Cultura Tempo libero Uberti ad Amsterdam, amicizia al neon

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Domenica 29 Novembre 2015 Corriere della Sera
BS
Cultura
 Tempo libero
Cedegolo
«Buio.Unplugged»
Al Musil parlano le luci
Al Musil - Museo dell’Energia
Idroelettrica di Cedegolo oggi a
partire dalle ore 12.30 va in
scena «Buio.Unplugged», uno
spettacolo-installazione di luci,
ombre, sagome e voci, nato
dall’interazione tra i bambini
delle scuole primarie dei comuni
di Cedegolo e Sellero che hanno
partecipato ai laboratori di Derek
Di Fabio, giovane artista, e Isa
Griese. L’organizzazione è curata
dall’Associazione culturale In
Fact and in Fiction. (n.d.)
Teatro Sociale
Letture e memorie
dalla Grande Guerra
Domani alle ore 16.30 nel foyer
del teatro Sociale, il secondo
appuntamento di «Parole di
guerra», incontri promossi dal
Ctb in occasione dello spettacolo
«Oh, che bella guerra!»: incontro
su letteratura e memorialistica
italiana legata al primo conflitto
mondiale. Relatori i docenti
Francesco De Nicola, Carla
Boroni e Maria Teresa Caprile.
Conduce Costanzo Gatta, regista
dello spettacolo in scena al
Santa Chiara. (n.d.)
L’intervista Incontro con Christo, l’artista bulgaro a Iseo per seguire
i lavori dell’installazione che a giugno collegherà Sulzano a Monte Isola
di Alessandra Troncana
I
seo, hotel Araba Fenice,
quattro stelle sulla porta e
cigni in ritirata: ecce Christo. Un bicchiere d’acqua
sul tavolo del bar, l’aglio in tasca, i suoi assistenti-mastini
che gli girano intorno: l’artista
bulgaro che ha impacchettato
telefoni, sedie, palazzi, il Pont
Neuf e diverse altre cose, sta
per stendere una passerella sul
lago, da Sulzano a Monte Isola
fino all’isola di San Paolo. Infilatevi un paio di scarpe da ginnastica: dal 18 giugno al 3 luglio, con The floating piers,
camminerete sulle acque.
«Questo progetto l’abbiamo
pensato nel 1970» dice l’artista. L’idea gli è venuta nella
sua casa-studio di Manhattan,
una stanza con le pareti scrostate e lo scotch sui tavoli.
Christo stava al quinto piano,

Natura
La grandezza del progetto
è che vive nello spazio, in
balìa della pioggia, delle
onde, del vento
la moglie-musa Jeanne Claude
a quello sotto. Lui scendeva un
paio di volte per masticare
spicchi d’aglio e yogurt. Lei cucinava bistecche troppo cotte
ai critici. «Una sera è venuto a
cena uno storico dell’arte argentino e ci ha detto: perché
non fate qualcosa a Buenos Aires? Ci è venuta l’idea di The
floating piers: l’hanno bocciato. Jeanne-Claude non voleva
lasciarlo perdere. A un certo
punto, due anni fa, ho detto:
ho 80 anni, è la mia ultima
chance. Sbrighiamoci».
In Italia avete già fatto sparire le Mura Aureliane a Roma, una torre medioevale a
Spoleto, la statua di Vittorio
Emanuele a Milano.
«Conosco il lago d’Iseo dagli
anni Sessanta. L’abbiamo scelto (l’artista parla sempre al
plurale, in omaggio alla moglie Jeanne-Claude, scomparsa nel 2009, ndr) perché ci piaceva Monte Isola, e l’idea che
Cos’è
A PIEDITheNUDI
floating piers
SULL’ACQUA
non fosse connessa alla terra.
Poi è vicino a Milano e pieno
di pescatori. Avevamo pensato
anche al lago di Garda, ma su
un lato è troppo piano, mentre
quello Maggiore è troppo frastagliato».
Perché ha scelto il giallo
per il tessuto della sua passerella?
Al lavoro
Christo in
sopralluogo
sul lago d’Iseo;
in alto,
impegnato
sui bozzetti
di The floating
piers (foto di
Wolfgang Volz)
«Lei non deve guardare i
singoli pezzi dell’opera ma
l’insieme: la passerella, le onde, gli alberi, il cielo. E poi il
colore cambierà con la luce:
oro brillante il giorno, arancio
al tramonto».
Lei non accetta mai compromessi, per le sue opere:
niente modifiche.
«Ogni grande artista non
accetta compromessi» (ride,
ndr).
Se piove cosa succede?
«La grandezza del progetto
è che vive nello spazio, in balìa
della pioggia, delle onde, del
vento. Purtroppo non ci sarà la
neve. Ma sarà un’esperienza
piena, inattesa, divertente:
non sono quadri che si guardano da un vetro, non c’è nien-
te di virtuale».
Tutto quello che fate è precario: alla fine, smontate
tutto e lo mandate al riciclo.
Pure The floating piers. Perché?
«Noi non inventiamo niente: prendiamo in prestito lo
spazio, lo cambiamo per pochi
giorni e ce ne andiamo. I nostri progetti non si possono
trattenere, sono reali ma irrazionali. La libertà è nemica del
possesso: per questo durano
pochi giorni e non facciamo
pagare il biglietto».
Però pagate le persone che
lavoreranno per voi: il bando
per candidarsi è uscito l’altra
notte sul sito thefloatingpiers.com. Turni da 8 ore,
stipendio e pranzo inclusi:
 «The floating
piers» (i ponti
galleggianti) è il
titolo dell’opera
che Christo sta
realizzando per
la prossima
estate. Dal 18
giugno al 3
luglio, per soli
16 giorni
dunque, 70
mila metri
quadri di
tessuto giallo
saranno stesi
su piattaforme
galleggianti che
collegheranno
Sulzano a
Monte Isola:
una sorta di
camminata
sulle acque
lunga oltre 3
chilometri.
L’opera si sta
autofinanziando
con la vendita
dei bozzetti del
progetto.
 Giunta a
Peschiera
Maraglio, la
struttura
galleggiante
proseguirà
affiancata al
lungolago in
direzione di
Sensole, da cui
si staccherà
una seconda
passerella
galleggiante
fino all’isola
(privata) di San
Paolo
Uberti ad Amsterdam, amicizia al neon
Il light artist bresciano ha stupito con l’opera che si specchia nell’Amstel. Vernissage con la regina
«T
i amerò oggi, domani
e tutti i giorni che
verranno. Qualsiasi
cosa potrà succedere, qualunque amore tu possa vivere». È un
romantico elogio all’amicizia
quello che l’artista visivo bresciano Massimo Uberti ha disegnato con la luce per la quarta
edizione dell’Amsterdam Light
Festival. Il vernissage si è svolto
ieri alla presenza di sua maestà
Beatrix dei Paesi Bassi, sovrana
impeccabile nei suoi 77 anni che
ha abdicato nel 2013 cedendo il
trono al figlio Guglielmo Alessandro. La signora, che per tutti i
sudditi resta «la Regina», ha voluto conoscere Uberti di perso-
na: l’occasione è stata una gita in
barca e sotto la pioggia lungo
l’Amstel, fiume nelle cui acque
l’installazione al neon dell’artista si specchia timidamente.
L’amicizia, tema scelto dagli
organizzatori per questa edizione, deve essere perpetua ma non
invasiva. Beatrix è rimasta colpita da quella scritta lunga venti
metri che accoglie turisti e pendolari in arrivo alla stazione centrale della sua capitale. «Il messaggio è una sentenza scritta con
la luce e fissata nel tempo. Voglio
che i visitatori si innamorino di
quest’opera e che tornino spesso
a ammirarla per trarne energia. I
cittadini di Amsterdam potran-
Dichiarazione
«Today I love
you» è l’opera site
specific che Uberti
ha portato
all’Amsterdam
Light Festival,
in corso fino al 17
gennaio; a destra,
l’artista durante
il suo impegno
per Bentley
no rinnovare tutti i giorni che
vorranno l’amore eterno a un
amico semplicemente invitandolo a visitare il ponte» spiega
Uberti.
Posata lunedì e realizzata gra-
zie alla consulenza di Marco Pollice, «Today i Love you» sta già
all’Amsterdam Light Festival come l’Albero della vita a Expo.
«La manifestazione si chiuderà
il 17 gennaio ma gli organizzato-
cercate guardiani per la passerella, che sarà montata in
cinque giorni.
«Non voglio volontari, altrimenti non posso licenziarli»
(ride).
Paga pure le fatture: The
floating piers costa 10 milioni
di dollari. Come sempre con i
vostri lavori, i soldi arrivano
dalla vendita dei bozzetti. A
che punto è?
«Ho venduto due grandi disegni, più qualche collage: sono molto costosi».
Ha detto che sarebbe meglio togliersi le scarpe prima
di camminare sull’opera.
«È un’esperienza molto
sexy, viscerale: sentirete il movimento delle onde sotto i piedi. È come un bel tappeto di
casa: sempre meglio camminarci sopra scalzi. Oppure
pensi a una scultura: devi girarci intorno per guardarla
tutta. Ecco: noi abbiamo dila-

Interventi provvisori
Le installazioni durano
pochi giorni e non si paga
il biglietto: la libertà
è nemica del possesso
tato questo movimento in una
dimensione enorme, mastodontica, per estendere l’esperienza dell’arte».
Sta incontrando parecchia
gente in giro, qui sul lago:
sono tutti entusiasti.
«Ovunque ci muoviamo c’è
qualcuno che ci dà una mano,
ci segue, ci aiuta: abbiamo
sempre il supporto delle comunità in cui lavoriamo. In caso contrario, rinunciamo al
progetto. L’altro giorno ho incontrato gli studenti di Gardone Val Trompia, hanno fatto
parecchie domande intelligenti, ma del resto JeanneClaude ha sempre preferito
parlare ai ragazzi: i critici scrivono di noi, ma i giovani ci sopravvivono».
Qualcuno temeva che alla
morte di Jeanne-Claude sarebbe finito il sogno.
«The floating piers è il nostro sogno».
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ri hanno già acquistato l’opera:
sta avendo grande successo, è
l’installazione più fotografata».
Su Instagram ne è nato pure un
hashtag: 353 scatti in poche ore.
«Sono orgoglioso ma non sorpreso: per arrivare a Amsterdam
i trenta artisti partecipanti hanno vinto un concorso internazionale. Si tratta di opere uniche
e pensate specificamente per
questa manifestazione». Integralista del neon — «L’unica
matita che consente di disegnare nello spazio» —, Uberti è in
mostra alla Triennale di Milano
con la collettiva «Ennesima» e,
dopo il vernissage di ieri e una
breve tappa a Brescia, volerà a
Roma per seguire l’evoluzione di
Spazio Amato, riflessione sul
concetto di museo esposta alla
Galleria Nazionale di Arte Moderna.
Vittorio Cerdelli
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