Codice cliente: 8467901 10 Domenica 29 Novembre 2015 Corriere della Sera BS Cultura Tempo libero Cedegolo «Buio.Unplugged» Al Musil parlano le luci Al Musil - Museo dell’Energia Idroelettrica di Cedegolo oggi a partire dalle ore 12.30 va in scena «Buio.Unplugged», uno spettacolo-installazione di luci, ombre, sagome e voci, nato dall’interazione tra i bambini delle scuole primarie dei comuni di Cedegolo e Sellero che hanno partecipato ai laboratori di Derek Di Fabio, giovane artista, e Isa Griese. L’organizzazione è curata dall’Associazione culturale In Fact and in Fiction. (n.d.) Teatro Sociale Letture e memorie dalla Grande Guerra Domani alle ore 16.30 nel foyer del teatro Sociale, il secondo appuntamento di «Parole di guerra», incontri promossi dal Ctb in occasione dello spettacolo «Oh, che bella guerra!»: incontro su letteratura e memorialistica italiana legata al primo conflitto mondiale. Relatori i docenti Francesco De Nicola, Carla Boroni e Maria Teresa Caprile. Conduce Costanzo Gatta, regista dello spettacolo in scena al Santa Chiara. (n.d.) L’intervista Incontro con Christo, l’artista bulgaro a Iseo per seguire i lavori dell’installazione che a giugno collegherà Sulzano a Monte Isola di Alessandra Troncana I seo, hotel Araba Fenice, quattro stelle sulla porta e cigni in ritirata: ecce Christo. Un bicchiere d’acqua sul tavolo del bar, l’aglio in tasca, i suoi assistenti-mastini che gli girano intorno: l’artista bulgaro che ha impacchettato telefoni, sedie, palazzi, il Pont Neuf e diverse altre cose, sta per stendere una passerella sul lago, da Sulzano a Monte Isola fino all’isola di San Paolo. Infilatevi un paio di scarpe da ginnastica: dal 18 giugno al 3 luglio, con The floating piers, camminerete sulle acque. «Questo progetto l’abbiamo pensato nel 1970» dice l’artista. L’idea gli è venuta nella sua casa-studio di Manhattan, una stanza con le pareti scrostate e lo scotch sui tavoli. Christo stava al quinto piano, Natura La grandezza del progetto è che vive nello spazio, in balìa della pioggia, delle onde, del vento la moglie-musa Jeanne Claude a quello sotto. Lui scendeva un paio di volte per masticare spicchi d’aglio e yogurt. Lei cucinava bistecche troppo cotte ai critici. «Una sera è venuto a cena uno storico dell’arte argentino e ci ha detto: perché non fate qualcosa a Buenos Aires? Ci è venuta l’idea di The floating piers: l’hanno bocciato. Jeanne-Claude non voleva lasciarlo perdere. A un certo punto, due anni fa, ho detto: ho 80 anni, è la mia ultima chance. Sbrighiamoci». In Italia avete già fatto sparire le Mura Aureliane a Roma, una torre medioevale a Spoleto, la statua di Vittorio Emanuele a Milano. «Conosco il lago d’Iseo dagli anni Sessanta. L’abbiamo scelto (l’artista parla sempre al plurale, in omaggio alla moglie Jeanne-Claude, scomparsa nel 2009, ndr) perché ci piaceva Monte Isola, e l’idea che Cos’è A PIEDITheNUDI floating piers SULL’ACQUA non fosse connessa alla terra. Poi è vicino a Milano e pieno di pescatori. Avevamo pensato anche al lago di Garda, ma su un lato è troppo piano, mentre quello Maggiore è troppo frastagliato». Perché ha scelto il giallo per il tessuto della sua passerella? Al lavoro Christo in sopralluogo sul lago d’Iseo; in alto, impegnato sui bozzetti di The floating piers (foto di Wolfgang Volz) «Lei non deve guardare i singoli pezzi dell’opera ma l’insieme: la passerella, le onde, gli alberi, il cielo. E poi il colore cambierà con la luce: oro brillante il giorno, arancio al tramonto». Lei non accetta mai compromessi, per le sue opere: niente modifiche. «Ogni grande artista non accetta compromessi» (ride, ndr). Se piove cosa succede? «La grandezza del progetto è che vive nello spazio, in balìa della pioggia, delle onde, del vento. Purtroppo non ci sarà la neve. Ma sarà un’esperienza piena, inattesa, divertente: non sono quadri che si guardano da un vetro, non c’è nien- te di virtuale». Tutto quello che fate è precario: alla fine, smontate tutto e lo mandate al riciclo. Pure The floating piers. Perché? «Noi non inventiamo niente: prendiamo in prestito lo spazio, lo cambiamo per pochi giorni e ce ne andiamo. I nostri progetti non si possono trattenere, sono reali ma irrazionali. La libertà è nemica del possesso: per questo durano pochi giorni e non facciamo pagare il biglietto». Però pagate le persone che lavoreranno per voi: il bando per candidarsi è uscito l’altra notte sul sito thefloatingpiers.com. Turni da 8 ore, stipendio e pranzo inclusi: «The floating piers» (i ponti galleggianti) è il titolo dell’opera che Christo sta realizzando per la prossima estate. Dal 18 giugno al 3 luglio, per soli 16 giorni dunque, 70 mila metri quadri di tessuto giallo saranno stesi su piattaforme galleggianti che collegheranno Sulzano a Monte Isola: una sorta di camminata sulle acque lunga oltre 3 chilometri. L’opera si sta autofinanziando con la vendita dei bozzetti del progetto. Giunta a Peschiera Maraglio, la struttura galleggiante proseguirà affiancata al lungolago in direzione di Sensole, da cui si staccherà una seconda passerella galleggiante fino all’isola (privata) di San Paolo Uberti ad Amsterdam, amicizia al neon Il light artist bresciano ha stupito con l’opera che si specchia nell’Amstel. Vernissage con la regina «T i amerò oggi, domani e tutti i giorni che verranno. Qualsiasi cosa potrà succedere, qualunque amore tu possa vivere». È un romantico elogio all’amicizia quello che l’artista visivo bresciano Massimo Uberti ha disegnato con la luce per la quarta edizione dell’Amsterdam Light Festival. Il vernissage si è svolto ieri alla presenza di sua maestà Beatrix dei Paesi Bassi, sovrana impeccabile nei suoi 77 anni che ha abdicato nel 2013 cedendo il trono al figlio Guglielmo Alessandro. La signora, che per tutti i sudditi resta «la Regina», ha voluto conoscere Uberti di perso- na: l’occasione è stata una gita in barca e sotto la pioggia lungo l’Amstel, fiume nelle cui acque l’installazione al neon dell’artista si specchia timidamente. L’amicizia, tema scelto dagli organizzatori per questa edizione, deve essere perpetua ma non invasiva. Beatrix è rimasta colpita da quella scritta lunga venti metri che accoglie turisti e pendolari in arrivo alla stazione centrale della sua capitale. «Il messaggio è una sentenza scritta con la luce e fissata nel tempo. Voglio che i visitatori si innamorino di quest’opera e che tornino spesso a ammirarla per trarne energia. I cittadini di Amsterdam potran- Dichiarazione «Today I love you» è l’opera site specific che Uberti ha portato all’Amsterdam Light Festival, in corso fino al 17 gennaio; a destra, l’artista durante il suo impegno per Bentley no rinnovare tutti i giorni che vorranno l’amore eterno a un amico semplicemente invitandolo a visitare il ponte» spiega Uberti. Posata lunedì e realizzata gra- zie alla consulenza di Marco Pollice, «Today i Love you» sta già all’Amsterdam Light Festival come l’Albero della vita a Expo. «La manifestazione si chiuderà il 17 gennaio ma gli organizzato- cercate guardiani per la passerella, che sarà montata in cinque giorni. «Non voglio volontari, altrimenti non posso licenziarli» (ride). Paga pure le fatture: The floating piers costa 10 milioni di dollari. Come sempre con i vostri lavori, i soldi arrivano dalla vendita dei bozzetti. A che punto è? «Ho venduto due grandi disegni, più qualche collage: sono molto costosi». Ha detto che sarebbe meglio togliersi le scarpe prima di camminare sull’opera. «È un’esperienza molto sexy, viscerale: sentirete il movimento delle onde sotto i piedi. È come un bel tappeto di casa: sempre meglio camminarci sopra scalzi. Oppure pensi a una scultura: devi girarci intorno per guardarla tutta. Ecco: noi abbiamo dila- Interventi provvisori Le installazioni durano pochi giorni e non si paga il biglietto: la libertà è nemica del possesso tato questo movimento in una dimensione enorme, mastodontica, per estendere l’esperienza dell’arte». Sta incontrando parecchia gente in giro, qui sul lago: sono tutti entusiasti. «Ovunque ci muoviamo c’è qualcuno che ci dà una mano, ci segue, ci aiuta: abbiamo sempre il supporto delle comunità in cui lavoriamo. In caso contrario, rinunciamo al progetto. L’altro giorno ho incontrato gli studenti di Gardone Val Trompia, hanno fatto parecchie domande intelligenti, ma del resto JeanneClaude ha sempre preferito parlare ai ragazzi: i critici scrivono di noi, ma i giovani ci sopravvivono». Qualcuno temeva che alla morte di Jeanne-Claude sarebbe finito il sogno. «The floating piers è il nostro sogno». © RIPRODUZIONE RISERVATA ri hanno già acquistato l’opera: sta avendo grande successo, è l’installazione più fotografata». Su Instagram ne è nato pure un hashtag: 353 scatti in poche ore. «Sono orgoglioso ma non sorpreso: per arrivare a Amsterdam i trenta artisti partecipanti hanno vinto un concorso internazionale. Si tratta di opere uniche e pensate specificamente per questa manifestazione». Integralista del neon — «L’unica matita che consente di disegnare nello spazio» —, Uberti è in mostra alla Triennale di Milano con la collettiva «Ennesima» e, dopo il vernissage di ieri e una breve tappa a Brescia, volerà a Roma per seguire l’evoluzione di Spazio Amato, riflessione sul concetto di museo esposta alla Galleria Nazionale di Arte Moderna. Vittorio Cerdelli © RIPRODUZIONE RISERVATA