Tema 1: Esposizione ai campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici Progetto: Ricerca sperimentale sulla caratterizzazione, il controllo e l’interazione cellulare dell’inquinamento elettromagnetico ambientale indoor di reti wireless esteso a tutta la filiera F. Bilotti, P. Di Rosa, G. Guattari, A. Toscano e L. Vegni C.I.R.I.A.F. Dipartimento di Elettronica Applicata – Università degli Studi ROMA TRE Roma, 10 Luglio 2007 INTRODUZIONE Questo contributo ha lo scopo di presentare l’attività svolta dall’unità C.I.R.I.A.F. di Roma Tre nel biennio 2005-2007 sui meccanismi di interazione dei campi elettromagnetici con i tessuti biologici. Vengono mostrati alcuni dei risultati sia di tipo teorico-progettuale sia di tipo sperimentale ottenuti nell’ambito di due temi di ricerca dal titolo: • “Ricerca sperimentale sulla caratterizzazione, il controllo e l’interazione cellulare dell’inquinamento elettromagnetico ambientale indoor di reti wireless esteso a tutta la filiera” e • “Indagine sperimentale su fenomeni di cancerogenesi indotta da campi elettromagnetici su cellule bersaglio e materia vivente in ambiente controllato”. Roma, 10 Luglio 2007 2 UNITA’ OPERATIVA CAMPI ELETTROMAGNETICI • Caratterizzazione e modellistica dei campi elettromagnetici e delle sorgenti di campo elettromagnetico in strutture complesse chiuse o “indoor” • Misura dei livelli di campo elettromagnetico nell’ambiente • Individuazione, progetto e realizzazione di un prototipo dimostrativo di sistema mobile di misura di livelli di campi elettromagnetici • Controllo e monitoraggio dei livelli di campi elettromagnetici prodotti da reti wireless Roma, 10 Luglio 2007 3 UNITA’ OPERATIVA CAMPI ELETTROMAGNETICI • Interazione tra sorgenti e soggetti esposti • Tecniche di controllo, protezione e risanamento • Uso di antenne direttive a larghissima banda e focalizzazione dinamica del fascio • Uso di antenne direttive a larghissima banda e focalizzazione dinamica del fascio: aspetti elettromagnetici • Uso di antenne direttive a larghissima banda e focalizzazione dinamica del fascio: aspetti di elaborazione del segnale ed integrazione delle soluzioni individuate Roma, 10 Luglio 2007 4 CONTROLLO E MONITORAGGIO DEI LIVELLI DI CAMPI ELETTROMAGNETICI PRODOTTI DA RETI WIRELESS La campagna sperimentale di misure, prevista nell’ambito di questa fase, ha richiesto il mantenimento di condizioni ambientali prefissate e costanti tali da consentire la sopravvivenza delle cellule per tutta la durata del singolo esperimento. A tal fine è stata appositamente realizzata una camera climatica capace di garantire il mantenimento della temperatura, dell’umidità e della concentrazione di anidride carbonica ai valori desiderati. Roma, 10 Luglio 2007 5 CONTROLLO E MONITORAGGIO DEI LIVELLI DI CAMPI ELETTROMAGNETICI PRODOTTI DA RETI WIRELESS Per evitare che le apparecchiature di controllo dei parametri ambientali alterassero la distribuzione dei campi elettromagnetici creati nella zona di posizionamento delle cellule, come accadrebbe in una comune camera climatica commerciale, è stata realizzata ad hoc una camera formata da due ambienti intercomunicanti, ma spazialmente separati: • il primo contenente le apparecchiature di controllo dei parametri ambientali, • il secondo contenente le cellule da sottoporre al campo elettromagnetico. Roma, 10 Luglio 2007 6 CONTROLLO E MONITORAGGIO DEI LIVELLI DI CAMPI ELETTROMAGNETICI PRODOTTI DA RETI WIRELESS Visione d’insieme della camera climatica. Roma, 10 Luglio 2007 7 CONTROLLO E MONITORAGGIO DEI LIVELLI DI CAMPI ELETTROMAGNETICI PRODOTTI DA RETI WIRELESS Camera climatica per regolare temperatura, umidità e CO2. Roma, 10 Luglio 2007 8 CONTROLLO E MONITORAGGIO DEI LIVELLI DI CAMPI ELETTROMAGNETICI PRODOTTI DA RETI WIRELESS Dispositivi di controllo. Roma, 10 Luglio 2007 9 CONTROLLO E MONITORAGGIO DEI LIVELLI DI CAMPI ELETTROMAGNETICI PRODOTTI DA RETI WIRELESS Sono state condotte insieme con l’Unità C.I.R.I.A.F. di Fisica Tecnica dell’Università di Perugia diverse campagne sperimentali di misura di campo elettromagnetico presso il Dipartimento di Medicina Clinica e Sperimentale dell’Università di Perugia. Viste le specifiche del problema e la complessità dell’ambiente elettromagnetico si è utilizzato l’analizzatore di spettro portatile FSH3 della Rohde&Schwarz che permette misure di campo elettromagnetico. Per quanto riguarda il sistema di antenne si sono scelte le antenne (entrambe della Rohde&Schwarz): HFH2-Z6 e HL562. Roma, 10 Luglio 2007 10 SISTEMA DI MISURA Analizzatore di spettro portatile FSH3 e antenna HL562 della Rohde&Schwarz. Roma, 10 Luglio 2007 11 CAMPAGNA DI MISURA 0.80 m 1.25 m 4.85 m h=0.90 m 1.20 m C 4.20 m 1.25 m 1.20 m h=0.76 m A 1.25 m 1.25 m B AP D1 0.70 m 0.70 m h =0.80 m D2 Planimetria della stanza del Dipartimento di Medicina Clinica e Sperimentale dell’Università di Perugia dove sono state condotte le misure. Roma, 10 Luglio 2007 12 RISULTATI SPERIMENTALI Si è, innanzitutto, provveduto a misurare il campo elettromagnetico di fondo, in condizioni cioè di Access Point (AP) spento. Roma, 10 Luglio 2007 13 RISULTATI SPERIMENTALI Si è quindi passato a valutare il contributo al livello di potenza del campo elettromagnetico generato dalla comunicazione wireless. Per fare ciò si è innanzitutto stabilito un collegamento FTP tra due PC posti in luoghi diversi. Uno dei due PC era collocato nella stessa stanza dell’incubatore. Il flusso dati verso il PC posto nella stessa stanza dell’incubatore è stato quindi convogliato in modalità wireless attraverso un AP CISCO della serie Aironet posto ad un’altezza dal pavimento di circa 80 cm. Al fine di garantire un maggior controllo sulla potenza elettromagnetica irradiata dall’AP si è utilizzata al posto del solito dipolo, un’antenna a microstriscia con guadagno pari a 6 dB, posta ad un’altezza dal pavimento di circa 100 cm. Roma, 10 Luglio 2007 14 RISULTATI SPERIMENTALI AP CISCO Aironet. Antenna a microstrisica collegata con l’AP posta ad un’altezza dal pavimento di circa 100 cm. Roma, 10 Luglio 2007 15 RISULTATI SPERIMENTALI Si è deciso poi di variare la potenza emessa dall’AP. A tal fine sono stati individuati due livelli di potenza emessa dall’AP: • • Livello I pari a 19 dBm (potenza massima erogabile dall’AP in accordo con la normativa vigente), Livello II pari a 4 dBm. I livelli di potenza misurati variano da un minimo di -50 dBm ad un massimo di -5 dBm. Roma, 10 Luglio 2007 16 RISULTATI SPERIMENTALI Misure per confermare che il materiale scelto per la realizzazione dell’incubatore è trasparente dal punto di vista elettromagnetico alle frequenze oggetto della sperimentazione. Roma, 10 Luglio 2007 17 Tema 3: Cancerogenesi Sperimentale Progetto: Indagine sperimentale su fenomeni di cancerogenesi indotta da campi elettromagnetici su cellule bersaglio e materia vivente in ambiente controllato F. Bilotti, P. Di Rosa, G. Guattari, A. Toscano e L. Vegni C.I.R.I.A.F. Dipartimento di Elettronica Applicata – Università degli Studi ROMA TRE Roma, 10 Luglio 2007 INTERAZIONE TRA SORGENTI E SOGGETTI ESPOSTI • Caratterizzazione del campo elettromagnetico incidente su un generico tessuto biologico. • Approccio di tipo macroscopico che si basa sulla individuazione di parametri elettromagnetici costitutivi efficaci dei tessuti biologici sotto osservazione. • Permittività relativa di diversi tessuti biologici al variare della frequenza, • Conducibilità elettrica degli stessi tessuti al variare della frequenza, • Profondità di penetrazione dei campi elettromagnetici all’interno dei diversi tessuti biologici. • Approccio di tipo microscopico. Roma, 10 Luglio 2007 19 INTERAZIONE TRA SORGENTI E SOGGETTI ESPOSTI Dal punto di vista macroscopico, il primo problema da affrontare è quello dell’incidenza di un’onda elettromagnetica su un tessuto biologico, assimilabile ad un mezzo con perdite circondato da aria. È possibile ricondursi allo schema a blocchi di Figura, dove il canale è costituito dall’ambiente in cui si propaga il campo (aria, edifici, alberi…) e i tessuti biologici rappresentano il ricevitore. SORGENTE C ANALE (mezzo di propagazione) Roma, 10 Luglio 2007 RICEVITORE (tessuti biologici) 20 INTERAZIONE TRA SORGENTI E SOGGETTI ESPOSTI I campi prodotti dalle sorgenti elettromagnetiche presentano comportamenti e caratteristiche molto diversi in base alla distanza del punto d’osservazione dalla sorgente. Il concetto di distanza è da riferirsi sempre alla frequenza di interesse: si parla, infatti, di distanza elettrica, che è definita come il rapporto tra la distanza fisica e la lunghezza d’onda nel mezzo in cui si propaga il campo. INTER MEDI ATE ZONE 0.62 D 3 / λ0 ≤ r ≤ 2 D 2 / λ0 FAR ZONE r > 2 D 2 / λ0 NE AR Z ONE r < 0.62 D 3 / λ0 Roma, 10 Luglio 2007 21 INTERAZIONE TRA SORGENTI E SOGGETTI ESPOSTI In generale, la modalità con cui la radiazione penetra all'interno del tessuto biologico e che determina l’energia assorbita dipende sia dai parametri dielettrici e geometrici del corpo stesso che dalle condizioni di incidenza. Si producono così situazioni molto diverse e difficilmente riconducibili ad un unico modello descrittivo. Roma, 10 Luglio 2007 22 INTERAZIONE TRA SORGENTI E SOGGETTI ESPOSTI Perconducibilità La profondità i tessuti biologici diracchiude penetrazione si osserva, in sè il(D.O.P.) comportamento in generale, è laundistanza microscopico andamento dopodecrescente relativo la quale al della di moto l’ampiezza permittività deriva del campo degliall’aumentare elettroni si è ridotta a seguito didella 1/e rispetto dell’applicazione frequenza. al suoInvalore particolare, di un iniziale campo ina frequenze elettrico corrispondenza esterno. inferiori dell’interaccia a 1MHz tra si iregistra due mezzi. un aumento dei fenomeni reattivi, con immagazzinamento di energia all’interno dei tessuti. Roma, 10 Luglio 2007 23 INTERAZIONE TRA SORGENTI E SOGGETTI ESPOSTI Approccio microscopico. • • • E’ stato proposto un modello per l’interazione dei campi elettromagnetici con le catene di DNA. Un tale approccio permette di calcolare in via approssimata il valore dell’intensità del campo magnetico in grado di rompere i legami esistenti tra le diverse proteine che costituiscono la catena di DNA. E’ stato proposto un modello analitico che possa schematizzare efficacemente dal punto di vista elettromagnetico una soluzione acquosa contenente colture cellulari del sistema linfoide. Roma, 10 Luglio 2007 24 INTERAZIONE TRA SORGENTI E SOGGETTI ESPOSTI Sull’interazione fra campo elettromagnetico e cellula esistono diverse teorie, che si differenziano in base ai meccanismi e alle modalità di interazione considerati. • La teoria trasduttiva, attualmente la più accreditata, ipotizza che le interazioni abbiano sede nella membrana plasmatica e successivamente, a cascata, si propaghino dalla membrana cellulare al nucleo della cellula, come mostrato in Figura: Membrana Plasmatica Membrana Cellulare Enzimi, Geni, Messaggeri Biochimici Nucleo, DNA Proteine Roma, 10 Luglio 2007 25 INTERAZIONE TRA SORGENTI E SOGGETTI ESPOSTI Una teoria alternativa suggerisce la possibilità che il campo elettromagnetico interagisca direttamente con il nucleo ed il DNA. • La membrana cellulare bloccherebbe i campi elettrici di bassa intensità, ma non i campi magnetici. • Inoltre, sebbene le dimensioni cellulari siano tali da limitare molto il campo elettrico indotto dal campo magnetico penetrante, lo stesso campo magnetico potrebbe interagire con i componenti cellulari. Roma, 10 Luglio 2007 26 INTERAZIONE TRA SORGENTI E SOGGETTI ESPOSTI Dal punto di vista elettromagnetico una coltura cellulare può essere vista come un mezzo eterogeneo costituito da un mezzo omogeneo ospite, la soluzione, con al suo interno delle inclusioni dielettriche, le cellule, così come mostrato in Figura. Se si assumono le inclusioni piccole in termini della lunghezza d’onda e si considera l’ulteriore ipotesi che tutte le cellule siano simili tra loro, si può seguire l’approccio di Maxwell-Garnett per ottenere una permittività efficace del mezzo. Roma, 10 Luglio 2007 27 INTERAZIONE TRA SORGENTI E SOGGETTI ESPOSTI L’attività di ricerca ha previsto anche la modellizzazione dei fenomeni di penetrazione e propagazione di campi elettromagnetici oscillanti sia a radiofrequenza (144 MHz) sia ad alta frequenza (2.44 GHz) su colture del sistema linfoide, in particolare su colture di cellule di timo. La grandezza dosimetrica che meglio descrive lo scambio energetico che avviene tra radiazione elettromagnetica e materia vivente è la potenza assorbita per unità di massa, detta anche SAR (Specific Absorbition Rate). La scelta del SAR come parametro fondamentale della dosimetria nasce dal suo uso, nelle normative internazionali di protezione dai campi elettromagnetici, quale parametro di base per stabilire il rischio derivante da una esposizione. Roma, 10 Luglio 2007 28 INTERAZIONE TRA SORGENTI E SOGGETTI ESPOSTI Diagramma di radiazione tridimensionale di un’antenna per Wi-Fi a 2.44 GHz. Roma, 10 Luglio 2007 29 INTERAZIONE TRA SORGENTI E SOGGETTI ESPOSTI Schema geometrico dell’incubatore con il radiatore per Wi-Fi posto al centro. Roma, 10 Luglio 2007 30 INTERAZIONE TRA SORGENTI E SOGGETTI ESPOSTI Andamento del campo magnetico in zona vicina sostenuto dal dipolo per WiFi a 2.44 GHz nell’incubatore. Roma, 10 Luglio 2007 31 INTERAZIONE TRA SORGENTI E SOGGETTI ESPOSTI Il passo successivo è stato quello di considerare l’access point esterno all’incubatore e l’incubatore stesso costituito di materiale plastico trasparente alla radiazione elettromagnetica. Schema geometrico dell’incubatore a pareti trasparenti in presenza del radiatore per Wi-Fi. Roma, 10 Luglio 2007 32 INTERAZIONE TRA SORGENTI E SOGGETTI ESPOSTI Andamento della densità di potenza associata al campo elettrico e magnetico Roma, 10 Luglio 2007 33 CONCLUSIONI • Campagna sperimentale di misure • Camera climatica • Interazione tra sorgenti e soggetti esposti • Valutazione del contributo al livello di potenza del campo elettromagnetico generato dalla comunicazione wireless • Caratterizzazione del campo elettromagnetico incidente su un generico tessuto biologico Roma, 10 Luglio 2007 34