LA STAMPA MERCOLEDÌ 1 OTTOBRE 2014 Il computer da record debutta alla Sissa che significa 100 mila miliardi di operazioni al se­ condo. In un anno, 34 milioni di ore di calcolo po­ tenziali. Solo al Cineca di Bologna, all’Enea di Roma e al Centro euro­mediterraneo sui cambiamenti cli­ matici di Lecce ci sono macchine del genere. «Centri con cui la Sissa ha ottimi rapporti, ma sia dai nostri ricercatori sia dal tessuto industriale veniva la domanda di costruire qualcosa qui ­ racconta Stefa­ no Cozzini, il tecnologo del Cnr responsabile del progetto ­. In Sissa ci sono gruppi di ricerca della si­ mulazione quantistica di materiali alla nanoscala, della simulazione di sistemi biologici come l’intera­ zione delle proteine alla scala atomica, di simulazio­ ni di astrofisica computazionale per studiare l’Uni­ verso, di simulazioni di matematica per la fluidodi­ namica computazionale per le navi, di simulazione FRANCESCO RIGATELLI n Alla Sissa, la Scuola internazionale superiore di studi avanzati di Trieste, c’è una nuova scatola nera. Ci si entra da una porticina che viene tenuta chiusa per ottimizzare il raffreddamento della macchina Ibm con processore Intel, assemblata dal Var group di Empoli. Il supercomputer si presenta come due file di armadi con monitor e tastiera, anche se 150 ricercatori si preparano ad usarlo da remoto. Il «cluster» è un’unione di nodi di calcolo che lavora­ no all’unisono a una velocità di oltre 100 teraflops, il l P FRANCESCO VACCARINO POLITECNICO DI TORINO omplessità, sistemi complessi: tutto è diventato «complesso». Politici, manager, intellettuali, comunicatori, tutti sembrano essersi impossessati di questo termine, che è diventato la parola magica per definire il paradigma della contem- accogliendo come membri poraneità. Spesso abusata, ali- onorari della Società studiosi bi per più sincere dichiarazioni che hanno contribuito a creadi impotenza, assume invece re quest’area scientifica». Il un valore ben diverso, quando primo «Ccs Senior Award» è qualifica il nuovo ramo della così andato a H. Eugene Stanscienza che è la «scienza dei si- ley, professore di Fisica alla stemi complessi». Boston University, già MedaA Lucca, all’Istituto di Alti glia Boltzmann nel 2004. PaStudi Imt, si è tenuta la scorsa dre fondatore dell’Econofisisettimana la Conferenza eu- ca, è uno degli scienziati più inropea dei sistemi complessi fluenti nel campo della com(«European plessità anConference che per il suo on Complex contributo Systems, ECmaieutico: ha, CS ’14»), coninfatti, sino a clusasi con oggti supervil’assegnaziosionato un inne di tre precredibile numi a due giomero di stuvani scienziadenti di dottoti (italiani!), rato e ricercaoltre a un ritori (rispetticonoscimenvamente 111 e to «alla car163). A due riera». Con giovani ricer800 partecicatori italiani panti, di cui (che però lasolo 600 exvorano alRUOLO: È PROFESSORE l’estero) sono tra-europei, ALLA NORTHEASTERN UNIVERSITY la conferenza E COORDINATORE DI RICERCA andati invece E MEMBRO DELL’EXECUTIVE i riconosciha assunto COMMITTEE DELLA FONDAZIONE ISI menti una dimen«Jusione autentinior»: a Filipcamente internazionale. po Radicchi, dell’Indiana UniÈ la prima volta che la versity di Bloomington, «per «Complex Systems Society» gli studi teorici sulle proprietà decide di attribuire dei premi. strutturali e dinamiche delle «Ora che il campo scientifico è reti e per l’analisi in larga scala consolidato - spiega il suo pre- di dati empirici sul comportasidente Alessandro Vespigna- mento umano», e a Giovanna ni - possiamo iniziare a costru- Miritello, impegnata come riire una nostra “hall of fame”, cercatrice presso la spagnola incoraggiando giovani ricer- Zed Worldwide, premiata per catori, con il premio Junior, e il lavoro nella nuova «Compu- numerica del clima». È la simulazione, insomma, l’utilità principale dei calcoli del supercomputer. Qualcosa di cui pure la piccola e media impresa si potrà giovare. «Abbiamo già delle richieste ed ecco perché, oltre alla macchina, si inaugura un master in High performance computing per formare una clas­ se di professionisti in grado di usarla», continua Cozzini, che del nuovo corso è il coordinatore. «Con il supercalcolo l’impresa potrà ridurre costi e mantenersi innovativa ­ spiega Cozzini ­. Un’azien­ da di biciclette potrà simulare al computer senza galleria del vento i propri materiali. Un altro esem­ pio è la simulazione numerica per la valutazione del rischio in alcune attività, come nella dinamica strut­ turale e quindi nella costruzione di edifici. O, anco­ ra, la simulazione di incidenti e incendi». La matematica si inoltra in territori inesplorati e affronta molte sfide globali A Lucca il meeting sui “Complex systems” con due giovani italiani tra i premiati Alessandro Vespignani Fisico tational social science». Un tratto caratteristico dell’«Eccs ’14» è stato lo spazio dato all’impatto sul mondo reale: come le informazioni si propagano sui social network; come avviene il contagio nelle crisi finanziarie e con i virus epidemici; come si possono riorganizzare i flussi di traffico in relazione all’evoluzione urbanistica; come si quantifica e come si recepisce il successo. «Tutta la scienza dei sistemi complessi ha dei risultati tangibili», sottolinea Guido Calda- relli, coordinatore scientifico e organizzativo della conferenza e docente di reti all’Imt. Le ricerche nel campo della complessità escono dunque da una fase pionieristica per affrontare le difficoltà del mondo che cambia sempre più rapidamente, e lo fanno con crescente successo. D’altra parte, ciò non significa che non ci sia più posto per le domande di base, quelle di carattere fondazionale. Anzi, le interazioni con tanti ambienti eterogenei alimentano la richiesta di metodi radi- calmente innovativi - e di nuove teorie - capaci di delineare più chiaramente le catene causali che presiedono ai comportamenti dei sistemi complessi. Infatti, se da un lato i paradigmi cosiddetti «data driven» alimentati dalle masse imponenti di dati - dimostrano di poter essere implementati con sempre maggiore efficacia e raffinatezza, dall’altro lato è emerso dalla conferenza quanto sia necessario lo sviluppo di nuovi strumenti matematici per rappresentare e studiare Il primo tempio alla Luna fu la Collina delle Pietre Scoperta in Israele: megastruttura più antica di Stonehenge e delle piramidi egizie l P ARCHEOLOGIA GABRIELE BECCARIA È TuttoScienze .23 Dal traffico fino alle epidemie Soluzioni in arrivo dal Big Data COMPLESSITÀ C . lo sguardo a cambiare le cose. E così quello che è stato a lungo considerato il frammento di un antico muro di cinta, da sempre trascurato, si è trasformato di colpo in una meraviglia archeologica: uno dei monumenti più antichi dell’umanità, anteriore a Stonehenge e alle piramidi egizie. Risalente a oltre 5 mila anni fa, si è finalmente svelato dopo una serie di rilievi. È una collina artificiale di pietre e sassi, modellata come una luna crescente: lunga più Ido Wachtel Archeologo RUOLO: È RICERCATORE ALLA HEBREW UNIVERSITY DI GERUSALEMME di un campo di calcio, 150 metri, larga una ventina e alta sette, ha una massa di oltre 14 mila metri cubi. Emerge nella sua muta maestosità a una trentina di chilometri dalla cittadina israeliana di Bet Yerah ed è merito di un giovane archeologo della Hebrew University di Gerusalemme - Ido Wachtel se ora può ricominciare a comunicare i propri messaggi ancestrali, dopo un silenzio millenario. La collina a forma di luna crescente si estende per 150 metri «Doveva rappresentare un simbolo grandioso, immerso nel paesaggio naturale, probabilmente per affermare un principio d’autorità», teorizza Wachtel. In parole più semplici, una rappresentazione terrestre delle influenze della Luna, adorata come una divinità ultrapotente in tutta la Mesopotamia (e non solo). Con il nome semitico di Nin e con quello sumerico di Nanna, entità distinte, destinate a fondersi durante l’impero accadico. A conferma del ruolo-chiave di questo culto, in una delle città più antiche del mondo, la mitica Ur, tra 2600 e 2400 a.C., la luna-Sin era adorata come il vertice scintillante di un ampio pantheon. Sin era niente meno che «creatrice di ulteriormente i sistemi complessi. Volendo fare un paragone con il passato, sembra di trovarsi alle soglie del XX secolo. Ora come allora le domande sono tremende e vertiginose: un mondo nuovo si apre davanti a noi e - ora come allora la matematica, la «serva padrona», deve compiere un nuovo salto, come fece con il calcolo tensoriale, da cui emerse la Relatività, o con Boltzmann e la meccanica statistica, che diedero un senso profondo alla termodinamica, la madre della rivoluzione industriale. Dopo uno straordinario secolo di sviluppo votato allo strutturalismo e ai risultati esistenziali, la matematica deve quindi ritrovare un approccio che parta dalle domande concrete dei tanti ambiti della realtà: deve cercare soluzioni costruttive, forse meno iperuraniche delle terribili gerarchie di Cantor di borgesiana memoria, ma non meno affascinanti e impegnative. Consolidato il campo di indagine, «agganciata» la realtà, la comunità dei sistemi complessi continua così la ricerca di un nuovo linguaggio comune per comprendere meglio e condividere le sfide del XXI secolo: per farlo si dà appuntamento, il prossimo 28 settembre 2015, a Tempe, in Arizona, per la «Conference on Complex Systems 2015». La partita è più aperta che mai, specialmente per i matematici coraggiosi. tutte le cose e degli dei», oltre che personificazione della saggezza suprema, la quale equivaleva all’astronomia: il sapere esoterico, appunto, con cui diventava possibile l’osservazione dei cieli, dai movimenti stellari ai cicli lunari. E - ricorda Wachtel - non è casuale che la stessa Bet Yerah sia un insediamento molto antico, già attivo nell’Età del Bronzo, e che diede vita a una delle città-fortezza più estese dell’attuale Medio Oriente. Il suo nome - rivelano le ultime interpretazioni doveva significare in origine «Casa del Dio Luna». La città era forse un centro cerimoniale strategico, capace di coinvolgere tribù e popolazioni di una vasta area? Di sicuro nella zona stanno emergendo sorprendenti strutture megalitiche. Per esempio quella di Rujum el-Hiri: un tumulo gigante, circondato da quattro anelli concentrici. Ancora tutto da decifrare.