Reportage Chernobyl - Teatro Comunale di Monfalcone

attualmente ha al suo attivo più di 400 repliche e
che è stato tradotto in spagnolo ed in bosniaco e
rappresentato per più volte in Spagna ed in BosniaErzegovina. Nel 2002 fonda la Compagnia Babelia
& C. Progetti Teatrali, dedicandosi alla scrittura,
produzione ed interpretazione di testi sociali, storici
e politici. Nel 2004 debutta con lo spettacolo
Reportage Chernobyl per la regia di Simona Gonella
mentre nel 2006 con Resistenti, leva militare ‘926,
sulla guerra di Liberazione nella zona del piacentino,
con la drammaturgia di Francesco Niccolini. In
occasione del decennale del genocidio di Srebrenica
(luglio 2005), produce il reportage Srebrenica: voci
dall’oblio, che nel dicembre 2005 vince il Premio
per il giornalismo “Claudio Accardi”; nel 2005-2006
produce e interpreta il film-documentario Souvenir
Srebrenica, nella cinquina dei finalisti al David di
Donatello 2007, di cui sono state realizzate molte
proiezioni pubbliche e che nel giugno 2011 è stato
trasmesso da RAI 1. Del 2007 è la produzione dello
spettacolo Incantadora, cucina e memorie di una
filibustiera mentre nel maggio 2008 è interprete
dello spettacolo Canto per Falluja di Francesco
Niccolini, da un’idea di Simona Torretta, per la
regia di Rita Maffei; sempre nel 2008 debutta con
lo spettacolo Il poema dei monti naviganti, tratto
dal libro di Paolo Rumiz, per la regia di Alessandro
Marinuzzi. Da gennaio 2009 a marzo 2010 è stata
coordinatrice responsabile del “Progetto pilota a
sostegno della Comunicazione per lo sviluppo
sociale e culturale in Bosnia Erzegovina”, volto alla
rivitalizzazione culturale delle aree di Srebrenica e
Bratunac (Bosnia Orientale), finanziato dal Ministero
degli Affari Esteri italiano. Nel 2011 realizza il
reportage sui giovani bosniaci Aiutiamo il Paradiso,
prodotto dall’ong CISP e dal Consiglio della Regione
Lazio e il road movie La TransuManza della Pace
dalla Val Rendena a Srebrenica, racconto per
immagini di un’esperienza di solidarietà realizzata
da Gianni Rigoni Stern. Nell’estate 2011 insegna
ai giovani allievi attori presso il Teatro Nazionale
Palestinese di Gerusalemme nell’ambito del
Progetto TAM (Teatro ed Arti Multimediali:
Strumenti di pace), finanziato dal Ministero
degli Affari Esteri italiano.
Nel 2011 debutta con il monologo teatrale Falluja,
un testo di Francesco Niccolini, per la regia di
Sandro Fabiani.
Info
ERTFVG.IT
t. 0432 224211
Reportage
Chernobyl
Babelia & C. Progetti Teatrali
presenta
Reportage Chernobyl
L’atomo e la vanga.
La scienza e la terra.
di Roberta Biagiarelli e Simona Gonella
regia Simona Gonella
con Roberta Biagiarelli
e con la partecipazione straordinaria in video di
Roberto Herlitzka
regia video e realizzazione Giacomo Verde
disegno luci Virginia Manoni
ricerche bibliografiche e musicali
Andrea Soffientino
assistenza tecnica Giovanni Garbo
assistenza video Valentina Guastini
Le testimonianze sono tratte da
“Preghiera per Chernobyl” di Svetlana Aleksievic
(Edizioni E/O).
Contributi scientifici:
Mario Agostinelli (Forum Mondiale delle Alternative)
Svetlana Aleksievic (giornalista e scrittrice)
Alessandro Gori (giornalista)
Gianni Tamino (biologo)
Valerio Calzolaio (Sinistra Ecologia e Libertà)
Più mi addentravo nella storia di Chernobyl, più mi
rendevo conto che quello che stavo annotando sul
mio notes non era né il presente né il passato, ma
il futuro.
(Svetlana Aleksievic)
Le storie non le cerchi, sono loro a trovarti.
È sempre così... Dopo il lavoro sulla città di
Srebrenica c’era forte la voglia di cominciare un
nuovo progetto. È iniziato così un “viaggio” verso
la storia di Chernobyl, un “reportage” per dirlo con
la parola che è diventata il titolo dello spettacolo.
Muovendoci verso Est abbiamo incontrato
un’umanità antica, che vive e ha vissuto storie forti,
storie che hanno la necessità di essere raccontate:
l’istinto ha viaggiato e viaggia per conoscere altro
da noi. Chernobyl è una storia dimenticata.
Del destino delle persone che hanno vissuto e
subìto le conseguenze dell’incidente si sa molto
poco. Eppure Chernobyl è una perfetta metafora
del mondo che ci circonda, del rapporto spesso
perverso che abbiamo con la tecnologia, della
disinformazione dì cui siamo vittime rispetto ai
grandi disastri ambientali, del rapporto bulimico
che stringe le società occidentali con I’energia.
Ne consumiamo sempre di più, per il
soddisfacimento di quelli che riteniamo essere
i nostri bisogni inalienabili, trascurando spesso
l’impatto che questi hanno sullo stato di salute del
pianeta. Ma Chernobyl è soprattutto la lucida realtà
del rapporto antico tra l’uomo e la scienza o, per
dirla con le parole di uno dei testimoni della
tragedia, “tra l’atomo e la vanga”.
Un incontro. Un libro. Illuminante. Preghiera per
Chernobyl della giornalista bielorussa Svetlana
Aleksievic, edito in Italia da E/O. Lei ci ha dato
molte delle parole di questa storia, e ci ha dato
quello che per noi è più importante: la voce di quegli
esseri umani che, a vario grado, hanno vissuto sulla
propria pelle “il più grande disastro tecnologico del
XX secolo”. Delle testimonianze raccolte dalla
Aleksievic abbiamo scelto, in particolare, due voci
di donne: Ljudmila, moglie di uno dei pompieri
accorsi alla Centrale per domare l’incendio,
deceduto dopo due settimane e Valentina, moglie
di uno degli 800.000 uomini chiamati in seguito
a “liquidare le conseguenze dell’incidente”.
Queste voci custodiscono la legge antica del dolore,
quello delle donne che restano a difendere il
principio della vita e della sua continuità con la
natura. Ci ricordano che la specie umana ha bisogno
della casa/pianeta terra e che le donne sono le
eccellenti custodi dello spazio dì questo “focolare”.
La scelta di non raccontare solo le loro storie, ma
di interpretare i due personaggi, è legata
all’esigenza di avvicinarsi ad una forma più teatrale
del racconto, lontana dalla formula della “narrazione
civile” pura e semplice. AI linguaggio delle parole
abbiamo voluto affiancare un altro linguaggio, quello
delle immagini, che ci aiutasse a comporre il puzzle
della vicenda.
Da qui l’incontro con Giacomo Verde, impegnato
da anni nel dialogo tra arte teatrale e arte del video.
Insieme abbiamo costruito un percorso di immagini
che scorrono parallele al testo e abbiamo girato
l’Italia per intervistare le persone che ci hanno
aiutato a meglio inquadrare la storia di Chernobyl
nei suoi aspetti più generali e nelle sue connessioni
concrete o metaforiche con la nostra realtà.
Sempre in video è presente uno dei più grandi attori
italiani, Roberto Herlitzka, che dà voce e corpo alle
parole di un testimone. È un padre la cui figlia
muore a causa dell’elevata esposizione alle
radiazioni e che ci racconta, con la lucidità delle
persone profondamente offese, la sua esperienza.
Roberta Biagiarelli (Fano, 1967) è attrice, autrice
e documentarista. Si forma presso il Laboratorio
Teatro Settimo di Torino, con il quale lavora dal
1988 al 2001 prendendo parte alla messa in scena
di diversi spettacoli per la regia di Gabriele Vacis
e di Roberto Tarasco. Al contempo segue seminari
con alcuni maestri dell’arte teatrale quali, fra gli
altri, Yoshi Oida, Jerzy Sthur, César Brie, Leo De
Berardinis, Paolo Rossi e Federico Tiezzi.
Collabora con la Cooperativa Moby Dick di Mira
interpretando diversi spettacoli con la drammaturgia
di Francesco Niccolini e prende parte ad alcune
produzioni del Centro Teatrale e Sperimentale di
Pontedera, della Compagnia Transteatro di Fano e
del Centro Teatrale Armunia di Castiglioncello; dal
2001 ad oggi ha inoltre partecipato come attrice
a diverse produzioni della compagnia La Corte
Ospitale di Rubiera. Nel 1998 si appassiona alla
questione dei Balcani e scrive insieme a Simona
Gonella il monologo A come Srebrenica, che