Economia delle Imprese Multinazionali

Economia delle Imprese
Multinazionali
Davide Castellani
Università di Perugia
Facoltà di Economia
Dipartimento di Economia, Finanza e Statistica
[email protected]
Orari e contatti
Ricevimento: GIO 11.00-12.00
Email: [email protected]
Lezioni: vedi http://cstdvd.wordpress.com
2-2
Struttura corso
•  Parte I – Esportatori e imprese multinazionali
•  Parte II – Offshoring, reshoring e catene globali del valore
•  Esame: scritto (4 domande aperte)
•  Esonero il 17/4/2014 e completamento il 3/6/2014
•  Per frequentanti, con il prof. Venturini stiamo valutando un
modulo di Statistica applicata all’internazionalizzazione e
alla crescita che, per EIM, sostituirà una parte del
programma e potrà contribuirà al 30% del voto
•  Potranno essere svolte tesine di approfondimento che
daranno diritto fino a 2 punti in più sul voto dell’esame
finale
2-3
Vecchie e nuove teorie del
commercio internazionale
•  Le teorie tradizionali spiegano il commercio internazionale sulla
base delle differenze tra paesi e dei vantaggi comparati
• 
Per Ricardo queste differenze dovute a diverse tecnologie
• 
Per Heckscher-Ohlin sono dovute alle differenze fattoriali
•  Queste teorie si basano sull’ipotesi di concorrenza perfetta e
predicono che:
• 
Paesi diversi commercino beni diversi: Wine for Cloth
• 
Se un Paese ha un vantaggio comparato in un settore, tutte le
imprese di quel settore esportano (le imprese sono simmetriche/
omogenee)
• 
L’efficienza di un paese aumenta perché le attività economiche si
spostano da un settore(relativamente meno efficiente) all’altro
(relativamente più efficiente, ovvero con vantaggio comparato)
2-4
Vecchie e nuove teorie del
commercio internazionale
•  Nella realtà
• 
buona parte dei flussi di commercio avvengono tra
paesi simili e riguardano beni simili (commerciointra-industriale): Camper vs Tod’s
• 
Solo poche imprese esportano, e vi sono esportatori
anche nei settori senza vantaggio comparato
•  Per spiegare questi ultimi due fatti sono state
proposte due gruppi di teorie che mettono in luce
che le imprese:
• 
operano in concorrenza imperfetta (con economie di scala
e prodotti differenziati)
• 
sono eterogenee (hanno diversi livelli di efficienza/
produttività)
2-5
Vecchie e nuove teorie del
commercio internazionale
•  Queste teorie, che vedremo nelle prime lezioni
del corso, evidenziano che attraverso il
commercio internazionale:
• 
si aumenta il benessere dei consumatori aumentando
la varietà dei prodotti
• 
si produce di più a prezzi più bassi
• 
solo le imprese migliori ‘resistono alla concorrenza
internazionale’, determinando un aumento
dell’efficienza mediante riallocazione delle quote di
mercato tra imprese (anche all’interno dei settori)
• 
solo poche imprese diventano esportatori (… e
ancora meno multinazionali)
2-6
Concorrenza imperfetta e
commercio internazionale
•  Richiamiamo ora brevemente alcuni elementi
delle teorie del commercio internazionale con
concorrenza imperfetta
•  Per farlo dobbiamo richiamare il concetto di
concorrenza imperfetta, partendo dal monopolio e
concorrenza monopolistica
•  La caratteristica principale di entrambi i mercati è
che le imprese sono price-maker, ovvero
fronteggiano una curva di domanda inclinata
negativamente
•  per vendere di più devono diminuire il
prezzo
2-7
Funzione di domanda
e ricavo marginale
P, MR
Q = A – BP
P = A/B – 1/BxQ
MR = A/B – 2/BxQ
Q
Costi medi e marginali
AC, MC
AC
MC
Q
‘Quantificazione’ del profitto in
monopolio
AC, MC
Profitto di monopolio
PM
AC
AC
MC
MR
QM
D
Q
Concorrenza
monopolistica
- 
Prodotti differenziati:
- 
Ogni impresa produce una diversa varietà di prodotto
- 
Sulla varietà prodotta, le imprese hanno un certo grado di
potere di monopolio (P>MC)
- 
la domanda è più inclinata che in monopolio (ma non
orizzontale come in CP)
-  Economie di scala dovute a costi fissi
-  Libertà di entrata:
- 
(Extra) Profitti positivi nel breve periodo attraggono altre
imprese che producono
- 
l’entrata (ovvero la presenza di una nuova varietà) riduce la
domanda per ciascuna varietà esistente
- 
Nel lungo periodo gli (extra) profitti si annullano
-  Non ci sono interazioni strategiche:
- 
Ogni impresa considera come un dato i prezzi dei
concorrenti
Concorrenza
monopolistica
Ø  Ci aspettiamo che la domanda individuale che fronteggia
ogni impresa (Q):
-  Cresca al crescere della domanda/dimensione complessiva di settore
(S);
-  Cresca al crescere del prezzo praticato dalle imprese rivali (P*)
-  Diminuisca al crescere del numero delle imprese rivali (n)
Una funzione che rispetta queste proprietà è
"1
Q = S $ − b P − P*
#n
(
%
*
=
S
n
+
bP
− Sb
P

'& 
 B
)
A
in cui:
Ø  b è un termine costante che rappresenta la sensibilità
delle vendite di un’impresa al prezzo da essa praticata
(rispetto alle concorrenti)
Ø  P* è il prezzo medio praticato dalle imprese rivali
Funzione di domanda in
concorrenza monopolistica
P, MR
Effetto di un aumento di n (entrata
di nuove imprese/varietà) sulla
domanda di ciascuna impresa
Q = S n + bP * − Sb
P

 
B
A
Q
Funzione di domanda in
concorrenza monopolistica
P, MR
1.  La
domanda
aumenta
2.  Ma diventa
più
elastica
Effetto di un aumento di S
(dimensione del mercato) sulla
domanda di ciascuna impresa
Q = S n + bP * − Sb
P

 
B
A
Q
Equilibrio di medio periodo in
concorrenza monopolisitica
Supponiamo che
l’impresa realizzi
(extra) profitti positivi
nel breve periodo di
monopolio.
Questo incentiva
l’entrata di nuove
imprese …
AC, MC
PM
AC
AC
MC
MR
QM
Q = S n + bP * − Sb
P

 
B
A
Q
Equilibrio di medio periodo in
concorrenza monopolisitica
… questo sposta la
domanda verso il basso
… fintanto che i profitti
non si sono annullati
AC, MC
PCM = AC
AC
MC
MR
QCM
Q = S n + bP * − Sb
P

 
B
A
Q
Commercio internazionale in
concorrenza monopolisitica
L’apertura al commercio
internazionale rende
accessibile per l’impresa un
mercato più grande (S
aumenta)
L’impresa fa profitti positivi
AC, MC
PCM
AC
MC
Q = S n + bP * − Sb
P

 
B
A
QCM
Q
Commercio internazionale in
concorrenza monopolisitica
… questo induce l’entrata di
altre imprese, che riducono
la domanda, fino ad
annullare gli extraprofitti
Nell’equilibrio con
commercio internazionale le
imprese vendono di più ad
un prezzo pù basso
AC, MC
PCM
P’CM
AC
MC
Q = S n + bP * − Sb
P

 
B
A
QCM Q’CM
Q
Commercio internazionale in
concorrenza monopolisitica
AC, MC
PCM
P’CM
AC
QCM Q’CM
Q
Concorrenza monopolistica e
commercio internazionale
Con economie di scala e prodotti differenziati, l’apertura al
commercio internazionale fa:
-  Aumentare n (ovvero maggiore varietà di prodotti)
-  Ipotizzando di avere due paesi (A e B) con nA e nB in
economia chiusa
-  Con l’apertura al commercio internazionale n>nA e n>nB
-  Ogni impresa produce di più a prezzi più bassi (effetto procompetitivo dell’apertura commerciale)
-  Ma il numero complessivo delle imprese diminuisce n<nA+nB,
ovvero qualche impresa deve uscire dal mercato (perché non
è possibile che tutte le imprese aumentino Q)
-  Il modello però non ci dice quali imprese escono
-  Commerciare varietà diverse dello stesso prodotto
(commercio intra-industriale)
Eterogeneità delle imprese e
commercio internazionale
• 
Con economie di scala e prodotti differenziati, il
commercio internazionale induce l’uscita di
alcune imprese, ma quali?
•  Il modello precedente non ci aiuta perché
assume che le imprese siano tutte uguali, ma
nella realtà non è così
•  Ci sono imprese migliori (ad es. con costi
marginali più bassi) e imprese peggiori
•  Possiamo intuire che siano le imprese
peggiori ad uscire (poi lo vedremo
analiticamente)
•  Questo ha un importante effetto sulla
efficienza complessiva di un settore
Eterogeneità delle imprese e
commercio internazionale
Immaginiamo di avere due tipi di imprese H e L,
con costi marginali costanti e pari a cH>cL
•  Il costo marginale medio del settore è dato da:
c = sHcH + sLcL
dove sH e sL sono le quote di mercato delle imprese
HeL
•  Se le imprese di tipo H escono dal mercato (o
riducuno la loro quota di mercato), mentre quelle
di tipo L crescono, il costo medio del settore
diminuisce
•  Quindi c’è un processo di riallocazione delle quote
di mercato, che fa aumentare l’efficienza
complessiva
• 
Eterogeneità delle imprese
e commercio internazionale
c
Caso 1
s
Caso 2
s
H
5
L
2
0.5
0.5 c = 5x0.5 + 2x0.5 = 3.5
0.2
0.8 c = 5x0.2 + 2x0.8 = 2.6
•  La riallocazione delle quote di mercato,
risultante dalla selezione competitiva
migliora l’efficienza dell’industria, che da
un costo marginale di 3.5 passa a 2.6
Vincitori e perdenti dal
commercio internazionale
Profitti
operativi
P, MC
c*
P2
c2
P1
(P1-c1) x Q1
c1
(P2-c2) x Q2
Q2
Q1
Q
c1
c2
c*
c
Vincitori e perdenti dal
commercio internazionale
Profitti
operativi
P, MC
c2
P1
(P1-c1) x Q1
c1
(P2-c2) x Q2
Q1
Q
c1
c2
c*
c
Vincitori e perdenti dal
commercio internazionale
1. Le imprese
meno efficienti
(c2) escono
2. Le imprese
più efficienti (c1)
crescono
(Q’1>Q1) e fanno
maggiori profitti
(abbassando il
mark-up e
aumentando Q
Profitti
operativi
P, MC
c2
(P’1-c1) x Q1
P1
P’1
(P1-c1) x Q1
c1
(P2-c2) x Q2
Q1
Q’1
Q
c1
VINCONO
c2
PERDONO
c*
ESCONO
c
I costi del commercio
-  Finora abbiamo assunto che non esistano
costi commerciali
-  Nella realtà esistono
-  sia costi fissi (affondati)
-  per acquisizione di informazione e
costituzione rete di vendita
-  che costi variabili
-  per barriere tariffarie e per costi di trasporto
I costi variabili del
commercio
P, MC
Mercato interno (H)
c2
P1
P, MC
Mercato estero (F)
c3 + t
P’1
Q’1
c3 P1
P’1
c3
c1 + t
c1 + t
c1
c1
Q
Qx
Q
I costi variabili del
commercio
Profitti
operativi
P, MC
c2
c3 + t
P1
c3
P’1
c1 + t
c1
Q1
Q’1
Q
ESPORT.
c1
NON ESPORT.
c3
c2
c*
c
I costi fissi del commercio
Se aggiungo un
costo fisso di
export, la curva
del profitto da si
sposta
parallelamente
verso il basso
Profitti
operativi
P, MC
c2
c3 + t
P1
πX
c3
P’1
c1 + t
πX-F
c1
Q1
Q’1
Q
c1
c3
c2
c*
c
Esportatori vs. multinazionali
(Helpman, Melitz e Yeaple)
Profitti
operativi
Se assumo che diventare
multinazionali non comporti
costi di trasporto, ma comporti
elevati costi fissi
Le imprese con:
c>c* escono
cx<c<c* servono solo il mkt naz
cM<c<cX esportano
cM<c diventano multinazionali
πN
πM
πX
cM
cX
c*
Esportatori vs.
multinazionali
• 
le soglie di efficienza che rendono profittevole esportare or
dventare multinazionali sono diverse a seconda del settore
considerato e del Paese F
• 
in alcuni settori i costi di trasporto (t) possono
essere più bassi e in altri i costi fissi legati alla
produzione multinazionale (F) sono più alti,
rendendo più facile esportare.
• 
verso alcuni mercati si sopportano costi di trasporto
minori (ad esempio nei mercati più vicini
geograficamente) o costi affondati più bassi (nei
mercati più vicini dal punto di vista culturale).
• 
le imprese meno efficienti scelgono di servire mercati
vicini geograficamente e culturalmente (per ridurre costi
di trasporto e costi affondati per l'acquisizione di
informazioni volte alla riduzione della incertezza e della
scarsa familiarità con il mercato)