraggiano a passare al calcolo dei tempi. I luminari distano dall’orizzonte orientale h 8,48 che corrispondono a mesi 33,92 (48 x 8,48 : 12), ovvero a 2 anni, 9 mesi e 27 giorni. A partire dall’11 agosto 1999, si arriva così all’8 giugno 2002. Ora, se è vero che la genesi della guerra in Iraq è stata complessa nelle sue origini sia temporali che causali, pure è innegabile che proprio a partire dal giugno del 2002 inizia l’escalation di offensive straniere in terra irachena: dopo circa nove mesi di calma dall’ultima aggressione angloamericana contro bersagli militari e di silenzio nei notiziari, si innesca una spirale che non avrà più pause. Il 26 giugno aerei inglesi e americani bombardano un posto di controllo delle forze militari nel nord del Paese; il 19 Luglio muoiono 5 civili e ne rimangono feriti 8 durante un raid delle stesse forze nemiche; il 6 Settembre più di 100 aerei americani ed inglesi distruggono la base aerea di Rtwan e, a partire dall’autunno, inizia l’ammasso di forze militari estere in Iraq mentre il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite approva la risoluzione che impone le nuove condizioni per la ripresa delle ispezioni nel Paese. Ancora qualche mese e Bassora, nell’antica Caldea, diverrà famosa in tutto il mondo ma è evidente che, visto dalla parte dell’Iraq, il punto di non ritorno dell’offensiva nemica, quando tangibile si è fatto l’intento bellico dell’invasore, si pone tra il giugno e il luglio del 2002, con la ripresa dei raid e i primi morti civili. Il Novilunio del 10 giugno 2002 si compie nel luogo del tramonto della figura dell’eclisse del 1999 e congiunto ai luminari c’è Saturno, signore di quell’eclisse. Culmina Altair, altra stella di natura Marte/Giove. d Terremoto della Valle del Belìce Il terremoto della Valle del Belìce avvenne nel gennaio del 1968 nella Sicilia occidentale. La prima scossa, leggera ma non troppo, fu chiaramente percepita all’ora di pranzo di domenica 14: presa come un avvertimento, indusse molte persone a passare la notte dormendo al pianterreno o 7 nelle automobili parcheggiate in strada; faceva freddo, data la stagione, e non si poteva pensare di dormire all’aperto. Alle 3 e 1 minuto di quella stessa notte una scossa del IX grado della scala Mercalli distrusse completamente i paesi di Gibellina, Montevago, Salaparuta e danneggiò gravemente Poggioreale, Salemi, Santa Ninfa, Santa Margherita Belìce e meno gravemente altri paesi limitrofi. I morti furono 351, di cui 133 a Gibellina e solo il fatto che molti avessero scelto di passare la notte fuori casa impedì perdite maggiori. Infatti i senzatetto superarono i 100.000 e per 4/5 giorni cercarono tra le macerie parenti dispersi e beni ancora possibili da salvare. Saltarono le linee elettriche e telefoniche e la ferrovia si interruppe in più punti. I soccorsi, inviati in ritardo e scarsamente coordinati, dovettero così svolgersi tra gravi disagi. Il 20 gennaio una pioggia torrenziale, la furia del vento e un forte abbassamento di temperatura resero ancora più disumana la condizione dei sinistrati e dei soccorritori: la valle del Belice si trasformò in una palude di fango. Iniziò un esodo di massa, le terre e il bestiame svenduti, decine di migliaia di persone emigrarono. Intanto si succedevano diluite nei giorni scosse leggere (in tutto furono 65), le cosiddette “d’assestamento” ma nella tarda mattinata del 25 gennaio una lunghissima scossa dell’VIII grado travolse una squadra di soccorso all’opera e fece l’ultima vittima. A differenza di altre regioni italiane colpite da terremoti o inondazioni, qui la ricostruzione è stata interminabile e non è ancora del tutto finita, mentre l’economia locale ha irreversibilmente cambiato corso aprendo le porte all’indigenza e al degrado. 8 Antecedenti a questo evento vi furono visibili in Sicilia due eclissi: una di Sole il 20 maggio 1966 presso le Pleiadi, porzione di cielo legata alle piogge e – qualora vi si compiano eclissi – ai sismi, e una di Luna che però è da scartare perché precede di più di un anno l’evento in esame. Erigo la figura dell’eclisse di Sole per Gibellina che è, tra i paesi distrutti, quello col maggior numero di morti: il massimo oscuramento è del 79,12% e si compie alle 9h 14m 04s UT. Mentre sorgono i primi asterismi del Leone, correlato da Tolemeo alla Sicilia, due stelle di prima grandezza di natura Giove/Marte brillano ai cardini: Altair all’occidente (DHMC 5,72) e nel cardine sotterraneo Arcturus, la “stella rossa” (DHIC 0,36) con la stessa declinazione dei luminari. Nel luogo dell’eclisse, il X, ci sono Marte e Mercurio, entrambi invisibili. Mercurio è signore dei confini dell’AS; Marte, che in tale porzione di cielo eccita i terremoti, è signore dei confini dei luminari e di domicilio e confini dell’Ipogeo, dov’è Arcturus. Venere, che ha diritti sul cardine più prossimo, ed è in domicilio di Marte e cadente, non osserva. È Marte ad assumere il dominio dell’eclisse. Saturno orientale in IX luogo osserva sovreminente con l’esagono lo stellium in X, col quadrato Giove – e pertanto distrugge le sostanze e separa con la morte dai congiunti – e col trigono le Sorti lunisolari, Insidia e Attività all’oriente – e pertanto arreca ogni cattiva sorte, morale e materiale. Il luogo dell’eclisse dista dall’orizzonte orientale h 4,44 corrispondenti a mesi 17,76 ovvero a 1 anno, 5 mesi e 23 giorni. A partire dal 20 maggio 1966, si arriva così al 12 novembre 1967. Il primo Novilunio a partire da questa data è il 1° dicembre ma non vi sono evidenti familiarità 9 con la figura dell’eclisse. Che invece ci sono per il Novilunio successivo, il 31 dicembre: tramontano le Pleiadi, Mercurio è con i luminari, Saturno li osserva dal IV luogo, in parallelo mondano con Marte. Nella figura del terremoto, poco prima del Plenilunio, Marte nella notte è unito al cardine sotterraneo, in diametro a Giove retrogrado e in esilio. d La I Guerra Mondiale Non c’è bisogno che qui descriva la genesi o il decorso di quest’evento del nostro recente passato storico. Basterà ricordare che il conflitto iniziò con l’invasione del Belgio il 28 luglio del 1914. Considererò dunque l’eclisse, visibile in tutta l’Europa, del 17 Aprile 1912. L’Ariete, luogo dove avvenne l’eclisse, è correlato in Europa agli odierni Belgio, Germania, Gran Bretagna e perciò, ripetendo la prassi adottata per l’invasione dell’Iraq, erigo la figura per Bruxelles, capitale del primo paese aggredito, dove l’oscuramento fu del 98,20 %: 10 Sorge Sirio (DH 5,86) e angolare all’Ipogeo c’è Arcturus (DH 0,04): ancora una volta delle stelle di natura Marte/Giove si pongono agli angoli. L’eclisse è in IX casa e con i luminari c’è Mercurio invisibile e retrogrado, in esagono mondano a Marte, suo signore di domicilio e confini. Saturno, signore dei confini del luogo dell’eclisse e di domicilio e triplicità dell’Occaso, è in prossimità del tramonto eliaco ed è in parallelo mondano ai luminari e a Mercurio, è in X, e pare confrontarsi minaccioso col luminare eclissato.Venere, signore del Culmine per domicilio, triplicità e confini, è sotto i raggi ma non si può dire – per la distanza – compresente al luogo dell’eclisse e, in domicilio di Marte e ad esso quadrata, ne viene “presa”. Il dominio è complesso ma credo vada attribuito a Saturno e Mercurio. Marte, nella costellazione dei Gemelli cioè in segno umano, signore della IX, luogo d’espatrio oltre che luogo dell’eclisse, in caduta in XI luogo e nel giorno, può indicare l’invasore straniero e il suo insuccesso. Giove retrogrado è con Shaula, stella Mercurio/Marte. Il luogo dell’eclisse dista dall’Orizzonte orientale h 6,48 che corrispondono a 25,92 mesi, cioè a 2 anni, 1 mese e 27 giorni. A partire dalla data dell’eclisse si arriva alla metà di giugno 1914. Il primo Novilunio a partire da questa data è il 23 giugno dove culmina Marte con Regulus in diametro a Giove e i luminari sono laddove era Marte nella figura dell’eclisse. d La Rivoluzione russa del 1917 Anche in questo caso, come per la guerra in Iraq, la genesi storica e il manifestarsi dell’evento sono complessi e non riconducibili ad una data precisa ma certo è che a partire dall’allontanamento dello Zar dalla capitale, avvenuto nella prima metà di marzo secondo il calendario gregoriano (a febbraio secondo il calendario giuliano, indietro di 13 giorni, vigente in Russia) fino alla prima decade di novembre, il 1917 è l’anno della Rivoluzione russa. Il 21 agosto del 1914 ci fu un’eclisse totale di Sole, la cui linea di centralità attraversò tutta la parte settentrionale dell’Asia. Tolemeo attribuisce questi luoghi al trigono d’aria e nell’elenco delle regioni allora considerate – che non si spinge oltre una certa latitudine – menziona tra le più settentrionali la Sarmatia, regione a nord del Mar Nero. 11 In quella stessa direzione, sotto la penisola scandinava, sorge San Pietroburgo, allora capitale dell’Impero russo e residenza degli Zar. Città la più importante tra quelle poste lungo la linea di centralità dell’eclisse, registrò un oscuramento del 92,19%. L’eclisse è in IX casa e con i luminari c’è Regulus (DH 1,88 d12,39), stella Marte/Giove, culmina la Chioma di Berenice, stella Luna/Marte e tramonta Aldebaran, natura di Marte. Di Marte sono i confini del luogo dell’eclisse e dell’Occaso, di Saturno la triplicità e l’esaltazione del MC. Venere è signore del Culmine e del DS e lei stessa è alta nel cielo ma alto nel cielo è anche Marte: entrambi invisibili, non osservano i luminari, testimoniati invece da Saturno orientale con un esagono nel mondo e, con un quadrato nello zodiaco ed un esagono nel mondo, sempre Saturno sovrasta Marte. Saturno ha di certo il dominio dell’eclisse ed è nei Gemelli, segno del trigono d’aria, a cui fa capo l’Asia del nord secondo Tolemeo. Signoreggiando anche Giove, retrogrado e cadente, in largo diametro al luogo dell’eclisse, ne disperde la già debole testimonianza. Il cardine più prossimo all’eclisse, il MC, è in segno umano, indice di guerra e di tumulti. La sorte dei Fratelli con Saturno e Tolma nel IV luogo sembrano indicare la guerra civile e, opposte alle sorti di Padre e Madre in XII casa, le sorti di Figli e Nemesis sembrano significare la ribellione definitiva del popolo russo ai Romanov e la loro caduta. Il luogo dell’eclisse dista dall’Orizzonte orientale h 7,94 che corrispondono a 31,76 mesi, cioè a 2 anni, 7 mesi e 23 giorni. A partire dalla data dell’eclisse si arriva al 13 aprile 1917. Ma nei noviluni successivi non ho rilevato alcuna familiarità con la figura dell’eclisse del 1914, anche se è proprio in quel periodo che un esule russo, detto Lenin, decide di tornare in patria e pubblica le “tesi d’aprile”. C’è però da dire che il 23 gennaio del 1917, cioè poco prima dello scadere del tempo, un’altra eclisse ha oscurato (65,67%) il cielo di San Pietroburgo, alle 7h 26m 59s UT e la cosa notevole è che per tale ora tramonta Regulus che nell’eclisse del 1914 era unita ai luminari e che a questi, 12 ora uniti a Marte, si oppone Saturno acronico, signore del luogo dell’eclisse per domicilio, triplicità e confine, in una sorta di diametro forte. Entrambi i benefici, che hanno diritti su AS e MC, sono nel domicilio dei malefici. Il luogo dell’eclisse dista dall’orizzonte orientale h 1,29 che corrispondono a 5,16 mesi, cioè a 5 mesi e 5 giorni: si arriva così al 28 giugno 1917. Il Novilunio successivo cade il 19 luglio ma quello che mi sembra interessante è il Novilunio del 16 settembre: Marte e Saturno sono presso il luogo di quell’eclisse, culmina Regulus che là era coi luminari, e la Chioma di Berenice che là culminava è ora nel luogo del Novilunio. Sembra che l’eclisse di gennaio abbia funzionato da trampolino temporale per posticipare i tempi dell’evento, pur sempre proveniente dalla matrice del 1914 ma che in effetti si trascinò tra opposti partiti per tutto l’anno! Infatti, solo agli inizi di novembre, la “rivoluzione d’ottobre” (così denominata sempre per via del calendario giuliano) determina l’assetto della nuova Russia. 13 La peste del 1656 a Napoli Nella primavera del 1656 si manifestò in Italia un’epidemia di peste. A Napoli in particolare le perdite umane furono più elevate che altrove, anche per la sottovalutazione del fenomeno da parte delle autorità governative. I primi casi rilevati dai medici si ebbero a gennaio, e già a marzo il loro numero era consistente ma solo alla metà di maggio venne riconosciuta l’epidemia in quanto tale. Su 4.500.000 abitanti del Regno di Napoli ne morirono, soprattutto tra maggio e luglio, ben 900.000, numero decisamente superiore a quello delle vittime dell’Italia centrale e della Liguria, dove la peste si manifestò in giugno ma fu avversata da più accorte prevenzione e profilassi (notizie tratte dagli Annali del Corradi). Precedenti a quest’evento vi furono un’eclisse anulare di Sole il 6 febbraio 1655, una penumbrale di Luna il 22 gennaio 1655 e una totale di Sole il 12 agosto 1654. Quest’ultima mi sembra la più idonea per tre fattori che, insieme, acquistano un indubbio rilievo: il segno in cui si compie, il Leone, che è correlato all’Italia; la sua maggiore cospicuità rispetto alle altre (a Napoli raggiunge un massimo oscuramento del 52,35%); la presenza dei due malefici sul luogo dell’eclisse. È Giove il signore di triplicità e confini dei luminari ma non li osserva; Venere, libera dai raggi e in dignità, è signore di domicilio dell’AS e di triplicità e confini del MC e si pone in parallelo mondano ai luminari e a Marte, sovrastando col quadrato Sinos. 14 I due malefici sotto i raggi, assediano per corpo Luna e Sole e con Saturno (e Cauda) c’è Regulus, di pari declinazione al malefico major. Prossimo al tramonto eliaco è Mercurio, unito a Denebola e che a Giove si oppone in renuntio mutua. E se sorge Spica, stella soccorritrice Mercurio/Venere, angolare all’Ipogeo c’è Altair. I due malefici sotto i raggi, assediano per corpo Luna e Sole e con Saturno (e Cauda) c’è Regulus, di pari declinazione al malefico major. Credo che qui la compresenza determini il dominio, in particolare di Saturno signore per esaltazione e triplicità dell’AS che riceverà, prima che Mercurio tramonti, l’applicazione della Luna calante. Ma anche i ruoli di Marte e Venere mi appaiono significativi. E sia Venere che il segno che sorge sono in figure umane, e Venere che osserva Sinos in XII e ne dispone per domicilio e confini, unitamente a Saturno – che ne dispone per esaltazione e triplicità – unito a Regulus, possono indicare il morbo e la sua virulenza. Il luogo dell’eclisse dista dall’Orizzonte orientale h 4,58 che corrispondono a 18,32 mesi, cioè a 1 anno, 6 mesi e 10 giorni. A partire dalla data dell’eclisse si arriva al 22 febbraio 1656. Nel Novilunio del 25 Venere culmina in domicilio di Saturno con Altair ed è trigona a Saturno destro che è nella caduta di Venere. Marte è all’Orizzonte orientale nel proprio esilio e unito in segno diverso a Giove in domicilio di Marte. d Il ciclone Sidr Il ciclone Sidr ha investito il Bangladesh meridionale il 15 novembre del 2007. Il Bangladesh non è nuovo a questo tipo di calamità e le ha affrontate negli ultimi decenni con la costruzione di rifugi per la popolazione in grado di resistere alla furia degli elementi. Ma il cambiamento climatico in atto genera un maggior numero di cicloni e quindi, nonostante la prevenzione attuata, ne mantiene alta la pericolosità. Nel novembre scorso i venti sono arrivati a 240 km orari, le onde del mare si sono alzate fino a 15 metri, circa 3.500 sono stati i morti, un migliaio i dispersi, più di 40.000 i feriti, oltre 15 563.000 le case completamente distrutte e 885.000 quelle gravemente danneggiate. Il numero dei senzatetto è stato di oltre tre milioni, gravissimi i danni all’agricoltura e al bestiame. Il 19 marzo 2007 si è verificata un’eclisse di Sole parziale, visibile nell’Asia orientale e in Alaska, che a Khulna ha raggiunto il 31,26% di massimo oscuramento. Khulna è il capoluogo della provincia omonima, la più colpita nella regione attraversata dal delta che sfocia nel Golfo del Bengala. Il luogo dell’eclisse è tra la XII e l’XI casa, nei Pesci, tra Fomalhaut e Miaplacidus, stelle all’inizio dell’acqua dell’Acquario e nei remi della nave Argo. Giove in domicilio e orientale, unito a Nemesis, osserva col quadrato dall’VIII luogo. Saturno retrogrado, equidistante a Giove rispetto all’orizzonte, lo osserva con un preciso trigono scambiando con esso i confini. E di Saturno sono i confini dei luminari e il domicilio del MC, esaltazione di Marte; di Marte il domicilio e i confini del grado che sorge. Venere, visibile e in dignità, signore dell’esaltazione dei luminari e della triplicità dei luminari e del MC, non osserva il luogo dell’eclisse, è con Algol, stella Giove/Saturno che unita a Tychê dà la dissoluzione delle sostanze – e qui è con Basis e Daimôn – ed ha figure solo coi due malefici e Mercurio, che non ha altri aspetti. Tramontano la Chioma di Berenice, stella Luna/Marte e Sinos, sorte Marte/Saturno. Mi pare di poter dire che, pur in un cielo dove forti sono i benefici, il dominio appartiene soprattutto a Saturno che, insieme a Marte, riesce a corrompere sia i luoghi significativi che quelli soccorritori. E Saturno è opposto a Marte – figura di grande pericolosità – in domicilio e 16 triplicità di Saturno. Le case succedenti mantengono efficaci gli effetti e tale figura diametrale in luoghi umidi dà il danno che proviene dai corsi d’acqua (Doroteo): Marte è presso le stelle della mano e della spalla dell’Acquario, apportatrici di piogge, e Saturno è con Alphard, la più luminosa della costellazione dell’Hydra, stella di natura Venere/Saturno, che arreca annegamenti, avvelenamenti, morbi. Il Culmine superiore, il Capricorno, è correlato alle Indie. Il luogo dell’eclisse dista dal Primo Angolo h 1,33 corrispondenti a 5,32 mesi cioè a 5 mesi e 10 giorni. Dalla data dell’eclisse si arriva al 29 agosto 2007. Nel Novilunio dell’11 settembre 2007 sorge l’Ariete e culmina il Capricorno, come nell’eclisse. Venere è con Alphard, laddove era Saturno. Saturno lancia un preciso quadrato destro nel mondo a Giove. Non ho eretto la figura del ciclone perché non ho reperito un’ora attendibile. d Il golpe militare in Cile L’11 settembre 1973 i militari dell’esercito cileno bombardarono il palazzo presidenziale a Santiago del Cile e il presidente Salvador Allende dopo aver invitato le persone presenti ad abbandonare il palazzo, si suicidò con una scarica di mitraglietta alla testa. Un evento di così grande violenza, ad epilogo di un processo che, al contrario, stava conducendo democraticamente il paese verso il socialismo, ebbe numerosi antefatti a partire dall’anno in cui Allende venne eletto e ad essi va correlato l’opposto orientamento politico degli Stati Uniti. 17 Ebbe poi inizio il lungo regime del generale Pinochet, figura fino a quel momento di poco rilievo ma che poi seppe riassumere in modo esemplare i tratti più crudeli e repressivi di una dittatura. La sua storia è storia dei giorni nostri. Antecedenti a questa data, vi furono visibili a Santiago due eclissi anulari di Sole: una il 4 gennaio 1973, in Cancro, visibile in tutta l’America del Sud e con un massimo oscuramento in loco del 66,32%; un’altra esattamente 4 anni prima – l’11 settembre 1969 – in Pesci, la cui linea di centralità costeggiò poco al largo l’America del Nord, poi penetrò in quella del Sud all’altezza del Perù e della Bolivia e si esaurì di lì a poco, con un massimo oscuramento del 30,55% a Santiago. In questo caso non ci aiuta la corografia tolemaica: siamo ad ovest delle colonne d’Ercole e giù nell’emisfero australe! Osservo pertanto entrambe le figure per capire a quale è più riconducibile il golpe. L’eclisse del 1969 è visibile sopra l’Orizzonte occidentale e dista dal tramonto h 0,58. I cardini che la comprendono sono i Gemelli e i Pesci, culmina Antares, tramontano Denebola e la Chioma di Berenice, sprofonda Aldebaran; i due malefici assediano i luminari: Saturno destro col trigono e Marte sinistro col quadrato. Deboli le testimonianze dei benefici. 18 In quella del 1973, i cardini che racchiudono l’eclisse sono la Vergine che sorge e i Gemelli al Culmine superiore, compresenti Venere e Mercurio in receptio; tramontano Denebola e la Chioma di Berenice ma i luminari sono in X luogo con Giove e nella sua esaltazione; Marte, cadente, non li osserva e debole è la testimonianza di Saturno. Credo che ad un colpo di stato militare e alla morte violenta di un Presidente meglio si conformi l’eclisse del 1969, con il Sole eclissato che tramonta, leso dai malefici, e un Marte nel picco di declinazione che culmina nei propri confini. Mercurio è signore dei confini dei luminari e di domicilio del MC, non troppo lontano dal tramonto mattutino; Giove è signore di domicilio dei luminari e di domicilio e confini dell’Occaso; dei due astri, insieme in VIII luogo e in domicilio di Marte, Mercurio si scambia di domicilio con Marte in X casa ed è congiunto a Sinos. Per la figura al Sole che lo avvantaggia rispetto a Giove, il dominio è di Mercurio, nella costellazione a figura umana della Vergine (siamo nell’emisfero australe), indice, come visto più volte, di guerre e tumulti. Anche delle stelle angolari qui presenti già si è visto altrove; allora aggiungo solo che la sorte della Madre è opposta a Giove e Mercurio, quella del Padre a Saturno e che il signore della X casa con Giove in VIII può stare ad indicare l’insuccesso e la morte di un buon presidente. Ipotizzo infine, ma col beneficio del dubbio, che il Cile sia da attribuire ai Gemelli o comunque, al trigono d’aria. Il luogo dell’eclisse dista dall’Orizzonte orientale h11,42 che corrispondono a 45,68 mesi, cioè a 3 anni 9 mesi e 20 giorni. A partire dalla data dell’eclisse si arriva così al 1° luglio 1973. Nel Novilunio del 28 agosto i luminari, di nuovo angolari, sono in Pesci nel IV luogo. Saturno destro, con Cauda, li assedia con l’esagono e Marte destro, laddove era Saturno, col trigono. Coi luminari, e parimenti sovrastato da Marte, è Mercurio ma in domicilio di Saturno e confini di Marte. Giove e Mercurio sono in parallelo mondano. 19 La rivoluzione francese Evento storico dalle conseguenze ben più ampie dei confini francesi, in un rapido precipitare degli eventi portò il Re da una condizione di intoccabile autorità all’umiliazione del suo ruolo politico, e prima ancora che iniziassero i tumulti. La presa della Bastiglia da parte del popolo, il 14 luglio 1789, segnò di fatto il tramonto della vecchia concezione dello Stato e della società, dando il via al processo di elaborazione di quella moderna e contemporanea. Il 4 giugno 1788 fu visibile a Parigi un’eclisse (massimo oscuramento 31,10%) che percorse tutta l’Europa e gran parte dell’Africa e dell’Asia. Un’altra ce ne fu il 15 giugno 1787 (massimo oscuramento a Parigi 33,07%) che interessò l’Europa nord-occidentale e l’America del Nord ed erigo entrambe le figure per osservarne le qualità. La triplicità di fuoco ai cardini prossimi all’eclisse del 1788 (la Francia è correlata al Leone e in quella del 1787 c’è la triplicità di terra), Aldebaran con i luminari sovrastati da Saturno in VIII casa e osservati da Marte, e il sorgere di una stella Marte/Mercurio rende quest’eclisse certo la più pertinente (in quella del 1787 le stelle inerranti sono assenti). Nel luogo dell’eclisse ci sono Cauda, Mercurio prossimo al suo sorgere vespertino, signore di domicilio dei luminari e signore dei confini di AS e MC e Giove, prossimo al tramonto. Marte, signore dei confini dei luminari e di domicilio del Culmine superiore, osserva con l’esagono. Sorge Procyon, stella Marte/Mercurio. Saturno destro, orientale e quasi stazionario, osserva lo stellium in XI luogo col 20 quadrato. Venere è cadente, in parallelo di declinazione ai luminari e a Mercurio, sovrastata da Saturno col trigono nel mondo. Il dominio a me pare di Mercurio con Marte, e Marte è nel segno correlato alla Francia. Culmina la sorte dei Debiti, e proprio i debiti furono – come sappiamo - il punto d’avvio degli avvenimenti che portarono alla convocazione degli Stati generali; Cauda con Mercurio in domicilio e la stella violenta coi luminari suggerisce l’indebolimento delle dignità riconosciute e il precipitare degli eventi. Il luogo dell’eclisse dista dall’Orizzonte orientale h 3,20 che corrispondono a 12,8 mesi, cioè a 1 anno e 24 giorni. A partire dalla data dell’eclisse si arriva così al 28 giugno 1789. Nel Novilunio del 23 giugno sorge, come nell’eclissi, il Leone. Marte, presso le Pleiadi, al culmine con Cauda, sta per sorgere orientale e Saturno è di nuovo quadrato destro ai luminari. Mercurio e Giove con la sorte di Insidia sono ora con Procyon in XII casa, sovrastati dalle sorti di Figli e Debiti in IX. Al MC la sorte del Padre è con Algol, all’IC ci sono Tolma e Arcturus, all’Occaso Altair. d Note finali È impressionante come tutte le eclissi solari considerate, dislocate in tutto lo spazio supra terram, abbiano corrisposto e alla datazione secondo la tesi formulata all’inizio e alle qualità dell’evento loro attribuito. Aggiungerò solo qualche nota sparsa. Altri avvenimenti esemplari ho preso in considerazione ma, poiché riconducibili ad eclissi lunari, sono stati ovviamente scartati. Alla fine mi sono trovata con nove eclissi: infatti in un caso sembrano aver concorso due eclissi, in una sorta di staffetta che 21 conferma come l’efficacia delle figure abbia sempre carattere consecutivo, come insegna Tolemeo. Queste nove eclissi coprivano per intero lo spazio dall’orizzonte orientale all’occidente senza che mi fossi presa la briga di farlo appositamente: poiché non credo che si possa parlare di mera coincidenza per un esperimento riuscito nove volte su nove, l’ho interpretato come un segno fortunato. Nel corso della ricerca degli eventi da esaminare, tra le tante eclissi valutate ho notato che quelle lunari sembrano avere più frequenza nei disastri geologici mentre quelle solari nei rivolgimenti politici. Ma, come gli esempi riportati dimostrano, ciò non è affatto una rigida discriminante. Invece, penso si possa dire che le eclissi solari, proprio perché determinano l’evento fino a quattro anni dal loro verificarsi, spesso indicano gestazioni più lunghe e controverse, e questo avvalora il concetto che, se è vero che l’effetto manifesto avviene proporzionalmente alla distanza dal Primo Angolo, non si può escludere che i principii dell’effetto inizino a formularsi sin dal momento dell’eclisse. E questo rimanda, se non del tutto almeno in una certa misura, a quanto distingue Tolemeo tra gli inizi e le più veementi manifestazioni dell’evento. Altre considerazioni le lascio all’elaborazione e all’interesse di chi legge. Rosalba Signorello d BIBLIOGRAFIA Claudio Tolemeo LE PREVISIONI ASTROLOGICHE (TETRABIBLOS) a cura di Simonetta Feraboli, Milano 1985 – Paolo d’Alessandria LINEAMENTI INTRODUTTIVI ALLA SCIENZA DELLA PREVISIONE ASTRONOMICA a cura di Giuseppe Bezza, Milano 1993 – Giuseppe Bezza ARCANA MUNDI Antologia del pensiero astrologico antico, Milano 1995 – Franz Boll, Carl Bezold, Wilhelm Gundel STORIA DELL’ASTROLOGIA, Bari 1977 – Fritz Saxl LA FEDE NEGLI ASTRI, Torino 1985 – James Cornell I PRIMI OSSERVATORI Alle origini dell’astronomia, Milano 1983 – Lancelot Hogben SACERDOTI-ASTRONOMI E ANTICHI NAVIGATORI, Bologna 1978 – Giorgio De Santillana, Hertha von Dechend IL MULINO DI AMLETO Saggio sul mito e sulla struttura del tempo, Milano 1983 – Hugo Winckler LA CULTURA SPIRITUALE DI BABILONIA, Milano 1982. *Si ringrazia Giuseppe Bezza per aver reso disponibile la sua traduzione, inedita, del secondo libro del Tetrabiblos di Claudio Tolemeo. 22