COMUNICATO STAMPA - Calatafimi Segesta Festival

COMUNICATO STAMPA
Segesta:dal Tramonto all’Alba
Risate e emozioni con Teresa Mannino – Incanta il Faust all’Alba di Piazza
Ancora due momenti davvero unici per questo Calatafimi Segesta Festival
Dionisiache 2016. Un Tramonto di risate ed emozioni quelle che ha saputo regalare
Teresa Mannino ai mille spettatori presenti; incanta e rapisce invece il Faust
all’Alba di Graziano Piazza.
Due momenti diversi per un pubblico differente.
Si parte con Teresa Mannino, per lei un pienone di risate con “Odissea, un racconto
Mediterraneo” progetto e regia di Sergio Maifredi. L’artista palermitana ha saputo
condurre quasi per mano, con il sorriso e il buon umore, i mille spettatori presenti al
racconto dell’incontro di Odisseo con le Sirene e con due mostri orrendi: Scilla e
Cariddi.
La sua ironia tutta mediterranea, il sorriso e il buon umore, hanno saputo catturare
l’attenzione anche dei più piccoli tra gli spettatori, introducendoli ad un testo che
forse in pochi conoscevano se non per averlo studiato a scuola: il canto XII
dell’Odissea di Omero.
E così lentamente dalle battute ironiche e intelligenti sul mondo greco, sui personaggi
- uomini e donne del Canto XII - grazie alla sua innata bravura, dalle risate si è
passati al silenzio, quasi religioso in tutto il Teatro. E mentre sulla cavea calava già la
sera, ecco Teresa Mannino iniziare a declamare il suo “cunto” il suo racconto di
Omero.
In Teatro è la sua l’unica voce che si sente, che riprende a declamare magari la stessa
frase, tradita dalla voce spesso rotta dall’emozione. “Stasera non sono contenta della
lettura – ammetterà alla fine dello spettacolo – perché ero emozionatissima, so
però cosa il pubblico si aspetta da me. Una lettura vera, molto emotiva, non tecnica.
La mia è quella emozione che poi passa direttamente al pubblico. Quindi penso che il
pubblico non si aspettava da me una lettura da grande attrice, ma da
comunicatrice”.
E così è stato e alla fine erano tutti soddisfatti e agli applausi si sono aggiunte le
richieste di autografi e gli immancabili selfie a cui lei non si è sottratta.
Recitare a Segesta era un sogno nel cassetto per Teresa Mannino, un sogno che ieri
sera si è avverato. “Ora – sottolinea soddisfatta l’artista – voglio tornare e questa
volta me lo voglio godere ancora di più. Ecco questo è l’altro sogno che voglio
realizzare”. E tra i prossimi progetti in cantiere anticipa: “Ho un progetto per il
futuro, mi piacerebbe molto parlare di Elena, una figura interessantissima”.
Com’era normale che accadesse, incanta all’Alba, il Faust di Goethe di cui è stato
protagonista assoluto Graziano Piazza. I tanti spettatori mattinieri, molte dei quali
stranieri (per la prima volta a Teatro all’Alba), sono rimasti entusiasti dallo spettacolo
di Piazza e da quello offerto dalla natura, il lento sorgere del nuovo giorno.
La sua voce è risuonata forte e vibrante nell’oscurità della notte e fino al nuovo
giorno. Piazza si è sdoppiato tra l’essere e l’altissimo, evocando la parte buia del sé
per ricondursi alla ragione della luce, alla soluzione ultima per dipanare la matassa
del Dubbio. Il monologhista Graziano Piazza alla fine ha regalato al pubblico di
Segesta “quella emozione unica che si ha cogliendo quel l’attimo che si ferma, in
quell’alba, come nuovo inizio di un luogo del’anima” - come dice lo stesso Goethe”.
“Faust per un solo attore – dice Piazza - corrisponde alla più intima verità del testo
di Goethe: un dialogo di Faust con sé stesso. La solitudine e la spiritualità che
vivono dentro la parola. Una sola voce: Goethe con dentro il suo mefistofelico Faust.
Dalle labbra di Faust, come quelle di un Giano bifronte, si udirà la parola di
Mefistofele, come ombra della sua stessa voce, il lato oscuro della sua luce, che si
annullano uno nell’altro, facendo risuonare una voce dentro un’altra voce, quasi un
“matrimonio del cielo e dell’inferno. Materia e spirito, lotta della luce e del buio,
soglia dell’;attimo dell’alba e del tramonto, dove la separazione dal tutto diventa
comunione col tutto”.
Graziano Piazza ha voluto salutare il pubblico di Segesta con un testo attualissimo
“Io non sono” … di – Mevlana Jalaluddin Rumi, poeta a cui Goethe stesso così come
altri si sono ispirati. Una poesia in cui viene espresso il superamento e l’inconsistenza
di ogni conflitto tra religioni e civiltà. Una sorta di testamento spirituale e un invito
per tutti a scegliere sempre la strada dell’amore.
Stasera alle 19,15 (repliche il 6 e 7 Agosto) di scena Medeia Medeias Medeia,
La drammaturgia di Medeia Medeias Medeia, ruota attorno ad una famiglia allo
sfascio. La Regia è firmata da Nicasio Anzelmo che con questo lavoro ripresenta in
chiave moderna il tema tratto da Euripide e Seneca.
Un tema purtroppo ancora oggi di grande attualità, in cui Medea da madre vittima
diventa madre assassina per la ferocia umana; dove il nucleo familiare perde sempre
più importanza e la fine di una unione coniugale porta a conseguenze tragiche e
molto dure. Il ruolo di Medea principessa dei Colchidi è di Cristina Borgogni, quello
di Giasone capo degli Argonauti è affidato a Paolo Lorimer.
In scena anche:Alessandra Fallucchi, Roberto Baldassarri,Valentina Ferrante,
Ludovica Di Donato
Coro:Alessandro Burzotta, Clara Ingargiola, Bruno Prestigio, Roberta
Andronico. Coreografie:Barbara Cacciato- Costumi e scene:Alessandro Calabrese
Aiuto regia:Giorgia di Giovanni, Antonella Compagnini - Assistente alla regia:
Roberto Oliveri - Direttore organizzativo:Rossella Compatangelo
Produzione: Artelé
Si ritorna a ridere al Teatro Antico lunedì 8 con replica il 9 agosto a partire dalle
19.30 con: TRUCULENTUS – Ovvero Intrighi d’amore in una Casa di piacere di
T. M. Plauto - Regia e adattamento:VINCENZO ZINGARO
Con:Annalena Lombardi, Piero Sarpa, Laura De Angelis, Rocco Militano,
Giovanni Ribò, Ugo Cardinali, Fabrizio Passerini, Mario Piana
Musiche:Giovanni Zappalorto- Costumi:Emiliana Di Rubbo
Scene:Emilio Ortu Lieto- Luci:Giovanna Venzi
Produzione: Castalia Produzioni Teatrali
Note:
Pur considerabile una delle commedie meglio riuscite di Plauto, Truculentus è stata
raramente rappresentata. L’originale riscrittura di Vincenzo Zingaro ne trasferisce la
vicenda in Sicilia alla fine degli anni ’30, creando un affresco storico di grande
impatto emotivo. Un Amarcord dagli echi felliniani, che ci trasporta in una
scoppiettante vita di provincia, in cui i personaggi plautini si trasformano facilmente
in figure familiari, dimostrando quanto il teatro latino abbia un radicato fondamento
nella vita quotidiana. Una rappresentazione di Plauto davvero unica, divertente e
commovente, che ci fa scoprire quanto il commediografo latino possa veramente
ritenersi un nostro ‘contemporaneo’.
Il 10 Agosto alle 05,00 al Teatro Antico Arriva la seconda ALBA in Cartellone .
Di scena il bravissimo - VINCENZO PIRROTTA – che vi condurrà al sorgere
del nuovo giorno narrando “DON CHISCIOTTE DELLA MANCIA”, di Miguel
De Cervantes. Ovvero Disgrazie ed avventure dell’ingegnoso e armato cavaliere
Note:
Era il 1605 quando il capolavoro letterario della letteratura del Siglo de Oro fu
completato. E il suo protagonista, il personaggio più celebre di tutta la letteratura
spagnola, rimane ancora una figura pressoché universale, soprattutto per quanto di
simbolico è racchiuso nel racconto delle sue imprese: Don Chisciotte, ‘il cavaliere
dalla triste figura’ aspira a restaurare la giustizia nel mondo emulando gli eroi dei
romanzi cavallereschi, eroi di una realtà tramontata, ma in cui continua fermamente a
credere. Lo sguardo dell’autore è certamente più disincantato e meno ingenuo di
quello del suo personaggio: Cervantes sembra infatti aver avuto l’intenzione di
sottolineare, con la sua opera,l’inadeguatezza della nobiltà di allora nel far fronte ai
tempi nuovi che si andavano caratterizzando per un trionfo di materialismo e per il
tramonto dei vecchi ideali e insieme quella di mettere in ridicolo la letteratura
cavalleresca, preferendo ai suoi eroi immaginari e pomposi, il valore di quelli veri,
quello dei soldati,ad esempio che, come lui, erano stati sul campo reale delle battaglia
di Lepanto.
Ufficio Stampa
Laura Spanò
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