Le difficoltà scolastiche: dal riconoscimento all’intervento educativo didattico. Prof. Stefano Zucca USO DIDATTICO INTERNO Difficoltà o Disturbo? USO DIDATTICO INTERNO È proprio così difficile distinguere la difficoltà dal disturbo di apprendimento? USO DIDATTICO INTERNO Difficoltà di apprendimento equivale ad un Apprendimento Difficile USO DIDATTICO INTERNO Per difficoltà si intende una prestazione da parte di uno studente inferiore ai livelli attesi per età o per scolarità USO DIDATTICO INTERNO E’ definita tale nel contesto scolastico attraverso la somministrazione, in genere collettiva, di prove standardizzate. USO DIDATTICO INTERNO Quando si parla invece di disturbo di apprendimento si intende la verifica di una condizione attraverso un procedimento clinico che documenti la presenza di un deficit in grado di spiegare le problematiche dello studente. USO DIDATTICO INTERNO Un disturbo DISTURBI si configura nel momento in cui il funzionamento cognitivo, emotivo e comportamentale di una persona assume comprometterne benessere, caratteristiche il tali senso da di le relazioni con gli altri, la scuola, il lavoro, o altre aree importanti della vita. USO DIDATTICO INTERNO La diagnosi di disturbo psichico può essere fatta da psicologi, psicoterapeuti e psichiatri, i quali fanno riferimento al DSM-IV (Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders) e all’ ICD-10 (International Statistical Classification of Deseases and Related Health Problems) che sono i due manuali di classificazione attualmente più utilizzati in tutto il mondo. USO DIDATTICO INTERNO Il disturbo ha una base neurofunzionale precisa, per modificarla, saranno richieste esercitazioni o attività mirate con una certa frequenza e durata. Se, al contrario, il problema cambia rapidamente con semplici adattamenti didattici, è chiaro che non è determinato da una funzionalità neurobiologica. USO DIDATTICO INTERNO Per quanto riguarda le caratteristiche che dovrebbero permettere di identificare una condizione di disturbo, non ci sono dubbi sul fatto che esso derivi da una condizione innata. USO DIDATTICO INTERNO Vi sono infatti alcuni studi a sostegno dell’ipotesi che i disturbi specifici di apprendimento anche se possono venire rilevati solo quando al bambino viene richiesto di leggere, scrivere o svolgere dei calcoli abbiano delle caratteristiche neurofunzionali specifiche sin dalla nascita USO DIDATTICO INTERNO Si può quindi ipotizzare che un disturbo specifico dell’apprendimento sia l’espressione di una particolare organizzazione funzionale già presente alla nascita che però trova la sua espressività maggiore quando vengono richiesti compiti di lettura, scrittura e calcolo. USO DIDATTICO INTERNO DISTURBO DIFFICOLTÀ • Innato • Resistente all’intervento • Resistente al cambiamento • Non innato • Modificabile con interventi didattici mirati USO DIDATTICO INTERNO Disturbi Evolutivi Specifici DES si intendono: Disturbi specifici dell’apprendimento, i deficit del linguaggio, delle abilità non verbali, della coordinazione motoria, ricomprendendo – per la comune origine dell’età evolutiva – anche quelli dell’attenzione e dell’iperattività, mentre il funzionamento intellettivo limite può essere considerato un caso di confine fra la disabilità e il disturbo specifico (Direttiva 27/12/2012). USO DIDATTICO INTERNO Disturbi specifici dell’apprendimento DSM IV • I D.S.A. vengono diagnosticati quando i risultati ottenuti da un soggetto in test standardizzati, somministrati individualmente, su lettura, calcolo, espressione scritta risultano al di sotto di quanto previsto in base all’età, all’istruzione e al livello di Intelligenza. (Criterio A) • L’anomalia interferisce, in modo significativo con l’apprendimento scolastico e le attività della vita quotidiana che richiedono tale capacità.(Criterio B) USO DIDATTICO INTERNO Disturbi specifici dell’apprendimento ICD 10 Il sistema ICD-10 ribadisce inoltre che si tratta di una specifica e significativa compromissione nello sviluppo delle capacità di lettura, compitazione (o scrittura) ed abilità aritmetiche, che non sono spiegabili dall’età mentale, da problemi di acutezza visiva o da inadeguata istruzione scolastica. USO DIDATTICO INTERNO Il disturbo specifico di apprendimento Si tratta di una dell’individuo, tanto , costitutiva che alcuni tendono a definirla come una caratteristica della persona senza connotazione di patologia, la quale si , rende quando il livello di sviluppo e la richiesta ambientale si concentrano proprio su questi aspetti. USO DIDATTICO INTERNO Vi sono alcuni parametri che possono aiutare l’insegnante a mettere meglio a fuoco la crescita e a valutare il che fare. Tra i più significativi: -Il gap e la discrepanza, tra ciò che quel bambino sa fare e le attese in rapporto all’età e al confronto con i coetanei. Esempio: il bambino che alla fine I° anno di scuola primaria non sa ancora leggere e scrivere autonomamente singole parole, non associa fonemi e grafemi, in III non è in grado di USO DIDATTICO INTERNO comprendere un piccolo brano scritto. -La durata e la frequenza di comportamenti immaturi e inadeguati rispetto all’interazione ed al contesto. Es. il bambino che non riesce ad abituarsi a dormire da solo e che fa capricci sproporzionati ed insistenti senza che sia possibile consolarlo o farlo ragionare. Bambino che non riesce a concentrarsi in un gioco o su un compito. dei ritardi che -La gravità o l’intensità caratterizzano le difficoltà di sviluppo del bambino e i suoi comportamenti cognitivi affettivi e sociali USO DIDATTICO INTERNO Non tutte le difficoltà presentate da un bambino assumono la stessa valenza di campanelli di allarme. Ad esempio un bambino molto irrequieto preoccupa di più di un bambino molto silenzioso, un bambino che parla poco e male preoccupa più di un bambino che disegna poco e male, un bambino maldestro o aggressivo preoccupa di più di un bambino che non gioca o si ritrae. Infatti, alcuni comportamenti richiamano maggiormente l’attenzione dell’adulto soprattutto quando pesano sulla quotidianità e si costituiscono come fattori di fatica della relazione educativa. USO DIDATTICO INTERNO Questo è il motivo per cui spesso giungono ad una visita specialistica alcuni problemi piuttosto che altri, non necessariamente in proporzione alla gravità del disturbo ma piuttosto in rapporto al “fastidio” familiare e provocato nella gestione scolastica o tollerabilità degli adulti. USO DIDATTICO INTERNO alla soglia di La scelta da parte di una famiglia di avviare una consultazione neuropsichiatrica o psicologica, è spesso: - sollecitata dal pediatra o dall’insegnante; - è strettamente influenzata anche dalla cultura sanitaria del Paese, dalla funzionalità estensione territoriale dei servizi per l’infanzia. USO DIDATTICO INTERNO ed “Ma con un disturbo ci si nasce o disturbati si diventa?” Nella genesi di tutti i disturbi dello sviluppo si assume la presenza di una base costituzionale con la quale “ci si nasce”, ma il disturbo si struttura e si organizza in rapporto agli eventi della vita che ne favoriscono o sfavoriscono la comparsa e l’evoluzione. USO DIDATTICO INTERNO GRAVITÀ CLINICA: risponde a parametri e a criteri in uso, quali l’estensione del danno, la severità del deficit, la compromissione cognitiva, l’interessamento di più assi di sviluppo, l’intensità e la persistenza della sintomatologia e l’eventuale comorbidità. USO DIDATTICO INTERNO GRAVITÀ SCOLASTICA: risponde a criteri più influenzati dalle modalità con cui una difficoltà o un disagio si esprimono nella scuola, nei processi di apprendimento e nella dimensione relazionale del gruppo. Ciò che la scuola percepisce come grave nel bambino è correlato soprattutto al rendimento didattico e alla tenuta sociale in termini di rispetto delle regole e di adattamento all’ambiente. USO DIDATTICO INTERNO PREDITTORI DI DSA NELLA SCUOLA INFANZIA PRIMARIA USO DIDATTICO INTERNO ANOMALIE NELLE SEQUENZE: -confondono i giorni della settimana; -non ricordano i mesi dell’anno; -hanno difficoltà nella memorizzazione delle date; -non riconoscono il susseguirsi delle stagioni; -fanno fatica a riconoscere le lettere nelle parole e le parole all’interno delle frasi; -dimostrano problemi nell’elencazione dei numeri, in avanti e soprattutto all’indietro. USO DIDATTICO INTERNO DIFFICOLTÀ NELL’ORIENTAMENTO SPAZIO-TEMPORALE: -fanno confusione tra destra e sinistra; -presentano difficoltà nel riconoscere gli oggetti dentro o fuori da un campo; -fanno confusione tra sopra e sotto; -fanno confusione nella dimensione temporale tra prima e dopo, ieri, oggi o domani; DIDATTICO INTERNO -hanno difficoltà nella USO lettura dell’orologio. COORDINAZIONE MOTORIA: -appaiono goffi; -mostrano difficoltà nelle attività sportive in cui si usano mani (ad esempio basket) o piedi (ad esempio calcio); -hanno difficoltà nelle procedure di vestizione, con limiti nell’allacciare o nell’abbottonare; -hanno scarsa destrezza nell’uso delle forbici; USO DIDATTICO INTERNO “NON STANNO A SENTIRE” -hanno difficoltà a ricordare le istruzioni; -hanno difficoltà a mettere insieme e a organizzare gruppi di pensieri e a raccontare storie o eventi vissuti; -necessitano di strategie alternative talvolta complesse e articolate per ricordare le consegne. USO DIDATTICO INTERNO anche ORGANIZZAZIONE DEL LAVORO: -dimenticano i materiali di lavoro; -perdono o rompono i materiali di lavoro ricorrendo a richieste esterne. USO DIDATTICO INTERNO “NON SI IMPEGNANO ABBASTANZA” -hanno difficoltà nell’organizzazione del lavoro e necessitano di aiuto costante per il mantenimento dell’ordine; -sono più abili a esporre e farsi capire oralmente che a descrivere per iscritto; -sanno che scrivendo accumulano errori e per evitare l’esperienza frustrante preferiscono non cimentarsi in questo compito. USO DIDATTICO INTERNO RELAZIONI CON GLI ALTRI: -mostrano difficoltà nella comprensione di consegne verbali; -mostrano difficoltà nel seguire più istruzioni nello stesso tempo; -mostrano difficoltà nell’espressione verbale fluente anche se dispongono di un buon vocabolario; -dimenticano facilmente le parole o “perdono” la parola che avevano in mente; USO DIDATTICO INTERNO -Mostrano difficoltà nel ripetere parole in modi diversi; -Sono estremamente concisi; -Hanno difficoltà nell’apprendimento delle filastrocche o nell’imparare delle rime; -Hanno difficoltà nel disegno (ad esempio disegnano un viso saltandone parti essenziali). USO DIDATTICO INTERNO “NON SI CONCENTRANO” -nel tempo in cui copiano un lavoro sembrano esaurire rapidamente la concentrazione USO DIDATTICO INTERNO “NON SONO PRECISI” -hanno scarsa manualità e scarso controllo del mezzo grafico e difficoltà di tipo prassico. USO DIDATTICO INTERNO “NON CONTROLLANO IL LORO LAVORO” -possono scrivere la stessa parola più volte sbagliandola ripetutamente e in maniera diversa; -mancano della percezione visuale complessiva della parola stessa. USO DIDATTICO INTERNO Una diagnosi quando: di DSA può essere formulata -il QI è nella norma; -C’è familiarità per il disturbo; -C’è un pregresso ritardo del linguaggio; -nella lettura per velocità e/o correttezza si mostra una prestazione di -2ds; -sono presenti difficoltà associate di scrittura; -sono presenti numerico. difficoltà associate USO DIDATTICO INTERNO nel sistema Oggi i pazienti DSA possono usufruire in ambito scolastico di strumenti dispensativi e compensativi: calcolatrici per i calcoli piuttosto che computer con software di autocorrezione poter agevolare i loro lavori. USO DIDATTICO INTERNO in modo da Percezione della forma Una percezione della forma ben sviluppata permette una discriminazione immediata ed accurata delle somiglianze e delle differenze ed una abilità di riprodurre e generalizzare le forme DIFFICOLTÀ Confondere o scambiare le parole che sembrano simili Invertire lettere o parole USO DIDATTICO INTERNO Percezione visiva, memoria visiva e visualizzazione L'abilità di formare, trattenere immagini visive è essenziale per una comprensione efficace del testo letto. Funzione Ricevere l'informazione visiva Ricordare l'informazione visiva Visualizzazione Difficoltà Copiare da un posto all'altro Ricordare ciò che è stato visto o letto Ridotta comprensione del testo letto USO DIDATTICO INTERNO Bibliografia di riferimento per la costruzione delle slide Mazzoncini, B. Musatti L., I disturbi dello sviluppo. Bambini genitori insegnanti, Raffaello Cortina Editore, Milano, 2012. Giacomo Stella, Enrico Savelli, Davide Gallo, Mauro Mancino, Dislessia Evolutiva in Pediatria, Guida all’identificazione precoce, Erickon, 2011, Trento. Orsoline M., Fanari R., Maronato C., Difficoltà di lettura nei bambini. Ed. Carocci, 2005. Sabbadini G., Manuale di neuropsicologia dell'età evolutiva. Ed., Zanichelli, 1995. Stella G., ( a cura di ), La dislessia: Aspetti clinici, psicologici e riabilitativi. Ed. F. Angeli, 1996. Tressoldi P.E. , Vio C., Diagnosi dei disturbi dell'apprendimento scolastico. Ed. Erickson, Trento, 1996. Tressoldi P.E., Vio. C., Il trattamento dei disturbi dell'apprendimento scolastico. Ed. Erickson, Trento, 1998. Gazzetta Ufficiale N. 244 del 18 Ottobre 2010 - legge 8 ottobre 2010 , n. 170 “Nuove norme in materia di disturbi specifici di apprendimento in ambito scolastico.” Vicari S., Caselli M.C., Neuropsicologia dello Sviluppo, Il Mulino USO DIDATTICO INTERNO