Congiuntura economica in Uzbekistan.
Il 2013 dovrebbe chiudersi con una crescita dell’8%, grazie ad una evoluzione
congiunturale positiva.
Importanti aperture sono state fatte verso la Cina che ha investito nel Paese oltre 300
milioni di Dollari USA per la costruzione del terzo tratto del gasdotto Asia Centrale Cina che attraversa l’Uzbekistan.
Nonostante l’Uzbekistan abbia fatto registrare uno dei tassi di crescita più alti tra gli
Stati CIS, permangono le incertezze per gli investitori esteri.
La crescita dell’economia Uzbekistan si e’ concentrata in modo particolare nel primo
semestre del 2013 (8,2%), trainata dal settore industriale e da quello agricolo. Nel
periodo in esame, il Paese ha creato lavoro per oltre mezzo milione di persone e sono
state create circa sedicimila nuove piccole e medie imprese. Nel secondo semestre il
ritmo di crescita del PIL e’ rimasto al di sotto dell’8%, risentendo del ribasso dei
prezzi mondiali di alcuni dei principali beni esportati dall’Uzbekistan (oro e cotone),
in parte compensato dalla crescita delle nuove esportazioni di gas verso la Cina.
Va tuttavia sottolineato che le rimesse degli emigrati di circa 5 miliardi di dollari
all’anno rappresentano un ulteriore importante elemento nell’economia del Paese.
L’inflazione e’ rimasta sostanzialmente stabile, inferiore al 12%, nella media dell’anno
passato secondo le stime locali, mentre per gli organi di statistica indipendenti e
internazionali, che valutano un tasso di inflazione superiore, i rischi di ulteriori
significativi aumenti nel 2014 non sono trascurabili in previsione di un ulteriore
deprezzamento della moneta locale, della sostenuta domanda interna e per i
considerevoli stanziamenti pubblici previsti per l’ammodernamento delle inefficienti
vie di comunicazione interne.
Nello specifico, per quest’ultimo aspetto, l’ambizioso progetto prevede la costruzione
ed il rinnovo di oltre 2.000 km di strade per un costo stimato dalla Holding di Stato
UzAvtoyu, in 3,4 miliardi di Dollari USA che verrebbero accordati da investimenti
statali, dalla ADB e da altri Istituti finanziari internazionali; sono anche previsti
sostanziali miglioramenti alle vie ferrate per rendere indipendente il Paese nei
collegamenti di transito con l’Afganistan, per raggiungere l’Iran ed il Golfo Arabico,
stante la mancanza di un sistema di trasporti integrato con gli altri Paesi vicini.
Per quanto attiene al commercio estero, secondo i dati attualmente disponibili riferiti ai
primi nove mesi del 2013, il volume complessivo e’ stato di 21,2 miliardi di Dollari
USA; le esportazioni (+13%) hanno superato 12 milioni di Dollari USA mentre le
esportazioni (+4,9%) si sono attestate a 9,1 miliardi di Dollari USA. La politica
commerciale, volta a proteggere le produzioni nazionali, e’ stata infatti caratterizzata
nel 2013 dall’introduzione di procedure protezionistiche. Si stima un surplus delle
partite correnti del 4,5% del PIL nell’anno in esame.
Gli investimenti esteri, un dato per il quale non sono presenti statistiche ufficiali, nel
2013 sarebbero cresciuti del 12,4% (3,1 miliardi di Dollari USA). Nonostante l’elevato
potenziale del Paese e la promozione da parte del Governo di Tashkent di un clima
degli affari più idoneo ad attirare gli IDE, restano le note criticità (convertibilità
moneta nazionale, ostacoli legislativi, severe procedure doganali e presenza soffocante
dello Stato), che penalizzano l’attrazione degli IDE e diminuiscono la fiducia da parte
degli investitori stranieri, in particolare occidentali.
La posizione fiscale del Paese nell’anno in esame sarebbe rimasta stabile: si stima un
deficit di bilancio dell’1% del PIL nel 2013: secondo l’Oli Majalis, la Camera Alta del
Parlamento Uzbeko, le entrate e le spese rappresenterebbero rispettivamente il 21,3%
ed il 22,3% del PIL nella legge di bilancio del 2013. La performance delle entrate
sarebbe derivata dalla stabile crescita, oltre il 7% del PIL negli ultimi tre anni, e dai
buoni livelli registrati nei prezzi internazionali di oro, cotone, gas naturale e rame, in
flessione solo a partire dall’inizio dello scorso anno. Nello stesso periodo il rapporto
debito/PIL resterebbe stabile all’8,6%, sui valori del 2012.
Nell’anno in corso e nel 2015, gli interventi per i grandi lavori infrastrutturali, per gli
articolati investimenti industriali e per le prossime tornate elettorali (elezioni
parlamentari nel 2014 e presidenziali nel 2015), a fronte di una politica di bilancio
restrittiva, verrebbero finanziati ricorrendo al Fondo di Ricostruzione e Sviluppo,
alimentato dagli introiti delle vendite di prodotti energetici, la cui dotazione, secondo
fonti governative, sarebbe stimata in 15 miliardi di Dollari USA (il 29% del PIL).
Il quadro presentato dalle statistiche ufficiali locali sull’economia nel 2013, e’ positivo
e i progressi per modernizzare il Paese significativi grazie all’ampia disponibilità di
risorse finanziarie derivanti dal settore agricolo e minerario. Discreti anche i piani di
stimolo rivolti al settore automobilistico e tessile. Tuttavia, nonostante una indubbia
maggiore apertura verso gli operatori esteri rispetto agli anni precedenti, secondo vari
osservatori indipendenti, il contesto operativo per le attività di business da parte delle
imprese straniere rimane incerto a causa delle variabili condizioni offerte dalla
legislazione e dai rischi che posso derivare dall’opacità della normativa locale.