Carnera: bidone o campione?
L’Università di Parma e il Panathlon Club Parma
hanno organizzato un’interessante due giorni
sul centenario della nascita del gigante di Sequals
con gli aspetti sociali e culturali legati al campione della boxe.
Docenti e giornalisti hanno dibattuto sul tema.
Carnera posa col Duce ed il suo stato maggiore. Nel riquadro l’arrivo a Roma sommerso dalla folla.
D
a un’idea, un libro. Da un libro, un
Convegno che ha portato a Parma
docenti ed esperti per discutere di un
campione dello sport, Primo Carnera
del quale ricorreva il 25 ottobre il centenario della
nascita.
Cosa c’entra Parma con il Gigante di Sequals, l’unico
italiano ad avere vinto la corona mondiale dei pesi
massimi?
C’entra per merito o ... a causa di un Ricercatore
presso il Dipartimento di storia dell’Università di
Parma dove insegna Storia contemporanea, il
professor Daniele Marchesini il cui libro, appunto
Carnera, edito da Il Mulino, ha già avuto l’onore della
menzione e della critica, ampia e positiva, delle tre
maggiori testate nazionali, due delle quali gli hanno
dedicato addirittura una pagina (“Il fratellone d’Italia”
ha titolato La Stampa).
Tanto spazio per il ricordo di un pugile che venne
definito “un colosso da circo”?
Ma era anche il personaggio che diede il cognome a
cento modi di dire: “Non fare il Carnera”, “Mangi come
un Carnera”, “Chi ti credi, Carnera?”, l’emigrante che
conquistò l’America coi suoi pugni e la simpatia e che
quando tornò a casa, per il suo ultimo viaggio, “ridotto
quasi a pelle e ossa”, come scrive Marchesini, nel
tragitto da Roma fino ad Udine ad ogni stazione c’era
gente che aspettava il treno e che lo invocava:
“Carnera, Carnera! Viva Carnera! ... Da chi hanno
saputo che è su quel treno? Chi li ha avvertiti? La
notizia viaggia sulle ali del mito!”.
Non dimentichiamo che è il personaggio a cui
dedicarono tanti libri, una serie di fumetti, molti films
per cui il cinema “diventa il medium privilegiato di
questa cultura della muscolarità” che prende anche il
nome di Maciste.
Inevitabile una domanda all’autore del libro. Perchè
Carnera? Cosa ha fatto scattare questo personaggio
nella sua fantasia di scrittore già noto per L’Italia al
Giro d’Italia, Coppi e Bartali, Cuori e Motori nonchè
Storia della Mille Miglia che gli hanno permesso per
due volte di partecipare alla fase finale del Bancarella
di Giorgio Gandolfi
Sport e di vincere l’edizione 1999?
“Mi interessava la popolarità, la lunga durata della sua
popolarità. Tecnicamente non era un super-pugile
eppure è rimasto nel cuore della gente non soltanto in
Italia o in America ma anche nel Sud America. La sua
è stata una strana vicenda di emigrazione, di rapporti
col fascismo, un eroe sportivo per una società di
massa. Non era uno stupido se si considera che
lasciò la sua Sequals, nel Friuli, un paese con poche
case dapprima per la Francia e poi per gli Usa
quando aveva 14 anni, non parlava neppure italiano,
aveva fatto la terza o forse la quarta elementare.
Eppure riesce a dimostrare vivacità, capacità di
controllo, entrando a fare parte di questo mondo che
nessuno gli avrebbe riconosciuto. Perde tutto ma
dopo la guerra si ricostruisce un’altra vita con la
moglie e la figlia a differenza di molti pugili che
finiscono male. Lui invece resta a galla quando le
cose sono difficili, a rimettersi in piedi. Eppure, ripeto,
non era un granchè come pugile, l’ho visto in diversi
filmati, era lento anche se forte, il pugno potente e
preciso. Boxava alla vecchia maniera, un incontro
assomigliava più a una zuffa, un lontano ricordo della
boxe a cui ci siamo abituati con Benvenuti. In
quell’epoca era la forza a prevalere sulla tecnica”.
Duecentocinquanta pagine di appassionata ricerca.
Quanto tempo è stato necessario?
“Due anni e mezzo con puntate a Roma e Firenze
nonchè, ovviamente nella sua Sequals dove gli hanno
dedicato, nella villa che vi aveva fatto costruire, un
museo grazie alla passione di un collezionista, Gino
Argentin pronto a raccogliere ogni suo cimelio,
preoccupato di salvaguardarne la memoria. Ho
consultato tanti archivi, in particolare quelli della
Gazzetta dello Sport e del Corriere della Sera dove ho
scovato una sua biografia realizzata da un giovane
medico di origine bulgara che insegnava all’Università
di Genova. La cosa strana di quest’opera, una specie
di tabloid di 12 pagine, è l’analisi medico-anatomica
ed antropologica che non depone certo a favore di
Carnera: al punto che a causa delle vene varicose e
dei piedi piatti viene scartato alla visita per il servizio
30
Una delle poesie di grandi autori declamata dal
docente di letteratura italiana, Paolo Briganti.
Il giornalista Tito Stagno, la “Signora Olimpiadi”
Evelina Christillin e il presidente Vittorio Ferrarini.
Daniele Radaelli, redattore capo
della Gazzetta dello Sport.
Suonano grida, parole di sangue
nella sala accesa di bandiere
un pugile vuole la vendetta,
copre il suo labbro di miele.
Come un masso staccato dal monte
rotola sulle eriche di pietra;
scatta, per non fuggire, con un viso
esangue contro il nemico,
palpita fradicio di pioggia.
Tra le foglie inquiete
dei riflettori, soli enormi, in rauca
danza perduti, un grido rompe
nera e compatta la selva degli occhi.
S’accalca nella rissa di ogni furore,
un lampo scuote l’erba del quadrato,
l’uomo appeso col cuore
a un filo, china la testa intenta,
pare, a segreti strani.
La paura è confusa ad una malvagia
avidità di morte,
l’ansia scuote le gole, la gente
fischia con delizioso fervore.
Si spezza sul marmo ogni timore,
è uno zecchino il suono della sorte;
un anziano signore corrucciato,
fantasma bianco grida il vincitore
e gli alza la mano
In Francia, a Le Mans, Carnera vive facendo il
garzone dove capita a 18 franchi al giorno buona
parte dei quali manda alla famiglia. Era perseguitato
dalla fame e come scrisse poi nel suo diario “passavo
dal solito fornaio a prendere la solita pagnotta e
meneandavo al cinena, un posto molto apartato e
vedevo la pelicola 3,4,5 volte così intanto fuori veniva
buio e dato che ero scalso e coi vestiti scadenti,
facevo una corsa all’albergo e mi mettevo a letto sino
alla mattina dopo e così negli altri giorni”.
Il Carnera di Marchesini si legge come un romanzo,
una sorpresa ad ogni pagina. Ed è storia vera. E poi
le foto, le immagini, i disegni!
E il Convegno? Si è fatto a Parma col contributo
dell’Università e del Comune nonchè del Panathlon
che ha organizzato una serata nel corso della quale è
stato proiettato un filmato dell’Istituto Luce sul
Carnera pugile che ha messo a fuoco gli aspetti del
mito di Sequals. Era presente anche Evelina
Christillin, la “Signora Olimpiadi” cui si deve anche la
presentazione dei lavori sul pugile nella giornata
conclusiva. Daniele Redaelli, redattore capo della
Gazzetta dello Sport, nella quale lavora da più di
trent’anni, grande appassionato di boxe, alpinismo e
di storia olimpica, vice presidente del Comitato per le
celebrazioni del Centenario della nascita di Primo
Carnera, ha introdotto i lavori dicendo fra l’altro che
“dietro ai grandi campioni c’è sempre una storia che
può essere la storia di un paese, di un momento. Il
nostro comitato si è impegnato per fare tornare fuori
Carnera dai confini territoriali e ridargli quelle
dimensioni internazionali che ha sempre avuto. Negli
Usa esistono ancora camion chiamati Carnera, la
gente non sa perchè. Piccole cose che danno un
senso all’internazionalità del personaggio. Anche se
può sembrare strano, Carnera è anche cultura. Se di
lui hanno parlato scrittori, scultori, registi
cinematografici, poeti, significa che dietro al pugile c’è
un fenomeno culturale anche se un anno fa quando
chiedemmo il patrocinio al ministro per i beni culturali
ci risposero negativamente, a quanto pare
interessava maggiormente Totti”.
Antonio Bonetti, quale professore associato di
fisiopatologia medica presso la facoltà di Medicina e
Chirurgia dell’Università di Parma (nel 2004 è stato
eletto Fellow dell’International Federation of Sports
Medicine) ha dovuto rispondere a molti interrogativi:
Carnera era normale o no? Era scemo o no?
“Carnera – ha detto – era affetto da “gigantismoacromegalia” una condizione patologica determinata
da una eccessiva produzione di ormone della crescita
da parte di una neoformazione benigna dell’ipofisi. Se
si trattasse di un “fenomeno” è questione che data sin
dai tempi dei suoi successi pugilistici. La stessa
stampa di regime, tesa a celebrare i fasti di questa
gloria della razza italica, prende in considerazione
l’evenienza per negarla ostentatamente, citando le
visite e le indagini cui il pugile è stato sottoposto e il
parere dei medici che lo hanno esaminato”.
Il giornalista Ivan Malfatto del Gazzettino, laureato a
Venezia con una tesi sullo sport nel periodo fascista,
autore di vari libri sul pugile, fra i quali “Io, Primo
Carnera” ha affrontato il tema: Bidone o campione?
ha risolto il dubbio in maniera positiva.
“L’origine del dubbio deriva dalle parole “match
arrangè (match combinato) che il suo manager Leon
Sée usa nel libro “Le mystère Carnera” e la tabella
che lo stesso Sée pubblica, nella quale afferma che
ben 30 dei 49 incontri disputati nei primi cinque anni
di carriera sono appunto “arrangé”, combinati e
dunque non vinti regolarmente da Carnera. I dubbi
partono da quattro esempi-simbolo. A) I giornalisti: La
Gazzetta dello sport. B) Gli esperti come Giuseppe
Signori, Giancarlo Fusco, Alexis Philonenko. C) la
Roberto Roversi
Incontro di pugilato (Da Dopo Campoformio, 1962)
militare in Francia, la sua prima tappa da emigrante,
dove da morto di fame viene scoperto e lanciato come
pugile. Anche quando arriverà negli Stati Uniti e
sottoposto alla visita medica per il solito servizio
militare non riuscirà a superarlo sia per l’età ma
soprattutto per i piedi piatti...”.
31
Daniele Marchesini, autore del libro Antonio Bonetti, professore di fisiopasu Carnera e docente di storia.
tologia presso la facoltà di Medicina.
cultura: il dizionario biografico degli italiani della
Treccani. D) L’arte: il romanzo-film “Il colosso
d’argilla”.
Sono peraltro dubbi congeniti dello sport tanto è vero
che comprendono anche Muhammad Alì”.
“Poi le risposte positive – continua Malfatto – Lo
stesso Sée peraltro fuga i dubbi quando spiega che i
match arrangé sono serviti appunto per fare di
Carnera un vero pugile, non per mascherarne la
debolezza. “Ha ottenuto il titolo grazie al proprio
valore, ne è assolutamente degno. Al punto che gli
esperti di boxe inseriscono Carnera ai vertici delle
classifiche italiane dei pugili di tutti i tempi: riporto le
opinioni di Rino Tommasi, Nat Fleischer, Bruno
Fabris, Giuseppe Signori, Umberto Bianchini. Anche
le statistiche fugano i dubbi: almeno il 50 per cento
degli avversari incontrati nei 103 match sono pugili di
buon livello (con meno di dieci sconfitte).
Concludendo: Carnera non è stato un bidone ma un
campione del suo tempo, un buon pugile capace di
inserirsi nelle pieghe della storia e di conquistare il
titolo del mondo dei massimi in un’epoca (1929-37)
priva di fuoriclasse e caratterizzata da atleti del suo
livello”.
Paolo Briganti, che insegna Letteratura italiana
contemporanea e coltiva da sempre “precisi interessi
per la recitazione”, al punto da fondare a Parma il
gruppo letterario-teatrale “Argante Studio”, ha dato un
saggio della sua eloquenza leggendo alcuni brani di
scrittori sulla boxe accompagnati da gesti classici. Ha
esordito con Silvio Pellico, proseguendo con
l’immancabile Hemingway, che il pugilato l’aveva
praticato in gioventù, Guido Gozzano, Virgilio Lilli,
Orio Vergani, George B. Shaw in una maniera o l’altra
ammaliati dalle “fiere percosse”, come le definì il
Pellico. Un autentico show che meriterebbe di essere
proposto in altra sede e con eventuali proiezioni.
Jesolo, capitale dei CNU 2007
e del Mondiale di pallamano
S
ono stati presentati a Palazzo
Ca’ Corner, sede della Provincia
di Venezia, i Campionati
Nazionali Universitari 2007 e i
Mondiali di Pallamano 2008. Erano
presenti: Davide Zoggia, Presidente della
Provincia di Venezia, Francesco Calzavara,
Sindaco di Jesolo, Gianluigi Levorato,
Presidente CONI Veneto, Renzo De
Antonia, Presidente CONI Provinciale, Rita
Zanutel, Assessore allo Sport della
Provincia di Venezia, Mario Turato,
Presidente Figh Veneto, Franco Vianello
Moro, Presidente CUS Venezia.
I Campionati Nazionali 2007, in programma
dal 12 al 20 maggio, rappresentano
l’evento più importante dello sport
universitario italiano visto il coinvolgimento
di circa 2.500 atleti e di oltre 6.000
presenze alberghiere.
Gli studenti dei CUS, tra cui vari esponenti
dello sport italiano, si affronteranno in
queste discipline: judo, taekwondo,
scherma, calcio a 5, pallavolo femminile,
tennis, calcio, pallavolo maschile,
pallacanestro, rugby a 7, tennistavolo,
atletica leggera, karate. Opzionali: lotta
greco-romana, beach volley maschile e
femminile, golf e vela. Per quanto riguarda i
Campionati Mondiali di Handball, invece,
saranno Russia, in campo maschile e
Polonia, in campo femminile, a difendere
nel 2008 a Jesolo il titolo di campione
mondiale universitario di pallamano appena
conquistato a Gdansk (Polonia). Nell’ultima
edizione hanno partecipato 13 squadre
maschili e 7 femminili – tra cui le
rappresentative di Giappone, Cina e
Georgia - mentre l’obiettivo della
Federazione Internazionale per la
rassegna italiana sarà il coinvolgimento di
16 squadre maschili e 12 femminili.
“Ci siamo candidati per questi due eventi
perché riteniamo di essere arrivati a
capacità organizzative elevate per dar vita
ad eventi di rilievo – ha detto Franco
Vianello Moro, Presidente del CUS Venezia
– Abbiamo deciso di interloquire con Jesolo
perché riteniamo che abbia impianti sportivi
straordinari, sicuramente in grado di
ospitare eventi come quelli che stiamo
organizzando, che ne fanno una vera e
propria capitale dello sport e della pratica
sportiva. Inoltre, al di là dell’aspetto
tecnico, vogliamo valorizzare l’aspetto
culturale della manifestazione portando un
convegno internazionale che parli di sport
universitario”.
“Quando ci sono state presentate queste
manifestazioni, abbiamo aderito con
entusiasmo ed il fatto che le organizzi il
CUS ci rende ancora più convinti - ha
affermato Davide Zoggia, Presidente della
Provincia di Venezia - In questo modo si
raggiunge una duplice finalità: allungare la
stagione balneare, ma anche creare
turismo nuovo, cosa fondamentale visto
che la competizione è sempre più forte”.
“Sono poche le manifestazioni che, come
queste, sono in grado di valorizzare la
nostra immagine, dal punto di vista
dell’afflusso turistico e della visibilità
mediatica” ha affermato Francesco
Calzavara, Sindaco di Jesolo,
aggiungendo: “Attraverso gli eventi sportivi
riusciamo a raggiungere tale risultato e con
piena soddisfazione constatiamo che
sempre maggiore è il numero delle
Federazioni ed organizzazioni sportive che
si rivolgono a noi”.
Ha concluso la serie degli interventi Renzo
De Antonia, Presidente CONI della
Provincia di Venezia, che ha detto: “Lo
Masnata e Bozzolo, la “maledizione”
del quarto posto ai Mondiali di ciclismo
E’
sport è un grande veicolo di promozione
anche economica. Pochi, come il Comune
di Jesolo, l’hanno capito”.
L’organizzazione dei giochi ha già stilato
una prima ipotesi di calendario, oltre ad
aver scelto i loghi e le mascotte delle
competizioni: per i CNU (Campionati
Nazionali Universitari) la mascotte sarà
“Campus”, il cavalluccio marino già simbolo
della città di Jesolo, ma con in testa il tocco
accademico.
Il logo dei CNU è invece disegnato come
un’onda marina, mentre quello dei
Campionati Mondiali di Pallamano
rappresenta una grande onda, simile ad un
braccio, che sovrasta un pallone. “Questi
eventi arrivano all’indomani di tornei che
hanno portato in alto i colori italiani – ha
detto Gianluigi Levorato, Presidente del
CONI Veneto – Per il CUS Venezia
rappresenta una sfida ammirevole mentre è
stato naturale il coinvolgimento di Jesolo,
unanimemente considerata l’epicentro degli
eventi sportivi”.
32
stato il ciclismo ad aprire la
stagione dei Mondiali
universitari e l’ha fatto in
grande stile, chiamando a
raccolta universitari maschi e femmine dopo
un’assenza di 16 anni.
Dunque uno splendido ritorno a Herentals,
presso Anversa in Belgio.
Cinque le discipline, ovviamente cronometro,
cyclo-cross e corsa su strada.
Al via 17 paesi in rappresentanza di tre
continenti con 85 uomini e 33 donne più 54
ufficiali di gara.
Un grosso impegno per la Fisu e il comitato
organizzatore peraltro premiati dal successo
della manifestazione, ben superiore a quelle
precedenti (Mosca 1986, Palma 1990 più
l’Universiade di Edmonton 1983).
A 25 km da Anversa la città di Herentals ha
ospitato i protagonisti del mondiale in un
ambiente ideale.
Molti anche i cussini in gara anche se a
dominare sono stati gli esponenti dei Paesi
bassi, visto che le due maggiori specialità
sono state vinte da olandesi.
Per il Cusi c’è stata una specie di
maledizione considerato che i nostri
esponenti hanno sfiorato il podio sia nel
settore maschile che in quello femminile,
classificandosi quarti con Claudio Masnata e
Laura Bozzolo.
Vediamo cos’è successo.
Gara a cronometro: Masnata ha contro tre
33
avversari davvero potenti, l’olandese Van
Ruitenbeek, il tedesco Erler, il belga Van
Aelbroeck.
Il percorso è di 27 chilometri. Claudio lo
percorre in 34 minuti e sette secondi: dal
terzo posto è separato da appena 6 secondi
visto che il belga corre con 34.01. Di quasi
mezzo minuto il distacco dai due primi.
Pazienza, c’è la corsa su strada.
L’arrivo stavolta è in volata ed ancora un
olandese batte tutti, Kusters, seguito da un
belga ed un altro olandese. Indovinate chi è
quarto? Sì, proprio Claudio Masnata stesso
tempo del vincitore. Nono è Bruno Rizzi, 11°
Claudio Corra, 19° Pierpaolo De Nigri.
Peccato davvero.
Sotto con le donne e scalogna bis. Laura
Bozzolo è una ciclista davvero brava e lo
dimostra nella cronometro correndo ad
un’ottima velocità, 19 minuti esatti sui 13.6
km. L’olandese GunnewijK fa meglio di 50
secondi, Van Diij è seconda mentre dalla
terza, la tedesca Jooss è battuta di 4
secondi! Rebecca Bertolo è 8° col gruppetto
delle inseguitrici. Idem come prima, c’è la
corsa su strada. Laura ce la mette tutta,
arriva assieme ad altre cinque ragazze in
volata ma deve accontentarsi di un altro
quarto posto.
Vince l’olandese Van Dijk, poi una tedesca
ed una belga. Rebecca Bertolo è 13°. Con
tredici corridori l’Italia si conferma fra le più
agguerrite superata soltanto da Belgio,
Olanda e Germania. Nel complesso una
manifestazione che merita di essere
riproposta, magari in Italia.
Mondiali Orientamento
Terzo miglior risultato
per Michela Guizzardi
di Francesco Franceschetti
A
rrivano a Kosice, in Slovacchia,
gli azzurri che difendono il Cusi al
mondiale di Orientamento: Laura
Carluccio, Michele Caraglio,
Emilio Corona, Michela Guizzardi, Christine,
Laura Scaravonati, Maria Sbaraglia, Giaime
Origgi, Klaus Schgaguler, Giacomo Seidenari,
Marco Seppi, Heike Torggler col tecnico
Francesco Isella ed il dirigente Cusi.
Settimana di sole splendido. Gli atleti vanno
con due pulmini, uno della Federazione ed
uno del Cus Bologna. Ottimo clima per i
ragazzi, coordinati in precedenza dal sempre
attivo Andrea Visioli. Siamo sistemati in una
"spartana" residenza universitaria, buona
l’organizzazione nel complesso, in particolare
il sistema dei trasporti e la parte squisitamente
tecnica. Meno soddisfacente il cibo: elaborato
costantamente alla moda dell’est Europa.
Ossessiva la presenza delle patate. Alla faccia
della cucina internazionale pretesa in tante
altre occasioni nostrane dalla Fisu.
Molto buoni nel complesso i risultati, a
dimostrazione di una crescita qualitativa del
nostro movimento anche nelle discipline meno
praticate in Italia.
Risultati culminati in un terzo posto nella
specialità Sprint da parte di un’atleta
dell’Ateneo bolognese, Michela Guizzardi,
studentessa di ingegneria.
Questo è il miglior risultato di sempre della
Federazione italiana sport orientamento in un
campionato mondiale che nulla ha da invidiare
ai Mondiali della Federazione. Tutti gli atleti e
Michela, la felicità sul podio.
atlete meritano il nostro plauso.
Soltanto i 27 secondi separavano Michela
Guizzardi dall’oro. Davanti a lei due atlete, la
ceka Dana Brozkova e la svizzera Seline
Stalder.
Una gara in rimonta quella di Michela, partita
prudentemente – si trovava in sesta posizione
– poi ha iniziato a volare ed è andata in
crescendo fino al penultimo dove ha raggiunto
la terza posizione che non ha più ceduto.
Brava Michela che conferma le sue doti di
sprinter, dopo la finale ai mondiali in
Danimarca ora si
gratifica ulteriormente
con questo bronzo che
la inserisce di diritto fra
le migliori al mondo
sulla distanza breve.
Sempre nella categoria
femminile Christine
Kirchlechner ottiene un
buon ventesimo posto
e Laura Carluccio il
quarantottesimo.
La gara maschile è
vinta dal norvegese Oystein Kvaal Osterbo e
nella stessa prova Marco Seppi è 22° e klaus
Schgaguler 35°, Giaime Origgi terzo italiano in
gara si classifica al 56° posto.
È un sigillo importante questo per l’Alma
Mater Studiorum e in particolare per il Cus
Bologna che nel 2006 ha festeggiato i primi
sessant’anni di vita.
“In verità – dice Michela a Sport Universitario
– sono sincera quando affermo che non mi
aspettavo di poter ottenere un risultato simile
e prima della gara non avrei mai creduto che
potesse accadere. Ero solo preoccupata di
non commettere errori o perdere il contatto
con la carta che in una gara come la sprint
sono sempre in agguato soprattutto per chi ha
un po’ meno esperienza come me. Due
settimane prima ai mondiali assoluti in
Danimarca avevo commesso un grosso errore
nella finale che mi era costato circa un minuto,
e a Kosice sapevo che si sarebbero
ripresentate le stesse condizioni: una gara
veloce con un terreno tecnicamente semplice
ma con la necessità di capire e prendere una
decisione in poco tempo. Il problema più
grande era la paura di sbagliare. Quando ho
preso la carta sono riuscita a pensare solo a
quello che dovevo fare e non al risultato e non
mi sono lasciata mai prendere dalla frenesia o
dal dubbio. All’arrivo il tabellone coi risultati
era girato verso la piazza e non vedendolo
non mi sono chiesta subito com’ero arrivata;
ero ancora concentrata sul percorso e ho
subito controllato le scelte giuste. Stavo
Il Cus Brescia premia
il fiorettista dei 6 CNU!
F
ancora riguardando la mia carta quando sono
venuti a dirmi che ero terza. Non ci ho dato
subito molto peso perchè la classifica era
ancora provvisoria, ma poi mi è venuto in
mente che partivo tra le ultime e che le atlete
più forti avevano già corso tutte prima di me.
Ho dovuto così aspettare qualche minuto per
sapere il risultato ed è stato lunghissimo!
Inutile dire che è stata una grandissima
soddisfazione soprattutto perchè ho visto che
posso lottare ad armi pari con le atlete delle
nazioni più quotate, uno stimolo in più per
migliorare tecnicamente e fare esperienza”.
E’ stata questa l’ultima presenza per Laura
Scaravonati che ha partecipato alle ultime
quattro edizioni sempre con ottimi risultati,
esercitando un forte carisma sul gruppo.
Grazie, Laura!
Gli azzurri con Francesco Franceschetti prima, durante e dopo le gare che hanno visto l’Italia conquistare uno
dei risultati più prestigiosi nella storia dell’orientamento, sport in costante ascesa anche in Italia grazie
all’impegno del Cusi e delle Università.
Marco Seppi.
34
35
esta grande nella facoltà d’Ingegneria
dell’Università di Brescia dove si
sono svolte le premiazioni dello Sport
Universitario del Cus.
L’appuntamento, ormai rituale, per riconoscere i
meriti sportivi dei partecipanti alle edizioni
invernali e primaverili dell’anno sportivo
precedente, ma anche per promuovere le
successive ha avuto quest’anno un particolare
significato. Innanzitutto, è stato una sorta di
bilancio dell’edizione primaverile tenutasi proprio
a Brescia. Il palco ha visto la presenza di
personalità che rappresentano tutte le istituzioni,
a dimostrazione del prestigio e della
considerazione di cui gode l’Ente Bresciano.
Corre l’obbligo iniziare citando l’immancabile
presenza del Rettore, che ha confermato per
l’ennesima volta il suo grande coinvolgimento
allo sport universitario, con la simpatia e la
brillantezza che lo contraddistinguono. Il Vice
Presidente della Regione Viviana Beccalossi
vicina istituzionalmente, ma anche
personalmente al Cus., ha testimoniato
l’orgoglio della Regione Lombardia per aver
ospitato per la prima volta i CNU. Il Sindaco di
Brescia, Paolo Corsini ha elogiato il Cus che ha
dato visibilità alla città di Brescia, mostrando
oltre che il buon livello dell’impiantistica anche le
sue bellezze artistiche e culturali. Giustificata
l’assenza del Presidente della Provincia, Cavalli
occupato altrove per impegni istituzionali. Il
Presidente del Comitato provinciale. Ugo
Ranzetti ha sottolineato la difficoltà
dell’organizzazione di una manifestazione di
questo tipo, con ben 18 discipline sportive,
complimentandosi con gli organizzatori per
l’efficienza e con gli atleti per i risultati.
Prestigiosa la presenza del
sottosegretario allo sport il
bresciano Elidio De Paoli,
che ha dichiarato il suo
interesse per il movimento
sportivo bresciano legato al
Cus che si mette in vista a
livello nazionale. Oltre
settanta gli atleti premiati per un complesso di
ben 22 medaglie conquistate. Nel medagliere
dei Campionati Primaverili, il Cus Brescia si è
piazzato al 9° posto con ben 8 medaglie d’oro e
7 d’argento e 7 di bronzo. Considerando il non
alto numero degli iscritti all’Ateneo cittadino
rispetto ad altre sedi storiche, il piazzamento
assume un grande valore ed in particolare con il
prestigioso oro della pallavolo maschile e
l’argento del calcio. Ulteriori motivi di vanto sono
i risultati conseguiti nello sci e nel canottaggio.
Nel corso dell’evento è stato assegnato il
Premio Mario Mariani allo studente che è meglio
riuscito a conciliare studio e sport, cioè Ugo
Balestrieri, fiorettista neo laureato che ha
partecipato a ben 6 edizioni dei Cnu
aggiudicandosi 6 medaglie che vanno a
completare un palmares di tutto rispetto.
C’
è stato molto da faticare ma alla fine ha
prevalso l’impegno e la buona volontà di
tutti a questo Campionato nazionale
universitario di vela Match Races che ha
visto imporsi il Cus Brescia (Skipper Daniele Barbi)
davanti al Cus Parma (Giacomo Del Nero). Dieci gli
equipaggi in gara con due gruppi con un Round Robin di
qualificazione. Questa la classifica: 1) Brescia 2; 2) Parma,
3) Ancona (Onori), 4) Pisa (Manzi), 5) Brescia 1
(Fiorentino), 6) Bologna (Liverani), 7) Sassari (Scarpa), 8)
Milano (Scolari), 9) Cagliari (Manca), 10) Chieti (Giordano).
Presso la sede della Fraglia Vela Desenzano le premiazioni
da parte del presidente del Cus Brescia, Artemio Carra e
del Sindaco. Da sottolineare la competenza e la cortesia di
tutta la Fraglia Vela, dal presidente Luigi Cabrini alla
titolare del ristorante. Da elogiare lo Chief umpire Nicola
Borzani, da solo ad arbitrare le prime gare. Un
ringraziamento particolare al Presidente del Comitato
Alberto Borzani e all’onnipresente Ivan Inservini.
Cus Brescia poi Parma a Desenzano
D
odici equipaggi in rappresentanza
di nove Paesi hanno partecipato
al 3° Mondiale universitario di vela
Match Racing a Palma di Majorca. L’equipaggio italiano ha riportato due vittorie su
undici regate del round robin A. Il team
azzurro ha finito per accontentarsi
dell’11° posto: forse non immaginava un livello così elevato,
oltretutto non aveva mai
disputato regate match
racing.
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E’
stata inaugurata nel Campus
Universitario di Fisciano, la
nuova piscina dell’Università
degli Studi di Salerno.
Un impianto di prestigio che va ad aggiungersi a
quelli già consegnati in gestione dall’Università
al CUS Salerno presieduto dall’ avvocato.
Lorenzo Lentini, quali il palazzetto dello sport, le
palestre Pilotis, due campi in erba sintetica di
calcio a 5, due campi di tennis all’aperto ed un
impianto all’aperto polifunzionale.
La cerimonia ha visto la presenza del Magnifico
Rettore dell’Università degli Studi di Salerno,
professor Raimondo Pasquino, del presidente
del Cus, Lorenzo Lentini, di quello del Cusi,
dottor Leonardo Coiana in uno al vice
presidente della FederNuoto Paolo Colica e dei
presidenti regionale e provinciale del Coni,
geometra Gianni Ugatti e dottor Guglielmo
Talento. Moltissime le autorità politiche
intervenute, tra le quali, gli Euro Parlamentari
on.li Alfonso Andria e Giuseppe Gargani, il vice
presidente della Regione Campania Antonio
Valiante, il presidente della Provincia Angelo
Villani, ed il sindaco del comune di Fisciano,
Un impianto che fa onore al Cus e all’Universita di Salerno.
Tommaso Amabile, cittadina nella quale è stato
realizzato l’impianto.
Viva commozione si è vissuta durante
l’intitolazione della Piscina al compianto sindaco
di Fisciano, dottor Gaetano Sessa che ha
condiviso per anni, con grande disponibilità, ed
in prima persona, buona parte della crescita
dell’Università degli Studi di Salerno,
contribuendo allo sviluppo dell’Ateneo e del
territorio circostante.
Dopo il taglio del nastro da parte del Rettore in
uno al vice presidente della Regione Campania,
Antonio Valiante, l’arcivescovo Metropolita di
Salerno, monsignor Gerardo Pierro, ha
benedetto la struttura, presente un numeroso
pubblico che ha avuto così il privilegio di
assistere ad un importante e significativo
momento sportivo, con l’elegante esibizione, in
vasca, della nazionale italiana di nuoto
sincronizzato, medaglia di bronzo agli ultimi
Europei di Budapest 2006.
Ospite d’onore, a coronamento della splendida
manifestazione, mirabilmente organizzata dalla
struttura del Cus Salerno, il campione
olimpionico dei 100/200 rana a Sidney 2000
I complimenti del presidente del Cusi, Leonardo Coiana. Al suo fianco
l’avvocato Lorenzo Lentini, presidente del Cus e monsignor Pierro.
Domenico Fioravanti che, affascinato dalla
struttura, ha dichiarato: “Sono rimasto colpito dal
connubio Sport-Università. Una cosa che mi
lascia molto sorpreso perché è la prima volta
che vedo un impianto sportivo di tal genere
all’interno di un campus universitario. Non
credevo che ci fosse una realtà così bella e mi
auguro che in futuro altre città prendano come
esempio questo Ateneo.
Lo sport t’insegna a vivere ed è un grande
maestro di vita. Insegna il rispetto a valori
importanti quali la lealtà, l’onestà e la
correttezza e ti permette di realizzare dei sogni
che a volte non vanno oltre perchè allo sport
devi dedicare ore di sacrifici e tanta dedizione.
Questo è ciò che è accaduto a me: ho dovuto
fare una scelta ed ho abbandonato gli studi.
Questa università, invece, è una grande
opportunità per chi vuole portare avanti la
carriera universitaria insieme a quella sportiva”.
Entusiasta il Magnifico Rettore professor
Raimondo Pasquino che ha fortemente voluto e
fatto realizzare nei tempi stabiliti l’impianto
natatorio, ampliando ulteriormente la gamma di
servizi a disposizione degli studenti portando
all’avanguardia l’università anche
nell’impiantistica sportiva.
In tale ottica è stata decisiva la sintonia tra il
Rettore e il presidente del Cus Salerno, il
consigliere Cusi Lorenzo Lentini, il quale, per la
sua parte di competenza, ha alacremente
lavorato con l’Università per l’apertura
dell’impianto. La solerte attività ed intuizione del
Rettore Pasquino ben si coniuga al
pragmatismo e alla progettualità di Lentini. Se
non si fossero incontrate queste due realtà e
capacità, probabilmente saremmo al puro stadio
declaratorio , come purtroppo troppo spesso
accade. Al contrario siamo a fotografare una
realtà che ha visto l’impegno generale degli
organi tecnici ed accademici dell’Università
nonchè dell’intera struttura del Cus Salerno.
E, se, un giorno, da questo impianto dovesse
nascere un campione o se soltanto…….
qualche migliaio di studenti imparasse a
nuotare, qualcuno, tra i più attenti e
coscienziosi, si ricorderà di dare un grazie a chi
ha favorito questo prestigioso risultato, a
cominciare dal Cusi per finire al locale Cus e
all’Università.
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I
telespettatori affamati di sport saranno
costretti a passare notti insonni per
assistere alle gare delle Olimpiadi di
Pechino. Anche per gli atleti però non
sarà facile gareggiare considerato che per
loro sono previsti tour de force insoliti,tipo la
sveglia alle quattro del mattino per potere
essere pronti alle dieci, ora locale .
E’ successo che l’organizzazione ha venduto
i diritti Tv alla NBC per 3,5 miliardi di dollari e
l’emittente americana ha preteso che il
palinsesto cambiasse: le finali di ginnastica e
di nuoto si svolgeranno al mattino. E’ l’ultima
conferma del strapotere delle TV che in
alcuni sport è riuscita a fare cambiare le
regole. A cominciare dal volley che ha
modificato anche l’ultimo set in un tie-break
per velocizzare le partite. Nei giorni scorsi
anche la Federazione internazionale del
baseball dopo cent’anni ha varato alcune
modifiche: la base intenzionale dopo un solo
lancio, previa comunicazione all’arbitro, e
soltanto quattro lanci per il riscaldamento del
pitcher.
Mondiali di rugby a Roma
tecnica e... bellezze