PENELOPE Ho lasciato fermare mille orologi il tempo che scorre, non tiene più il passo, troppo lento è il suo andare mentre aumenta l’angoscia del mio aspettare. Solo il cuore che batte dà la cadenza alla mia ostinata perpetua sofferenza stringendo le mani, guardando il cielo, gli occhi bagnati di rugiada, un velo. E ti aspetto, ti aspetto, combatto il dolore, con l’ultima arma: il mio incessante amore, e mi par di vederti in questo lento morire poi sparirei nel nulla e torno a soffrire. Come Penelope aspetto il ritorno di te che mi manchi dal terribile giorno e incerta sospiro e continuo a sperare di udire una voce: “sta per tornare”. Ditemi gente, è giusto? E’ umano? Che chi come me attenda invano di sapere che il figlio, il padre, il marito come si sia dissolto nel vuoto infinito. E il tempo passa. E soltanto il cuore resiste sorretto da quest’ amore che non scende un attimo di intensità. E continua a cercare sino alla fine, la verità. Cino Bottelli