Classe 3^ - Tecnologie mecc. di proc. e prod. - UdA n° 2: Materiali metallici: costituzione, trattamenti - La materia LA MATERIA: COSTITUZIONE, GENESI, PROPRIETÀ Per Materia intendiamo tutto ciò che ci circonda, che ha una massa, che occupa uno spazio e che può assumere una forma. La materia non ha una struttura compatta come appare ai nostri occhi, ma una struttura discontinua, cioè con spazi vuoti tra le varie particelle che la compongono. Supponendo di frantumare in particelle sempre più piccole una porzione di materia (corpo), la molecola è la più piccola quantità di materia che ancora possiede le proprietà caratteristiche della sostanza considerata. Supponiamo di dividere in particelle più piccole una molecola. L’atomo è la più piccola unità di materia, indivisibile, non avente più le proprietà chimiche e fisiche della materia di origine. L’atomo é formato da una parte centrale (nucleo), attorno alla quale ruotano gli elettroni secondo orbite prestabilite a ciascuna delle quali compete un certo livello di energia (gli elettroni ruotano pure attorno al proprio asse). Il nucleo è costituito da protoni e neutroni, gli elettroni sono distribuiti attorno al nucleo dell’atomo secondo gusci orbitali (livelli) di energia crescente verso l’esterno. Gli elettroni hanno la tendenza a disporsi sugli orbitali più stabili e cioè su quelli più interni, che hanno minore energia (Stato fondamentale). Completati i gusci interni, l’orbitale esterno può rimanere incompleto. Quando il guscio esterno è saturo, l’elemento risulta inattivo ed inerte (es.: elio). Quando il guscio esterno è incompleto, come nei non metalli, l’atomo tende ad assorbire elettroni di altri atomi per completare il suo guscio. LO SCAMBIO DI ELETTRONI TRA ATOMI ADIACENTI RENDE I METALLI BUONI CONDUTTORI DI ELETTRICITA’ E DI CALORE. I Protoni sono particelle con carica elettrica positiva. I Neutroni sono privi di carica elettrica. Gli Elettroni sono particelle con carica elettrica negativa. Un atomo, in condizioni normali, forma un insieme elettricamente neutro: pertanto il numero di elettroni deve essere uguale al numero di protoni. Le forze elettriche di attrazione tra il nucleo e gli elettroni sono equilibrate dalle forze centrifughe dovute alla rapida rotazione degli elettroni. Gli elettroni di ciascun atomo sono attratti inoltre dai nuclei degli atomi adiacenti ma sono respinti dagli elettroni degli altri atomi. LA RESISTENZA MECCANICA E LA RIGIDITA’ DEI MATERIALI ALLO STATO SOLIDO SONO DOVUTE A QUESTE FORZE INTERATOMICHE. Tecnologie mecc. di proc. e prod. - Appunti dalle lezioni del prof. Di Cara Nicola - ITIS “Galilei” - Conegliano 1 Classe 3^ - Tecnologie mecc. di proc. e prod. - UdA n° 2: Materiali metallici: costituzione, trattamenti - La materia Gli elementi Gli elementi sono sostanze costituite da atomi di uno stesso tipo (per esempio H2 , N2 , P4). Gli elementi si dividono in due categorie: Metalli e Non metalli. 1) Metalli I metalli hanno le seguenti caratteristiche: - atomi che tendono preferenzialmente a perdere elettroni dello strato più “esterno” e quindi si possono considerare “elettropositivi”; in genere si combinano con l’ossigeno formando ossidi - Buona conducibilità termica ed elettrica - Molecola monoatomica - Lucentezza caratteristica, detta metallica - Buona o discreta duttilità e malleabilità - Sono tutti solidi alla temperatura ambiente, tranne il mercurio che è liquido. 2) Non metalli I non metalli non posseggono le suddette caratteristiche e non sono lavorabili. Sono gassosi: Ossigeno, Azoto, Cloro … Sono solidi: Zolfo, Carbonio, Silicio, Fosforo … E’ liquido il Bromo. Esistono elementi che presentano caratteristiche intermedie: tali elementi sono denominati METALLOIDI (es.: Arsenco, Antimonio …). Legami La materia, come detto, è costituita da atomi legati più o meno stabilmente tra loro. Ogni elemento tende a raggiungere la configurazione stabile, completando l’orbita esterna (es.: 8 elettroni sulla seconda orbita), attraverso lo scambio di elettroni. Tra i vari legami, ricordiamo quello metallico. LEGAME METALLICO Si manifesta tra atomi appartenenti ad elementi metallici in grado di dare origine ad un reticolo cristallino. Il legame metallico non è localizzato e quindi gli strati di atomi possono scorrere gli uni sugli altri permettendo perciò la lavorazione dei metalli. La figura rappresenta un piano atomico di un reticolo cristallino. Un elettrone che percorre l’orbita attorno al suo nucleo, può abbandonare la sua sfera in corrispondenza della zona di contatto con altre sfere. Nel caso di figura, l’elettrone a può sciamare nella sfera d’influenza del nucleo b. L’atomo A, per la perdita di una carica elettrica negativa si trasforma in uno IONE METALLICO POSITIVO. Quando tanti elettroni a sciamano da un atomo all’altro, si determina la formazione di IONI POSITIVI circondati da una NUBE DI ELETTRONI con carica negativa. Tecnologie mecc. di proc. e prod. - Appunti dalle lezioni del prof. Di Cara Nicola - ITIS “Galilei” - Conegliano 2 Classe 3^ - Tecnologie mecc. di proc. e prod. - UdA n° 2: Materiali metallici: costituzione, trattamenti - La materia E’ questa NUVOLA ELETTRONICA che tiene uniti gli IONI (per la forza di attrazione che si manifesta tra cariche elettriche di segno opposto), determinando così la forza di coesione o legame metallico. STATO SOLIDO METALLICO • Metallo è ogni elemento che può assumere lo “Stato metallico”. • Stato metallico è quello stato caratterizzato dal possedere il Legame metallico. Un solido metallico è quindi un grande insieme di atomi (1 cm3 può contenere 1022 ÷ 1023 atomi) nel quale l’energia di legame è di entità tale che ciascun atomo è vincolato a punti ben determinati in grado di dare origine ad un RETICOLO CRISTALLINO. Intorno a questi punti gli atomi vibrano con moto irregolare senza però allontanarsi dalle posizioni di equilibrio e non possiedono un moto traslazionale. • Reticolo è la gabbia tridimensionale di linee immaginarie che uniscono i centri degli atomi: è costituito dal ripetersi periodico di una “cella elementare” nello spazio. • Cella elementare è il più piccolo solido ottenuto congiungendo i centri degli atomi contigui. Nella realtà gli atomi sono uno vicino all’altro e si toccano in un punto di tangenza. Reticoli cristallini I metalli possono assumere diverse caratteristiche strutture cristalline. Ne ricordiamo tre: - cubica a corpo centrata - cubica a facce centrate - esagonale compatta Oltre a queste tipiche strutture, si hanno anche i sistemi tetragonale, rombico, monoclino, triclino. Tecnologie mecc. di proc. e prod. - Appunti dalle lezioni del prof. Di Cara Nicola - ITIS “Galilei” - Conegliano 3 Classe 3^ - Tecnologie mecc. di proc. e prod. - UdA n° 2: Materiali metallici: costituzione, trattamenti - La materia 1) DISPOSIZIONE CUBICA A CORPO CENTRATA (C. C. C.) E’ costituita da 9 atomi di cui 8 ai vertici del cubo ed 1 al centro di esso. Essa è caratteristica dei metalli più duri, come il Ferro α, il tungsteno (o Wolframio), il cromo, il molibdeno, il vanadio. E’ la presenza dell’atomo al centro che, facendo da ostacolo allo scorrimento dei piani atomici, rende i metalli più duri. 2) DISPOSIZIONE CUBICA A FACCE CENTRATE (C. F. C.) E’ costituita da 14 atomi, di cui 8 ai vertici del cubo e 6 al centro di ciascuna faccia di esso. Essa è caratteristica dei metalli più duttili e malleabili, come il Ferro γ, l’alluminio, il nichel, il piombo, il rame, l’oro, l’argento. 3) ESAGONALE COMPATTA (E. C.) E’ costituita da 17 atomi, di cui 12 disposti in modo da individuare un prisma esagonale, 2 nei centri delle facce inferiore e superiore e 3 al centro dei tre prismi romboidali in cui può essere suddiviso il prisma esagonale. Essa è caratteristica dei metalli più fragili, come lo zinco, il cobalto, il magnesio. Anche la grafite ha struttura esagonale. Tecnologie mecc. di proc. e prod. - Appunti dalle lezioni del prof. Di Cara Nicola - ITIS “Galilei” - Conegliano 4 Classe 3^ - Tecnologie mecc. di proc. e prod. - UdA n° 2: Materiali metallici: costituzione, trattamenti - La materia Dimensioni del reticolo e costante reticolare La dimensione della cella elementare (o reticolo) é detta “costante reticolare” ed il suo valore varia a seconda del tipo di sistema. Consideriamo, per comodità, il sistema cubico a facce centrate (CFC). In esso gli atomi sono a contatto sulle diagonali delle facce. Con riferimento al disegno a lato, si ha che: l= 2 2 a +a = l a 2 2a = a 2 a Ma, con riferimento al disegno del reticolo CFC, detta “l” la diagonale della faccia superiore, é anche: l=r+d+r=2r+d=2d Possiamo quindi scrivere: 2d=a 2 da cui a = 2d 2 Per il ferro, che ha diametro dell’atomo d = 2,48 Å (dove 1 Å, angstrom; é pari a 10 ha: -7 mm), si 2 = 3,507 Å a = 2,48 Nel caso del sistema cubico a corpo centrato, gli atomi sono a contatto sulle diagonali del cubo. Con riferimento al disegno a lato, si ha che: l= a 2 + b2 Per quanto dimostrato sopra, la diagonale della faccia inferiore é b=a 2 Quindi si può scrivere: l= a 2 + (a 2 ) 2 = a 2 + 2a 2 = 3a 2 = a 3 Ma, come prima, é anche: l=r+d+r=2r+d=2d Possiamo quindi scrivere: 2d=a 3 Tecnologie mecc. di proc. e prod. - Appunti dalle lezioni del prof. Di Cara Nicola - ITIS “Galilei” - Conegliano 5 Classe 3^ - Tecnologie mecc. di proc. e prod. - UdA n° 2: Materiali metallici: costituzione, trattamenti - La materia da cui a = 2d 3 Ricordando che, per il ferro, d = 2,48 Å, si ha: a= 2 • 2,48 3 = 2,86 Å Confrontando i due valori ottenuti si deduce che la costante reticolare, e quindi il lato, del reticolo cubico a corpo centrato é minore di quella del reticolo cubico a facce centrato. In sostanza, il reticolo C.F.C. é più grande del reticolo C.C.C. TRASFORMAZIONI ALLO STATO SOLIDO: ALLOTROPIA Alcuni elementi, come il Ferro, variano la loro struttura cristallina a seconda della temperatura alla quale si trovano. Il fenomeno è detto ALLOTROPIA. Con riferimento alla figura a lato, considerando le trasformazioni al riscaldamento, si ha: - dalla temperatura ambiente fino a 768 °C il ferro ha reticolo cristallino C.C.C., è detto ferro α ed è magnetico; - da 768 °C fino a 910 °C il ferro ha ancora reticolo cristallino C.C.C., è detto ferro β o “α non magnetico” perché non è più magnetico; - da 910 °C fino a 1394 °C il ferro ha reticolo cristallino C.F.C., è detto ferro γ e non è magnetico; - da 1394 °C fino a 1535 °C (temperatura di fusione) il ferro riprende il reticolo cristallino C.C.C. ed è detto ferro δ. Tecnologie mecc. di proc. e prod. - Appunti dalle lezioni del prof. Di Cara Nicola - ITIS “Galilei” - Conegliano 6 Classe 3^ - Tecnologie mecc. di proc. e prod. - UdA n° 2: Materiali metallici: costituzione, trattamenti - La materia GENESI DEI CRISTALLI I cristalli possono provenire sia da trasformazioni liquido → solido, che da trasformazioni di stato in fase solida. In entrambi i casi distinguiamo due momenti successivi: nucleazione e accrescimento. 1) Nucleazione E’ il momento in cui si producono nel sistema (es.: massa liquida) i nuclei o germi dei cristalli. Non si sa con esattezza come avviene il processo. Facciamo delle ipotesi ragionando in termini energetici. Sappiamo che lo stato liquido è caratterizzato da una certa energia e che lo stato solido ha una energia inferiore. Quindi il passaggio liquido – solido avviene con diminuzione di energia. Tale passaggio, d’altra parte, non avviene direttamente, ma soltanto dopo avere attraversato uno stato attivato. Diciamo allora che, quando la massa liquida solidifica, non tutte le particelle danno origine ai nuclei, ma solo quelle che hanno energia sufficiente per raggiungere lo stato attivato. Vi è infatti una forza che si oppone alla formazione dei nuclei: la TENSIONE SUPERFICIALE, esercitata sul germe solido dal liquido. 2) Accrescimento Costituisce lo sviluppo della fase solida, intorno ai nuclei preformati, a spese del liquido circostante, formando cristalli che si uniscono gli uni agli altri fino alla completa solidificazione. Nella figura vi è la rappresentazione schematica della germinazione e della crescita dei grani. Tecnologie mecc. di proc. e prod. - Appunti dalle lezioni del prof. Di Cara Nicola - ITIS “Galilei” - Conegliano 7 Classe 3^ - Tecnologie mecc. di proc. e prod. - UdA n° 2: Materiali metallici: costituzione, trattamenti - La materia I cristalli, visti al microscopio, sono aggregati più o meno piccoli, generalmente senza orientamento preferenziale. Essi vengono chiamati GRANI CRISTALLINI. Se non esistono anisotropie nel raffreddamento della massa fusa, l’accrescimento procede regolarmente in tutte e tre le direzioni e cesserà quando i bordi dei grani contigui vengono a contatto, formando i “giunti”. Nella realtà, i cristalli non possono svilupparsi regolarmente a causa della tensione superficiale del liquido che li circonda, degli attriti interni e delle interferenze che avvengono fra i cristalli stessi durante la fase di accrescimento. Si avrà quindi un aggregato cristallino costituito da grani aventi dimensioni, forma ed orientamento diversi. La velocità di raffreddamento influisce sulla dimensione dei cristalli: - Velocità di raffreddamento lenta - Velocità di raffreddamento veloce pochi nuclei, pochi grani grandi molti nuclei, molti grani piccoli Strutture dendritiche La forma e le dimensioni dei cristalli, come pure la direzione secondo cui si sviluppano, dipendono essenzialmente, oltre che dalla velocità di raffreddamento, dall’energia presente secondo i vari piani del reticolo cristallino. La crescita dei cristalli avviene più rapidamente in direzione perpendicolare ai piani di massima energia. In seguito alla formazione di parti solide, si libera una notevole quantità di energia termica che si oppone al proseguimento della solidificazione in quella direzione. Allora il cristallo tende a svilupparsi in un’altra direzione dove l’energia è minore, quindi si arresta a causa dell’energia liberata e si accresce in altra direzione di minore energia e così di seguito. L’accostamento alla forma arborescente delle foglie di felce ha suggerito la denominazione di DENDRITISMO al fenomeno e di DENDRITI ai cristallini che conservano tale aspetto dopo la solidificazione. Queste formazioni, talvolta visibili ad occhio nudo sulla superficie dei metalli solidificati, hanno uno sviluppo più ampio quando il raffreddamento è lento. Col procedere della solidificazione, gli spazi tra le ramificazioni vengono colmati da altre ramificazioni contigue per cui, in definitiva, si ha una massa omogenea nella quale non si distingue più la dendrite originaria. La figura a sinistra rappresenta la struttura dendritica di un acciaio inossidabile. Tecnologie mecc. di proc. e prod. - Appunti dalle lezioni del prof. Di Cara Nicola - ITIS “Galilei” - Conegliano 8 Classe 3^ - Tecnologie mecc. di proc. e prod. - UdA n° 2: Materiali metallici: costituzione, trattamenti - La materia In seguito alla laminazione, tale struttura viene modificata con la formazione di fibre, che conferiscono maggior resistenza ala materiale. Dalla unione delle varie dendriti hanno origine i grani del cristallo. I contorni dei grani: giunti Durante la solidificazione le pareti dei cristalli respingono via via nel liquido la maggior parte delle IMPUREZZE presenti nel bagno di fusione: queste si raccolgono sotto forma di sottile pellicola ai cosiddetti CONTORNI DEI GRANO (o GIUNTI), ossia alla periferia dei grani nel metallo solidificato. Ai bordi dei grani iniziano i fenomeni di corrosione e di fusione. Dalle caratteristiche del giunto dipendono molte proprietà del materiale: METALLI - AD ELEVATA RESISTENZA - AD ELEVATA PLASTICITA’ - AD ELEVATA FRAGILITA’ RESISTENZA DEL GIUNTO AL DISTACCO Elevata RESISTENZA DEI GRANI ALLA DEFORMAZIONE Elevata Elevata Bassa Bassa Elevata Pertanto il comportamento dei metalli alle sollecitazioni dipende contemporaneamente dalle proprietà del grano e dalle proprietà del giunto. • A TEMPERATURA ORDINARIA la coesione nei giunti è superiore a quella che c’è all’interno dei grani, quindi, se c’è frattura, essa avviene attraverso i grani (FRATTURA TRANSCRISTALLINA). • Alle ALTE TEMPERATURE diminuisce la coesione nei giunti e quindi è fra di essi che avviene una eventuale frattura (FRATTURA INTERCRISTALLINA). IMPERFEZIONI DEL RETICOLO CRISTALLINO Nella realtà il reticolo cristallino presenta delle imperfezioni tipo: • Difetti reticolari puntiformi (Vacanze) • Difetti reticolari lineari (Dislocazioni) • Presenza di atomi estranei 1) La VACANZA è un punto di discontinuità corrispondente a “posizioni atomiche vacanti”. Il movimento di vacanze, cioè lo scambio di posizione tra un atomo ed un posto non occupato è detto DIFFUSIONE. Tecnologie mecc. di proc. e prod. - Appunti dalle lezioni del prof. Di Cara Nicola - ITIS “Galilei” - Conegliano 9 Classe 3^ - Tecnologie mecc. di proc. e prod. - UdA n° 2: Materiali metallici: costituzione, trattamenti - La materia La variazione delle proprietà meccaniche dei metalli nonché le rotture per fatica dei metalli sollecitati si possono imputare alle vacanze. 2) Le DISLOCAZIONI sono difetti estesi (combinazioni di vacanze) formatisi durante la crescita dei cristalli, oppure in seguito a deformazione plastica quando una parte del cristallo scivola su quella adiacente. A lato è rappresentata una “dislocazione a spigolo”. Le dislocazioni rendono plastici i cristalli. 3) Gli ATOMI ESTRANEI alla composizione del metallo (dovuti ad IMPUREZZE metalliche o non metalliche) possono essere di due tipi: • INTERSTIZIALI, se si inseriscono nel reticolo base in posizioni non regolari, come nelle vacanze o dislocazioni o negli interstizi del reticolo deformato. • SOSTITUZIONALI, se sostituiscono atomi della matrice metallica in posizione normale del reticolo. E’ evidente che la presenza di atomi estranei disturba lo stato di equilibrio e crea DISTORSIONI nei piani atomici, rendendo più difficoltosi lo scorrimento dei reticoli, diminuendo di conseguenza la plasticità ed aumentando la durezza. Gli atomi estranei, avendo una struttura elettronica ed un diametro diverso, agiscono come centri di distorsione del reticolo. Tecnologie mecc. di proc. e prod. - Appunti dalle lezioni del prof. Di Cara Nicola - ITIS “Galilei” - Conegliano 10 Classe 3^ - Tecnologie mecc. di proc. e prod. - UdA n° 2: Materiali metallici: costituzione, trattamenti - La materia Deformazioni del reticolo Se un grano (o cristallo) di metallo potesse essere sottoposto a sollecitazioni esterne, il suo reticolo cristallino subirebbe una deformazione causata dallo scorrimento dei blocchi dei piani atomici. Di conseguenza cambierebbe la forma esterna del grano (che subirebbe un allungamento nella direzione dello sforzo) ma la forma e le dimensioni delle celle del reticolo cristallino rimarrebbero inalterate. Le proprietà meccaniche del grano (R, A …) risultano diverse a seconda della direzione della sollecitazione. Questo diverso comportamento alle sollecitazioni nelle varie direzioni di denomina ANISOTROPIA. I metalli sono però policristallini, cioè costituiti da un numero grandissimo di grani i cui piani atomici sono orientati in tutte le direzioni possibili. Essi sono allora ISOTROPI, cioè non variano le proprietà meccaniche qualunque sia la direzione della sollecitazione applicata, in quanto lo scorrimento dei piani in un grano risulta ostacolato dai piani del grano adiacente, che sono orientati in direzioni diverse. Con l’aumentare dello sforzo, anche altri grani iniziano lo slittamento nella direzione della sollecitazione, fino a che il materiale non consentirà altre deformazioni plastiche. Se la sollecitazione aumenterà ulteriormente, fino a superare la forza di coesione, si avrà la ROTTURA. Le lavorazioni meccaniche, soprattutto se eseguite a freddo, provocano la frantumazione dei cristalli e deformano il reticolo cristallino; per questo motivo il materiale acquista durezza e fragilità e nascono tensioni interne. Il fenomeno è conosciuto col nome di INCRUDIMENTO e può essere eliminato col trattamento termico di RICOTTURA, che rigenera il grano, ricostituisce la struttura cristallina originaria e fa scomparire le tensioni interne. 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