Qui si formano e crescono i nemici dei tumori

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Eventi
Lunedì 22 dicembre 2014
■■ ISTITUTO DI RICERCHE CHIMICHE E BIOCHIMICHE G. RONZONI / Personale appassionato e qualificatissimo. Spicca anche per master e formazione
Qui si formano e crescono i nemici dei tumori
Dal 1927 centro di caratura mondiale attivo su tre fronti di sviluppo: chemiometrico; nuovi farmaci a base di eparina; antivirali
U
n assiduo, appassionato, qualificatissimo apporto alla ricerca scientifica
internazionale e al perfezionamento della formazione di
neo laureati: è la mission alla
quale ha corrisposto anche
quest’anno come fa dal 1927
l’Istituto scientifico di chimica & biochimica G. Ronzoni
con sede a Milano e presieduto dal professor Luigi Cassar.
Fondazione dal 1998, l’Istituto ha da sempre intessuto
collaborazioni con Università
e Centri di ricerca di caratura mondiale, vanta oltre 350
pubblicazioni nei giornali più
influenti negli ultimi 30 anni.
Sul fronte della formazione,
quest’anno all’Istituto stanno
lavorando al loro progetto di
ricerca tre dottorande. Una
di queste, di origine russa
e iscritta alla Scuola di dottorato in Scienze Chimiche
dell’Università di Milano, ha
discusso la tesi il mese scorso;
le altre due, entrambe iscritte alla Scuola di dottorato di
Scienze dell’Università di Milano Bicocca, discuteranno
Tutto sulla risonanza magnetica sui carboidrati
L’
Il Laboratorio grandi apparecchiature
la tesi di dottorato in Biotecnologie industriali febbraio.
Sono in corso anche i tirocini
di due master di II livello, entrambi della facoltà di Farmacia dell’Università di Pavia.
Spettrometro FT-Ms
Biomedicina, uno sguardo aperto sul mondo
L’
area biomedica è stata sin dagli anni Trenta del secolo
scorso un ambito d’indagine e di ricerca per l’Istituto di
Ricerche Chimiche e Biochimiche “G.Ronzoni”. L’attenzione
si è concentrata sugli glicosamminoglicani e in particolare
le eparine. Su di essi l’Istituto coorganizza da 22 anni con
l’Università Heidelberg presso il Centro Italo-Tedesco di Villa Vigoni un convegno al quale partecipano i più eminenti
scienziati e le maggiori industrie del settore. L’indirizzo delle
ricerche è soggetto all’approvazione di un ristretto comitato
scientifico del quale fanno parte docenti del Mit, dell’Università Uppsala e qualificati ricercatori stranieri.
Per quanto riguarda le eparine, l’Istituto è sempre stato considerato tra i centri di eccellenza per i suoi fondamentali
studi sulla struttura e il meccanismo d’azione di questa importante classe di farmaci salva-vita nel loro impiego in chirurgia: pre-intervento come anticoagulanti; post-intervento
come antitrombotici. Le ricerche hanno anche contribuito
allo sviluppo di alcuni nuovi derivati eparinici.
Grazie alle indiscusse conoscenze e dotazioni strumentali,
l’Istituto su incarico della “Food and Drug Administration”
e del Mit ha realizzato una rapida e inequivocabile identificazione della sostanza contaminante l’eparina iniettabile,
alla base della “crisi dell’eparina” nel 2008 che procurò un
centinaio di decessi negli Usa.
Il continuo aggiornamento delle apparecchiature e di metodi
analitici originali hanno permesso una più stretta collaborazione con Fda-Usa e l’acquisizione di nuove commesse per la
certificazione analitica di materie prime e di prodotti finiti
di questa classe di farmaci.
Impegnativa l’agenda dei
progetti di ricerca in fase di
sviluppo su tre fronti: chemiometrico, nuovi farmaci
a base eparina, antivirali.
Nell’ambito chemiometrico è
in fase di sviluppo un nuovo
metodo analitico brevettato
dall’Istituto con una spin off
dell’Università di Liverpool applicabile sia nel settore
farmaceutico che in quello
alimentare per identificare
la provenienza del prodotto e l’eventuale presenza di
contaminanti. Per l’eparina,
l’Istituto continua sulla linea
di ricerca in cui è impegnato
dagli anni Sessanta. “Attualmente - spiega il direttore
Giangiacomo Torri - si stanno esplorando alcune delle
attività biologiche alternative
alla coagulazione di questo
particolare polisaccaride, che
suggeriscono nuovi campi di
applicazione”. Con l’Università dell’Alabama Birming-
ham Ronzoni sta studiando le
proprietà antitumorali di due
nuovi derivati dell’eparina che
ha recentemente brevettato, mentre in collaborazione
con il Laboratorio di biologia
molecolare del dell’Università di medicina di Brescia
studia il meccanismo con il
quale l’eparina riesce a inibire
l’epicidina. L’obiettivo, spiega
Cassar, è “individuare nuove
terapie per la cura delle anemie di origine infiammatoria”.
Circa gli antivirali, l’Istituto è
coinvolto in un progetto, coordinato dal Center for biomedical engineering del Mit
di Boston, sui meccanismi
molecolari del virus dell’influenza aviaria.
Sotto la presidenza Cassar, si
è inoltre riattivata la linea di
ricerca su nuovi materiali, ivi
inclusi i materiali cementizi,
già oggetto di studio in collaborazione con Grace e con
Italcementi.
Istituto ha contribuito alle prime applicazioni della spettroscopia di risonanza magnetica nucleare
(Nmr) ai carboidrati e ai loro polimeri e ha costituito
un importante centro proprietario di quattro moderni
spettrometri Nmr ad alto campo.
Inoltre possiede altrettanti moderni spettrometri di
massa e utilizza sistemi cromatografici dotati di rivelatori, che consentono la determinazione di pesi molecolari assoluti.
Le proprietà di binding di oligo e polisaccaridi biologicamente attivi vengono studiate con metodi sperimentali: light scattering dinamico, spettrometria di massa
Esi-Ft e Maldi, e spettroscopia Nmr accoppiati a calcoli
modellistici.
Nel 2003 è stato costituito il Consorzio 7C per l’acquisizione di uno spettrometro Nmr da 14 Tesla, del quale
fanno parte l’ospedale San Raffaele e la Bruker Italia.
L’accordo fra i partner ha consentito di sviluppare ricerche Nmr in biochimica, chemiometria e proteomica.
Si è data inoltre la possibilità alla comunità scientifica
e imprenditoriale esterna al Consorzio di poter accedere alla sofisticata strumentazione.
Andamento delle citazioni internazionali degli articoli
scientifici pubblicati dai ricercatori della Fondazione Ronzoni
negli ultimi 19 anni. In totale le citazioni degli articoli
scientifici risultano più di 9.700 (fonte Web of Science)
Ricerca a tutto campo anche per le pmi
Chimica e biochimica al top. Dialogo intenso e fruttuoso con le
eccellenze straniere. Dotazione strumentistica al top
L’
Istituto di ricerche chimiche e biochimiche “Giuliana Ronzoni” è nato nel
1927 come Istituto di perfezionamento
di chimica industriale Ettore Molinari,
per volontà del filantropo Luigi Ronzoni
per onorare la memoria della madre e su
ispirazione dei professori Ettore Molinari
e Angelo Contardi che volevano dotare il
Politecnico e l’Università di Milano di una
scuola di formazione post universitaria
per chimici e ingegneri.
L’edificio che lo ospita è la prima costruzione italiana ad uso civile in cemento
armato, realizzata a partire dal 1925 su
progetto del professor Arturo Danusso del
Politecnico di Milano, mentre la parte architettonica è stata curata dall’architetto
G.C. Nicoli di Genova. Agibile dal 1927
e ribattezzato nel corso degli anni dai milanesi “Palazzo della Chimica” ma anche
“Cremlino” dallo scrittore Carlo Emilio
Gadda, l’edificio fu sin dall’inizio dotato
di una cospicua apparecchiatura tecnicoscientifica per l’inizio dell’attività che,
oltre alla formazione post universitaria,
era finalizzata alla ricerca e sviluppo industriale di coloranti speciali e gomme in
collaborazione con l’industria e con eminenti chimici.
Negli anni Trenta l’Istituto comincia ad
orientare la sua ricerca nel campo biomedico e negli anni antecedenti il 1940 gli
studi del professor Vercellone risulteranno
fondamentali per le biotrasformazioni di
farmaci steroidei poi sviluppati da Farmitalia, mentre il direttore nel 1934 inviò il
professor Dansi (che in seguito assunse la
direzione fino al 1974) in alcuni dei centri
più avanzati per la ricerca sul cancro.
Nel 1941 l’Istituto assunse l’attuale denominazione e configurazione di ente di
ricerca non profit. Nel 1952 è stato eretto
in Ente morale privato collegato con il ministero dell’Istruzione e della ricerca; nel
1985 ha avuto il riconoscimento a far parte dell’Albo dei laboratori esterni pubblici e
privati altamente qualificati e autorizzati
a svolgere ricerche di carattere applicativo
a favore delle Pmi; nel 1998, in ottemperanza alle normative, è stato eretto a Fondazione per la ricerca e iscritto con l’attuale denominazione di Istituto di ricerche
chimiche e biochimiche “G. Ronzoni”.
Sotto la direzione del professor Benito Casu e sotto l’attuale del dottor Giangiacomo
Torri, l’Istituto ha mantenuto il suo ruolo
di “scuola” per neolaureati in discipline
scientifiche e futuri addetti alla ricerca,
con il supporto di borse di studio messe
a disposizione dell’ente. Resta all’avanguardia, come da tradizione, la dotazione
strumentale altamente specializzata con
gli spettrometri a risonanza magnetica
nucleare (Nmr) nelle varie applicazioni e
tecniche; spettrometri di massa (Ms) abbinati alla cromatografia (Lc-Ms)
Una dotazione che è ausilio strategico per
i programmi di ricerca svolti in collaborazione e con commesse di enti, Università e
industrie di diversi settori.
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