SoCIETA GLoBALE SoCIETA INDUSTRIALE I E. Sutls, Mass Society and its Culture, in T. RutteNeerx (a cura di), t/arieties of Modern Social Iheory, New York 1963. H. MnRcusr, lluomo a una dimensio- mento, sino alla superficie morfologica della società stessa (v. MoRrorcclA S0CIALE, B), formano un tutto entro il quale l'insieme dei rapporti tra i diversi elementi, disposti su diversi liberté, Parigi 1955, riv. e ampl. 19632, P ilt. PA. SonoKN, Sociological Theories of Ioday, New York 1966, P lV, cap. XlV. S.Z. Kuusruen (a cura di); The Study of Total Socretr'es, Garden City 1967. verso le aziende industriali. Tuttavia, molte società occidentali, a partire dall'lnghilterra e dalla Francia, furono chiamate S. industriali assai prima che in esse si fossero manifesta- ne. l1ideologia della società industriale avanzata (Boston 1964), Torino 19912. W.S. ALLEN, Come si diventa nazisti. Sforà di una piccola città 1930- scono una struttura in temporaneo equilibrio che conferisce una forma particÒlare a ciascun elemento o pia- SoctErÀ lNDUsrnrAr.E stata coniata con un anticipo di un se- (fr. société industrielle; ingl. industrial society; sp. sociedad industrial; colo e mezzo rispetto all'epoca in J935 (Chicago 1965), Torino 1968. no, il quale retroagisce dialettica- C. Mnruuuccr, La società di massa. Analisi di moderne teorie socio-politrche, Milano 1967. U. CennoNr, Teoria della società di massa, Roma 1983. Ied. industrielle Gesellschaft o lndu- mente sulla struttura dell'insieme. ll concetto di S. globale è più comprensivo di quello, d'origine marxiana, di formazione econom ico-soci a le (v.) ; al quale l'apparenta peraltro l'idea che le S. globali si dispongano in una se- sffiese//schaft). quenza storica relativamente unitaria, che nell'opera di Gurvitch inizia con sei tipi di socletà storiche (le teocrazie carismatiche, le società patriarcali, le società feudali, le città-stato in procinto di diventare imperi, le so- J.R. BerurcER, Toward an 1ld New Paradigm. The Half-Century F I i rtation with Max Society, in Opinion piani in profondità (valutata in base alla difficoltà di osservazione), costitui- B. lJespressione S. industriale { A. palla metà del Novecento que- sìfdecchia espressione viene prevalentemente' im piegata per caratterizzare una società (v.) entro la quale, indipendentemente dalla forma di go- cietà dell'assolutismo illuminato, le so- verno, i più importanti rapporti e relazioni sociali (v.), la stratificazione socrale (v.), le principali istituzioni (v.) economiche e politiche, le forme del potere (v.) e del dominio (v.),la cultura (v.) materiale e non materiale, sono condizionati e improntati, più SocrETÀ GLoBALE cietà democratico-liberali corrispon- che da ogni altro fattore, diretta- globale; ingl. global society; sp. sociedad global;ted. globale Gesellschaft). denti al capitalismo conconenziale sviluppato), mentre contempla quattro tipi di S. globali in lotta nel presente, os- , À Questa espressione, mente e indirettamente, dalla presenza e dall'attività dell'industria (v.), dallo sviluppo delle aziende (v.) indu- sia la società dirigista corrispondente striali, dal lavoro fu.) nelle fabbriche. Più di recente, si è venuto pre- "Pu51;6 Quarterly", Ll (4), 1987. G. Gtt-t, La teoria della società di massa. Contesti, problem i, attualità, Napoli 1990. (tr. société che acquista un significato pieno e definito solamen- al capitalismo maturo, Ia società fasci- te nel quadro della teoria della società di Georges Gurvitch, vuol denotare sta su basi tecnico-burocratiche, la so- con enfasi particolare, in contrasto con l'inclinazione di gran parte della socio- lo statalismo collettivista, infine la società pianificata secondo i principi del collettivlsmo pluralista (Gurvitch, 19632). Ciascuna di queste S. globali presenta forme specifiche di determinismo socra/e (v.). logia del Novecento, il carattere organico di ogni società (v.) storicamente determinata, owero il fatto che tutte le strutture sociali e culturali, le pulsio- cietà pianifieata secondo i principi del- ni motivazionali, i valori, i tipi di BtartoeRerra. gruppo (v.), di c/asse sociale (v.), di associazione (v.), le forme della sociabilità (v.), i ruoli, i modelli di comporta- G. GunvtrcH, Déterm in i smes soci aux et liberté humaine. Vers l'étude sociologique des cheminements de la tj i predetti carateri. è cui si è poi diffusa nella sociologia europea e nordamericana, assumendo un significato assai differente da quello originario. Saint-Simon chiamava S. industriali - conforme a un uso limitativo, allora assai comune, del termine socletà (v., B) i gruppi, le collettività, le associazioni di .industriali", cioè di coloro che svolgevano in qualunque campo, anche intellettuale (la rivista che egli pubblicò tra - il 1816 e il 1818 aveva appunto nome «llindustrie littéraire et scienti- fique"), un'attività produttiva, i lavoratori nel senso più generale. Una nazione, in "l'insieme di tutti coloro che lavorano in un paese, costituisco= no una grande società industriale la quale abbraccia tutte le società industriali comprese entro i confini del paese. llinsieme di tutti coloro che la- cisando che altri caratteri salienti che una società dovrebbe manifestare per vorano nel mondo costituisce an- poterla correttamente definire «industriale" sono: a) la maggior parte (assoluta o relativa) delle forze di la- le" (saint-simon, 1816; ver. it. in Rossi, 1973, pp.62-63, corsivo voro sono occupate nel settore industriale o «secondario», secondo la terminologia introdotta da Colin Clark; b) la maggior quota relativa del red- dito nazionale è prodotta dall'industria; c) i processi di accumulazione (v. ) operano prevalentemente attra- ch'esso una grande società industria- nostro). Negli stessi anni, sulla stessa rivista, Comte attribuiva all'espressione S. industriale il significato alquanto più ampio di complesso di coloro che producono qualcosa di utile - equivalente alla "grande, società di Saint-Simon (Comte, 1817, ora in Rossi, 1973, p. 116 sgg.). SoCTETA INDUSTRIALE SoCIETÀ POST-INDUSTRIALE { e quelle socialiste intercorre una diffe- 1959. K. KUMAR, Prophecy and Progress.The ogni altro predicato. Ciò vale anche per espressioni come uS. capitalista, o "S. socialistar". La Russia del 1918 e la polonia del 1946 erano società socialiste, ma non erano S. industriali; dire che in seguito lo sono diventate non le rendeva meno "socialiste", ma aggiun- ì tì. "lndustriegesellschaft". C. KERR, The Futureof lndustrial Socleties. Convergence or Conti nu ing Diversity?, Cambridge 1983. P FLoRA, F, KRAUS e W. PFENNING, IhC te s.M. 1987. a almeno in tutti quei casi in cui T.W ADoRNo, Tardo capitalisrno o so- essa implica che con l'adozione di una costituzione socialista le classi cietà industriale? (1968), ora in SocrETÀ Posr-rNDUsrRtAl,E C.-H. or Snrrvr-Sruor't, ll sistema industriale (Parigi 1823), ora in Ope.re, Torino 1975. A. CoMTE, Écrits de jeune.sse, -18161828, a cura di PE. de Berredo Corneiro e P Arnaud, Parigi 1970. L. Srrtru, Geschichte der Soziale Bewegung in Frankreich von 1789 bis auf unsere Tage, vol. ll: Die industne//e Gese//schaft, der Sozial ismus und Kommunismus Frankreichs von J830 bis 1848, Kiel 18503, Dar- L mstadt 19595, spec. capp. I-lll. Boul der 1981. 1966. J.K. GRLennrrH, ll nuovo stato industriale (Boston 1967), Torino 1968. !,i. :: tions of Ch'ange. Modernization Theory, Research and Reality, Growth of lndustrial Societies and Capitalist Economies, vol. ll di State, Economy and SocietY in We- NOSKE, sche Zeitschrift fùr Philosophie', ll, - M.O. D. la loro struttura. Quanto al posto che spetta alla lotta di classe come fattore della dinamica sociale, è proprio la sono automaticamente soppresse. BreLrocRRrrR. ìl in lndustrialSocletr'es, in Sociolog of lndustrial and Post-lndustrial Sociely, Harmondsworth 1981. R. CrsrnRnt e L. DE FEDERtcts (a cura di), ll materiale e l'immaginario, vol. Vffl, t. ll: La società industriale avanzata. Conflitti sociali e differenze di cultùra, Torino 1983. ldeologie und Wirklichkelt, in «Deut- negarlo Il gence R. DAHRENDoRT, C/assi e conflitto di cTasse nella società industriale (Londra 19592), Bari i963. A. ToURAINE et al., La civilisation industrielle (de 1914 à nosTburs), vol. lV della Histoire générale du travail, diretta da L.H. Parias, Parigi 1961. R. ARoN, la socretà industrÌale (parigi 1962), Milano 19722,19833. J. FrLtpEc, lndustriegesel lschaft i n Ost und lzVest, Magonza 1966. geva una certa informazione intomo al- dizione "S. socialista" che tende \ and Diver- INKELES, Convergence ATnR, B. Hoururn e Z. SUDA, Direc- alto da rendere superfluo o scorretto ii' ,t. ll A. 19672, vo|. ll, P V cap. XVlll; P Vlll. E. MAYo, I problemi umani e sociopolitici della civiltà industriale (Cambridge, Mass., 1933 e 1945), Torino contenuto informativo sia tal mente ii: sociotogia l'espressione S. industriale come definizione esaustiva dei caratteri più qualificanti di una società è certo un errotace molti altri. Ma lo stesso può dirsi di qualsiasi altra espressione che predichi i caratteri di una società: semplicemente non ne esiste alcuna il cui fi'ì di (4 voll., Londra 1876-1896), Torino re: essa descrive alcuni caratteri, ma ne .:: ,;i H. SprrucEn, Principi renza qualitativa radicale. Usare Scritti sociologicl (Francoforte s.M. 7972),Torino 1976. l. WEINBERG, The Probleme of Convergence of lndustrial Socleties. A Critical Look at the State of a Theo- stern Europe 1 I 1 5- 1 97 5, Francofor- dotia dal settore terziario; i rapporti po' litici ed economici, le relazìoni sociali, la cultura appaiono assai meno condizionati o improntati dall'attività, dal potere, dai valori dell'azienda industriale e dei soggetti storici che vi si confrontano, imprenditorl e dirigenti da un lato, operai dall'altro. Al tempo stesso si recuperano in tali società relazioni, valori e modelli di vita pre-industriali e si sviluppano relazioni, valori e mo- delli di vita nuovi; si osserva una fortissima espansione degli strati intermedi; la scienza (v.) diventa esplicitamente fattore di produzione e fondamento del potere (v.). B. Esistono non meno di tre diver- se varianti del concetto di S. postindustriale, sebbene quella resa con qualche emendamento sub A sia la più diffusa. Per Robert Jungk, uno studioso del futuro che già si va concretando nel presente, sono da definire post-industriali quelle società; o quei settori di società, che avendo co- (fr. société post-industriel/e; ingl. post- i nd ustri a I soci ety ; sp. sociedad post-i nd ustrial ; ted. posti nd ustriel le minciato a sperimentare in proprio o o aach i nd u stri el I e Gese I I sch aft). osservato in altre i guasti recati dal sistema industriale - dalla dilapidazione delle risorse al consumo ostensi- fi)5pressione vo, dall'inquinamento ambientale ry, in oComparative Studies in Society and History", Xl (1), 1969. A.G. Mrvrn, Theories of Convergence, in C. JoHNSoN (a cura di), Change in nel l'uso verper descrivere quelle società in cui la maggioranza relativa o assoluta delle forze di lavoro, con il concorso dell'automazione (v.) che ne ha enormemente accresciu- Communrst Systems, Stanford to la produttività pro-capite, non tentare di elaborare valori e modi di vivere alternativi, fondati sulla democraziadi base, l'eliminazione della bu- 970. P Rossr (a cura di), Positivismo e società industriale, Torino 1973. S. BERGER e M.J. PtoRE, Dualismo economico e politica nelle società industrial i (Cambridge i 980), Bologna L982. 1 entrata rblf,tinu degli anni '60 è p,iù occupata nell'industria, come avviene nella società industriale (v.), all' al ienazione (v.) e all'inaridimento della creatività e del senso morale - mostrano di voler porre da Parte i valori e i modi di vivere e di produrre caratteristici dell'industrialismo, per sebbene il volume della produzione di beni rimanga molto alto; la maggior rocrazia, lo svi luppo d i forme organizzative semplici e autonome e comunque limitate agli ambiti in cui I'orga- parte del reddito nazionale è pure pro- nizzazione è indispensa bile, I'uso bensì nel settore dei servizi o terziario, r-1 r.'-dnl i ilr É-J ,/ Sraro, soctoLoGIA SrerrcA socrALE DELLo { l'americano Lester F. Ward considerava la S. sociale lo studio dei processi di invenzione e di costruzione delle strutture sociali, cioè dei modi in cui viene stabilito, in parte per sviluppi spontanei, ma in parte notevole con azioni deliberate, soprattutto nell'età moderna, un ordine sociale (v. ORcnuzzRzont socrALE). Sempre nel significato di studio dei principi o processi o forze che "tengono insieme" la società, favorendone la coesione e la riproduzione, l'espressione S. sociale è stata impiegata anche da alcuni sociologi del primo tezo del Ne vecento, come il rumeno A.D. Xenopol (La Theorie de l' H istoi re, 1908), il tedesco Franz Oppenheimer (che contrappose la S. sociale alla "cinetica" nel System der Soziologie, vol. l, Jena L92il,lo scozzese R. M. Maclver (Society, New York 1931). Sociologi di lingua francese della metà del Novecento hanno invece usato l'espressione S. sociale in senso più formalistico, come studio degli aspetti strutturali costanti delle società, owero del tipo di collettività che le compongono. Per il belga Haesaert, la "statica [.. .] descrive le forme tipiche di socialità tal quali esse si presen- tano una volta costituite e nello stato di compiutezza verso cui tendono ad al quale ritornano quando ne siano scostate. Essa non si occupa del modo in cui queste si sviluppano, cambiano e si disperdono sotto la pressione delle forze che le muovono" (Haesaert, 1956, p, 39 seg.). Più complessa la definizione del Bouthoul, che usa come sinonimi di S. sociale usociologia statica, e «anatomia sociale", comprendendovi lo studio degli elementi essenziali che si ritrovano in tutte le società, con importanza variabile a seconda delle epoche (funzioni, agenti dellediverse funzioni, idee fondamentali); la descrizione delle principali strutture, e dei rapporti tra strutture, materiali e rappresentazioni còllettive; infine la determinazione dei t4oi di gruppo e di società a seconda dei caratteri esterni e delle mentalità (Bouthoul, 19492, vol. l, pp. 88-89). Nella sociologia contemporanea il concetto di S. sociale appare complessivamente in disuso, sebbene molti lavori che trattano di strutture sociali tocchino temi analoghi a quelli compresi un tempo sotto la voce S. sociale. Srero, socloroctA DELrro (fr. sociologie de l'étati ingl. sociology of the state; sp. sociologia de logtado ; ted. Staatssoz iologie). / a.)Fatto riferimento allo S. nella ffipia veste di massimo ordinamen- to normativo (giuridico) di una società, e di apparato legislativo, ammi- nistrativo, giudiziario e militare che detto ordinamento elabora, impone coattivamente alla popolazione, seppure sulla base di un minimo di consenso (v.), e difende se necessario con l'uso della foza, di cui si riserva il monopolio per legge, sia ciò considerato legittimo o meno dalla maggioranza della popolazione, la sociologia dello S. studia le relazioni osservabili in società ed epoche differenti tra co- BIBLIoGRAFIA. deste strutture di dominio N.),la A. Courr, Corso di filosofia positiva (6 voll., Parigi 1830-1942), ed. it. abbr. Torino 1967, vol. l, lezz. XLVlll e L. H. SerrucrR, Soaa/ Sfatics, Londra forma di governo in cui si cohcretano, la loro articolazione interna, il loro funzionamento normale e patologico, il loro sviluppo e declino, le trasformazioni più o meno radicali che subiscono con il tempo, da un lato; e, dall'altro, lo stadio di sviluppo della for m a zi one econom i co-soc i a I e (v.) che caratterizza la società osservata, i suoi rapporti con altre formazioni in ascesa o in declino, il tipo e il grado di sviluppo economico (v.) e tecnologico, con riguardo anche alle differenze territoriali e regionali di esso; le forme e il livello dell'accumulazione (v.), i meccanismi di appropriazione e distribuzione del surplus (v.); la stratificazione sociale e i rapporti tra le c/assl dominanti (v.) e le classi subalterne; la distribuzione del potere (v.) economico e politico; la 1850. Cfr. anche lntroduzione allo studio della sociologia (Londra 1873), Milano 1881. Dynamic Sociology, 2 voll., New York 1883. G. BourHout-, Traité de sociologie, vol. l, Parigi 19492. J. Hnrsnrnr,Sociologie generale, L. l, Bruxelles 1956. L. F. WARD, TW. ADoRNo, Sulla statica e la dinamica come categorie sociologiche (1961), ora in Scriftisociologici (Francoforte s.M. 7972),Tonno 1976. J. OFFER, Retrospective Reviews. A Spencer Trio Recalled: Socra/ Sta- tics, First Principles and The Man versus the Sfate, in "Sociology", xtx {4), 1985. struttura del sistema politico, con par- ticolare riguardo alla natura e alla composizione dei partiti (v.) e ai mec- canismi di selezione, cooptazione, elezione dei politici di professione (v.); i rapporti di sovraordinazione o di subordinazione, di alleanza o di conflitto con altre società. B. Nel parlare comune, anche se in un contesto politico, il termine S. è spesso usato per denotare l'insieme di una società, cioè una data popolazione con i suoi organi di governo che occupa un territorio delimitato da cui sono escluse altre popolazioni. ln questo senso.,si parla di "S. europei», «1'1gsvi stati africani", «uno S. come la Francia" ecc. Si tratta di un uso assai antico, se è vero che proprio in tale accezione il termine ricorre più volte nelle primissime pagine del Principe di Machiavelli (1513). Dato che tende a fare tutt'uno di società e S., codesta accezione del termine è però pressoché irrilevante dal punto di vista sociologico. Le definizioni di S. che si possono considerare propria mente sociologiche, in quanto implicano che lo S. è una parte della società la cui natura, contenuto e forma variano in rapporto con altre parti, in certi casi ponendosi nei loro confronti come variabile dipendente, in altri come variabile indipendente, ricadono in due gruppi distinti, ma paaialmente sovrapponentisi, a seconda che accentuino la connotazione del- lo S. in base alle funziani che svolge, qppure in base alle strutture sociali in cui si rcalizza. Entro il gruppo delle definizioni "funzionali", assai note e discusse nella letteratura sociologica e potitica sono quelle che presentano lo r", r.t* ilJr.; 1 CulruRA E PERSoNaT-rrÀ DEMoCRAzIA cetto di mutazione biologica di De Al.Vv., Proceedings of the Twenty- Vries) come nuova combinazione di componenti genotipiche (distribuite nella popoiazione secondo una curva normale) e fenotipiche (acquisite: v. GrNolrpo E FENolPo); (b) la percezione da parte dei genitori delle richieste provenienti dall'ambiente sociale, sotto forma di valori, norme, aspettazioni di ruolo, e il modo in cui, basandosi sui mutamenti percepiti, essi orientano la socializzazione dei figli; (c) la diffusione di criteri culturali per orientare la selezione di certi tratti «varianti» della personalità, tramite la eliminazione di alcuni, pressioni per mutarne altri, rattorzamento di quelli considerati appropriati; (d) i meccanismi sociali che a diversi livelli attuano la funzione di se- Third lnternational Congress of Ame- lezione, moltlplicando tendenzialmen- te le varianti della personalità che sono valutate positivamente e diminuendo quelle che sono invece oggetto di valutazioni negative. Un modello di questo tipo esce certamente dai limiti di quelli che lo hanno precedu- to, ma accresce l'esigenza di compiere rilevazioni empiriche su larga scala di fenomeni la cui osservazione e misurazione è particolarmente ar- dua, come la percezione che i genitori hanno delle "domande" dell'ambiente esterno e il modo in cui essa re- almente controlla la socializzazione. BrsLrocnRrtn. E. Snpln, Cultura, linguaggio e personalità (w.1l,.,1924-1939), a cura di D.G. Mandelbaum (New York 1949), Torino 1972. R. Brrurotctr, Psychological types in the cultures of the Southwest, in ricanists,1928. R. Brnrorcr, Modelli di cultura (New York 1934), Milano 1960. M. MEAD, Sesso e tempera mento in tre società primitive (NewYok 1935), Milano 1967. v. ScuruR G. Ròurtu, Psicoanalisi e antropologia DEUNoUENZA, v. CRttutrur, A. piena capacità giuridica, in contrapposizione ai sistemi dove il governo era in- A.l. Hnuowrlt, Culture, Personali- DEMocRAzIA ty and Society, in A.L. KRoEBER (a cu- (tr. démocratie; ingl. democracy; sp. vece nelle mani dei nobili (aristocrazia) o dei ricchi (plutocrazia), o di una pic- DEFINIztoNE DELI,A SITUAZIONE, VnRteBtLt TNTERpRETATtvo; STRUTTURALI, B. po dei cìttadini di uno Stato aventi (New York 1950), Milano 1974. ra di), Anthropology Today. An Encycloped ic I nventory, Chicago 1 953, con bibl. C. KI-ucxHoHN, H.A. MURRAY E D,M, Scnruetorn (a cura di), Personality in Nature, Society and Culture , New York 19532. BARBANo, Cultura e personalità nel pen si e ro soc iol ogico a me ri ca n o, in An.Vv., // pensre ro americano contemporaneo. Scienze sociali, a cura di E Rossr-Lnruor, Milano 1958. A.F.C. WALLACT, Culture and Personallty, New York 1961, con bibl. M. HARRts, lleuoluzione del pensiero antropologico. Una storia della teoila della cultura (New York 1968), Bolo- f gna 197!, capp. XV-XVll. R.A. LEVINE, Culture, Behavior, and PersonaliS, Chicago 1973, con bibl. R.A. 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De m o k ra ti d. fll"lForma di soverno di una colletfu'rd, cne può-essere vasta quanto una sooietà, oppure limitata quanto una comunità locale, un'associazione politica, una unità produttiva, in base alla quale la totalità dei membri ha il diritto e la possibilità oggettiva di intervenire nelle decisioni di maggior rilev anza col leitiva o d i retta mente, esprimendo di presenza la propria volontà, o indirettamente, attraverso rappresentanti liberamente eletti con il cola minoranza perpetuantesi per cooptazione (oligarchia), o della plebe (oclocrazia). Con il declino delle cittàstato greche, che furono le prime specificazioni storiche di una D. relativamente avanzata, anche se circoscritta ai cittadini, cioè a coloro che erano nati entro i confini dello Stato, il concetto di D. scomparve dai testi del pensiero politico, per ricomparirvi solamente all'epoca dell'illuminismo. voto di tutti; dove non esistono distinzioni e privilegi sociali di carattere giuridico, e tutti sono soggetti alle stesse norme che hanno contribuito a ela- borare. Con lo stesso nome viene designata la dottrina o l'ideologia che elabora i valori e gli argomenti per legittimare sul piano etico e pratico ta- le forma di governo. Per estensione, sono dette D. le società in cui si crede prevalgano in via di fatto o di principio la maggior parte dei requisiti an- zidetti (v Srnro, soctoloclA DELLo). B. La parola D. ha avuto origine in Grecia, nel V secolo a.C. I classici del pensiero politico greco, in primo luogo Aristotele, la usarono per designa- I La forma di governo democratjca non ammette distinzioni e privilegi sociali di carattere giuridico; tutll sono soggetfl alle stesse norme che hanno contribuito a elaborare. ("La Democrazia incorona il popolo ateniese", M useò d el l' Ag,orà, Atene)