Insegnamento di Complementi di idrologia Esercitazione n. 1 Si vuole determinare la fascia di allagamento corrispondente a un tempo di ritorno di 500 anni per un tratto del torrente Scrivia. Allo scopo occorre stimare la portata al colmo con tempo di ritorno di 500 anni in una sezione del torrente, per la quale non esistono osservazioni, che sottende un bacino di 295 km2. Per l'analisi idrologica sono disponibili le osservazioni del massimo annuale della portata al colmo effettuate in cinque stazioni di misura situate sul torrente Scrivia e sui suoi affluenti Vobbia e Borbera e quelle effettuate in 14 altre stazioni poste su corsi d'acqua della parte del versante settentrionale delle Alpi Marittime e degli Appennini compresa tra Stura di Demonte e Scrivia. Stimare la portata al colmo richiesta per mezzo di un'analisi regionale, adottando il metodo della portata indice. Tanaro a Ponte di Nava (148 km2) 69.7 134.0 123.0 85.4 119.0 140.0 52.0 81.5 750.0 32.0 92.0 82.0 46.0 40.8 320.0 92.0 80.8 190.0 96.0 60.0 27.1 320.0 88.0 540.0 88.0 39.0 152.0 107.0 54.0 196.0 -1.0 Tanaro a Ormea (194 km2) 126.0 102.0 162.0 184.0 122.0 88.1 176.0 135.0 117.0 168.0 394.0 91.9 -1. Tanaro a Nucetto (375 km2) 297.0 236.0 267.0 306. 571. 268. 168. 290. 980. 214. 248. 172. 540. 276. 1 200. 45. 780. 164. 280. 450. 95. 370. 210. 88. 1150. 161. 151. 453. -1. Corsaglia a Presa Centrale Molline (88.5 km2) 18.5 16.6 37.3 21.6 30.6 35.5 29.6 33.9 29.8 29.9 34.0 20.2 24.8 50.8 28.0 133.0 64.6 42.4 22.7 20.0 51.5 34.3 36.0 33.0 43.2 -1. Tanaro a Clavesana (1496 km2) 292.0 490.0 742.0 782.0 540.0 574. 1920. 700. 518. 762. 1643. -1. Tanaro a Farigliano (1522 km2) 650. 1060. 920. 532. 1000. 2 1380. 1000. 326. 746. 472. 653. 607. 445. 710. 887. 870. 262. 1600. 512. 558. 525. 490. 123. 1100. 545. 501. -1. Rio Bagni a Bagni di Vinadio (63 km2) 75.0 19.5 28.8 8.33 10.8 13.0 9.9 9.9 10.5 140.0 8.0 58.3 7.9 11.0 10.5 11.0 7.76 10.5 8.6 -1. Stura di Demonte a Pianche (181 km2) 33.6 24.4 43.6 39.8 37.7 18.6 22.3 26.2 14.0 18.2 13.2 123.0 44.8 37.2 121.0 39.2 15.8 3 37.8 -1. Stura di Demonte a Gaiola (562.4 km2) 94.0 138.0 96.1 86.5 97.9 59.1 83.6 54.0 60.1 44.3 65.0 165.0 167.0 54.9 65.0 103.0 70.1 87.0 -1. Gesso della Valletta a San Lorenzo (110 km2) 42.0 66.0 38.5 50.5 77.4 225.0 67.0 46.9 30.0 47.5 40.2 -1. Gesso di Entracque a Entracque (157 km2) 21.2 64.6 50.5 71.9 136.0 270.0 82.0 104.0 40.0 25.2 44.0 33.5 -1. Bormida di Mallare a Ferrania (49.5 km2) 34.9 84.4 600.0 73.2 39.2 71.0 41.4 35.2 71.8 66.6 512.0 4 120.0 246.0 227.0 209.0 44.8 108.0 83.0 209.0 191.0 47.0 570.0 -1. Erro a Sassello (96 km2) 112.0 64.4 153.0 165.0 92.0 51.0 162.0 89.9 66.2 93.5 67.6 132.0 115.0 63.4 103.0 108.0 -1. Bormida a Cassine (Caranzano) (1483 km2) 763. 790. 675. 1320. 790. 540. 1270. 850. 1240. 1130. 664. -1. Vobbia a Vobbietta (51.8 km2) 19.2 84.8 136.0 92.5 40.8 35.2 40.3 137.0 25.7 25.6 53.0 55.4 80.4 -1. Scrivia a Isola del Cantone (214 km2) 579 135 5 310 365 376 244 311 248 238 390 -1. Borbera a Pertuso (193 km2) 700. 1020. 193. 642. -1. Borbera a Baracche (202 km2) 184.0 460.0 532.0 133.0 118.0 45.7 266.0 690.0 143.0 320.0 103.0 57.4 56.0 137.0 80.5 247.0 236.0 -1. Scrivia a Serravalle (605 km2) 1100. 325. 866. 1110. 1110. 355. 956. 495. 615. 1970. 507. 471. 282. 254. 1430. 584. 237. 387. 457. 353. 407. 753. 404. 626. 626. -1. 6 AUTORITA` DI BACINO DEL FIUME PO PARMA Progetto di Piano stralcio per l'Assetto Idrogeologico (PAI) Interventi sulla rete idrografica e sui versanti Legge 18 maggio 1989, n. 183, art. 17. comma 6-ter Adottato con deliberazione del Comitato Istituzionale n. 1 in data 11.05.1999 7. Norme di attuazione Titolo II - Norme per le fasce fluviali Allegato 3 - Metodo di delimitazione delle fasce fluviali Metodo di delimitazione delle fasce fluviali 1. Articolazione in fasce degli alvei fluviali L'alveo fluviale e la parte di territorio limitrofo, costituente nel complesso la regione fluviale, sono oggetto della seguente articolazione in fasce: - Fascia di deflusso della piena (Fascia A), costituita dalla porzione di alveo che è sede prevalente, per la piena di riferimento, del deflusso della corrente, ovvero che è costituita dall'insieme delle forme fluviali riattivabili durante gli stati di piena; - Fascia di esondazione (Fascia B), esterna alla precedente, costituita dalla porzione di alveo interessata da inondazione al verificarsi dell'evento di piena di riferimento. Con l'accumulo temporaneo in tale fascia di parte del volume di piena si attua la laminazione dell'onda di piena con riduzione delle portate di colmo. Il limite della fascia si estende fino al punto in cui le quote naturali del terreno sono superiori ai livelli idrici corrispondenti alla piena di riferimento ovvero sino alle opere idrauliche esistenti o programmate di controllo delle inondazioni (argini o altre opere di contenimento), dimensionate per la stessa portata. - Area di inondazione per piena catastrofica (Fascia C), costituita dalla porzione di territorio esterna alla precedente (Fascia B), che può essere interessata da inondazione al verificarsi di eventi di piena più gravosi di quelli di riferimento. La delimitazione delle fasce, in particolare A e B, sottende l'assunzione di uno specifico progetto per l'assetto di un corso d'acqua, comprendente l'individuazione delle caratteristiche e della localizzazione delle nuove opere idrauliche per il contenimento dei livelli idrici di piena e per la regimazione dell'alveo. I limiti della fascia A e della fascia B vengono evidenziati nella cartografia del Piano con la dicitura "di progetto" nei casi in cui esse si identifichino con il perimetro di nuove opere idrauliche (ad esempio arginature). 2. Assunzioni per la delimitazione delle fasce fluviali - Fascia di deflusso della piena (Fascia A). Si assume la delimitazione più ampia tra le seguenti: - fissato in 200 anni il tempo di ritorno (TR) della piena di riferimento e determinato il livello idrico corrispondente, si assume come delimitazione convenzionale della fascia la porzione ove defluisce almeno l'80% di tale portata. All'esterno di tale fascia la velocità della corrente deve essere minore o uguale a 0.4 m/s (criterio prevalente nei corsi d'acqua mono o pluricursali); - limite esterno delle forme fluviali potenzialmente attive per la portata con TR di 200 anni (criterio prevalente nei corsi d'acqua ramificati); - Fascia di esondazione (Fascia B). Si assume come portata di riferimento la piena con TR di 200 anni. Il limite della fascia si estende fino al punto in cui le quote naturali del terreno sono superiori ai livelli idrici corrispondenti alla piena indicata ovvero sino alle opere idrauliche esistenti o programmate di controllo delle inondazioni (argini o altre opere di contenimento), dimensionate per la stessa portata. La delimitazione sulla base dei livelli idrici va integrata con: - le aree sede di potenziale riattivazione di forme fluviali relitte non fossili, cioè ancora correlate, dal punto di vista morfologico, paesaggistico e talvolta ecosistemico alla dinamica fluviale che le ha generate; - le aree di elevato pregio naturalistico e ambientale e quelle di interesse storico, artistico, culturale strettamente collegate all'ambito fluviale. - Area di inondazione per piena catastrofica (Fascia C). Si assume come portata di riferimento la massima piena storicamente registrata, se corrispondente a un TR superiore a 200 anni, o in assenza di essa la piena con TR di 500 anni. Per i corsi d'acqua non arginati la delimitazione dell'area soggetta ad inondazione viene eseguita con gli stessi criteri adottati per la fascia B, tenendo conto delle aree con presenza di forme fluviali fossili. Per i corsi d'acqua arginati l'area è delimitata unicamente nei tratti in cui lo rendano possibile gli elementi morfologici disponibili; in tali casi la delimitazione è definita in funzione della più gravosa delle seguenti due ipotesi (se entrambe applicabili) in relazione alle altezze idriche corrispondenti alla piena: - altezze idriche corrispondenti alla quota di tracimazione degli argini; - altezze idriche ottenute calcolando il profilo idrico senza tenere conto degli argini. (omissis) Elaborazioni Portata da stimare Gli alvei fluviali di competenza dell'Autorità di bacino del Po si articolano in tre fasce: - fascia di deflusso della piena, delimitata facendo riferimento alla piena con tempo di ritorno di 200 anni (è la zona interessata da almeno l'80% della portata e comprende tutti i punti in cui la velocità dell'acqua non risulta inferiore a 0,40 ms-1); - fascia di esondazione, delimitata facendo riferimento alla piena con tempo di ritorno di 200 anni (si estende fino alle quote naturali superiori al livello idrico corrispondente alla portata oppure fino alle opere di contenimento); - area di inondazione per piena catastrofica, delimitata facendo riferimento alla portata massima osservata, se con tempo di ritorno di 200 anni, oppure alla portata con tempo di ritorno di 500 anni, se la portata massima osservata ha un tempo di ritorno inferiore. La portata da stimare qui è quella di piena catatstrofica, perché ha un tempo di ritorno di 500 anni. La portata di piena catastrofica, che si riferisce a una sezione per cui non esistono osservazioni, si stima con il metodo della portata indice. Osservazioni Le osservazioni disponibili per le elaborazioni si riferiscono a 19 corsi d'acqua del versante settentrionale delle Alpi Marittime e degli Appennini compresi tra Stura di Demonte e Scrivia: 1) 2) 3) 4) 5) 6) 7) 8) 9) 10) 11) 12) 13) 14) 15) Tanaro a Ponte di Nava (148 km2) Tanaro a Ormea (194 km2) Tanaro a Nucetto (375 km2) Corsaglia a Presa Centrale Molline (88,5 km2) Tanaro a Clavesana (1496 km2) Tanaro a Farigliano (1522 km2) Rio Bagni a Bagni di Vinadio (63 km2) Stura di Demonte a Pianche (181 km2) Stura di Demonte a Gaiola (562,4 km2) Gesso della Valletta a San Lorenzo (110 km2) Gesso di Entracque a Entracque (157 km2) Bormida di Mallare a Ferrania (49,5 km2) Erro a Sassello (96 km2) Bormida a Cassine (Caranzano) (1483 km2) Vobbia a Vobbietta (51,8 km2) 16) 17) 18) 19) Scrivia a Isola del Cantone (214 km2) Borbera a Pertuso (193 km2) Borbera a Baracche (202 km2) Scrivia a Serravalle (605 km2) Per la stima della curva di crescita si prendono in considerazione inizialmente le osservazioni (contenute nel file DATI già preparato) del massimo annuale della portata al colmo di tutti i 19 corsi d'acqua. La scelta è dovuta alla presunzione - che sta alla base del metodo della portata indice - che le variazioni nella distribuzione di probabilità del massimo annuale della portata al colmo osservate in una certa stazione siano dovute alla sola variazione della media, e che quindi le portate di una qualsiasi stazione, una volta rese adimensionali con la divisione per la relativa media, si possano considerare appartenenti tutte a una stessa distribuzione. La validità della scelta deve però essere controllata nel corso delle elaborazioni. Per la stima della portata indice (assunta come di norma uguale alla media del massimo annuale della portata al colmo Q nella sezione considerata, per la quale però non esistono osservazioni) si prendono invece in considerazione soltanto le osservazioni effettuate alle cinque stazioni poste sul torrente Scrivia e sui suoi affluenti Vobbia e Borbera. La scelta è dovuta al desiderio di assicurare per quanto possibile l'affidabilità della stima della media µ(Q), dalla quale a sua volta dipende la stima della portata al colmo Q(T) con un tempo di ritorno T assegnato. La stima Q(T) è costituita infatti, ricordiamo, dal prodotto della media µ (Q) per il valore della variabile adimensionale x (rapporto tra la portata Q e la portata indice) con lo stesso tempo di ritorno T: quindi ogni errore nella stima di µ(Q) si trasmette direttamente alla stima di Q(T). Ora, la portata indice relativa alla sezione considerata (che sottende un bacino di 295 km2) non può essere stimata a partire da misure dirette di portata, che non esistono, ma deve essere necessariamente stimata a partire da una relazione che esprima la portata indice µ (Q) in funzione delle caratteristiche geomorfologiche del bacino, rapppresentate quasi sempre dalla sola area A, il cui effetto su µ(Q) è ben evidente. Per individuare la relazione appare quindi opportuno restringere la regione in cui ricadono i bacini utilizzati, così da ridurre il più possibile la variabilità delle altre caratteristiche geomorfologiche, alcune delle quali (come le caratteristiche geologiche e quelle della vegetazione) sarebbero del resto molto difficili da quantificare. Si individua dunque la relazione utilizzando soltanto osservazioni relative a bacini molto vicini tra loro (o addirittura contenuti l'uno nell'altro). Determinazione del legame tra la portata indice e le caratteristiche geomorfologiche del bacino Come normalmente si fa, a rappresentare le caratteristiche geomorfologiche del bacino si assume la sola area A, che è senz'altro il parametro più importante agli effetti della determinazione della portata indice. Come si è già detto, dal momento che la sezione per cui si deve stimare la portata indice è una sezione dello Scrivia, si considerano solo i bacini dello Scrivia stesso (a Isola del Cantone e a Serravalle) e dei suoi affluenti Vobbia e Borbera (a Pertuso e a Baracche). Nella tabella che segue sono riportati i valori dell'area A, del numero di osservazioni N, della media m(Q) osservata e l'indicazione del periodo di osservazione. Bacino Vobbia a Vobbietta Scrivia a Isola del Cantone Borbera a Pertuso Borbera a Baracche Scrivia a Serravalle A [km2] 51,8 214 193 202 605 N 13 10 4 17 25 m(Q) [m3s-1] 63,5 319,6 638,8 224,0 667,2 periodo 1956-68 1931-40 1934-37 1938-60 1931-63 Le osservazioni si riferiscono a periodi tra loro diversi, ed è naturale attendersi che la circostanza influisca sulla dipendenza della media osservata m(Q) dall'area A, rendendola più disordinata. In effetti, riportando in un grafico i punti corrispondenti ai cinque bacini considerati, si nota immediatamente il comportamento anomalo del Borbera a Pertuso, che presenta una media del massimo annuale della portata al colmo Q molto elevata. Verosimilmente nei pochi anni di funzionamento della stazione di misura di Pertuso (soltanto quattro) sono state osservate piene molto rilevanti. Il confronto delle osservazioni effettuate sul Borbera a Pertuso con quelle effettuate negli stessi anni sullo Scrivia a Serravalle (a valle della confluenza del Borbera) mostra anche che negli anni 1934, 1935 e 1937 le piene dello Scrivia sono state alimentate principalmente dal Borbera. Si può dunque affermare con certezza che la grande differenza tra le medie delle osservazioni effettuate sul Borbera alle due stazioni di Pertuso e di Baracche non è dovuta ad altro che al diverso periodo in cui le osservazioni sono state effettuate. Poiché le due stazioni poste sul Borbera sottendono bacini di estensione quasi uguale (in effetti la stazione di Baracche ha sostituito quella di Pertuso, con un piccolo spostamento), è ragionevole riunire le due serie di osservazioni in una sola. Per tener conto della sia pur piccola differenza di estensione si moltiplicano comunque le osservazioni della serie di Pertuso per il rapporto (202/193) tra le aree dei due bacini, dunque maggiorandole. (Non è il caso, dal momento che la differenza tra le aree è molto piccola, di tener conto del fatto che generalmente le portate crescono meno che proporzionalmente all'area del bacino.) La media m(Q) della nuova serie di portate del Borbera a Baracche (composta di 21 valori) è uguale a 308,7 m3s-1. Dopo l'accorpamento delle osservazioni effettuate alle due stazioni di Pertuso e di Baracche i quattro punti aventi come ascissa l'area A e come ordinata la media m(Q), stima della media vera µ(Q) (ovviamente incognita), individuano bene una curva interpolante, che rappresenta la dipendenza della media µ(Q) dall'area A. La curva, secondo la quale µ(Q) (portata indice) cresce meno che proporzionalmente al crescere dell'area (come è normale attendersi), si può rappresentare analiticamente con l'espressione parabolica (dove l'area A è in chilometri quadrati e la media di Q è in m3s-1) µ(Q) = -0,001291A2 + 1,939A - 33,31. E` il caso di rilevare che l'espressione parabolica sopra riportata vale soltanto a interpolare i quattro punti sperimentali, e non consente estrapolazioni: al di fuori del campo dei valori di A relativi ai bacini considerati l'espressione perde rapidamente significato (a un certo punto al crescere dell'area la media fornita dalla formula che rappresenta la curva interpolante comincia addirittura a decrescere). La curva interpolante fornisce, per l'area di 295 km2, una media del massimo annuale della portata al colmo µ(Q) (portata indice) uguale a 426,3 m3s-1. Distribuzioni prese in considerazione per individuare la legge di crescita Per individuare la legge di crescita è stato utilizzato il programma REGIONE. Le distribuzioni di probabilità considerate dal programma sono due: la distribuzione asintotica del massimo valore generalizzata e la distribuzione Wakeby. La distribuzione asintotica del massimo valore generalizzata, indicata usualmente con la sigla GEV (dall'inglese Generalized Extreme Value), ha funzione di probabilità k (x - u) 1/k P(x) = exp- 1 . α La distribuzione GEV è illimitata inferiormente e superiormente (e coincide con la distribuzione di Gumbel) quando l'esponente k è uguale a zero, è limitata inferiormente e illimitata superiormente (e coincide con la distribuzione di Fréchet) quando k è minore di zero, è illimitata inferiormente e limitata superiormente quando k è maggiore di zero. Nella pratica idrologica il caso di gran lunga più comune è quello in cui il valore dell'esponente k risulta negativo. (Vale la pena di osservare che la distribuzione GEV viene spesso scritta anche in un'altra forma, sostituendo al parametro α il suo inverso e al parametro k il suo inverso cambiato di segno.) La distribuzione Wakeby, introdotta da Houghton (1978), è limitata inferiormente e illimitata superiormente. E` particolarmente flessibile, a causa della presenza di ben cinque parametri. La funzione di probabilità P(x) non si può assegnare direttamente. Si assegna invece la funzione inversa, rappresentata dall'espressione x = e - a[1 - P(x)]b + c[1 - P(x)]-d. Il limite inferiore della distribuzione Wakeby è fornito dall'espressione x 0 = e - a + c. Utilizzando il limite inferiore, la funzione inversa si può anche riscrivere nella forma x = x0 + a{1 - [1 - P(x)]b} - c{1 - [1 - P(x)]-d}. In entrambi i casi il programma REGIONE utilizza per stima dei parametri il metodo dei momenti pesati in probabilità. Scelta delle osservazioni da utilizzare per la determinazione della legge di crescita Il metodo della portata indice assume che il solo parametro che varia al variare del bacino sia la media del massimo annuale della portata al colmo. Tutti gli altri parametri (che si possono esprimere in forma adimensionale) si assumono costanti per tutti i bacini della regione considerata. Nella realtà le cose vanno diversamente, e vanno in effetti diversamente anche nel caso dell'insieme di bacini preso in esame qui. Riportando in un grafico i valori del coefficiente di variazione CV(Q) in funzione dell'altezza media hm e in funzione dell'area A del bacino si osserva una certa tendenza di CV(Q) a crescere al crescere di hm, e una tendenza abbastanza chiara di CV(Q) a decrescere al crescere di A. (Le due tendenze concordano tra loro, perché generalmente i bacini meno estesi si trovano a quote maggiori.) La dipendenza di CV(Q) dall'area è nota: per bacini molto piccoli CV(Q) mediamente cresce al crescere dell'area, dopo di che (come appunto qui osservato) mediamente decresce. Per rendere accettabile l'assunzione della costanza del coefficiente di variazione, che è parte essenziale del metodo della portata indice, occorre che i bacini raggruppati insieme presentino almeno valori del coefficiente di variazione non troppo diversi tra loro. Nella letteratura tecnica si suggerisce di controllare che il coefficiente di variazione del campione costituito dai coefficienti di variazione CV(Q) calcolati per tutti i bacini della regione non sia superiore a 0,4. Nel caso dei 19 bacini qui considerati il coefficiente di variazione dei coefficienti di variazione risulta uguale a 0,406 e quindi superiore al limite. Escludendo, tra i bacini con area minore, quello che presenta il coefficiente di variazione maggiore (Rio Bagni a Bagni di Vinadio), il coefficiente di variazione dei coefficienti di variazione scende a 0,354. Le osservazioni relative ai 18 bacini restanti si utilizzano dunque per individuare la legge di crescita. La stima dei parametri Il programma REGIONE stima i parametri delle distribuzioni con il metodo dei momenti pesati in probabilità. Il metodo della portata indice in linea di principio comporta che si sostituisca il massimo annuale della portata al colmo Q osservato in ogni stazione con una nuova variabile adimensionale (costituita dal rapporto x tra il massimo annuale osservato e la media dei massimi osservati in quella stazione), che si riuniscano insieme i diversi campioni della variabile adimensionale x a formarne uno solo, e che infine si individui la distribuzione della variabile adimensionale (legge di crescita). Il programma REGIONE svolge il calcolo in modo un poco diverso: calcola, per ogni stazione, le stime dei diversi momenti pesati in probabilità (M 100, M 110, M 120, M 130, etc.) della variabile originaria Q; rende quindi adimensionali i momenti pesati in probabilità stimati dividendoli per M100 (media dei valori osservati alla singola stazione); infine assume come stima di un certo momento pesato in probabilità della variabile adimensionale x la media pesata delle stime dello stesso momento adimensionale ottenute per le diverse stazioni, calcolata adoperando come pesi i diversi numeri di osservazioni. Per ognuna delle due distribuzioni considerate il programma calcola le stime dei parametri (tre per la distribuzione GEV e cinque per la distribuzione Wakeby) utilizzando le relazioni che legano tra loro i parametri della distribuzione e i momenti pesati in probabilità. La scelta della distribuzione Il programma REGIONE applica alcuni test di adattamento, i cui risultati permettono di scegliere la distribuzione da adottare come legge di crescita. I test di adattamento applicati sono: - il test di Pearson con classi uguali (effettuato adottando la regola dell'equiprobabilità e scegliendo un numero di classi k uguale alla parte intera del numero ottenuto dividendo per cinque la dimensione del campione); - il test di Pearson con classi disuguali (effettuato raggruppando in una sola grande classe le osservazioni con frequenza di non superamento non superiore a 0,50); - il test di Kolmogorov. Il test di Pearson con classi disuguali è adoperato per tener conto del fatto che il buon adattamento della distribuzione al campione è importante nel campo dei valori grandi, non in quello dei valori piccoli. La suddivisione del campo di esistenza della variabile in classi equiprobabili implica che in tutto il campo si dia la stessa importanza al buon adattamento della distribuzione alle osservazioni. Invece la suddivisione in classi disuguali, effettuata facendo corrispondere una sola grande classe alla parte del campo di esistenza della variabile che corrisponde ai valori minori, implica che in quella parte del campo importi non il buon adattamento "puntuale" ma l'adattamento "globale". (In altri termini, la suddivisione in classi disuguali implica che ci si lmiti a controllare che nella parte del campo di esistenza a cui la distribuzione considerata attribuisce la probabilità 0,50 ricada effettivamente circa la metà delle osservazioni, senza prestare attenzione a come le osservazioni si distribuiscano in quella parte.) Tutti i test sono effettuati dal programma REGIONE adoperando lo stesso campione che è utilizzato per la stima dei parametri. La circostanza implica dei problemi. Nel caso del test di Pearson il criterio del test è distribuito come un χ2 con (k - 1) gradi di libertà quando le stime dei parametri non dipendono dal campione utilizzato per effettuare il test. Quando il campione è lo stesso (e i parametri sono stati stimati con un certo metodo) il criterio del test è distribuito con una distribuzione compresa tra quella del χ 2 con (k - 1) gradi di libertà e quella del χ 2 con (k - 1 - s) gradi di libertà (essendo s il numero dei parametri). Nel caso del test di Kolmogorov la distribuzione del criterio del test è nota quando le stime dei parametri non dipendono dal campione utilizzato. A rigore, quindi, il test di Pearson dovrebbe essere utilizzato solo per provare l'ipotesi che la distribuzione sia del tipo considerato (il tipo non dipende dal campione, a differenza dei parametri), e il test di Kolmogorov non dovrebbe essere adoperato. Per di più, il campione utilizzato è ottenuto tramite una normalizzazione (la divisione per la portata indice). E di questo non si sa come tener conto, quale che sia il test utilizzato. Il programma comunque fornisce: - il massimo livello di significatività con cui si può accettare l'ipotesi che il campione provenga dalla distribuzione considerata, calcolato utilizzando il test di Pearson con classi uguali e assumendo il criterio distribuito come un χ2 con (k - 1) gradi di libertà; - l'intervallo in cui è compreso il massimo livello di significatività con cui si può accettare l'ipotesi che il campione provenga dalla distribuzione considerata, calcolato utilizzando il test di Pearson con classi uguali e utilizzando le distribuzioni del χ2 con (k - 1) e (k - 1 - s) gradi di libertà; - il massimo livello di significatività con cui si può accettare l'ipotesi che il campione provenga dalla distribuzione considerata, calcolato utilizzando il test di Pearson con classi disuguali e assumendo il criterio distribuito come un χ2 con (k - 1) gradi di libertà; - l'intervallo in cui è compreso il massimo livello di significatività con cui si può accettare l'ipotesi che il campione provenga dalla distribuzione considerata, calcolato utilizzando il test di Pearson con classi disuguali e utilizzando le distribuzioni del χ2 con (k - 1) e (k - 1 - s) gradi di libertà; - il massimo livello di significatività con cui si può accettare l'ipotesi che il campione provenga dalla distribuzione considerata, calcolato utilizzando il test di Kolmogorov. I livelli di significatività sopra elencati sono viziati da tutte le difficoltà già esposte. In sostanza, il test di Pearson (effettuato con classi uguali o disuguali, ma comunque nella versione che fornisce un intervallo del massimo livello di significatività) costituisce ragionevolmente lo strumento più adatto per un confronto. I livelli di significatività forniti dal programma REGIONE sono riportati nella tabella che segue. Test Pearson classi uguali f=k-1 f=k-1-s Pearson classi disuguali f=k-1 f=k-1-s Kolmogorov Massimo livello di significatività α Distribuzione GEV Distribuzione Wakeby 0,354 0,258-0,354 0,000 0,000-0,000 0,985 0,958-0,985 0,764 0,580 0,320-0,580 0,033 La tabella mostra chiaramente che l'adattamento della distribuzione GEV è molto migliore di quello della distribuzione Wakeby. Mostra inoltre (essendo i livelli di significatività del test di Pearson molto più alti nell'applicazione con classi disuguali che in quella con classi uguali) che l'adattamento di entrambe le leggi è sicuramente molto migliore nel campo dei valori alti. La differenza di adattamento nel campo dei valori bassi e in quello dei valori alti si può comunque rilevare anche riportando in uno stesso grafico le curve che rappresentano le distribuzioni GEV e Wakeby e i punti che rappresentano le osservazioni. Si sceglie dunque come legge di crescita la legge GEV, per la quale i valori stimati dei parametri sono k = -0,29925 a = 0,33899 u = 0,66371. Il valore della portata al colmo adimensionale x per il tempo di ritorno di 500 anni è 6,8036. Quindi la portata al colmo Q con tempo di ritorno di 500 anni nella sezione considerata dello Scrivia (con bacino di 295 km2) è Q = 6,8036 × 426,3 = 2900 m3s-1. Corsi d'acqua della parte del versante settentrionale delle Alpi Marittime e degli Appennini compresa tra Stura di Demonte e Scrivia 1) Tanaro a Ponte di Nava (148 km2) 2) Tanaro a Ormea (194 km2) 3) Tanaro a Nucetto (375 km2) 4) Corsaglia a Presa Centrale Molline (88,5 km2) 5) Tanaro a Clavesana (1496 km2) 6) Tanaro a Farigliano (1522 km2) 7) Rio Bagni a Bagni di Vinadio (63 km2) 8) Stura di Demonte a Pianche (181 km2) 9) Stura di Demonte a Gaiola (562,4 km2) 10) Gesso della Valletta a San Lorenzo (110 km2) 11) Gesso di Entracque a Entracque (157 km2) 12) Bormida di Mallare a Ferrania (49,5 km2) 13) Erro a Sassello (96 km2) 14) Bormida a Cassine (Caranzano) (1483 km2) 15) Vobbia a Vobbietta (51,8 km2) 16) Scrivia a Isola del Cantone (214 km2) 17) Borbera a Pertuso (193 km2) 18) Borbera a Baracche (202 km2) 19) Scrivia a Serravalle (605 km2) Distribuzione generalizzata del massimo valore (GEV) La distribuzione GEV è rappresentata dall'espressione (con tre parametri) 1/k P(x) = exp - 1 - k (x - u) α . Per k tendente a zero la distribuzione GEV tende alla distribuzione asintotica del massimo valore del I tipo (o distribuzione di Gumbel, illimitata inferiormente e superiormente). Per k minore di zero la distribuzione GEV coincide con la distribuzione asintotica del massimo valore del II tipo (limitata inferiormente e illimitata superiormente). Per k maggiore di zero la distribuzione GEV coincide con la distribuzione asintotica del massimo valore del III tipo (illimitata inferiormente e limitata superiormente). La distribuzione Wakeby La distribuzione Wakeby può essere data solo in forma inversa ed è rappresentata dall'espressione (con cinque parametri) x = e - a[1 - P(x)]b + c[1 - P(x)]-d. E` limitata inferiormente ed il limite inferiore x 0 è fornito dall'espressione x0 = e - a + c. Sostituendo il limite inferiore x 0 al parametro e si può rappresentare con l'espressione x = x0 + a{1 - [1 - P(x)]b} - c{1 - [1 - P(x)]-d}. Momenti ordinari Definizione Il momento di ordine r rispetto all'origine arbitraria x0 della distribuzione di probabilità della variabile casuale x è definito dalla relazione µr'(x) = +∞ (x - x0)rp(x)dx ∫ -∞ Stima La stima m r'(x) del momento µ r'(x) di ordine r rispetto all'origine arbitraria x0 è fornita dall'espressione N mr'(x) = 1 ∑ (xi - x0)r N i=1 Momenti pesati in probabilità Definizione Si definiscono usualmente solo per variabili continue e solo rispetto all'origine. Momento pesato in probabilità di ordine i rispetto alla variabile casuale x, di ordine j rispetto alla probabilità di non superamento P(x) e di ordine k rispetto alla probabilità di superamento 1 - P(x): Μ ijk(x) = +∞ xiP(x)j[1 - P(x)]kp(x)dx ∫ -∞ Uso nelle applicazioni Nelle applicazioni l'ordine è sempre uno rispetto alla variabile e zero rispetto a una delle due probabilità (di non superamento o di superamento): Μ 1j0 (x) = +∞ xP(x)jp(x)dx ∫ -∞ oppure Μ 10k(x) = +∞ x[1 - P(x)]kp(x)dx ∫ -∞ La stima dei momenti del primo ordine rispetto alla variabile risulta più affidabile, perchè sempre costituita da una funzione lineare delle osservazioni. Stima dei momenti pesati in probabilità Stima M1j0(x) del momento pesato in probabilità Μ1j0(x): N M 1j0 (x) = 1 ∑ xiF(xi)j N i=1 Stima M10k(x) del momento pesato in probabilità Μ10k(x): N M 10k(x) = 1 ∑ x i[1 - F(x i)] k N i=1 Espressione della frequenza F(xi): F(x i) = i - 0,35 N Test di adattamento di Pearson o test c2 Prima ipotesi: che il campione costituito da un certo insieme di osservazioni provenga da una data distribuzione, fissata a priori indipendentemente dal campione. Il criterio del test è la variabile casuale k X2= ∑ [N i - Np i ] 2 Npi i=1 (con k numero delle classi). Il criterio X 2 è asintoticamente distribuito, al crescere di N, come un χ2 con k - 1 gradi di libertà. Il campo di accettazione dell'ipotesi è definito (indicando con χ2c il valore del χ 2 con probabilità di superamento uguale al livello di significatività α prescelto) dalla disuguaglianza X 2 ≤ χ 2c Nell'eseguire il test si segue generalmente, per la suddivisione in classi, la regola dell'equiprobabilità p 1 = p 2 = ... = p k e la regola empirica di assumere il numero delle classi k uguale al più grande numero intero che non supera N/5. Test di adattamento di Pearson o test χ2 Seconda ipotesi: che il campione costituito da un certo insieme di osservazioni provenga da una distribuzione di cui soltanto il tipo è fissato a priori, mentre i valori dei parametri sono ricavati dalle osservazioni. Il criterio del test è ancora la variabile casuale k X2= ∑ [N i - Np i ] 2 Npi i=1 (con k numero delle classi). La distribuzione asintotica del criterio X2 al crescere di N non è esattamente conosciuta: si può dire soltanto che è compresa tra quella di un χ2 con k - 1 gradi di libertà e quella di un χ2 con k - s - 1 gradi di libertà (con s numero dei parametri ricavati dal campione). A scopi pratici la probabilità P(X2) si può assumere uguale al valor medio delle due probabilità. Nell'eseguire il test si segue generalmente ancora, per la suddivisione in classi, la regola dell'equiprobabilità p 1 = p 2 = ... = p k e la regola empirica di assumere il numero delle classi k uguale al più grande numero intero che non supera N/5. Il campo di accettazione dell'ipotesi è definito (indicando con χ2c il valore del χ 2 con probabilità di superamento uguale al livello di significatività a prescelto) dalla disuguaglianza X 2 ≤ χ 2c Test di Kolmogorov N dimensione del campione F(x) frequenza osservata del valore x P(x) probabilità di non superamento del valore x Ipotesi: che il campione costituito da un certo insieme di N osservazioni provenga da una data distribuzione, fissata a priori indipendentemente dal campione. Il criterio del test è la variabile casuale D N = max|F(xi) - P(xi)| xi La distribuzione asintotica di DN è nota: per N tendente a infinito è ∞ Prob{D N > zN -0,5} = 2 ∑ (-1)r-1exp(-2r2z2) r=1 La regione di accettazione è costituita da tutti i valori di DN che rispettano la disuguaglianza D N ≤ D Nc dove è (indicando con α il livello di significatività) DNc = zcN-0,5 ∞ 2 ∑ (-1)r-1exp(-2r2zc2) = α r=1 Scrivia e affluenti : relazione tra medie osservate del massimo annuale della portata al colmo e area del bacino 800 Borbera a Pertuso Scrivia a Serravalle m(Q) [m3 s -1] 600 400 Scrivia a Isola del Cantone Borbera a Baracche 200 Vobbia a Vobbietta 0 0 100 200 300 400 A [km2 ] 500 600 700 Scrivia e affluenti: relazione tra medie osservate del massimo annuale della portata al colmo e area del bacino 800 m(Q) = -0,001291A 2 + 1,939A - 33,31 Scrivia a Serravalle m(Q) [m3 s -1] 600 400 Scrivia a Isola del Cantone Borbera a Baracche 200 Vobbia a Vobbietta 0 0 100 200 300 400 A [km2 ] 500 600 700 Regione compresa tra Stura di Demonte e Scrivia: relazione tra coefficiente di variazione del massimo annuale della portata al colmo e altezza media del bacino 1.5 CV =0,000 2611hm + 0,3667 1.25 CV 1 0.75 0.5 0.25 0 500 1000 1500 hm [m] 2000 2500 Regione compresa tra Stura di Demonte e Scrivia: relazione tra coefficiente di variazione del massimo annuale della portata al colmo e area del bacino 1.5 CV = 1,765A -0,188 1.25 CV 1 0.75 0.5 0.25 0 500 1000 A [km2] 1500 2000 Bacini compresi tra Stura di Demonte e Scrivia: analisi regionale dei massimi annuali della portata al colmo, effettuata con il metodo della portata indice 1 Wakeby GEV 0.75 P 309 dati 0.5 0.25 0 0 2.5 5 Q/µ(Q) 7.5 10 Bacini compresi tra Stura di Demonte e Scrivia: analisi regionale dei massimi annuali della portata al colmo, effettuata con il metodo della portata indice 1 Wakeby GEV 0.95 309 dati P 0.9 0.85 0.8 0.75 0 2.5 5 Q/µ(Q) 7.5 10