NUMERO 4 . 2016 . SETTEMBRE . PUBLIMAX EDITRICE . WWW.PUBLIMAX.EU . EURO 10,00 BRE BRESCIA COME NON L’AVETE MAI VISTA LEISURE&LIFESTYLE L’INTERVISTA A GIACOMO MAIOLINI BRE EDITORIALE C O R S O M AG ENTA 49 BRE S CIA T. 0 3 0 2807810 C O R SO M A GENTA 45 BRE S CIA T. 0 30 45293 FW 16.17 numero quattro E WEBETE SIA ... Settembre. La parentesi si chiude così come i tormentoni che hanno ritmato incessantemente questa inquieta estate italiana. Le rocambolesche performance di Gianluca Vacchi sulle coste più blasonate del globo si sono alternate a un interminabile sequel di tag sulle “isle” del momento, bocche ad albicocca hanno imperversato sul web “sgomitando” attraverso colpi di like tra condivisione e competizione. E poi il burkini, i pokemon, i selfie taroccati in località da sogno, ma prima su tutti rimane una manipolazione perversa da web con un unico denominatore comune: spietatezza e invidia senza esclusione di colpi, tracciando così “involontariamente” un ritratto psicologico di followers accaniti e reduci probabilmente da una vita che non ha regalato grandi emozioni. Ed è subito social. Con i cadaveri “ancora caldi” sulle strade di Nizza del 14 luglio, così come sulle drammatiche immagini del terremoto delle Marche che ha scosso di paura tutto il Centro Italia i socials si sono mossi con una velocità talmente atroce e feroce da tracciare un profilo psicologico inquietante e doloroso. Una corsa al buonismo di massa, letteralmente povero e disarmato, ha dato il via a un boomerang di post “targati” vergogna che sono stati in grado di dipingere un fenomeno sociale che trovo oggi più che mai dettato da inconsapevolezza e pochezza. Condotte e atteggiamenti che hanno trovato il loro ring più stolto proprio durante queste due occasioni così drammatiche sfamando i bisogni della psiche di WEBETI (Mentana docet) che hanno scelto di investire il proprio tempo in spiacevoli dibattiti populisti e banali piuttosto che chiudersi in un coscienzioso e più apprezzabile silenzio solidale. I socials, intesi come “comunità” e non come applicazione, sono questo: un raccoglitore di profili dal contagio sottostimato in grado di tenere ancorato a sé i propri “adepti” proprio come la cozza allo scoglio e come le ciglia in 3D sugli occhi delle sexbomb più cliccate del momento. Questa è l’Italia del FOMO “Fear of missing out”, l’Italia dell’ansia da prestazione digitale ovvero la dichiarata paura di perdersi qualcosa o qualcuno. L’ossessione all’ultimo click e all’ultimo mi piace, un racconto epistolare impresso in una bacheca che diviene il più disarmante specchio di una generazione a pezzi. Un mercato di idee, dettate da impulsività e inadeguatezza, composto da un numero spropositato di proseliti che come cecchini terranno sempre il grilletto puntato su ogni immagine postata, ogni commento lasciato o luogo taggato, “depositando” comunque un box virtuale privo di finestre o di uscite di sicurezza Showroom: ANNALISA BONI - [email protected] traccia del loro gratuito e spietato disprezzo mettendo in moto una macchina letale di giudizi e opinioni illogici e sprovveduti dettati da impulsività e da un contagioso stato di rancore oggi più incalzante che mai. Questo non è altro che un box virtuale privo di finestre o di uscite di sicurezza e insicurezza, all’interno del quale ogni parola detta rappresenta una sorta di macigno condivisibile sulle vite degli altri dal quale è impossibile sfuggire, ma il quale è doveroso commentare trascurando la sensibilità degli altri. Quella che dovrebbe essere una tribuna di incontri si trasforma così in un teatro dall’audience di basso livello pronto a colpire in modo subdolo e infido, in grado di non cogliere più la bellezza, la solidarietà e qualsiasi atteggiamento di corretta condivisione ma di esaltare unicamente aspetti ostili e negativi cadendo così in quel perverso e ossessivo tunnel dell’invidia. BRESCIA, VIA X GIORNATE, 12 Annalisa Boni Tel. 030.63.76.940 - [email protected] Facebook: Fabricatore Showroom Brescia www.fabricatore.it 1 COLOPH OPHON PUBLISHER Publimax Editrice EDITOR IN CHIEF Francesco Salvetti . [email protected] EDITORIAL CONSULTANT Massimo Boni . [email protected] COORDINATORE EDITORIALE & CO-EDITOR Annalisa Boni . [email protected] ann alis abo ni@ pub lima x.eu ADVERTISING & MARKETING Carlo Boni . [email protected] Claudia Lazzari . [email protected] Annalisa Boni, Claudia Lazzari, da oltre 10 anni è coordinatore editoriale di due riviste nazionali di design e enogastronomia. Trendsetter e attenta osservatrice di tendenze e stili di vita ha il piacere di portare in pagina solo le grandi eccellenze del globo proponendo il più autorevole specchio di una società in continua trasformazione. cito una frase di Confucio che sento mia: “vivi come in punto di morte vorresti aver vissuto”. Ogni giorno vivo la vita, gli affetti e il lavoro con lo stesso entusiasmo e gratitudine, come se fosse l ‘ultimo... clau dia. lazz ari@ pub lima x.eu LIKING: REIKI, CUCINA BIO, ACCESSORI, MODA, TENDENZE, CINEMA, TEATRO. LIKING: MODA, COSTUME, TENDENZE, HOTELLERIE, AUTO, DESIGN, VINTAGE. BACK OFFICE [email protected] PUBLISHING Emanuela Serughetti . [email protected] Eleonora Raschi . [email protected] ADVERTISING Annalisa Boni CONTRIBUTORS Lucia Marchesi, Tiziana Adamo, Enrica Ottelli Paolo Falsina, Federico Buelli, Laura Sorlini Massimo Cominetti, Silvia Marelli Miro Bonardi, Pierpaolo Romano Damiano Nava, Velvet, Wonka Rosaria Poinelli ema nue la.s er ugh etti @pu blim ax.e u EDITORIAL OFFICE Publimax Editrice Via XX Settembre 30 . 25122 Brescia Italy T +39 030 37 76 55 2 [email protected] www.publimax.eu Emanuela Serughetti, dall’esordio biografico americano, è autrice di diversi romanzi, editor e giornalista, una penna che persegue l’arte di mostrare attraverso la parola tutto ciò che è dotato di valore, di efficacia e di spessore, con occhio attento alla realtà delle cose. laur a.so rlin i@p ubli Laura Sorlini, vanta un’esperienza giornalistica competente e versatile maturata in anni di redazione. Appassionata di enogastronomia e turismo e aspirante sommelier, è alla continua ricerca di aspetti ed eventi da raccontare nelle rubriche che cura periodicamente per alcune delle più autorevoli riviste di settore. max .eu LIKING: LETTERATURA, SCRITTURA, DESIGN, ARTE, MODA, COSTUME, VIAGGI, CUCINA, FOTOGRAFIA LIKING: FOTOGRAFIA, VIAGGI, CUCINA, CINEMA, TEATRO, ENOGASTRONOMIA, DESIGN, ARTE, SPETTACOLO, NUOVE TECNOLOGIE, SPORT, AUTO D’EPOCA. Supplemento a Casaresart n.65 Autorizzazione del Tribunale di Brescia n.12/2003 del 12/03/2003 PRINTED BY Pagani, Passirano BS DISTRIBUTION BY Diffusione Logistica Brescia TUTTI I DIRITTI SONO RISERVATI © Publimax Srl 2016 È VIETATA LA RIPRODUZIONE TOTALE O PARZIALE DEL CONTENUTO DELLA RIVISTA SENZA AUTORIZZAZIONE NELL’IMMAGINE GIACOMO MAIOLINI FOTOGRAFATO DA GIOVANNI GASTEL, SERVIZIO A PAGINA. 6 carl o.bo ni@ pub lima x.eu Carlo Boni, nato con il DNA dell’editoria trasmessogli dalla famiglia, socio aziendale da 25 anni ed esperto conoscitore del mercato, cura e sviluppa l’aspetto commerciale della rivista. LIKING: TURISMO, MODA, HOTELLERIE, ENOGASTRONOMIA, MOTORI, COSTUME, ECONOMIA. fran ces co.s alve tti@ pub lima x.eu Francesco Salvetti, Da sempre appassionato alla carta stampata entra nel mondo dell’editoria nel 1992 dal 1997 è socio e direttore responsabile di tutte le pubblicazioni della casa editrice Publimax. Giornalista pubblicista dal 2001si diletta nel tempo libero in reportage e ritratti last minute. LIKING: CINEMA, ARTE, FOTOGRAFIA E TUTTO CIÒ CHE TRASMETTE EMOZIONE. Planet VIGASIO BRE BRESCIA COME NON L’AVETE MAI VISTA CONCEPT STORE IN BRESCIA LEISURE&LIFESTYLE Sommario Dalla fusione delle storiche attività della Vigasio F.lli e di Punto Ufficio nasce nel dicembre 2014 PLANET VIGASIO (nome commerciale di Digiprint srl): una nuova realtà che si propone di essere riferimento per il mondo della stampa, dell’editoria professionale e delle forniture per l’ufficio. Un polo culturale, una photogallery ed un laboratorio stampa che si sviluppano negli ambienti completamente rinnovati della storica sede di via Pusterla; il concept store si articola su una superficie di 2000 mq attraverso un percorso in grado di affiancare alle tradizionali attività ulteriori prodotti e servizi. L’ambientazione, le luci e le atmosfere sono studiate nel dettaglio per fornire ai clienti un’esperienza di fruizione che trova nello stile, negli arredi e nella competenza il tratto distintivo della vocazione culturale. PLANET VIGASIO racchiude in sé molteplici competenze, capaci di garantire soluzioni specifiche per settore professionale e di operare in sinergia per progetti più articolati. NUMERO 4 . SETTEMBRE 2016 . IN COPERTINA DEEJAY TIME REUNION INSIEME A GIACOMO MAIOLINI 12 6 18 PLANET VIGASIO via Pusterla 3/a Brescia (parcheggio interno privato da via M. Cesaresco 16/B) 6 CENTRO STAMPA TIME TO LOVE LA MUSICA CHE TOCCA IL CUORE INTERVISTA A GIACOMO MAIOLINI 12 LA VERA SFIDA É SFIDARE SE STESSI INTERVISTA A BEATRICE SAOTTINI 18 ARMIAMOCI DI DIALOGO INTERVISTA AL QUESTORE DI BRESCIA VINCENZO CIARAMBINO 34 OYADI LA PALADINA DELLA CONSOLLE 39 L’X FACTOR DI ANDREA BUTTURINI 46 TRA DI NOI A TAVOLA CON MICHELE BONTEMPI 48 LA MIA FABBRICA DEI SOGNI INTERVISTA A VALERIA LA MALFA 56 MAGENTA HOMME E FEMME DOVE ARTE E ABBIGLIAMENTO SONO DI SCENA 61 L’IMPORTANTE É CHI DECIDI DI ESSERE INTERVISTA A FRA MARCO FABELLO 75 TUTTI QUANTI VOGLIONO FARE JAZZ FABIO VOLO IL DON CHISCIOTTE BRESCIANO LA NOSTRA INTERVISTA Raccoglie l’eredità dell’esperienza vigasio per stampe su carte e altri materiali. Equipaggiato di soluzioni tecnologiche contemporanee e diretto da uno staff competente, disponibile a valorizzare qualsiasi esigenza di stampa e supporto. Il laboratorio stampa di planet vigasio offre un’ampia gamma di formati e supporti personalizzati: dal piccolo formato alla stampa su grandi pannelli e teli in pvc. 24 STORE Articolato in quattro aree funzionali dedicate alla scuola, all’ufficio, cancelleria e articoli da regalo. Corners tematici sviluppano l’assortimento di marchi come: Moleskine, Nava, Napapijri, Eastpak, Mi.etico, Faber Castell, Bic, Parker, Giotto, Fabriano, Smemoranda, Comix, Origami, prodotti Flex e quanto di meglio offre il mercato. STAMPA FOTOGRAFIA DIGITALE Il laboratorio fornisce servizi di stampa professionale e certificato. Sviluppa le sue competenze in stampa fotografica, stampa su tela, stampa fine art, stampa su pannelli per complementi d’arredo o mostre, stampa book professionali, stampa bianco e nero. LIBRERIA La competenza della libreria Punto Ufficio rappresenta da molti anni il riferimento per studi professionali e Aziende che necessitano di una vasta scelta di testi e di informazione continua per tenersi aggiornati nella propria professione. Tra le case editrici presenti: Il Sole 24 Ore, Maggioli, Ipsoa, Simone, FAG, Euroconference, SEAC, CEDAM, Eutekne, Giuffrè, UTET, La Tribuna, Egea. Un servizio di news letter è, inoltre, a disposizione per gli aggiornamenti sulle novità editoriali. ARCHIVIAZIONE DIGITALE Planet Vigasio offre ad aziende, enti pubblici e privati la propria esperienza e professionalità nel campo della digitalizzazione documentale degli archivi, fornendo il servizio di scansione di disegni, elaborati tecnici, libri, libri antichi, giornali, registri, mappe e pergamene. Integra il servizio un software in grado di gestire, visualizzare ed editare tutti i files acquisiti. PHOTO GALLERY Lo spazio espositivo già esistente è in fase di ampliamento e, dal 1 ottobre ospiterà la Wave PhotoGallery, riferimento nazionale per il mondo della fotografia sviluppando temi espositivi dei principali artisti: da Gianni Berengo Gardin ad Uliano Lucas, Elisabetta Catalano, Francesco Cito, Franco Fontana, Giampaolo Barbieri, Gianni Pezzani, Santi Visalli, Dondero, solo per citare alcuni degli autori italiani esposti nei dieci anni di vita della galleria. BRE LA COPERTINA DI SETTEMBRE TIMETOLOVE LA MUSICA CHE TOCCA IL CUORE GIACOMO MAIOLINI A CURA DI CLAUDIA LAZZARI E ANNALISA BONI TESTO DI EMANUELA SERUGHETTI DICEVA ROLAND BARTHES CHE LA MODA È LA ROTAZIONE DEI POSSIBILI, È L’IDEA CHE CI SONO ALCUNE POSSIBILITÀ CHE VENGONO SFRUT- 6, TATE IN MANIERA CIRCOLARE, AN- IL PUNTO PER CUI SONO PASSATE E CHE SE POI NON SI RITORNA MAI PASSANO INFINITE RETTE NELL’UNI- ALLO STESSO PUNTO. SI PROCEDE, VERSO DI ONDE DI SONORITÀ MUSI- SE VOLETE, IN MODO ELICOIDA- CALI. ECCO CHE VEDO GIACOMO AR- LE, A SPIRALE. GIACOMO MAIOLINI, RIVARE. C’È QUALCOSA DI FRAGILE DA SEMPRE UN PASSO AVANTI NEL NEL SUO MODO DI CAMMINARE NEL MOTO ROTATORIO, CON GRANDE IN- VENIRMI INCONTRO, UN MUOVERSI TUITO HA SONDATO IN MODO PIONIE- LENTO A UN’ALTEZZA IMPONENTE, RISTICO I MONDI POSSIBILI DELLA FORSE, PENSO IO, È ABITUATO ALLE MUSICA SIN DAI PRIMI ANNI ‘80, PER- SORPRESE, FORSE PERCHÉ ALLE- PETUANDO UNO STILE CHE LO HA NATO PER ESPERIENZA ALL’IMPRO- DEFINITO E COLLOCATO CON LA SUA BABILE CHE DIVENTA POSSIBILE TIME RECORDS NELL’OLIMPO DELLE POICHÉ SULL’IMPROBABILITÀ CI HA CASE DISCOGRAFICHE. UNO STILE FATTO SOLDI E NOTORIETÀ A PALA- CHE RITROVO FEDELE NEL SUO RE- TE. LA SUA INDOLE INNATA VIAGGIA GNO, IL SUO QUARTIER GENERALE SULL’ONDA “THINK OUTSIDE THE DOVE LO INCONTRO. ORDINE, RIGO- BOX” CHE HA SPINTO LE SUE FORZE RE, IN UNA GEOMETRIA PULITA FAT- ANCHE AL BENEFICIO ALTRUI CON LA TA DI PANNELLI SOLIDI, TUBI ZIN- SUA MUSICA, IL SUO CREDO, COME CATI, GIOCHI DI LUCE ATTRAVERSO VIATICO PER COSTITUIRE ALL’INIZIO SCANALATURE VERTICALI, VIDEO VE- DEL 2015 LA ONLUS TIMETOLOVE A LOCI CHE PASSANO SULLO SCREEN SOSTEGNO DI IMPORTANTI PROGETTI ALLA PARETE CENTRALE DI FRONTE UMANITARI DESTINATI AD AIUTARE ALLA QUALE C’È IL SIGILLO BLU DEL- BAMBINI E DONNE IN STATO DI CRI- LA GRANDE “T” DI TIME RECORDS, TICITÀ IN TUTTO IL MONDO. Giacomo Maiolini per il celebre fotografo Giovanni Gastel, www.giovannigastel.it .7. N O.4 S ET 20 1 6 ´ B RE ´ T E M B RE Giacomo Maiolini M A G A ZI NE INTERVISTA A Partiamo dall’inizio, esordisco io seduta di fronte a lui alla sua enorme scrivania inserita in un ambiente luminoso colmo di colori e pezzi d’arte indonesiana, da quando hai scoperto la musica e come è successo? Verso la fine delle superiori cominciai a frequentare le discoteche più in voga della zona come il Number One, l’Altaluna e il Tiffany ma non m’interessavano le ragazze, ci andavo per ascoltare il Dj, ero interessato ai dischi che metteva che poi mi andavo regolarmente a comperare. Questo tipo di musica mi è entrata dentro in modo maniacale, pensa che ai tempi vivevo in un paesino di 500 persone che vedendo quello che facevo pensavano sicuramente che ero matto! Appena finito le superiori una mattina avevo un appuntamento alla Banca Agricola Mantovana per un posto di lavoro, ma successe che non suonò la sveglia e a metà strada decisi di tornare indietro. È il caso di dire: gli incroci che ti cambiano la vita! Immaginavi allora, quando è nata la Time Records, che questo genere di musica avrebbe cambiato completamente gli usi e i costumi e anche il modo di divertirsi delle persone? No, io mi feci guidare semplicemente da una passione. Anche la fortuna ci ha messo lo zampino, ma allora, come sempre, scelsi di fare solo cose che mi piacevano, nel bene e nel male. Non mi sono mai interessato per esempio a cantanti italiani, come fai a lanciare un artista che non senti nelle tue corde? Con questa politica siamo arrivati a molti successi, abbiamo collezionato un po’ di dischi d’oro e di platino in tutto il mondo. La strada è stata lunga e oggi siamo arrivati a fare per esempio 600 mila copie con i “Lost Frequencies” un gruppo belga che è stato ospite internazionale alla scorsa edizione di Sanremo, per cui ora è arrivato il disco d’oro e fra poco di platino, altra scommessa vinta è stata quella di Imanì la cantante soul francese di origini africane, oppure Feder che ha un successo in tutto il mondo. Siamo fortunati, ogni tanto le azzecchiamo! Ironizza, saltando sulla sedia. Ti senti di più appassionato o fortunato? È un insieme di cose, la passione, la costanza, la perseveranza, il gusto, la fortuna certo, quella di avere il dono innato di capire, quando ascolto un disco, se potrà andare o no. Sono cose che non si possono imparare. Dimmi, in che modo si sono incrociate la la TIME RECORDS e la DEEJAY TIME? Fu una mia idea quella di fare una compilation della DeeJay Parade, la classifica più ascoltata in Italia condotta da Dj Albertino che ai tempi andava in onda il sabato. Ne parlai a Cecchetto un giorno a Milano così iniziammo a fare queste compilation che sono arrivate a vendere 500 mila copie, un progetto che si è poi interrotto per divergenze tra Cecchetto e il gruppo dell’Espresso che li ha portati a dividersi. Sono sicuro che se fossimo andati avanti avremmo raggiunto anche il milione di copie! Ma questa è storia. Il gruppo della Deejay Time, Albertino, Fargetta, Molella e Prezioso, dopo 10 anni di separazione artistica si è nuovamente riunito come agli esordi. C’entri qualcosa anche tu in questo, ce lo vuoi raccontare? La Deejay Time è stata la colonna sonora della mia carriera, per questo ho sempre pensato che sarebbe stato bellissimo riaverli in consolle insieme. Ho coronato questo sogno in occasione della festa dei 30 anni di TIME, dopo quella data ci hanno preso gusto e dopo l’ultima fatica, il loro tour estivo in molte piazze italiane, li potremo ascoltare in occasione Premiazione disco platino Lost Frequencies “Are you with me” Un altro scatto di Giacomo Maiolini per Giovanni Gastel, www.giovannigastel.it io ho sempre scelto di fare solo cose che mi piacciono, nel bene e nel male .8 . Nell’immagine in alto, Giacomo Maiolini e Imany durante la premiazione per il disco di platino “Don’t be so shy”, qui sopra la premiazione disco platino Feder “Goodbye” .9. della serata TIMETOLOVE al Molo 3 il prossimo 8 settembre. Cosa rappresentano per te gli anni ‘90, anni in cui la tua etichetta raggiunse le vette delle classifiche inglesi e americane, un inizio che ha segnato un percorso che da lì è sempre stato in crescita? È stato un periodo felice della mia vita a 360 gradi, anche perché nel 1995 è nato mio figlio, quindi sono stati anni particolari in cui abbiamo raggiunto tanti successi che anche ora la gente ricorda e alcuni dei quali vanno ancora anche adesso! Sta seguendo le tue orme tuo figlio? Sì ma in maniera diversa, per fare il mio lavoro si deve avere un intuito speciale che fa la differenza, lui si occupa dell’aspetto manageriale, tiene i rapporti con gli artisti e nel frattempo sta finendo gli studi. È un fulminato da discoteca proprio come il papà, solo che a lui piacciono i Dj mentre a me è sempre piaciuta la musica. Conosce tutti gli eventi, i personaggi importanti ed è informatissimo! Sei un appassionato d’arte e da poco è stato pubblicato il libro “Pre-testo” in cui sono intessute le sue più svariate forme intrecciate con quella che è la tua essenza, mi puoi raccontare da dove nasce questa passione e questa idea? Questa cosa è nata da un incontro fortuito con Michele Venturini una sera a cena quando, interessato, cominciò a farmi delle domande. La mattina dopo mi spedì una mail con una presentazione del progetto che aveva in mente. Io onestamente per diverso tempo non riuscii a trovargli la giusta collocazione. Poi quando è partito TIMETOLOVE decisi che “Pre-testo”sarebbe stato un progetto a suo sostegno. Nei confronti dell’arte io vado a sensazione, scelgo delle opere che mi colpiscono e mi danno emozioni e non perché sono di artisti famosi e quindi costano molto. Per esempio a casa mia ho un busto tatuato realizzato da un artista che ho incontrato per caso. Devo convivere con l’arte, per cui è un riconoscersi reciproco. È come scoprire un artista e poi lanciarlo. Ho a casa dei quadri di un artista messicano che hanno per soggetto i teschi che a me piacciono molto, e che acquistai quando non lo conosceva ancora nessuno e che ora ha raggiunto il successo, infatti prossimamente farà una mostra a Roma. Quando sono in giro e mi capita di vedere un pezzo che mi colpisce, lo acquisto, per esempio questo murales, alza il braccio e indica sulla parete lì accanto un pittogramma di un cuore formato da lettering e immagini, notai l’artista per strada e mi colpì quello che stava facendo così gli ho commissionato un lavoro che è venuto qui a realizzare. Come puoi vedere qui attorno anche a Bali ho acquistato molte cose che ho visto per caso e che mi hanno dato subito un’emozione. Cos’è la cosa più folle che hai fatto? Pensa e ripensa. Sai, il fatto è che quello che per me può essere una cosa normale, per altri potrebbe risultare folle! Forse la cosa più folle è proprio stato quando al primo incontro con mia moglie le ho dichiarato che l’avrei sposata, infatti lei mi ha risposto che ero matto! Dopo 7 anni è successo davvero, anche se me lo chiese lei. Essere visionari con l’amore c’entra? Io faccio sempre dei gran sogni, ma le cose so che non le devo rincorrere, sono loro a un certo punto che arrivano e mi sorprendono. Sono un po’ fatalista. Posso dire con convinzione che quando una cosa diventa troppo complicata non bisogna perseguirla, piuttosto si devono accogliere gli accadimenti che si presentano in modo easy, fluido, nel lavoro mi è successo parecchie volte. Nella mia indole c’è l’esigenza di trovare la persona giusta che abbia le testa e un insieme di altre cose, e non è una cosa facile. Conosciamo la storia di come è nata la “TIMETOLOVE” che ha in calendario per il prossimo 8 settembre l’evento charity “L’8 per l’amore”, ce ne vuoi parlare? L’idea è stata quella di cercare un’altra situazione, oltre a quelle che già abbiamo creato, per esempio siamo stati Onlus ufficiale dell’evento Mille Miglia per raccogliere fondi a favore della Onlus di Brescia che è la fondazione Golgi e di quella toscana Voa Voa, poi per i ragazzi a Brescia abbiamo organizzato due eventi a scopo educativo proponendo la discoteca con orari safe aperte cioè dalle 20 alle 2 senza possibilità di avere superalcolici. Io la Onlus la intendo a 360 gradi, in modo un po’ alternativo, vuol dire anche dare delle possibilità e contesti educativi. Ci tengo fare delle cose belle in cui ci si diverte, ma che hanno uno scopo e un significato ben precisi. “L’8 per l’amore” è nata a sostegno della“Fondazione Bumi Sehat” di Bali che ha così potuto avviare i lavori per la costruzione della nuova clinica ostetrica e per l’Associazione “Bambini Cardiopatici nel Mondo”, nata nel 1993 a Milano per volontà del prof. Alessandro Frigiola e nello specifico per sostenere il progetto “Cuori in emergenza” che propone un intervento di cure chirurgiche “salvavita” da effettuarsi in Italia, col trasferimento aereo del piccolo paziente dal suo paese di origine all’Unità di Cardiologia dell’Ospedale San Donato di Milano, con un programma di degenza pre e post-operatoria. La serata charity dinner tutta dedicata all’amore, organizzata al Pala Banco di Brescia, avrà un programma musicale straordinario anche grazie all’aiuto di Adolfo Galli, ci saranno ospiti come Carlo Verdone che suonerà la batteria, Luca Carboni, Giusy Ferreri, Edoardo Bennato e altri nomi impor- tanti che definiremo a giorni. Faremo spettacoli molto belli, organizzeremo il dolce con la pasticceria KNAM che è la numero uno, del gelato se ne occuperà il campione mondiale Filippo Novelli, verranno realizzate sculture in frutta dal maestro Tonon e il tecnico di Jovanotti realizzerà i visual live shows. Il tutto poi si concluderà con un Afterparty per un target più giovane condotto da vere e proprie star della consolle. Qual è finora la soddisfazione più grande a cui ti ha portato questo progetto? Credo che fosse tutto già nella mia indole perché in realtà comincia a collezionare soddisfazioni già 30 anni fa, all’inizio della mia carriera, quando organizzai un torneo di calcio con Radio DeeJay a scopo benefico. Alla mia festa di compleanno per i miei 50 anni in un locale a Milano per esempio, ho chiesto agli invitati di non farmi regali ma di contribuire con delle donazioni a favore di una Onlus. Investire le mie forze per questo scopo mi fa star bene e mi ha cambiato la vita. Se li hai, quali sono i tuoi più grandi rimpianti? Forse uno ce l’ho. Noi siamo una delle realtà discografiche più importanti nel mondo e a volte mi sono detto che se la nostra sede invece di essere qui a Brescia fosse stata in una città più grande come per esempio Londra, avremmo potuto essere ancora più grandi. Forse perché io ho un’apertura mentale a livello internazionale e a volte vivo dei limiti nella realtà in cui vivo, perché sento che le cose che faccio e che mi piacerebbe fare, qui non trovano il giusto allineamento, ma spingono per valicare quei limiti. Le sensazioni che mi ha dato questa chiacchierata sono all’insegna di una semplice e pura verità: quando è il cuore a mettersi in campo, si possono raggiungere grandi obiettivi, e solo lui può risvegliare il coraggio, che può davvero innalzare le persone a essere grandi e a diventare esempi. Giacomo lascia che ti dica una cosa, gli faccio io per concludere, sarai irraggiungibile, originale e visionario, ma allo stesso tempo s’intravede nei tuoi occhi una genuinità di fondo che possiedono in pochi. Sopra, Robin Lim con Giacomo Maiolini che tiene in braccio uno dei tanti bambini nati a Bumi Sehat. Nell’immagine, Il Dott. Frigiola e Giacomo Maiolini. Il ricavato del doppio party di beneficenza dell’8 settembre tramite il progetto TIMETOLOVE – L’8 PER L’AMORE sarà devoluto anche all’associazione Bambini Cardiopatici nel Mondo (oltre che a Bumi Sehat di Bali), il dott. Frigiola ne è il fondatore. Nell’immagine, Giacomo Maiolini con Carlo Verdone e Adolfo Galli, testimonial TIMETOLOVE ONLUS Nelle immagini sopra la Clinica Bumi Sehat, Bali, in costruzione. BRE PROTAGONISTI LA VERA SFI DA E' SFI DARE SE STESSI INTERVISTA A BEATRICE SAOTTINI B 20 16 ´ RE N O4 SE M BRE . 13 . ´ DONNA CAPARBIA, AL TEMPO STESSO UMILE E DISPONIBILE VERSO GLI ALTRI, INTELLETTUALMENTE CURIOSA E CON UNA GRINTA “RUGGENTE”, PROPRIO COME I MOTORI DELLE SUE AUTO. È BEATRICE SAOTTINI, PRESIDENTE E AMMINISTRATORE DELEGATO DELL’OMONIMA AZIENDA AUTOMOBILISTICA MA SOPRATTUTTO UNA GRANDE COMUNICATRICE SEMPRE IN PRIMA LINEA NELL’AMBITO SOCIO CULTURALE. NE M A G A ZI T TE TESTO DI LAURA SORLINI IMMAGINI DI ELISA GECCHELIN INTERVISTA A Beatrice Saottini La prima domanda verte proprio su questo argomento: la sua passione per tutto ciò che è arte e sulla musica in particolare. Ci racconta la sua esperienza con Omnia Orchestra? Cosa è stata e cosa succederà? Omnia Orchestra in questo momento è silente, è lì – scherza con due occhi gialli nella notte, in agguato come una pantera. È un progetto che è stato molto bello e, dopo aver affrontato le generali complicazioni degli ultimi anni, è pronto per rispiccare il volo (l’importante nella vita è avere una progettualità e Bruno Santori - che è la vera anima di Omnia – ed io ne abbiamo da vendere). Per ora mi limito a dire che si tratta di una realtà che abbiamo costruito con tanto entusiasmo, professionalità e dedizione. Uno dei suoi meriti più grandi è stato quello di contaminare diversi generi musicali; basta pensare alle colonne sonore fatte con l’Orchestra Sinfonica. Nel 2002, infatti, quando ha preso il via questo progetto e Omnia era solo un nome (si è strutturata ad associazione solo nel 2006) tutti ci prendevano per matti poiché era un’innovazione totale fare dei concerti che fossero contemporaneamente di musica classica, colta e pop, mentre ora è diventato abbastanza usuale. Abbiamo fatto cose da un punto di vista musicale e dal punto di vista organizzativo veramente eccellenti, considerando che siamo una realtà che non è inserita in un circuito standard di organizzazione di eventi. Ricordo con molto orgoglio tutte le stagioni, ma in particolare quelle del 2007, 2008, 2009 e 2010 durante le quali abbiamo portato concerti memorabili come il quarantennale dei Nomadi per citarne uno e altri non solo a Brescia ma anche al Teatro Dal Verme di Milano, al Teatro La Fenice di Venezia e via dicendo… Speriamo di replicare in futuro questi successi. ... chi mi conosce mi definisce rock, quindi se devo paragonarmi a qualche cosa direi a un assolo di chitarra di Jimi Hendrix ... Lei fa parte del CDA della Fondazione Teatro Grande, mi saprebbe dare un bilancio personale di questa importante esperienza? Questo è il secondo CDA al quale partecipo, per un totale di sei anni, e devo dire che si tratta per me di una bellissima esperienza poiché condotta molto bene da un Sovrintendente - Umberto Angelini - davvero capace di muoversi in tutto ciò che è artistico e allo stesso tempo sa gestire impeccabilmente in termini di clima e di organizzazione il Teatro e le persone che in esso lavorano. Il buon risultato della Fondazione, infatti, passa attraverso questa figura imprescindibile e anche – onore al merito – attraverso la condivisione di tutto il CDA che opera con la finalità di fare in modo che la Fondazione stessa continui a essere nel tempo un punto di riferimento importante sul territorio, muovendosi esclu- .1 4 . sivamente secondo logiche che abbiano a che fare con l’arte e la cultura. Una grande competenza da parte del Sovrintendente, dunque, e un grande rispetto e laicità da parte di tutto il Consiglio, affinché la Fondazione possa esprimersi al meglio. A riprova di quanto appena detto, infatti, numerosi sono stati i premi ricevuti dalla Fondazione per le iniziative organizzate (ad esempio il Birimborum! Progetto che vuole avvicinare i bambini al teatro, così come la Festa dell’Opera). Questa è stata la magica alchimia della Fondazione; è un oggetto prezioso da maneggiare con cura e solo così potrà rifulgere d’immenso. È doverosa e assai attesa una domanda sul concerto di Natale, momento istituzionale ed emotivo importantissimo per Saottini. Ci può dire qualcosa? Mi preme fare un premessa: ciò che sottende a tutto questo è sempre la volontà di ampliare lo spirito e la finalità dell’attività imprenditoriale della Saottini Auto e mia personale. Ritengo fondamentale nell’organizzazione della vita quotidiana dare valore aggiunto alla propria attività con sensibilità, visione e organizzazione per accogliere ogni opportunità, certo senza mai dimenticare che siamo qui a fare impresa e l’impresa, si sa, necessità di regole ben precise per poter essere affidabile, regalandosi però un respiro meno costretto. Per questo motivo da ormai 13 anni organizziamo il concerto di Natale, un momento cult, istituzionale ed emotivo davvero importante per noi. Ebbene anche quest’anno, si farà e sarà il quattordicesimo concerto di Natale Saottini. Nelle prossime settimane metteremo a punto i dettagli, motivo per cui non posso anticipare nulla se non che sarà Bruno Santori, come sempre, a dirigerlo. L’intento è divertirsi e l’ottima riuscita è merito di un team affiatato e sinergico, che ogni anno progetta con accuratezza e professionalità questo momento di incontro, mettendoci anima e corpo, oltre a una nutrita dose di adrenalina positiva. Sarà, come sempre bellissimo, indimenticabile! Da ormai 4 anni anche sua figlia, Valentina Diversi, è entrata a far parte del team aziendale. Una continuità che vede nella nuova generazione un futuro famigliare. Il percorso professionale mio e di mia figlia sono stati molto simili. Nessuna delle due, infatti, ha avviato una start up (io sono la seconda generazione in azienda e la terza nel settore automotive perché mio nonno prima della guerra aveva già dato il via a un’attività in questo campo seppur con .15 . marchi diversi), ed entrambe siamo approdate alla Saottini Auto solo dopo aver fatto esperienze diverse ed estranee all’azienda. Siamo sempre e comunque molto concentrate sull’oggi, con uno sguardo in avanti per disegnarci un cammino aperto che mai si riduca a una gabbia. Qual è stata la più grande scommessa nella sua vita che ha vinto? Più che di scommesse amo parlare di progetti, percorsi e risultati che, costantemente, perseguo caparbiamente. La soddisfazione personale di aver superato un proprio limite, di aver avuto una visione ed essere riuscita a realizzarla, è qualcosa che ha più a che fare con il successo intellettuale e progettuale che non con la vittoria. Di vincere mi importa poco, di eccellere un po’ di più, di sfidarmi mi importa molto. DA 20 ANNI OPERIAMO CON SUCCESSO SUL TERRITORIO. SCEGLI LA NOSTRA FIBRA PER LA TUA AZIENDA. PHOTO CREDIT STUDIO IMMAGINE In quanto donna si è mai sentita sulla linea di confine tra il sentirsi lusingata dall’ammirazione e il sentirsi avvilita dal pregiudizio? NO!!! Punto esclamativo! Sono consapevole di aver iniziato un percorso professionale in un ambiente totalmente maschile come poteva essere anni fa quello dell’automotive, ma non mi sono mai sentita una categoria in via d’estinzione e nemmeno un animale raro. Sono convinta che se una persona lavora e cerca di mantenere la propria identità, è caparbia e si dedica a quello che fa, alla fine ottiene un risultato. Il buon Dio mi ha messo nel genere femminile e in quanto donna ho dinamiche di pensiero e di azione che mi appartengono e con questo mio bagaglio procedo nella mia vita senza ascoltare né lusinghe né pregiudizi. Di donne simboliche, icone di coraggio, altruismo, determinazione nel voler raggiungere obiettivi importanti la storia ne è piena, ce ne sono alcune che per lei sono dei riferimenti o per le quali nutre profonda ammirazione? Nutro ammirazione per una sana e ambiziosa normalità. Di donne che han fatto tanti disastri in termini di sfida del potere e di collocazione (da Lucrezia Borgia a Caterina De Medici) la storia è piena, così come lo è di donne che sono state eccellenze morali (vedi Maria Teresa di Calcutta). Per me però è importante vivere una consapevole normalità, che dal mio punto di vista consiste nel cercare di essere curiosa, di capire, di conoscere, senza diventare schiava di nulla, né di beni né di consuetudini. Sono consapevole della fortuna che ho avuto, del fatto che la vita per me è meno pesante che per altri e per questo cerco di farne buon uso, ringraziando per la forza che mi appartiene, che non confondo con l’arroganza. 1996-2016 Se dovesse paragonare la sua vita a un film, a un romanzo o a un’opera d’arte quali sarebbero? Chi mi conosce mi definisce rock, quindi se devo paragonarmi a qualche cosa direi a un assolo di chitarra di Jimi Hendrix. .1 6 . www.intred.it BRE L’INTERVISTA DI SETTEMBRE ARMIAMOCI DI DIALOGO IL QUESTORE VINCENZO CIARAMBINO A CURA DI CLAUDIA LAZZARI TESTO DI EMANUELA SERUGHETTI NON SO COME DIRE, MA FARE IL MIO INGRESSO NELLA QUESTURA DI BRESCIA OGGI, CIRCONDATA DA UN CAMPIONARIO DI UOMINI IN DIVISA, È STATO UN PO’ COME SENTIRE DI DOVER FARE AMMENDA PER TUTTI I MIEI ERRORI E RICORRERE A TUTTA LA MIA FACOLTÀ DI DISCERNIMENTO. FORTUNA CHE A TOGLIERMI DA QUELLA SENSAZIONE DI LEGGERO TIMORE MI ARRIVA IN SOCCORSO CON UN SORRISO AMICHEVOLE L’APPUNTATO ALL’INGRESSO. LA SUA GENTILEZZA E IL SUO BUON UMORE FANNO DA SPARTIACQUE NEL RIGORE DEGLI INTERNI MENTRE MI ACCOMPAGNA PRIMA IN ASCENSORE, POI LUNGO UN CORRIDOIO SU CUI S’AFFACCIANO STANZE E UFFICI DAI QUALI OCCHIEGGIANO POLIZIOTTI E SEGRETARIE INDAFFARA- 18, TE. IL QUESTORE VINCENZO CIARAMBINO È IN PIEDI NEL RIQUADRO DELLA PORTA DEL SUO UFFICIO E NEL VEDERCI CI VIENE INCONTRO CON ARIA FESTOSA. MI FA ACCOMODARE SU UN BEL DIVANO CAPITONNÈ IN PELLE SCURA E PER QUALCHE MINUTO CERCHIAMO DI ROMPERE IL GHIACCIO, QUINDI LA PRIMA DOMANDA NASCE QUASI SPONTANEA. .19 . N O.4 S ET 20 1 6 ´ B RE ´ T E M B RE Vincenzo Ciarambino M A G A ZI NE INTERVISTA A Quando si incrociano i poliziotti in divisa si sente sempre un senso di timore e inadeguatezza, ma il vostro intento è quello di avvicinarvi di più ai cittadini in modo benevolo, è vero? È la stessa sensazione che ho io quando mi capita di essere in macchina con la mia famiglia e mi vedo piazzata davanti una pattuglia di Polizia stradale! Ridiamo, e io tiro un sospiro di sollievo quasi senza accorgermene. La Polizia si sta evolvendo, negli anni avanza a passo di marcia sul sociale. La società è in trasformazione, per cui siamo in trasformazione anche noi, cercando con essa un approccio in ogni sua piega. Lo facciamo con le scuole, con i giovani, gli anziani e soprattutto con gli strati sociali che maggiormente hanno bisogno del nostro aiuto, del nostro intervento, anche solo di una parola di conforto e di qualche consiglio. Dott. Ciarambino, il suo predecessore il dott. Enzo Montemagno, che è stato Questore di Brescia per 4 anni e che lei ha affiancato per un periodo quando era in servizio a Genova, gli ha dato dei consigli sapendo che sarebbe venuto qui? Sono stato il suo vicario per 6 mesi, provo molto affetto per lui perché è una persona per bene, mi piace definirlo un gentiluomo siciliano di altri tempi, un signore. Era contento che io fossi uno dei suoi successori e mi ha semplicemente detto ‘vedrai che ti troverai bene, Brescia è una bellissima sede.’ Sono qui da 4 mesi e sono contentissimo, prima di tutto perché per me è stato un avanzamento professionale e poi perché mi sono avvicinato alla mia terra di residenza che è Venezia. Quali sono le sue origini e che cosa l’ha portata qui a Brescia? Io sono pugliese della provincia di Foggia, per arrivare a Brescia ho fatto un percorso abbastanza tortuoso lavorando tra il Centro e il Nord Italia. Sono stato 15 anni a Venezia, poi a Bologna per 5 anni e mezzo, successivamente a Varese per 2 anni e 3 mesi dove per altro mi sono trovato molto bene, poi sono andato a Genova per circa 3 anni di cui gli ultimi sei mesi ho affiancato il dott. Montemagno. In seguito c’è stata una piccola parentesi di qualche mese all’ufficio ispettivo di Roma e poi ho fatto il Questore a Lucca per un anno e mezzo, una città davvero molto bella. Qual è stato il suo percorso prima di diventare Questore? A Venezia sono stato alla Squadra Mobile e ho diretto la DIGOS, successivamente sono stato a Bologna dove ho diretto la DIGOS dopo l’omicidio del prof. Marco Biagi. Poi a Varese ho fatto il vicario del Questore come anche a Genova. Ho fatto la gavetta operativa. Si arriva a fare il Questore non necessariamente avendo fatto l’investigatore, ma anche avendo fatto il capo di Gabinetto o il dirigente di commissariati. Come si trova qui a Brescia e che idea si è fatto dei cittadini? Brescia è una città bellissima! E devo dire che ci sono parti della città che tanti mi confessano di non conoscere. È la seconda città della Lombardia in ordine di grandezza ed è ancora a misura d’uomo. Trovo che sia molto ordinata, che abbia dei punti di criticità che non ritengo eccessivi e che per il tessuto sociale che la riveste sia anche abbastanza tranquilla considerando che c’è un 10% di popolazione di stranieri, gente arrivata qui nei primi anni ’90 che si è insediata successivamente portandoci parenti e amici. Si parla di 20 mila persone solo in città e di 200 mila circa in tutta la provincia. Brescia è un grande modello di integrazione, favorita dal forte senso di civismo dei bresciani che ha delle radici storiche profonde, sin dal tempo del Rinascimento, non dimentichiamoci che questa è una delle città che ha fatto la storia della Resistenza Risorgimentale. L’atroce vicenda della bomba in piazza della Loggia poi ha rafforzato ulteriormente la coesione del tessuto sociale. Ho riscontrato nella gente di questa citta' un grande impegno assistenziale soprattutto verso i singoli, gli anziani e le persone sole. E’ una citta’ generosa. Ho riscontrato nella gente di questa città un grande impegno assistenziale soprattutto verso i singoli, gli anziani e le persone sole. È una città generosa. È vero che da lei personalmente vengono tante persone a chiedere e consiglio e supporto? Beh! Non proprio tutti da me altrimenti diventerei una specie di Don Abbondio! Ridiamo. È divertente quella sovrapposizione di personaggio, lo investe all’improvviso di una bonaria ironia che rivela la sua buona predisposizione d’animo. Certo, aggiunge, la polizia deve anche risolvere i privati dissidi. Ci vuole parlare della lotta contro la violenza alle donne e i femminicidi, per la quale state facendo molto? Questa è un’operazione per la quale stiamo lavorando tanto e che ha una struttura avanzata, sia per l’azione di contrasto che per il supporto psicologico e assistenziale alle vittime. A livello investigativo se ne occupa la squadra mobile grazie al supporto di alcune persone specializzate, a livello amministrativo, per i provvedimenti anche specifici come per esempio l’ammonimento allo stalking, se ne occupa invece la divisione anticrimine. La strada normativa è duplice e prevede l’azione penale, quindi la denuncia presso le strutture delle Forze dell’Ordine, e il percorso giudiziario attraverso la Procura della Repubblica. Poi c’è la strada più d’impatto e più veloce, che nel 80% dei casi ha la sua efficacia, ed è il procedimento amministrativo del Questore per lo stalking che è una sorta di ammonimento, di cartellino giallo per intenderci. Abbiamo avviato su Brescia e provincia una campagna volta a rappresentare il nostro impegno, la nostra presenza e il nostro supporto per le donne che subiscono violenze. Crede che sia importante avere un’attenzione particolare per le problematiche legate ai giovani e alla loro crescita, relative all’aspetto sociale e relazionale? I giovani sono il nostro punto di orgoglio perciò dobbiamo seguirli, coccolarli. .2 0 . .21 . Da un po’ di anni stiamo seguendo le fasce giovanili perché è molto importante insegnar loro che assumere una via su binari negativi li porta verso una dispersione dei sentimenti. Li stiamo seguendo nelle scuole come Polizia di Stato attraverso l’offerta di formazione sul tema della legalità. L’anno scorso sono stati coinvolti 25 mila ragazzi attraverso modalità di conferimento diverse a seconda dell’età. In collaborazione con l’ufficio scolastico, viene applicata una circolare in cui si chiede l’iscrizione da parte degli istituti scolastici alle attività che proponiamo, che riguardano la lotta contro il bullismo e il cyberbullismo, la web reputation e la sicurezza stradale, e che sono diversificate in un’attività frontale formativa diretta con i ragazzi e anche con i docenti, e un’attività indiretta in cui formiamo dei gruppi di ragazzi che a loro volta all’interno della scuola riversano le informazioni e formano gli altri ragazzi. Il cyberbullismo dipende da un fattore importante, cioè dal sistema di comunicazione che utilizzano ora i giovani. 20 anni fa non esisteva nemmeno il cellu- lare, ricordo che quando io ero in servizio in Polizia ci dotavano di Teledrin, che ti squillava nella pancia anche quando eri a teatro o al cinema con la fidanzata. Adesso i ragazzini di 10-11 anni hanno già il telefonino o il tablet, ed è necessario fare attenzione a come li utilizzano. Il cyberbullismo è difficile capire quando si verifica perché non manifesta segnali evidenti. Se tuo figlio torna a casa con ematomi ti accorgi che è successo qualcosa, ma con il cyberbullismo non è possibile, non ce ne si accorge a meno che si facciano dei controlli frequenti sull’uso che fa dei socials. Ci sono comunque dei sintomi che possono mettere in allarme e sono per esempio la chiusura del ragazzo o il fatto che non comunichi. Nei casi più gravi può presentare delle autolesioni, fino al verificarsi di gesti estremi. La web reputation tra i ragazzi è diventata una sorta di giudizio alla persona che influisce psicologicamente. L’uso del web può essere nocivo e dannoso se usato come mezzo per molestare le persone. Ai ragazzi vogliamo insegnare di stare attenti perché i socials oltre ad avere aspetti positivi, che permettono di mantenere il contatto con amicizie anche lontane, possono avere .2 2 . aspetti negativi pericolosi. Nel nostro caso per esempio ci aiutano a risalire ai parenti delle vittime, a monitorare i soggetti che sono minacciosi o ci favoriscono nelle indagini. Pensate che ci sono tanti latitanti che cedono alla debolezza di postare foto celebrative a seguito di crimini, dandoci degli indizi utili per incastrarli. Per questa fascia di età su quali altri fronti si vede impegnato? Quello della legalità in generale, il senso del civismo e della partecipazione alla vita della propria comunità, quindi cerchiamo di parlare ai ragazzi dell’educazione contro l’abuso delle sostanze stupefacenti e alcoliche. Questo per esempio era un cavallo di battaglia del dott. Enzo Montemagno che ha poi praticato anche su Genova con l’aiuto di psicologi e esperti di settore. Sta funzionando abbastanza bene il monito di evitare di bere se ci si mette alla guida, abbiamo riscontrato un atteggiamento più responsabile da parte delle persone, anche se restano comunque tante le patenti che ritiriamo nel week-end. Abbiamo in progetto di estendere le nostre visite anche negli angoli più remoti della provincia, punti in cui normalmente non arriviamo e dove i cittadini non hanno neanche mai visto una macchina della Polizia. Faremo delle tappe, una domenica al mese, raggiungeremo questi piccoli paesi e, in concomitanza con gli orari della Messa, la Polizia di Stato sarà disponibile per parlare agli anziani di come proteggersi delle truffe a loro danno. Alle famiglie e ai giovani invece parlerà di problematiche relative allo stalking, il bullismo, la sicurezza su strada e della legalità. La mia intenzione è quella di far celebrare queste Messe anche dal nostro cappellano che si ritaglierà due minuti per spiegare lo scopo della presenza fuori dalla chiesa dell’aula multimediale, una sorta di pullman della Polizia. Nelle immagini sopra e nelle precedenti pagine il Questore di Brescia Vincenzo Ciarambino. Inoltre è già partita a luglio la campagna “Questo non è amore” che diffonde la normativa sullo stalking a tutela delle donne e che porteremo in giro per la provincia, la cui prima tappa è stata al Frecciarossa. Per questo ci siamo avvalsi anche di testimonials d’eccezione come Laura Mantovi l’attrice bresciana di Amore Criminale su Rai 3, Adriana Volpe, Bianca Atzei e Dolcenera. Lei è un uomo di grandi principi, mi può dire quali sono e come se li è costruiti? Sono forti principi che mi sono stati inculcati dalla mia famiglia di origine, una normale famiglia borghese, e che ho provato a trasmettere anche alla mia famiglia. Io ho tre figli, una si è già laureata in triennale in lingue orientali e si sta per trasferire in Giappone per il terzo anno dove resterà per 6 mesi. Ho un figlio maschio che fa giurisprudenza a Padova e la piccola che ha 12 anni. Il mio lavoro mi ha portato a vivere distaccato da loro da ormai 12, anche se siamo comunque uniti. Mi hanno seguito in passato solo a Varese perché era una tappa abbastanza distante da Venezia dove successivamente hanno fatto ritorno. .23. Quali sono le sue debolezze? Il cibo buono, i piaceri della tavola! Ha degli hobbies e delle passioni? Sono state tutte messe da parte in 28 anni di servizio in Polizia. Dalla mattina alla sera sono in ufficio dal lunedi alla domenica, quindi il massimo che posso fare è tornare a casa e prendermi del tempo per rilassarmi. Però devo dire che nonostante sia una vita di sacrifici e di rinunce, sono stato ampiamente ricompensato dalla mia amministrazione che amo, questo è un lavoro in cui credo ed è il più bello. BRE L’INTERVISTA DI SETTEMBRE FABIO VOLO IL DON CHISCIOTTE BRESCIANO A CURA DI CLAUDIA LAZZARI TESTO DI EMANUELA SERUGHETTI 24, LA NATURA AMA LA PAZIENZA, UNA REGOLA CHE HA UNA SPECIE DI DON CHISCIOTTE MODERNO DETER- IMPOSTO IDDIO VISTO L’AMORE CHE HA PER CHI È MINATO A PERSEGUIRE IL SUO IDEALE CAVALLE- PAZIENTE. IL FATTO È CHE QUI CI SI TROVA IN PRE- RESCO, CHE SI IMMAGINA DI AVVENTURARSI NON SENZA DI UN FENOMENO STRANO: UN BRESCIANO NELLE PIANURE ARIDE DELLA MANCIA, MA IN UNA CHE PER NATURA DI PAZIENZA NON NE HA MA CHE GRANDE CITTÀ, IN CUI LA RADIO, LA TV, I LIBRI E IL DA LASSÙ È AMATO COMUNQUE, E DAVVERO TANTO. CINEMA SONO METAFORICAMENTE DEI MEZZI DI COME DEL RESTO DICHIARA LUI STESSO -ANCORA TRASPORTO CHE GLI PERMETTONO DI VISITARLA E QUELLO CHE MI PIACE FARE È RACCONTARE, RAC- OGGI LA CONCRETEZZA MI È STATA DI GRANDE AIU- ALLO STESSO TEMPO DI LIBERARE LA SUA CREATI- CONTARE IL MONDO CHE VEDO, CHE VIVO E CHE TO IN UN AMBIENTE COME IL MIO DOVE, QUANDO CI VITÀ CHE, COME A FABIO PIACE DIRE, È IL RESPIRO SOGNO.- SONO DECISIONI DA PRENDERE, ALCUNE PERSONE DELLA PERSONALITÀ, CHE RIUSCIAMO A CONOSCE- IN RISPOSTA ALLA MIA DOMANDA CIRCA IL TIPO DI VOGLIONO FARE RIUNIONI PER POTER PARLARE DI RE FINO IN FONDO ATTRAVERSO CIÒ CHE CREIAMO. ARTISTA CHE SECONDO LUI VESTA MEGLIO SU DI SÉ, EVENTUALI RIUNIONI, E A ME CAPITA DI DIRE: “SE SE VISITI UNA CITTÀ A PIEDI O IN BICICLETTA O IN VISTE LE SUE MOLTEPLICI ESPERIENZE ARTISTI- PERÒ, VENGNOM A SEGNO” APRENDO E CHIUDEN- MACCHINA O CON UN AUTOBUS VEDRAI E VIVRAI CHE E CULTURALI DI SUCCESSO, FABIO CONFESSA DO LE MANI COME A DIRE “STRINGIAMO, INSOM- ESPERIENZE DIFFERENTI E RACCONTERAI QUEL- DI NON ESSERSI MAI IDENTIFICATO CON UN LAVO- MA... ARRIVIAMO AL PUNTO!”- LA CITTÀ IN MANIERA DIVERSA, PUR ESSENDO LA RO IN PARTICOLARE E DICE: “CERCO DI RIMANERE UNA DUTTILITÀ CHE, NEL SUO ESSERE ARTISTA, STESSA. IL PIÙ POSSIBILE SIMILE A ME STESSO, LO STESSO LO HA PORTATO A ESPRIMERE LA SUA CREATIVITÀ RAGAZZO CHE È USCITO DI CASA CON DEI SOGNI DA SFRUTTANDO L’INDOLE DELLA PRAGMATICITÀ E REALIZZARE. NON È FACILE, MA SONO STATO FOR- MODELLANDO I PROPRI SOGNI IN UN’AVVENTUROSA TUNATO.” CONQUISTA DI OGNI MEZZO ESPRESSIVO, PER CONFERIRLE OGNI FORMA POSSIBILE. .25 . 20 1 6 ´ B RE T E M B RE Fabio come reagisci alla critica pungente, per esempio quella dei lettori dei tuoi romanzi? Ho la fortuna di essere bresciano e quindi fin da piccolo mi è stata consegnata una parola che scaccia via in un secondo tutto: “s’en cu..s!” Qual è la più grande opportunità che pensi di aver sprecato nella tua vita? Credo di averle prese al volo un po’ tutte, lavorare e realizzare i mie sogni è sempre stato al primo posto. Adesso le cose sono cambiate, non sono più solo, ho una compagna e due figli, le priorità nella mia vita sono diverse per questo mi capita di dire no ad alcuni lavori, ma non vivo questa situazione come un’opportunità sprecata, semplicemente come una nuova fase della mia vita e in questa nuova fase credo che non spendere del tempo con Johanna e i miei figli sia la vera opportunità sprecata. Fabio Volo “prima” e “dopo” la famiglia, l’idea è quella che si sia concluso un grande capitolo e se ne sia aperto un altro, me ne vuoi parlare? Personalmente dall’interno della mia vita non vedo un prima e un dopo, vedo semplicemente un solo unico percorso fatto di stagioni, tappe e situazioni. Non credo di aver deciso quasi nulla della mia vita, nemmeno la scelta di una famiglia. Ho solo seguito il mio sentire, ho seguito quello che mi faceva stare meglio. Ho vissuto appieno la fase senza famiglia e ora cerco di vivere appieno questa e vedere dove mi porta. ET Ci sono stati dei personaggi televisivi, artisti, conduttori e colleghi con cui ti sei trovato meglio e magari che hanno contribuito alla tua crescita professionale? Nel mio percorso professionale devo ringraziare un’infinità di persone, potrei riempire tutta la pagina solo per i ringraziamenti. Da solo non sarei stato in grado di ottenere nulla e questo vale anche oggi... costantemente. A parte le battute credo che la critica faccia parte del gioco, mi è chiaro, gli insulti sono un’altra cosa. Spesso chi punta il dito ha molto tempo libero e un po’ lo invidio. N O.4 S Nel tuo ultimo film “Un paese quasi perfetto” è palpabile il messaggio secondo cui ognuno di noi senta sempre la necessità di mantenere il legame con le proprie radici, cosa si muove dentro di te quando pensi alle tue, quindi rispetto a Brescia? E come vivi la distanza con l’Italia quando soggiorni all’estero? Come disse un giorno un mio amico, “caro Fabio tu puoi anche lasciare Brescia ma Brescia non lascerà mai te”, si riferiva la mio modo di essere, non solo alla cadenza nel parlare. Brescia è una città pragmatica, concreta che lascia poco spazio alla parte artistica e questo da una parte può penalizzare, infatti è stata dura all’inizio. Ricordo che quando raccontavo cosa desideravo fare nella vita venivo sempre liquidato così: “se vabbè... in sostansa te ghet mia oia de laurà.” Sono convinto che quello che sono riuscito a ottenere nella mia vita non è stato grazie a un talento, ma semplicemente perché ho sempre lavorato il doppio degli altri senza farmi incantare dalle parole e dai ruoli. ´ Fabio Volo M A G A ZI NE INTERVISTA A anche se spesso, come nella vita, mi sento inadeguato e vorrei fare di più. Io credo che ciascuno sia attratto da ogni vortice e da ogni energia affini alla propria natura: siamo esseri in costante cambiamento, per ogni emozione, per ogni percezione abbiamo già la formula scritta sulla nostra pelle. Non è che tutto ciò che ci capita sia proprio un caso. Ogni giorno della nostra vita è potenzialmente diverso dall’altro, arriva sempre quello, prima o poi, a offrirci un cambiamento. Ma guai a noi se ci venisse meno il coraggio di attuarlo, di perseguire una strada che sentiamo tracciata per noi, ci ridurremmo a vivere dei giorni noiosamente tutti uguali, contribuiendo in prima persona a delineare un destino contro il quale, a quel punto, anche la più piccola delle nostre virtù non sarebbe una difesa. La tua personalità mi ha fatto venire in mente un Don Chischiotte il cui racconto tragicomico somiglia alla sua natura e alla sua storia personale, e per la quale, come per quella del cavalliere errante della Mancia, il malinconico s’inclina al riso, il gaio lo diventa ancor di più, l’ignorante non s’arrabbia, la persona colta ne ammira l’immaginazione e la persona di spirito non manca di lodarla. Com’è Fabio papà? Credo come gli altri papà della mia generazione. Cerco di stare con i mie figli il più possibile, mi piace l’idea di essere un compagno di giochi per loro. Imparo qualcosa ogni giorno io ho sempre scelto di fare solo cose che mi piacciono, nel bene e nel male .2 6 . La tua escalation nel lavoro, il tuo successo, ti ha richiesto sicuramente molta determinazione, voglia di fare e tanti sacrifici sin da quando eri molto giovane e considerando che come personaggio hai un appeal particolare sui ragazzi, quali sono le tue considerazioni sulle generazioni di oggi e i tuoi consigli per i giovani che hanno dei sogni da realizzare? Credo che la generazione di ragazzi oggi abbia dei mezzi incredibili che noi non avevamo. Oggi si può essere al centro del mondo stando chiusi nella propria cameretta. La misura però non è mai il mezzo ma l’uomo, in questo caso un ragazzo. Dipende cosa vuole fare e quanto è pronto a sacrificare per ottenere i propri sogni, i propri traguardi. E poi molto probabilmente a qualcuno a cui vogliamo bene non piacerà molto la nostra idea, il nostro sogno e ciò che desideriamo, e in quel caso serve il coraggio di accettare di non piacere e di continuare un po’ più soli (almeno all’inizio) il proprio cammino. Non ho molti consigli da dare, posso solo dire che è meglio capire il prima possibile cosa vogliamo fare, così da avere il prima possibile più occasioni da sfruttare. C’è una frase molto bella di Seneca che dice: non c’è vento a favore per il marinaio che non sa dove andare. E per raggiungere i propri sogni servono tutti i venti possibili. Mi vuoi dire come è la tua vita a New York da buon bresciano, hai qualche aneddoto da raccontarci? Vado spesso a New York, o diciamo all’estero in generale. Ci vado appena ne ho l’occasione. Per me è una cosa molto importante perché all’estero riacquisto una sorta di normalità. Le persone non mi conoscono e la mia vita di conseguenza diventa più sana nelle relazioni. Molti pensano che essere riconosciuti per strada sia una cosa che renda felice. Non voglio dire che non faccia piacere quando qualcuno ti ferma e ti fa i complimenti, o semplicemente esprime un sentimento nei tuoi confronti, ma la magia dell’anonimato è più potente, come lo è il mistero di un incontro, conoscere piuttosto che essere riconosciuti. Essere riconosciuti significa anche cadere nella trappola di non voler deludere l’idea che una persona ha di te. Quando devo scrivere qualcosa, che sia un libro nuovo o anche solo un’idea per un programma televisivo, per pensare, per chiarirmi le idee, solitamente cammino e a volte quando mi fermano per strada perdo il filo del ragionamento (più invecchio e più è peggio tra l’altro) per questo all’estero sono più produttivo. A New York posso camminare per ore intere e quando arrivo a casa scrivo tutto di getto. A Brescia invece, mentre passeggio e penso, c’è sempre qualcuno che mi ferma e mi chiede: “set mia laurt te... se dai, chellé delle iene”, devo dire che “laurt” mi ha sempre fatto ridere! Una cosa che ho scoperto stando all’estero è che se litigo con qualcuno e sono veramente incazzato smetto di parlare in inglese e litigo in dialetto. Il bresciano offre più parole adatte alla situazione! Dell’Islanda cosa mi dici, ti piace viverci, come ti trovi con gli islandesi? Ho una compagna islandese e due figli con lei. In Islanda andiamo a trovare la sua famiglia che adesso è anche un po’ la mia. .27 . L’Islanda è un paese magico, seduce in maniera subitanea. D’estate c’è sempre luce e d’inverno è quasi sempre buio, e mi piacciono tutte e due le versioni. D’inverno faccio delle gran dormite (figli permettendo) e d’estate grandi escursioni, camminate e campeggio. Le persone sono gentili e, a differenza di quello che si possa immaginare, sono calorose e si sanno divertire, soprattutto dopo aver bevuto qualche birra. Hanno un grandissimo senso della comunità, sanno di potercela fare solo se lottano insieme e questo vale per qualsiasi cosa, sia dal punto di vista delle battaglie sociali, che dal punto di vista famigliare. È una buona cultura per crescere i propri figli, anche se i miei sono avvantaggiati perché oltre che essere metà islandesi sono anche metà bresciani, che è una versione più elevata. Ride. Quali sono gli aggettivi che complessivamente ti definiscono meglio? Fortunato, confuso, determinato. Mi puoi anticipare qualcosa circa i tuoi progetti futuri? Continuerò il mio programma radiofonico su Radio Deejay. Ho scritto nuove puntate di una serie TV che si chiama “Untraditional” e che andrà in onda sul canale 9. A ottobre inizierò a scrivere la seconda stagione e il romanzo nuovo. Poi sto lavorando alla sceneggiatura di un film e continuerò con i miei impegni televisivi. Nella primavera del 2017 avrò terminato tutti i contratti firmati in passato e sarò libero da impegni. Non so se sentirmi libero o se essere preoccupato, come diceva sempre mio padre: “balerom la musica che i sunerà.” naturasi.it BRE BEAUTY, BELLEZZA E BENESSERE Settembre prendiamoci cura di luis a.pe drin i@le po.i t Luisa Pedrini Titolare di Lepo, Pedrini Cosmetici Srl www.lepo.it Settembre è il mese nel quale dobbiamo prenderci maggiormente cura del nostro corpo. Il sole, il vento, il mare, la salsedine hanno messo a dura prova la nostra pelle e i nostri capelli. La pelle si è inaridita e necessita fortemente di essere reidratata, anche per far durare più a lungo l’abbronzatura. I capelli si sono sciupati, sono diventati opachi e secchi, e hanno bisogno di ritrovare la loro naturale elasticità e lucentezza. La natura , come sempre, ci viene in aiuto. Ci offre numerosi estratti, oli e burri ricavati da piante, fiori e frutti con proprietà nutrienti, idratanti, restitutive, lenitive, antiossidanti che ci permettono di ritrovare in breve tempo la nostra bellezza. Tra i molti ingredienti funzionali a disposizione per la nostra pelle, ne ricordiamo alcuni in particolare: • L’acqua di hamamelis e l’acqua di salvia reidratano a fondo e aiutano a ripristinare Il film idrolipidico che protegge la nostra pelle e che è stato messo a dura prova dai troppi “lavaggi estivi” . • L’olio di Argan, estratto dai semi della pianta di Argania spinosa, che cresce nella zona sud del Marocco, ridona elasticità e tonicità al tessuto cutaneo. Noi A CURA DI CLAUDIA LAZZARI la tua scelta bio • L’olio di andiroba, ricavato dalla noce di un albero amazzonico. E’ conosciuto per la sua azione emolliente, protettiva, cicatrizzante e rigenerante. La medicina popolare gli attribuisce proprietà analgesiche contro artrosi e artriti, funzioni anti-batteriche e anti-infiammatorie. • Il burro di cupuaçu, utilizzato anche in alimentazione, è un’ottima fonte di tannini, aminoacidi, acidi grassi tra i quali l’omega-3 , vitamine A, B, C, E e minerali. In cosme- .2 8 . tica offre un ventaglio di benefici, restituendo alla pelle tutti quegli elementi che la tengono in perfetta salute. • Non possiamo certo dimenticare l’olio di mandorle dolci, molto utilizzato e conosciuto per le sue benefiche proprietà emollienti e addolcenti. Inoltre previene e riduce le smagliature. Per consigli personalizzati, rivolgetevi al vostro erborista o farmacista di fiducia. oltre 4000 prodotti bio e naturali BRESCIA via Foro Boario, 46 - tel. 030 2303779 via X Giornate, 28 - tel. 030 294691 BRE PROTAGONISTI BIO UNA FILOSOFIA DI VITA A CURA DI CLAUDIA LAZZARI TESTO DI LAURA SORLINI MENS SANA IN CORPORE SANO DICEVANO GLI ANTICHI. E, ANCORA OGGI, NON C’È NIENTE DI PIÙ VERO. L’ANTICA LOCUZIONE LATINA TRAMANDATACI DAL POETA GIOVENALE INFATTI, CON LA QUALE ALL’EPOCA SI AFFERMAVA IL BISOGNO DEGLI UOMINI DI RIVOLGERSI AGLI DEI PREGANDOLI DI CONCEDERE LORO IL BENEFICIO DI UNA MENTE SANA E DI UN CORPO SANO, NEL LINGUAGGIO ODIERNO HA ASSUNTO UN DIVERSO SIGNIFICATO: NON SI TRATTA PIÙ DI UNA PREGHIERA AGLI DEI, BENSÌ DI UNA AFFERMAZIONE ED ESPRESSIONE DEL PRINCIPIO SECONDO IL QUALE PER AVER SANE LE FACOLTÀ DELL’ANIMA BISOGNA AVER SANE ANCHE QUELLE DEL CORPO, TRA CUI APPUNTO L’ ALIMENTAZIONE. L’IMPORTANZA E LO STRETTO LEGAME DEL BINOMIO “ALIMENTAZIONE E BUONA SALUTE” INOLTRE, È SOTTOLINEATA ANCHE DALL’ORGANIZZAZIONE MONDIALE DELLA SANITÀ (OMS) CHE CONSIDERA NUTRIZIONE ADEGUATA E SALUTE DIRITTI UMANI FONDAMENTALI. L’ALIMENTAZIONE È UNO DEI FATTORI CHE MAGGIORMENTE INCIDONO SULLO SVILUPPO, SUL RENDIMENTO E SULLA PRODUTTIVITÀ DELLE PERSONE, SULLA QUALITÀ DELLA VITA E SULLE CONDIZIONI PSICO-FISICHE CON CUI SI AFFRONTA L’INVECCHIAMENTO. NELLA NOSTRA VITA QUOTIDIANA, DA DIVERSI ANNI ORMAI, INCONTRIAMO SEMPRE PIÙ SPESSO LA PAROLA “BIO”. LA TROVIAMO NEI SUPERMERCATI, PRONTA A CONTRADDISTINGUERE IN PRIMIS PRODOTTI ALIMENTARI, MA ANCHE QUELLI CHE RIGUARDANO LA CURA DELLA CASA E DELLA PERSONA: SI TRATTA DI UN PICCOLO MARCHIO VERDE, CHE CI ANNUNCIA QUANDO UN PRODOTTO HA CARATTERISTICHE DIVERSE DA MOLTI ALTRI, SICURAMENTE MIGLIORI. A BRESCIA TRA I PRIMI A SPOSARE QUESTA FILOSOFIA TROVIAMO LA FAMIGLIA ALLOISIO, CHE DA 20 ANNI GESTISCE DUE NEGOZI “NATURASÌ”. NE PARLIAMO CON ARIANNA ALLOISIO. .30. Qual è la mission di NaturaSì? Il presupposto fondamentale dell’operato del Gruppo EcorNaturaSì è che il miglior prodotto possibile per la salute delle persone è anche il migliore per la vita della natura che ci circonda. Per questo l’azienda favorisce lo sviluppo dell’agricoltura bio, intesa come metodo agricolo che nutre il terreno, che tutela l’ambiente e la biodiversità, e che assicura lavoro anche ai piccoli produttori offrendo prodotti sani e di qualità per il benessere dell’uomo. Arianna Alloisio, nell’immagine, si occupa con serietà e competenza dei prodotti biologici, da più di vent’anni. Siete stati i primi ad aderire al progetto di franchising, cosa vi ha spinto in questa direzione? Esatto. In Italia siamo stati i primi ad aprire in franchising ormai 20 anni fa, prima con il punto vendita in via Carlo Zima, poi ci siamo trasferiti in via Foro Boario e in seguito abbiamo aperto il secondo store in via X Giornate. Abbiamo sempre creduto fino in fondo a questa filosofia di vita e per questo motivo siamo riusciti a trasmetterla a tantissime persone. La cultura relativa alla sana alimentazione e alla cura della terra e della natura fa parte della nostra missione. Prodotti biologici e di massima qualità dunque… Esatto. NaturaSì ha un ufficio controllo qualità molto serio che a campione fa controlli e analisi su tutti i prodotti in modo da tutelare costantemente il consumatore finale. Una garanzia irrinunciabile. per info:BRESCIA Via X Giornate, 28 - Tel 030 294691 e Via Foro Boario, 46 - Tel. 030 2303779 - www.naturasi.it . 31 . 1983 sposiamo Luci e Musica nel migliore dei modi Naturalmente pietra, naturalmente preziosa Via Baraccone, 2 - Mornico al Serio (BG) Via Izano, 12 - Crema (CR) Via Vittorio Emanuele, 35 - Roncadelle (BS) DA OLTRE 25 ANNI, LUCI SCENOGRAFICHE, AUDIO, CONSOLLE & DJ PER IL vostro matrimonio Seguici on line: deejaychoice eventi nicopaco studio Via Torino, 8 - 25125 Brescia, Tel: 030.349119 / 333.8406100 - www.deejaychoice.it - [email protected] Tel. +39 035 844783 - Fax 035 4490399 [email protected] www.fratuspavimentazioni.it M A G A ZI NE ´ N O4 SE T TE M BRE OYADI B 20 16 ´ RE BRE MUSIC LA PALADINA DELLA CONSOLLE TESTO DI EMANUELA SERUGHETTI OYADI, NOME DI BATTESIMO STEFANIA PIANGATELLI, L’ESEMPIO VIVENTE DI COME CI SI PUÒ REALIZZARE MODELLANDOSI CON IL PROPRIO DESTINO SENZA RESTARE FERMI AD ASPETTARLO, MA SPALANCANDOGLI LA PORTA E FACENDOSI DA PARTE PER INVITARLO A ENTRARE. ANZI NEL CASO DI STEFANIA INVITANDOLO A BALLARE! COME DEL RESTO ACCADE A LEI SIN DA PICCOLA, SIN DA QUANDO SENTIVA ALEGGIARE LA MUSICA NELLE STANZE DI CASA COME UN’ABITUDINE IRRINUNCIABILE E CONFORTEVOLE, COME L’AROMA DI CAFFÈ ALLA MATTINA O UNA CAREZZA AMICHEVOLE CHE SI APPOGGIA SULLA PELLE E ARRIVA FINO ALL’ANIMA, LA COMPAGNIA FEDELE CHE INCORAGGIA A SEGUIRE UN’ONDA VITALE, QUEL RITMO ANCESTRALE CHE SI METTE A PULSARE DENTRO CON IMPLACABILE VIOLENZA. UN’INFINITÀ DI DISCHI COME ARREDAMENTO SCELTO DA MAMMA E PAPÀ, L’UNICO POSSIBILE IN GRADO DI FAR SPAZIO AI SOGNI DELLA PICCOLA OYADI DJ IN EMBRIONE. ATTRAVERSO LA MUSICA AFRICANA, IL PONTE CHE L’HA AVVICINATA ALLE ORIGINI NIGERIANE DELLA MADRE, E ALLE SONORITÀ PREFERITE DAL PADRE, ITALIANO CON UN BACKGROUND CULTURALE ROCK-JAZZ, SI SONO ORGANIZZATE LE SUE IDEE, DA SEMPRE MOLTO CHIARE IN FATTO DI MUSICA, DIETRO ALLE QUALI LA SPINTA DELLA DETERMINAZIONE A PERSEGUIRLE È CRESCIUTA COME FOSSE LA COSA PIÙ NATURALE. E POI OYADI È BELLA, ADDOLCITA NEI TRATTI DALLA FELICITÀ DI AVER TRASFORMATO UNA PASSIONE IN UN LAVORO, PERCHÉ È COSÌ CHE AVVIENE, CIÒ CHE È BELLO DENTRO SI RISPECCHIA ANCHE FUORI E SI PROPAGA ANCHE SUGLI ALTRI, E PER LEI AVVIENE ATTRAVERSO UN MEZZO CHE SIN DALL’INIZIO DEL TEMPO È SALVIFICO, È ENERGIA, È BELLEZZA, È UNIONE. GUARDARLA E PARLARCI SI CAPISCE DA DOVE VENGA QUELLA SOLARITÀ CHE LE APPARTIENE. IL SUO È UN SORRISO PERFETTO, UNA FILA DI DENTI BIANCHI INCORNICIATI DALLA BOCCA CHE SEMBRA DIPINTA SULLA TRAMA VELLUTATA DELLA PELLE MULATTA. LE GUARDI QUEGLI OCCHI SCURI MOLTO SINCERI E GIOISCI DELLA LORO STESSA GIOIA. . 35 . hanno ispirato, essere italo nigeriana mi ha permesso di essere più flessibile rispetto a varie sonorità, per esempio ho imparato ad apprezzare il cantante Fela Kuti, il massimo esponente della musica moderna nigeriana. Ho sviluppato la curiosità e la voglia di poter sperimentare e modificare il suono attraverso dei tasti. Da due anni Mauro è il mio manager che sin da subito ha creduto in me e mi sta aiutando a crescere e a sondare nuove strade, la nostra è una stima reciproca. INTERVISTA A Oyadi Come e quando hai capito che fare la Dj sarebbe stata la tua strada? Fin da piccolina ho sempre avuto la passione della musica, inizialmente mi sono approcciata alla chitarra e al basso, soprattutto alla chitarra di cui mi piaceva la didattica. Ma poi ho abbandonato perché mi sono resa conto che desideravo suonare qualcosa di elettronico. Durante le medie conobbi la consolle e la strumentazione basica attraverso i video in TV e MTV, ispirata da Dj famosissimi come Sinclar e Guetta. Il fatto che mancasse la figura femminile in quel contesto mi ha portato a desiderare di diventare la paladina della consolle, così finite le scuole medie ne ho chiesta una in regalo ai miei genitori. La vedevo come una sfida che mi ha spinto a provarci, a contribuire a rafforzare l’immagine della donna affinché fosse vista come una figura capace da sola di raggiungere obiettivi attraverso le sue capacità. Mi esercitai a lungo con la consolle nella mia cameretta, poi dopo un anno e mezzo ho acquistato una Pioneer 100, un must-have per noi ragazzini dell’epoca. Piano piano sono evoluta e ora a 23 anni posso dire di aver ottenuto molti risultati. A proporti in questo settore, che può essere considerato prettamente maschile, immagino che ti sia trovata davanti a prove difficili in quanto donna, come l’hai vissuta? All’inizio quando ero più piccola la vivevo un po’ male, forse per la mia poca esperienza e per l’insicurezza, motivi che mi mettevano ansia considerando poi che già questo è un ambiente competitivo, soprattutto nel periodo della gavetta. Tutto questo mi ha aiutato a crescere, oltre che professionalmente anche a livello personale, permettendomi di costruire una sicurezza in me stessa. Il confronto diretto con .3 6 . dei colleghi uomini mi ha aiutato a diventare più forte, devo dire che ho trovato anche persone che mi hanno aiutato e appoggiato lungo la strada. Ho capito che se vali e hai determinazione te lo riconoscono a prescindere da tutto. Io non mi sono mai fermata di fronte alle difficoltà, anzi sono state quelle a darmi la carica per mettermi in gioco e dimostrare la mia capacità. Chi e cosa ti ha maggiormente supportato? Sicuramente la mia famiglia, mio padre e mia madre sono entrambi appassionati di musica, mia sorella Jennifer suona il pianoforte e la batteria, e l’ambiente in cui sono cresciuta mi ha permesso di sperimentare diverse sonorità e questa è stata una buona base per sviluppare interesse e attitudine. Mia mamma è africana e mio padre italiano e le influenze musicali di entrambi i luoghi di provenienza, musicalmente mi A quanti e quali sacrifici sei andata incontro? In realtà non li chiamerei sacrifici, ognuno di noi ha delle passioni e quindi delle priorità. Non mi è mai pesato per esempio non unirmi ai miei amici quando organizzavano serate perché dovevo suonare in qualche locale, per me è sempre stata una soddisfazione appagante. Chiaramente mi concedo anche io degli spazi da dedicare ad altro e ai miei amici, però durante la settimana. Sono stata impegnata anche con gli studi: lo scorso marzo mi sono laureata in Marketing e ora mi sono iscritta a International Business e finanza. Basta avere un’organizzazione e le idee chiare! Ma cosa vuoi fare da grande? Sicuramente la Dj, anche se mi ha sempre affascinato il mondo del marketing anche perché comunque mi riguarda e ho deciso di intraprendere questa strada anche solo per un approfondimento culturale che nella vita è fondamentale. Quali sono i locali in cui lavori? Mi puoi raccontare una tua serata tipo? Per il classico Dj set in discoteca è previsto un orario di lavoro che inizia a tarda notte. Le discoteche si riempiono molto tardi, così tardi che spesso ci si chiede dove vadano prima le persone!, quindi ho tutto il tempo per andare in hotel, cenare, rilassarmi e prepararmi. Mi piace stare in hotel e dedicare tempo per me. Io suono con una strumentazione standard che mi forniscono (dai due ai quattro CDj e i mixer di qualità) e questo è un vantaggio che mi dà tranquillità. Preparo i Cd, il mio case, le cuffie e le Pen Drive che contengono un’infinità di dischi, guardo la consol- le, controllo tutti i tasti, l’ambiente, il tipo di clientela, mi organizzo con il Resident, il Dj che apre e chiude la serata, e in base a quello che mette lui mi organizzo per come iniziare, insieme decidiamo l’orario e poi Let’s go! Mi capita anche di suonare a serate tematizzate, per esempio ne è capitata una anni ’70, e in quel caso faccio prima una ricerca di dischi e di musica del genere perché non appartengono alle mie sonorità, cosa che per me è costruire un bagaglio di esperienza, per cui ben vengano le occasioni così! .37 . In che raggio ti muovi, in che locali vai? A livello nazionale, isole comprese. Venerdì sono a Parma e sabato in Calabria per esempio. Tutti i week-end sono impegnata e a volte non è facile per via della distanza tra i locali che devo raggiungere nelle due serate consecutive e degli orari dei voli. A volte capita di non riuscire nemmeno a dormire! Si cerca di organizzarsi al meglio insomma. BRE PROTAGONISTI Qual è il tuo stile? A livello musicale mi ha sempre affascinato il mondo dell’House con tutte le sue sfaccettature, dalle sonorità più morbide tipo la Deep House e la Soulfull a quelle più elettro e più tecno, dipende molto da chi ho davanti e comunque una serata può iniziare in un modo e finire in un altro. Ci sono Dj che dicono che questo non deve succedere, sostenendo l’importanza di mantenere per l’intera serata una linea, ma io credo che, essendo ancora molto giovane, sia bello sperimentare ed essere più aperta ed elastica senza fissarmi troppo su un genere, anche perché parlare di un genere musicale oggi è difficile in quanto esistono molte sfumature, un disco se noi lo chiamiamo in un modo un inglese lo chiama in un altro e il tedesco in un altro ancora, così come succede per l’americano. Per esempio il mio ultimo disco “Remedy” per l’Inghilterra è Garage per l’Italia è Electro House. Si trattava di una tra altre bozze che ho realizzato negli ultimi anni, sai, uno sperimenta e prova continuamente, io poi sono una persona pignola, faccio molta auto critica. “Remedy” aveva qualcosa in più, è nato in una giornata in cui ho messo giù quel giro di piano particolare che insisteva così tanto ad uscire e mi è piaciuto subito. Quando l’ho fatto sentire alla Time mi hanno consigliato di portarlo avanti e dopo qualche mese l’ho pubblicato. È stato un po’ un parto perché fare un disco è un passo diverso dal fare Dj set, è stata una cosa nuova e avevo quasi paura nell’affrontarla, non c’era la stessa sicurezza che ho quando affronto un Dj set. Ora sono orgogliosa di averlo fatto, soprattutto con una casa discografica come la Time. L'X FACTOR DI ANDREA BUTTURINI A CURA DI EMANUELA SERUGHETTI Progetti futuri? Ne ho molti ancora in embrione, io continuo a fare Dj set e a lavorare in studio, i risultati usciranno. www.oyadidj.com Facebook: oyadi Come è nato “Remedy”, il tuo ultimo singolo pubblicato dalla TimeRecords, e cosa ti aspetti da questo esordio con questa casa discografica importante? .3 8 . 39, UN ALTRO ENFANT PRODIGE (BRESCIANO) DA SEMPRE AP- SUONA, CANTA, COMPONE, REGISTRA E ARRANGIA I SUOI PASSIONATO DI MUSICA, DA SEMPRE DETERMINATO E CON PEZZI. GLI È SERVITO TANTO STUDIO CERTO, MA ANCHE LE IDEE CHIARE. ANDREA NE HA DA DIRE NONOSTANTE SIA UNA BUONA DOSE DI CORAGGIO PER BUTTARSI, PER SFI- MOLTO GIOVANE, È DELLA CLASSE 1994, MA LE SUE COOR- DARE SE STESSO, PER COSTRUIRSI ESPERIENZE. ANDREA DINATE SEMBRANO ESSERSI GIÀ ALLINEATE CON QUELLE HA FATTO IL FRONTMAN NEL GRUPPO OVERSKIN, HA PAR- DELL’ARTE DELLA MUSICA DI SUCCESSO. È UN GRANDE TECIPATO AI CASTING AFFOLLATISSIMI DI X FACTOR E LI HA APPASSIONATO DI MUSICA ELETTRONICA E IL DRUM MA- PURE PASSATI, HA CANTATO NELLE VESTI DEL PRINCIPE CHINE, LA LOOP STATION E I SOFTWARE MUSICALI PER LUI RANOCCHIO NEL MUSICAL “FELICI&CANTANTI” SCRITTO NON HANNO PIÙ SEGRETI. DA GAETANO CAPPA E MARCO DRAGO, HA VINTO IL BMF. N O.4 S ET T E M B RE Dei Talent Show se ne è parlato molto e se ne continua a parlare, vorrei sapere da te che hai partecipato a X Factor 7 fino agli homevisit, quali sono stati davvero dietro le telecamere i momenti più difficili, ma anche i fattori positivi che ti hanno arricchito come musicista e persona. L’esperienza di X-Factor mi ha dato tanto, mi ha permesso di conoscere orizzonti diversi e sopratutto il lato “nascosto” dei talent show. Ho tentato i provini giusto per curiosità e per una scommessa con i miei genitori, non sono mai stato un amante dei talent show, perché credevo (e credo) fermamente che non fosse quella la direzione giusta per la mia carriera musicale. Dall’altro lato però i talent sono in grado di darti ampia visibilità in poco tempo. La mia inesperienza davanti a un evento così importante non mi ha permesso di mettermi in gioco pienamente, trova molto più spazio una persona esuberante, estroversa, mentre io, sia davanti alle telecamere che dietro le quinte, restavo sempre un passo indietro agli altri. L’esperienza più difficile è stata, una volta tornato a casa e guardando il programma, capire che le parole che dissi durante le interviste e nelle diverse situazioni del programma, attraverso tagli e montaggi televisivi furono completamente ´ Andrea Butturini M A G A ZI NE INTERVISTA A 20 1 6 ´ B RE TUTTO FA CREDERE CHE PIÙ NIENTE LO FERMERÀ. travisate per far spazio alla “storia” che mi era stata cucita addosso. Agli homevisit decisi di portare “Home” dei Depeche Mode, senza sapere a quale giudice avrei cantato quel pezzo fino al giorno prima della esibizione. La direzione abbinò la mia squadra a Morgan, amante da sempre del gruppo inglese, e la mia scelta passò così come una “captatio benevolentiae” nei confronti del giudice. (Parole che pure lui mi disse durante il verdetto). Questo mi fece male perché, come ho già detto, il pezzo lo scegliemmo molto prima di conoscere il nostro giudice. Ovviamente questa sorprendente esperienza ha anche molti lati positivi, il primo consiste nella possibilità di confrontarsi con un mondo pieno di insidie, in cui sei da solo e devi dare il meglio di te stesso per emergere. Questo mi ha aiutato ad avere molta più sicurezza nei miei mezzi e qualche certezza in più. In secondo luogo, in contesti come quello di X-Factor, sei immerso nella “gente che conta” in ambito musicale: produttori, discografici, vocal coach, è un’opportunità quindi per farsi conoscere. Dopo questa esperienza lavoro da tempo con Gaetano Cappa, che è stato per vari anni il vocal coach di Morgan nel programma televisivo, collaboro con lui per diverse pubblicità televisive come ad esempio il promo di X Factor 10. Sei il vincitore dell’edizione 2015 del Botticino Music Festival, evento musicale importante a Brescia, in cui ti sei esibito col tuo inedito “Ultimi giorni di Ottobre”, a cosa ti ha portato questa Il tuo primo EP a cui stai lavorando ultimamente, che ha la peculiarità di un genere che in Italia ancora non ha trovato spazio e che unisce alla lingua autoctona sonorità moderne e nel contempo “popular”, di cosa si tratta? Da dove nasce l’idea? Il mio primo EP, che uscirà a breve, è un’idea che ha preso forma da tempo, da prima della mia vittoria al BMF ma che, in qualche modo, il concorso mi ha convinto definitivamente ad attuare, mettendoci anima e corpo. I quattro pezzi, incluso il singolo “Ultimi Giorni di Ottobre”, cercano di incrociare diverse atmosfere sonore, parlano di me, della mia passione e della mia voglia di esserci, di farmi sentire. La chiave sonora è l’elettronica, che accompagna tutti e 4 i pezzi in modi diversi ma in un contesto generalmente malinconico e introspettivo. I brani parlano d’amore, di passione e di volontà di raggiungere i propri obiettivi. Parlare d’amore nei brani pop è quasi banale, per questo cerco di mischiare il mio amore per una persona a quello della musica e viceversa. Questi sono i due aspetti fondamentali nei miei testi, cercare di intrecciare l’amore per una persona all’amore per la propria passione, senza mai eccedere né da una parte Vincere il BMF mi ha dato la spinta per scrivere e creare ancora di piu', senza avere timore di mettermi in gioco sotto ogni aspetto. .4 0 . vittoria, che porte ti ha aperto e verso quali opportunità? Partecipare al BMF con il mio inedito “Ultimi Giorni di Ottobre” è stato veramente emozionante, mi sono messo in gioco al cento per cento, sia come cantante che come artista e paroliere, ma sopratutto, nella mia esibizione c’era tutta la mia persona, i miei pensieri e la mia vita, artistica e non. Vincere quel concorso mi ha dato la spinta per scrivere e creare ancora di più, senza avere timore di mettermi in gioco sotto ogni aspetto. Ora ho l’opportunità e il privilegio, credo, di essere conosciuto come un cantante, ma sopratutto come un cantautore, anche se non amo definirmi così perché spesso il termine “cantautore” viene associato all’aspetto più “classico” del genere e ad interpreti come Battisti o De André. Grazie al BMF ho avuto l’opportunità di comunicare qualcosa di mio, di personale, e di mettere in campo tutta la mia passione per la musica e per l’elettronica. .41 . né dall’altra, creando una mescolanza volontaria. Quest’anno ti vedremo di nuovo sulle scene di XFactor 10, come sei arrivato a questa opportunità? Il promo di X-Factor 10 l’ho realizzato grazie alla mia collaborazione con il produttore e vocal coach Gaetano Cappa, che mi ha permesso di apparire nella pubblicità in onda tutti i giorni su Sky e Cielo insieme al mio Ukulele, uno strumento che mi diverte tantissimo cantando un estratto del tormentone estivo “Sofià” di Alvaro Soler. Ti capita mai di sentir cantare i tuoi amici, o addirittura qualcuno che non conosci, il tuo pezzo “Ultimi giorni di ottobre”? Se sì che effetto ti fa? Mi capita spesso di sentir cantare il mio pezzo da amici e conoscenti, e subito dopo il BMF anche da qualche sconosciuto che mi canticchia il ritornello. È davvero molto strano, sembra quasi non sia un mio brano, che non mi riguardi per nulla, un tormentone del periodo. Esiste un “prima” e un “dopo” dei tuoi primi successi rispetto ai tuoi impegni, alle tue relazioni, al modo in cui vivi Brescia, la tua città? Il canto ha sempre accompagnato la mia vita, dai primi anni di liceo (frequentavo il liceo Gambara ad indirizzo Musicale) fino ad oggi. Brescia è sempre stata un punto fermo della mia vita ed è una città particolare, con tanti pregi e tanti difetti, ma che mi lascia sempre bei ricordi. La mia vita artistica, anche se vivo in paese, ha sempre trovato spazio a Brescia e spero di trovarne ancora di più con eventi nella città. Un grande desiderio è avere un riscontro importante nella mia città che ha sempre .4 2 . accompagnato ogni momento della mia vita, amicizie, relazioni, scuola e passioni. Da dove arriva il maggior supporto per quello che fai e quello in cui credi? Il maggiore e migliore supporto per ciò che faccio arriva senza dubbio dalla mia famiglia, in primis dai miei genitori che mi sostengono e hanno sempre creduto in me, dalla mia ragazza che ha tanta pazienza e sopporta i miei momenti di sconforto e mi segue sempre nell’utilizzo dei socials (cosa per cui io sono negato) come Facebook, Instagram e YouTube, che al giorno d’oggi sono fondamentali per un artista. Diciamo che è un po’ la mia manager. Come reagisci alla critica negativa se hai già avuto modo di viverla? Le critiche, se costruttive, le ho sempre accettate e ascoltate, cercando di integrarle al mio bagaglio di conoscenze, questo perché troverò sempre qualcuno in grado di darmi qualcosa in più di ciò che già so, ed essendo relativamente giovane ho ancora tanto da imparare. Ho sempre cercato invece di mantenere un certo distacco da quelle critiche che vengono fatte unicamente per infastidire o far male, cercando di non lasciarmi coinvolgere troppo. A volte, secondo me, è meglio non dare troppo peso a parole poco pensate. Oltre la musica qual è il tuo bagaglio culturale, il tuo percorso di studi e i tuoi hobbies? Oltre alla musica ho sempre coltivato la passione per lo sport, specialmente per il calcio. Ho giocato per parecchio tempo prima di appendere definitivamente le scarpe al chiodo dopo un infortunio al ginocchio. Amo l’arte, cucinare e sopratutto la buona tavola, nel tempo libero gioco ai videogames con gli amici o guardo serie tv senza tregua! Ho frequentato il liceo socio-psico-pedagogico Gambara ad indirizzo musicale ed ora studio Scienze Psicologiche all’Università degli studi di Bergamo. Mi mancano pochi esami prima della laurea triennale, dopodiché mi piacerebbe specializzarmi in neuroscienze. TELEVISIONE ONLINE, VIDEO PER CANALI WEB E TV, PRODUZIONE FILMATI MATRIMONIALI, RIPRESE FESTE, INCONTRI AZIENDALI, SPOT, VIDEO CLIP I ricordi svaniscono, le immagini restano e mantengono viva l’emozione del momento www.verdeblugardatv.it - [email protected] Paolo 347.4141892 - Angela 347.5459944 BRE PROTAGONISTI IL RIVOLUZIONARIO METODO DI CESARE RAGAZZI LABORATORIES M A G A ZI NE ´ N O.4 S ET T E M B RE VENERDÌ 27 MAGGIO È STATO INAUGURATO UFFICIALMENTE IL NUOVO CENTRO DI BRESCIA ALLA TORRE KENNEDY: DURANTE LA SERATA TANTE TESTIMONIANZE E LA PRESENZA DI DERMATOLOGI DI FAMA MONDIALE 20 1 6 ´ B RE TESTO DI LAURA SORLINI IMMAGINI DI ELISA GECCHELIN Quando le cose si fanno in grande, grandi sono i risultati che si ottengono. Lo sa bene Flavio Peretti, titolare dei centri Cesare Ragazzi Laboratories di Trento (dal 2002), Verona (dal 2004) e Brescia (dal 2015) che, grazie al cambio di sede e all’aumento di standard qualitativi, ha visto un recente incremento di pazienti e risultati. Situato all’interno della splendida torre Kennedy, infatti, il centro, inaugurato ufficialmente lo scorso maggio, incarna perfettamente il concept aziendale che offre, oltre a soluzioni, trattamenti e prodotti tricologici d’avanguardia anche la garanzia di un’assistenza professionale continua e totale privacy. Al taglio del nastro hanno preso parte Stefano Ospitali, Amministratore delegato di Cesare Ragazzi Laboratories, e un nutrito numero di dermatologi della zona guidati dal Prof. Fabio Rinaldi di Milano, che stavano partecipando a un master di specializzazione in tricologia organizzato dall’Università di Brescia. “Nel corso della serata – spiega Flavio Peretti – è stato presentato il nostro nuovo sistema di infoltimento che da marzo 2015 è riconosciuto come dispositivo medico registrato presso il Ministero della Salute”. Non sono mancati interventi da parte di pazienti che hanno portato la loro testimonianza, raccontando come il metodo Cesare Ragazzi Laboratories abbia svolto un ruolo decisivo nel miglioramento della loro vita, tornando in pieno possesso della propria identità sia dal punto di vista estetico che funzionale. “Il nostro metodo – conclude Stefano Ospitali – copre uno spettro molto ampio di problematiche e consente di vivere la vita senza compromessi, non solo dal punto di vista “terapeutico”, ma anche da quello della prevenzione poiché è evidente che un cuoio capelluto sano è la base ottimale per un capello sano. A supporto di tale obiettivo chi si avvicina ai centri Cesare Ragazzi Laboratories può sottoporsi ai nostri check up personalizzati (svolti in collaborazione con medici dermatologi) per avere un punto di vista globale e oggettivo della situazione tricologica. Sulla base dei risultati siamo in grado di fornire una serie di linee di prodotto che vanno a risolvere ogni tipo di problematica e permettono di recuperare un’immagine estetica e al contempo funzionale”. per info: CESARE RAGAZZI LABORATOIRES BRESCIA, è in Via Malta, 7 (Torre Kennedy) T. 030 40524 web site: brescia.cesareragazzi.com . 45 . BRE ENOGASTRONOMIA tra di noi IL RISTORA N TE D E L M E S E La sua passione è sempre stata la qualità in tutte le sue forme e da sempre dedica la sua vita ad un lifestyle semplice ma di grande ricerca. E’ nato in mezzo al mondo della ristorazione; a 15 anni, con suo padre ha iniziato il suo eccezionale percorso che oggi lo ha portato ad essere uno dei personaggi più influenti ed apprezzati nel panorama dell’ enogastronomia Italiana. Chef, consulente, food blogger e mistery guest per i ristoranti e alberghi più blasonati del mondo, Michele Bontempi gestisce con grande successo La Dispensa di San Felice del Benaco e il Classico di Brescia, la sua ultima creazione proprio nel cuore della città. A CURA DI MICHELE BONTEMPI Più fatturi e meno guadagni. Il perchè NON aprire un ristorante in Italia (riassunto veloce). Pensano tutti che io sia miliardario e credetemi, mi piacerebbe dirvi di sì. Ma purtroppo siamo in Italia, un’associazione a delinquere che ti brucia, durante tutto il corso dell’anno, tutti i tuoi guadagni sudati 14 ore al giorno. Sono quindici benedetti anni che ogni volta che incontro il mio commercialista mi viene voglia di scappare da questo Paese ormai condannato alla rovina. Almeno nel mio settore. Proprio lui mi diceva che 9 ristoranti su 10 perdono costantemente soldi fino a chiudere pochi mesi dopo aver aperto o, in casi più fortunati dove alle spalle ci sono grossi finanziatori, resistono due o tre anni prima di riaprire in altri Paesi. Basta poi darsi un’occhiata in giro per capire che non dice bugie. Tanti aprono e tanti chiudono ad una velocità supersonica. Nonostante i miei locali facciano parte di quella misera percentuale di ristoranti dove qualche soldino alla fine del mese lo vedono, è assolutamente inaccettabile che quel poco che ti avanza, alla fine dell’anno, venga spazzato via dallo Stato pochi mesi dopo. Trovo giusto pagare le imposte, ma non in questa proporzione. I ristoranti lavorano per pagare tasse, contributi, stipendi, tredicesime, quattordicesime, TFR, S.I.A.E, assicurazioni. Cosa avanza a chi rischia tutti i giorni la faccia, la casa ipotecata e la salute? Nulla. Perché più lavori e più tasse, contributi e imposte paghi. Perché in Inghilterra un ristorante come il Classico avrebbe un utile netto di 200.000 euro in più? Perché? Perché ti constringono ad andartene dal Paese più bello del mondo portandoti allo stremo delle tue forze? Perché costringono imprenditori come il sottoscritto ad investire in altre realtà dove le proporzioni sembra vengano rispettate, come per esempio in Inghilterra, in Danimarca o in Svezia? Non lo so, ma l’unica certezza che balena nella mia testa ora è quella di vendere tutto, fare le valigie, prendere su Petix ( la mia Jack Russel) e andare fuori dai c*****i il prima possibile. Il tempo è sacro e mi sto rendendo conto di sprecarlo inutilmente per progetti destinati a scomparire tra burocrazie assurde e tasse inverosimili. Basta. Devo però essere sincero. La tassa più schifosa e vergognosa di tutte l’ho citata poco fa. Si chiama S.I.A.E. e tutela i diritti d’autore di qualsiasi cantante sulla faccia della terra. Ma se da una parte fa guadagnare loro, dall’altra uccide tutti i piccoli eventi fattibili in bar e ristoranti obbligandoti a pagare una percentuale sugli incassi di quel giorno. Una volta te li inventavi dichiarando meno di quello fatturato, ora invece vogliono la chiusura fiscale di fine serata a testimoniare .4 6 . quanto fatturato. Vuoi far suonare un tuo amico con una chitarra ? Paghi la S.I.A.E. Vuoi mettere un pianoforte in corte? Paghi la S.I.A.E. Vuoi mettere una televisione o un proiettore a muro ? Paghi la S.I.A.E Vuoi aggiungere due casse in più a quelle su cui già paghi uno sproposito? Devi pagare. Insomma dai, ci siamo capiti, la S.I.A.E. è un carrozzone vergognoso che ci portiamo dietro dagli anni ’70 che dovrebbe essere abolito il prima possibile per far progredire la cultura della musica nei locali italiani e incentivare i giovani musicisti a suonare il più possibile. Quando mi chiedono il perché non faccio più eventi la mia risposta è sempre quella: S.I.A.E. Questo era solo il capitolo “tasse”, dopodiché si potrebbe scrivere un libro intero sulla difficoltà nel reperire personale qualificato che non si droghi, che non rubi e che si lavi in maniera autonoma tutti i 365 giorni dell’anno. Vogliono tutti stipendi da manager senza però averne l’esperienza e guai a farli lavorare 2 ore in più rispetto a quelle stabilite nel contratto. Finché la mentalità rimane questa, i pezzi del puzzle mancheranno sempre. Senza passione non si lavora e senza professionalità si sta a casa. Avete mai visto un americano, un danese, un arabo o un francese aprire un ristorante in Italia? Io no. Fatevi un paio di domande, datevi un paio di risposte. HÉLÈNE DARROZE AT TH E C O NNAU G H T CARLOS P L, LON DON W1 K 2AL , R EG N O U N I TO Ricordo quando da piccolo mio padre mi portava in giro per il mondo a vedere posti nuovi e ristoranti particolari. Il primo viaggio che ricordo insieme è a New York nel 1997. Mi pare ieri, ogni ricordo è ancora fresco e nitido. E’ una delle cose per cui lo ringrazio infinitamente e per cui faro’ lo stesso con i miei quattro figli tra qualche anno. Si viaggia per imparare, per conoscere gente fantastica, per emozionarsi guardando negli occhi persone che vivono per la loro passione, anche nel giorno libero frequentando corsi per tenersi aggiornati, imparando da quelli più bravi. Oggi siamo a Mayfair, il quartiere più costoso di Londra dove si può trovare il vero comfort ai massimi livelli; che si tratti di un ristorante, di un Hotel, di una galleria d’arte o di un negozio. Qui capirete bene il concetto di lusso moderno. Fa parte di questa categoria il Connaught, un Hotel 5 stelle che una volta ogni tanto va visitato per parametrare in maniera semplice e concisa una situazione assai rara da trovare. La perfezione. Al Coburg bar del Connaught ci lavora da circa due anni un fuoriclasse della mixologist internazionale. Giovane, sicuro e lanciatissimo, Enrico Gonzato (in foto con me), veneto fino alle ossa, formazione stupenda, sta facendo un percorso d’alta classe dietro un bancone molto importante, un bancone ricco di storia e colmo fino all’orlo di qualità e nuove idee. Che vogliate un bicchiere di Champagne, un cocktail classico oppure uno più moderno, Enrico saprà consigliarvi il meglio del meglio legato a quel singolo momento perché certo, non si può fare di tutta l’erba un fascio. Il vero professionista sa consigliarvi il prodotto giusto in base all’energia che si è creata in quel momento, alla musica in sottofondo, ai sorrisi profusi. Lasciatevi andare in un paio di sue creazioni prima di concedervi una cena nel celebre ristorante due stelle Michelin “Hélène Darroze”, un vero tripudio di qualità cucita su misura del cliente in una cena memorabile di circa tre ore. Ero solo, come spesso accade nei miei viaggi gourmet destinati ad articoli o approfondimenti. E da solo sto bene, $$$$$ voto 9.5/10 Location: 9 Romantic: 9 Food: 9 Wine List: 9 Wines by the glass: 10 Smiles: 9 Service: 9 Value for money: 9.0 (cosiderando che sei al Londra) da sempre. Mi piace guardarmi intorno e osservare come si muovono Maitre e camerieri. Mi piace ascoltare i consigli della Sommelier e guardare gli occhi infuocati dei più esperti in sala verso i camerieri più giovani che ovviamente qualche errore lo commettono ancora. Quella sera la Chef Hélèn non c’era. Al suo posto il suo Sous Chef Marco Zampesi (v.foto). Un ragazzo veneto di 28 anni con una grandissima esperienza e passione in grado di portare avanti una cucina due stelle Michelin senza alcun intoppo per tutta la cena. Bravissimo. Audace. Raffinato. La scelta del menù in questo ristorante è alquanto singolare. Vi arriverà in tavola una sorta di pallottoliere con delle biglie sopra le quali ci sono stampati gli ingredienti di stagione proposti quel giorno. Dovrete semplicemente togliere quelli non di vostro gradimento lasciando quelli con i quali lo chef comporrà la vostra cena. Io ho lasciato: caviale, merluzzo, piselli, calamari, fragole, capesante e Arma- .47 . gnac. Tutti ingredienti calibrati e cucinati dallo chef in maniera impeccabile, in tutte le portate. Quando sapete di trovarvi in un ristorante d’ haute cuisine lasciate fare a loro. Lasciatevi consigliare non mettendo paletti. Essendo a cena solo ho lasciato stare la carta dei vini scegliendo tre bicchieri al calice. La lista dei vini “by the glass” è fornitissima: una trentina di proposte tra bianchi e rossi, giovani e invecchiati, dai 10£ a 170£ a bicchiere. Se volete un calice soltanto di Chateau Mouton Rothschild 2007 qua lo potete avere. Ovviamente utilizzando il Coravin, ovviamente servito in calici Zalto. Quello che sempre fa la differenza in posti come questo è la formazione impeccabile del personale, la cura del dettaglio, notare che tutto è sempre al posto giusto nel momento giusto. Un’esperienza bellissima da ripetere al più presto, magari con Michela […] INTERVISTA A M A G A ZI NE N O.4 S ET T E M B RE PRODUCTION I N G O S I D A C I R B B A F A I M LA VALERIA LA MALFA A CURA DI ANNALISA BONI TESTO DI EMANUELA SERUGHETTI “CONOSCI TE STESSO” UN MOTTO CHE LO STESSO SOCRATE FECE SUO, IL CUI SIGNIFICATO SI METTE ALLA BASE DELLA SUA FILOSOFIA CHE LA FINALIZZÒ A PORTARE L’UOMO A VENIRE CHIARO A SE STESSO PER ESSERE GIUSTO E SOLIDALE CON GLI ALTRI; IL MOTTO GRECO ISCRITTO SUL FRONTONE DEL TEMPIO DI APOLLO A DELFI CHE VALERIA LA MALFA, TITOLARE DELL’AGENZIA V.L.M. PRODUCTION SI È TATUATA SULLA PELLE. SCOPRIRE SE STESSI NEL MODO PIÙ VERO, PER MIGLIORARE IL PROPRIO VIVERE E IL PROPRIO AGIRE, SECONDO CIÒ CHE LA NATURA PIÙ PROFONDA DI OGNI UOMO ESIGE. INEVITABILMENTE SI PARLA DI ESSENZA, DI ANIMA, CHE TROVA MODO DI ESPRIMERSI NEL CONCRETO ATTRAVERSO AZIONI CHE PERSEGUONO IL BENE AVVALENDOSI DI VIRTÙ COME LA FORZA MORALE E IL CORAGGIO. UNA VITA ALL’INSEGNA DELLA CONOSCENZA E DELLA RICERCA PER LA FELICITÀ QUINDI, NEL CASO DI VALERIA SEGUENDO LA STRADA DI UN’ATTIVITÀ DI TIPO ESTETICO, CREATIVO E INVENTIVO, QUELLA DELLA V.L.M. PRODUCTION, L’AGENZIA DI EVENTI E DI SPETTACOLI DI QUALITÀ PER CUI L’IMPRENDITRICE DI ORIGINI ROMANE DEDICA TUTTA LA SUA ESISTENZA E LE SUE FORZE. I RISULTATI SONO LÌ DA VEDERE, DAL SUO MODO DI ESSERE COSÌ GENTILE E OTTIMISTA, DAI DETTAGLI DEI SUOI SPETTACOLI, DEI SUOI ARTISTI RICERCATI, DALLA COMUNICAZIONE ACCATTIVANTE CHE SPALANCANO LE PORTE, ANZI IL SIPARIO DEI SOGNI IN GRADO DI AFFASCINARE ANCHE IL PIÙ ANEMICO, PATOLOGICAMENTE PIÙ PRIVO DI SLANCI, IN FATTO DI DIVERTIMENTO. Valeria La Malfa ´ V.L.M. 20 1 6 ´ B RE BRE L’INTERVISTA DI SETTEMBRE Valeria come nasce questa idea e quando? Ho aperto l’agenzia 4 anni fa ma l’impulso di mettermi in gioco con qualcosa di mio mi è arrivato in realtà dopo un accadimento drammatico avvenuto 6 anni fa, la morte di mia madre, da allora ha lavorato in me questo forte desiderio di cambiare la mia vita e perseguire una passione. Ho sempre lavorato nei teatri e in tantissimi locali sin da quando ho 18 anni, da lì viene la mia formazione, sono stata collaboratrice come supporto alla regia in alcuni teatri a Roma, la mia città originaria, mi occupavo della regia luci ed audio e suonavo come Dj destreggiandomi con i miei amati vinili. Il teatro ce l’ho nel DNA, ho iniziato a frequentarlo da piccola grazie a mia madre che mi ci portava per vedere gli spettacoli di Sheakespeare e di Pirandello che tanto mi fecero sognare. Nel frattempo mi sono laureata in psicologia clinica all’Università della Sapienza a Roma, una base culturale che serve, anche se il mio è un lavoro diverso, perché mi aiuta con l’approccio umano e artistico. Dopo tanta gavetta in diverse agenzie di organizzazione eventi tra Roma, Livorno e Brescia, ho aperto la mia agenzia e pian piano mi sono fatta un pacchetto clienti, ho messo in campo tutta la mia esperienza occupandomi di ogni aspetto, dalla realizzazione dei costumi alla scenografie, alla selezione dei collaboratori esterni, di artisti validi che provengono dalle più importanti accademie di Danza, Canto e Musical e che vantano un background professionale televisivo e teatrale. Tengo molto anche alla comunicazione e all’immagine, con orgoglio posso dire che quello che ho creato sia stata tutta farina del mio sacco e anno dopo anno ho costruito la realtà della V.L.M. Production raggiungendo molti obiettivi, arrivando a mettere in scena spettacoli a livello nazionale, spingendomi fino in Svizzera e Romania. Raccontami un evento tipo, quali sono le richieste più gettonate? Lo spettacolo che abbiamo fatto in Svizzera è il “Gaga show” ispirato alla carriera di Lady Gaga e al suo tipico virtuosismo del trasformismo, uno spettacolo irriverente che ha raccolto un pubblico di 4000 persone. Tutti i miei spettacoli sono cantati e ballati dal vivo, è un aspetto importante che dimostra la professionalità e la capacità degli artisti che scelgo. Le richieste che ricevo maggiormente sono molto commerciali, in Italia ahimè si azzarda poco! Mi vengono richieste belle ragazze, sempre comunque di qualità perché la volgarità in ciò che faccio non è nemmeno contemplata. Per me l’eleganza è importante, anche perché tra il mio pubblico ci sono anche donne e bambini e la soddisfazione più bella è che tutti siano appagati. Mi fa piacere quando alla fine di uno spettacolo mi arrivavo i complimenti di tutti. Di base c’è un importante lavoro di ricerca e di documentazione e ogni spettacolo nasce grazie a un grande lavoro di squadra e una fondamentale attività organizzativa. Ci occupiamo anche fiere, convention aziendali, offriamo servizio di hostess e modelle, organizziamo sfilate di moda ed eventi particolari su richiesta dei clienti, road show e animazioni a tema. La nostra forza è sicuramente quella di essere versatili e preparati per qualsiasi esigenza artistica. Lo scorso 1° settembre al Coco beach di Desenzano, abbiamo organizzato un grande spettacolo ispirato al Musical Moulin Rouge ed è stato un successo. All’interno della vostra sede c’è un nuovo laboratorio scenografico di riciclo creativo, me ne parli? Inizio dicendo che io sono vegetariana da quando ho 18 anni, quando ancora era difficile . 49 . Cosa ti resta dopo uno show? Io sono molto “social” quindi mi piace molto quando le persone che mi seguono sui social aumentano e mi danno feedback positivi, sono il termometro contemporaneo per capire se ciò che hai fatto lo hai fatto bene oppure no. Poi sono felice quando le persone si ricordano di me anche dopo un po’ di tempo e che magari tornano a vedere un mio spettacolo, dimostrando amicizia e attaccamento, vuol dire che gli ho trasmesso qualcosa di positivo e hanno fiducia in me. Credo che quando uno spettacolo prende vita sia qualcosa di meraviglioso. Quando le luci si accendono sul palcoscenico, la gente è in fermento e l’atmosfera si riempie della magia dell’arte tutto cambia e mi dà forza e felicità, anche quando una giornata parte col piede sbagliato. Credo che la indole primitiva dell’uomo che ricerca il divertimento in modo semplice, resti sempre uguale. Ora li vedi con questi cellulari in mano, sin dall’inizio di uno show, a fare video in continuazione e mi chiedo, perché? Godetevi lo spettacolo, fatene parte, vivetelo! Quando cerco di coinvolgerli con il microfono dal palco in qualche modo ce la faccio sempre, pian piano si liberano di quella distrazione. Oggi bisogna avere più sensibilità e pazienza per contrastare la mancanza di attenzione, ma non è impossibile. Hai un occhio nostalgico sul passato o cerchi l’innovazione guardando al futuro? Decisamente al futuro! Viaggio molto e dalle città che visito mi porto a casa stimoli e idee nuove, al passato do una chiave di lettura innovativa, per esempio gli spettacoli di ispirazione anni ’30 che hanno basi jazz o swing, diventano elettroswing in chiave elettronica, moderna. Hai dei modelli di ispirazione? Uno dei miei miti tra i personaggi televisivi è Raffaella Carrà, un’artista poliedrica che anni addietro è stata un fenomeno e, cosa non da poco, non ha mai dato scandalo restando sempre un’icona di abilità artistica e positività. Quali sono i tuoi obiettivi più ambiziosi? Vorrei aggiungere altri servizi alla mia agenzia e renderli sempre più ricchi, creare sempre più format che soddisfino le più svariate richieste dei miei clienti. Poi vorrei dare alla V.L.M. Production più territorialità, farmi conoscere meglio nella mia zona. D I G I TA L F I N E A R T C O L L E CT I O N C A R T E A R T I S T I C H E P E R L A S TA M PA FOTO G R A F I C A F I N E A R T i nfo@p eti tep hoto. i t S E RV I Z I FOTO G RAF I C I I N S T U D I O w w w. p eti tep hoto. i t M AT RI M O NI , PART Y , t. 3 4 7 8 3 6 6 7 6 9 C E RI M O NI E , C O M P L E ANNI . t. 0 3 0 7 8 2 1 1 4 7 3 0 ANNI D I E S P E RI E NZ A NE L L’ U NI V E RS O FOTO G RAF I C O Offrire il divertimento oggi alla gente cosa vuol dire? Pensi che sia cambiato il modo di divertirsi? VLM PRODUCTION Agenzia di organizzazione eventi e spettacoli - Valeria La Malfa t. 347 0094193 [email protected] - www.vlmproduction.com .50. P h oto by Doro t hy Bh a wl trovare tutti i prodotti che ci sono oggi in commercio. Ho una forte vocazione per il rispetto dell’ambiente, per esempio mi dà fastidio anche solo vedere chi butta qualcosa per terra. Il riciclo sta alla base del nostro concetto creativo. Penso che tutti gli oggetti, anche quelli di scarto, nascondano delle grandi possibilità e stimolino la creatività. Tutto può trasformarsi! Trovo che sia inutile comprare delle cose nuove quando si può creare da ciò che esiste già nelle nostre mani e sotto ai nostri occhi, basta guardarsi in giro e poi se questo aiuta ad abbattere i costi perché no? Una volta per esempio creai una croce, uno dei miei oggetti preferiti mai creati, che utilizzai per uno spettacolo ispirato a Madonna la regina del Pop. La realizzai applicando alla struttura una serie di tappini dorati di un energy drink che hanno dato un bellissimo effetto borchiato stile “Dolce&Gabbana”. Tutto ciò che creiamo viene dal nostro laboratorio, non appaltiamo nulla all’esterno. Completo maglia e gonna M MISSONI NGF ® Boutique Via Mazzini, 28/32 Brescia B A LM A IN DS QU ARE D2 VAL EN TIN O T-Shirt Top strutturato Borsa a tracolla “Rockstud” rolling noir B R I AN DAL ES , D ES A C O L L ECT I O N SAINT L AU R EN T Monogram star chain wallet Corso Magenta 45 Brescia WISHLIST MODA.TENDENZE.ANTEPRIME O si e’ un’opera d’arte o la si indossa. A CURA DI ANNALISA BONI Oscar Wilde Cappa M MISSON I NGF ® Boutique C HLO É W EI L I Z H EN G , B AR B I S I O Camicia Via Mazzini, 28/32 Brescia Corso Magenta 45 Brescia O E ´ N 4 SE 6 ´ BRE 201 MAGAZIN MBR TTE E Cappotto M MISSON I STE LLA M C CA R T N E Y GU CCI AL E XANDER MC QUEEN 70’s Flare Jeans Cintura Pantaloni a palazzo con paillettes .5 2 . NGF® Boutique Via Mazzini, 28/32 Brescia ISAB EL MAR AN T Giacca “Biker” Barry .53 . B AL L AN T Y N E, PO MAN D ÈR E O R C I AN I Corso Magenta 45 Brescia S ANTONI Stivaletti stringati 6 ´ BRE 201 GIVENC HY MONC L ER Abito T-shirt Corso Magenta 45 Brescia BRU NE L LO C UC C IN ELLI Blazer O E ´ N 4 SE VA LE N T IN O Bomber “Rockstud” camouflage MAGAZIN B AR B O U R , N U U R , B R I AN DAL ES , PAO LO PEC O R A MI L AN O MBR TTE E WISHLIST MODA.TENDENZE.ANTEPRIME A CURA DI ANNALISA BONI Lo stile e' avere coraggio delle proprie scelte, e anche il coraggio di dire di no. E’ gusto e cultura. Giorgio Armani DE PIO, DEPARTMENT 5 MARNI MON C L ER Camicia in cotone Gilet Corso Magenta 45 Brescia VA LE N T IN O S AINT L AU RE NT VALEN TIN O B RIONI DSQUAR ED 2 Snakers camouflage e floral Camicia Western in denim Snakers in pelle nera Cappotto classico a bottoni Distressed Tapered Jeans .5 4 . .55 . TAG L I ATO R E, R O DA, PAO LO PEC O R A, B U O N G I O R N O Corso Magenta 45 Brescia Lorenzo dimmi qual è la suddivisione dei ruoli nell’azienda? Io e Alberto lavoriamo insieme nel settore dell’abbigliamento dal 1986, e sin da allora ci siamo fatti un bel bagaglio di esperienze fino a quando è arrivato il momento, nel 2010, in cui abbiamo preso la decisione di metterci in proprio e di fare il salto. Abbiamo così aperto Magenta Homme, il nostro primo negozio in corso Magenta a Brescia, ai tempi una zona un po’ morta che è andata rivitalizzandosi negli anni con l’apertura dopo di noi anche di altri negozi. Abbiamo voluto dare un senso di grande cambiamento della brescianità, offrendo l’immagine di una personalità estetica particolare, raffinata e sofisticatamente ricercata. BRE L’INTERVISTA DI SETTEMBRE MAGENTA HOMME E FEMME DOVE ARTE E ABBIGLIAMENTO SONO DI SCENA TESTO DI EMANUELA SERUGHETTI IMMAGINI DI FABIANA ZANOLA 56, DEVO DIRE CHE ENTRANDO QUI DENTRO UNO HA REALIZZATO CON DELLE VASCHETTE DI PLUMCAKE LA SENSAZIONE CHE CHI HA REALIZZATO TUTTO ARGENTATE, UN ALTRO ANCORA È IN VETRO LAVO- QUESTO CI HA SAPUTO PROPRIO FARE: L’AMBIENTE RATO CON SABBIATURE PARTICOLARI, POI CI SONO SEMPLICE E LINEARE VALORIZZA MOLTO LE OPERE DELLE COMPOSIZIONI FATTE DA VECCHI FILTRI DA D’ARTE E GLI ABITI ESPOSTI, CHE CONVIVONO COM- CARROZZERIA, DA LISTONI DI LEGNO ANTICHI, PUZ- PLETANDOSI A VICENDA, E ALLO STESSO TEMPO ZLE DI LENTI, GIOCHI DI FILIGRANE E DI ELEMEN- TRASMETTE CALORE. LORENZO FIORENTINO CHE TI DI RECUPERO DI VARIA NATURA. LA PARTE SUL INSIEME AL SUO SOCIO ALBERTO BOSCAINI HA FON- RETRO È STATA RICAVATA IN UN AMBIENTE CHE DATO LA REALTÀ DEI NEGOZI MAGENTA, MI SPIEGA ERA IN ORIGINE UN VECCHIO GARAGE DI CUI SONO LA GENESI DEL DESIGN, DEI PANNELLI CHE RIVE- STATE MANTENUTE LE BELLISSIME VETRATE. E POI STONO LE PARETI, UNO È UNA TEXTURE DI VECCHI TECHE, SCULTURE, ANTICHE FORME IN LEGNO PER FALDONI RECUPERATI DA UN OSPEDALE, UN IN- CAPPELLI. Abbiamo mosso i primi passi già con le idee chiare su quello che sarebbe stato il nostro marchio distintivo: il connubio tra moda e arte. Quindi ogni nostra scelta si è sempre mossa verso questa direzione, in poco tempo ci siamo evoluti e devo dire che la nostra squadra funziona benissimo e si consolida ogni anno di più. Io mi occupo della ricerca, degli acquisti e della cura dell’immagine, mentre Alberto segue la parte amministrativa. Il nostro architetto G.P. ha realizzato la ristrutturazione e l’allestimento degli interni, uniti da una scelta ben precisa che parla un linguaggio prettamente contemporaneo. Il design e tutte le installazioni d’arte sono opera sua. Su questa scia nel 2014 abbiamo aperto Magenta Femme, il nuovo negozio accanto al primo, proponendo anche l’abbigliamento per donna, poi l’anno scorso abbiamo ampliato il negozio del reparto uomo creando una parte dedicata al prodotto sartoriale, agli abiti e alle camicie su misura. TERESSANTE GIOCO DI VUOTI E PIENI, UN ALTRO È .57 . ET 20 1 6 ´ B RE N O.4 S T E M B RE La ricerca del prodotto e la cura dell’immagine vanno un po’ in controtendeza rispetto alla massa, abbiamo voluto distinguerci creando così la nostra identità di cui le vetrine dei nostri negozi ne mostrano la forza. La comunicazione attraverso l’immagine per noi è molto importante e niente è lasciato al caso. Tutto qui dentro comunica la nostra personalità, il nostro gusto e rispecchia la raffinatezza e l’unicità del nostro prodotto di cui cerchiamo sempre di assicurarci l’esclusiva sul mercato. ´ La cosa che vi contraddistingue certamente è che riuscite a interpretare e cavalcare le tendenze socio culturali del momento, come si svolge la vostra ricerca? NE M A G A ZI Così come per Magenta Homme, anche per Magenta Femme abbiamo scelto per l’arredamento il riciclo di vecchi mobili e di oggetti artigianali recuperati da rigattieri e che abbiamo rivalutato al meglio dando loro nuova vita, oggetti che hanno una loro storia da raccontare che hanno il sapore di qualcosa di vecchio e che in questo ambiente hanno trovato una collocazione diversa. Protagonista nel reparto donna è l’opera di falegnameria di alti livelli, un assemblamento di vecchi armadi in radica che compongono una scenografia quasi teatrale fatta di eleganti elementi decorativi e nicchie in cui sono collocati oggetti curiosi da collezionismo, abiti ricercati, a edizione limitata, pezzi unici per gusti raffinati, accessori e borse di qualità. Qual è il vostro tipo di clientela? È una clientela attenta al mercato, è contemporanea che si allarga in più provincie del Nord Italia ed è trasversale, va dal giovane all’imprenditore di sessantanni a cui offriamo proposte moda forti ma anche abiti che seguono la quotidianità, fino alla sartoria e ai brand istituzionali. Come si svolge la vostra ricerca? Dipende molto dall’intuito, si deve girare molto, viaggiare, respirare, guardare, cogliere le ispirazioni e le tendenze, vivere ciò che prende forma senza sosta, i nostri negozi sono come i nostri figli, costano sacrificio, passione e dedizione. Non tutti i compratori hanno la stessa attitudine e lo stesso gusto, non tutti hanno la stessa vena artistica. Poi è importante avere la sinergia con aziende qualificate che ci permettono di avere l’unicità dei capi che offriamo. Come sarà lo stile della vostra donna e del vostro uomo A/I 2017? La nostra donna è una donna contemporanea, un mix tra grinta e bon ton che è la qualità di ciò che sceglie. Humanoid per esempio è una linea di abbigliamento tra le tante che abbiamo che è distribuita in tutto il mondo ma che non è conosciuta come le grandi griffe, eppure è sinonimo di ricercatezza e altissima qualità. Per l’uomo posso dire la stessa cosa. ... si deve girare molto, viaggiare, respirare, guardare, cogliere le ispirazioni e le tendenze, vivere cio' che prende forma senza sosta, i nostri negozi sono come i nostri figli, costano sacrificio, passione e dedizione. .5 8 . .59 . BRE PROTAGONISTI Qual è l’aspetto di ciò che avete creato che rispecchia maggiormente le vostre personalità? L’identità che si vuole mostrare è quella di un ambiente accogliente, animato da una bella squadra. Qui è come stare in famiglia, ognuno dei miei collaboratori è padrone di casa ed è in grado di offrire alta professionalità, disponibilità ed educazione. La risposta al nostro lavoro ce lo dà la fedeltà dei nostri clienti che arrivano da tutto il Nord Italia. Facciamo molta comunicazione sui socials, una finestra virtuale sul mondo oltre a quelle delle nostre vetrine che allestiamo con vere e proprie installazioni artistiche che cambiamo ogni tre settimane, offrendo nel migliore dei modi l’immagine del nostro prodotto e quindi l’anima creativa che muove tutto da dietro le quinte. L'IMPORTANTE E’ CHI DECI DI DI ESSERE A CURA DI CLAUDIA LAZZARI TESTO DI LAURA SORLINI Ci sono anche delle attività parallele alla vendita in negozio? Al momento solo in fase embrionale, progetti in via di realizzazione, finora abbiamo fatto solo eventi. Magenta Homme Corso Magenta 49 Brescia T. 030 2807810 Facebook: Magenta Homme Instagram: Magentahomme .6 0 . Magenta Femme Corso Magenta 45 Brescia T. 030 45293 Facebook: Magenta Femme Instagram: Magentafemme L’APPUNTAMENTO CON FRA MARCO FABELLO È FISSATO ALLE ORE 10, MA NOI ARRIVIAMO QUALCHE MINUTO PRIMA E NE APPROFITTIAMO PER DARE UN’OCCHIATA ALLA STRUTTURA, CAPTARE L’ARMONIOSITÀ DELL’AMBIENTE, SCAMBIARE DUE PAROLE CON I MALATI E BERCI UN CAFFÈ CON LORO; VARCATA LA SOGLIA DELL’IRCCS FATEBENEFRATELLI, CONOSCIUTO ANCHE COME PILASTRONI, UNO SPAZIOSO GIARDINO DOVE GLI OSPITI POSSONO PASSEGGIARE, BERE UNA BIBITA ALL’OMBRA DEGLI ALBERI, PASSARE QUALCHE MOMENTO IN COMPAGNIA O FUMARSI UNA SIGARETTA (NATURALMENTE CHI FUMA)! QUEI POCHI MINUTI DI ATTESA BASTANO PER RENDERCI CONTO CHE TUTTI HANNO PIACERE A CHIACCHIERARE, A RACCONTARE LA LORO VITA, OGNUNA DIVERSA, MA CON UN UNICO DENOMINATORE COMUNE: LA FRAGILITÀ. FRA MARCO CI ATTENDE QUINDI PROSEGUIAMO CON LA NOSTRA VISITA; APPENA CI VEDE CI SALUTA CORDIALMENTE E CI FA ACCOMODARE NEL SUO STUDIO. A COLPIRCI SONO SUBITO I SUOI OCCHI, COLMI DI UMANITÀ, E LO SGUARDO CHE, NONOSTANTE INCUTA RISPETTO, HA UNA LUCE DI COMPRENSIONE PER NOI PECCATORI! HA SPESO LA SUA VITA AD AIUTARE GLI ALTRI, A RIDARE DIGNITÀ ALLE PERSONE RICOVERATE NEGLI OSPEDALI PSICHIATRICI. UNA DIGNITÀ CHE SPESSO E PURTROPPO LA VITA E LA SOCIETÀ STESSE HANNO LORO TOLTO. CONOSCIAMO MEGLIO LA STORIA E IL PERCORSO DI VITA DI FRA MARCO FABELLO, RELIGIOSO DELL’ORDINE OSPEDALIERO DI SAN GIOVANNI DI DIO – FATEBENEFRATELLI E DIRETTORE GENERALE DELLE STRUTTURE SANITARIE CHE L’ORDINE GESTISCE ET T E M B RE Partiamo dalla sua vocazione. Quando e in che modo si è accorto che avrebbe dedicato la sua vita agli altri? Correva l’anno 1954 quando dalle mie parti nel Friuli– per chi non lo sapesse, Fra Marco è originario di Virco Bertiolo (UD) - c’era molta miseria, disoccupazione e situazioni aperte di notevole difficoltà post belliche. I poveri erano dappertutto e i ricchi si contavano sulle dita di una mano. Voi sapete che quando c’è molta povertà i poveri si aiutano tra loro, c’è solidarietà… ecco, da casa mia in quel periodo passava periodicamente un povero più povero di noi, che mio padre invitava a cena e gli dava uno spazio per dormire fino al mattino seguente quando ripartiva. Questo fatto, che può sembrare così banale per alcuni, ha avuto un grande significato per me e ha contribuito a far sì che io vivessi la mia vita scelta. Mi ha aperto gli occhi sull’importanza del valore della solidarietà, lasciando dentro di me il segno per le mie scelte successive. N O.4 S Fra Marco Fabello ´ INTERVISTA A M A G A ZI NE 20 1 6 ´ B RE A BRESCIA. In età adolescenziale ci si pensa poco, ma quando gli anni passano e ognuno di noi è chiamato a decidere cosa sarà della sua vita, il richiamo a certi valori e a certi principi si fanno sentire. Cosa è l’ospitalità? L’ospitalità è un termine oggi molto discusso che ci fa sicuramente pensare al discorso migranti, ma è legato a tantissimi altri ambiti, come ad esempio in quello sanitario, italiano e non solo. Avere un senso di ospitalità significa mettere il paziente o il malato prima dell’operatore sanitario – cosa che in tutta la mia vita ho sempre predicato – e che l’ospedale è la casa del malato, in quanto è il malato stesso che abita la struttura e di conseguenza ne è (o ne dovrebbe essere) il padrone. Questo concetto ricorre spesso nei secoli anche nelle parole dei Santi, a partire da San Giovanni di Dio, che ha fondato il nostro Ordine nel 1500 e già all’epoca aveva questa idea, per passare a San Camillo de Lellis, il quale solo un secolo più tardi afferma: “il malato è il mio padrone”. gli ospedali moderni dovrebbero guardare al malato come uomo, non come caso clinico .6 2 . .63 . Perché prendiamo come esempio i Santi? Perché i Santi sono stati prima di tutto malati e lo stesso stato di malattia li ha messi nella condizione di dire: ”non voglio che gli altri siano trattati come sono stato trattato io”. Per completare l’esempio ricordiamo che San Giovanni di Dio, ritenuto malato di mente per alcuni gesti eclatanti e ricoverato nel manicomio di Granada, ebbe fin da subito l’intento di uscirne al più presto per poter realizzare un ospedale diverso, più umano. Come vede la situazione attuale degli ospedali? Oggi gli ospedali sono in gran parte un insieme di interessi e i malati sono quasi lì per caso. Un nostro superiore generale – Fra Pier Luigi Marchese - nel 1984 sosteneva che “oggi viviamo in una situazione burocratica tale che gli ospedali potrebbero sopravvivere anche senza i malati”. Io confermo la sua tesi, sostenendo che stiamo assistendo sempre più a una disumanizzazione degli ospedali. Su questo argomento torneremo in seguito. Diamo ora uno sguardo alla cronaca di questi giorni. Come si sta lavorando in seguito al terremoto che ha colpito il paese di Amatrice e zone limitrofe? Il terremoto è un fenomeno improvviso e imprevedibile devastante, che purtroppo ho vissuto anch’io in prima persona. Vedendo le immagini al telegiornale, infatti, è stato un po’ come tornare indietro nel tempo, al famoso terremoto del Friuli. Ricordo che quella sera - era il 6 maggio del 1976 alle ore 21 – abbiamo sentito questa scossa fortissima e il giorno dopo ci siamo trovati di fronte alla disperazione di gente che sotto le macerie aveva perso tutto. Abbiamo organizzato una squadra di 10 religiosi che sono stati smistati per dare aiuti e, al contempo, noi altri abbiamo dato ospitalità in una casa in Valdobbiadene a più di 50 feriti, in situazioni fisiche e psicologiche tremende. Posso dire che questo forte coinvolgimento, sia per ragione affettiva legata al luogo di origine sia per una ragione umana più profonda, è stato il secondo grande motivo che mi ha spinto a continuare una vita scelta. Prestare aiuto non significa necessariamente vivere una vita religiosa. Che differenze vi sono? Quando si pensa alla vita religiosa non bisogna pensare a cosa si fa, ma per chi e perché lo si fa. Oggi più che mai assistiamo a numerosi episodi di quotidianità in cui tantissima gente va sui luoghi colpiti dal terremoto e pensa in primo luogo alle fotografie di rito. La domanda da porsi, invece, è: lo fai perché ti piace? Per motivi umanitari? O perché – come ci dicono i nostri Santi – quello che fai al più piccolo dei miei fratelli lo fai a me? La differenza sta qui: fare qualcosa di bene per qualcuno in cui si crede e non per altre ragioni. La motivazione più profonda, infatti, è: mi comporto così perché c’è una fede che mi dice di farlo, un Dio in cui credo. Non è importante ciò che fai, ma chi sei. Parlare di fede oggi è difficile, perché non c’è una formazione così come non c’è un avvicinamento, oltre al fatto che la fede tradizionale – troppo burocratica – non aiuta e su questo anche Papa Francesco sta lavorando molto, nella speranza di avvicinare più persone, tra cui i giovani. Torniamo alla suo percorso dirigenziale all’interno degli ospedali psichiatrici. Quali sono state le sue esperienze? Siamo nel 1983 quando per la prima volta vengo chiamato a dirigere l’ospedale psichiatrico di San Colombano al Lambro, che contava all’epoca settecento malati, naturalmente tutti uomini. La ricordo come un’esperienza molto bella e significativa, perché ho iniziato a prestare il mio aiuto ai malati psichiatrici, i quali, a differenza di quanto si possa pensare, sono normalmente intelligenti, molto spesso buoni e se qualcuno si agita non ne è responsabile. Tanti sono stati gli interventi rivoluzionari che siamo riusciti a predisporre, tra cui l’apertura di due reparti per donne, la creazione, per la prima volta in una struttura psichiatrica, di alcuni reparti in cui i malati avessero il bagno in camera e l’assunzione di infermieri professionali. Sembrano banalità, ma vi assicuro che sono conquiste importantissime che contribuiscono a ridare la dignità a questi malati. L’ingresso in ospedale di questi infermieri neolaureati – di cui la maggior parte donne – ha cambiato il volto dell’assistenza. .6 4 . Da San Colombano, infine, arriva a Brescia nel 1987. Come mai questo spostamento? E com’era il Fatebenefratelli trent’anni fa? Sono stato mandato in questa città poiché, avendo notato la serie di cambiamenti che ero riuscito a far apportare a San Colombano al Lambro, sicuramente si è pensato potessi riuscire a migliorare anche il manicomio di Brescia, dove, grazie a una continua collaborazione tra le scuole di infermeria e il nostro istituto, il personale in un brevissimo periodo di tempo ha potuto avere una crescita costante, cambiando radicalmente atteggiamento e visione di cura dei malati. Nasce dunque la struttura più moderna che avevamo e che tutt’ora abbiamo in psichiatria, con il residence Pampuri (che conta 10 appartamenti per 6 persone ciascuno) e il Bonardi (sede di riabilitazione psichiatrica con 20 posti dove i malati rimangono fino a 30 giorni), entrambe strutture che definiscono il setting di come vivere in un ambiente protetto e allo stesso tempo libero, dove ai malati si insegna a pulirsi, a vestirsi in maniera ordinata, a saper mangiare, ordinare al bar e prendere biglietti per autobus e metropolitana. Ricordo ancora che quando venne inaugurato il residence come gesto simbolico abbiamo consegnato le chiavi di casa a malati che mai avevano vissuto in una casa. È stato emozionante! Per qualche tempo ha diretto anche l’ospedale generale dell’isola Tiberina. Due parole sulla parentesi romana? Premetto che non ero mai stato in un ospedale generale e questa è stata la mia fortuna perché non avevo barriere in testa né preconcetti. In questa struttura abbiamo lavorato per apportare migliorie in diversi ambiti, a partire dall’orario delle visite, che è stato ampliato (abbiamo aperto l’ospedale dalle 9..30 del mattino alle 22 di sera), per finire con il rifacimento totale del reparto di terapia intensiva, in seguito al quale è stato possibile consentire la presenza di un familiare per 24 ore al giorno. Un cambiamento radicale importantissimo per cui ancora oggi tantissima gente mi ringrazia: ricordiamo, infatti, che nel momento in cui c’è maggior sofferenza dovrebbe esserci maggiore presenza. Infine, sempre per parlare di cambiamenti, abbiamo predisposto che nelle patologie neonatali le visite ai piccoli si facessero alla presenza dei genitori, in modo che potessero tranquillizzarsi. Non si tratta di banalità, bensì di condivisione, di umanità. Un’ultima domanda su Brescia. Quali i vostri progetti per il futuro di questo istituto? In un ospedale il lavoro di rinnovamento non è mai finito. Periodicamente lavoriamo con il fine di migliorare la situazione ambientale con restauri per dare un sempre maggior comfort ai malati. Abbiamo, inoltre, piani vuoti da sistemare per la ricerca e vorremmo realizzare sale alternative al reparto o alla collocazione degli ospiti , come ad esempio una sala in cui trovarsi con i familiari. Purtroppo non abbiamo grandi donazioni e quindi i lavori procedono lentamente. Non nego che avremmo bisogno di persone che si avvicinano a questa realtà poiché potrebbe capitare a chiunque di aver bisogno di cure e noi, pur essendo una struttura privata, lavoriamo complementarmente al sistema sanitario nazionale senza ricevere un euro dalle famiglie dei malati psichiatrici, che sono stati la mia vita fino ad ora e lo saranno indeterminatamente. .65. I.R.C.C.S. Centro S.Giovanni DI DIO Fatebenefratelli Fra Marco Fabello Direttore Generale www.irccs-fatebenefratelli.it LA FARMACIA del “CENTRO” APERTA CON ORARIO CONTINUATO SEMPRE APERTO IN PAUSA PRANZO ORARI dal lunedì a sabato dalle 8,45 alle 19,30 IL “KIT RIPARTI CON BRIO” PER DARTI IL BEN TORNATO DOPO L’ESTATE, LA FARMACIA RASTRELLI GIÀ SPEDALI CIVILI DI VIA EINAUDI 7/9 BRESCIA TI OFFRE L’ESCLUSIVO “KIT RIPARTI CON BRIO”: clicca www.giaspedalicivili.it E-shop - Facebook - Twitter Nella nostra Farmacia trovi tutto ciò di cui hai bisogno Tutte formulazioni “originali” del nostro Laboratorio di preparazioni 1 BAGNOSCHIUMA BALSAMICO FORMULAZIONE TONIFICANTE E RINFRESCANTE DA 250 ML.: 6,00 EURO 1 DETERGENTE INTIMO DELICATO DA 250 ML: 4,90 EURO 1 VITADAY, MULTIVITAMINICO COMPLETO CONFEZIONE DA 30 COMPRESSE: 12,00 EURO 1 OLIO EMULSIONATO CORPO IDRATANTE E NUTRIENTE DA 150 ML: 20,00 EURO TUTTO ALLO SPECIALE PREZZO DI 19,90 EURO ANZICHÉ 42,90 EURO. Promozione valida solamente dall’1 al 30 Settembre. 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É qui che El Sobrinho ha dato il via a serate effervescenti, protagoniste due grandi star del vino, Louis Roeder e Laurent Perrier. Un salotto amichevole che tra cincin pregiati e stuzzicanti finger food si è riconfermato come sempre il grande punto di incontro dei bresciani. Da oltre 25 anni ci occupiamo di musica, djs e divertimento. Oggi siamo in grado di ideare, organizzare e creare importanti eventi personalizzati. LUCI SCENOGRAFICHE AUDIO, CONSOLLE & DJ PARTY PRIVATI MEETING VIDEO LED WALL EVENTI AZIENDALI Via Torino, 8 - 25125 Brescia, Tel: 030.349119 / 333.8406100 - www.deejaychoice.it - [email protected] Seguici on line: deejaychoice eventi BRE UN’ESTATE DI EVENTI BRE PROTAGONISTI N O4 SE B 20 16 ´ RE ´ TTE 2 01 6 ´ B R E M A G A ZI NE M B RE A CURA DI ANNALISA BONI O E ´ N .4 S E SULLE SPONDE DEL GARDA NELLA SPLENDI DA LOCATION DI IVAN E PAOLO FAVALLI, L'AQUARIVA GRETEL ZANOTTI, BRILLANTE FIRMA MAGAZIN DELLA MODA INTERNAZIONALE, HA PRESENTATO LE SUE COLLEZIONI. M BRE PARTY IN RIVA AL LAGO TUTTI QUANTI VOGLION T TE GRETEL ZANOTTI FARE JAZZ! JAZZONTHEROAD A BRESCIA TESTO DI EMANUELA SERUGHETTI IMMAGINI DI GIORGIO FESTA IL FESTIVAL “JAZZONTHEROAD” ANCHE QUEST’ANNO HA DATO VITA A SERATE MUSICALI IMPORTANTI NELLE PIAZZE DI BRESCIA, IN CUI ARTISTI INTERNAZIONALI HANNO RESO POSSIBILE IL MIRACOLO DEL SUBLIME ATTRAVERSO L’ESPERIENZA DI QUELLA MUSICA AD ALTI LIVELLI CHE PERMETTE DI CONDURRE UNA CONCEZIONE DELLA NATURA E DEL MONDO CHE TRASCENDE LA CONOSCENZA EMPIRICA. SONORITÀ TELLURICHE CHE SCANDISCONO IL TEMPO E S’IMPADRONISCONO DELLO SPAZIO, VIBRAZIONI E RITMI CATARTICI LIBERI DI ESPANDERSI NELL’URBANO, RIMBALZARE SUI FREDDI LASTRICATI, RINCORRERSI IN CIRCOLO TRA LE ARCATE E I MURI ATTORNO ALLA GENTE DISPERDENDOSI NEL TEPORE NOTTURNO FIN SU NELL’INFINITA CUPOLA NERA PUNTEGGIATA DI POCHE STELLE. “MI PIACE POTER CONTRIBUIRE NEL MIO PICCOLO AL MIGLIORAMENTO DELLA NOSTRA SOCIETÀ, OFFRENDO IMPORTANTI MOMENTI CULTURALI CON LA MIA ASSOCIAZIONE”, DICHIARA IL FONDATORE DEL FESTIVAL FRANCESCO SCHETTINO CHE, INSIEME A MARCO ZANARDELLI, FILIPPO PARDINI, STEFANO OLIVARI E GIORGIO FESTA, UN GRUPPO DI AMICI UNITI DA UNA GRANDE PASSIONE PER LA MUSICA JAZZ, DAL 2003 RENDE TUTTO QUESTO POSSIBILE. CURIOSITÀ E PASSIONE LO GUIDANO ALLA RICERCA DI COSE IN GRADO DI REGALARE SUGGESTIONI ED EMOZIONI NUOVE, MI SPIEGA, LA MUSICA HA SEMPRE RAPPRESENTATO PER LUI UNA FONTE FONDAMENTALE DI STIMOLI, INFATTI MOLTI ANNI FA STUDIÒ CANTO E SI APPROCCIÒ IN MANIERA ATTIVA A QUESTA FORMA D’ARTE, CONDIVIDENDO GRANDI ESPERIENZE MEMORABILI CON STRAORDINARI AMICI MUSICISTI CHE CONTRIBUIRONO A FARLO CRESCERE SOPRATTUTTO COME PERSONA. IL SUO, DICE, È UN IMPEGNO COSTANTE INVESTITO IN TUTTO CIÒ IN CUI CREDE. . 75 . INTERVISTA A Francesco Schettino Francesco, sono curiosa, cosa fai oltre a questo nella vita? Faccio l’avvocato civilista. Credo fortemente all’importanza del diritto inteso come valore da tutelare sempre nel rispetto dell’altro. Nel mio lavoro parto sempre dall’idea che dietro a un problema giuridico ci sia sempre una persona, una famiglia con i suoi bisogni e un disagio a cui contribuisco a trovare risposta e questo mi dà modo di sentirmi utile e una collocazione chiara all’interno di questa complessa società. Mi occupo di molte tematiche del diritto civile, tuttavia sto cercando di specializzarmi nel settore musicale. Ho già frequentato un master in diritto dello spettacolo con illustri colleghi del settore e ho seguito alcuni giovani artisti. Ultimamente sto collaboramdo con il CTB (Centro Teatrale Bresiano) per quanto riguarda la predisposizione dei contratti. Mi sto impegnando insomma a portare l’arte e il diritto verso la medesima direzione. Qual è il fil rouge del progetto “Jazzontheroad” che oggi può certamente definirsi uno dei principali appuntamenti culturali della nostra Provincia? Il file rouge sotteso alla nostra attività culturale è sempre stato quello di valorizzare la musica jazz in tutte le sue meravigliose e innumerevoli sfaccettature, senza dar troppo peso né alle sottoclassificazioni di genere (mainstream, avanguardia, ecc.) spesso a nostro parere foriere solo di ottusi pregiudizi dannosi, né tantomeno alle classificazioni di “valore mediatico” di un musicista rispetto a un altro, ma sfruttando piuttosto il maggior blasone di un concerto e di un personaggio con il fine principale di dare maggior risalto anche ad altri progetti qualitativamente di pari livello, ma mediaticamente meno esposti. Riteniamo di aver sempre contribuito a dare valorizzare la musica jazz in tutte le sue meravigliose e innumerevoli sfaccettature il giusto risalto ai tanti talenti presenti sul nostro territorio nazionale e provinciale, troppo spesso dimenticati dalle varie realtà festivaliere sparse per tutto il Paese e costretti a presentare il loro prodotto artistico in improbabili e distratti luoghi di svago, se non addirittura a mollare drasticamente ogni velleità artistica a danno dell’intera comunità. .7 6 . Ci sono stati dei momenti significativi di questa esperienza? I momenti significativi ed estremamente gratificanti sono stati, e sono tutt’ora, davvero molteplici per tutti noi. Personalmente ricordo con grande emozione e gioia l’incontro con alcuni personaggi che ho sempre ritenuto delle icone inavvicinabili e verso le quali ho sempre nutrito un certo timore reverenziale, parlo per esempio di Tom Harrell, John Scofield, Bill Frisell, Gilberto Gil, Joe Lovano, Lee Konitz, Dave Holland,Wayne Shorter e Ralph Towner che invece dal vivo si sono rivelate persone estremamente cordiali e modeste: dei veri e propri Maestri di vita. Ricordo poi un bellissimo progetto originale da noi pensato e realizzato nell’edizione del 2007 per omaggiare il Grande Michael Brecker, scomparso poco prima, e che ha visto l’incontro dei tre massimi esponenti del jazz nazionale: Emanuele Cisi, Furio di Castri e Fabrizio Sferra alla batteria, con il celebre pianista americano Joey Calderazzo (già pianista proprio di Michael Breker). E ancora mi riempie di orgoglio e mi regala grande gioia vedere come i tanti talenti, che prima di avere la giusta visibilità all’interno delle varie edizioni del Festival erano pressoché sconosciuti ai più, siano divenuti oggi dei musicisti maturi, affermati e molto richiesti, mi riferisco a Emanuele Maniscalco, Fulvio Sigurtà, Roberto Bordiga, Walter Beltrami, Giulio Corini, Ermes Pirlo, Dino Rubino, Claudio Filippini e molti altri. Cosa c’è in programma per il prossimo futuro di “Jazzontheroad”? Quest’anno oltre a una rinnovata, anzi potenziata, collaborazione con .77 . l’Amministrazione cittadina e con la Fondazione ASM, è nata un’importante collaborazione con il CTB (Centro Teatrale Bresciano) grazie alla quale abbiamo già realizzato alcuni importanti eventi come il quartetto di Donny McCaslin (omaggio al Genio di David Bowie), il magico MGT trio del Grande Ralph Towner e gli splendidi progetti di Fulvio Sigurtà e Paolo Bacchetta. Mi auguro sinceramente possa continuare anche per la prossima stagione e che si possa ampliare il raggio d’azione di Jazzontheroad a cui contribuiscono straordinarie persone come Paolo Biasi, Max Migliorati, Vittorio Spunghi e Alice Bertoni. nel 1969 mi fu proposto di suonare a un “folk festival”, quello che ora tutti ricordano come Woodstock! INTERVISTA A Ralph Towner CHITARRISTA DEL MGT TRIO, INSIEME A SLAVA GRIGORYAN E WOLFGANG MUTHSPIEL Il vostro trio comprende quasi tutti i tipi di chitarra esistenti: chitarra classica, acustica, elettrica, 12 corde, baritono. Ascoltando la vostra musica si ha l’impressione di sentire un’orchestra, come riuscite a ottenere una tale ricchezza? La chitarra classica io la tratto come un’orchestra, quando la suono fondamentalmente arrangio voci e personalità differenti, la chitarra è molto espressiva in termini di cambiamento dei colori e dei toni, è molto dinamica, è un veicolo musicale davvero eccezionale. Quando succede di combinare tre talenti, tre maestri della musica, quella che si vive è un’esperienza grandiosa fatta di diversi tipi di musica, uniti in un modo orchestrale. Nel corso degli anni ti abbiamo visto suonare oltre la chitarra anche tastiere e tromba, riesci quindi a fare musica da più punti di vista differenti. Come si riflette questo nelle tue composizioni? Credo che sia parte della mia formazione, ho mosso i primi passi partendo da una famiglia molto musicale: mio padre era un insegnante di pianoforte. Io cominciai con la tromba a 6 anni ma già dall’età di 4 anni improvvisavo con il pianoforte. Con un strumento .7 8 . a fiato trovi il modo di esprimere bene te stesso, ma è importante trovare un rapporto anche con gli strumenti a corda suonandoli con una consapevolezza del respiro. Sono cresciuto suonando strumenti diversi, tutti quelli che da piccolo ho potuto trovare nel piccolo paese in cui abitavo dove a scuola, già a quei tempi, per ogni strumento avevano un programma musicale e una piccola banda, c’era quella di ottoni, un’orchestra di violini e molti corsi di musica, una possibilità che ha accresciuto in me la curiosità verso diversi strumenti musicali che nel tempo si sono succeduti in diverse fasi. Quando avevo solo 10 anni improvvisavo il Dixieland in una band, musica composta principalmente da trombe; collezionai musica di swing band, appartenuta al mio fratello maggiore dalla Seconda Guerra mondiale, ero completamente immerso in tutti i tipi di musica improvvisata. Studiai composizione classica e nel mio ultimo anno di università in Oregon smisi di suonare la tromba quando conobbi uno studente di psicologia che suonava la chitarra classica, fu allora quando decisi che era quello lo strumento che davvero volevo approfondire e studiare, così cominciai a suonare jazz influenzato fortemente da grandi musicisti di quel genere. Stiamo parlando degli anni attorno al 1960. Ci fu un professore che mi suggerì di recarmi a Vienna, io non sapevo nemmeno dove si trovasse, ma seguii il suo consiglio e ci restai per 7 anni durante i quali studiai in un’accademia musicale famosa con Karl Scheit, un ottimo insegnante. Non avevo soldi né responsabilità, mi mantenni gli studi vivendo in una piccola stanza e mi esercitai 10 ore al giorno. Forse il fatto di non avere denaro a quell’età mi permise di non avere nemmeno distrazioni, ne avevo giusto il necessario per sopravvivere, così mi concentrai per costruirmi in una formazione musicale. Fu un periodo di due o tre anni molto intenso in cui non toccai il piano e non suonai jazz. Quando poi tornai da Vienna tutto ciò che mi aveva appassionato fino a lì tornò a unirsi: ripresi a suonare di nuovo il piano, suonai musica brasiliana con la chitarra, mi trasferii in un piccolo appartamento a New York City nel Greenwich Village nel 1968 dove affrontai un vero banco di prova. Suonai con musicisti pazzeschi, lì nella Grande Mela se tu avevi talento c’erano mille modi di essere scovato, se te la giocavi bene potevi crescere ed emergere. Era un’epoca d’oro. Ricordo che fui contattato da un tipo che cercava musicisti jazz da assumere per suonare in questo “piccolo” festival, così disse, un folk festival che poi si rivelò essere niente meno che Woodstock! E questo è per dare l’idea di ciò che stava cominciando a succedere. Ci è voluto del tempo e molti sacrifici per arrivare dove sono. Quali sono le dinamiche all’interno del trio? Cercate di far emergere le vostre singole personalità o puntate più alla somma equilibrata dei singoli componenti? In ogni gruppo penso che sia fondamentale che il singolo elemento possa avere la libertà di esprimersi, se invece si dà il limite con una rispettosa ed equilibrata “democrazia” si può distruggere la luce della musica e il gruppo diventa forse troppo prevedibile. Costruire l’individualità è importante, suonare la musica in libertà come la si vuole suonare, e un grande musicista è in grado di farlo. Il gruppo può essere una piattaforma in cui mostrarsi nei propri virtuosismi e nella propria musicalità, ma la reale prova è dimostrare di essere all’altezza di suonare bene con altri musicisti, perché il meglio viene fuori quando non s’impongono delle costrizioni e quando le personalità altrui non si legano. Vuol dire lasciare che uno trovi lo spazio per tirare fuori il meglio, il possibile, il discutibile, è costruttivo come in una relazione: devi essere capace di sentire gli altri quanto te stesso. Se ci si concentra troppo su se stessi ci si perde, non ci si accorge del modo in cui ciò che si sta facendo è collegato a tutto. In termini di colori, digressioni, specialmente nell’improvvisazione, suonare da solista è più facile perché sei tu a suonare il pezzo. Con il gruppo devi essere capace di ascoltare ciò che fai tu e ciò che fa l’altro senza perderti, stiamo parlando di un livello in cui la tecnica è molto sviluppata. Diventa quasi mistico quando permetti alla tua mente di perdersi nel tutto, riuscendo a domare timori o altre emozioni che interferirebbero con ciò che stai facendo. Progetti per il futuro, dove si sta spingendo la sua ricerca musicale? Sembra che io sia direzionato verso la scrittura di musica per la chitarra. Ho appena finito di registrare un album da solista che uscirà il prossimo febbraio sempre con la casa discografica ECM ed è stato interessante prepararlo in soli 4 mesi esercitandomi per 3 ore al giorno, erano anni che non mi esercitavo così tanto! È incredibile quanto si possa migliorare, è bello avere qualcosa che ti motivi, dei progetti che soddisfano. Si sente orgoglioso di ciò che ha fatto? Sì, mi sento orgoglioso per l’onestà che ho usato in ciò che ho fatto, attraverso cui ho suonato, ho scritto. Se qualcosa non mi piace, non trova il modo di venire alla luce. Ci sono dei modelli da cui trae ispirazione? No, perché penso che in qualche modo sia mettere delle restrizioni alla propria personalità. In che modo la sua arte influenza la sua vita e le sue relazioni? Sono sposato da 22 anni con la mia seconda moglie che è un’attrice e una scrittrice italiana spesso impegnata per il suo lavoro, è stata in tour con Toni Servillo, lei capisce cosa vuol dire viaggiare ed essere impegnati in giro per il mondo, abbiamo fatto entrambi lo stesso percorso. Spesso la seguo, ci ritagliamo del tempo insieme ma passiamo anche giorni chiusi in casa a studiare e a confrontarci. Credo che, secondo la mia esperienza, sia meglio condividere una vita con qualcuno che ha i tuoi stessi interessi e, considerate le ore di esercizio e i sacrifici richiesti, bisogna essere in grado di capirsi a vicenda e quando un linguaggio, nel nostro caso d’arte, è condiviso e ti accomuna il rapporto ne beneficia. voce leggera e personalita' tranquilla riflesse nella sua musica Sulle orme dei Padri Big INTERVISTA AL TRIO DEJHONETTE Jack Dejohnette, Ravi Coltrane e Matthew Garrison INTERVISTA A Mark Turner La band con la quale suoni stasera non è molto comune, manca infatti uno strumento armonico come il piano o la chitarra. Quali sono le ragioni di questa scelta? Ci sono molte ragioni, una è compositiva, per scrivere composizioni che siano armonicamente complete senza strumenti armonici come il piano e la chitarra con cui si può scrivere quasi tutto e creare qualsiasi forma, è richiesta molta più responsabilità, la forma deve essere in un certo modo e non in un altro per cui a livello compositivo è più restrittivo. La forma dei toni deve essere più suggestionante di modo che il suono possa essere sentito anche senza corde. Il titolo del tuo ultimo disco col quartetto, (Lathe of Heaven) ha un chiaro riferimento all’omonimo romanzo fantascientifico degli anni ‘70, è stata questa la tua fonte di ispirazione? E se è così in che modo ha influenzato le tue composizioni? Non è stata un’influenza per il disco, non direttamente, forse nella forma di qualche tipo di riflessione ma non in un modo specifico. Sono un fan di film di fantascienza e posso dire che la frase iniziale, la sezione principale dell’inizio deriva dal film di fantascienza “La fuga di Logan” e chi conosce il film capisce di cosa sto parlando. Ci sono alcune cose estrapolate ma non ho letto il libro e ho detto “Oh! Adesso scrivo un disco!” no davvero. Ascoltando i tuoi brani si nota una particolare attenzione per la melodia, qual è il tuo approccio alla composizione? Ne ho diversi ma in riferimento a questi brani sono tutti basati sulla forma che è una parte importante. In altre parole non scrivo un pezzo e poi mi limito a dire Oh! Bello suoniamolo! Alcuni lo fanno ma questo non è il mio approccio. Alcune forme sono lunghe, alcune sono corte, altre hanno interludi, alcune hanno sezioni ripetute, qualche volta l’armonia è lunga il che vuol dire che richiede un tempo lungo prima che le corde cambino, a volte ci sono molte corde in un breve tempo, quindi considerate tutte queste cose come ho già detto quando si scrive senza il piano, per far sì .8 0 . che ci sia un’armonia costante si ha bisogno di tutti questi elementi altrimenti è vuoto. Non scrivo melodie e poi le armonizzo, non sento solamente la melodia e poi incido, l’armonia e la melodia accadono sempre allo stesso momento, in questo caso sono sempre le tre parti, quando le ho scritte l’ho sempre fatto con le tre parti insieme tutte le volte e se si cambia la parte armonica bisogna cambiare anche quella melodica. Quali sono i tuoi progetti musicali futuri? Inciderò un altro disco con la stessa band, poi inciderò, credo il prossimo autunno, un disco in duo con Ethen Harrison con ECM e porterò avanti anche altri progetti con altre band. Il tuo ultimo disco con la band di stasera (In movement) rende omaggio a grandi musicisti con cui hai suonato in passato, come Miles Davis, Bill Evans, Jimi Hendrix, John Coltrane, Jimmy Garrison. Che influenza hanno avuto nella tua vita musicale? Sono sempre stato influenzato da musicisti caratterizzati da voci e una musica peculiari, che legate alle loro personalità hanno davvero profondamente ispirato le mie scelte musicali multidirezionali. Matthew Garrison and Ravi Coltrane sono entrambi figli d’arte e tu hai suonato con i loro padri. Quali sono le tue sensazioni in merito? In loro rivedi le personalità dei rispettivi padri? Ho anche suonato con la madre di Ravi, Alice Coltrane, sì mi sento veramente fortunato di aver potuto suonare con questi grandi musicisti, compositori, improvvisatori di musica jazz e oltre, di alto ordine. La prima volta che suonai con Jimi, Garrison e Coltrane fu un’incredibile opportunità per accrescere la sicurezza in me stesso. Ho affiancato in un club a Chicago Elvin Johns, il batterista del quartetto di John Coltrane che aveva Jimmy Garrison al contrabbasso e McCoy Tyner al piano, lui mi ha dato l’opportunità di unirmi al quar- tetto e tutti mi hanno accolto con disponbilità, dimostrando stima e fiducia nei miei confronti, portandomi su un altro livello in cui sentivo di aver qualcosa da dare. Ho avuto anche la possibilità di suonare in un gruppo con un altro grande batterista Rashied Ali che al tempo faceva parte della band di Coltrane. Rispetto a Ravi e Mattiew sì, rivedo la personalità dei loro genitori ma loro hanno anche una forte identità che li contraddistingue, le portano avanti entrambe e mi piace molto suonare con loro. Mattiew Garrison, abbiamo notato che usate dell’elettronica (laptop, stomp boxes, electronic drums) quanto sono importanti per il sound della band? Beh, è molto importante perché può dare un altro angolo e una texture diversa a ciò che suoniamo, stiamo parlando di strumenti elettronici che cerco di usare al massimo livello possibile per ciò che il computer è in grado di offrire, col fine di aprire il suono, e per quanto riguarda l’acustica, la batteria e il sassofono, penso che apporti una bella prospettiva. Come ti senti suonare con Dejohnette sulle orme di tuo padre? È incredibile, devi sapere che non ho avuto effettivamente un padre .81. perché morì quando io ero ancora molto piccolo. Sono cresciuto in Italia dove sono rimasto per 10 anni e quando compii 18 anni sarei potuto diventare un cittadino italiano, mi chiamarono anche per il servizio militare, fu allora quando chiamammo Jack e Lidia per chieder loro se ci poteva essere la possibilità di ospitarmi e prendersi cura di me intanto che finivo le superiori e loro accettarono. Ufficialmente firmarono dei documenti per la mia tutela e posso dire che Jack è stato come un padre, quindi suonare con lui è come suonare con la mia famiglia e ogni cosa che mi ha insegnato è una meravigliosa chiusura di un cerchio. Jack quali sono i tuoi progetti musicali futuri? Continuare con questo trio, inoltre sono stato coinvolto in altri progetti, uno con Savion Glover un fantastico ballerino tap, è il John Coltrane tap dancer per capirci, con cui abbiamo un progetto molto speciale insieme a Marshall Davis Jr. Poi ho lavorato questa primavera con un altro trio insieme a Drom Harris, lavorando su base elettrica incentrati su George Koller un musicista polistrumentista abile con il piano acustico, la batteria e il pocket trumpet. Il prossimo anno il nostro trio parteciperà a diversi concerti speciali e faremo un tour solo in America. Uscirà un album chiamato “Return” di Nouvelle Records, un’etichetta francese che fa 6 album all’anno, in cui suono in solo con un piano Fazioli, un fantastico strumento italiano fatto a mano. BRE GRANDI EVENTI and rea lli@ mep benessere ai.n et A CURA DI ANDREA CIRELLI Dott. Andrea Cirelli psicologo, psicoterapeuta, mental coach e direttore della scuola di formazione P.C.R. (Potenziamento Capacità Relazionali) www.andreacirelli.it Tel.030.2808338 M B RE Dalla sala parto allo studio dello psicoterapeuta, dal dentista ai test antifumo prima di un’operazione chirurgica o nel mantenimento di una dieta. Ecco l’ipnosi clinica come strumento al servizio del medico e dello psicologo, riconosciuta efficace da oltre cinquant’anni di ricerche sperimentali da parte della scienza ufficiale. Esiste l’ipnosi come forma di suggestione nella pubblicità, con messaggi più o meno subliminali atti a stimolare l’inconscio del soggetto ricevente. L’attrice, nello spot pubblicitario alla televisione, viene inquadrata mentre si lecca le labbra mangiando quel particolare dolce mentre la parola “piacere” pronunciata sensualmente cerca di far sì che quel cibo diventi indispensabile compensazione di una sessualità carente. Esiste l’ipnosi “sensoriale” quando a tutti sarà capitato di rimanere incantati da un quadro, una musica, da un massaggio. Un esempio: il soggetto viene massaggiato una ventina di volte con dell’olio all’albicocca a cadenza settimanale. Dopo alcuni giorni dall’ultima seduta odora ad una cena il frutto in questione e tra lo stupore degli astanti chiude con gli occhi con l’espressione di un bambino, lasciandosi contemporaneamente andare sulla sedia in un rilassamento e uno “stravaccamento” atipico per il contesto e la personalità del soggetto. Esiste l’ipnosi regressiva ante-vita alla ricerca, anche solo per curiosità, di situazioni vissute in un’ipotizzata esistenza precedente. Citiamo le famose ricerche dello psichiatra americano Brian Weiss che scrive di aver eliminato un inspiegabile dolore alla spalla di un suo paziente dopo avergli fatto rivivere il ferimento con un’arma che lo stesso subì proprio in quella zona, oggi malata, del corpo quando si trovava “incarnato” in uno sfortunato cavaliere medievale. Esiste l’ipnosi nella seduzione laddove chi è sotto la “trance” dell’innamoramento vede nel partner oggetto della sua passione solo pregi, non nota difetti, in una sorta di distor- MAGAZIN sione cognitiva e percettiva. Un esempio: una bambina è stata fortemente coinvolta nell’età infantile dal padre estremamente assente, ma che quando c’era accarezzava la sua testa con le due mani, sussurrando parole con una particolare tonalità bassa della voce. La stessa persona, a distanza di anni, in un momento di solitudine simile a quelli che viveva da piccola, incontra un uomo che nelle prime effusioni mette in atto casualmente quei toccamenti e quel tono della voce…ecco lei rimanere ipnotizzata e cadere ai suoi piedi senza sapersi spiegare bene il perché. Diciamo subito che la primaria utilità di queste scoperte è nella cura dei problemi dell’uomo al servizio cioè di medici, psicologi o consulenti in questi ambiti. È anche vero che queste tecniche vengono richieste e utilizzate dai genitori verso i figli, dal soggetto timido o insicuro nei confronti del partner, dagli insegnanti con gli allievi, dai venditori con i clienti. D’altra parte tecniche simili vengono proposte da anni negli Stati Uniti dove senza remore vengono pubblicizzati sui mass-media corsi di ipnosi aziendale, ipnosi nello sport, ipnosi nella seduzione. Riscontrato il forte interesse nelle nostre conferenze per gli esperimenti relativi all’ipnosi, nei prossimi incontri nella sede della nostra Scuola approfondiremo l’argomento con esempi e spiegazioni specifiche del suo utilizzo nei vari ambiti sopra citati. O E ´ N .4 S E .cire MERCANTE IN FIERA 2 01 6 ´ B R E Ipnosi e TTE BRE PSICOLOGIA L'EVENTO D’AUTUNNO A CURA DI ANNALISA BONI IMMAGINI DI FABIO BOTTINI Se sei interessato a vedere dal vivo le dimostrazioni di Ipnosi Dinamica, Regressiva o a provare l’esperienza di un test su te stesso, puoi approfittare come lettore di BRE del coupon per un incontro gratuito. Da ultima proponiamo una particolare forma di ipnosi che ci riguarda come Scuola di Formazione ME.P.A.I. ovvero l’ipnosi nella comunicazione interpersonale che dal 1990 utilizziamo e insegniamo anche a Brescia. Si tratta di un particolare metodo di coinvolgimento emozionale, definito dal suo scopritore Stefano Benemeglio: Dipnosi, che permette di ottenere risultati impensabili nei diversi contesti sociali dove viene applicato. ME.P.A.I. (Metodologie Psico Analogiche Integrate) Me.P.A.I. Via Solferino 55 Brescia - www.mepai.net TI INVITA GRATUITAMENTE ESIBENDO QUESTO COUPON AD ASSISTERE AD UN INCONTRO DI GRUPPO O UN TEST INDIVIDUALE. PER CONOSCERE LE DATE E PER PRENOTARSI e-mail [email protected] o NUM VERDE 800 135929 83, MAGAZIN O E ´ N .4 S E TTE 2 01 6 ´ B R E NON SOLO MUSICA M B RE Deejay Choice dal 1990 studia e realizza l’atmosfera ideale per le occasioni importanti: dalla musica alle luci, dagli allestimenti alla totale organizzazione dell’evento A CURA DI LAURA SORLINI Torna con un programma denso di appuntamenti Mercanteinfiera Autunno, la rassegna internazionale di modernariato, antichità e collezionismo vintage, che dal 1 al 9 ottobre sarà di scena alle Fiere di Parma. Spazi che si trasformeranno in una vera e propria città antiquaria, accogliendo le novità di espositori e delle centinaia di operatori provenienti da ogni parte d’Euro- pa. In città, dal 16 settembre al 15 ottobre, invece, Mercanteinfiera OFF, il fuorisalone dell’arte che vede quale evento di punta la mostra fotografica curata da Carla Sozzani vincitrice del premio Mercanteinfiera 2016. Il nome è quello di Sarah Moon, artista francese che da molti anni indaga la bellezza e lo scorrere del tempo, i cui scatti saranno protagonisti della mostra “Sarah Moon a Parma. Fotografie”. Ad impreziosire l’edizione autunnale della rassegna d’arte, Mercanteinauto (1-2 ottobre), la consueta esposizione di auto e moto d’antan che, accanto a automobilia e ricambi, avrà il suo pezzo forte in una esposizione unica di esemplari d’epoca a marchio Mercedes di Old Cars Collection. www.mercanteinfiera.it Uno staff creativo, professionale e competente al servizio e all’altezza delle vostre aspettative. Questa la proposta di Deejay Choice Eventi, la cui mission è realizzare il sogno di un matrimonio unico, originale e che lasci un segno indelebile nella vostra memoria. Ne parliamo con il titolare, Luciano Paitoni. Cos’è e da quanto esiste Deejay Choice? L’attività è stata aperta nel 1990. Deejay Choice nacque come negozio di dischi per Dj, poi nel tempo mi sono accorto che la strada da prendere avrebbe dovuto essere un’altra. Ovvero? Oltre alla vendita di musica, ho iniziato a organizzare feste ed eventi privati. Subito ho notato il successo di tale progetto, per cui ho deciso di ampliare le mie conoscenze al di là del settore musicale divenendo un esperto nel settore di luci scenografiche, installazioni ed allestimenti. La svolta? Il 2004: la nascita di…DEEJAY CHOICE EVENTI. Mi sono messo in proprio ed ho cambiato sede, spostandomi in via Torino, dove tutt’oggi c’è lo Store,Deejay Choice. Pur continuando a vendere musica,il negozio stesso si è evoluto in un “Rent-Point” che mette a disposizione esclusive attrezzature a noleggio ed offre service con installazioni fino ad arrivare a quella che è la vera anima di DEEJAY CHOICE EVENTI: l’organizzazione dell’evento a 360°. Partendo dal concept dell’evento,organizzandone: l’allestimento,le scelte musicali-artistiche,il personale…fino ad arrivare alla cura di ogni minimo dettaglio,per la più spettacolare delle riuscite. Quali sono i vostri punti di forza? Con le luci ridipingiamo gli spazi creando suggestioni ed esaltando i particolari, mettendo in evidenza le caratteristiche della location del vostro matrimonio (o qualsivoglia evento importante), valorizzandone tutta l’unicità e il fascino, ma soprattutto realizziamo sinergie tra musica e luci, curandone ogni dettaglio con stile ed eleganza, studiando una soluzione personalizzata in base al target e al budget,mettendo a disposizione i migliori servizi di DJ,musicisti e singoli artisti (sassofonisti,violinisti,…). Curiamo ogni singolo aspetto tecnico del vostro evento,diffondendo musica in specifiche zone della location. Siamo sempre al passo con i tempi, proponiamo idee innovative e soluzioni accattivanti. Cosa mi puoi dire in merito allo staff? Passione e professionalità sono i nostri punti di forza, disponibilità e cura del cliente sono le nostre prerogative, siamo pronti ad ascoltare le vostre esigenze e consigliarvi una soluzione personalizzata e memorabile. BRE UN’ESTATE DI EVENTI MOSTRA DEL CINEMA MAGAZIN O E ´ N .4 S E TTE 2 01 6 ´ B R E DI VENEZIA SI ACCENDONO LE LUCI SULLA 73ESIMA EDIZIONE DEL FESTIVAL, CHE TERMINERA' IL 10 SETTEMBRE CON L’ASSEGNAZIONE DEL LEONE D’ORO. M B RE A CURA DI FRANCESCO SALVETTI TESTO DI LAURA SORLINI È stato il musical di Damien Chazelle ‘La la Land’ ad aprire la 73esima edizione della Mostra del Cinema di Venezia. Il regista statunitense (appena 31enne), infatti, si è presentato sul red carpet con i protagonisti, Emma Stone, tra le più attese della serata inaugurale, e Ryan Gosling. Tra i primi a sfilare i membri della giuria principale, tra cui Chiara Mastroianni, assieme al presidente, il regista britannico Sam Mandes. Sul tappeto rosso oltre a star del cinema italiano e internazionale, anche le modelle Bianca Balti e Barbara Palvin. Nastro nero in segno di lutto per le vittime del terremoto per una delle giurate della sezione Orizzonti Valentina Lodovini. Tra i primi ad arrivare al Lido Kim Rossi Stuart che porta il film fuori concorso Tommaso. Abito orientale per il divo britannico Jeremy Irons a Venezia con la moglie per presentare il primo dei due Leoni alla carriera, quello al regista polacco Jerzy Skolimowski. 8 - 9 OTTOBRE Pala Banco di Brescia Sabato 14:00 - 19:00 Domenica 10:00 - 19:00 INGRESSO LIBERO con registrazione Programma completo degli eventi collaterali nel sito www.bresciasposinfiera.it - f Brescia Sposi Media sponsor Media partner BRE ART&GALLERY SIRMIONE CELEBRA PAOLO ROSSI A CURA DI ANNALISA BONI TESTO DI FRANCESCA GARDENATO L’ex calciatore in visita a Sirmione incontra il sindaco Alessandro Mattinzoli (a destra) PALAZZO CALLAS EXHIBITIONS TRA LE SEDI DEL TOUR MONDIALE: LA RACCOLTA DI CIMELI UNICI, TESTIMONIANZE, ARTICOLI, FOTO E FILMATI DEL BOMBER DELLA NAZIONALE, CAMPIONE DEL MONDO NEL 1982, SARANNO IN MOSTRA DAL 10 SETTEMBRE AL 9 OTTOBRE GRAZIE ALLO SPECIALE ALLESTIMENTO CURATO DALLA FONDAZIONE PAOLO ROSSI. Da sabato 10 settembre a domenica 9 ottobre i cimeli del capocannoniere dei Mondiali 1982 saranno esposti nelle sale di Palazzo Callas Exhibitions, in piazza Carducci, nel cuore del centro storico di Sirmione. “Pablito Great Italian Emotions”, la mostra ufficiale dedicata all’ex calciatore Paolo Rossi e agli indimenticabili Mondiali di Spagna ‘82, è organizzata dal Comune di Sirmione in collaborazione con il Consorzio Albergatori e Ristoratori di Sirmione e con il patrocinio di Regione Lombardia e Provincia di Brescia. L’inaugurazione sarà sabato 10 settembre alle 18.30. Per un mese sarà quindi possibile ammirare il Pallone d’Oro e la Scarpa d’Oro vinti in quell’indimenticabile occasione, la maglia e le scarpe indossate da Paolo Rossi al Santiago Bernabeu nella finale contro la Germania, oltre a fotografie, articoli, filmati e vari oggetti importanti per la storia dell’ex calciatore e della squadra nazionale, raccolti dalla Fondazione Paolo Rossi. Paolo Rossi regalò un sogno all’Italia e agli italiani. «Non vivo solo di ricordi – afferma l’ex calciatore – ma la mostra “Pablito Great Italian Emotions” è un modo per far conoscere ai più giovani quel periodo e cosa hanno significato gli anni Ottanta per la nostra Italia. La mostra intende far rivivere tutte le emozioni provate dagli italiani nei momenti della vittoria del Mondiale, quando l’Italia intera si ritrovò unita a festeggiare». Confida Paolo Rossi: «Ancora oggi provo commozione e gioia nel vedere le persone che continuano a fermarmi per ringra- ziarmi di quella spettacolare galoppata che ci portò a diventare Campioni del Mondo con le qualità di noi italiani. Fu una vittoria non solo calcistica, ma di un intero Paese che cercava e trovò in quell’evento valori comuni e un riscatto mondiale. Sarà bello rivivere tutto questo a Sirmione con i visitatori, sportivi e non, che aspetto numerosi». Paolo Rossi, commenta il sindaco Alessandro Mattinzoli, «è per noi un ospite straordinario: rappresenta la capacità tutta italiana di saper reagire non solo con la tecnica ma anche con la passione, doti che ci permettono di primeggiare nel mondo. Per questo lo accogliamo a Sirmione con immenso piacere e insieme rivivremo le grandi emozioni dei campionati Mondiali di calcio del 1982 in Spagna». per info: L’inaugurazione della mostra a Palazzo Callas Exhibitions, alla presenza di Paolo Rossi e di altri ospiti sportivi, sarà sabato 10 settembre alle 18.30. Nell’immagine, Paolo Rossi esulta nella finale mondiale contro la Germania .90. . 91 . BRE UN’ESTATE DI EVENTI MAGAZIN O E ´ N .4 S E TTE 2 01 6 ´ B R E PARDO D'ORO A GODLESS M B RE A vincere la 69A edizione del Festival di Locarno un film sulla demenza senile e sul traffico di carte d’identità. L’edizione 2016 del Festival del TESTO DI LAURA SORLINI IMMAGINI DI WONKA film di Locarno, la quarta sotto la direzione artistica di Carlo Chatrian, si è conclusa con il Pardo d’oro al film “Godless” della bulgara Ralitza Petrova. Il film ottiene anche il premio per la migliore interprete, che va all’attrice bulgara Irena Ivanova. BRE UN’ESTATE DI EVENTI LA FESTA DELL'OPERA TTE 2 01 6 ´ B R E O E ´ N .4 S E SABATO 17 SETTEMBRE RITORNA MAGAZIN L’ATTESISSIMO EVENTO DI FINE ESTATE ORGANIZZATO DAL TEATRO GRANDE, DEDICATO QUEST’ANNO A DANIELA DESSI’, GRANDE INTERPRETE DELLA LIRICA NEL MONDO M B RE A CURA DI LAURA SORLINI Dall’alba alla mezzanotte lasciati rapire dal fascino dell’Opera La Festa dell’Opera è uno degli eventi più innovativi e coinvolgenti realizzati nell’ambito operistico dalla Fondazione del Teatro Grande di Brescia: un disegno culturale di ampio respiro, unico in Italia, che per la sua importan- te valenza educativa ha ricevuto il prestigioso Premio Filippo Siebaneck nell’ambito dei Premi Franco Abbiati della critica musicale italiana. La Festa dell’Opera è una festa che accompagna grandi e piccini, melomani e non, in suggestivi percorsi nel mondo dell’Opera e che anche quest’anno, dall’alba alla mezzanotte, farà risuonare l’intera città sulle note delle più celebri melodie della tradizione operistica italiana ed europea. La quinta edizione, in programma per sabato 17 settembre 2016, vedrà la partecipazione di centinaia di artisti con concerti, recital e flash mob, toccherà più di 50 luoghi della città e coinvolgerà, come nelle scorse edizioni, decine di migliaia di persone. Una festa colta e popolare che diffonde l’Opera nelle strade e nelle piazze, in teatro e nei luoghi della Brescia più antica, nei ristoranti e nei cortili, ma anche nei musei e nelle fabbriche, nei luoghi del sociale, nei mercati, nelle case, fuori dai luoghi canonici ad essa tradizionalmente adibiti, a diretto contatto con un nuovo e più ampio pubblico da coinvolgere attivamente e favorendone così l’incontro e l’integrazione. L’edizione 2016, dedicata al tema “Europa”, celebrerà il continente e l’Opera come luogo d’invenzioni e scambio di linguaggi, storie e culture, spingendosi anche verso nuove direzioni grazie alle sperimentazioni con il jazz, il pop, l’elettronica, la musica contemporanea. Un progetto curioso e trasversale, per età e formazione, di grande attrattività turistica e parteci- pazione destinato ad affermarsi come uno degli appuntamenti musicali italiani in grado di rappresentare anche un asset strategico per la promozione turistica nazionale e internazionale dell’intera città di Brescia. In memoria di Daniela Dessì Quest’anno la Festa dell’Opera sarà dedicata a Daniela Dessì, una personalità prestigiosa, capace di indimenticabili interpretazioni, che ha dimostrato una particolare attenzione alla crescita dei giovani e dei nuovi talenti in linea con il progetto artistico della Festa.“Ci ha lasciato una grande interprete, una voce raffinata che ha portato il nome di Brescia nei più blasonati teatri del mondo”, ha dichiarato il sindaco Emilio Del Bono, presidente della Fondazione del Teatro Grande. “Artista appassionata, generosa e antidiva, Daniela Dessì ci ha incantato interpretando mirabilmente le più belle pagine del patrimonio lirico del nostro paese”. “Daniela Dessì ha rappresentato motivo di ammirazione e orgoglio per la nostra città. La sua scomparsa sarà artisticamente difficile da colmare ma il suo esempio di impegno e studio ci auguriamo possa essere stimolo per tanti giovani del nostro territorio che intendono avviarsi alla carriera artistica” ha affermato il vicesindaco e Assessore Laura Castelletti. Anche la Fondazione del Teatro Grande di Brescia, attraverso le parole del Sovrintendente Umberto Angelini, ha espresso il suo cordoglio per la scomparsa di Daniela Dessì. “La scomparsa di un artista è sempre una grande perdita per una comunità. Quella di una grandissima artista come Daniela Dessì ci scuote particolarmente anche per il suo legame antico con il nostro territorio. Un’artista straordinaria, dotata di eccellente tecnica, presenza scenica e grande generosità”. www.festadellopera.it BRE GRANDI EVENTI FRANCIACORTA TERRA DI BOLLICINE O E ´ N .4 S E TTE 2 01 6 ´ B R E CO R S O MAG ENTA 49 BRE S CIA T. 0 3 0 2 8 0 7810 MAGAZIN M B RE CORS O MA GEN TA 45 BRE S CIA T. 0 30 4 5 293 Nei giorni 17 e 18 settembre 2016 torna, per il settimo anno, il Festival Franciacorta in Cantina, imperdibile appuntamento per gli amanti del metodo classico. A CURA DI LAURA SORLINI IMMAGINI DI FABIO CATTABIANI Sul finire della vendemmia fervono ormai i preparativi per il prossimo Festival del Franciacorta in Cantina, l’imperdibile appuntamento per gli amanti del bello e del buono che avranno l’occasione di trascorrere un rilassante weekend alla riscoperta dei luoghi dove nasce il Franciacorta. Sabato 17 e domenica 18 settembre, 76 cantine apriranno le porte per accogliere chiunque vorrà approfondire i segreti dei pregiati vitigni Chardonnay, Pinot Nero e Pinot Bianco e degustare le varie tipologie di Franciacorta affiancate ad originali attività. Giunta alla sua settima edizione, la kermesse non cessa di sorprendere, con proposte coinvolgenti e una ricca offerta di iniziative dedicate all’intrattenimento e all’approfondimento enogastronomico e culturale. Un appuntamento quindi adatto a tutti, dagli enoappassionati, che potranno partecipare a verticali e degustazioni a tema, agli amanti del buon cibo, che godranno delle gustose proposte di ristoratori locali e chef, tra tradizione e innovazione. Ampio spazio sarà dedicato agli sportivi, che potranno avventurarsi tra i vigneti e le colline facendo trekking e percorrendo itinerari a piedi o in bicicletta, così come alle famiglie che avranno la possibilità di divertirsi con iniziative ludiche e pic-nic nella natura. Non c’è poi occasione migliore per perdersi tra i molteplici luoghi di interesse storico, i castelli, i monasteri e i musei che costellano la Strada del Franciacorta dove i cultori dell’arte avranno solo l’imbarazzo della scelta tra affascinanti borghi, abbazie e ville immerse nel verde. Una proposta ricca, che attira sempre più visitatori da tutta Italia, per i quali sono stati pensati pacchetti turistici ad hoc con proposte di soggiorno per il weekend in combinazioni di ogni tipo tra cantine, agriturismi, hotel, ristoranti e trattorie. Per coloro che visitano la Franciacorta per la prima volta, o per chi vuole girarla in FW 16.17 comodità, sono disponibili anche dei bus tour gratuiti della durata di tre ore circa, che partendo da Rovato fanno sosta da alcuni produttori, sotto l’accompagnamento di una guida turistica che racconterà il territorio. Il punto di ritrovo principale saranno ovviamente le cantine, che per i loro ospiti sempre più esigenti e curiosi, hanno ideato gli eventi più originali e fantasiosi. Il Franciacorta, nelle sue varie declinazioni, sarà abbinato alla moda e ai capi d’abbigliamento, alla cucina etnica, locale e sperimentale e persino alla cosmesi, con la creazione di prodotti di bellezza originati dalle uve. La prenotazione delle visite è obbligatoria contattando direttamente le cantine. Le cantine saranno aperte, salvo diverse indicazioni, dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 14.00 alle 19.00. Per informazioni [email protected] www.festivalfranciacorta.it Showroom: BRESCIA, VIA X GIORNATE, 12 Tel. 030.63.76.940 - [email protected] Facebook: Fabricatore Showroom Brescia www.fabricatore.it Nuova Audi A3. Preparati a guidare l’innovazione. Scopri con Audi Pass come personalizzare la tua Audi A3 con il massimo della tecnologia. 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Spese di incasso rata € 0 / mese. Costo comunicazioni periodiche € 0. Imposta di bollo/sostitutiva come per legge assolta da VOLKSWAGEN BANK GMBH. Importo totale dovuto dal richiedente € 6.000. Gli importi fin qui indicati sono da considerarsi IVA inclusa ove previsto. Informazioni europee di base/Fogli informativi e condizioni assicurative disponibili presso le Concessionarie Audi. Salvo approvazione Audi Financial Services. Offerta valida fino al 30.09.2016. Info su www.audi.it La vettura raffigurata è una Audi A3 Sportback e contiene equipaggiamenti opzionali a pagamento. *Escluso il servizio Hotspot Wi-Fi. Gamma A3. Valori massimi: consumo di carburante (l/100 km): ciclo urbano 11,2 - ciclo extraurbano 6,3 - ciclo combinato 8,1; emissioni CO2 (g/km): ciclo combinato 189. Audi All’avanguardia della tecnica Saottini Auto Brescia, via Carlo Fenzi 3, Tel. 0303695521 - [email protected] Desenzano d/G, Viale Marconi 29, Tel. 0309991787 - [email protected] www.saottini.it