Riassunto della lezione precedente Le leggi della fisica tentano di rappresentare in modo quantitativo i fenomeni naturali. Le leggi della fisica possono essere rappresentate in due modi: Attraverso grafici 1.2 1.1 1.0 0.9 t ( h ) = 0.45 ⋅ h Il tempo impiegato per andare in un certo luogo è funzione della propria velocità: t (v ) 0.8 Tempo [s] Attraverso equazioni matematiche 0.7 0.6 0.5 0.4 0.3 0.2 Punti sperimentali Legge di caduta di un grave 0.1 0.0 0 1 2 3 4 5 6 7 Altezza [m] Nella rappresentazione grafica i punti sono le misure sperimentali, mentre la curva l’andamento teorico. 15 Rappresentazione delle leggi fisiche Rappresentazione grafica della Termoluminescenza Nella termoluminescenza si misurano i “conteggi al secondo” di una grandezza fisica che studieremo successivamente in funzione della temperatura a cui viene portato il campione, TL(T). 16 1 (http://helios.unive.it/~termo/Autenticazione.html) 17 18 2 http://flint.mater.unimib.it Ogni misura, per poter essere valida e fornire informazioni, deve essere sempre accompagnata dall’errore sperimentale (incertezza sulla misura). Età = 1206 ± 10 anni Età = 1206 ± 465 anni Torneremo successivamente sul metodo per ottenere l’incertezza sulla misura. 19 Il Sistema Internazionale di misura (SI) Nel sistema SI le unità di base sono sette e precisamente: Lunghezza: METRO Massa: KILOGRAMMO [kg] Tempo: SECONDO [s] Temperatura termodinamica: KELVIN [K] Intensità di corrente elettrica: AMPERE [A] Quantità di sostanza: MOLE [mol] mol] Intensità luminosa: CANDELA [cd] [m] Zero assoluto 0 K = -273.15 °C Numero di Avogadro 6.022 1023 Queste unità sono state scelte in modo tale ed in numero tale da poter rappresentare in modo non ambiguo qualunque grandezza fisica che si voglia misurare. Il loro numero tuttavia rappresenta un compromesso tra esigenza di semplicità, per cui il numero di unità fondamentali dovrebbe essere il minore possibile, ed esigenze di chiarezza e di praticità, per cui forse sarebbe utile un numero maggiore. La scelta è determinata principalmente da ragioni storiche e dal modello fisico matematico con il quale si rappresentano i fenomeni naturali. 20 3 http://www.imgc.to.cnr.it/ Cubiti egiziani (equivalenti al nostro metro) Museo egizio di Torino 21 Esempi spazio m ⇒ tempo s Velocità ≈ 39600 km m m = 11000 = 1.1 ⋅10 4 h s s ≈ Velocità di fuga Velocità di un centometrista m velocità m ⇒ s = 2 tempo s s Accelerazione Energia Lavoro = Forza · Spostamento Newton [N] [Joule] Metro [m] Massa · Accelerazione kilogrammo [kg] Joule = N ⋅ m = 100m m km = 10 = 36 10 s s h kg ⋅ m kg ⋅ m 2 m = s2 s2 [m s-2] Velocità / tempo 1eV = 1.602 ⋅10 −19 Joule elettronvolt 22 4 Energia Ci sono diverse manifestazioni ”dell’entità” energia: EC = Energia cinetica (automobile che si sposta) Energia termica (calore) Energia chimica (reazioni chimiche) Energia elettrica Energia luminosa (lampadina) 1 2 mv 2 Con opportuni “trasduttori” è possibile convertire un tipo di energia in un altro (stufa elettrica, lampadina, etc.). - l’energia totale si conserva - 23 Isaac Newton (1642-1727) Inghilterra 1687 – pubblicazione dei Principia James Prescott Joule (1818-1889) Inghilterra 1850 – equivalenza tra calore e lavoro meccanico KNELLER, Godfrey 1689 Ritratto di Sir Isaac Newton Farleigh House, Husterbourbe Park, England James Prescott JOULE 24 5 Multipli e Sottomultipli Faremo ampio uso di numeri molto grandi e molto piccoli, per cui è doveroso ricordare che: Fattore di moltiplicazione Nome Simbolo giga G 1 000 000 = 106 mega M 1 000 = 103 kilo k 100 2 etto h 10 = 101 deca da 0.1 = 10-1 deci d 0.01 -2 1 000 000 000 = 10 = 10 9 centi c 0.001 = 10-3 milli m 0.000 001 = 10-6 micro µ 0.000 000 001 = 10-9 nano N 0.000 000 000 001 = 10-12 pico p = 10 25 Esempi Lunghezza [m] Diametro della via lattea Diametro del Sole Distanza Terra - Luna Diametro della Terra Dimensione umana 10 21 m Dimensione di una cellula Dimensione di un virus Dimensione di un atomo 10 −6 m = 1µm 10 −7 m = 100nm Dimensione di un protone 10 −15 m = 0.001 pm 109 m = 1Gm 4 ⋅108 m = 400000 km 10 7 m = 10000 km 1.7 m 10 −10 m = 0.1nm 26 6 Esempi 0 Tempo [s] 1 miliardo Oggi: prime lezioni di beni culturali 0 anni Roberto Baggio sbaglia un rigore a USA94 Fotografato il primo pianeta extrasolare Nasce il Pentium Intel ≈ 101 anni Inizio della rivoluzione russa Einstein formula la teoria della relatività ristretta e dell’effetto fotoelettrico Viene inventato il diodo ≈ 10 2 anni Medioevo: Enrico II scende in Italia, primi Normanni in sud Italia ≈ 10 3 anni Inizia il neolitico Lavorazione della ceramica, agricoltura e addomesticazione degli animali. ≈ 10 4 anni Paleolitico medio: uomo di Neandertal ≈ 10 5 anni Paleolitico inferiore: Homo Erectus Scoperta del fuoco ≈ 10 6 anni Inizio del pliocene: scimmie antropomorfe ≈ 10 7 anni Cretaceo: dominio dei dinosauri ≈ 108 anni Proterozoico Algonkiano: cellule eucarioti ≈ 10 9 anni Nascita della Terra ≈ 4.5 × 10 9 anni 2 miliardi 3 miliardi 4 miliardi 5 miliardi 27 Tecniche di analisi: impatto sull’oggetto Le tecniche preferibili sono quelle non distruttive in quanto è possibile ottenere informazioni dall’oggetto sotto studio senza apportarvi alcuna alterazione. Un semplice esempio di tecnica non distruttiva è l’analisi radiografica con raggi x che può permettere (come vedremo) di ottenere informazioni sugli strati interni dell’opera senza neppure toccarla. Le tecniche non distruttive forniscono molte informazioni sulle opere d’arte, ma in molti casi sono limitate. Per ottenere informazioni più approfondite è necessario prelevare un piccolo campione dal reperto ed analizzarlo successivamente in laboratorio con tecnologie più sofisticate. Questo si potrà fare quando l’asportazione di un campione non compromette l’integrità globale dell’oggetto (un piccolo foro nel basamento di una statua lignea, all’interno di un vaso o in un mattone oppure una piccola quantità di stoffa da un tessuto etc.). Se la tecnica d’analisi impiegata non comporta la distruzione del campione prelevato si parla di tecniche paradistruttive, viceversa di tecniche distruttive. Esempio di tecnica paradistruttiva A volte, semplicemente con l’ausilio di un trapano, si può prelevare una piccola quantità di campione (scartando la parte superficiale più soggetta a contaminazioni esterne). Riepilogando, dal punto di vista dell’impatto sul bene artistico, le tecniche di analisi possono essere suddivise nelle seguenti categorie: Non distruttive: l’opera non subisce alcuna modificazione Paradistruttive: si richiede il prelievo di un campione che non verrà distrutto (riutilizzabile quindi per altre analisi) Distruttive: si richiede il prelievo di un campione che verrà distrutto 28 7 Tecniche di datazione Le tecniche di datazione sono quelle a cui la fisica e la scienza dei materiali hanno dato un contributo sostanziale. Ritrovamento nei ghiacci di un uomo del neolitico Datare un oggetto non è una cosa semplice, specialmente se il suo ritrovamento avviene al di fuori di un contesto conosciuto (ed anche in questo caso possono esserci dubbi sulla sua attribuzione). Si osserva che la corretta datazione di un reperto è automaticamente anche una autenticazione o meno dello stesso. Museo archeologico dell’Alto Adige (http://www.archaeologiemuseum.it/index_ice.html) Le datazioni di un reperto possono essere di tipo: Relativo: la datazione fornisce solo una comparazione di età tra oggetti (stesso stile, stesso periodo) ed una eventuale sequenza cronologica senza però fornire una data (es. templi Maya) Assoluto: il risultato dell’analisi è una data assoluta (correlata della relativa incertezza) relativa ad un particolare momento della “vita” dell’oggetto (es: anno della morte per il carbonio 14 o dell’ultima cottura per la termoluminescenza) In questa parte del corso ci occuperemo delle datazioni assolute 29 Tecniche di datazione relativa Dall’archeologia Metodi stratigrafici: tutti i reperti trovati in uno stesso strato (non perturbato!) sono coevi. Gli strati alti sono più recenti di quelli posti in basso. Lo strato di superficie è il presente, andando verso il basso si incontrano strati sempre più antichi. La numerazione degli strati avviene partendo dal livello sterile in basso e andando verso la superficie. Metodi stilistici e tipologici: i manufatti simili in stile o tipologia sono in linea di principio coevi. Cronologie relative da iscrizioni su manufatti: nomi di sovrani su monete o su lapidi, ecc.. Dalla geologia Sequenze stratigrafiche di sedimenti. Sequenze stratigrafiche di fossili. Fossili di flora e fauna, tipici dei cicli glaciali e interglaciali, che si alternano nei vecchi suoli. 30 8 Tecniche di datazione relativa Dalla biologia Analisi del polline e dei semi: diversamente dalla cellulosa vegetale che non si conserva, i tessuti del polline e dei semi si conservano per migliaia di anni. L'analisi pollinica dei semi (specie e quantità) dà informazioni sul clima di un'area geografica in un certo momento storico. Studio di fratture delle ossa, gruppi sanguigni, malattie ereditarie, tumori, talassemia, carie dentarie, DNA, ecc. Pollini di diverse piante 31 Tecniche di datazione assoluta Radiocarbonio (14C) Tecniche basate sulla radioattività Altri isotopi (40K, 36Cl, 238U, 232Th, 87Rb) Termoluminescenza ESR (Electron Spin Resonance) Tracce di fissione nucleare Dendrocronologia Altre Tecniche Astronomiche Archeomagnetismo Racemizzazione (amminoacidi) Idratazione delle ossidiane 32 9 Medioevo Neolitico Uomo di Neandertal Homo Erectus Ogni tecnica di datazione è in grado di ricoprire solo un arco limitato di tempo (BP = Before Present). Il materiale databile differisce a seconda della tecnica. Non esiste una tecnica in grado di datare qualunque tipo di oggetto. Radiocarbonio Materiale organico Termoluminescenza Vasi, laterizi… Nel diagramma sono riportate le estensioni temporali teoriche di applicabilità delle tecniche di datazione assoluta. (in verdino sono indicate quelle legate in qualche modo alla radioattività). 33 Metodo del RADIOCARBONIO o 14C Tecnica distruttiva Per poter comprendere tale tecnica introdurremo i seguenti argomenti di fisica Caratteristiche delle particelle elementari: elettroni, protoni, neutroni Struttura atomica alla Bohr Elementi chimici (cenni) e loro isotopi Radioattività Legge del decadimento radioattivo 34 10 Struttura dell’atomo Particelle principali costituenti l’atomo. Unità elettrostatiche Elettroni 1Ampere = Simbolo: eMassa = 0.00091 10-27 kg Carica Elettrica = -1.6 10-19 Coulomb 1Coulomb 1s -1 1elettrone ⇒ −1.6 ⋅10 −19 Coulomb 1.6 ⋅10 −19 1.6 ⋅10 −19 0.625 ⋅1019 elettroni ⇒ −1Coulomb Protoni Neutroni Simbolo: p+ Massa = 1.67262 10-27 kg Carica Elettrica = 1.6 10-19 Coulomb +1 Simbolo: n Massa = 1.67493 10-27 kg Carica Elettrica = 0 Coulomb 0 35 Cariche elettriche Le particelle cariche sono soggette alla forza coulombiana. Tale forza è repulsiva tra cariche dello stesso segno, attrattiva per cariche di segno opposto. I neutroni non hanno carica elettrica e quindi non sono soggetti a questa forza. La forza di repulsione (o attrazione) tra particelle cariche, detta forza coulombiana è molto più forte delle forza gravitazionale. Protoni Elettroni 36 11 Struttura dell’atomo Per i nostri scopi (fenomeni di interesse) è sufficiente il modello alla Bohr dell’atomo (1913). Sarebbe inutile utilizzare un modello più sofisticato di quanto necessario. Il modello di Bohr può essere riassunto nei seguenti punti: Atomo di Bohr. La quasi totalità della massa dell’atomo (protoni e neutroni) è racchiusa in una piccola regione detta nucleo. Le dimensioni del nucleo sono circa di 10-15 m. Z = numero atomico (numero dei protoni nel nucleo) A = numero di massa (numero dei protoni più quello dei neutroni nel nucleo) Non è detto che il numero di neutroni sia uguale a quello dei protoni Il nucleo ha una carica elettrica positiva pari a +Z in unità elettrostatiche 37 Struttura dell’atomo C Protoni C Neutroni Elettroni 6 p+, 6 n Atomo di carbonio 12 (Z =6; A = 12) Atomo di carbonio 12 6 p+, 6 n, 6 e - Gli elettroni “orbitano” intorno al nucleo, attratti dalla forza coulombiana, su una serie di orbite circolari nello stesso modo in cui i pianeti orbitano intorno al Sole. Le orbite sono dette stazionarie (senza perdita di energia). Le orbite sono quantizzate (non tutte le distanze dal nucleo sono permesse) rn = n 2 a0 Z Essendo: Z = numero atomico, n = numero intero partendo da 1 a0 = 0.0529 10-9 m = 0.0529 nm (costante) 38 12 Struttura dell’atomo Atomo di Bohr. Ad esempio, nel caso dell’atomo di idrogeno formato da 1 solo protone (Z=1) si ottiene: rn = n 2 n=1 n=2 n=3 a0 Z Z = numero atomico, n = numero intero partendo da 1 a0 = 0.0529 10-9 m = 0.0529 nm (costante) y [nm] a0 = a0 = 0.0529nm 1 a r2 = 22 0 = 4a0 = 0.2166nm 1 2 a0 r3 = 3 = 9a0 = 0.4761nm 1 r1 = 12 0.5 0.4 0.3 0.2 0.1 n=3 n=2 n=1 In condizioni “normali” gli atomi sono elettricamente neutri (la somma delle cariche elettriche vale 0). Il numero di protoni eguaglia il numero di elettroni. 39 Niels Henrik David Bohr (1885-1962) Danimarca 1913 – Modello atomico di Bohr Charles Augustin de Coulomb (1736-1806) Francia Bohr da giovane, da anziano e durante una discussione con Einstein 40 13 Numero atomico Peso atomico Gli elementi chimici si distinguono per il numero di protoni presenti nel nucleo (Z). Ad esempio, l’atomo con 6 protoni è detto carbonio ed ha un comportamento diverso dall’atomo con 7 protoni (detto azoto). Nell’atomo neutro il numero di elettroni è pari a quello dei protoni. Nello stesso elemento chimico (stesso Z) il numero di neutroni può essere diverso. 41 42 14 GLI ISOTOPI Numero di Massa (A) Protoni 14 6 Neutroni Numero Atomico (Z) Elettroni Atomo di idrogeno 1 1 1 Atomo di deuterio 2 1 H p+, 1 e- 1 p+, C Simbolo chimico dell’elemento Atomo di trizio (instabile) 3 1 H 1 n, 1 1 e- p+, H 2 n, 1 e43 Atomo di carbonio GLI ISOTOPI (Numero di atomi di C) = 1.176 ⋅10 ⋅ (Numero di atomi di C) 14 −12 A14 C = 1.176 ⋅10 −12 12 ⋅ A12 C Esempio: Per mezzo di processi chimici viene isolato 1 kg di carbonio dai resti di un albero appena abbattuto. Quanti grammi di 13C e di 14C ci saranno? 12 6 C 6 p+, 6 n, 6 e99 % in natura 13 6 14 6 C C 6 p+, 7 n, 6 e1 % in natura 6 p+, 8 n, 6 eTracce Peso12 C ≈ PesoC 1000 g ⋅ 99 = ⋅ 99 = 990 g 100 100 Peso 13 C ≈ PesoC 1000 g ⋅1 = ⋅1 = 10 g 100 100 Peso14 C ≈ 1.176 ⋅10 −12 ⋅ Peso12 C = 1.176 ⋅10 −12 ⋅ 990 g = 1.164 ⋅10 −9 g ( ) A14 C = Moli di 14C ⋅ N A ≈ 1.164 ⋅10 −9 6.022 ⋅10 23 = 5 ⋅1013 atomi 14 (1.176 atomi di 14C su 1012 di 12C) Il carbonio 14 (14C) è instabile 44 15 GLI ISOTOPI Il numero di neutroni in un nucleo atomico aumenta notevolmente con l’aumentare del numero atomico Z (numero di protoni) Numero di neutroni All’interno del nucleo i nucleoni (protoni e neutroni) esercitano intense forze attrattive sui loro vicini. Questo tipo di forza, chiamata interazione nucleare forte, è più intensa della forza Coulombiana di repulsione tra i protoni. La forza forte tra due particelle simili (neutroneneutrone o protone-protone) è all’incirca uguale che tra due particelle diverse (neutrone-protone), tuttavia il legame tra protoni è indebolito fortemente dalla repulsione coulombiana. Una caratteristica della forza nucleare è che, per i nuclei leggeri, si raggiunge la massima stabilità se il numero di protoni è all’incirca uguale al numero di neutroni. Per nuclei più pesanti, la repulsione elettrica tra protoni fa sì che si abbia maggiore stabilità se ci sono più neutroni. Numero atomico (numero di protoni) Tipler, Invito alla fisica, vol. 3, Zanichelli 45 Principali tipi di decadimento radioattivo Decadimento β. Il decadimento β si verifica nei nuclei che hanno troppi o troppo pochi neutroni per la stabilità. Nel decadimento β, la massa atomica (A) resta invariata mentre aumenta in numero atomico (Z) di 1 unità (decadimento β -) o diminuisce di 1 (decadimento β +). L’esempio più semplice è quello del decadimento di un neutrone libero, in cui: n → e− + p + T1 = 10.8 min 2 (dove T1/2, come vedremo, è il tempo di dimezzamento ovvero il tempo dopo il quale il numero di “oggetti” di partenza, in questo caso neutroni, si è ridotto della metà a causa del decadimento). Per questo decadimento si usa indicare l’elettrone generato con il simbolo β - per distinguerlo dagli elettroni e- orbitanti intorno al nucleo. Infatti l’elettrone generato viene “sparato” via con una velocità che può essere anche molto elevata. Per cui: n → β − + p+ Si osserva che questo decadimento permise la scoperta del neutrino. Per evitare la violazione del principio di conservazione dell’energia, Pauli 14 suppose (1930) la presenza di una particella a cui dette il nome di neutrino. 6 Solo nel 1957 il neutrino fu osservato sperimentalmente. Il decadimento corretto è quindi: 6 − + n → β + p +ν Il caso del decadimento del 14C ricade nella categoria dei decadimenti β -. 14 6 C →147 N + β − + ν + C →147 N + β − p 6 e8n 7p 6 e7n 1e- 46 16 Riepilogo In natura ogni essere vivente è formato in parte di carbonio ed una piccola quantità di questo è radioattivo (14C), circa 1 atomo su 1012 ci carbonio non radioattivo (12C), . Ad esempio, in 1 kg di carbonio ci sono circa 1.2·10-9 g di 14C che corrispondono a circa 5·1013 atomi. Quando un essere vivente muore smette di assimilare carbonio dall’ambiente (cibo, respirazione etc.). Il 14C inizia a decadere in azoto (con processi di decadimento β-) per cui la quantità di 14C nell’organismo si riduce nel tempo. Misurando la quantità di 14C presente in un organismo morto tempo addietro e conoscendo la quantità di 14C in esso presente alla morte, è possibile risalire alla data in cui è avvenuto il trapasso? Si, se si conosce la legge fisica che lega il numero di atomi di 14C rimasti al tempo passato dal momento della morte Questa legge si chiama legge del decadimento radioattivo 47 17