INTO THE WILD TERRITORI MULTIMEDIALI , sogno formato realtà Marco Consoli vità delle immagini computerizzate e degli effetti speciali al servizio della storia: la sequenza in cui la strada esplode mentre Leonardo DiCaprio ed Ellen Page sono seduti ad un bistrot, e quella successiva in cui Parigi si ripiega su se stessa, dal forte valore onirico, contengono in sé molta più ricerca e rivoluzione nell’utilizzo degli effetti rispetto a quanto fatto negli altri film candidati, da Alice in Wonderland ad Harry Potter e i doni della morte 1, Iron Man 2 o Hereafter. A raccontare il lavoro compiuto sul fronte dell’immagine in Inception è il fresco premio Oscar Paul Franklin, cofondatore di quella società londinese chiamata Double Negative che rappresenta l’eccellenza della produzione di effetti visivi in Europa. Come è stato coinvolto nel progetto di Inception? Se si guarda il cinema attraverso la lente magica del digitale, il 2010 vede trionfare Inception, Oscar per i migliori effetti visivi. I membri dell’Academy non hanno premiato l’originalità del racconto di Christopher Nolan (che non a caso ha vinto solo altri tre premi “tecnici”: fotografia, sonoro ed effetti sonori), tuttavia è stato riconosciuto l’elemento di no- Ricordo di essere stato convocato nell’ufficio di Nolan a Los Angeles, dove ho letto la sceneggiatura per la prima volta, sotto stretta sorveglianza delle guardie. Poi abbiamo iniziato a pianificare le sequenze a base di computer grafica e fin da subito Chris è stato chiaro: i sogni dovevano essere visivamente indistinguibili dalla realtà, perché questo è l’assunto alla base del lavoro sporco di Cobb, e quindi voleva girare il più possibile dal vivo. Ecco perché è stato necessario integrare alla perfezione gli 44 45 S IMPAGINATO 9.indd 46-47 10/04/2011 20.11.51 effetti speciali, cioè progettati e realizzati sul set da Chris Corbould, con le immagini digitali create da noi. Non è un paradosso non poter dar sfogo agli effetti visivi nel reame onirico dove tutto è possibile? Forse lo è, ma qui non si tratta di sogni che tutti sperimentiamo, in cui le immagini affiorano dal subconscio, ma di sogni lucidi sempre sotto il pieno controllo della banda di Cobb. Però quando Ariadne, l’architetto ingaggiato da Cobb per costruire i sogni, si rende conto che il bar di Parigi non è reale, lo stile visivo diventa più surreale... L’effetto dell’esplosione della strada, mentre Di Caprio ed Ellen Page sono seduti al bar, è stilizzato, ma non è una magia digitale. Il regista voleva che gli attori vedessero il sogno esplodere di fronte ai loro occhi, ma un’esplosione dura un istante e lui voleva rallentarla. Allora Corbould ha piazzato micro-cariche alimentate da un gas, in grado di far saltare in aria a comando detriti di polistirolo e altre materie plastiche ultraleggere. La deflagrazione ripresa a mille fotogrammi al secondo ha generato lo straordinario effetto rallentato, anche se poi al computer abbiamo riempito la scena con tutti gli elementi, come vetri, bottiglie rotte e materiali più pesanti che non era possibile usare sul set per motivi di sicurezza. A Parigi si svolge un’altra sequenza che lascia a bocca aperta, quella della città che si avvolge su se stessa… È stato molto difficile realizzarla. Anzitutto abbiamo dovuto digitalizzare un intero isolato di Parigi, che è stato scansionato in 3D con scanner portati sul posto, mentre per giorni venivano scattate migliaia di foto di ogni dettaglio. Con questi dati abbiamo ricreato un modello digitale di ogni particolare: palazzi, asfalto, fontane, su cui abbiamo aggiunto passanti e auto 3D in movimento. Chris non voleva che le pareti di questo cubo sembrassero di gomma, così una delle nostre animatrici ha realizzato un test di strade e palazzi che si arrotolano, creando un modello 3D della location del film usando foto prese da Google Maps e Street View. La prova funzionava, quindi ci abbiamo lavorato per ricrearla a una risoluzione molto più alta. Per dare l’impressione che Di Caprio e Page passeggiano sui lati del cubo, li abbiamo ripresi in studio, in un set mobile con sfondo verde: mentre mettono il piede sulla parete, il set gira e permette loro di camminare. Com’è possibile che negli specchi uno di fronte all’altro sul ponte vediamo i riflessi degli attori ma non la macchina da presa? Ah, se n’è accorto! (ride) La scena era stata girata con due grandi specchi di 3 metri per 5, costruiti da Chris Corbould, ma si vedevano ovviamente la troupe e la macchina da presa oltre a dettagli del ponte che volevamo cancellare al computer. Si è rivelato troppo complicato, così alla fine li abbiamo sostituiti con due specchi digitali: nella scena sono reali solo gli attori e alcuni riflessi presi dalla scena girata dal vivo e incollati insieme ai riflessi creati al computer. E il bello è che vedendo il film è impossibile accorgersene! Beh, quasi… Veniamo alla scena chiave del film, quella del combattimento nell’hotel e della gravità zero… È un grandioso esempio di collaborazione tra effetti speciali e visivi: per la scena della scazzottata è stato costruito un intero corridoio rotante e Joseph Gordon-Levitt è stato bravissimo nel prepararsi e girare le sue scene di combattimento con gli stuntmen, senza nemmeno bisogno di essere appeso. Quando si passa all’assenza di gravità, abbiamo dovuto legare gli attori ai cavi d’acciaio e poi rimuoverli con il computer, aggiungendo 46 47 IMPAGINATO 9.indd 48-49 il trolley e altri oggetti digitali che fluttuano. A volte si ottiene un trucco cambiando prospettiva: per la sequenza in cui Di Caprio e i suoi vengono avvolti uno sull’altro con dei fili da Joseph e trasportati in ascensore a gravità zero, la stanza è stata ricostruita su un lato, in modo da poter calare gli attori uno a fianco all’altro senza problemi di sovrapposizioni di cavi. Non ha idea di quanti ne abbiamo dovuti rimuovere! Ken Watanabe e Cillian Murphy non erano disponibili, così sono stati usati stuntman e abbiamo sostituito le loro teste con le copie digitali degli attori. La cosa divertente è che i protagonisti erano appesi come burattini e Christopher Nolan con un joystick poteva controllare esattamente come muoverli sul set. Non è forse il sogno di ogni regista? 10/04/2011 20.11.53