4 I Condensatori 4.1 Struttura dei condensatori Consideriamo un sistema costituito da due lastre conduttrici sagomate a disco, di raggio R e spessore molto piccolo rispetto al raggio. Le lastre R +Q affacciate l’una di fronte all’altra a distanza d , di si trovano dimensioni per cui sia d R , e su di esse viene distribuito lo stesso d −Q ammontare Q di carica, ma con segno opposto. Una simile struttura prende il nome di condensatore, e le lastre conduttrici vengono dette armature. Le linee di forza del campo elettrico saranno quelle qualitativamente illustrate in figura, con la carica sulle armature per la gran parte concentrata sullo strato superficiale delle facce interne, a causa degli effetti di induzione reciproca. Adopereremo, nel seguito, un modello che ben approssima condensatore reale, assumendo che le due cariche +Q e −Q siano interamente localizzate sulle superfici interne, e distribuite uniformemente su di esse. In tale modo trascureremo tutti i piccoli effetti ai bordi della struttura, ed il campo elettrico risulterà diverso da zero solo nella regione di affaccio, e lì perpendicolare alle armature. Questa semplificazione, unita alla condizione d R , permette di avvalersi della formula per il campo elettrico del doppio strato infinito. Pertanto, se S è la misura della superficie dove la carica è distribuita, fra le armature abbiamo un campo uniforme, la cui intensità nel vuoto vale: G σ Q E0 = = ε0 ε0S La geometria a disco qui proposta per una tale struttura, non è vincolante: nelle realizzazioni pratiche la forma delle armature può essere di vario tipo, purché si rispettino le due condizioni di: induzione completa e distanza di separazione molto minore dell’ estensione lineare. Sono concepibili, quindi, condensatori a forma di sfera contenuti in cavità metalliche ad essa concentriche, a forma di cilindro, e così via. Fra le armature, inoltre, si è soliti porre uno strato di dielettrico, il quale si polarizza, e come si è visto 1 , a parità di carica a suo tempo, ha l’effetto di indebolire di un fattore εr G localizzata, il valore del campo E nello spazio interposto. Infatti la tendenza delle molecole del dielettrico, a deformarsi od allinearsi lungo la 1 Condensatore sferico Regione Neutra direzione del campo, lascia neutra la regione interna e produce l’equivalente G di uno strato superficiale di carica. Questo origina un campo aggiuntivo E p G che si sovrappone, con direzione opposta, ad E 0 , riducendo l’intensità del G G G campo risultante: E = E 0 + E p . Se lo spazio di separazione è omogeneamente riempito, si osserva sperimentalmente che, indipendentemente dalla carica Q localizzata sulle armature, il rapporto G E0 G = εr è legato unicamente al tipo di materiale dielettrico utilizzato. Il E valore numerico di questo rapporto, εr > 1 , prende il nome di costante dielettrica del mezzo. Fra le armature avremo quindi intensità: un campo di G E0 G σ = . E = εr ε0εr G E (dielettrico ) G E (armature ) La realizzazione pratica di un condensatore a facce piane parallele fa uso di alcuni accorgimenti tecnici, come quello di utilizzare per armature delle sottili strisce metalliche separate da pellicole isolanti. La struttura viene avvolta a rotolo, come in figura, e si presenta a forma di piccolo cilindro. Si costruiscono anche condensatori in cui una delle due armature è costituita da una soluzione liquida o gelatinosa, generalmente di tetraborato di sodio, detti condensatori elettrolitici. La configurazione è quella di un involucro cilindrico di alluminio, contenente la soluzione elettrolitica, ed al centro un altro conduttore cilindrico di alluminio. Intorno a quest’ultimo, immerso nella soluzione, attraverso un opportuno passaggio di carica si fa formare un sottile strato di bollicine di idrogeno. Questo sottilissimo strato fa depositare sul conduttore interno dell’ossido di alluminio, che riveste il ruolo del dielettrico per questo tipo di Conduttore condensatore. L’involucro e la soluzione possono quindi essere caricati Isolante negativamente, mentre il conduttore interno fa da armatura positiva. Ossido di Al soluzione elettrolitica 4.2 L’energia potenziale dei condensatori Un condensatore è un sistema di due conduttori carichi, ed in quanto tale possiede energia potenziale elettrostatica. Come sappiamo, essa è definita come pari al lavoro svolto dal campo elettrostatico quando si smembra la configurazione di cariche in eccesso su ciascuna delle armature separandole Condensatore elettrolitico 2 fino a distanza infinita1. Poiché tuttavia, al termine dello smembramento, avremo due lastre conduttrici neutre affacciate, il fatto che la forza elettrostatica sia conservativa ci autorizza a dire che il lavoro svolto dal campo durante qualunque processo che conduca ad un tale stato finale è sempre pari all’energia potenziale del sistema. Pertanto si è soliti parlare di energia potenziale elettrostatica del condensatore come lavoro svolto dal campo elettrico durante il passaggio della carica in eccesso sull’armatura positiva a quella sull’armatura positiva. Un tale processo è detto anche scarica del condensatore; dato che la scarica è agevolata dalle forze del campo, l’energia potenziale di un condensatore è positiva. Dalla formula che fornisce l’energia potenziale di un conduttore: 1 U = QV 2 chiamando V+ il valore (rispetto all’infinito) del potenziale dell’ armatura dove è posta la carica positiva, e V− quello dell’armatura dove è posta la carica negativa, complessivamente la somma delle due energie vale: 1 1 1 1 U = QV+ + (−Q )V− = Q(V+ −V− ) = Q ∆V 2 2 2 2 UN CONDENSATORE È QUINDI UN DISPOSITIVO IN GRADO DI ACCUMULARE ENERGIA POTENZIALE ELETTROSTATICA lo si dovrà immaginare come una molla compressa, in grado di rilasciare la sua energia allungandosi di scatto non appena gliene venga data l’opportunità. Un condensatore si dice pertanto carico quando vi è stata incamerata energia potenziale. Si faccia attenzione all’ambiguità del termine carico, che, in questo caso, non si riferisce ad una localizzazione di carica elettrica. In effetti un condensatore non accumula carica, dato che nel complesso si tratta di un oggetto neutro: la sua carica complessiva è +Q − Q = 0 . Un modello di condensatore che si rifà all’idraulica viene proposto qui a lato. Supponiamo che all’interno di una conduttura piena di acqua vi sia una camera cilindrica con un setto separatore connesso con delle molle. Tale dispositivo blocca lo scorrimento dell’acqua al suo interno, e può, in un certo senso, essere caricato. Comprimendo la prima molla in una qualunque delle due direzioni, e conseguentemente estendendo 1 Per portare all’infinito le cariche positive senza distruggere il reticolo dell’armatura possiamo immaginare che la lastra metallica si vada estendendo infinitamente, di modo che gli ammanchi di elettroni si disperdano su di essa a distanza infinita le une dalle altre. 3 l’altra, il condensatore incamera energia potenziale, che è in grado di rilasciare spingendo l’acqua attraverso un tubo di uscita. Se, poi, questo tubo è collegato all’altro in ingresso in una sorta di circuito, allo svuotamento di una regione corrisponderà il riempimento dell’altra, e durante il processo si avrà una violenta scarica di acqua nelle condutture. Al termine, il dispositivo sarà riempito esattamente dello stesso quantitativo di acqua che conteneva inizialmente, ma la sua energia potenziale sarà scesa a zero. Il condensatore torna utile tutte le volte che si ha bisogno di una sorta di molla elettrica: ovvero di produrre un intenso flusso di cariche che scorrano in un tempo brevissimo. Nei dispositivi di defibrillazione del cuore, ad esempio si fa ampio uso di tale proprietà, così come nei flash delle macchine fotografiche. Di un condensatore ci interessa, quindi, la proprietà di incamerare energia in relazione alla carica che poniamo su una delle due armature: questa proprietà dipende tanto dalla geometria quanto dal dielettrico interposto fra le armature. Essa prende il nome di capacità del condensatore, e, come quella di un semplice conduttore, si misura in Farad. 1 Dalla relazione U = Q ∆V si vede che ciò che conta, ai fini dell’accumulo 2 energetico, è la differenza di potenziale fra le due armature: la grandezza più opportuna per valutare quanto un condensatore è buono per lo scopo di incamerare energia è quindi: C = Q Q = ∆V V+ −V− Come per un conduttore, la capacità di un condensatore lontano da influenze esterne è una costante: raddoppiando la carica Q raddoppia ∆V , triplicandola triplica, e così via. A titolo di esempio calcoliamo la capacità di un condensatore piano con armature di area S , separate da una distanza d . Abbiamo visto che la diminuzione di potenziale spostandosi lungo le linee di forza, che vanno dall’armatura G V− − V+ = − | E | d . Si ricava quindi: positiva quella negativa, vale G V − V− | E |= + d Ma sappiamo anche che fra le armature il campo elettrico è costante, e pari G G σ σ (| E | nel caso di dielettrico interposto). Confrontando a E = ε0 ε0εr σd otteniamo V+ − V− = , che sostituito nella formula per C fornisce: ε0 4 C = dove si è sfruttato che σ = passaggi Q Qε Sε = 0 = 0 V+ −V− σd d Q . Se vi è un dielettrico interposto, ripetendo i S la formula cambia in: C = S ε0εr , evidenziando come il d dielettrico accresca il valore della capacità, essendo sempre εr > 1 . Capacità equivalente Combinando fra loro condensatori differenti formando dei sistemi, si potranno ottenere valori differenti di capacità, e quindi variare a piacimento gli accumuli di energia potenziale. SI DICE CAPACITÀ EQUIVALENTE, DI UN SISTEMA DI CONDENSATORI, PUNTO 1 ED UN PUNTO 2, LA CAPACITÀ DI QUEL CONDENSATORE CHE, QUANDO VIENE COLLEGATA UNA SUA ARMATURA AL PUNTO PUNTO 2, FRA UN 1 E L’ALTRA AL È IN GRADO DI ACCUMULARE LA STESSA ENERGIA POTENZIALE DEL SISTEMA. Vi sono, in realtà, solamente due modi diversi di mettere in relazione due o più condensatori: in serie ed in parallelo. Due (o più) condensatori si dicono collegati in serie fra un punto 1 ed 1 un punto 2 quando, per andare da 1 a 2 con un percorso continuo che non inverta mai direzione, siamo costretti ad attraversare le armature di tutti. La capacità equivalente di due condensatori A e B collegati in serie si ricava tenendo conto del fatto che, posta una carica Q sulla prima A armatura, essa si riprodurrà, per induzione, su tutte le altre con i segni alternati, e che la differenza di potenziale fra il punto 1 ed il punto 2 è la somma delle differenze di potenziale intermedie. Si scrive quindi: B ∆V = ∆VA + ∆VB La capacità equivalente C E , messa fra 1 e 2 al posto della serie, una volta caricata con la medesima carica Q che si pone su ciascuno dei due condensatori, dovrà generare una differenza di potenziale fra le sua armature pari proprio a questo valore ∆V . Solo in questo modo infatti A e B in serie fra 1 e 2 essa incamererà la stessa energia della serie. Dovrà quindi essere: CE = 2 Q ∆V 5 E poiché è, per definizione, C A = Q Q e CB = , sostituendo: ∆VA ∆VB Q Q Q = + CE CA CB e, semplificando: 1 1 1 = + CE CA CB 1 Da tale formula si evince che la capacità equivalente ad una serie è più piccola della più piccola capacità presente. Due (o più) condensatori si dicono collegati in parallelo fra un punto 1 ed un punto 2 se possiamo andare da 1 a 2, con un percorso continuo che non inverta mai direzione, attraversando solo le due armature di uno A qualunque di essi. B La capacità equivalente di due condensatori posti in parallelo, si ricava tenendo conto che la differenza di potenziale fra le armature di uno qualunque di essi, è sempre pari alla differenza di potenziale ∆V fra il punto 1 ed il punto 2. Infatti ognuno dei condensatori ha la prima armatura collegata con 1 e la seconda con 2: le armature di A e di B collegate al punto 1 è come se fossero un unico conduttore, e lo stesso può dirsi delle armature collegate al punto 2. Pertanto, se le capacità sono differenti, la carica su ognuna delle armature di A sarà senz’altro differente da quella sulle armature di B, ma il prodotto A e B in parallelo fra 1 e 2 di queste cariche per ciascuna capacità deve sempre dare ∆V . Questo è possibile solo se la carica totale Q = QA + QB , che poniamo complessivamente sulle armature tramite un generatore, si ripartisce in maniera proporzionale alle capacità: QA = CA ∆V QB = CB ∆V Se ora, al posto del parallelo, si mette la capacità equivalente C E , tutta la carica Q andrà sulle sue armature. Ma sappiamo che C E deve incamerare la stessa energia del parallelo, e questo è possibile solo se ∆V resta lo stesso di prima, da cui: CE = 2 Q Q + QB Q Q = A = A + B ∆V ∆V ∆V ∆V Sostituendo abbiamo: CE = CA + CB Da questo risultato si deduce che la capacità di un parallelo è maggiore della più grande capacità presente. 6 La formula che addiziona le capacità in parallelo può essere intuita A osservando la figura accanto. Immaginiamo di allontanare le armature B connesse al punto 1 da quelle connesse al punto 2. Sarà allora più trasparente che, ponendo in parallelo due condensatori, in realtà stiamo accostando una sola armatura, composta da due lastre collegate fra loro, ad una seconda armatura, composta sempre da due lastre collegate fra loro. Appare quindi naturale sommare le capacità dei due se si vuole sostituire al parallelo un solo oggetto. Si provi, per esercizio, a stabilire come sono disposti i sistemi di 1 condensatori in figura. 1 A A C B B D C 2 2 Serie o parallelo fra 1 e 2 ? 7