Nuovi orizzonti di ben-essere esistenziale Nell’articolo Zur geistigen Problematik der Psychotherapie [La problematica spirituale della psicoterapia](1938) Frankl scrive: quella psicologia interessata ad un’azione terapeutica che include nel suo quadro generale di riferimento questi strati “più elevati” dell’esistenza umana e che, diversamente dalla “psicologia del profondo”, merita il nome di “psicologia dell’altezza”?» (p. 117). «Dov’è L’antropologia frankliana Livello spirituale Livello psicologico Livello biologico La Logoterapia Psicologia delle altezze Psicologia profondo del E poco dopo aggiunge: «In altre parole, dov’è quella teoria di accadimenti semplicemente psichici e in particolare nevrotici che, andando al di là dell’ambito puramente psichico, raggiunge l’intera esistenza umana in tutte le sue profondità e in tutte le sue altezze, e che potrebbe essere denominata analisi esistenziale?» (pp. 117-118). Critica ad ogni riduzionismo Biologismo Psicologismo Sociologismo Spiritualismo PAN-DETERMINISMO NICHILISMO Poche pagine più avanti Frankl scrive: «Come il superamento dello psicologismo all’interno della filosofia ha avuto luogo attraverso la logica, così il superamento delle deviazioni psicologistiche esistenti attualmente all’interno della psicoterapia richiede un tipo di logoterapia, ossia l’inclusione di contrapposizioni teoriche all’interno di un intervento psicoterapeutico, anche se in forma neutrale, condizionata e limitata, nella forma, cioè, di un’analisi esistenziale che parte dal fatto originario e incontestabile della responsabilità umana e mira, né più né meno, al riconoscimento integrale di questa realtà di fatto da parte del paziente, contribuendo in tal modo al suo ancoraggio spirituale, dandogli un punto fermo nello spirituale» (p. 123). E ancora oltre si legge: «La nascita della psicoterapia ha avuto luogo quando si è cominciato ad osservare le cause psichiche sottostanti ai sintomi fisici, scoprendone la psicogenesi. È giunto il momento però di fare un passo ulteriore e, andando al di là della dinamica affettiva della nevrosi, scorgere dietro la psicogenesi la persona nei suoi bisogni spirituali e da essi partire per aiutarla, tenendo presenti le possibilità metodologiche che si è cercato di presentare all’inizio» (p. 125). L’ontologia dimensionale Prima legge dell’ontologia dimensionale (La sfida…, p. 176) L’ontologia dimensionale Seconda legge dell’ontologia dimensionale (La sfida, p. 179) In tale prospettiva fare logoterapia significa: ripensare il senso e i valori, ossia il dover-essere; ripensare la libertà e la responsabilità, ossia il poter-essere. Di conseguenza, il logos non è solo visto come obbligazione morale (il doveressere), ma nei termini di attivare nell’esistenza le potenzialità (il poteressere). Per la logoterapia l’essere umano è essenzialmente spirituale, capace di trascendere il fisico e lo psichico. Il logos (il senso) è l’aspetto oggettivo, mentre l’esistenza (lo specifico umano) è l’aspetto soggettivo. Dall’unione di questi due aspetti nasce il sovra-orientamento verso qualcosa, verso qualcuno, verso un compito da realizzare. In tal modo la logoterapia non diventa una sostituzione della psicoterapia e del reagire psicologico, ma inserisce una dimensione che è sistematicamente ignorata nella psicoterapia, soprattutto nelle tendenze odierne, orientate fortemente a materializzare e a neurologizzare persino ciò che è psicologico, non materiale. La logoterapia si distingue per l’ampiezza di orizzonte che introduce nel vivere l’esperienza umana, rompe gli argini immanentistici, dà alla psicoterapia un ampio respiro attraverso l’aggancio allo spirituale. Le attuali tendenze in ambito psicoterapeutico sottendono come filosofia di base il naturalismo, che si fonda sull’assunto che i principi e le leggi naturali stanno alla base degli eventi della natura, compresi il corpo umano e la mente. Un’analisi degli assunti dell’approccio naturalistico mette subito in evidenza come i principi della logoterapia sono il loro complemento curativo. Limiti dell’oggettivismo Studia gli oggetti esterni alla mente e trascura il soggettivo. Si fonda sull’empirismo e il razionalismo, e quindi sostiene di essere libero da valori. La filosofia della scienza ha messo in dubbio la neutralità e l’oggettività del metodo scientifico. La ricerca qualitativa tiene conto dei valori. Limiti del materialismo Risolve i disturbi psichici in termini biologici e con prescrizione di farmaci. Solo le esperienze sensoriali possono essere conosciute. Invece, ci possono essere abbracci senza amore e amore senza abbracci. Lo stato mentale e l’esperienza della persona possono modificare il cervello tanto quanto il cervello può modificare lo stato mentale e l’esperienza della persona. Limiti dell’edonismo L’essere umano ricerca il piacere e fugge il dolore. Scopo ultimo della vita è il benessere e la felicità in prospettiva di autoattualizzazione. Per Frankl l’interesse dominante sarebbe il bene della comunità e non la propria carriera. L’altruismo genuino lascia spazio per il dolore in sé. Limiti dell’atomismo Gli individui sono visti come unico risultato del loro passato. Gli interventi a livello di comunità sono visti come ripieghi meno efficaci. Per Frankl le persone sono inserite in un contesto aperto (libertà e responsabilità). Il trattamento sistemico va visto in relazione ad altri sistemi. Limiti dell’universalismo Si vuole limitare al massimo la variabilità attraverso procedure standardizzate. Quello che non è generalizzabile non è considerato scientifico. La ricerca di senso è un processo ermeneutico in cui si orienta l’attenzione verso le configurazioni che emergono dal cambiamento esperienziale. Si coglie il cambiamento in qualsiasi momento e in qualsiasi circostanza. Se Frankl è stato il primo a riconoscere il posto centrale della dimensione spirituale, è prevedibile che gli orizzonti del ben-essere esistenziale troveranno una sempre più robusta verifica a livello sperimentale e favoriranno il cambiamento del paradigma interpretativo del disagio esistenziale.