TN emigrazione 38 21-03-2007 12:25 Pagina 16 21 22 23 24 settembre “Le Radici dell’Albero 1881-2006” 125 anni di emigrazione trentina in Messico “Fantasia Trento” e “Sabór México”: l'amicizia sulle note musicali a Rovereto po coinvolte nei vari flussi migratori oltreoceano e verso le terre messicane - e cioè i comuni di Dro, di Brez, di Levico Terme, di Trento, di Castellano, di Rovereto e di Villa Lagarina - hanno potuto incontrarsi con la folta delegazione messicana e sentirsi partecipi di un'operazione “memoria” che ha assunto via via connotati di amicizia ritrovata, di legami che vanno al di là di quegli istituzionali, di una festa, insomma, che ha coinvolto un po' tutti. Ne abbiamo avuto una prova sabato 23, quando il responsabile della delegazione messicana, il prorettore dell'Universidad Veracruzana Ermanno Zilli, ha accompagnato i pronipoti di quarta generazione di quei primi trentini partiti per il Messico nel 1881 e nel 1882 a incontrare la comunità di Brez, per riallacciare i rapporti di amicizia e di fratellanza che il tempo aveva sfrangiato e interrotto. Ma la visita a Brez è stata particolarmente importante per cinque componenti della delegazione. A fine Ottocento dal piccolo centro noneso partirono ben 62 persone alla volta del Messico, passando in modo traumatico dal tradizionale lavoro del contadino a quello faticoso e pericoloso di minatore. Cinque discendenti di uno di costoro facevano parte della delegazione “trentino-messicana” che ha visitato il Trentino in occasione della manifestazione “Le radici dell'Albero”. Si chiamano Oscar, Lilia, Silvia, Eduardo e Carmen Zueck, pronipoti di quel lontano Fedele Zuech che nel 1896 s'imbarcò per oltreoceano assieme al fratello Giuseppe. Accolti a Brez nella mattinata di sabato 23 settembre dai bambini della locale scuola elementare, che agitavano festanti la bandierina tricolore che poteva andar bene per l'Italia come per il Messico, gli ospiti messicani, tra cui si distinguevano per l'emozione profonda disegnata nei loro occhi i cinque Zueck-Zuech originari di Brez, sono stati ricevuti dal sindaco Mario Meneghini per un abbraccio caloroso e per uno scambio significativo di doni, lasciandosi con la promessa di continuare a mantenere vivi i rapporti. In questa pagina, sopra: la delegazione messicana viene accolta a Brez dai bambini della scuola elementare e dalla comunità del piccolo centro noneso. Sotto: il prof. Ermanno Zilli si incontra, in municipio, con il sindaco Meneghini. L'incontro con la comunità di Brez a scelta operata dal Servizio emigrazione della Provincia autonoma di Trento di decentrare sul territorio le manifestazioni de “Le radici dell'albero” in occasione dei 125 anni di emigrazione trentina in Messico è risultata alla fine vincente. In tal modo le località trentine che vennero a suo tem- L 16 TN emigrazione 38 21-03-2007 12:25 Pagina 17 “Le Radici dell’Albero 1881-2006” 125 anni di emigrazione trentina in Messico dall'Ateneo di Trento è un buon viatico per il prossimo futuro, ma anche l'impegno dei Circoli e del nostro Consultore per l'emigrazione sarà prezioso per conservare l'entusiasmo e coltivare i rapporti”. Sotto l'immensa volta del museo d'arte moderna e contemporanea, quindi, alcune centinaia di persone hanno potuto assaggiare e gustare i piatti tipici della cucina messicana, accompagnati dalla musica suadente e allegra dei “Mariachi Universitario”, giovani studenti universitari di Veracruz che si sono imposti l'obbligo - e il piacere - di recuperare, conservare e valorizzare le musiche tradizionali e tipiche dei “suonatori di matrimonio” Segno di Taio: il museo di Padre Kino Nel primo pomeriggio, poi, i “trentino-messicani” hanno espressamente chiesto di recarsi a Segno, frazione di Taio, per una visita al museo dedicato a Padre Eusebio Chini “Kino”, il gesuita nato a Segno nel 1645 e morto a Magdalena, nello stato messicano di Sonora, nel 1711. Missionario nei territori di Sonora e di Arizona, esploratore, cartografo, fondatore di numerose missioni, uomo di fede e di pace, portatore di civiltà e anche scrittore, Padre Eusebio Chini, che ancora oggi vive nella memoria dei messicani (ma anche degli statunitensi del Sud) col soprannome di “Kino”, è considerato il più caratteristico pioniere e missionario di tutto il Nord America: costruttore di missioni ma anche di fattorie, grande allevatore di bestiame e difensore delle frontiere, la sua vita non fu solo quella di un individuo eccezionale e indimenticabile: “Padre Kino- ha detto il professor Ermanno Zilli, - ha illuminato la storia della cultura del Messico e di gran parte dell'emisfero occidentale all'epoca della stagione pionieristica”. L'opera sinfonica “Fantasia Trento” e Sabor Mexico Nel dopo cena, presso il teatro Rosmini, l'Ensemble “Amigos de México” guidato dal primo violino Andrea Ferroni ha presentato in prima mondiale l'opera breve in tre tempi “Fantasia Trento”, composta e diretta dal mae- “Fiesta méxicana” al MART di Rovereto In serata, poi, la “Fiesta méxicana” s'è trasferita dapprima al Mart, dove i Mariachi hanno finalmente potuto esibire tutta la loro perizia musicale stornellando a lungo e impegnandosi in incredibili virtuosismi all'arrivo dell'assessore provinciale all'emigrazione Iva Berasi che, malgrado le precarie condizioni di salute, non ha voluto mancare ad almeno un appuntamento con la delegazione messicana. “Quella che gli amici messicani stanno vivendo in questi giorni è una meravigliosa avventura - ha detto Iva Berasi, - perché è straordinario poter ritornare sulle orme e nei luoghi che videro partire i loro trisnonni. Ma è un'avventura emozionante e coinvolgente anche per noi Trentini riabbracciare con affetto e con convinzione chi crede che le radici dell'albero 'Trentino' giungano fin nelle più sperdute località dei continenti. Noi ci siamo impegnati a dare sempre linfa nuova a queste radici, sicuri che ne avremo in cambio esperienze e contatti di amicizia e di solidarietà. Ho potuto seguirli poco, nei primi giorni di permanenza da noi, ma so per certo che le comunità Trentine si sono fatte in quattro per dimostrare tutto il calore e la vicinanza. Il mio augurio è che, terminata le celebrazioni per i 125 anni di emigrazione trentina in Messico e rientrati a casa i nostri amici, questa rete che siamo riusciti a intrecciare continui a resistere nel tempo e dia ben presto i suoi frutti. L'accordo di collaborazione e di scambi firmato dall'Universidad Veracruzana e La visita al Museo dedicato a Padre Eusebio Chini a Segno (Taio). 17 TN emigrazione 38 21-03-2007 12:25 Pagina 18 TRENTINO EMIGRAZIONE “Le Radici dell’Albero 1881-2006” 125 anni di emigrazione trentina in Messico na (“Il cacciator del bosco” e “La vien giù dalle montagne”) e un assaggio di canzoni messicane, che hanno introdotto l'esibizione allegra e affascinante del Ballet Folklórico del Puerto de Veracruz e del Grupo Nematatlìn. Sempre nella serata di sabato, ma a Castellano, i Gruppi Permanenti di Lettura e il Gruppo Teatro Nossa Trent, hanno replicato “La Estanzuela-La piccola proprietà terriera”, il recital appassionato che, basandosi su testi tratti dalle pubblicazioni e dalle ricerche di Renzo Tommasi e di José Benigno Zilli Manica, racconta la fallimentare emigrazione trentina in terra messicana da parte della Cooperativa agricola San Cristoforo che partì nel 1924. Tra di loro anche alcune famiglie provenienti proprio da Castellano. stro Jorge Lazzeri Delsordo. Importante musicista messicano - è direttore dell'orchestra e del coro del teatro “Ellenico” e dell'orchestra e del coro “Artheus”, entrambi di Città del Messico - Lazzeri è di lontane origini trentine: “Porto nel cuore la voce di mio nonno Lazzeri, partito da Trento, che mi ha spinto a tornare a quella che fu la prima casa della mia famiglia. 'Fantasia Trento' proprio per questo è nata: per raccontare i tre momenti dell'emigrazione, non solo di quella messicana: di ogni emigrazione. Il momento della “partenza”, quello della “nostalgia” e, infine, quello del “ritorno”. Al termine della breve opera che ha ottenuto applausi a scena aperta, la soprano messicana Carla Madrid Sanabria ha proposto alcune canzoni della tradizione trenti- Qui sopra: Padre Abrahm Zanotelli, benedettino messicano originario di Cimone, che oggi vive nell'Abazia di Monte Oliveto, vicino a Siena, si scambia immagini e ricordi con un messicano anche lui di origini trentine. Sotto e a destra: altri due momenti della festa messicana al MART di Rovereto. Nella pagina accanto: i “Mariachi Universitario” di Veracruz. 18 TN emigrazione 38 21-03-2007 12:25 Pagina 19 Il “mariachi” canta l'amore e la nostalgia per la terra lontana Il nome mariachi pare sia stato coniato dagli indios Coca nel XVI secolo. Significava semplicemente “musica” e venne utilizzato per riferirsi a chiunque si dedicasse ad attività musicali. Secondo un'altra tesi, mariachi altro non sarebbe che una corruzione del francese “mariage”, matrimonio, a significare che questi complessi almeno originariamente allietavano con canzoni e musiche proprio le feste nuziali. Oggi la parola mariachi definisce quei gruppi di musicisti (prevalentemente provenienti dallo stato di Jalisco) che si distinguono per l'uso di determinati strumenti, per l'abbigliamento e per il repertorio musicale che eseguono con inusitata perizia. Gli strumenti musicali utilizzati dai mariachi sono violini, trombe, chitarre, una vihuela, una jarana chiamata anche guitarra de golpe, un guitarrón, un'arpa diatonica. E sono il guitarrón e la vihuela a dare al complesso mariachi un suono molto particolare. Anche il modo di vestire di un gruppo mariachi caratterizza questo tipo di complesso musicale. I musicisti mariachi hanno adottato per le loro esibizioni l'abito “carro”, quello del vaquero messicano: stivaletti alla caviglia, un sombrero, una cravatta larga a fiocco, una giacchetta corta, pantaloni con tasca posteriore, un cinturone e bottoni luccicanti sulla giacca e sui lati esterni dei pantaloni. L'aspetto più importante di questi complessi è dato però dai musicisti e dalla musica. I musicisti mariachi devono possedere alcune caratteristiche per potersi considerare tali: in Messico, nei gruppi mariachi vengono accettati soltanto uomini che sappiano leggere la musica, che siano cantanti esperti, che sappiano trasporre la musica scritta e che non disdegnino l'improvvisazione sia nel canto, sia nella musica. Il repertorio è per così dire «universale»: ogni gruppo, cioè, conosce un certo materiale musicale, tra cui vi sono canzoni celebri come Cielito Lindo, Jalisco, El Rey ecc. 19