18/03/2016 Pag. 90 N.1461 - 18 marzo 2016 arte PEGGY, SUO ZIO E L’ARTE DEL ‘900: COLLEZIONI A CONFRONTO di Brunella Schisa Firenze, Palazzo Strozzi: dai musei Guggenheim oltre cento opere europee e americane. Testimonianza del gusto dei due mecenati. Che non si amavano eggy Guggenheim e lo zio Robert Salomon non avevano un rapporto idilliaco. Quando Peggy decise di lasciare la sua favolosa collezione alla Guggenheim Foundation, che chiamava ironicamente «il garage di mio zio», mise come condizione: che non venisse spostata da Palazzo Venier dei Leoni a Venezia, sua residenza dalla fne degli anni Quaranta e luogo dove, nel 1979, volle fossero sepolte le sue ceneri, accanto a quelle dei suoi 14 cani. Il padre era morto sul Titanic quando Peggy aveva appena tredici anni e lei, fno a quando non ereditò dalla madre, fu costretta a lavorare. Lo zio, invece, andato in pensione e scoperta la passione per il collezionismo, aveva creato nel ’37 la R. Solomon Foundation e, spinto all’astrazione dalla pittrice tedesca Hilla Rebay, due anni dopo il Museo della pittura non oggettiva fondato sull’arte di Vasilij Kandinskij. Negli stessi anni, la trasgressiva Peggy divorava la vita in Europa. «In famiglia mi vedevano come la pecora nera, ma credo di averli sorpresi». A Parigi conobbe P A DESTRA, JACKSON POLLOCK, FORESTA INCANTATA (1947). IN ALTO, PEGGY GUGGENHEIM E MAX ERNST NELLA GALLERIA SURREALISTA ART OF THIS CENTURY DI NEW YORK (1942). NELL’ALTRA PAGINA, VASILIJ KANDINSKIJ, CURVA DOMINANTE (1936) 90 . IL VENERDÌ . 18 MARZO 2016 Jean Cocteau e Marcel Duchamp, Pablo Picasso: «A quel tempo non capivo nulla di arte e Marcel cercò di educarmi. Non so che cosa avrei fatto senza di lui.Mi insegnò la differenza tra Surrealismo e Astrattismo, mi presentò a tutti gli artisti suoi amici, che lo adoravano, e fui molto ben ricevuta ovunque. Devo a lui la mia introduzione al mondo dell’arte moderna». Peggy cominciò ad acquistare un quadro al giorno fno al ‘41, quando, per sfuggire alla guerra, si trasferì a New York con Max Ernst (che sposò, ma da cui divorziò appena due anni dopo) e aprì sulla 57ª la galleria Art of this Century, un luogo d’in- FIRENZE DA KANDINSKY A POLLOCK. La grande arte dei Guggenheim PALAZZO STROZZI DAL 19 MARZO AL 24 LUGLIO CATALOGO MARSILIO Info: tel. 055-2645155 www.palazzostrozzi.org contro e confronto della vecchia e la nuova generazione. Lì, inaugurò la prima personale di Jackson Pollock ( «la mia più grande scoperta artistica»). Donna malinconica e infelice, Peggy era anche una collezionista di uomini (raccontò che con Samuel Beckett aveva passato quattro giorni senza mai alzarsi dal letto). Mentre lei riempiva così le cronache mondane e artistiche, lo zio esponeva nella sua suite all’Hotel Plaza e aveva comprato un terreno sulla Quinta per trasferire il suo museo. Ma il capolavoro di Frank Lloyd Wright sarebbe stato fnito solo nel 1959, dieci anni dopo la morte del mecenate americano. Ora la mostra fiorentina a Palazzo Strozzi Da Kandinsky a Pollock. La Grande arte dei Guggenheim, curata da Luca Massimo Barbero, mette a confronto le due collezioni attraverso oltre cento opere europee e americane realizzate tra gli anni Venti e Sessanta. Spiccano la tela monumentale di Kandinskij Curva dominante, il manifesto dell’arte surrealista Il bacio di Max Ernst, Foresta incantata di Jackson Pollock, La boite en valise di Marcel Duchamp. La lista degli artisti è lunga: Mark Rothko, Alexander Calder, William de Kooning, Roy Lichestein, Cy Twombly, Jean Dubuffet, Lucio Fontana, Giacometti sono solo alcuni nomi che accompagnano questo straordinario viaggio nella storia dell’Arte del Ventesimo secolo. La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato SPECIALE diffusione:305529 tiratura:424233