L’UNIVERSITÀ PONTIFICIA SALESIANA RICORDA VIKTOR FRANKL CON UN CONVEGNO Intervista al prof. Eugenio Fizzotti, sacerdote salesiano e docente di Psicologia L’Associazione di Logoterapia e Analisi Esistenziale Frankliana (A.L.Æ.F.) e l'Università Salesiana di Roma hanno organizzato per il 26-28 ottobre un Congresso internazionale che intende ricordare il 10° anniversario della morte di Viktor E. Frankl, fondatore della scuola di logoterapia e analisi esistenziale (Vienna, 2 settembre 1997). Il convegno avrà luogo presso l’Università Salesiana e tratterà la riscoperta della tematica della qualità della vita e della ricerca di senso che sembra caratterizzare in forma particolarmente evidente gli inizi del XXI secolo. Per conoscere i risvolti di una così impegnativa tematica, ZENIT ha intervistato il prof. Eugenio Fizzotti, sacerdote salesiano docente di Psicologia all'Università Pontificia Salesiana di Roma e presso la Facoltà di Scienze dell'Educazione "Auxilium”. E', inoltre, docente di Deontologia professionale sia presso l'Università Pontificia Salesiana che presso la Facoltà di Psicologia dell'Università "La Sapienza" di Roma. Si occupa in modo particolare di logoterapia frankliana di cui ha diffuso in Italia la conoscenza, curando l'edizione italiana di quasi tutte le opere di Viktor Frankl. È Presidente dell'A.L.Æ.F., fondata nel 1992, e Direttore scientifico di Ricerca di senso, rivista dell'associazione. È inoltre socio onorario della Società Medica Austriaca di Psicoterapia. Chi era Viktor Frankl e perché ne ricordate la morte con un Congresso internazionale? Fizzotti: Viktor E. Frankl, nato a Vienna il 26 marzo 1905 e morto il 2 settembre 1997, è noto in tutto il mondo come fondatore della «terza scuola viennese di psicoterapia». Egli, infatti, grazie a un sistematico impegno fin da studente universitario a favore di giovani in difficoltà esistenziali (tentativi di suicidio, criminalità, dipendenza da sostanze, insuccessi scolastici) e a una robusta formazione filosofica e medica, con un’opportuna specializzazione in neurologia e psichiatria, elaborò un metodo psicoterapeutico per la cura dei disturbi psichici, definito logoterapia (ossia terapia attraverso la ricerca di senso), che riconoscesse il ruolo della libertà e della responsabilità e facesse leva su due capacità specificamente umane: l’autotrascendenza, ossia la capacità di rivolgersi verso obiettivi al di fuori di se stessi, e l’autodistanziamento, ossia la capacità di prendere distanza dai sintomi. Una fortissima esperienza consentì a Frankl di verificare la fondatezza della sua visione antropologica: dal 1942 al 1945, essendo di origine ebraica, fu internato in quattro campi di concentramento, compreso Auschwitz. Il contatto con i detenuti gli fece toccare con mano la radicale possibilità che la persona sempre conserva di non lasciarsi abbattere dalle circostanze, ma di poter sempre far fronte ai peggiori condizionamenti, addirittura entrando «a fronte alta nelle camere a gas e nei forni crematori». Le opere che prese a pubblicare a partire dal 1946, pochi mesi dopo la liberazione dal campo di concentramento di Türkheim, misero in evidenza il ruolo straordinario che il medico-terapeuta svolge quando affianca la persona che soffre, sia fisicamente che psicologicamente, aiutandola a trovare il senso della situazione in cui si trova e favorendo la sua radicale capacità di dire di sì alla vita sempre, nonostante tutto. Il messaggio che egli ha trasmesso attraverso libri, articoli, conferenze, corsi universitari, interviste radiofoniche e televisive, e sulla base di una pluridecennale esperienza clinica (per 25 anni fu anche primario del reparto neurologico del policlinico di Vienna), risponde pienamente all’attuale condizione esistenziale della persona, che si sente smarrita e interiormente vuota perché assalita da messaggi contrastanti e da allettanti proposte che non hanno niente a che fare con i valori, ma solo con la ricerca spasmodica del piacere o del successo a buon prezzo. La decisione di realizzare un convegno internazionale è stata presa da un gruppo di psicologi e medici che seguono da vicino il pensiero e la pratica clinica della logoterapia di Frankl e che hanno costituito, nel 1992, l’Associazione di Logoterapia e Analisi Esistenziale Frankliana (A.L.Æ.F.). La tematica fa ovviamente riferimento al nucleo centrale della visione di Frankl: la persona è perennemente alla ricerca del senso della propria vita e tale sua ricerca instancabile può avere esito positivo solo nella misura in cui non guarda passivamente se stessa, ma si apre agli orizzonti dei valori, della solidarietà, dell’impegno, della relazione interpersonale che non sfrutta l’altro, ma lo promuove nelle sue risorse e nelle sue capacità. Il convegno si celebra a 10 anni dalla morte di Frankl, avvenuta il 2 settembre 1997, e chiama a raccolta logoterapeuti non solo italiani, ma di tante altre parti del mondo. Verranno, infatti, relatori da Argentina, Messico, Colombia, Uruguay, Brasile, Svizzera, Germania, Austria, Spagna, Portogallo, Slovacchia, Israele, Cile. Quali sono stati i suoi contributi alla conoscenza umana e quanti di questi sono ancora attuali? Fizzotti: Concentrando la sua attenzione come psichiatra e come studioso sul costrutto psicologico della «ricerca di senso», Frankl ha favorito nell’orizzonte culturale e formativo attuale il riconoscimento di un dinamismo centrale della struttura della persona, purtroppo il più delle volte trascurato, se non addirittura negato, da altri specialisti della psiche umana. È molto più semplice, infatti, attribuire la responsabilità di ciò che si è a influssi familiari, a condizionamenti ambientali, a fallimenti scolastici o professionali. In tal modo la persona viene quasi «giustificata» nei suoi comportamenti (pensiamo a forme di aggressività, di criminalità, di assunzione di sostanze stupefacenti, di tentativi di suicidio), dicendole: «In fondo non è colpa tua, ma della società, della scuola, della famiglia». In un percorso educativo e di crescita globale è quanto mai necessario, invece, favorire nella persona la maturazione della sua responsabilità nei confronti dei compiti che la vita, la società, il contesto socio-culturale le prospettano. In tal modo è anche stimolata a riconoscere la proprie risorse interiori e appellarsi ad esse sempre, oltre che nelle situazioni di particolare gravità. Nello stesso tempo la responsabilità favorisce nella persona un clima di confronto dialettico, spezzando l’incombente cerchio della solitudine e dell’egocentrismo. Quali temi approfondirete? Fizzotti: Il Convegno avrà uno sviluppo particolarmente articolato. La prima fase comprende quattro relazioni di fondo: lo psicologo Sadi Marhaba, dell’Università di Padova, chiarirà se il senso della vita è una risorsa o un problema; i biblisti Carlo Buzzetti e Mario Cimosa, dell’Università Salesiana di Roma, sulla base di testi della Bibbia ebraica e cristiana, porranno a confronto il senso con la ricerca, l’incontro e la sequela; P. Bartolomeo Sorge, del Centro San Fedele di Milano, analizzerà l’orizzonte del senso della vita in prospettiva di educazione politica; lo psichiatra Eugenio Borgna, di Novara, si soffermerà sulle eclissi del senso delle esperienze psicopatologiche. In tale fase trova giusta collocazione anche una conversazione che Tonino Palmese, dell’Università Salesiana di Roma, avrà con Rita Borsellino, Luigi Lo Cascio e Maria Fida Moro, che testimonieranno in prima persona la capacità di affrontare con coraggio e senza cedimenti le situazioni limite in cui ci si può venire a trovare. La seconda fase approfondirà la condizione giovanile e il senso che i giovani ricercano, pur nella frammentarietà della loro fragile esistenza. Con il coordinamento di Franco Floris, Direttore della rivista “Animazione sociale”, saranno chiamati a confrontarsi D. Mimmo Battaglia, Presidente della Federazione Italiana Comunità Terapeutiche, la prof.ssa Pina Del Core, docente di psicologia dello sviluppo presso la Facoltà di Scienze dell’Educazione “Auxilium” di Roma, la prof.ssa AnnaMaria Favorini, Presidente del corso di laurea in di Scienze della Formazione primaria dell’Università di RomaTre, il prof. Fiorenzo Laghi, ricercatore universitario presso la Facoltà di Psicologia dell’Università “La Sapienza” di Roma, il prof. Zbigniew Formella, docente di psicologia dell’educazione all’Università Salesiana di Roma. Punto di partenza della conversazione sarà una recente indagine sperimentale, effettuata su un campione di 3024 adolescenti, e pubblicata con il titolo «Adolescenti in ricerca» (Ed. Las, Roma, 2007). La terza fase vede intervenire in cinque sessioni parallele 38 relatori, provenienti da varie nazioni (Argentina, Messico, Colombia, Uruguay, Cile, Italia, Spagna, Portogallo, Svizzera, Germania, Austria, Israele), che presenteranno riflessioni, ricerche e testimonianze di carattere clinico, pedagogico, psicologico, sociale, storico, culturale, sperimentale. La quarta e ultima fase è dedicata alla pratica clinica che viene realizzata da esperti in logoterapia e analisi esistenziale per curare disturbi di vario genere, quali depressione, ansia, fobie, ossessioni, traumi sessuali. Prima di chiudere il convegno sarà consegnato un premio di 1.000 euro per la migliore tesi di laurea triennale e di 2.000 euro per la migliore tesi di laurea magistrale. Hanno inviato i loro elaborati su tematiche attinenti la logoterapia e analisi esistenziale di Frankl laureati di varie università italiane, segno indiscutibile dell’interesse che tale orientamento suscita in loro. Cosa lega fra loro una Università Pontificia e il pensiero cattolico da una parte e Viktor Frankl dall'altra? Fizzotti: Il fatto che il Convegno si tiene all’Università Salesiana costituisce una testimonianza autorevole dell’apertura che esiste tra la ricerca scientifica seria e la scelta di fede. Per essere psicologo, educatore, operatore sociale o insegnante aderendo all’orientamento dell’ebreo Viktor E. Frankl non occorre né presentare un certificato di battesimo né rinnegare la propria fede. Quello che accomuna l’istituzione salesiana e l’orientamento di Frankl ha una doppia radice: da una parte una visione della persona umana che riconosce e rispetta la radicale libertà e responsabilità; dall’altra il fatto che Frankl ha spesso visitato l’Università Salesiana, vi ha tenuto conferenze molto seguite, ha patrocinato la fondazione dell’Associazione di cui sono presidente, ha sempre gioito fin dal lontano 1969, quando per la prima volta mi trasferii a Vienna per frequentare i suoi corsi al Policlinico di Vienna, nel sapere che sono salesiano, mi ha seguito con affetto paterno e ha goduto nel sapermi docente all’Università Salesiana. [Per informazioni: [email protected]; [email protected]; www.logoterapiaonline.it; tel 06872901- 87290378.]