Le città invisibili 4FTEC

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Brunello Valeria, Bertoldo Francesca, Longo Riccardo - 4FTECs - LULLABY
Lullaby è una città in cui aleggia costantemente un senso di cinismo, e gli specchi che la delimitano
sembrano amplificarne l’effetto sui visitatori.Le strade, che si diramano a raggiera a partire dalla piazza
centrale, sono affiancate da prismi regolari che non presentano né finestre né insegna alcuna.
Nel centro della città si erge il simbolo di Lullaby: un possente cubo nero come la pece. E’ su questo
cubo che vengono proiettate le cifre dei livelli di produzione e di spreco giornalieri di ogni singolo
abitante; ed è la paura della punizione che spetta inesorabilmente a chi non è nella regola che permette
di mantenere l’ ordine che regna nella città. Un ordine di morte.
Alzando gli occhi si possono notare delle sottili torri che qua e là infrangono la cupola di nebbia che
avvolge il cielo per poi tuffarsi nelle viscere della terra. È lì che la popolazione vive e lavora, sotto
l’occhio vigile di mille telecamere.Anche la produzione d’ossigeno della metropoli viene
rigorosamente controllata da 12000000000 piantine, meticolosamente selezionate, che si trovano nei
sotterranei. Ai cittadini è permesso vestirsi con abiti nelle tonalità del grigio, che perfino la loro pelle
sembra avere assorbito penetrando fino alla profondità delle loro menti. Non esistono altri colori che un
grigio declinato in tutte le tonalità. Lullaby è una città perfetta in cui nulla viene lasciato al caso e dove
ogni abitante deve rispettare i canoni che gli vengono imposti per vivere nella più perfetta efficienza.
Le parole che capeggiano sulle porte della città sono infatti:
<A te che questo specchio vuoi oltrepassare
Bada bene che ogni sentimento dovrai abbandonare
E la tua unicità dovrai essere disposto a lasciare.>
Lora Matteo - 4FTECs - Leandra
La città di Leandra non è una città come le altre. Coloro che la visitano ne parlano sorridendo, ne
parlano come la città degli incontri, dove tutti stringono legami di amicizia, dove non esistono l’odio e
la pigrizia.
La città è comoda e allegra, senza problemi; l’aria è pulita, i venti leggeri. A Leandra il cielo incontra il
mare, la luna il sole; non c’è distinzione tra bianchi, neri o gialli. A Leandra la neve è perenne e ricopre
i tetti delle case per qualche metro. La foresta di latifoglie circonda le abitazioni in legno da dove il
fuoco emana una luce gioiosa e il fumo che esce lento dal camino raggiunge l’aurora boreale nel cielo.
Le strade lastricate sono illuminate da qualche lampione ma la maggior parte del paesaggio è lasciata a
sé, in balia della natura. Leandra è circondata dal mare e mentre la ripenso non riesco proprio a
ricordare come sono riuscito ad arrivarci. Nemmeno i suoi abitanti me l’hanno saputo raccontare. A
Leandra non vi sono banche, società e uffici, non vi è oligarchia, repubblica o monarchia e nemmeno
presidenti, capi o dirigenti. A regnare resta solo l’amore reciproco di uomini donne e bambini.
Purtroppo nessuno è mai tornato per svelare al mondo il segreto di tanta meraviglia, nemmeno io ho
fatto ritorno, forse perché non volevo tornare o più semplicemente perché avevo un valido motivo per
restare.
Moraga Gabriel - 4FTECs - Licaonia
Attraversando le foreste del vostro impero, oh mio Khan, il viaggiatore potrebbe imbattersi in Licaonia,
città dagli alti e imperiosi grattacieli di marmo bianco che emergono imperiosi sui verdi alberi in cui
sono immersi. Tutto quello che si può vedere in questa città sono questi enormi colossi di marmo che,
bianchi come ossa, gareggiano a chi è più alto come fossero i giochetti preadolescenziali degli uomini
che li hanno costruiti. Ogni singola attività, da quella più umile del commerciante a quella del grande
politico, è racchiusa in queste enormi torri. Le strade sono delimitate da alberi di tutti i tipi lungo ai
quali ogni giorno gli abitanti di Licaonia passeggiano salutandosi con profondi inchini e sorrisi cordiali.
Gli uomini camminano tutti a testa alta e con l’impostazione di un generale, fieri di abitare a Licaonia.
Le giovani fanciulle sorridono ai passanti dietro a veli di seta candida che nascondono la loro pelle
ancora più candida e delicata, veri e propri simboli di purezza e castità. Tutti gli abitanti di questa
magnifica città sono veri e propri esempi di fierezza, nobiltà e rispetto e ogni giorno passeggiano per i
viali fioriti di questa, a prima vista, splendida città. Si potrebbe dire che sia una città perfetta ma ciò che
essa nasconde veramente emerge in superficie solo quando le tenebre della notte la avvolgono. Quando
le strade si fanno buie e ricordano la selva oscura descritta dal nostrano fiorentino viene fuori il marcio
nascosto nei cittadini. All’interno dei piani più alti degli immensi palazzi le giovani fanciulle vendono
il loro fiore più prezioso a prezzi spropositati e i ricchi commercianti e politici li comprano volentieri,
non soddisfatti delle proprie vite troppo perfette e bisognosi delle purezza di ragazze sempre più
giovani che profanano con giochetti sempre più perversi. Al contrario, i più poveri, genitori di famiglie
affamate, sono costretti dalla loro situazione precaria a vendere i propri corpi nelle strade per pochi
spiccioli; le donne e anche gli uomini, magari vestiti come le prime. Ed in quelle stesse strade buie si
aggirano anche individui che, non essendo pieni d’oro, soddisfano le proprie pulsioni muovendosi tra
gli alberi bui come lupi affamati e aggredendo i poveri sfortunati su cui posano gli occhi. Per quelle vie
alberate di notte nessuno è al sicuro perché con il buio viene fuori l’essenza di Licaonia, la città della
fiera repressa.
Andrea Scarpato - 4FTECs - Leukos
A Leukos non esistono il denaro e le classi sociali e i cittadini sono posti tutti sullo stesso piano
economico e sociale. I cittadini di Leukos, inoltre, non conoscono differenze di etnia o di sesso, l'unica
distinzione su cui si basa la loro società è quella dell'età: gli anziani comandano, i più giovani
ubbidiscono, ma senza aggressività. Nella città, una parte della popolazione lavora per produrre beni, di
prima necessità o di consumo, l'altra parte è impegnata a fornire i servizi di cui i concittadini
necessitano. I servizi non vengono pagati in moneta, ma con i beni che ognuno produce, e questi beni
vengono scambiati con altri beni di cui si necessita fornendo agli altri ciò di cui hanno bisogno. A
Leukos le persone si aiutano reciprocamente perché sanno che ciò che regalano o prestano verrà
restituito loro o ripagato con altri beni di cui avranno bisogno il giorno seguente. I cittadini non si
detestano l'uno con l'altro perché non ne hanno motivo: nessuno ha una casa meglio progettata di un
altro o una condizione economica più agiata. Sebbene gli abitanti di Leukos siano molto diversi tra loro,
sia fisicamente che mentalmente, non si prendono gioco l'uno dell'altro perché è nella loro città anche
chi sembra possa non avere grandi capacità intellettuali o fisiche produce beni che possono essere
primari per un altro cittadino: le persone si rispettano l'una con l'altra perché sono a conoscenza che
ognuno, all'interno della società, è necessario per il corretto funzionamento di essa. Perciò, essendo i
cittadini tutti sullo stesso piano e sentendosi necessari l'uno all'altro non hanno motivo di litigio, e
vivono in maniera del tutto pacifica la loro esistenza a Leukos che è illuminata tutti i giorni dell'anno,
quindici ore su ventiquattro da un sole caldo e raggiante che nasce dietro le montagne.
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