L2.mat, punto di formazione per Matematica e Fisica 1 Effetto Hall (e applicazione alla velocità di deriva) Si tratta di una delle conseguenze della forza che un campo magnetico esercita su una carica in movimento. Ci riferiamo alla legge di Lorentz. Sappiamo che una carica q, in modo con velocità V in una regione dello spazio sede di un campo magnetico B, è soggetta alla forza di Lorentz F qv B Fig.1 che tende a deviarla. La forza è perpendicolare alla direzione della velocità della particella, perciò non altera il modulo della velocità. Va altresì ricordato che se la carica entra nella zona del campo magnetico con velocità parallela alle linee di forza del campo magnetico allora l’intensità della forza è nulla, quindi la carica procede in linea retta. Il Fisico americano Edwin Hall (1855-1938) è riuscito a dimostrare che nei conduttori metallici le cariche che si muovono sono gli elettroni. Il risultato è stato ottenuto sfruttando la forza di Lorentz sulle cariche presenti in un conduttore che presenta una larghezza considerevole ed il risultato è conosciuto come effetto Hall. Vediamo nei dettagli di cosa si tratta. Si consideri un nastro conduttore inserito in un circuito, come indicato in Fig.1. Per la presenza del generatore si origina una corrente e dunque all’interno del nastro conduttore si muovono delle cariche che mediamente possiamo supporre essere dotate della velocità v. Per convenzione il verso della corrente è quello delle cariche positive e poiché queste si muovono da punti a potenziale maggiore a punti a punti a potenziale minore, il verso della corrente è quello indicato in figura. Ricordiamo ora che le cariche negative q presenti in una regione dello spazio sede di un campo elettrico E, per effetto della forza elettrica qE, si muovono da punti a potenziale minore a punti a potenziale maggiore, “risalgono” le barriere di potenziale. In virtù di questa considerazione, se nel nastro conduttore fossero le cariche negative a muoversi, la loro velocità dovrebbe avere verso opposto a quello della corrente. L’intensità della corrente non dipende dal segno delle cariche in moto. Con un esperimento il fisico Hall è riuscito a dimostrare nel 1879 che a muoversi sono le cariche negative, cioè gli elettroni presenti nel metallo. Sono dunque gli elettroni degli strati esterni degli atomi, che, debolmente legati al rispettivo nucleo, in presenza di deboli campi elettrici esterni sono strappati all’atomo di appartenenza e vagano nella materia secondo le linee di forza del campo elettrico dando origine alla corrente. Descrizione dell’esperimento Il fisico Hall ha predisposto un circuito come quello indicato in Fig.1 ed ha immerso il conduttore in una regione dello spazio sede di un campo magnetico uniforme B perpendicolare al piano del conduttore ed ha sviluppato le seguenti considerazioni. Primo caso Luigi Lecci: www.matematicaescuola.it Pagina 1 L2.mat, punto di formazione per Matematica e Fisica 2 Immaginiamo che il nastro conduttore si trovi nel piano del foglio e che le linee di forza del campo magnetico B siano entranti. Se a muoversi nel conduttore sono le cariche positive, allora ciascuna di esse nella fase iniziale dell’esperimento sarà soggetta alla forza F di Lorentz. Detta v la velocità di deriva delle particelle, Fig.2 F qv B l’espressione vettoriale della forza è e la sua intensità è F =q v B. Dalla regola del prodotto vettoriale si deduce che il verso della forza è verso l’alto e dunque le cariche in movimento tendono a salire nella parte alta del nastro conduttore. Ciò implica che la parte bassa del nastro rimane sguarnita della presenza delle cariche positive che via via si trasferiscono verso l’alto e presenterà un eccesso di cariche negative. La conseguenza sarà che, considerati due punti qualsiasi A e B situati sui due bordi del nastro, tra di essi si stabilirà una differenza di potenziale rilevabile con un voltmetro (come indicato in Fig.2). Secondo caso Fig.3 Se a muoversi nel conduttore sono le cariche negative la situazione cambia. Infatti, per quello che è il verso della corrente, questa volta le cariche negative si dirigono verso sinistra (per chi osserva il foglio) ma il vettore qv ha verso opposto alla velocità perché q<0, pertanto il risultato del prodotto vettoriale qv B è ancora un vettore diretto verso l’alto. Le cariche in moto saranno spinte ancora verso la parte alta del nastro conduttore. Questo bordo presenterà allora un eccesso di carica negativa e corrispondentemente il bordo inferiore presenterà un eccesso di carica positiva. Si potrà allora misurare la differenza di potenziale tra i due bordi come indicato in Fig.3. Conclusione dell’esperimento Dalla misura della differenza di potenziale tra i punti A e B si rileva quale dei due è a potenziale maggiore. Poiché è il punto B a trovarsi a potenziale maggiore si è dedotto che a muoversi nel metallo sono le cariche negative. Luigi Lecci: www.matematicaescuola.it Pagina 2 L2.mat, punto di formazione per Matematica e Fisica 3 Determinazione della velocità di deriva delle cariche in un conduttore (Applicazione dell’effetto Hall) In relazione al circuito indicato, dopo la chiusura dell’interruttore, in virtù dell’effetto Hall alcune cariche negative migrano verso la parte alta del nastro conduttore. Ciò comporta che all’interno del conduttore si origina un campo elettrico EH per la presenza dei due raggruppamenti di carica sui due bordi. Il campo elettrico è diretto dal bordo positivo al bordo negativo. Questo campo esercita sulle cariche in moto la forza Fe=qEH che ha verso opposto a quella di Lorentz. Man mano che cresce l’intensità del campo EH cresce anche l’intensità della forza Fe ed evidentemente ad un certo punto la sua intensità uguaglierà la forza di Lorentz. In tale situazione cessa il processo di migrazione delle cariche negative verso la parte alta del nastro. Le cariche nel conduttore si muoveranno tutte e soltanto nella direzione della corrente (ed essendo negative, nel verso opposto di questa). Possiamo determinare il modulo della velocità di deriva delle particelle elementari nel conduttore. Indicando con d la larghezza del nastro conduttore e con VH la differenza di potenziale tra i bordi del nastro, l’intensità del campo elettrico EH è espressa da EH VH d (1) e quindi l’intensità della forza elettrica esercitata sulla singola carica q in moto da parte di questo campo è Fe qE H qVH . d (2) Uguagliando l’intensità della forza elettrica all’intensità della forza di Lorentz otteniamo qVH qvB d v VH d B (3) L’espressione ottenuta fornisce il valore della velocità di deriva delle particelle in funzione della larghezza del nastro conduttore, dell’intensità del campo magnetico applicato e della differenza di potenziale (di Hall) che si stabilisce tra i bordi del nastro stesso. Osserviamo che la (3), considerata l’espressione dell’intensità del campo elettrico creato dai raggruppamenti delle cariche presenti ai bordi del nastro, si può anche scrivere nella seguente forma v VH EH d B B (4) Questa relazione permette di riconoscere che il legame diretto tra campo elettrico, campo magnetico e velocità di deriva delle cariche nel conduttore. Nota L’ordine di grandezza della velocità di deriva è di 10-4m/s *** *** Luigi Lecci: www.matematicaescuola.it Pagina 3