L`Algeria nella graduatoria economica, sociale e di governo tra i

Notiziario Economico
N°6 Novembre/Dicembre 2007
BUON ANNO 2008
EDITORIALE
Ambasciata d’Italia
Algeri
Ufficio Commerciale
Sede Sonatrach
La Sonatrach, per il terzo anno consecutivo, si colloca al 12°
posto nella classifica mondiale 2006 delle prime 100 società
petrolifere. Secondo dati elaborati da Petroleum Intelligence
Weekly, l’Algeria è al 3° posto per le riserve liquide in
idrocarburi (11:712 miliardi di barili) al 10° per la produzione
(1.934 milioni b/g) e al 37° per la capacità di raffinazione
(450.000 b/g). Il settimanale “Jeune Afrique” considera a sua
volta Sonatrach come la prima società in Africa.
Le attività della Sonatrach, che ha lanciato un vasto
programma d’investimenti per il periodo 2006-2010, non sono
tuttavia, né potranno esserlo in futuro, sufficienti per innescare
un processo di crescita robusto che si accompagni ad un
aumento dell’occupazione e ad un generalizzato
miglioramento nel livello di vita della popolazione le cui
aspettative economico-sociali restano in gran parte frustrate.
La Banca Mondiale, che ha recentemente pubblicato un
rapporto sulle gestione della spesa pubblica algerina, solleva
una serie di interrogativi sulla sostenibilità a lungo termine del
trend attuale di spesa pubblica, sottolineando come esista la
possibilità che i programmi di investimenti pubblici non
riescano a promuovere una crescita duratura e ad accelerare lo
sviluppo, e finiscano con accrescere lo spreco delle risorse
statali e la corruzione a beneficio di pochi. Da qui la necessità
di promuovere uno sviluppo più equilibrato che persegua
obiettivi ben determinati volti a costruire un reticolo di
infrastrutture
socio-economiche
moderne,
accrescere
l’efficienza delle imprese sia pubbliche che private e
migliorare il capitale umano così che i processi d’investimento
e produzione, sia pubblici che privati, si realizzino in un
contesto socio-economico sano, reso possibile dall’adozione e
dal rispetto delle regole del mercato e di un sistema di
governance sociale trasparente e condiviso.
Banca Mondiale
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ECONOMIA
L’economia algerina e le previsioni del Fondo
Monetario Internazionale
Nonostante l’andamento oltremodo favorevole del corso degli
idrocarburi e la crescita di alcuni indicatori economici,
l’economia algerina continua a sperimentare un’insufficiente e
persistente performance economica la cui dimensione è tanto
più significativa quanto più elevate sono le entrate dall’export
energetico. Secondo dati di alcuni economisti, la produzione
dell’industria manifatturiera si attesta a circa il 60% del livello
1989, mentre la crescita del settore pubblico industriale e
manifatturiero registra da quindici anni un calo continuo (2,8% nel 2005).
Dominique Strauss-Kahn
Direttore Generale del FMI
Per quel che riguarda la produttività, l’economia algerina,
secondo uno studio della Banca Mondiale, si colloca all’85°
posto su 93 Paesi esaminati, malgrado investa circa il 32% del
suo PIL (la Tunisia si colloca al 15° posto, Israele al 19°,
l’Egitto al 40°). Secondo la classifica ONU dell’Indice dello
sviluppo umano (PIL pro-capite, speranza di vita,
scolarizzazione) l’Algeria è al 102° posto su 173 Paesi; per la
governance raggiunge un valore 38 su 100, al di sotto del 49,
media della regione Medio-Oriente-Africa del nord; per il
livello di povertà, si calcola che oltre 5 milioni di algerini, il
15% della popolazione, vivano al di sotto della soglia di
povertà.
In questo quadro si pone l’invito del Fondo Monetario
Internazionale al Governo algerino ad accelerare le riforme
economiche necessarie ad addivenire ad un tasso di crescita
economica sufficiente a creare occupazione. Secondo il Fondo,
il tasso di crescita del PIL algerino nel 2007 e quello atteso per
il 2008 non saranno sufficienti per annullare questo gap. A
fronte di un aumento annuo del tasso di crescita del 7%, quello
per il 2007 è stato del 4,8%, mentre si stima che si aggirerà
attorno al 5,2% nel 2008.
Le previsioni per il 2008 vedono un PIL pari a 139,5 miliardi
di dollari in crescita rispetto ai 125,9 stimati per il 2007, un
tasso di crescita del PIL del 5,2% (4,8% nel 2007), un tasso
d’inflazione del 4,3% (4,5% nel 2007), entrate pari a 69,9
miliardi di dollari (61,8 nel 2007), importazioni di 44,7
miliardi di dollari (38,3 nel 2007), riserve valutarie pari a
129,6 miliardi di dollari (103,4 nel 2007).
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Diagnosi della Banca Mondiale sulla spesa pubblica
algerina
La Banca Mondiale, che ha recentemente reso pubblico il suo
rapporto sulla spesa pubblica in Algeria, sottolinea come la
stessa, sebbene sia in grado di realizzare gli obiettivi di
sviluppo prefissati, mostri delle debolezze nel contesto
istituzionale (quadri altamente frammentati e competenze
sparse tra vari Ministeri chiave); economico (scarsa
partecipazione dell’investimento privato nei progetti di
infrastrutture pubbliche), e della spesa pubblica,
principalmente orientata a favore dei vasti progetti di
costruzione d’infrastrutture, che non considera i futuri onerosi
costi di mantenimento degli stessi ignorati in bilancio.
La Banca sostiene che, in primo luogo, il sistema nazionale di
investimenti pubblici ha bisogno di essere modernizzato e, in
particolare, come sia necessario migliorare il livello di
competenza tecnica del personale incaricato dell’esecuzione
dei progetti. Un altro punto riguarda la scarsa efficacia
dell’investimento pubblico in quanto spesso realizzato in modo
non conforme agli standard tecnici minimi e con progetti solo
parzialmente realizzati; problemi accentuati da un’allocazione
di risorse troppo grande in rapporto alla capacità di
assorbimento locale. In terzo luogo, nel rapporto si evidenzia
come i costi iniziali sono per lo più sottostimati, mentre quelli
finali sovrastimati, questo perché la scarsa capacità di
assorbimento locale induce rischi notevoli dal costo elevato.
Debito pubblico algerino
Il debito pubblico interno è calato dai 1.779 miliardi DA nel
2006 (25,4 miliardi dollari) ai 1.200 (17,4 miliardi $) nel 2007.
Il debito pubblico interno calerà pertanto dal 21,3% del PIL, a
fine 2006, al 15% del 2007. Il debito estero si aggira intorno a
833 milioni di dollari, di cui 330 nei confronti degli Emirati
Arabi Uniti, Paese con il quale sarebbero in corso negoziati per
convertire tale debito in investimenti.
Il totale accumulato dal Fondo di regolamento delle entrate,
fondo creato per assicurare i programmi di sviluppo del paese,
proteggere l’economia dalle crisi economiche e dall’inflazione,
si aggira a più di 53 miliardi di dollari.
Il Ministro delle Finanze
Karim Djoudi
Riserve auree
Le riserve auree dell’Algeria, costituite da oro depositato
presso la Banca d’Algeria e presso banche estere, sono,
secondo fonti del Consiglio mondiale dell’oro, pari a 174
tonnellate e collocano il Paese al secondo posto tra i Paesi del
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mondo arabo (il Libano è al primo posto con 287 tonnellate).
Investimenti diretti
Secondo il rapporto 2007 della Conferenza delle Nazioni Unite
sul Commercio e lo Sviluppo(CNUCED), il flusso degli
investimenti diretti esteri (IDE) verso l’Algeria nel 2006 è
passato da 1,081 miliardi di dollari del 2005 a 1,795, un
aumento di 714 milioni. Malgrado questa crescita, la
CNUCED ritiene che il flusso di IDE verso l’Algeria sia al di
sotto del suo potenziale, specie se si considera che la parte più
rilevante degli stessi è stata nel settore degli idrocarburi.
Tra i paesi dell’Africa, dove il totale di IDE è stato di 35,544
miliardi di dollari, l’Algeria si colloca al sesto posto dietro
l’Egitto (10 miliardi), la Nigeria (5,4), il Sudan (3,5), la
Tunisia (3,3) e il Marocco (2,9). Secondo le statistiche del
CNUCED, il totale degli IDE in Algeria è stato al 31 dicembre
2006 di 10,151 miliardi di dollari contro i 38,925 dell’Egitto, i
29,795 del Marocco e i 21,779 della Tunisia.
Dal 2003 al 2007 l’agenzia per la promozione degli
investimenti algerina ANIMA, ha recensito un totale di 379
progetti d’investimenti diretti esteri in Algeria, per un totale di
22 miliardi di euro. La quota parte di IDE europei è di 152
progetti recensiti, rappresentanti 10,6 miliardi di euro di cui
111 sono francesi per un ammontare di 1,75 miliardi di euro.
Programma di sostegno alla crescita economica
Il Ministro dell’Industria e
della Promozione degli
Investimenti Abdelhamid
Temmar
Il Ministro dell’Industria e della Promozione degli
Investimenti, Abdelhamid Temmar ha, nello scorso dicembre,
sottolineato come “…tutto quello che si è guadagnato
dall’aumento del prezzo del grezzo è impegnato in spese
pubbliche destinate alla costruzione delle infrastrutture del
Paese, 80 miliardi di dollari sui 140 previsti dal programma di
sostegno alla crescita economica. Lo Stato non ha più denaro.
E se il prezzo del barile scende al di sotto dei 60 dollari, non
arriveremo a finanziare il resto del programma”.
Per innescare un processo virtuoso di crescita, Temmar
propone una nuova politica industriale che consiste nella
creazione di un reticolo di connessioni interindusriali, specie
tra gli operatori privati, volto a sviluppare alcune filiere
industriali. In questo quadro si iscrive il programma di aiuti
per i prossimi cinque anni a circa 3.000 imprese private che
non possono sostenere la concorrenza internazionale. Per le
imprese pubbliche, la politica di Temmar prevede un
programma di modernizzazione grazie all’associazione con
operatori che apportino tecnologia.
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Algeri al 50° posto come città più cara al mondo
Algeri è stata classificata al 50° posto tra le città più costose al
mondo dalla società Mercer Human Resources Consulting che
classifica le città in base ad una serie di parametri (200) quali
costo degli immobili, del trasporto, dei prodotti alimentari,
delle spese voluttuarie e così via.
Nel mondo arabo Algeri è la terza città più cara dietro Dubai
(34°) e Abu-Dhabi (45°), distanziata da Dakar (33°).
Presenza di lavoratori stranieri in Algeria
32.000 i lavoratori stranieri in
Algeria
Secondo dati ufficiali in Algeria lavorano attualmente circa
32.000 stranieri di 105 differenti nazionalità. I cinesi
rappresentano, con il 45% del totale, la comunità più
numerosa, seguiti dagli egiziani (11%), dagli italiani (3,5%) e
da filippini, americani, francesi e canadesi (circa il 3%
ciascuna). La maggior parte di loro vive e lavora in quattro
città: Algeri, Orano, Adrar, Ouargla . Quest’ultime due si
trovano al sud del Paese, non lontano dai campi petroliferi e
dai giacimenti di gas. Il settore delle costruzioni e dei lavori
pubblici occupa la maggior parte degli stranieri (51%), seguito
da quello dell’industria – soprattutto idrocarburi - (24%).
Sfruttamento della mano d’opera infantile
Secondo statistiche della FOREM (Fondation Nationale pour
la promotion de la santè et le developpement de la recherche)
sarebbero oltre un milione i minori che lavorano, di cui
500.000 in età inferiore a 16 anni e 300.000 che disertano la
scuola.
Calo del dollaro e importazioni algerine
Le importazioni algerine sono passate nel 1° semestre 2007 da
10,608 a 12,804 miliardi di dollari, con un aumento del 20,7%.
Le importazioni dall’UE sono aumentate del 12,21%, passando
da 6,054 a 6,793 miliardi di dollari. In particolare, nel 1°
semestre 2007 le importazioni dalla Francia (2,390 miliardi di
dollari, 18,67% del totale) sono aumentate del 6,94%; dalla
Cina (1,130 miliardi di dollari, 8,83% del totale) del 53,32%;
dall’Italia (1,008 miliardi di dollari, 7,87%) del 3,28%; dagli
Stati Uniti (946 milioni di dollari, 7,39% del totale) del
40,36%; dalla Germania (946 milioni di dollari, 6,89% del
totale) del 21,49%; dalla Spagna (688 milioni di dollari, 5,37%
del totale) del 29,57%; dal Giappone (574 milioni di dollari,
4,48%) del 48,32%; dalla Turchia (442 milioni di dollari,
5
3,45%) del 43,97% ; dalla Corea (428 milioni di dollari,
3,34%) del 96,33%; dall’Argentina (408 milioni di dollari,
3,19%) del 65,18%; dal Belgio (356 milioni di dollari, 2,78%)
del 31,85%.
Aumentate del 12,21% le
importazioni dall’Ue
Il deprezzamento del dollaro del 33% tra il 2002 e il 2006, e
del 48% rispetto ad ottobre 2007, ha fatto aumentare il costo
delle importazioni algerine, passate nei cinque anni precedenti
dai 12 miliardi di dollari ai 21,5. Di queste, la parte pagata in
euro si aggira tra il 55 e il 58%. Per quel che riguarda la
struttura delle importazioni per gruppi di prodotti, quelle
provenienti dalla zona euro riguardano i beni destinati alla
produzione (materie prime e semilavorati), circa il 66% dei
beni strumentali importati dal resto del mondo. La parte di
beni destinati alla produzione quali i medicinali, costituiscono
circa il 17% del totale delle importazioni provenienti dall’UE e
circa i 2/3 delle importazioni di questo gruppo di prodotti dal
resto del mondo.
Mercato dei cereali
L’Algeria che è tra i principali importatori di grano al mondo
(al 7° posto): ha importato dalla Francia, nel periodo 2006-07,
l’85% del suo fabbisogno di cereali (2,6 milioni di t. di grano
tenero e 650.000 di grano duro). Per il 2007-08 le quantità
importate dalla Francia saranno, a detta di fonti algerine,
inferiori, dal momento che l’Algeria avrebbe già nello scorso
settembre acquistato sul mercato mondiale cereali a termine.
Inoltre, il calo del fabbisogno di import di cereali sarebbe
dovuto ad un aumento della produzione di cereali nel Paese,
che ci si attende si aggiri per il 2007 intorno ai 4,3 milioni di
tonnellate, pari circa la metà del fabbisogno nazionale.
Prospettive di crescita nell’allevamento di bestiame
Il Ministro algerino del
Commercio El Hachemi
Djaaboub
La significativa crescita economica realizzata dall’Algeria in
quest’ultimo decennio non ha compensato l’aumento nella
domanda di beni alimentari che si è accompagnata ad una
crescita della popolazione.
Un settore alimentare importante per l’economia e il benessere
dei suoi cittadini è quello lattiero che, unitamente al pane,
costituisce per gli algerini la principale fonte di acquisizione di
proteine, la carne rossa e bianca essendo disponibile solo ad
una minoranza.
La produzione algerina di latte e carne non riesce a soddisfare
la già bassa domanda del consumatore, domanda destinata ad
aumentare con il tempo.
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Il Ministro algerino
dell’Agricoltura
Said Barkat
Gli algerini che consumano annualmente 1,5 milioni di
tonnellate di patate, devono importare circa 1 miliardo di litri
di latte dei 3,5 che costituiscono il loro fabbisogno annuo, in
media 500 cl di latte al giorno, ad un costo che si aggira per il
2007 intorno a 1,2 miliardi di euro. Da qui la necessità di porre
in essere misure economiche (incentivi e sostegni agli
allevatori di bovini) per affrontare questa situazione,
peggiorata rispetto al periodo 1960-80, quando più del 70% del
fabbisogno lattiero era soddisfatto dalla produzione nazionale.
Il Ministro del Commercio El Hachemi ha, recentemente, in
questo contesto annunciato che il numero delle vacche da latte
sarà portato a 300.000 unità con allevamenti medi di 100 unità
e una produzione annuale media per animale di 4.000 litri.
Tutti i tentativi volti al miglioramento del capitale bovino sono
sinora falliti perché il bestiame importato (con sussidi agli
allevatori) viene abbattuto e la sua carne venduta sul mercato
anche per la scarsa e/o cattiva qualità dei foraggi prodotti nel
Paese. L’assenza di una chiara e permanente politica agricola
scoraggia gli agricoltori dall’investire nel settore ed è di
ostacolo alla regolarità della produzione, con conseguenze
negative sui prezzi dei prodotti agricoli che dovranno
continuare ad essere “sostenuti”, almeno per quel che riguarda
i prodotti alimentari essenziali.
La ristrutturazione dell’allevamento del bestiame con incentivi
ai piccoli e medi allevatori è condizione indispensabile per
ridurre la dipendenza dall’import nel settore. Si stima che tra il
2007 e il 2009 saranno importati 50.000 vitelli ad un costo
unitario di circa 1.800 euro. E’ in questo contesto che il
progetto del più grande centro lattiero d’Africa di Tiaret si
spera sia il primo passo per la soluzione del problema latte in
Algeria e per diminuire le importazioni di animali da latte.
Programma spaziale 2006-2020
82 miliardi di DA per la
promozione del programma
spaziale algerino 2006-2020
L’Agence spatiale algérienne (ASA) ha stanziato 82 miliardi di
DA per la promozione del suo programma spaziale 2006-2020,
individuando circa 80 tra azioni e progetti da mettere in opera
nel medio termine, così da sviluppare la tecnologia necessaria
a migliorare la conoscenza della struttura geologica di base del
Paese e combattere, tra l’altro, la desertificazione e proteggere
l’ambiente. Una trentina di ricercatori algerini sarebbero stati
inviati dall’ASA a Toulouse in Francia per la formazione e per
preparare il lancio dei due prossimi satelliti Alsat-2A e Alsat2B, previsto alla fine del 2008 e del 2009, rispettivamente. Il
lancio del primo satellite Alsat-1 nel novembre 2002 sarebbe
costato 11 milioni di dollari.
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