Ingegneria dei Sistemi Elettrici_5b La legge di Biot-Savart e applicazioni In molte applicazioni è richiesta la determinazione del campo magnetico dovuto a un circuito attraversato dalla corrente. Nel caso semplice di un filo sottile con sezione trasversale di area S, dv’ =S dl’ , attraversato da una corrente I: dv’ S I dl’ M. Usai Ingegneria dei Sistemi Elettrici_5b 1 si ha: [ ] ⎡ A⎤ J dv' = ( JS )dl' = I dl' con J ⎢ 2 ⎥ e dv' = Sdl ' m 2 ⎣m ⎦ µo e l’espressione del potenziale A = 4π J ∫V' R dv' ⎡Wb ⎤ ⎢⎣ m ⎥⎦ diventa: µ0 I d l' ⎡Wb ⎤ 4π C'∫ R ⎢⎣ m ⎥⎦ dove il simbolo di integrale circolare indica che la corrente fluisce in un circuito chiuso che é indicato con C’. La densità di flusso magnetico é dunque: A= ⎡ µ o I d l' ⎤ µ o I ⎛ dl' ⎞ B = ∇× A = ∇× ⎢ = ∇×⎜ ⎟ ⎥ ∫ ∫ ⎝R⎠ ⎣ 4π C' R ⎦ 4π C' M. Usai Ingegneria dei Sistemi Elettrici_5b 2 E’ molto importante notare che l’operatore rotore comporta il calcolo delle derivate rispetto alle coordinate spaziali del punto del campo, e che l’operatore integrale é fatto rispetto alle coordinate della sorgente. L’integrando può essere espanso in due termini usando la seguente identità: ∇ × ( f G ) = f ∇ × G + (∇ f )× G Si ha per f = 1/R e G = dl’; µo I ⎡ 1 ⎤ ⎛ 1⎞ ∇ × + ∇ × B= d l' d l ' ⎜ ⎟ ⎥⎦ 4π C'∫ ⎢⎣ R R ⎝ ⎠ ora poiché le coordinate utilizzate per il calcolo del rotore e quelle usate per il calcolo dell’integrale sono indipendenti, ∇× d l' é uguale a zero e il primo termine del secondo membro si annulla. M. Usai Ingegneria dei Sistemi Elettrici_5b 3 La distanza R é misurata da dl’, a partire da (x’,y’,z’) sino al punto del campo (x,y,z). Quindi si ha: [ 1 2 2 2 = ( x − x' ) + ( y − y' ) + ( z − z' ) R ] 1 2 ∂ ⎛1⎞ ∂ ⎛1⎞ ∂ ⎛1⎞ ⎛1⎞ ∇ ⎜ ⎟ = ax ⎜ ⎟ + a y ⎜ ⎟ + az ⎜ ⎟ = ∂x ⎝ R ⎠ ∂y ⎝ R ⎠ ∂z ⎝ R ⎠ ⎝ R⎠ =− a x ( x − x' ) + a y ( y − y' ) + a z ( z − z' ) [( x − x' ) 2 + ( y − y' ) + ( z − z' ) 2 ] 3 2 2 =− R 1 = − a R 3 R R2 [T] dove a R é il vettore unitario diretto dal punto sorgente al punto del campo. M. Usai Ingegneria dei Sistemi Elettrici_5b 4 Sostituendo nella espressione precedente di B si ottiene: µo I ⎛ dl ' ⎞ B = ∇× A = ∇×⎜ ⎟ ⇒ 4π R⎠ ⎝ C' ∫ µo I d l' × a R B= 4π C'∫ R 2 [T ] questa relazione é nota come equazione di Biot-Savart. La formula della legge di Biot-Savart, consente di determinare B dovuta alla corrente I concatenata dal percorso chiuso C’ ed è stata ottenuta calcolando il rotore della espressione potenziale vettore A : A= M. Usai µ0 I d l' 4π C'∫ R ⎡Wb ⎤ ⎢⎣ m ⎥⎦ Ingegneria dei Sistemi Elettrici_5b 5 I alcuni casi é conveniente scrivere l’equazione in due passi successivi: B = ∫dB [T ] C' µo I ⎛ d l' × a R ⎞ dB = ⎟ ⎜ 2 4π ⎝ R ⎠ [T ] d B é la densità di flusso magnetico dovuta alla corrente elementare I dl’. M. Usai Ingegneria dei Sistemi Elettrici_5b 6 Una forma alternativa della legge di Biot-Savart , talvolta più conveniente é: µ o I ⎛ d l' × R ⎞ dB = ⎜ ⎟ 3 4π ⎝ R ⎠ [T] Confrontando l’espressione di B con l’espressione della legge della circuitazione di Ampere, si vede come la legge di BiotSavart sia più difficile da applicare. Anche se la legge della circuitazione di Ampere é utilizzabile per determinare B , nota la corrente I nel circuito solo se può essere definito un percorso chiuso lungo il quale B ha ampiezza costante. M. Usai Ingegneria dei Sistemi Elettrici_5b 7 Dipolo magnetico x Per determinare il momento di un dipolo magnetico si determina la densità del flusso magnetico B in un punto posto ad una certa distanza da una spira circolare elementare di raggio b, attraversata dalla corrente I, che costituisce un dipolo magnetico. Si vuole determinare B in P P(R,θ;π/2) z la cui distanza R dal centro della R spira soddisfi la relazione R>>b, θ (ciò comporta semplificazioni). R1 I Si sceglie inoltre il centro della b Ψ spira come origine delle φ’ coordinate sferiche: y d l' = (− a x sin φ' + a y cos φ' ) b dφ' P’ dl’ M. Usai Ingegneria dei Sistemi Elettrici_5b 8 Si determina da prima A e quindi B = ∇ × A , dalla relazione: µ0 I d l' A= 4π C'∫ R1 ⎡Wb ⎤ ⎢⎣ m ⎥⎦ dove R1 indica la distanza tra la sorgente elementare dl’ in P’ e il punto P . µ 0 Ib 2 Si dimostra che: A = a φ 4 R 2 sinθ e dalla relazione: B = ∇ × A si ottiene: µ 0 Ib 2 (a R 2 cosθ + aφ sinθ ) B= 3 4R simile alla espressione del campo elettrico per un dipolo elettrico: p (a R 2 cosθ + aφ sinθ ) E= 3 4πε 0 R M. Usai Ingegneria dei Sistemi Elettrici_5b 9 Si noti come • nei punti distanti dai dipoli elettrico e magnetico: le linee di flusso magnetico sono le stesse per il campo elettrico e magnetico rispettivamente, mentre • in prossimità dei dipoli: le linee di flusso del dipolo magnetico sono continue, mentre le linee di flusso del dipolo elettrico terminano sulle cariche, partendo dalla carica positiva verso la carica negativa. M. Usai Ingegneria dei Sistemi Elettrici_5b 10 [ m = a z Iπ b 2 = a z IS = a z m A ⋅ m 2 ] A= µ0 m × a R 4πR 2 [Wb / m] Quindi per i punti P la cui distanza dal centro della spira R>>b B= µ0m 4π R 3 (a R 2cosθ + a φ sinθ ) [T ] L’espressione della densità di flusso magnetico B appare così ancora più simile alla espressione del campo elettrico E per un dipolo elettrico: E= M. Usai p 4πε 0 R (a R 2 cos θ + aφ sin θ ) 3 Ingegneria dei Sistemi Elettrici_5b ⎡V⎤ ⎢⎣ s ⎥⎦ 11 Potenziale magnetico scalare In una regione dello spazio priva da correnti J = 0 l’equazione: ∇ × B = µo J diventa: ∇ × B = 0 per cui la densità di flusso magnetico B è irrotazionale e può essere espressa come il gradiente di un campo scalare. Si ponga: B = − µ0 ∇ Vm dove Vmé chiamato potenziale magnetico scalare (espresso in ampere). M. Usai Ingegneria dei Sistemi Elettrici_5b 12 • Il segno negativo é convenzionale come per l’analoga definizione del potenziale elettrico scalare: E = −∇V • la permeabilità nel vuoto µ0 é semplicemente una costante di proporzionalità. In maniera analoga alla equazione della differenza di potenziale elettrico tra due punti P2 e P1 nel vuoto: V2 − V1 = − ∫ P2 P1 E ⋅ dl [V] possiamo esprimere la differenza di potenziale magnetico scalare tra due punti P1 e P2 nel vuoto: P2 1 Vm 2 − Vm1 = − B ⋅ d l [A] P1 µ0 ∫ M. Usai Ingegneria dei Sistemi Elettrici_5b 13 Se sono presenti cariche magnetiche con una densità volumica ρm [A/m2] in un volume V’, il potenziale magnetico Vm si potrà determinare dalla relazione: Vm = 1 ρm dv' ∫ 4π V' R [A] La densità di flusso magnetico B potrebbe determinarsi dalla relazione: B = − µ0 ∇ Vm M. Usai Ingegneria dei Sistemi Elettrici_5b 14 Sebbene non siano state mai rilevate sperimentalmente cariche magnetiche isolate, esse possono essere considerate come cariche magnetiche fittizie in un modello matematico, non fisico. Ciò é conveniente: • sia per la discussione di alcune relazioni magnetostatiche nei termini delle nostre conoscenze sull’elettrostatica mediante le analogie, • che per stabilire un collegamento tra il punto di vista del tradizionale polo magnetico del magnetismo e il concetto delle correnti di circolazione microscopiche come sorgenti di magnetismo. M. Usai Ingegneria dei Sistemi Elettrici_5b 15 Il campo magnetico di una piccola barra magnetica è analogo a quello di un dipolo magnetico. Ciò può essere verificato sperimentalmente esaminando i contorni di spire avvolte intorno a un magnete. L’interpretazione tradizionale è che la posizione delle cariche magnetiche positive e negative, sia rispettivamente nell’estremità (polo nord e polo sud) di un magnete permanente. Per una barretta magnetica si assume che le cariche magnetiche fittizie +qm e -qm, siano separate da una distanza d e che formino un dipolo magnetico equivalente al momento: m = qm d = a n IS M. Usai Ingegneria dei Sistemi Elettrici_5b 16 Il potenziale magnetico scalare Vm dovuto a questo dipolo magnetico si può quindi determinare seguendo una procedura analoga a quella usata per determinare il potenziale elettrico scalare dovuto a un dipolo elettrico: p⋅aR [V ] V= 2 4 πε0 R Analogamente a come é stata ottenuta l’equazione precedente, si ottiene il potenziale magnetico scalare dovuto a un bipolo magnetico come: m ⋅aR [ A] Vm = 2 4π R Sostituendo l’espressione della Vm nella relazione : B = − µ0 ∇ Vm M. Usai Ingegneria dei Sistemi Elettrici_5b 17 Per la densità di flusso magnetico si ottiene la stessa espressione di ottenibile dal potenziale magnetico vettoriale, data dalla: B= µ0m 4πR 3 ( a R 2cosθ+a θsinθ ) Si noti che l’espressione del potenziale magnetico scalare Vm per un dipolo magnetico è esattamente analoga a quella del potenziale elettrico scalare V per un dipolo elettrico. L’analogia tra il vettore potenziale magnetico A e il potenziale elettrico scalare V di un dipolo elettrico, non è però esatta. Vm = m ⋅ aR 4π R M. Usai 2 [A]; A= µ0 m × a R 4πR 2 ⎡ Wb ⎤ ⎢⎣ m ⎥⎦ ; Ingegneria dei Sistemi Elettrici_5b V= p ⋅ aR 4πε 0 R 2 [ V ]. 18 Si è visto che l’irrotazionalità di B indicata nell’equazione: ∇× B = 0 attraverso la quale si definisce il potenziale magnetico scalare Vm, è valida soltanto nei punti dove non circolano correnti. In una regione dove sono presenti correnti, il campo magnetico non è conservativo, ma ∇ × B = µ o J e il potenziale scalare magnetico Vm non è una funzione univoca (single-value function). Quindi la differenza di potenziale magnetico calcolata in base alla relazione: B = − µ0 ∇ Vm Vm 2 − Vm 1 = − ∫ P2 P1 1 B⋅dl µ0 [A] dipende dal percorso di integrazione. M. Usai Ingegneria dei Sistemi Elettrici_5b 19 Per questi motivi, per studiare i campi magnetici nei materiale magnetici, si userà: l’approccio della corrente di circolazione I e del potenziale vettore A , al posto dell’approccio della carica magnetica fittizia qm e del potenziale scalare Vm. Si attribuiscono le proprietà macroscopiche di una barretta magnetica alle correnti atomiche di circolazione (correnti amperiane) causate da elettroni che orbitano e ruotano su se stessi (orbiting and spinning). M. Usai Ingegneria dei Sistemi Elettrici_5b 20 Magnetizzazione e densità di corrente equivalenti Secondo il modello elementare atomico della materia, tutti i materiali sono composti di atomi, ciascuno con un nucleo carico positivamente e un numero di elettroni carichi negativamente che orbitano intorno al nucleo. Gli elettroni che orbitano, causano correnti di circolazione e formano microscopici dipoli magnetici. Inoltre, sia gli elettroni che i nuclei di un atomo ruotano intorno ai loro assi (spin) con determinati momenti di dipolo magnetici. M. Usai Ingegneria dei Sistemi Elettrici_5b 21 Il momento di un dipolo magnetico di un nucleo che ruota su se stesso (spinning) è generalmente trascurabile rispetto a quello di un elettrone che orbita o ruota su se stesso, perché il nucleo ha una massa maggiore e una velocità angolare minore. Per comprendere a pieno gli effetti magnetici dei materiali occorre conoscere la meccanica quantistica. • In assenza di un campo magnetico esterno i dipoli magnetici degli atomi della maggior parte dei materiali, (eccetto i magneti permanenti) presentano orientazioni casuali, con un momento magnetico netto risultante nullo. • L’applicazione di un campo magnetico esterno causa sia l’allineamento dei momenti magnetici degli elettroni che ruotano su se stessi e un momento magnetico indotto dovuto alla variazione del movimento orbitale. M. Usai Ingegneria dei Sistemi Elettrici_5b 22 Per ottenere la formula per la determinazione della variazione quantitativa della densità di flusso magnetico dovuta alla presenza di materiali magnetici, essendo: • m k momento del dipolo magnetico di un atomo, • n numero di atomi per unità di volume, si definisce vettore di magnetizzazione M : n∆ v M = lim ∆ v →0 ∑m k =1 ∆v k ⎡A⎤ ⎢⎣ m ⎥⎦ che è la densità volumica del momento del dipolo magnetico. M. Usai Ingegneria dei Sistemi Elettrici_5b 23 Il momento del dipolo magnetico d m di un volume elementare dv’ è: d m = M dv', che in accordo con la relazione: µ0 m × a R [Wb / m ] 2 4 πR da luogo ad un potenziale magnetico vettoriale: A= µ0 M × a r dA= dv' 2 4π R ⎡ A⎤ ⎢⎣ m ⎥⎦ Si dimostra che: µ0 ∇' × M µ0 M × a n A= ∫dA= dv' + ds' ∫ ∫ V' 4π R 4π S' R V' dove V’ è il volume del materiale magnetizzato e a n' è il vettore unitario normale uscente da ds’ e S’ è la superficie che delimita il volume V’. M. Usai Ingegneria dei Sistemi Elettrici_5b 24 Il confronto tra la relazione: A= ∫dA= con la relazione: V' µ0 ∇' × M µ0 M × a n dv' + ds' ∫ ∫ 4π V' R 4π S' R µ0 J ⎡Wb ⎤ dv' ⎢ ⎥ A= ∫ 4π V' R ⎣m⎦ dove A è espresso in termini di densità volumica di corrente, suggerisce che: l’effetto del vettore di magnetizzazione M é equivalente sia una densità di corrente volumica, che a una densità di corrente superficiale rispettivamente: Jm = ∇× M M. Usai ⎡A⎤ ⎢⎣ m 2 ⎥⎦ J ms ⎡A⎤ = M × an ' ⎢ ⎥ ⎣m⎦ Ingegneria dei Sistemi Elettrici_5b 25 Quindi la determinazione della densità di flusso magnetico B dovuto a una assegnata densità di momento del dipolo magnetico M si riduce alla determinazione delle correnti di magnetizzazione: ⎡A⎤ ⎡A⎤ = × J M a ' ms n ⎢⎣ m ⎥⎦ ⎢⎣ m 2 ⎥⎦ le cui espressioni sono facilmente derivabili, per poi determinare A dalla relazione: Jm = ∇×M A= ∫dA= V' µ0 J m µ0 J ms dv' + ds' ∫ ∫ 4π V' R 4π S' R e quindi ottenere B calcolando il rotore di A : B = ∇× A M. Usai Ingegneria dei Sistemi Elettrici_5b 26 L’equivalenza della densità volumica del momento del dipolo magnetico con la densità di corrente volumica e la densità di corrente superficiale può essere qualitativamente spiegata considerando una sezione di materiale magnetizzato. M, uscente dal foglio an an Si assume che un campo magnetico esterno ha causato le correnti di circolazione. La forza di questo effetto di magnetizzazione é misurata con il vettore M . Sulla superficie del materiale ci sarà una densità di corrente J ms J ms = M × a n' M. Usai Ingegneria dei Sistemi Elettrici_5b ⎡ A⎤ ⎢⎣ m ⎥⎦ 27 • Se M é uniforme all’interno del materiale le correnti nei bipoli atomici adiacenti, che fluiscono in direzioni opposte, si annullano ovunque producendo delle correnti nette nulle all’interno. Ciò é insito nella equazione: ⎡ A⎤ Jm = ∇×M ⎢ 2⎥ ⎣m ⎦ poiché le derivate spaziali di una costante M sono nulle. • Se M varia nello spazio, le correnti atomiche interne non si annullano, dando luogo a una densità di corrente volumica netta J m . E’ possibile giustificare le relazioni quantitative tra M e le densità di corrente J m e J ms derivando le correnti atomiche sulla superficie e all’interno del materiale magnetico. M. Usai Ingegneria dei Sistemi Elettrici_5b 28 Densità di carica di magnetizzazione equivalente Si é visto come in una regione dove non circolano correnti si può definire un potenziale magnetico scalare Vm, attraverso il quale si può determinate la densità di flusso magnetico B differenziando, secondo l’equazione: B = − µ0 ∇ Vm In termini di vettore di magnetizzazione M (densità volumica del momento del dipolo magnetico) si può scrivere: dVm = M. Usai M ⋅aR 4π R2 [ A] Ingegneria dei Sistemi Elettrici_5b 29 Integrando la relazione precedente: 1 Vm = 4π ∫ V' M ⋅aR dv' 2 4π R si dimostra: − (∇' ⋅ M ) 1 M ⋅ a'n 1 Vm = ds' + dv' ∫ ∫ 4 π S' R 4 π S' R dove a n é la normale uscente dall’elemento superficiale ds’ del corpo magnetico. M. Usai Ingegneria dei Sistemi Elettrici_5b 30 Per i campi elettrostatici il potenziale elettrico dovuto a un dielettrico polarizzato può essere calcolato dalla distribuzione di cariche superficiali o volumiche: P ⋅ a'n − (∇' ⋅ P ) 1 1 Vm = ds' + dv' ∫ ∫ 4 πε 0 S' R 4 πε 0 S' R con: ⎡C ⎤ ⎡C ⎤ ρ ps = P ⋅ a n ⎢ 2 ⎥ e ρ p = −∇ ⋅ P ⎢ 3 ⎥ ⎣m ⎦ ⎣m ⎦ analogamente un corpo magnetizzato può essere sostituito da una equivalente (fittizia) densità di carica superficiale di magnetizzazione ρms e una equivalente densità di carica volumica di magnetizzazione ρm tale che. ρms = M ⋅ a n M. Usai ⎡ A⎤ ⎢⎣ m ⎥⎦ e ρm = −∇ ⋅ M Ingegneria dei Sistemi Elettrici_5b ⎡ A⎤ 2 ⎣⎢ m ⎥⎦ 31 Intensità del campo magnetico e permeabilità relativa Poiché l’applicazione di un campo magnetico esterno provoca: • un allineamento dei momenti dei dipoli interni e • induce un momento magnetico in un materiale magnetico, la densità del flusso magnetico risultante in presenza di un materiale magnetico sarà diversa da quella che il campo genera nel vuoto. L’effetto macroscopico della magnetizzazione può essere studiato incorporando la densità di corrente equivalente volumica Jm nella equazione rotorica di base valida per il vuoto, ∇ × B = µ o J ottenendo: ⎛B ⎞ 1 ∇ × B = J + J m = J + ∇ × M o ∇ × ⎜⎜ − M ⎟⎟ = J µo ⎝ µo ⎠ M. Usai Ingegneria dei Sistemi Elettrici_5b 32 Campo elettrostatico Campo magnetico n∆ v n∆ P = lim ∑p k =1 ∆v → 0 V= 1 4πε 0 ∆v k ⎡C ⎤ ⎣⎢ m 2 ⎥⎦ P⋅aR dv' [V ] 2 R V' ∫ ⎡C ⎤ εo E + P = D ⎢ 2 ⎥ ⎣m ⎦ M. Usai M = lim ∆ v →0 dA = ∑m k ⎡A⎤ ⎢⎣ m ⎥⎦ k =1 ∆v µ0 M × ar 4π R 2 dv' ⎞ ⎛B ∇ × ⎜⎜ − M ⎟⎟ = J ⎠ ⎝ µo Ingegneria dei Sistemi Elettrici_5b ⎡A⎤ ⎣⎢ m ⎥⎦ ⎡A⎤ ⎢⎣ m 2 ⎥⎦ 33 Esaminando le relazioni precedenti si vede che quando il campo si sviluppa nella materia, ↓ le cariche elettrostatiche e magnetiche, presenti nella materia, interagiscono con i rispettivi campi elettrostatici e magnetici alterandone la distribuzione rispetto a quella che si avrebbe nel vuoto. M. Usai Ingegneria dei Sistemi Elettrici_5b 34 Per tenere conto di questo fenomeno fisico nelle espressioni di: D e J si introducono rispettivamente • il vettore di polarizzazione o momento elettrico P e • il momento magnetico M . Inoltre si noti come nelle relazioni dei modelli al prodotto scalare corrisponde il prodotto vettoriale. M. Usai Ingegneria dei Sistemi Elettrici_5b 35 Si definisce una nuova grandezza fondamentale, l’intensità del campo magnetico H : B H= −M µ0 ⎡ A⎤ ⎢⎣ m ⎥⎦ L’uso del vettore H consente di scrivere una equazione rotorica che mette in relazione il campo magnetico e la distribuzione delle correnti di circolazione in ciascun mezzo, senza dover specificare il vettore di magnetizzazione M o la densità di corrente volumica J m . Combinando questa equazione con ∇ × B / µo − M = J si ottiene: ( ) ⎡ A⎤ ∇× H = J ⎢ 2 ⎥ ⎣m ⎦ con J é la densità volumica nel vuoto delle correnti di circolazione. M. Usai Ingegneria dei Sistemi Elettrici_5b 36 Le equazioni: ∇⋅ B = 0 e ∇× H = J esprimono le due equazioni differenziali fondamentali della magnetostatica. La permeabilità del mezzo non compare esplicitamente in queste due equazioni. Calcolando l’integrale superficiale scalare di entrambi i membri della seconda equazione si ha: ∫ (∇ × H )⋅ d s = ∫ J ⋅ d s S M. Usai S Ingegneria dei Sistemi Elettrici_5b 37 e applicando il teorema di Stokes si ottiene: ∫ H ⋅ d l = I [ A] C dove: • C é il contorno che delimita la superficie S e • I é la corrente totale di circolazione che attraversa la superficie S. Le direzioni di C e del flusso della corrente seguono la regola della mano destra. Questa relazione é un’altra espressione della legge della circuitazione di Ampere per la quale: la circuitazione della intensità del campo magnetico lungo un percorso chiuso, é uguale al flusso delle correnti di circolazione attraverso la superficie delimitata dal percorso. M. Usai Ingegneria dei Sistemi Elettrici_5b 38 La legge della circuitazione é molto utile per la determinazione di campi magnetici dovuti alla corrente, quando esistono simmetrie cilindriche, cioè quando esiste un percorso chiuso intorno alla corrente nel quale il campo magnetico é costante. Quando le proprietà magnetiche del mezzo sono lineari e isotrope la magnetizzazione é direttamente proporzionale alla intensità del campo magnetico attraverso la relazione costitutiva: M = χm H dove χ m é un quantità adimensionale chiamata suscettibilità magnetica. M. Usai Ingegneria dei Sistemi Elettrici_5b 39 M = χm H e sostituendo nella relazione: H= B −M µ0 ⎡ A⎤ ⎢⎣ m ⎥⎦ ⎡Wb ⎤ B = µ0 (1 + χ m )H = µ0 µr H = µH ⎢ 2 ⎥ ⎣m ⎦ µ dove: µr = 1 + χ m = µ0 o 1 ⎡ A⎤ H= B ⎢ ⎥ µ ⎣m⎦ µr = permeabilità relativa del mezzo µ0 = permeabilità del vuoto µ = permeabilità assoluta del mezzo M. Usai Ingegneria dei Sistemi Elettrici_5b 40 Si sono così trovate delle relazioni analoghe tra le grandezze elettrostatiche e quelle magnetostatiche, in base alle quali la maggior parte delle equazioni che legano le grandezze fondamentali in elettrostatica possono essere convertite nelle corrispondenti relazioni analoghe nella magnetostatica. M. Usai • Elettrostatiche • Magnetostatiche E B D ε H 1/ µ P −M ρ V ⋅ × J A × ⋅ Ingegneria dei Sistemi Elettrici_5b 41