How to reference this article Vani, C. (2015). Edizione straordinaria! Read all about it! – Appunti sulla lingua delle pubblicità in alcuni numeri della Gazzetta del Massachusetts. Italica Wratislaviensia, 6, 217–236. DOI: http://dx.doi.org/10.15804/IW.2015.06.13 Christina Vani University of Toronto, Canada [email protected] Edizione straordinaria! Read all about it! – Appunti sulla lingua delle pubblicità in alcuni numeri della Gazzetta del Massachusetts Edizione straordinaria! Read all about it! – Notes on the Language of Advertisements in the First Editions of the Gazzetta del Massachusetts Abstract: In this article, I base my research on Franco Pierno’s 2012 article on “la lingua raminga,” which studies the Italian subcode used in the first ethnic journalistic publications in North America. First, I present some history of advertising in Italy, focusing, then, on how that translated in the ItaloAmerican setting in Massachusetts. In the bulk of the paper, I analyse the advertisements published in the first issues of the Gazzetta del Massachusetts (GdM; from 1903 and 1904), exploring in detail the employment of loanwords, both whole and adapted, over the course of the GdM’s early publications. I break my discussion down into the following sections of linguistic study: spelling and phonetics; morphology; vocabulary; and syntax. I conclude with some final thoughts on whether the increase in loanwords coincides not just with the greater size of the Italian community in Boston, but also the deeper linguistic assimilation of the predominant anglophone culture. Keywords: Italo-American, linguistic enclave, newspaper, immigration, emigration Published: 10/09/2015 ISSN 2084-4514 218 Christina Vani el suo libro sulla “lingua perduta e ritrovata” in America, Hermann Haller (1993) affronta l’uso dell’italiano nelle “colonie” italiane stabilite durante le prime ondate di emigrazione negli Stati Uniti alla fine dell’Ottocento e agli inizi del Novecento. Fondandosi sulle trovate di Haller e sulle sue analisi dell’italiano dei mass media e degli “italianismi nell’angloamericano”, Franco Pierno (2012), nel suo articolo “La lingua ‘raminga’ – Appunti su italiano e discorso identitario nella prima stampa etnica in Nord America”, fa un’analisi linguistica della cronaca di un noto giornale fondato in una zona italiana statunitense. Questa enclave fu a Boston, nel Massachusetts, e il giornale ebdomadario (pubblicato ogni sabato) si chiamava La Gazzetta del Massachusetts (Martellone, 1973, p. 341). Un nuovo emigrato italiano, James L. Donnaruma (1874–1953) arrivò a Boston nel 1886 (Pierno, 2012, p. 74), e si occupò nei primi anni del Novecento della gestione del giornale (nel 1903 [Pierno, 2012, p. 74] o nel 1905 [Deschamps & Luconi, 2002, p. 127; Martellone, 1973, p. 341])1. Donnaruma non era stato giornalista durante la sua vita in madrepatria: era barbiere a San Valentino Torio, un paese salernitano (Deschamps & Luconi, 2002, p. 127). Ciò nonostante, volle servire la comunità italiana in costante crescita nella New England; come dicono Deschamps e Luconi, era una comunità che contava 80.000 italiani a Boston nel 1920, guadagnandosi il titolo di quarta comunità di italiani più grande negli Stati Uniti, dopo New York City, Filadelfia e Chicago (Deschamps & Luconi, 2002, p. 128). La readership, quindi, del giornale si può dedurre dalla “circulation of over 13,000 copies throughout the 1920s and the 1930s” (Deschamps & Luconi, 2002, p . 127), ma si può supporre una readership o, meglio, un’udienza anche più elevata, quando si tiene conto del fatto che, con una percentuale molto alta N Secondo il sito web della Gazzetta stessa – oggi conosciuta sotto il nome PostGazette, la cui pubblicazione si fa dal 1962 quasi esclusivamente in inglese (Pierno, 2012, p. 76) – Donnaruma fondò lui stesso il settimanale nel 1896 (cfr. Boston PostGazette, [senza data] e Haller, 1993, p. 69). Martellone indica pure che “il Donnaruma ha ritenuto di accreditare alla «Gazzetta» anche gli anni di vita del precedente e da qualche anno defunto «Giuseppe Garibaldi», che aveva cominciato le pubblicazioni nel 1896” e che si stabilì la direzione di Donnaruma soltanto nel 1905 (Martellone, 1973, p. 350). 1 Edizione straordinaria! Read all about it! 219 di analfabetismo nei nuovi emigrati, oppure una scarsa istruzione italiana, “un fattore non trascurabile di alfabetizzazione provenisse dalla lettura comunitaria” e cioè, nelle taverne, nelle stalle e nelle sale parrocchiali, “chi possedeva almeno i rudimenti scolastici di base poteva leggere per gli altri le notizie [e anche le pubblicità] che provenivano dalla madrepatria e, soprattutto, informare su mondanità e fatti della comunità locale” (Pierno, 2012, pp. 67–68). La caratteristica che rende unica l’iniziativa editoriale di Donnaruma, però, è che la GdM si dedicò in maggior parte agli eventi locali – “to the small and great happenings affecting the life of Boston’s Italian community” (Deschamps & Luconi, 2002, pp. 128–129). Fra queste “small and great happenings” si possono trovare, naturalmente, i progetti a scopo di lucro dei nuovi emigrati, i quali cercavano, fra i loro compatrioti residenti a Boston, di “crearsi un nome” e fondare una nuova vita per se stessi nel Nuovo Mondo; e la GdM di Donnaruma, essa stessa un progetto imprenditoriale di un immigrato, forniva il luogo perfetto per fare annuncio di questi business. Sarebbe importante e interessante sapere chi, esattamente, stesse dietro le pubblicità: le scriveva un impiegato del giornale, oppure era l’imprenditore o il negoziante a comporre i testi? Corti riassume alcune caratteristiche della pubblicità scritta, e fra queste è la seguente: “Esso è di per sé una merce con tutte le conseguenze anche linguistiche del caso; il creatore del messaggio non si identifica con l’emittente ufficiale, che è il produttore dell’oggetto reclamizzato e quindi colui che acquista il testo-merce” (Corti, 1974, p. 57). Come molti sanno, poche aziende possiedono i mezzi per creare da sé le pubblicità, e quindi devono ricorrere a ditte pubblicitarie per fornirgli – vendergli – i testi2. È soprattutto rilevante questo dubbio per quanto riguarda gli annunci comprati da un negozio gestito La conseguenza di una tale convenzione, quindi, è la presenza di anomalie linguistiche nei testi, spiega Corti (1974): “ne segue un uso innaturale, artificiale della comunicazione linguistica, uno sfruttamento dei possibili linguistici a fini esclusivamente economici, con l’esito che perde pertinenza la distinzione fra informazione e non informazione” (p. 58). Cioè, il risultato è che quest’uso “innaturale e[d] artificiale” della lingua “consente al creatore di messaggi di non obbedire alle restrizioni che essa pone e di produrre anche neologismi-mostri” (p. 58). 2 220 Christina Vani da persone non italofone, o almeno si può supporre, dai loro nomi, che non lo fossero – quando sono presenti deviazioni dalla norma italiana, vanno attribuite alla persona che pagava per pubblicizzare il prodotto o servizio (la quale avrebbe potuto far tradurre la copia da un traduttore, se non lo aveva scritto da sé), o si potrebbero ritenere come responsabili gli impiegati della GdM. Purtroppo, le fonti che abbiamo non ci dicono nulla a tal proposito. In questo articolo, comunque, basandomi principalmente sul lavoro linguistico condotto da Pierno nel suo articolo sulla “lingua raminga” della GdM3, farò una breve analisi degli annunci pubblicitari dei primi numeri (tutti del 1903 e i primi due del 1904) e il primo numero del 1915 della GdM, disponibili e scaricabili su Internet. Mi interessa scoprire se diventa evidente un aumento nell’uso di prestiti integrali o adattati con il passare degli anni, che coincide non solo con l’accrescimento della comunità italiana a Boston ma anche con l’assimilazione linguistica più profonda in una cultura inglese predominante; per questo ho scelto di saltare gli anni tra il 1904 e il 1915. Comincerò con una breve descrizione degli inizi dell’ambito pubblicitario in Italia per ricreare il contesto in cui si presero decisioni sulla lingua da usare negli annunci a stampa e, anche prima, sui murali. Poi, descriverò le pubblicità composte in lingua italiana e pubblicate nella GdM. Mi adatterò anche allo stile usato da Pierno (2012) per citare gli esempi studiati tratti dalla Gazzetta. Quindi, “[o]gni numero è citato secondo lo schema seguente: (mese, in forma abbreviata/numero/ anno […])” (Pierno, 2012, p. 74). Poiché tratterò soltanto le pubblicità e non la cronaca, non userò, come ha fatto Pierno, la notazione “pubb” per citare un annuncio pubblicitario. Inoltre vorrei anche indicare che, purtroppo, come indicato nella citazione della Gazzetta, l’archivio dei numeri della GdM non è accessibile al pubblico in generale. Ho avuto la fortuna di lavorare su questo progetto con il gentilissimo Franco Pierno, che ebbe l’accesso agli archivi per la sua ricerca e anche per un corso di storia della lingua italiana in Nord America. Quindi, tutti i riferimenti alla Gazzetta del Massachusetts e tutte le citazioni tratte da essa provengono dalla risorsa online della Gazzetta del Massachusetts (1903, 1904, 1915), un sito a cura della Library of Congress. 3 Edizione straordinaria! Read all about it! 221 L’ambiente pubblicitario in Italia Dobbiamo tener presente che gran parte degli italiani in Italia era ancora quando questo giornale apparve nel Massachusetts, e le consi trovinoanalfabeta delle norme ortografiche anomale agli occhi moderni, venzioni ortografiche non erano ancora ben stabilite neanche in Italia. dovrebbe sorprendere il lettore che vi si trovino norQuindi, non questi cosiddetti errori si facevano anche in Italia. Ecco undelle esempio: me ortografiche anomale agli occhi moderni, specialmente perché questi cosiddetti errori si facevano anche in Italia. Ecco un esempio: spec Figura 1. Annuncio della Pantanella (Medici, 1986, p. 42) Figura 1 – Annuncio della Pantanella (Medici, 1986, p. 42) questo annuncio, pubblicato negli anni del settanta del secolo scorsoa Roma, to annuncio, Inpubblicato negli anni settanta secolo scorso a Roma, vediamo l’oscillazione tra Lei e tu: comincia con scusi, Lei, è, affida, tuo,con affidaci, tua, ti, tuo,è, tua. e poi Si nota l’unica zione tra vede, Lei eLetu: comincia scusi, Lei, vede, Leanche e poi affida, tuo, f in dificile, nel primo paragrafo – e questo più di metà secolo seguente GdM.f in dificile, nel primo paragrafo — e ques uo, tua. Sila prima nota stampa anche della l’unica colo seguente la prima stampa della GdM . Per quanto riguarda una lingua con interferenza inglese, basta guarda 222 Christina Vani Per quanto riguarda una lingua con interferenza inglese, basta guardare degli annunci italiani e non soltanto quelli italo-americani, perché furono appunto i Nordamericani a servire da modello per la pubblicità e anche la cronaca italiana (Pierno, 2012, p. 75). Mario Medici spiega che “il mondo anglosassone ci [ha] anticipato sul piano pubblicitario tecnico e quantitativo in linea con la rivoluzione industriale che esso ha prodotto” e che “[p]oi faranno scuola in modo ancor più specifico gli statunitensi, e non sempre del tutto positivamente” (Medici, 1986, p. 22). Ma come nascono in Italia, esattamente, i messaggi pubblicitari? In che tipo di ambito sociale, politico, economico e culturale si svilupparono? La pubblicità italiana nasce verso la fine dell’Ottocento in mezzo a povertà rampante, analfabetismo, in una società per la maggior parte agricola in cui grandi differenze economiche esistevano tra Nord e Sud (Capozzi, 1999–2000). Le prime manifestazioni di avvisi pubblicitari, spiega Capozzi, appaiono verso gli anni ’50 dell’Ottocento e l’inizio del Novecento ed è appunto in quel periodo in cui si divulgavano i primi giornali italiani. Queste comunicazioni comparivano soprattutto sulle ultime pagine dei giornali più diffusi (Capozzi, 1999–2000). Sebbene la maggioranza degli italiani fosse analfabeta, i messaggi nelle prime pubblicità si comunicavano fondamentalmente attraverso la scrittura. Perciò, tanto il prodotto che si vendeva quanto la pubblicità stessa erano mirati a un pubblico specifico, un pubblico “dotat[o] di una certa cultura”, come spiega Capozzi: “pochi erano coloro che potevano leggere i giornali[;] il pubblico dei potenziali consumatori (target) era particolarmente ristretto e costituito in maggioranza dalla borghesia, l’unica classe sociale che […] all’epoca aveva anche un certo potere di acquisto” (Capozzi, 1999–2000). Per quanto riguarda il contenuto dei messaggi, le pubblicità si indirizzano direttamente al pubblico del messaggio tramite l’impiego di “una serie di descrizioni lunghe e particolareggiate, ricche di aggettivi”, dice Capozzi, che fornisce un esempio rivelatorio: “Per vincere i mali che vi tormentano, dovete liberare il vostro sangue dalle tossine che lo avvelenano. Il Dépuratif Richelet vi farà un sangue nuovo, puro, Edizione straordinaria! Read all about it! 223 fluido […]” (Capozzi, 1999–2000). Fanno uguale uso degli imperativi affinché suscitino ulteriormente il “coinvolgimento emotivo” del pubblico. Prendiamo come esempi “Prendete il bagno in casa” o “Domandate le penne italiane marca Pastori” (Capozzi, 1999–2000). Capozzi afferma che, in queste prime fasi del mondo delle pubblicità, i messaggi presentavano “un livello linguistico ‘alto’ [che] dipende dal pubblico di élite a cui si rivolge, ossia la media e alta borghesia, all’epoca protagonista assoluta della scena economica e quindi l’unica in grado di acquistare una serie di prodotti superflui” (Capozzi, 1999–2000). Benché le pubblicità che esistevano al di fuori dell’ambito giornalistico, fra i quali i manifesti, cominciassero a comparire in altri paesi europei come la Francia sin dall’inizio dell’Ottocento, i manifesti divennero popolari in Italia soltanto un secolo più tardi. Fra gli esempi più noti di questo tipo di comunicazione pubblicitaria in Italia sono i manifesti di Leonetto Cappiello (Figura 2; Cappiello, 2015) e Marcello Dudovich (Figura 3; Dudovich, 1900). Sono poveri di contenuto scritto ma ricchi in quello artistico che attira l’attenzione e l’occhio. Questi manifesti ebbero uno scopo diverso da quello delle pubblicità sui giornali: secondo il sito in cui sono archiviate le opere di Cappiello, i suoi murali ebbero come target i pedoni e la gente che circolava nelle carrozze a cavallo. Poiché non si muovevano con gran rapidità, i pedoni e passeggeri a bordo avevano la possibilità di leggere tranquillamente dei messaggi corti e ammirare l’arte e il dettaglio dei poster. Più tardi, però, con la popolarità delle automobili, la gente si muoveva troppo rapidamente, e quindi Cappiello dovette cambiare la sua tecnica, abbandonando il dettaglio per la semplicità, adottando colori più vari e vibranti, caratterizzando così ciò che sarà chiamato il “modern poster” (Cappiello, 2015). idamente, e quindi Cappiello dovette cambiare la sua tecnica, abbandonando apidamente, e quindi Cappiello dovette cambiare la sua tecnica, abbandonando taglio per la semplicità, adottando colori più vari e vibranti, caratterizzando così c dettaglio per la semplicità, adottando colori più vari e vibranti, caratterizzando così ci sarà chiamato il “modern poster” (Cappiello, 2015). Christina Vani 224 he sarà chiamato il “modern poster” (Cappiello, 2015). Figura 2. Annuncio del Bitter Campari, da Cappiello, del 1922 (Cappiello, 2015) Figura 2. Annuncio delBitter BitterCampari, Campari,da daCappiello, Cappiello, del del 1922 (Cappiello, 2. Annuncio del (Cappiello,2015) 2015) Figura Figura 3. Annuncio dei Magazzini Mele, da Dudovich, del 1900 Figura 3. Annuncio dei Magazzini Mele, da Dudovich, del 1900 (Dudovich, [senza data]) (Dudovich, [1900]) Figura 3. Annuncio dei Magazzini Mele, da Dudovich, del 1900 (Dudovich, [senza data]) Edizione straordinaria! Read all about it! 225 Pierno (2012, p. 72) spiega che, nei giornali stampati in Italia, tra l’unità d’Italia e l’inizio del Novecento, la lingua usata è una lingua media che, pur fondandosi su una base toscano-letteraria […], prendeva le distanze dalla matrice fiorentina, adottando nel contempo un fraseologismo stereotipato e un modismo burocratico […]. Si trattava della variante giornalistica di una koiné scritta postunitaria, della nuova voce dello Stato italiano […]. Allo stesso tempo, in America, “[l]a stampa coloniale non era certo indifferente al mondo della carta stampata d’Italia”, indica Pierno, esprimendo pure che molti dei giornalisti italoamericani erano stati giornalisti pure in patria; questo, però, non fu il caso di Donnaruma, il fondatore della GdM, che aveva svolto il lavoro di barbiere nel suo paese (Pierno, 2012). Ciò nonostante, e anche con l’aiuto di colleghi italiani, il giornalismo d’emigrazione non può non essere considerato in maniera disgiunta da quello espresso entro i confini patri, e un confronto linguistico permetterebbe una migliore comprensione dei meccanismi e caratteristiche della cosiddetta ‘lealtà linguistica’ da parte della stampa etnica. (Pierno, 2012, p. 73) E in questo modo tratterò anche le pubblicità della GdM, cioè esaminerò le caratteristiche linguistiche delle pubblicità mettendole a confronto con equivalenti o trend soprattutto linguistici dell’epoca e del medium di pubblicazione. Alcuni appunti sulla lingua delle pubblicità a stampa in Italia Prima di passare all’analisi delle pubblicità sulla Gazzetta del Massachusetts, esaminerò in maniera cursoria alcune pubblicità italiane, stampate in Italia, per mostrare che anche nelle terre delle origini esistevano anomalie linguistiche all’epoca in cui veniva pubblicata a Boston la GdM. Nell’annuncio per giradischi, Figura 4, tratto dall’esemplare di gennaio 1915, si notano la preposizione articolata colla, la parola inglese inches, 226 Christina Vani i verbi all’indicativo dopo frasi assolute (la sola Compagnia che vende, la sola macchina che suona), Records plurale con la s inglese, e si vendono da con la si impersonale presente anche con un agente. Figura 4. gen/01/1915 (GdM) Figura 4 – gen/01/1915 (GdM) Edizione straordinaria! Read all about it! 227 Figura 4 – gen/01/1915 (GdM) Figura55.– Elenco a telefono Roma 1940/1 (Medici, 1986, 1986, p. 50) p. 50) Figura Elencoabbonati abbonati a telefono Roma 1940/1 (Medici, la pubblicità (Figura Osserviamo nomecommercia ancheanche la pubblicità (Figura 5) 5) perper le le Grafonole, Grafonole, nome Osserviamo commerciale, e per i dischi Columbia (dischi conosciuti con la marca e per i dischi conosciuti con la marca della Grafonola). Grafonola).(dischi Nell’annuncio americano, i dischi vengono chiama-Nell’annunc dellaColumbia ti con la parola inglesechiamati records; i con grammofoni americano, i dischi vengono la parolavengono inglesedisegnati records;coni grammofo il nome generico macchine parlanti. Nel capitolo in cui elenca esemvengono disegnati con il nome generico macchine parlanti. Nel capitolo pi tratti da giornali italiani attraverso due secoli, Medici, s’indica chein cui elen il “rilevamento di annunci pubblicitari ci consente in non poche occaesempi tratti da giornali italiani attraverso due secoli, Medici, s’indica che il “rilevamen sioni di puntualizzare o precisare meglio la data d’inizio d’uso di una determinata parola” (1986, pp. 52–53), e ciò vale anche per invenzioni relativamente nuove. Appunti linguistici sui numeri del 1903, i primi due del 1904 e il primo del 1915 Per la maggior parte, le pubblicità che compaiono sulla Gazzetta del Massachusetts sono le stesse su vari numeri della GdM; vale a dire, dunque, che le peculiarità segnalate ricompaiono su vari numeri. Le pubblicità di solito (salvo in alcuni casi in cui si trovano sia al lato destro della pagina dedicata alla cronaca oppure in basso a quella pagina) si trovano insieme all’ultima pagina o alle ultime pagine, tipicamente la terza e la quarta, della pubblicazione. Anche se le pubblicità si trovano tutte sulla stessa pagina, a volte è difficile distinguere quali degli annunci siano 228 Christina Vani vere e proprie pubblicità presentate da una ditta e quali facciano parte della cronaca, poiché molti annunci, come quello in Figura 6, sembrano, appunto, di essere articoli giornalistici, ma sono, in realtà, delle pubblicità molto dettagliate. Ci si trovano anche delle pubblicità a dimensioni affini a quelle degli annunci “convenzionali”, ma sembrano anche loro dei cortissimi articoli giornalistici (Figura 7). Figura 6. perper la purificazione del sangue (dic/19/1903) Figura 6 –Pubblicità Pubblicità la purificazione del sangue (dic/19/1903) Edizione straordinaria! Read all about it! 229 Figura 6 – Pubblicità per la purificazione del sangue (dic/19/1903) Figura77.– Pubblicità Italiana (dic/19/1903) Figura Pubblicitàdella dellaPasticceria Pasticceria Italiana (dic/19/1903) Grafia e fonetica4 Grafia Forse per influenza della convenzione inglese di usare maiuscole per la lettera iniziale del nome del giorno, del mese o della nazionalità, si trovano esempi di queste convenzioni per le parole italiane: Agosto (ago/2/1903), Settembre (ago/2/1903), Martedì (ago/5/1903), Italiano (gen/1/1915). Compare spesso un’ortografia intermedia, tra inglese e italiano: telephono (telefono in un annuncio adiacente; ago/2/1903), etc. (ago/2/1903; gen/1/1915) ma ecc. in annunci adiacenti (ago/2/1903), telefone (dic/20/1903), herba (gen/1/1915), karati (gen/1/1915). L’accento grafico è frequentemente assente, spesso sostituito dall’apostrofo, ma in alcuni casi la sua mancanza porta ad un significato diverso: Ci sono anche casi di anomalie grafiche in parole inglesi date all’influenza della lingua di partenza – l’italiano – sulla lingua di arrivo – l’inglese nel contesto dell’uso quotidiano della lingua. Un esempio notevole è pubblished (set/2/1903); tuttavia, non tratterò queste anomalie ortografiche in inglese. 4 230 Christina Vani e in qualunque miglioramento nelle macchine presenti e ricercato ed applicato (gen/1/1904), DA SEMPRE CONSIGLI ESATTI e da sempre rivelazioni veritiere (gen/1/1915); c’è una nota oscillazione nell’uso dell’accento (sia grave sia acuto) nei nomi del giorno della settimana: lunedi (set/8/1903) e Lunedi (e il resto dei giorni; gen/1/1915) ma nello stesso annuncio Lunedí (e così via con gli altri giorni della settimana) e in un’altra pubblicità dello stesso numero, lunedi’. Appaiono deviazioni ortografiche che sarebbero, effettivamente, degli errori tipografici (si veda Figura 8): fornisura da barbiere (nov/14/1903), preparalvelo (dic/20/1903), wercoat (gen/1/1904; sul 2° numero, la stessa pubblicità presenta la parola inglese overcoat come prestito integrale), bottigile (gen/1/1915); altre oscillazioni risultano dal plurale -ii dei nomi in -io: rosolii (dic/20/1903), necessarii (dic/21/1903), incendii (gen/2/1904), rimedii (gen/1/1915), proprii (gen/1/1915), ferroviarii (gen/1/1915) ma ferroviari (gen/1/1915), e figli (gen/1/1904), scrittoi (gen/2/1904), matrimoni (gen/1/1915). 8. Pubblicità dalla GdM con (Massachusets un errore di grafia dalla GdM con un errore di grafia invece di Massachusetts), Figura 8 – PubblicitàFigura (Massachusets invece di Massachusetts), pubblicata su vari numeri pubblicata su vari numeri Vocalismo Vocalismo Laei e la e prostetiche compaiono, si potrebbe supporre per influenza del- e della La i e la prostetiche compaiono, si potrebbe supporre per influenza della grafia la grafia e della fonetica inglese (istrumenti versus instruments [ingl.], foneticaperinglese (istrumenti versus instruments [ingl.], persi tratta esempio); più probabilmente esempio); più probabilmente (Pierno, 2015), di forme lette- istrumenti (ago/2/1903), (gen/1/1904). trovano ancheestimata (Pierno,rarie: 2015), si tratta di formeestimata letterarie: istrumenti Si(ago/2/1903), delle deviazioni e/o degli arcaismi: battisimi (ago/2/1903); (gen/1/1904). Si trovanoortografiche anche delle deviazioni ortografiche e/o degli arcaismi: battisimi garentiscono (dic/19/1903), garentiti (gen/1/1915) e garentiamo (ago/2/1903); garentiscono (dic/19/1903), garentiti (gen/1/1915) ema garentiamo (gen/1/1915) ma garanzia (gen/1/1915); danaro (nov/16/1903) de- naro (gen/1/1915); quistioni (gen/1/1915). Altre formema note sono (gen/1/1915); i dia(gen/1/1915) ma garanzia (gen/1/1915); danaro (nov/16/1903) denaro lettalismi culinari: mostacciuoli (gen/1/1904) e sosamielli (gen/1/1904); quistioni (gen/1/1915). Altre forme note sono i dialettalismi culinari: mostacciuoli (gen/1/1904) e sosamielli (gen/1/1904); delle forme letterarie o gallicizzanti: intiera e intiero (gen/1/1904); un possibile errore tipografico: dei sui meriti (gen/1/1904). Edizione straordinaria! Read all about it! 231 delle forme letterarie o gallicizzanti: intiera e intiero (gen/1/1904); un possibile errore tipografico: dei sui meriti (gen/1/1904). Consonantismo Come nota Pierno (2012, p. 77), le palatali, senza o con una consonante precedente, hanno vari esiti nella copia, fra cui lo scempiamento della consonante: passegieri (ago/2/1903; dopo, nello stesso annuncio, passeggieri [e in gen/1/1915]). Sono frequenti l’incertezza e l’oscillazione tra scempie e doppie, lenite e rafforzate: sodisfazione (soddisfazione in vari altri annunci sulla stessa pagina; ago/2/1903), publico (gen/1/1904) ma pubblico dopo nello stesso annuncio, libre (gen/1/1904) ma libbre dopo nello stesso annuncio, ammobigliate (ago/2/1903; gen/2/1915) e mobiglia (gen/1/1915), bigliardo (ago/2/1903), prattico (set/7/1903), sudetto (gen/1/1904) ma suddetti (gen/2/1904). L’affricazione o l’assibilazione appare in dimenzioni (ago/2/1903) e annunzio (gen/1/1915). Per quanto riguarda Nort St. (gen/1/1904), può trattarsi di un errore tipografico oppure di un riflesso della pronuncia italiana della parola inglese North. Morfologia Ci sono vari plurali anglicizzanti in -s: brandis (plurale di brandy, il liquore; ago/2/1903) e in un altro annuncio, subito sotto, brandies e anche wiskies (ago/2/1903). Molteplici sono i casi in cui il numero e il genere sono errati: paste dalle migliore fabbriche (ago/3/1903) ma paste delle migliori fabbriche (in cui c’è anche un’oscillazione nella scelta della preposizione; gen/1/1904), le migliore rasoie (nov/14/1903), statue di santi e di uomini illustri di qualsiasi grandezza e scolpiti in marmo o legno (nov/18/1903), le più gustose (con antecedente Cassate e Cannoli; dic/20/1903), nelle migliore pasticcerie (dic/20/1903), i suoi prezzi sono lo stesso (dic/19/1903), L’apertura […] e la costruzione […] sarà intrapreso (gen/1/1904), se la qualità ed il gusto lo si crede migliore (gen/1/1904), li rivendette (con antecedente Azioni; gen/1/1915), Partenze regolare (gen/1/1915), matterasse (gen/1/1915), all’ Ingrosso ed al Minuto (gen/1/1915) ma anche alla minuta (ago/1/1903), al 74 Prince St. (gen/1/1915); vaglia viene usato come sostantivo plurale in vaglia 232 Christina Vani postali e telegrafici (gen/1/1904) e vaglia bancari (gen/1/1915) ma vaglia postale (gen/1/1915). Le preposizioni articolate con forme arcaiche sono comuni: col (gen/1/1915), pel (gen/1/1904), pei (gen/1/1904; gen/1/1915) ma per la (gen/1/1904), colla (gen/1/1915). Sono infrequenti le coniugazioni verbali sbagliate: si eseguiscono (nov/14/1903). È apparente una preponderanza di voi come forma di cortesia: siete voi ammalato (set/9/1903), siete afflitto (set/9/1903), vi sentite oppresso (set/9/1903), siete ammalato (gen/1/1904), fate voi stesso il prezzo (gen/1/1915); è prevalente un uso non moderato dei superlativi: prezzi bassissimi (ago/2/1903), viaggio direttissimo (ago/2/1903), a convenientissimi termini (ago/2/1903), carne freschissima (ago/2/1903), prezzi moderatissimi (gen/1/1915), conosciutissimi (gen/1/1915). Lessico I prestiti inglesi integrali abbondano nelle pubblicità: undertaker(s) (ago/2/1903), bail commissioner (giudice della pace e bail commissioner; ago/2/1903), plumber (ago/2/1903), dalle 8 alle 10 a.m. (ago/6/1903), dalle 7 alle 9 p.m. (nov/14/1903), restaurant (set/8/1903), mortgage(s) (set/9/1903; gen/1/1915)5, leases (set/9/1903), strops (nov/14/1903), Dr. (gen/1/1904) ma anche Dott. (gen/1/1904), overcoat (gen/2/1904), Real Estate (gen/1/1915), “Bridge Work” (con virgolette; gen/1/1915), Cash Coupons (gen/1/1915), Cocoa (gen/1/1915), bond (gen/1/1915), stock (gen/1/1915). Vari sono i calchi sostantivali, ma meno frequenti sono i calchi semantici frasali: fornitura (set/8/1903), grosseria (ago/3/1903) e grosserie (gen/1/1915), manifatturia (set/7/1903) ma manifatturazione (gen/1/1904) e manifattura nella stessa pubblicità, accidenti (nov/14/1903), madre compagnia (gen/1/1904), fattoria per significa Per quanto riguarda la parola mortgages, sembra che ci fosse stata una consapevolezza simultanea del termine italiano e del fatto che fosse possibile che la gente italoamericana non conoscesse quel termine italiano. Questa ipotesi è sostenuta dalla pubblicità dell’Avv. Orlandini in cui include la parola inglese fra parentesi accanto alla parola standard italiana: “Denaro in prestito per l’ammontare di qualsiasi somma su ipoteche (mortgages) di case in qualsiasi parte di Boston e dintorni” (GdM, gen/1/1915). 5 Edizione straordinaria! Read all about it! 233 re fabbrica (dall’inglese “factory”; gen/1/1904). È evidente una certa confusione negli annunci per quanto riguarda i toponimi, e quindi molti vengono usati secondo la loro struttura inglese con una o più parti tradotte in italiano; per esempio: Nord End (ago/5/1903), 34ma Strada (gen/1/1904) ma 30 Pemberton Sq., Room 9 (gen/1/1904), Milano (Italy) (gen/1/1904) ma Gragnano (Italia) adiacente. Altri prestiti adattati: bedges (nov/18/1903), posti di box (da “box seats”; gen/1/1915), piani (per pianoforti, e pianoforte viene usato nella pubblicità; gen/1/1905); arcaismi: prole (gen/1/1904), niuno (gen/1/1915); dialettismi: bisciutteria (gen/1/1915); malapropismi: battezzi (ago/3/1903), fabbricato (come sostantivo; set/8/1903), solo invece di unico in frasi quali Solo agente pel New England (gen/1/1904) ma Unico Agente Italiano (gen/2/1904), spediti entro bottiglie (invece di dentro; gen/1/1915). Sintassi Il pronome soggetto viene spesso espresso quando non si ha luogo, o ci sono ridondanze nella ripetizione del pronome soggetto nei riflessivi (o il pronome è posposto o attaccato al verbo): siete voi ammalato (set/9/1903), Potete preparalvelo [sic] da per voi (gen/1/1904), Noi sosteniamo (gen/1/1915), Il Miglior Studio Fotografico trovasi al 74 Prince St. (gen/1/1915); una ridondanza generale: Venduta da tutti i venditori dappertutto (gen/1/1915). Qualche volta gli articoli e le preposizioni sono assenti o sbagliati; per gli articoli: vostri ordini (ago/5/1903), nostri clienti (ago/5/1903), Nord End (ago/5/1903), lo acquisto (gen/1/1904); per le preposizioni: Vi invitiamo recarvi nel nostro magazzino (gen/1/1904) e in una pubblicità diversa sono cordialmente invitati di recarsi (gen/1/1904), dello stato Maine (gen/1/1904), sono costretti adoperarle (gen/1/1904: questo esempio è molto interessante per il fatto che il morfema equivalente alla preposizione che andrebbe usata è la sillaba iniziale dell’infinito della frase, come se questa “mancanza” della preposizione fosse un caso di univerbazione. Può darsi che sia per questo motivo che viene omessa la preposizione prima dell’infinito), sono […] invitati di recarsi al sudetto [sic] locale ed assaggiare (per assaggiare oppure e di assaggiare; gen/1/1904). C’è una tenden- 234 Christina Vani za di incertezze e di oscillazioni nella scelta della preposizione (o l’uso di essa quando non si ha luogo): macchine da scarpe (gen/1/1904) e nello stesso annuncio macchine per scarpe, macchine per calzature e, dopo, macchine da calzature, nel 31 dicembre (gen/1/1904), sono […] invitati di recarsi al sudetto [sic] locale ed assaggiare (gen/1/1904), in Boston (ago/2/1903; gen/2/1904; gen/1/1915), da New York all’Italia (gen/2/1904), grave danno della vostra salute (gen/1/1915), a chi sposerete (gen/1/1915), non viene mai in contatto di (gen/1/1915), viene servita sulla vostra tavola (gen/1/1915), Si occupa per fare avere la cittadinanza (gen/1/1915). La regola della s impura viene in genere rispettata, salvo nel caso seguente: Agenti del Zepp’s Dandruff Cure (gen/1/1904; o, meglio, della per parlare della cura). Non è raro trovare l’indicativo dove è richiesto il congiuntivo: le più gustose che si possono trovare (dic/19/1903) ma la migliore che si possa trovare (gen/2/1904) e i migliori che siano sul mercato (gen/1/1915). Finalmente, le frasi anglicizzanti sono abbondanti: per minuto (invece di al minuto: gen/1/1904), È confidentemente creduto (gen/1/1904), è costantemente in guardia per macchine che riducano il lavoro (gen/1/1904; al mio orecchio anglofono, questa frase ha un sapore straniero che richiamerebbe l’espressione “to be on the lookout for”), arriva a voi pura, pulita e matura come qualsiasi birra ale puo’ possibilmente essere (gen/1/1915: “as any beer ale can possibly be”). A volte, un singolo articolo vale per vari sostantivi di diversi generi e numeri: presso il suo negozio e fabbrica (gen/2/1904). Frequente è il fenomeno di anteporre l’aggettivo al sostantivo: a convenientissimi termini (ago/2/1903), una accurata e rigida ricerca (gen/1/1904), susseguente anno (gen/1/1904), di continua pratica (gen/1/1904), una piena orchestra (gen/1/1915), questo semplice ed economico congegno (gen/1/1915). Altri fenomeni sintattici generali sono il pronome riflessivo che precede l’imperativo: Non vi fate illudere (gen/1/1915); il che o dove polivalente: leggete il mio nuovo libro dove imparerete (dic/21/1903), dal momento che entra nei fusti (gen/1/1915); un’alto [sic] e apprezzabile ribasso e un’anno [sic] (gen/1/1904) ma, nello stesso annuncio, una accurata e rigida ricerca; oscillazione tra $ [prezzo] per gallone in su (gen/1/1915) e $ [prezzo] in su per gallone (gen/1/1915). Edizione straordinaria! Read all about it! 235 Conclusioni Lo scopo di questa breve analisi linguistica delle pubblicità stampate sulle annate della Gazzetta del Massachusetts era prevalentemente di compiere un lavoro descrittivo. Ciò nonostante, durante la progressione dello studio, diventava evidente la necessità di rispondere alle questioni seguenti: se le anomalie linguistiche che si trovavano stampate all’inizio del secolo continuavano a riprodursi sulle pagine stampate più tardi, o se venivano “corrette” – o se magari cominciavano a prevalere le forme più anglicizzanti a causa dei contatti più duraturi e comuni con la lingua inglese della nuova terra. La prima delle tre ipotesi sembra quella più plausibile: le anomalie linguistiche comparse sui giornali stampati nel 1903 e nel 1904 riapparsero nel primo numero del 1915. L’ultima delle tre ipotesi si rivela completamente falsa: non sono più frequenti gli anglicismi lessicali o delle convenzioni sintattiche anglicizzanti nelle pubblicità del 1915; l’influenza inglese e le incertezze linguistiche sembrano quasi statiche dopo un decennio. Non è chiaro, finalmente, se alcune prove puntando alla verità della seconda ipotesi si siano manifestate sui numeri seguenti della GdM; sarà necessaria una ricerca esaustiva di tutti i numeri del settimanale, un lavoro che mi auguro di compiere nei prossimi anni. Occorrerà studiare le ultime annate composte in italiano, cioè le pubblicità degli anni ’40 e ’50, prima che si passò alla stampa esclusivamente in inglese del Post-Gazette (come venne poi chiamata la GdM). Per ora, queste pagine della GdM rimangono una ricchissima fonte di fenomeni linguistici notevoli ed importanti per lo studio della lingua italiana in Nord America, perché rendono chiara l’influenza predominante della cultura anglofona a Boston sui locutori italiani. Bibliografia Boston Post-Gazette. Pam Donnaruma. Tratto da: http://www.bostonpostgazette.com/pam.htm Capozzi, M.R. (1999–2000). La lingua della pubblicità. Tratto da http://www. italicon.it/it/modulo.asp?M=m00084 Cappiello, L. (2015). Posters. Tratto da: http://www.cappiello.fr/en/his-work/ posters 236 Christina Vani Corti, M. (1974). Per una nuova prospettiva nello studio del linguaggio pubblicitario. In: M. Wandruszka (a cura di), Italiano d’oggi: lingua non letteraria e lingue speciali (pp. 55–66). Trieste: LINT. Deschamps, B., & Luconi, S. (2002). The publisher of the foreign-language press as an ethnic leader? The case of James V. Donnaruma and Bostons’s Italian-American community in the interwar years. Historical Journal of Massachusetts, 30(2), 126. Tratto da: http://search.proquest. com/docview/233343642?accountid=14771 Donnaruma, J.V. (a cura di). (1903, 1904, 1915). La Gazzetta del Massachusetts. Tratto da: [sito chiuso al pubblico]. Dudovich, M. (1900). La dama e il maggiordomo. [Pubblicità dei Magazzini Mele]. Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo – Archivi della moda del Novecento. Tratto da: http://www.moda.san.beniculturali.it/wordpress/?page_id=3140 Haller, H.W. (1993). Una lingua perduta e ritrovata: l’italiano degli italoamericani. Scandicci–Firenze: La Nuova Italia. Immigration Research History Center, University of Minnesota (2012, ottobre 5). Donnaruma, James V., 1874–1953, Papers. Tratto da: http:// www.ihrc.umn.edu/research/vitrage/all/do/ihrc559.html Martellone, A.M. (1973). Una Little Italy nell’Atene d’America: la comunità italiana di Boston dal 1800 al 1920. Napoli: Guida. Medici, M. (1986). La parola pubblicitaria: due secoli di storia fra slogan, ritmi e wellerismi. Pomezia: Sarin. Pierno, F. (2012). La ‘lingua raminga’. Appunti su italiano e discorso identitario nella prima stampa etnica in Nord America. In: M. Brera, C. Pirozzi (a cura di). Lingua e identità a 150 anni dall’Unità d’Italia (pp. 65–98). Firenze: Cesati. Riassunto: In questo articolo, mi baso sulle ricerche esposte da Franco Pierno nel suo articolo del 2012 sulla “lingua raminga”, che studia la sottocodice italiana impiegata nelle prime pubblicazioni giornalistiche etniche in Nord America. Prima, presento un po’ della storia della pubblicità in Italia, concentrandomi poi su come questi fenomeni si sono tradotti nell’ambiente italoamericano nel Massachusetts. Nella parte centrale dell’articolo, esamino gli annunci pubblicitari pubblicati sui primi numeri della Gazzetta del Massachusetts (GdM; del 1903 e del 1904), esplorando in dettaglio l’uso dei prestiti lessicali, sia integrali sia adattati, attraverso le pubblicazioni iniziali della GdM. Divido questa analisi nelle sezioni di studio linguistico seguenti: grafia e fonetica; morfologia; lessico; e sintassi. Finalmente, controllo se un incremento nell’uso di prestiti lessicali coincida non solo con un numero superiore di italiani nella comunità bostoniana, ma anche con l’assimilazione linguistica più profonda della cultura anglofona predominante. Parole chiave: italoamericano, enclave linguistica, giornale, immigrazione, emigrazione