Letterature Comparate (prof. Antonio Lavieri)
Lezione 26/10/16
Quale nuovo rapporto si configura nella modernità tra la scrittura romanzesca e la
realtà? Cosa c'è nel romanzo dei tempi moderni che lo caratterizza come
eminentemente significativo per comprendere il mondo nelle sue varie manifestazioni?
Come può il romanzo, come scrittura di finzione aderire alla realtà del mondo? Che
rapporto c'è tra mondo reale e scrittura letteraria, e come il romanzo può diventare
modello del mondo? Come può diventare fonte di riflessione per comprendere la realtà?
Nell'incipit di "Cuore di Tenebra" : "mare e cielo erano saldati insieme senza una
giuntura" , questa percezione dell'orizzonte ricorda i margini della rappresentazione di
Magritte, così come è difficile stabilire il confine tra cielo e mare guardando l'orizzonte
è difficile separare ciò che è verità unica e oggettiva e ciò che è verità multipla
frammentata e divisa fra gli uomini. Come attribuire un senso alle parole? Il senso
lessicale, conservato come patrimonio culturale dai dizionari, è un senso sufficiente per
comprendere e interpretare la scrittura letteraria? No, perchè? Il senso non è mai
contenuto lessicalmente nelle parole, ciò che da senso è il senso discorsivo, non è né
quello contenuto nel lessico ma neanche quello dato dalla successione delle parole: se
noi addizioniamo le parole "domani vai a Parigi", non abbiamo il senso preciso della
comunicazione , sono i tratti sovrasegmentali,
i tratti linguistici relativi
all'intonazione, e i tratti discorsivi che caratterizzano anche la scrittura letteraria.
Questo avviene perchè quando parliamo e quando scriviamo diamo un senso alle
parole come soggetti, la nostra soggettività è sempre presente sia nel nostro modo di
parlare che di scrivere, descrivere tradurre e interpretare. Se il senso è discorsivo, che
cosa distingue la comunicazione dalla scrittura letteraria? Cosa fa del linguaggio
dell'uomo, inteso come animale simbolico, quella cosa senza cui l'uomo non sarebbe
un uomo? Cosa c'è nel linguaggio dell'uomo che non è presente nelle altre specie
animali?
-Non hanno la capacità di creare metafore, la metafora intesa non soltanto come figura
retorica ma come modo cognitivo di rappresentare il mondo, un modo specifico per
interpretarlo. Cosa fa Conrad quando dice: "mare e cielo erano saldati insieme senza
una giuntura" , come di può tradurre questa metafora in maniera scientifica? Il solo
modo di descrivere una determinata percezione ci induce a caratterizzare un genere.
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Malgrado i vari tentativi di sistematizzazione della scrittura letteraria attraverso la
suddivisione in generi e tipologie diverse, malgrado la distinzione tra teatro,prosa
poesia ecc, i generi testuali non sono ontologicamente fondati, non esistono in natura,
sono un prodotto della cultura dell'uomo, la quale cambia nello spazio e nel tempo
come cambia anche il nostro medo di interpretare le parole,il senso e i generi testuali.
Per questo ascoltando la lettura di un tratto del dialogo scientifico del 1500 ''De lo
modo de lo tradurre d'una in altra lingua segondo le regole mostrate da Cicerone'' di
Fausto da Longiano, un dialogo in cui ci si interroga su come si traduce, diremmo che
si tratta di un testo teatrale, quando invece si tratta di un dialogo scientifico.
Ciò avviene perchè, non solo l'uomo è tale perchè è in grado di creare metafore, ma
perchè gli immaginari socio- discorsivi cambiano nel tempo e nello spazio, di
conseguenza le tipologie testuali (racconto,romanzo,poesia,teatro ecc), non
rispondono in ogni epoca e in ogni spazio all'idea di scrittura che abbiamo oggi. Nel
'500 il dialogo di Fausto da Longiano era un trattato scientifico, oggi nella redazione di
un trattato scientifico non è più utilizzata questa tipologia di scrittura.
Come facciamo a distinguere un scrittura oggettivante da una scrittura narrativa se il
genere testuale non è di per se adeguato a chiarire la natura del rapproto che c'è tra
descrizione e mondo?
Riprendendo la citazioni:
 Ambrose Bierce: "La realtà: il sogno di un filosofo impazzito"
 Enzo Flaiano: ''Chi rifiuta il sogno deve masturbarsi con la realtà''
 Marcel Proust: ''La realtà si forma solo nella memoria''
Il fatto che la realtà si formi solo nella memoria vuol dire che il soggetto che ricorda è
protagonista del resoconto del suo passato, ovvero i fatti che egli ricorda passeranno
attraverso il filtro della memoria.
Come fa la scrittura storiografica a ricostruire il passato? Che tipo di scrittura è la
scrittura storiografica? A quali fonti e attraverso quali documenti la scrittura
storiografica riesce a costruire in modo oggettivante la storia? Che ruolo ha lo storico e
in che modo egli interpreta i fatti? Quanto conta la teoria nell'oggettivazione di un
fatto?
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Tutte queste domande valgono per l'antropologo che va studiare le altre culture, il
comparatista letterario, il traduttologo. Come fa lo scienziato umano e sociale a
costruire gli oggetti del sapere? Cosa hanno in comune gli scienziati umani e sociali
con gli scrittori che ci raccontano il mondo attraverso i racconti immaginari della
finzione?
''I frutti puri impazziscono'' di James Clifford, antropologo americano rappresentante
dell'antropologia postmoderna, che tenta di far crollare i criteri di oggettività con cui
l'antropologia si è fondata nel mondo accademico occidentale a partire da quella di
Claude Lévi-Strauss.
''Attorno al 1920, in un sobborgo di New York appartenente allo stato del New Jersey,
un giovane medico scrisse una poesia su una ragazza che chiamò Elsie. L'aveva vista
lavorare in cucina o nella lavanderia,mentre aiutava sua moglie nelle pulizie di casa o
nella cura dei bambini, Qualcosa, in lei, lo colpì all'improvviso. Sembrava compendiare
dove ogni cosa stesse andando: la sua famiglia, la sua ancora incerta pratica
professionale, la sua arte, il mondo moderno che circondava tutti loro e li teneva
prigionieri nel suo movimento di deriva. La poesia scritta da William Carlos Williams era
una rapida sequenza di associazioni che comincia con una celebre affermazione:
-i frutti puri d'America impazziscono
e continua quasi senza lasciare spazio al respiro...''
I frutti puri impazziscono: l'uomo le letterature, le lingue si contaminano
continuamente, l'incontro tra lo sguardo e l'orizzonte è gia contaminato dallo sguardo,
l'incontro tra un lettore e un libro è già contaminato dallo sguardo di chi legge, dalla
sua memoria, dalle sue teorie.
Anche per quanto riguarda il sapere traduttologico il problema dell'adeguatezza
all'oggettività è un problema serio che ha nel corso del ventesimo secolo ha generato
varie teorie nella letteratura di tipo traduttologico, ma è un problema che si affronta
già dall'antichità classica. Essere letterari, non essere letterari, cos'è la letterarità?
Come possiamo essere ''fedeli'' al testo letterario quando traduciamo da una lingua di
partenza ad una lingua d'arrivo? Il traduttore ha la possibilità di agire realmente sul
testo?
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Quando noi leggiamo un testo di Shakespeare in italiano stiamo realmente leggendo
Shakespeare? Si, stiamo leggendo una specifica traduzione di Shakespeare, di uno
specifico traduttore in un preciso momento storico per una precisa collana editoriale
che ha un preciso pubblico di lettori, quindi in maniera paradossale leggiamo
Shakespeare senza leggere veramente Shakespeare, essere letterari, seguire la
struttura linguistica del testo di partenza non è garanzia di oggettività e di adeguatezza
al testo originario. Traduzione libera non implica che il traduttore possa permettersi
tutto, quindi anche l'interpretazione che agisce nel sapere antropologico e che agisce
nel sapere letterario, agisce anche sul sapere traduttologico.
Mark Twain, autore di ''The jumping frog'', quando scoprì che Thérèse Bentzon aveva
tradotto il suo testo in francese e pubblicato nella celebre rivista di fine 800 ''Revue des
deux mondes'', egli giudicò questa traduzione pessima e totalmente inadeguata
rispetto all'interpretazione che lo stesso Twain aveva attribuito al proprio testo. Twain
allora decise di tradurre letteralmente dal francese all'inglese il suo racconto, per
mostrare ai suoi lettori come la traduzione francese fosse completamente
incongruente con il senso originario del racconto. Questo specifico tipo di traduzione,
nel metalinguaggio traduttologico, è definito retrotraduzione.
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