1 2 La Stella Polare della Sinistra di Luigi Fasce 3 A cura del Circolo Guido Calogero e Aldo Capitini Cultura Politica e Diritti del Cittadino Socio fondatore del Gruppo di Volpedo e del Network per il Socialismo Europeo www.circolocalogerocapitini.it 4 ''Le cause immediate sono legate all’andamento dei mercati finanziari, ma credo ci sia qualcosa di più profondo. Stanno emergendo i segni della carenza di risorse del pianeta. La debolezza della ripresa negli Usa e in Europa è legata anche al fatto che mancano chiari modelli di sviluppo sostenibile'' (Jeffrey Sachs) 5 6 Introduzione di Giorgio Boratto Questo nuovo lavoro di Luigi Fasce è di compendio al suo libro Destra o Sinistra La rosa dei Valori e questa volta affronta la Stella Polare della Sinistra. Mentre nel primo libro di Luigi Fasce si trattava delle ideologie che compongono il pensiero politico nel mondo, con uno sguardo analitico utile a comporre un'insieme di valori fondanti l'orientamento politico; con la Stella Polare della Sinistra si giunge, dopo una breve analisi storico politica, alla sintesi nell'individuazione di un obiettivo comune a tutta la Sinistra europea e mondiale. Appunto ad una Stella Polare, che è riconducibile a quel Sole dell'Avvenire che pare essersi spento con l'affermazione di una esclusiva economia di mercato che ha ucciso la solidarietà, il bene comune, il lavoro come elemento di vera ricchezza e il sentirsi parte di una comunità umana e civile. Insomma quel bene di vivere e progredire che continua ad essere presente nell'idea 7 socialista. Ecco che la Stella Polare indicata da Luigi Fasce si riassume nel modello di economia definita socialdemocrazia ad alta definizione alla Olof Palmer. Al centro poi si ricolloca giustamente il tema del Lavoro. Anche qui paradossalmente quello che, nell'iconografia ottocentesca socialista prima e comunista poi, era rappresentato dalla falce e martello viene posto come condizione essenziale da cui ripartire. Ripartire dal Lavoro che come ricorda Luigi Fasce nelle pagine finali del libro: 'L'impianto complessivo della Costituzione definisce un quadro istituzionale fondato sul principio della Repubblica liberaldemocratica per cui lo Stato garantisce inequivocabilmente la preminenza del Lavoro rispetto al Capitale, ruolo attivo della mano pubblica in alcuni settori strategici dell'economia e comunque prefigge fini sociali all'economia'. 8 Premessa Sono più 200 anni che ai “varchi di accesso” al lavoro si sono insediati i padroni del denaro, ovvero, come si diceva un tempo di coloro che detengono i mezzi di produzione e le leve della finanza. Con due aggravanti devastanti per i popoli e le democrazie che nell'ultimo ventennio l'egemonia del “liberismo oligarchico” si è fatta globale e i padroni del denaro, delle imprese, dei brevetti e del commercio 9 hanno asservito il potere politico tanto di destra che di sinistra, imponendogli di: annullare i vincoli dei pubblici poteri che dalla fine della seconda guerra mondiale avevano posto al movimento di denaro, merci, persone, annullare ogni intervento pubblico in economia. annullare ogni diritto dei lavoratori; annullare ogni vincolo tutela dell'ambiente. posto alla Perché il Lavoro possa riuscire ad avere almeno nel 21 secolo la supremazia sul Capitale occorre che la sinistra abbia chiaro il modello di economia “socialdemocratica ad alta definizione”, alla Olof Palme, da attuare con programma di riforme strutturali per ricondurre l'economia ai fini sociali e per la tutela ambientale. 10 E' comune pensiero che la nuova forma moderna di ”schiavizzazione” del lavoratore sia avvenuta al tempo della prima rivoluzione industriale (1760-1830) quando si sviluppò prevalentemente in Inghilterra un nuovo sistema economico, il "capitalismo", il nuovo modo di produrre enormi quantità di manufatti da inviare in tutto il mondo la cui manodopera veniva fornita da masse proletarie, composte da ex contadini concentrate nelle città, pronte per necessità di sopravvivenza a lasciarsi sfruttare. Ritengo questa devastante dinamica sociale, che ha dato origine alle lotte di autodifesa del movimento dei lavoratori, sia concausa secondaria con a monte una “sovrastruttura” (in senso marxista) connubio di potere economico e potere politico, “matrice originaria”, che ha consentito fin dal tempo della “rivoluzione industriale”ai detentori dei mezzi di produzione – l'ottocentesco padrone delle ferriere - il potere di presidiare “i varchi 11 d'accesso” al lavoro e di perpetrare “il modo di produrre” capitalista finalizzato solo al lucro. Meccanismo pervenuto fino ai giorni nostri nonostante le reiterate “crisi'' per l'eccesso di produzione e conseguente saturazione dei consumatori paganti, quando, ultimo colpo di coda degli animaleschi spiriti del capitale far dilatare oltre ogni sragionevole limite economico, il mercato finanziario, che da cancello della produzione è diventato autistico “casinò royale” universale. Luciano Gallino ha dovuto escogitare un neologismo il “finanzcapitalismo” per spiegare l'innovazione malsana di questa fase di capitalismo. La vulgata del liberismo di ottocentesca memoria prescrive libera competizione delle imprese private sui mercati senza vincoli statali e “stato minimo”. Ovvero neutralità dello Stato in campo economico lasciato in monopolio al privato nel gioco della libera concorrenza del mercato. Nella realtà il modello liberista puro non è mai esistito. 12 Mentre esiste fin dalle sue origini un modello di liberismo spurio per il quale avendo il capitalismo come scopo il massimo profitto dell'imprenditore, ha bisogno di libertà di produzione e di scambio e per questo ha la necessità di fare svolgere un ruolo attivo allo stato per fare adottare leggi in favore dell'impresa privata, eliminando barriere doganali e lasciare senza tutela alcuna i lavoratori. Condizioni che si possono ottenere soltanto quando il potere politico dello Stato viene completamente sottomesso al potere economico del privato. Un lungo percorso è stato fatto per riuscire a far prendere coscienza di classe ai lavoratori sfruttati e mobilitarli in difesa dei loro diritti e poi, in nome del principio di Uguaglianza con la rivoluzione abbattere il sistema capitalistico come è successo nel 1917 nell'URSS e sostituirlo con il comunismo. Se il sistema comunista avesse funzionato non saremmo ancora qui a porci il problema di trovare altre vie alternative al modello del “liberismo oligarchico” 13 attualmente egemone su scala mondiale che sta producendo disastri economici, politici e sociali. Non ha funzionato il modello di economia comunista dell'URSS, così come della Cina, non sta funzionando il modello di economia liberista USA. Per proporre una alternativa ai due modelli indicati dobbiamo evidenziarne il difetto d'origine. Per quanto riguarda il sistema comunista oltre alla banale critica di aver soppresso la libertà individuale si deve rilevare altrettanto banalmente che la produzione economica programmata dal vertice nazionale invece che fornire beni di consumo per la popolazione è stata rivolta alla imponente produzione di armamenti sempre più tanti sempre più sofisticati sempre più distruttivi pronti a essere usati se dalla guerra fredda si fosse passati alla guerra calda... Sebbene abbiamo assistito alle tante avvisaglie questo non è avvenuto. L'arsenale URSS lasciato in dote all'attuale Russo di Putin è ancora oggi imponente. Probabilmente è ancora questa la ragione 14 per cui anche la “nuova” Russia liberista non riesce a soddisfare in modo adeguatamente i bisogni primari della popolazione. Delle tante critiche rivolte al sistema URSS vale indicarne almeno una per tutte, quella di Bruno Rizzo: critica radicale insinuatasi all'interno del comunismo stesso che con metodo “marxiano” ha prodotto una critica radicale alla logica per cui i mezzi di produzione totalmente in mano all'apparato burocratico del partito-Stato comunista dell'URSS pervenuto al potere con la rivoluzione cruenta del 1917. Perché la classe burocratica dell'URSS detenendo in pratica i mezzi di produzione modificava in nulla le condizioni alienanti dei lavoratori in fabbrica, anzi creava condizioni ancora peggiori perché i lavoratori non potevano nemmeno lottare contro il capitalista privato di turno per migliorare salario e condizioni di lavoro. La sua tesi in buona sostanza prevede che i mezzi di produzione siano dati in autogestione ai lavoratori. (Luigi Fasce intervento “Capitale e Lavoro: la secolare partita a scacchi” Convegno di Livorno – febbraio 2011 - Dalla divisione della sinistra di Livorno all'unità per il socialismo nel XXI° Secolo) 15 Regredire per progredire Per cercare di capire le ragioni del fallimento del modello economico oligarchico liberista per soddisfare i bisogni dell'umanità, occorre rintracciare le origini costitutive, che secondo il mio schema interpretativo risalgono alla guerra d'indipendenza Americana, fatta in piena epoca della rivoluzione industriale, guerra fratricida, motivata da rivendicazione territoriale e contesa per la supremazia tra la nuova ricca casta della borghesia coloniale e classe nobiliare della madrepatria la Gran Bretagna. Partita non facile per i “parvenu” borghesi insediati nella colonie inglesi d'oltre oceano nel nord America rispetto alla classe nobiliare della corte inglese. L'analisi psicopolitica della rivoluzione americana acquisisce maggior senso se messa a confronto con la rivoluzione francese di appena 3 anni successiva. 16 Questa l'analisi critica che intendo svolgere per poi procedere con la parte propositiva che vuole indicare il Lavoro punto di riferimento della sinistra. Questi complessivamente i punti della mia riflessione: A) Lavoro e Capitale: dalla confusività alla conflittualità; B) il movimento dei lavoratori in cammino; C) Il modello economico centrato sul Lavoro previsto dalla Costituzione Italiana alternativo al “liberismo oligarchico”; A) Lavoro e Capitale: dalla confusività alla conflittualità Un po' di filosofia Come si arriva alla proprietà privata? Per Locke ogni uomo possiede in primis la propria persona, il lavoro del suo corpo e delle sue mani sono propriamente suoi. Colui che raccoglie le ghiande, di conseguenza, diventa automaticamente proprietario di queste. Dunque se non è la raccolta ad attribuirne la proprietà privata non può esserlo 17 nient’altro. “Se fosse stato necessario il consenso comune, per appropriarsi delle ghiande dell’albero, l’uomo sarebbe morto di fame”, così ironizza il filosofo inglese per avvalorare la sua tesi. E’ dunque il lavoro che toglie i beni dalla proprietà comune trasformandoli in proprietà privata; la stessa legge di natura che ci conferisce la proprietà al tempo stesso la limita in quanto è finalizzata “al nostro godimento” ovvero a quanto ciascuno può utilizzare prima che si deteriori, tutto ciò che va oltre appartiene ad altri. Il principale oggetto di proprietà è la terra stessa e si acquista allo stesso modo. Secondo quanto sostiene Locke l’atto di appropriazione della terra tramite il lavoro non è dannoso verso altri, poiché vi è sufficiente terra ed altrettanto buona e fertile per tutti. E’ dunque la stessa condizione della vita umana che esige il lavoro ad introdurre necessariamente la proprietà privata. Se i beni in possesso di una persona si deteriorano costui trasgredisce la legge di natura ed è passibile di punizione oltre a perdere la proprietà su quel terreno. Chi si appropria 18 della terra con il lavoro non diminuisce ma incrementa gli approvvigionamenti comuni. Un acro coltivato produce cento volte tanto quanto produrrebbe lo stesso terreno incolto, ed è infatti il lavoro a dare il valore alla terra. Ad avvalorare quanto sostenuto Locke porta l’esempio dell’America, dove molti popoli sono ricchi di terra ma poveri di mezzi di sussistenza, poiché il terreno è incolto. Il motivo per cui il pane vale più delle ghiande, il vino più dell’acqua è interamente dovuto al lavoro e all’industria. Si vede così come il lavoro attribuisce il valore alle cose e come la messa a frutto della terra costituisca il vero obiettivo del buon governo. …E' dunque il lavoro conferisce il diritto di proprietà laddove prima era “bene comune”. <...l’oro e l’argento hanno un valore più arbitrario che reale> 19 Tesi a doppio taglio 1) sovversiva nei confronti del potere monarchico 2) giustificazione liberticida nei confronti dei nativi “selvaggi” pellerossa, rimasti allo stato primitivo di cacciatori. Tesi 1- che riportata all'attualità può indicare il principio dell'economia democratica in quanto assegna al Lavoro il diritto di proprietà dei mezzi di produzione al di sopra di qualsivoglia altro potere, sia l'antico nobiliare (con diritto feudale della proprietà territoriale e di tutte le “genti” che vi albergano sopra), sia il moderno “potere borghese del denaro” (con diritto di proprietà di terre e imprese). Tesi 2- In America dal tempo della 20 guerra d'indipendenza non è stato questo ragionamento filosofico a convincere i “selvaggi” a cedere i propri territori di caccia, ma è stata la supremazia delle armi che ha assegnato ai pionieri invasori il diritto di proprietà di terre e di attività imprenditoriali, così come con le armi è stato conquistato per la Repubblica degli Stati Uniti d'America, il diritto di proprietà sulle ex colonie, ai danni della madrepatria il Regno di Gran Bretagna. La guerra di indipendenza americana: la nascita dell'orda del “capitalismo di rapina” <fu il conflitto che, tra il 1775 e il 1783, oppose le tredici colonie nordamericane, diventate successivamente gli Stati Uniti d'America, alla loro madrepatria, il Regno di Gran Bretagna.>(Wikipedia) Poco noto che la guerra d'indipendenza americana si trasformò ben presto in guerra dell'Occidente giocata su molti fronti mondiali. Nel corso della guerra le potenze europee – tutte rette dal potere monarchico - si schierarono su diversi fronti, portando il conflitto anche nelle 21 Antille, in India e in Europa: la Francia, la Spagna e le Province Unite con i ribelli mentre l'Assia e l'Hannover in favore degli inglesi. E' evidente che più che badare alla difesa del principio monarchico Francia e Spagna erano interessati al rimaneggiamento delle colonie sparse nel mondo e non soltanto di quelle sui territori americani. Rimaneggiamento che avvenne in occasione del trattato di Parigi, firmato nel 1783, con il riconoscimento della repubblica degli Stati Uniti d'America (USA). (Wikipedia rimaneggiato) Le buone ragioni per la rivendicazione dell'indipendenza. “No taxation without representation” Poiché il consenso dei contribuenti nella determinazione delle imposte era uno dei cardini tradizionali della libertà inglese fin dai tempi della Magna Charta, i coloni si rifiutarono di ottemperare alla legge e posero l'alternativa o di poter inviare i propri rappresentanti in Parlamento, o di essere esonerati da ogni tassa non approvata dai loro rappresentanti, secondo il famoso principio No taxation without representation che era diventato uno slogan del partito whig. Dal momento che «La libertà consiste nell'obbedire alle leggi che ci si è date e la servitù nell'essere costretti a sottomettersi ad una volontà estranea» (Robespierre), e «Nulla denota uno schiavo se non la dipendenza dalla 22 volontà di un altro» (Algernon Sydney), essere sottoposti a leggi che non si è contribuito a formare equivaleva per i coloni alla schiavitù; i coloni sentivano cioè di essere trattati dall'Inghilterra come schiavi («miserabilmente oppressi come i nostri neri», per George Washington): «Non vogliamo essere i loro negri!» (John Adams). Gli “spiriti animali del capitalismo di rapina”, la cattiva coscienza della rivendicazione dell'indipendenza <L'ulteriore limitazione della libera espansione territoriale dei coloni, che l'Inghilterra voleva in sostanza confinare a oriente dei monti Appalachi, in favore degli indigeni che abitavano il resto del territorio, furono percepite come un atto di dispotismo e di inaccettabile limitazione della libertà dei coloni, che pretendevano di essere liberi – fra l'altro – di sterminare le popolazioni indigene per impadronirsi del «deserto» e trasformarlo in terre fertili coltivate: infatti, non solo gli indigeni erano ritenuti dei selvaggi inferiori, ma la loro terra non era considerata tale perché non lavorata (secondo John Locke la base del diritto naturale alla proprietà è appunto il lavoro).> (Wikipedia) La borghesia che già aveva ottenuto da secoli in Inghilterra uno status politico – camera bassa – e diritti di proprietà e 23 impresa in grande autonomia rispetto alla classe nobiliare, negli USA con l'istituzione della Repubblica (presidenziale) si è conquistata il completo potere politico. Ha definitivamente vinto il diritto individuale per la libertà d'impresa nei confronti dei vincoli politici – non sempre negativi - posti da re e nobiltà. La costituzione USA il massimo principio giuridico che regola i rapporti tra stato e cittadini e tra i cittadini stessi, ha assolutizzato il principio della libera proprietà e non lo ha certo fatto subordinandolo al lockiano principio del Lavoro ma per mezzo delle armi. E' il principio liberista, liberista oligarchico, piuttosto che liberale, quello che preforma la Costituzione USA. 17 settembre 1787 PREAMBOLO "Noi, popolo degli Stati Uniti, allo scopo di perfezionare ancor più la nostra Unione, di garantire la giustizia, di assicurare la tranquillità all'interno, di provvedere alla 24 comune difesa, di promuovere il benessere generale e di salvaguardare per noi stessi e per i nostri posteri il dono della libertà, decretiamo e stabiliamo questa Costituzione degli Stati Uniti d'America. Il feroce sterminio compiuto dei “selvaggi” esseri inferiori considerati alla stessa stregua degli schiavi negri la dice lunga sulla doppiezza nel concepire il principio di Libertà, libertà di sterminio e acquisizione del diritto di proprietà delle terre sottratte al “bene comune” dei selvaggi in nome del Lavoro. Nulla di nuovo, e sempre d'attualità, da quando in nome di principi religiosi (Santa Inquisizione – Guerra Santa) si uccide. C'è voluta la psicoanalisi, l'arte del disvelamento, per farci capire che in questa “incoerenza” agisca il “meccanismo di difesa” della “razionalizzazione” - escogitazione di plausibili ragioni e di principi moralmente accettabili per giustificare comportamenti violenti motivati da istintuale pulsionalità distruttiva. Meccanismo mentale, perfettamente 25 efficace, da quando in nome di principi religiosi (Santa Inquisizione – Guerra Santa) si uccide. Per di più la prima Repubblica liberista del mondo moderno è nata, conseguentemente, molto poco democratica perché la Costituzione è stata scritta appositamente per assegnare il potere alla oligarchia borghese di imprese banche e ridurre al minimo il potere del cittadino. Per votare il cittadino si deve iscrivere nell'elenco elettorale e la conseguenza è che non si arriva mai al 25% di votanti dell'intera popolazione degli USA. Già in allora: tutti imprenditori di se stessi. Nessuna consapevolezza del problema del lavoratore dipendente, che nel Sud era imposto agli schiavi e nemmeno nei territori del Nord dove “gli spiriti animali” avevano assoluto libero sfogo. Ognuno col suo chiodo fisso, elevato a simbolo come sogno americano, di diventare ricco con il duro lavoro in perpetua competizione, anche armata, con l'Altro. Emblematica l'immagine filmica del pioniere con bibbia e carabina che difende il suo ranch da 26 pellerossa e banditi. Portare armi è diritto sancito a ogni cittadino americano dal secondo emendamento della Costituzione. Sogno individualista di ogni colono e cittadino delle città che ha fatto la Rivoluzione, anche pagata col sangue, di ottenere terre in proprietà da abitare, prima da coltivare immensi territori con tabacco e cotone e poi per allevare bestiame. Rivoluzione sapientemente manovrata da intellettuali, giuristi e imprenditori della borghesia insidiata al comando degli Stati dell'Unione che con il pretesto non più pagare le tasse alla matrigna Inghilterra hanno volevano conquistare il potere politico di un nuovo immenso Stato e questo obiettivo si poteva ottenere soltanto costituendo un nuovo tipo di Stato, Repubblicano, ovviamente presidenziale ma ovviamente come sistema politico inconciliabile a quello monarchico. Ottenendo così la libertà assoluta di impresa garantita dallo Stato repubblicano il cui governo era subordinato ai detentori del potere economico. Dunque 27 è nella stessa Costituzione USA che si annida il DNA del “liberismo oligarchico”. Ossimoro solo in apparenza. Queste, forse, la ragioni dell'innata avversione dei cittadini USA nei confronti delle idee socialiste e ai principi di Uguaglianza e Fraternità. Le devote e pie comunità evangeliche americane sfuggite alle repressioni religiose in Europa si sono prontamente convertite allo spirito di rapina nei confronti degli indigeni. Gli USA, pur non avendo per dettame costituzione alcuna religione di stato il conservatorismo religioso è dilagante. Il modello di Repubblica presidenziale USA, perfettamente subordinata alle oligarchie economiche che è stata copiata nel corso dell'ottocento da quasi tutti gli stati nascenti dell'America del Sud. 28 Il primo presidente degli USA George Washington (1789-1797) non poteva che essere nobiluomo di campagna, deputato all'assemblea dello stato della Virginia, comandante in capo dell'esercito di liberazione. Fu in carica dal 1789 al 1797. Come sappiamo, la lotta per il potere politico-economico si scatenò circa sessanta anni dopo tra l'élite dei proprietari terrieri prevalenti nel Sud e l'oligarchia degli affari, delle professioni, della neo- industria, prevalenti nel Nord 29 provocando la guerra di secessione. <Stati Confederati d'America (CSA acronimo di Confederate States of America) è la denominazione ufficiale assunta l'8 febbraio 1861 da un nuovo Stato costituito per accordo tra i 7 Stati che, fra il dicembre 1860 e il febbraio 1861, avevano dichiarato la propria secessione dagli Stati Uniti d'America. Poiché dopo due mesi dalla costituzione della Confederazione scoppiò la guerra di secessione americana, che terminò con l'estinzione della Confederazione stessa, la storia degli Stati Confederati coincide in larghissima misura con quella della guerra.>(Wikipedia) Nella fase della guerra di indipendenza non si parla ancora di partiti politici. Il Partito Repubblicano Democratico è nato nel 1872 guidato da Jefferson e Madison nella disputa tra federalisti anti-federalisti. È il più vecchio partito politico del mondo. Il Partito Repubblicano (Republican Party), popolarmente noto come Grand Old Party ("grande vecchio partito", spesso abbreviato in GOP), venne fondato nel 1794 per contrastare la temuta espansione nel West del sistema schiavistico degli Stati del Sud, di ispirazione liberista e conservatore. 30 Mentre il Partito Democratico deriva dall'originario Partito Repubblicano Democratico permanendo in economia la vocazione liberista assume progressivamente nel campo dei diritti civili carattere progressista Entrambi da sempre condizionati dal potere economico-finanziario. La guerra di secessione tra nordisti dell'Unione contro gli stati del sud Confederati è stato lotta di supremazia economica tra sistema industriale del nord rispetto a quello agricolo del sud. Interessante far notare che i latifondisti del sud pur senza titoli nobiliari, vietati dalla Costituzione, si siano identificati con il modello nobiliare che anche le loro classicheggianti residenze di campagna lo confermano. Possedimenti terrieri assegnati ai “nobiluomini di campagna” del Sud, imprenditoria industriale assegnata ai “borghesi” del Nord con stesso denominatore il potere dei soldi. 31 Il ruolo della grande borghesia –con coscienza di classe– e dei lavoratori senza coscienza di classe- nella Rivoluzione Francese Il ruolo dei lavoratori – senza coscienza di classe - nella rivoluzione francese , la “I^ rivoluzione Borghese” Diversamente dalla “Rivoluzione americana”, iniziata dai possidenti borghesi cogliendo il pretesto di non pagare le ingiuste tasse, ma in realtà per conquistare la completa indipendenza e dunque, oltre che il potere economico anche il potere politico dalla civile, parlamentare, Inghilterra monarchica , la Rivoluzione Francese (1789), esplosa soltanto dopo poco tempo da quella americana, è stata un percorso a tappe per contrastare l'obsoleto potere assoluto del Re e dotare la Francia di un sistema parlamentare sul modello di quello Inglese. <Anche in Francia la rivoluzione è scatenata dalla reazione aristocratica 32 contro la monarchia centralizzatrice di Luigi XVI; ma essa non è che il preludio di una rivolta popolare generalizzata. Cominciata in sordina il 5 maggio del 1789 con l'apertura degli Stati Generali - un governo di tipo parlamentare promosso dalla borghesia e composto da rappresentanti del "terzo stato", del clero e dell'aristocrazia -, la Rivoluzione francese esplode come insurrezione popolare il 14 luglio con l'assalto alle prigioni, la celebre presa della Bastiglia. Essa segna la fine del "dispotismo" monarchico e del potere feudale, e marca l'ascesa delle nuove classi borghesi. La prima fase del periodo rivoluzionario inizia formalmente il 9 luglio dello stesso anno, con la proclamazione dell'Assemblea Nazionale Costituente, che adotta la Dichiarazione dei diritti dell'Uomo e del Cittadino e che deciderà per due anni del destino della Francia approvando numerose riforme in tutti i campi: riorganizzazione dell'amministrazione locale, della giustizia, dell'esercito, delle finanze, abolizione dei privilegi nobiliari e altre iniziative di tipo sociale e culturale. Il 1° ottobre del 1791, l'Assemblea Legislativa si sostituisce all’Assemblea Costituente, scioltasi il giorno precedente. Durante questo processo di riforme la borghesia 33 cerca la cooperazione del re e della nobiltà liberale, ma viene ostacolata dall'organizzazione della "contro-rivoluzione", all'interno e all'esterno del paese. All'esterno: nel 1792 la Francia rivoluzionaria dichiara guerra all'Austria e alla Prussia, cominciando un periodo di conflitti militari che l'opporranno a quasi tutti i paesi europei. All'interno: i sostenitori della monarchia costituzionale si oppongono alla "sinistra" dei Giacobini e dei Cordiglieri. Il popolo riprende l'iniziativa assalendo le Tuileries e imprigionandovi la famiglia reale. Il 20 settembre, giorno della vittoria di Valmy contro i Prussiani, la Rivoluzione entra in una seconda fase: l'Assemblea lascia il posto alla Convenzione, dominata dalle personalità di Robespierre, Danton e Marat. Il 22 settembre, dopo aver abolito la monarchia, viene proclamata la Repubblica. Infine, in una situazione militare grave, circondata dai suoi nemici, la Rivoluzione attraversa una terza fase, quella detta del "Terrore", dal 5 settembre 1793 all'arresto di Robespierre, il 9 Termidoro anno II (27 luglio 1794). In questo periodo, la ghigliottina dei rivoluzionari e di Robespierre "l'incorruttibile" fa migliaia di vittime, a cominciare dal re Luigi XVI e dalla regina Maria Antonietta. La reazione contro il terrore provoca il ritorno al governo dei moderati (Direttorio del 1794); ma la corruzione del Direttorio e l'abbandono degli ideali rivoluzionari produce una crisi economica e uno scontento politico sui quali Napoleone, "salvatore della patria", potrà contare. 34 La reazione militare e nazionalistica della Francia rivoluzionaria contro le minacce esterne era stata all'inizio opera di Danton e dei moderati Girondini; progressivamente essa diventa la bandiera degli estremisti più democratici e più terroristi, i Giacobini. La mobilitazione di massa della nazione raccoglie un esercito di volontari entusiasta e ben organizzato. Dopo aver scacciato gli invasori, la Francia va all'attacco: il Belgio e altri territori vengono annessi, la dominazione francese si estende all'Olanda, alla Svizzera, all'Italia.> (da Atlantestorico la storia e altro ancora...) Così inizia l'ascesa al potere politico Napoleone, prima “console a vita” e poi Imperatore dei francesi che è riuscito a trasformare la massa proletaria del terzo stato in un esercito di soldati pronti a morire per la patria ritornata monarchia sotto rinnovata veste. “TERZO STATO Nella società dell'ancien régime si indicavano con questo termine coloro che non appartenevano né al clero né alla nobiltà. Ne facevano quindi parte sia gli esponenti della borghesia delle professioni, di quella mercantile e manifatturiera, sia gli artigiani, i piccoli commercianti e coloro che erano collocati ai gradini più bassi della società. L'espressione implicava quindi una connotazione in senso negativo, in quanto gli appartenenti al Terzo stato non godevano dei privilegi riservati agli altri due ordini o stati (società di ordini). 35 Tuttavia all'interno dell'ordine esisteva una gerarchia ben delineata che vedeva in primo piano gli officiers, i grandi burocrati, i professori, gli avvocati e poi gli uomini d'affari e i mercanti, tutti gerarchizzati secondo la funzione sociale svolta all'interno della società. Le istituzioni rappresentative del tempo (parlamenti, stati generali, diete) prevedevano generalmente la presenza di rappresentanti del Terzo stato al proprio interno, anche se questi tendevano a presentarsi esclusivamente come il ceto dei funzionari, dei giuristi e degli uomini di legge. La rivoluzione francese, distruggendo la vecchia struttura per ceti della società e le forme di organizzazione politica che ne erano espressione, fece del Terzo stato il rappresentante dell'intera nazione. (Dizionario di Storia moderna e contemporanea)” 36 I due corni della libertà Il quadro simbolo della Libertà – la Marianna – del pittore dell'epoca Delacroix è la rappresentazione visiva di questo sommovimento di Popolo indistinto di borghesia e di proletariato. La libertà che guida il popolo è certamente un quadro politico, in cui viene esposta chiaramente l’ideologia liberale dei giovani romantici, quell’idea di libertà che sarebbe diventata poi uno dei fondamenti dell’Unione Europea. 37 In realtà mentre il popolo intendeva la Libertà nel senso di “libertà da” povertà e sudditanza nobiliare, l'opulenta classe borghese intendeva la “Libertà da” sudditanza nobiliare ma anche come “libertà di” proprietà: terriera, di commercio, d'impresa e conseguentemente, analogamente così come era stato in passato per la classe nobiliare con diritto divino di asservimento del popolo, di avere in nome del diritto superiore del denaro sfruttare nelle fabbriche l'anonima mano d'opera degli ex contadini sradicati dalle campagne senza più campi da coltivare oramai massa proletaria affamata concentrata nelle città. La regressione storica compiuta da Napoleone ha riportato in auge l'antico principio nobiliare del potere delle armi e le guerre fatte per aumentare il potere territoriale del regno (scopo dei Re di farsi Imperatori) con il conseguente effetto ricorrente secolare, rozzo ma efficace, di ogni guerra, di sfoltimento demografico, . 38 Libertà di impresa La pigra casta nobiliare del “giovin signore” venne così sostituita dall'operosa classe del capitalismo borghese che provvide prontamente a perpetrare lo sfruttamento del “quarto stato” la componente proletaria del “terzo stato” che oramai, dopo l'elaborazione teorica del primo socialismo utopico e di quello marxista si è convenuto di denominare “classe operaia” o “classe lavoratrice” per indicare il disumano sfruttamento di massa che caratterizzò il lavoro in fabbrica - “il nuovo modo di produrre” - del periodo della “rivoluzione industriale” dell'ottocento, che per reazione d'autodifesa ha dato origine in Europa al Movimento dei Lavoratori, ispirato al principio socialista di Uguaglianza che si è contrapposto con alterne fortune al potere economico del capitalismo agrario, imprenditoriale e bancario. Potere economico del capitalismo che ha trovato compiacenze col potere politico, tanto monarchico (oramai costituzionalizzato) tanto repubblicano e con la connivenza del potere religioso, 39 tanto della chiesa cattolica tanto delle chiese evangelico-cristiane. La nascita della prima democrazia in Europa Capovolgendo la logica secolare per cui il potere sorge imperituro dall'alto per volontà divina ed è rappresentato da Re e Imperatori (poco importa della storica contesa per il primato tra potere spirituale e potere temporale), per la prima volta in epoca moderna, dopo la Rivoluzione Francese, sebbene per breve tempo con la proclamazione della Repubblica è stato realizzato il primo governo democratico con l'eliminazione delle basi economiche e sociali medievali. <La repubblica (dal latino res publica, ovvero "cosa pubblica") è una forma di governo in cui la sovranità appartiene ad una parte più o meno vasta del popolo.> (Wikipedia) Terzo stato che nella sua prima magmatica fase post rivoluzione è stato, lo dice il dizionario sopra citato, “il rappresentante dell'intera nazione”. Creando dunque dopo 40 secoli in epoca moderna il precedente storico del governo democratico del popolo. Dunque, liberando il capitale-lavoro, l'attività imprenditoriale-commercialebancaria, dal giogo nobiliare unico potere che dava “patenti” e “monopoli” per ogni tipo di attività imprenditoriale, banca commercio impresa, professione. E' stato finalmente messo in moto il processo di mobilità sociale di cui ha approfittato ampiamente la borghesia a detrimento, ancora una volta, della componente proletaria del terzo stato. E pur tuttavia per tutto il turbolento tempo della Repubblica, che si può dire che “la prima dittatura del proletariato realizzata”, abbia governato in nome dei Libertà Uguaglianza Fraternità, ma non si può nemmeno dire che dopo la rivoluzione la Francia, diversamente dagli USA, sia stata governata dal potere economico. Non si mai giunti al modello “liberista oligarchico” per la presenza politici di destra nei quali prevaleva il principio della supremazia dello Stato-nazione. Il potere economico sul territorio europeo 41 per tutto il periodo della rivoluzione industriale non si sostituirà completamente al potere politico pur avendo mano libera assoluta nello sfruttamento in fabbrica dei lavoratori, oramai abbassato al rango dispregiativo di “quarto stato” che rimase senza rappresentanza politica nei Parlamenti sia a regime monarchico sia a regime Repubblicano. Le responsabilità delle religioni monoteiste a sostegno del liberismo Chiese Protestanti Negli USA per quanto riguarda la responsabilità del complesso universo delle religioni evangeliche nella condivisione del “liberismo oligarchico” c'è ben poco da aggiungere dopo che Max Weber ha teorizzato che la cultura protestante è una delle cause che ha determinato la psicologia dell'individuo capitalista). E' altresì indubbio che le chiese 42 evangeliche USA siano prevalentemente portatrici di pensiero integralista – vedi i movimenti contro l'aborto e le droghe e il recente movimento “tea party” - mentre quelle europee in tema di libertà individuale siano prevalentemente laiche e libertarie. Chiesa Cattolica Non bisogna sottacere che il liberismo, comunque declinato, pur confliggendo apertamente con i principi della chiesa cattolica (la finalità sociale dell'economia ha trovato piena compatibilità con la Costituzione Italiana che è stata votata convintamente anche dalla Democrazia Cristiana), ciononostante, non ha mancato di essere puntello del regime dittatoriale di Pinochet, golpe fatto ai danni del governo socialista di Allende per imporre con le armi il modello liberista in Cile secondo le direttive della trilaterale internazionale neoliberista che si riuniva a Washington negli anni 70 al cui vertice erano BushKissinger assieme ad altri magnati e economisti europei (tra i quali Mario Monti) 43 e del Giappone. Così come è stato connivente con le dittature dei militari in Argentina. Per citare solo due esempi che hanno precorso i tempi della globalizzazione. Una possibile chiave interpretativa di questo comportamento paradossale in campo economico della chiesa cattolica è l'aver barattato l'egemonia economica (lasciandola all'appannaggio del potere plutocratico mondiale sovra nazionale di “corporation” economiche e finanziarie) con l'egemonia dell'etica religiosa (garantita alla chiesa cattolica dai poteri economico-finanziari). Il cui esisto si concretizza nel il combinato disposto di potere finanziario-economico che impone il liberismo e la chiesa cattolica che impone la restaurazione clericale dei costumi e stili di vita dell'etica cattolica che determina repressione delle libertà individuali riferibili in particolare comportamenti sessuali fuori del matrimonio, prostituzione omosessualità, consumo di droghe. 44 Chiese islamiche Poco da dire per le chiese del variegato mondo arabo, con regimi pressoché tutti dittatoriali, e che anche quando sono stati abbattuti, la repubblica democratica che ne è sorta, come è avvenuto in Iran, la legge coranica si è fatta dogmatico principio costituzionale per cui le libertà individuali devianti la legge coranica, prostituzione, omosessualità alcol, droghe, vengono violentemente represse. Chiese buddiste Solo di recente i monaci buddisti oltre a meditare in solitudine hanno cominciato a uscire dai monasteri per dedicarsi in spirito di altruismo e solidarietà ad opere di volontariato sociale non disgiunte a contestazione politica a efferati regimi dittatoriali conniventi da sempre con il potere economico. Per il futuro c'è da ben sperare. 45 Libertà e Laicità intreccio virtuoso per la libertà religiosa La libertà individuale trova il suo completamento nella Laicità. L'escogitazione dell'idea di Laicità, sull'assunto logico-razionale della reciproca “tolleranza”, di idee così come di costumi, e necessariamente anche per le opinioni religiose, si deve all'inglese John Locke (1632-1704) “Laicità non è una filosofia tra le altre filosofie né una ideologia opposta ad altre ideologie, bensì è il principio fondamentale di convivenza di tutte le possibili filosofie e ideologie: una convivenza che può realizzarsi proprio in quanto il laico non pretende mai di possedere la verità più di quanto anche gli altri possano pretendere di possederla.” (Guido Calogero) Il cristiano della riforma protestante può essere individualmente libero di scegliere come meglio essere cristiano in base al principio di “responsabilità personale” ma la sua interpretazione personale della Bibbia (Vecchio e Nuovo Testamento) restava pur sempre all'interno della guida delle Sacre scritture”. Così come succede anche all'osservante cattolico, che può 46 invocare si il “libero arbitrio” (previsto dal Concilio Vaticano II del 1975 il cui impianto costitutivo totalmente disatteso) ma sempre all'interno dei precetti cattolici. Lo stesso oscuramento nell'ultimo ventennio è avvenuto per la nostra Bibbia Laica, la Costituzione italiana. Ma come a suo tempo ci ha magistralmente spiegato Carlo Augusto Viano:“Solo di fronte alle guerre di religione interne al mondo cristiano europeo, scoppiate in seguito alla Riforma Protestante, si fece strada l’idea che la tolleranza fosse una virtù cristiana, imposta dal rispetto della fede e dall'amore cristiano, dunque l’esigenza di separare la politica dall’ingerenza religiosa. Si concepisce l’esigenza che solo uno Stato libero da condizionamenti religiosi, può garantire la pace tra cittadini. In Olanda si formò un modello laico di Stato che evitava radicalmente l’ingerenza della religione nella sfera privata del cittadino. Infine, con le rivoluzioni americana e francese e con il liberalismo ottocentesco, 47 si affermò il principio liberale che ciascuno ha il diritto di pensare e comportarsi come vuole e non soltanto in fatto di religione, finché non danneggia qualcun altro.” (Sulla Laicità – conferenza a Genova 2006 – a cura del Circolo Guido Calogero e Aldo Capitini) Calcolando dal tempo della Rivoluzione francese, in Europa per prendere coscienza di classe da parte dei lavoratori c'è voluto più di mezzo secolo. Per dare dignità al “quarto stato”C'è stato bisogno dunque di un lungo cammino del movimento dei lavoratori e una elaborazione ideologica. Mentre negli USA con pervasivo modello di economia “liberista egemone”, il movimento dei lavoratori non ha prodotti partiti di sinistra ma ha prodotto sindacalismo meramente rivendicativo per il miglioramento del salario. 48 B) Il movimento cammino dei lavoratori in Il Quarto Stato è un celebre dipinto realizzato dal pittore Giuseppe Pellizza da Volpedo nel 1901, inizialmente intitolato Il cammino dei lavoratori. (Wikipedia) Movimento dei lavoratori che si è organizzato in tutta l'Italia nelle camere del lavoro, cooperative, leghe operaie e contadine e associazioni di mutuo soccorso che alla fine dell'ottocento ha dato vita a Genova prima al Partito dei Lavoratori Italiani (1892) e pochissimi anni dopo al Partito socialista italiano (1895). La formazione del partito della classe 49 operaia in Italia avvenne in ritardo rispetto ad altri paesi europei, come Germania(1875), Spagna (1879) e Austria(1874), ma prima della nascita di quelli britannico e francese: la sua fondazione è merito di politici come Filippo Turati e Anna Kuliscioff e intellettuali come Antonio Labriola. Secondo il Michels, "fra i fenomeni atti a caratterizzare l'ambiente economico nel quale nacque e si svolse il movimento operaio in Italia" il primo fu quello della "concentrazione capitalistica verificatasi nell'ambito della produzione industriale". E' dalla difesa del Lavoro contro il Capitale che nasce il socialismo, prima quello “utopico” con il principio-valore della Fratellanza e cooperazione tra i popoli e poi dal filone marxista il socialismo scientifico che teorizza la lotta armata della classe lavoratrice sfruttata contro il capitalista. Un lungo e travagliato percorso che porta i socialisti nel Parlamento italiano all'opposizione dei governi liberali di destra, che patisce la scissione comunista 50 nel 21 a Livorno, ispirata dalla vittoriosa rivoluzione russa del 1917 e con l'URSS invocando la totale soppressione della proprietà privata, stroncando così alla radice il potere economico privato in assoluto antagonismo al modello economico liberista oligarchico o colluso col potere politico “made in USA”. Col potere economico totalmente nelle mani del potere politico a ideologia comunista. Modello di economia comunista “Capitalismo di stato” come è stato anche definito, modello di economia centralistica pianificata dal Partito-Comunista-Stato necessariamente basato su un sistema politico totalitario, che doveva consentire in nome del principio di Uguaglianza, la libertà di tutti essendo eliminate le condizioni economiche – non solo dei mezzi di produzione ma ogni qualsivoglia tipo di proprietà privata - nella convinzione assoluta che questa radicale scelta avrebbe e impedito l'abuso della libertà dei pochi (quello dell'élite 51 capitalista-borghese di cui si era avuta in Europa esperienza nell'ottocento) determinando l'uguale-libertà di tutti. S'è visto solo tardivamente nel 1989 quale è stato l'esito dell'esperimento di voler curare “Il virus Liberale” con la medicina dell' Uguaglianza. Un disastro, “l'opzione socialista, sperimentata in Unione Sovietica e in Cina, ha dimostrato di essere tanto inefficace in termini economici quanto antidemocratica sul piano politico.”(Amin) Poi il regime fascista in Italia si incarica dopo la marcia su Roma del 1922, agitando lo spauracchio del bolscevismo, di reprimere ogni forma di possibile opposizione, anarchica, socialista, comunista. 52 Modello economico corporativo del ventennio fascista Regime dittatoriale pone il potere politico al di sopra del potere economico. Il sistema economico sociale cosiddetto corporativo aveva al vertice il potere politico con funzione di arbitro e decisore per mantenere l'equilibrio tra Capitale e Lavoro. Dopo la grande crisi del 1929, sostanzialmente del modello liberista imperante negli USA, anche la Germania, debole Repubblica parlamentare, avviata a realizzare un modello di economia in senso socialdemocratico, viene travolta dalla crisi e la reazione sociale, da un lato al liberismo e dall'altro lato dal comunismo, sfociò nel Nazismo di Hitler. Con il potere economico posto al sevizio di quello politico. Regressione all'antico regime di potere assoluto imperiale, sotto forma di dittatura moderna, fatta da parte di Mussolini e di Hitler che piegano l'economia al fine imperiale della conquista territoriale ma che arricchisce imprenditori e i banchieri. 53 L'esito finale la seconda guerra mondiale. Sappiamo vinta dagli USA e degli altri stati dell'alleanza atlantica che avevano sostanzialmente in comune il modello economico liberista. Solo si fronte all'alleanza tra Germania e Giappone e solo quando Hitler invase l'URSS Stalin per necessità di sopravvivenza decise l'alleanza con gli USA. Ma a guerra finita il conflitto tra le due superpotenze mondiali, con due modelli di economia in totale opposizione, si riaccende con tutta la sorda violenza della “guerra fredda”. E' durante questo periodo che sorge - su basi costituzionali in Italia e Germania - e si consolida in Europa la “terza via” del modello economico “socialdemocratico”, modello già realizzato fin dagli inizi del 900 nei Paesi del nord Norvegia e Svezia. Qualcuno, col senno di poi, ha giudicato possibile la nascita di questo modello tipicamente europeo, sostanzialmente un sistema misto di economia in parte pubblica e in parte privata, per l'interdizione reciproca di URSS e USA a far 54 prevalere in Europa i rispettivi inconciliabili modelli economici. Il crollo del modello antagonista tutta la proprietà, non solo l'economia, allo Stato dell'URSS ha finalmente consentito agli USA l'operazione annientamento anche del modello economico socialdemocratico e sostituirlo con il modello liberista oligarchico, questa volta di dimensioni mondiali. L'operazione distruzione modello di economia europeo dalla triade capitalista è attualmente in corso. Modello di economia socialdemocratica Possiamo definire il periodo d'oro europeo i quaranta anni che vanno dagli anni 1950 al 1990 che ha realizzato il “modello economico socialdemocratico europeo”. Modello di economia reale che svetta per giustizia sociale e libertà rispetto 1. al “modello economico statalista” con regime politico dittatoriale vigente nell'URSS e all'interno degli stati della “cortina di ferro” caratterizzato da 55 povertà diffusa e enorme dispendio di risorse nel campo degli armamenti e rispetto 2. al sistema liberista degli USA e sua sfera d'influenza nel resto, ma non solo, dell'America del Sud, caratterizzato da enorme disuguaglianza sociale e esorbitante dispendio di risorse nel campo degli armamenti. Modello di economia a cui si è conformata sostanzialmente la Costituzione italiana. 56 57 C) il modello economico centrato sul Lavoro previsto dalla Costituzione Italiana alternativo al “liberismo oligarchico Concepita, elaborata e votata dal crogiuolo variegato di forze politiche antifasciste della Costituente eletta dal popolo italiano e che qui è il caso di riportare succintamente la storia. La Costituente (1946-1947) Il 2 giugno 1946 gli italiani vengono chiamati alle urne, oltre che per il referendum istituzionale tra repubblica e monarchia che sancirà la fine di quest’ultima, anche per eleggere i membri dell’Assemblea Costituente cui sarà affidato il compito di redigere la nuova carta costituzionale La Costituente inoltre delibera la nomina di una commissione ristretta (Commissione per la Costituzione), composta di 75 membri scelti dal Presidente sulla base delle designazioni dei vari gruppi parlamentari, cui viene affidato l'incarico di predisporre un progetto di Costituzione da sottoporre al plenum dell'Assemblea. I membri 58 sono suddivisi tra i partiti come risulta dalla tabella seguente: Democrazia Cristiana 207 Mov. Indip. Sicilia 4 Concentr. Dem Partito Socialista 115 2 Repub. Partito Comunista 104 Partito Sardo d'Azione 2 Unione Dem. Naz, 41 Movim. Unionista It. 1 Uomo Qualunque 30 Part. Cristiano Sociale 1 Partito Repubblicano 23 Part. Democr. Lavoro 1 Blocco Naz. Libertà 16 Part. Contadini Italiani 1 Fr. Dem. Progres. Partito d'Azione 7 1 Rep. Conclusi i lavori delle varie Commissioni, il 31 gennaio 1947, un Comitato di redazione composto di 18 membri, presenta all’aula il progetto di Costituzione, diviso in parti, titoli e sezioni. Dal 4 marzo al 20 dicembre 1947 l’Aula discute il progetto e il 22 dicembre viene approvato il testo definitivo. La Costituzione repubblicana – giudicata il frutto più cospicuo della lotta antifascista – è promulgata il 27 dicembre 1947 da De Nicola ed entra in vigore il 1° gennaio 1948. Essa rappresenta l’incontro tra le tre tradizioni di pensiero presenti nella Costituente: quella cattolico-democratica, quella democratico-liberale e quella socialista-marxista. La carta si compone di una premessa, in cui sono elencati i principi 59 fondamentali, e due parti, rispettivamente dedicate ai diritti e doveri dei cittadini e all’ordinamento dello Stato. Il risultato ottenuto, una sintesi virtuosa di sistema politico repubblicano liberaldemocratico e un avanzato modello economico in cui il potere pubblico ha la preminenza sul potere economicofinanziario.. Dobbiamo constatare però che la Costituzione italiana e in particolare gli articoli previsti dalla parte economica non sono mai stati digeriti, né dalle forze capitaliste liberiste internazionali né, sul fronte opposto, dal partito comunista italiano, nella convinzione di realizzare anche in Italia il “sistema del socialismo reale esistente nell'URSS”. Forse c'è da sperare ora che il modello di economia democratica prevista dalla nostra Costituzione possa essere finalmente condivisa da tutte le componenti della sinistra per riuscire a contrastare efficacemente l'attuale modello economico neoliberista che aliena economia, welfare e democrazia. 60 Al momento si rileva solo qualche breve accenno da parte dei partiti della sinistra. Ultimo di SEL tratto dal documento conclusivo dell'assemblea nazionale di Sel del 27 maggio 2012 Il primo compito del nuovo centrosinistra è di farsi portatore della riforma della politica: codice etico, trasparenza, rigoroso rispetto di limiti di spesa nelle campagne elettorali, limite dei mandati elettorali ad ogni livello elettivo, ricambio generazionale, vincolo della democrazia paritaria sempre e quindi anche nella composizione delle liste elettorali, abolizione di privilegi per le cariche elettive. Il secondo obiettivo della sinistra è quello di rimettere al centro il valore del lavoro, il suo peso costituzionale, la dimensione costitutiva del patto di cittadinanza e le alleanze sociali che esso rappresenta. … Serve un piano straordinario per il lavoro, sia pubblico che privato, che restituisca un ruolo ed un senso all'intervento pubblico in economia. E' mia ferma convinzione che '“Il secondo 61 obiettivo della sinistra è quello di rimettere al centro il valore del lavoro” debba diventare assolutamente il primo obiettivo della sinistra facendo a questo proposito citazioni dettagliate della Costituzione . In questo compendio di articoli della Costituzione, senza bisogno alcuno di commento, sono contenuti tutti gli elementi del modello di sistema politico, sociale ed economico di riferimento della sinistra. Sarebbe sufficiente trasferirli in un programma di governo in Italia, in Europa e nel Mondo. Costituzione Italiana Art.1 L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione Art. 3. Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni 62 personali e sociali. E' compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese. Art. 4. La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto. Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un'attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società. Art. 41 L'iniziativa economica privata è libera. Non può svolgersi in contrasto con l'utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana. La legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l'attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali. Art. 43. A fini di utilità generale la legge può riservare originariamente o trasferire, mediante espropriazione e salvo indennizzo, 63 allo Stato, ad enti pubblici o a comunità di lavoratori o di utenti determinate imprese o categorie di imprese, che si riferiscano a servizi pubblici essenziali o a fonti di energia o a situazioni di monopolio ed abbiano carattere di preminente interesse generale. Art. 44. Al fine di conseguire il razionale sfruttamento del suolo e di stabilire equi rapporti sociali, la legge impone obblighi e vincoli alla proprietà terriera privata, fissa limiti alla sua estensione secondo le regioni e le zone agrarie, promuove ed impone la bonifica delle terre, la trasformazione del latifondo e la ricostituzione delle unità produttive; aiuta la piccola e la media proprietà. La legge dispone provvedimenti a favore delle zone montane. Art. 45. La Repubblica riconosce la funzione sociale della cooperazione a carattere di mutualità e senza fini di speculazione privata. La legge ne promuove e favorisce l'incremento con i mezzi più idonei e ne assicura, con gli opportuni controlli, il carattere e le finalità. La legge provvede alla tutela e allo sviluppo dell'artigianato. 64 Art. 46. Ai fini della elevazione economica e sociale del lavoro in armonia con le esigenze della produzione, la Repubblica riconosce il diritto dei lavoratori a collaborare, nei modi e nei limiti stabiliti dalle leggi, alla gestione delle aziende. Art. 47. La Repubblica incoraggia e tutela il risparmio in tutte le sue forme; disciplina, coordina e controlla l'esercizio del credito. A completamento degli articoli sopra indicati possiamo aggiungere anche Art. 9 La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione. che per estensione può svolgere in modo ottimale il compito di tutelare l'Ambiente. Ma anche, per consentire lavoro e cooperazione nel mondo Art. 11 L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie 65 internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo. A questo proposito ogni anno, da quando Aldo Capitini l'ha iniziata negli anni cinquanta per prima volta, viene ricordato con la Marcia della Pace Perugia – Assisi. L'impianto complessivo della Costituzione definisce un quadro istituzionale fondato sul principio della Repubblica liberaldemocratica per cui lo Stato garantisce inequivocabilmente la preminenza del “Lavoro” rispetto al Capitale, ruolo attivo della mano pubblica in alcuni settori strategici dell'economia e comunque prefigge fini sociali all'economia. Impianto economico completamente disintegrato col Trattato di Maastricht e le conseguenti Direttive dell'Unione Europea che hanno imposto la competizione economica anche all'interno dello spazio Euro. 66 E' infatti accaduto che anche la sinistra cosiddetta riformista si sia lasciata soggiogare dal pensiero unico neoliberista che ha preteso di privatizzare tutto il possibile e liberalizzare anche il non liberalizzabile, quali i beni e i servizi a monopolio naturale. Ad amici degli amici privati sono stati così assegnati in permanenza monopoli naturali che non possono avere per loro natura alcuna dinamica concorrenziale. Il suggello del programma liberista in Italia, complice anche l’Unione Europea, è stata la Legge 6 agosto 2008, n. 133 “Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, recante disposizioni urgenti per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività, la stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione tributaria" e specificatamente Art. 23-bis. “Servizi pubblici locali di rilevanza economica.”E in corso d’opera (leggi Compagnia delle Opere) la predazione del nostro welfare universale: scuola pubblica 67 e sanità, mentre per quanto riguarda il comparto assistenziale è già quasi tutto in mano al “privato” cattolico Il corollario dell'attacco finanzcapitalista al modello economico previsto dalla Costituzione italiana a avuto il suo epilogo nel mese di maggio 2012 con la modifica dell'art.81 introducendo obbligatoriamente il pareggio di bilancio. In questo modo impedendo allo stato qualunque politica industriale e imponendo la totale svendita dei beni pubblici, comunali, provinciali, regionali statali al privato. Ripristinare la Costituzione Italiana mi pare prioritario obiettivo per la sinistra italiana. Ne consegue che si devono abolire i trattati liberisti che governano l'Unione Europea e farli diventare Costituzione della cooperazione comunitaria europea fondata sul principio di solidarietà. Vedremo se sarà scritto chiaramente nei programmi elettorali per le prossime elezioni politiche in Italia e per quelle, confidando che ancora ci siano, Europee. 68 Bibliografia 1. Amin Samir. Il Virus Liberale. Edizioni Punto Rosso. Milano 2004. 2. Bobbio Norberto. Destra o Sinistra – 1994 / Ragioni e significati di una distinzione politica. Donzelli Editore Roma 1994 3.Harvey David. Breve storia del neoliberismo. Il Saggiatore. Milano 2007 4. Fasce Luigi. 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