Città a Confronto
Ambiente e territorio
Comune di Bologna
Dipartimento Programmazione - Settore Statistica
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Acqua
Nel 2012 nel complesso dei comuni capoluoghi
di provincia il consumo di acqua per uso civile
domestico è pari a 172,1 litri per abitante al
giorno, in costante diminuzione nell'ultimo
decennio.
Tra le grandi città, 4 si trovano molto al di sopra
del dato medio nazionale: Catania i cui consumi
risultano i più elevati (255,9 litri), Milano
(221,5), Torino (210,1) e Roma (199,2). Padova,
con 137,3 litri al giorno per abitante, è invece
la città più attenta al consumo dell'acqua.
I consumi idrici dei bolognesi sono pari a
156,2 litri al giorno.
Ma l'acqua che esce dai nostri rubinetti è solo una
parte di quella immessa nelle reti di distribuzione:
la differenza percentuale tra la quantità di acqua
effettivamente immessa in rete e la quantità di
acqua erogata agli utenti finali è la dispersione di
rete.
Nel 2012 nel complesso dei comuni capoluoghi
di provincia la dispersione è pari al 34%: dei 403
litri per abitante immessi ogni giorno nelle reti
degli acquedotti solo 267 vengono erogati.
La metà delle grandi città si colloca al di sopra
del dato medio nazionale. Catania, oltre a essere
al mass imo dei consu mi è anche al mass imo
delle dispersioni: il 57, 1% dell'acqua immessa
va infatti perduta. I valori degli altri comuni
sono piuttosto distanti da quello di Catania.
Bologna è una delle città con il livello minore di dispersione (21,3%) battuta solo da Milano, che si
distingue nettamente dalle altre realtà (10,2%).
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Ecosistema Urbano
Per la stesura del rapporto Ecosistema
urbano 2013 realizzato da Legambiente e
Ambiente Italia e pubblicato dal Sole 24
Ore, centoquattro comuni capoluogo di
provincia sono stati sottoposti, per il 20°
anno, ai test delle statistiche sotto una
pluralità di angolazioni: la qualità dell'aria,
le risorse idriche, la diffusione di fonti
innovative, la gestione intelligente dei rifiuti,
la disponibilità di verde, la mobilità
alternativa.
I dati, raccolti attraverso un apposito
questionario rivolto e redatto dalle
amministrazioni dei comuni capoluogo e
anche da altre fonti (Istat, Ispra, ...),
collocano sul podio delle migliori città
Venezia, con un punteggio del 64,85%
(rispetto ad un 100% di una ipotetica "città
ideale") fra le grandi, Trento (71,38%) fra le
medie e Belluno (72,19%) fra le piccole.
Bologna si colloca in s econda posiz ione tra le
grandi città con un punteggio pari al 56,12% .
Padova, Verona e Genova seguono nella
graduatoria e si collocano come Bologna oltre il
50%; molto bassi invece i risultati di alcune città
del sud in particolare Palermo (26,25%) e
Catania (25,59%).
Energia
Nel 2012, nel complesso dei comuni capoluoghi
di provincia, i consumi di energia elettrica per
l'uso domestico sono stati pari a 1.185,9 kWh per
abitante, in calo dello 0,8% rispetto all'anno
precedente.
Tra le grandi città, quella che nel 2012 registra i
maggiori consumi rapportati al numero di
residenti è Catania (1.315,1 kWh), seguita a ruota
da Padova (1.277,2) e Bologna (1.263,2).
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Anche negli anni precedenti queste tre città hanno i consumi maggiori.
Una possibile spiegazione può essere ricercata nella forte presenza a Bologna e a Padova di studenti
universitari alloggiati in città che hanno contratti per energia elettrica ad uso domestico ma non
sono residenti. Milano è nel 2012 in ultima posizione con 1.024,6 kWh consumati da ciascun
abitante.
Qualità dell'aria
Ancora dif ficile la s ituazione della qualità de ll'aria malgrado ris petto a l 20 11 si r egistri
mediamente un certo miglioramento.
Dai dati pubblicati dall'Istat nell'ambito dello studio sui dati ambientali nelle città emerge che per
gran parte dei grandi comuni (soprattutto del nord) i 35 "sforamenti" dei limiti di legge per il PM10
ammessi nell'anno sono abbondantemente superati.
Rispetto alla situazione nazionale mappata
dall'Istat, nella metà (52) dei comuni capoluogo
in cui il PM10 è stato monitorato nel 2012 (106
su 116), si è registrato un superamento per più di
35 giorni durante l’anno del valore limite fissato
per la protezione della salute umana. Rispetto al
2011 si rileva un lieve miglioramento, anche se
di portata molto limitata, tra i capoluoghi del
Nord. D'altronde la variabilità interannuale di
questo indicatore risulta molto marcata, poiché le
variazioni da un anno all’altro sono molto
influenzate dall’andamento meteorologico.
Tra le grandi città,
quella dove più forte
appare l'in quinamento da polveri sot tili è
Torino che nel 2012 registra ben 118 giornate
di superamento del limit e nelle centraline di
tipo "traffico", migliorando comunque la
situazione rispetto al 2011 quando il dato
risultò pari a 158.
La graduatoria del 2012 vede al secondo posto
per numero di superamenti dei limiti Verona
(104) e al terzo Milano e Venezia (97). L'unica
città del sud che compare nella parte alta della
graduatoria è Napoli con 86 superamenti.
Bologna è settima con 73 superamenti, dopo Padova (86) e prima d i Firenz e (69). Sono 6 le
città che risultano al di sotto del limite dei 35 superamenti e sono tutte città di mare del sud e del
nord.
Per approfondimenti sulla situazione in Emilia-Romagna si veda la pubblicazione di ARPA "La
qualità dell'aria in Emilia-Romagna. Edizione 2013".
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Rifiuti
Nel complesso dei comuni capoluogo di provincia in Italia, nel 2012 sono state raccolte oltre 10
milioni di tonnellate di rifiuti solidi urbani; il dato pro capite è pari a 567 Kg per abitante, in calo
rispetto al 2011 (-3,9%).
La città che, in rapporto ai propri abitanti, produce più rifiuti è Catania (725 Kg a testa);
seguono Padova (643) e altre città ad alta
vocazione turistica (Roma, Venezia e Firenze).
La città più virtuosa da questo punto di vista
è invece Trieste con 467 Kg di rifiuti prodotti
da ciascun residente.
La quantità di rifiuti prodotti dai bolognesi
nel 2012 è pari a 509 Kg pro capite, sempre in
calo negli ultimi 3 anni; in particolare
rispetto al 2011 si son o raccolti a Bologna il
4% di rifiuti urbani in meno.
A Verona, il cui dato pro capite di rifiuti
prodotti è relativamente basso, superiore solo a
quello relativo alla città di Trieste, più della
metà dei rifiuti è raccolto in modo differenziato.
Neanche Verona raggiunge tuttavia l'obiettivo
del 65% di raccolta differenziata indicato dalla
normativa per la fine del 2012.
La città dove la raccolta differenziata copre la
quota minore di rifiuti è Messina con appena il
5,5%. Ma anche a Taranto, Palermo e Catania
(che ha il massimo di rifiuti prodotti pro capite)
la raccolta differenziata è su livelli molto bassi.
A Bologna nel 2012 si sono raccolti in modo
differenziato il 35,4% dei rifiuti, un dato simile a quello di Genova (33,3%) e Milano (38,2%).
Anche il dato della raccolta differenziata a Bologna risulta in crescita per gli anni che vanno dal
2009 al 2012.
Sul tema si veda anche il Rapporto Rifiuti 2012 dell'ARPA dell'Emilia Romagna. Notizie
approfondite sulla problematica della raccolta dei rifiuti solidi urbani a Bologna si possono
rintracciare nelle tabelle della banca dati del sito del Dipartimento Programmazione del Comune di
Bologna.
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Uso del suolo
Le dinamiche insediative e l'espansione delle aree urbane e delle infrastrutture connesse sono tra le
principali cause del degrado del suolo; in particolare la cementificazione e l'impermeabilizzazione
del territorio, la perdita di terreni agricoli, la
riduzione della vegetazione, la frammentazione
del paesaggio sono le principali conseguenze.
L'indagine ISPRA svolta in collaborazione con il
Sistema
Nazionale
per
la
Protezione
dell'Ambiente (ARPA-APPA) fornisce alcuni
indicatori per l'analisi del problema.
La stima della percentuale di suolo consumato
sull'intera superficie comunale e la stima della
superficie consumata totale espres sa in ettari
forniscono informazioni tra loro complementari.
Le città infatti sono molto diverse tra loro e
diverso è lo sviluppo che hanno avuto. Ci sono infatti comuni che hanno un'estensione territoriale
molto ampia rispetto all'area urbanizzata (come Roma) e altri in cui la città ha superato i limiti
amministrativi (come Milano, Napoli e Torino). Nel primo caso valori assoluti relativamente elevati
di superficie impermeabilizzata possono corrispondere a basse percentuali di uso del suolo; nel
secondo caso invece le percentuali superano anche il 60% dell'intera superficie comunale.
Bologna si trova nella fascia intermedia per consumo di suolo , dal 30 al 50%; i dati disponibili
nella pubblicazione Qualità dell'ambiente urbano - IX Rapporto. Edizione 2013 evidenziano una
crescita nel tempo dal 30,7% del 1989 al 36,5% del 2011 (ultimo dato disponibile). In termini
assoluti la superficie consumata nel 2011 è stimata da ISPRA in 5.133 ettari, un valore prossimo a
quelli di Verona, Venezia e Taranto, ma rispetto a queste città, con una percentuale di territorio
urbanizzato sul totale comunale superiore.
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